materiale di studio
Due frasi significative possono fare vedere, non solo quanto sia importante
“conoscere” le lingue – ma quanto sia inevitabile la “padronanza” di più lingue
nella società odierna.
“Wer fremde Sprachen
nicht kennt, weiß nichts
von seiner eigenen.“
Chi non conosce lingue
straniere non sa niente
della propria lingua.
(Johann Wolfgang von
Goethe)
“Chi apprende una lingua
diventa plurilingue e
sviluppa
interculturalità.”
(Quadro Comune di
Riferimento Europeo)
Una educazione plurilingue va sempre
in due direzioni:
 Riflessione sulla propria
 Allargamento del proprio
lingua e sul proprio “io”
orizzonte culturale verso
“l’altro – diverso”
Riflessione sulla propria lingua e
sul proprio “io”
 Lingua come mezzo di comunicazione: aspetti lessicali,
grammaticali ecc.


Quale grammatica per un curriculum plurilingue?
Con “Competenza lessicale e sapere linguistico plurilingue” s’intende
illustrare la centralità del lessico rispetto al sapere plurilingue in termini di
competenze e conoscenze nell’ambito di un “curriculum plurilingue”: La
competenza lessicale
 Lingua come modo di comunicare: modelli di comunicazione
interpersonali


Watzlawick
Schulz von Thun
Allargamento del proprio orizzonte culturale
verso “l’altro – diverso”
 Lingua come mezzo di appropriazione della propria
cultura (per esempio dialetto ecc.)

Dialetto ed educazione linguistica tra passato e presente di un
rapporto difficile
 Lingua come mezzo di appropriarsi della cultura altrui
Durante l’educazione plurilinguistica l’acquisizione delle 4 abilità in più lingue
porta al possesso della “5°” abilità o competenza, quella della mediazione:
 Mediazione
 Franco Biondi: Sprachfelder
 Strategie di mediazione
 Interpretariato e traduzione
 Aspetti didattici della mediazione
“Verso una politica plurilinge…”
 La necessità di una educazione plurilinguistico
coincide con il nascere della comunità europea. Infatti
la comunità europeo e prima il consiglio europeo
hanno seguito con molto interesse l’aspetto linguistico
di un futuro Europa, evidenziando la necessità di
preservare le diverse identità linguistiche nei singoli
stati membri. Infatti nella carte dei diritti
fondamentali si fa nei articoli 22 e 23 esplicito
riferimento:
CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL'UNIONE EUROPEA
(2000/C 364/01)
CAPO III
UGUAGLIANZA
Articolo 20
Uguaglianza davanti alla legge
Tutte le persone sono uguali davanti alla legge.
Articolo 21
Non discriminazione
1. È vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della
pelle o l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni
personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza
nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali.
2. Nell'ambito d'applicazione del trattato che istituisce la Comunità europea e del trattato sull'Unione
europea è vietata qualsiasi discriminazione fondata sulla cittadinanza, fatte salve le disposizioni
particolari contenute nei trattati stessi.
Articolo 22
Diversità culturale, religiosa e linguistica
L'Unione rispetta la diversità culturale, religiosa e linguistica.
 Gli sforzi politici si sono tradotti in una serie di azioni che tutt’oggi costituiscono la base
per l’attuale politica linguistica che si pone come obiettivo centrale l’ educazione del
cittadino europeo.
 Lo strumento forse più importante, sia a livello politico, che a livello didattico - operativo
che il Consiglio europeo ha creato è il Quadro Comune Europeo di Riferimento.
“Pluringuismo e QCER”, intende illustrare i punti salienti del Quadro Comune in merito
al plurilinguismo. Gli obiettivi del quadro stesso, rispetto alla politica europea, ne
costituiscono il punto di partenza.
In particolare si esaminano:
- la definizione stessa di plurilinguismo (con riferimento ai Capitoli 1 e 8.);
- le competenze plurilingue e pluriculturali Capitolo 6. 1. 3) .
 Ovviamente le conseguenze di questa realtà portano ad un cambiamento del ruolo e
delle funzioni del docente , per il quale si cerca di definire un profilo nuovo.
Nuovi strumenti e metodologie
 Lo spostamento della didattica linguistica verso
l’apprendimento delle competenze ha portato alla
introduzione del Portfolio Europeo delle Lingue (PEL
1, PEL 2), un documento del Consiglio Europeo per
facilitare l’insegnamento/apprendimento
comunicativo delle lingue. (vedi anche nella cartella MATERIALI DI STUDIO)
 Il passo dal “semplice” apprendimento della lingua
straniera a un suo uso veicolare per l’apprendere altre
materie è inevitabile, e nasce la metodologia CLIL
Content and Language Integrated Learning.
Scarica

Presentazione e guida dei contenuti