DIRER Martedì, 27 ottobre 2015 DIRER Martedì, 27 ottobre 2015 Pubblica Amministrazione 27/10/2015 Il Messaggero Pagina 3 ANDREA BASSI Sanatoria per tutti o concorso lo scontro sugli 800 dirigenti 27/10/2015 Corriere della Sera Pagina 32 1 3 Squinzi, Ilva e gli errori della cattiva politica 27/10/2015 Corriere della Sera Pagina 2 4 «L' Agenzia funziona, vogliono smontarla» 27/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 11 6 Boeri: la riforma serviva subito, era possibile farla nel 2015 27/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 7 7 «Milano motore della ripartenza per tutto il Paese» 27/10/2015 Italia Oggi Pagina 31 ROSARIO DE LUCA Modernizzazzione e p.a., due mondi lontani 9 Normativa Comuni 27/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 47 CRISTOFORO MORETTIMARIA ALESSANDRA TOMASI Il lavoro accessorio ora è più facile 10 Normativa Enti Locali 27/10/2015 Il Messaggero Pagina 16 12 L' ASSEMBLEA ROMA Premere sull' acceleratore della ripresa si può e... Normativa Province 27/10/2015 Italia Oggi Pagina 37 La cattedra non si divide per favorire i prof interni ANTIMO DI GERONIMO 14 Sindacati 27/10/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 17 I NUMERI 16 27 ottobre 2015 Pagina 3 Il Messaggero Pubblica Amministrazione Sanatoria per tutti o concorso lo scontro sugli 800 dirigenti Pressing dell' Agenzia sul governo per avere posizioni "speciali" per i funzionari degradati Ma Palazzo Chigi spinge sul bando pubblico e la vigilanza passerà dall' Economia a Renzi LA VICENDA ROMA L' ultima mossa l' Agenzia delle Entrate l' ha compiuta ieri. Ha tagliato le sue dotazioni dirigenziali, portandole da 1.095 a 995 e, contemporaneamente, ha aumentato le cosiddette Pos, le posizioni organizzative speciali, una sorta di via di mezzo tra il dirigente e il funzionario, facendole salire da 325 a 339. Le Pos le aveva inventate il governo Monti nella sua spending review, ma l' Agenzia le aveva poco usate. Si sono rivelate oro dopo la sentenza della Consulta che ha eliminato 800 posti da dirigente su oltre mille. Non saranno la stessa cosa rispetto a una vera posizione dirigenziale, ma quanto meno permettono di dare uno stipendio maggiorato. Non è un dettaglio, considerando che molti dei funzionari degradati si sono trovati dalla mattina alla sera con una retribuzione tagliata di quasi 2 mila euro. Una buona parte di queste Pos sono già state assegnate e, in due casi su tre, sarebbero state restituite agli ex dirigenti. Il problema è che, comunque, le 339 Pos non bastano a ridare posto e stipendio a tutti coloro che sono stati retrocessi. Così da settimane, l' Agenzia sta facendo pressione sul governo per aumentare il numero di queste posizioni speciali. LE SOLUZIONI Un tentativo c' era stato a inizio settembre, quando in consiglio dei ministri sono arrivati i decreti fiscali. Nei testi era spuntata una norma per creare altre 200 Pos, con una retribuzione annua di 67 mila euro. Il governo aveva stoppato il tentativo. Non solo Palazzo Chigi, di traverso si è messo anche il Tesoro, considerando questa strada come una palese violazione della sentenza della Consulta, che ha chiaramente indicato che l' unica via per diventare dirigente nella pubblica amministrazione è quella di sostenere un concorso pubblico. Esattamente quel concorso che il governo ha imposto all' Agenzia di bandire entro la fine del 2016, ma sul quale l' amministrazione della Orlandi continua a nicchiare. Una circostanza, quest' ultima, che è emersa da una lettera inviata nelle settimane scorse proprio dal Tesoro all' Agenzia delle Entrate, nella quale si chiede di accelerare le procedure per la selezione pubblica. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 1 27 ottobre 2015 Pagina 3 < Segue Il Messaggero Pubblica Amministrazione GLI ATTRITI Insomma, nonostante la netta presa di posizione a sostegno della Orlandi da parte del ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan, sulla vicenda dei dirigenti illegittimi nelle scorse settimane, tensioni ci sono state anche tra gli uffici di via XX settembre e quelli del Fisco. Ufficialmente l' Agenzia delle Entrate, motiva i ritardi nel concorso con il fatto che prima di bandirlo vuole attendere la sentenza del Consiglio di Stato che dovrà pronunciarsi sul bando per l' assunzione di 403 dirigenti dal quale è nato il quesito alla Consulta. In realtà l' esito è scontato. È difficile che i magistrati amministrativi possano dar corso a quella selezione dopo le pesanti censure della Corte Costituzionale e soprattutto, dopo che hanno già bocciato un identico concorso per l' Agenzia delle dogane. Il governo, in realtà, ha dato gli strumenti all' Agenzi per accelerare il bando, prevedendo che i concorsi già banditi possano essere cancellati. Ma, almeno a sentire i sindacati, sembrerebbe che la strada che l' Agenzia vuol seguire non sia questa. La volontà, per esempio, sarebbe quella di resuscitare il concorso a 175 posti da dirigente, bandito cinque anni fa. Un concorso per soli titoli e colloqui, che potrebbe permettere di dare una chance a qualcun altro dei dirigenti illegittimi. L' impressione, insomma, è che ci sia la corsa a trovare una soluzione per dare una sistemazione al maggior numero degli ex funzionari. Ma è difficile tutti possano riavere i loro posti. Da questa considerazione sarebbe nato anche la decisione di molti di circa 400 dei dirigenti decaduti di chiedere i danni all' amministrazione e ricorrere contro Palazzo Chigi. Una strada complicata, anche perché ben 600 di loro, hanno appoggiato l' Agenzia nella controversia davanti a Consiglio di Stato e Consulta di fatto avallandone i comportamenti. Per le Agenzie, comunque, sta per arrivare la fine di un' era. Non solo, come ha ricordato la Orlandi, non avranno più un comparto a loro dedicato. Ma tra i decreti attuativi della riforma della Pa, ce n' è uno che porterà la vigilanza dal Tesoro direttamente sotto Palazzo Chigi. Tra qualche mese a occuparsi del Fisco sarà Matteo Renzi in prima persona. Andrea Bassi © RIPRODUZIONE RISERVATA. ANDREA BASSI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 2 27 ottobre 2015 Pagina 32 Corriere della Sera Pubblica Amministrazione Squinzi, Ilva e gli errori della cattiva politica di Rita Querzé Confindustria «apprezza lo sforzo che il governo ha compiuto su alcune riforme importanti», Jobs act, istruzione, pubblica amministrazione. M a n e l l o s t e s s o t e m p o «attende di esprimere una valutazione più complessiva sulla legge di Stabilità, anche a seguito delle scelte che verranno operate dal parlamento». A differenza del presidente di Assolombarda Gianfelice Rocca, ieri all' assemblea degli industriali di Milano e Monza il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi non ha approvato tout court la legge di Stabilità. Al contrario, ha preferito mantenere un margine di valutazione rispetto alla Finanziaria. Inoltre il leader di Confindustria ha incalzato l' esecutivo su una questione chiave: la politica industriale. «Di una politica per l' innovazione e per l' industria c' è bisogno, e c' è bisogno adesso», ha detto Squinzi. Anche per stare al passo con gli altri Paesi europei. «La Germania rilancia il progetto Industry 4.0 , la Gran Bretagna spinge i programmi di reshoring e innovazione manifatturiera, la Francia lancia le reti territoriali di innovazione», ha esemplificato il presidente di viale dell' Astronomia. Ma, a monte di tutto, secondo Squinzi «il primo intervento che va chiesto allo Stato è quello di liberare spazio al mercato e alla concorrenza». «La politica non ha dato bella manifestazione di sé in alcuni aspetti della vita pubblica economica ha detto Squinzi ricordo solo una sorta di occupazione indebita degli spazi che aprivano lo Stato o le Regioni quando si sono fatti imprenditori e quando le emergenze sono state inseguite malamente, vedi il caso Ilva». Punto dolente, quello dell' acciaieria, che è stato toccato anche da Gianfelice Rocca: «Non possiamo più permetterci che impianti vitali per il Paese vengano bloccati dalla giustizia». Per finire, la domanda interna. Da potenziare attraverso settori chiave come costruzioni, turismo e distribuzione. Perché il Paese non può andare avanti appoggiandosi solo alla gamba dell' export. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 3 27 ottobre 2015 Pagina 2 Corriere della Sera Pubblica Amministrazione «L' Agenzia funziona, vogliono smontarla» di Lorenzo Salvia Visco: «Scelta civica cerca visibilità» Lo scambio di sms con Palazzo Chigi ROMA «Certo che l' Agenzia delle Entrate rischia di morire. La vogliono smontare, mi sembra evidente. E sarebbe un suicidio, perché quella è l' unica riforma della pubblica amministrazione che ha funzionato negli ultimi 15 anni». Nel ramo tasse e dintorni Vincenzo Visco non avrebbe bisogno di presentazioni. Ma ci sono due cose importanti da sapere, visto il momento. L' Agenzia delle Entrate è una sua creatura diretta, pensata quando era ministro delle Finanze alla fine degli anni 90 con i governi Prodi e D' Alema. Anche Rossella Orlandi è considerata a lui molto vicina, si disse pure che era stato lo stesso Visco a suggerirne il nome a Renzi. Resterà al suo posto la Orlandi? «Me lo auguro e ne sono convinto. Si è trovata a gestire una situazione difficile che non ha creato. E lo sta facendo benissimo, con un grande senso dell' interesse pubblico». Non sembra avere più l' appoggio del governo. «Il ministro Padoan ha ribadito pubblicamente il suo sostegno». Ma Renzi non ha detto neanche mezza parola su di lei, pur parlando di tasse ed evasione. Non è un caso. «Conoscendo tutti e due suppongo si siano consultati». Il sottosegretario Zanetti ne chiede da giorni le dimissioni. Forse è Renzi che lo manda avanti, non crede? «Mi sembra che il sottosegretario Zanetti abbia una certa autonomia di movimento. È il segretario di un piccolo partito, cerca visibilità. E comunque, guardi, dietro queste piccole guerre personali c' è una questione molto più importante, un punto fondamentale per il futuro del Paese». E quale sarebbe? «Le agenzie fiscali garantiscono le risorse a tutto il sistema pubblico. È per questo che vanno portate fuori dalla pubblica amministrazione e devono funzionare come un' azienda». Come un' azienda, lei dice. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 4 27 ottobre 2015 Pagina 2 Corriere della Sera Pubblica Amministrazione < Segue Ma non c' è il rischio che finiscano per andare al di là dei loro compiti? «Non si tratta di lasciare fare all' Agenzia quello che vuole ma di consentirle di organizzarsi al meglio. Ancora oggi, per una serie di resistenze, l' Agenzia è strutturata su base provinciale. Il che vuol dire mettere sullo stesso piano Catanzaro ed Enna con Milano». Così funziona la pubblica amministrazione. «E invece bisogna essere più forti dove ci sono più contribuenti, cioè a Milano ma anche a Varese. Altrimenti si torna al vecchio ministero delle Finanze, un elefante paralizzato che produceva solo cartelle pazze. Se lo ricorda? Persino Sabino Cassese ammise di essersi sbagliato». In che senso? «Quando facemmo la riforma delle agenzie fiscali disse che stavamo sbagliando tutto. Poi dopo anni riconobbe pubblicamente che i risultati c' erano stati. Un signore». Dopo la nomina della Orlandi lei si complimentò con Renzi via sms. Avevate un rapporto diretto. «Sì, diretto ma limitato ad alcuni argomenti. Naturalmente il Fisco». Vi messaggiate ancora? «Non capita più. Da un po' di tempo». E cosa è successo? «Non lo so, non qualcosa di preciso. Diciamo che c' è stato un cambiamento nella linea fiscale del governo». All' inizio lei era d' accordo con le misure del governo Renzi, ad esempio sul bonus da 80 euro. «Sì quella misura era condivisibile dal punto di vista politico anche se non sul piano tecnico. Ma ci sono stati anche altri buoni interventi, come l' aumento dell' aliquota sul reddito da capitali o ancora...». Poi sono arrivati il taglio della Tasi e l' aumento del tetto per i contanti. «Cose che non condivido. Ma ci può stare, per carità». Anche la Orlandi avrebbe manifestato le sue perplessità. Paga per questo, secondo lei? «Lei non c' entra niente in questa storia. La Orlandi applica le direttive del governo come fanno i funzionari dello Stato. E lei è un ottimo funzionario». Dicono che Renzi non abbia sopportato quel grido d' allarme sull' Agenzia che sta morendo, lanciato dal palco di un convegno della Cgil, dove c' era anche lei. «Non credo. E mi auguro davvero che il problema non sia questo. Lei difendeva la sua struttura, come è giusto che faccia chi ne ha la responsabilità. Adesso basta, però. Se no mi faccio prendere la mano. E non mi pare il momento». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 5 27 ottobre 2015 Pagina 11 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Pensioni. Presidente Inps Boeri: la riforma serviva subito, era possibile farla nel 2015 La partita sulle pensioni non si è ancora chiusa. La minoranza Pd spinge per arricchire lo scarno pacchetto previdenziale della legge di stabilità approdata al Senato. Non a caso a Palazzo Madama si sta cominciando a valutare l' ipotesi di recuperare il prestito previdenziale per arricchire il capitolo pensioni della manovra. In ogni caso un piano organico sulla flessibilità in uscita non dovrebbe arrivare. E per il presidente dell' Inps, Tito Boeri si tratta di una sorta di occasione mancata. Nella legge di Stabilità «sulle pensioni ci aspettavamo di più», dice Boeri. Che di dichiara convinto che era possibile realizzare una una riforma della previdenza subito, già nel 2015. «Speravamo fosse il 2015 l' anno della riforma delle pensioni», afferma il presidente dell' Inps. Che sottolinea: «È davvero molto importante farla, non solo per la flessibilità in uscita» ma anche «per il ricambio all' interno della pubblica amministrazione» soprattutto «per la ricongiunzione delle carriere discontinue per persone che hanno una parte di carriera nel pubblico e una parte nel privato e sono ingiustamente penalizzate». Secondo Boeri un «intervento organico sarebbe stato possibile anche nel quadro di una manovra espansiva ma fiscalmente responsabile», come quella varata dal Governo. Il presidente dell' Inps osserva che un intervento che va nella direzione «di un' uscita flessibile comporta inizialmente dei disavanzi più ampi ma poi, nel corso del tempo, se la misura è disegnata nel modo giusto questo porterà in futuro a dei disavanzi limitati». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 6 27 ottobre 2015 Pagina 7 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Il sindaco. L' intervento di Giuliano Pisapia «Milano motore della ripartenza per tutto il Paese» MILANO Milano non è solo pronta per la ripresa. È pronta anche ad assumersi il ruolo di «motore» della ripartenza dell' intero paese. Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha rivendicato ieri con orgoglio il ruolo di città «più smart d' Italia» per il capoluogo lombardo, «un luogo ha detto dove è più facile innovare e scommettere sul futuro». Un ruolo riconosciuto, domenica sulle pagine del Sole 24 Ore, anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Eravano coscienti di avere raggiunto dei risultati, ma l' analisi del presidente ha detto Pisapia ci ha riempito il cuore. È un' analisi ha aggiunto che riconosce il lavoro svolto con certosina pazienza in questi anni. Sentiamo di avere fatto qualcosa di bene per il paese». Un lavoro comune che ora, secondo il primo cittadino di Milano, deve essere un metodo anche per il futuro, con particolare attenzione alle categorie produttive. «Le imprese associate ad Assolombarda ha spiegato Pisapia sono la spina dorsale di questo primato milanese: è da qui che può e deve ripartire la ripresa». Ringraziando l' amministratore delegato di Expo 2015, Giuseppe Sala, il sindaco ha ricordato che Milano in questi mesi è stata in grado di garantire «ospitalità, sicurezza e bellezza» a milioni di visitatori, «riuscendo a interpretare anche un' evoluzione di esposizione universale» (Pisapia ha citato, tra le iniziative, la Carta di Milano ed Expo in città, dedicando un ricordo in particolare al tavolo Asean, definito «emozionante»). Un lavoro svolto che «resta ha detto il sindaco come eredità materiale e immateriale per il futuro non solo del paese, ma dell' intero pianeta». Ora è arrivato il momento di gestire il potenziale del dopo Expo. «Le imprese devono fare e fanno la loro parte ha spiegato Giuliano Pisapia , ma anche la pubblica amministrazione deve essere fattore di dinamismo. Stiamo lavorando per un futuro credibile di lungo periodo: Milano è pronta a fare la sua parte per essere uno dei fattori di sviluppo del paese». Nel giudizio del primo cittadino il Comune di Milano ha raccolto qualche risultato, ma molto si può ancora fare e da questo punto di vista «sono improcrastinabili ha spiegato appellandosi al Governo interventi legislativi in grado di garantire legalità e trasparenza». A margine dell' assemblea di Assolombarda, Giuliano Pisapia si è soffermato anche sulla prossima visita di Papa Francesco in città, attesa per maggio. «È un periodo di grandi e importanti notizie ha detto , che non possono che dare la conferma ancora una volta che, per il Papa, Milano è un punto di Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 7 27 ottobre 2015 Pagina 7 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione riferimento. Incontrarlo e confrontarci a Milano ha sottolineato il sindaco , sapendo che abbiamo gli stessi obiettivi anche se partiamo da punti di partenza diversi, è veramente fondamentale per la città e anche dal punto di vista personale». © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 8 27 ottobre 2015 Pagina 31 Italia Oggi Pubblica Amministrazione l' editoriale Modernizzazzione e p.a., due mondi lontani Il tema della modernizzazione della pubblica amministrazione è certamente uno di quegli argomenti centrali per il futuro del paese. Non c' è alcun dubbio che se si vuole guardare con ottimismo al futuro delle nuove generazioni non si può restare inattivi su un terreno che però si presenta ricco di insidie. Lo stato attuale dell' innovazione tecnologica e della sua applicazione nella p.a. è testimoniabile dalle numerose indagini statistiche elaborate e dall' esperienza diretta dei professionisti, chiamati ogni giorno (gratuitamente) a cercare di far fronte ai pubblici disservizi nel tentativo di mettere il cittadino in condizione di poter godere dei propri diritti. Il nocciolo del problema sta proprio in quest' ultima allocuzione: al giorno d' oggi qualsiasi cittadino italiano può usufruire dei servizi della p.a. senza avvalersi di intermediari? La società italiana si può disintermediare? La risposta sta nei fatti che si vivono quotidianamente e che purtroppo ci parlano di un apparato burocratico dove c' è ancora molto da scrostare. Ad esempio, i consulenti del lavoro, che gestiscono nel loro studi oltre 7 milioni di rapporti di lavoro relativi a oltre 1.300.000 aziende, devono giornalmente combattere con le disfunzioni tecnologiche dell' Inps, istituto lungi dall' essere al passo con i tempi e idoneo a soddisfare le esigenze dei cittadini. Disfunzioni che complicano le attività degli studi e delle aziende, pesantemente penalizzati dallo sperpero di risorse umane e di tempo, necessarie per tamponare le frequentissime disfunzioni del sistema informatico e di archiviazione dell' Istituto. Duplicazione di richieste, mancato aggiornamento di archivi, erronee contabilizzazioni sono l' amara realtà con cui si deve confrontare. E questo nonostante che i consulenti del lavoro fungano mensilmente da data entry gratuito e precisissimo, con l' imputazione dei dati che permettono l' aggiornamento automatico della posizione previdenziale dei lavoratori subordinati. Sulla risoluzione di queste disfunzioni che si dovrebbero concentrare le attenzioni della nuova governance Inps senza disperdersi in chimere e polemiche sterili fini a se stesse. ROSARIO DE LUCA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 9 27 ottobre 2015 Pagina 47 Il Sole 24 Ore Normativa Comuni Voucher. Via gli aspetti burocratici sulla sicurezza Il lavoro accessorio ora è più facile Un' importante novità legislativa per le prestazioni accessorie in condominio, compensate attraverso i buoni lavoro (voucher) arriva dal Jobs Act: riguarda la modalità di pagamento che offre coperture Inps e Inail in assenza di una qualsiasi tipologia di contratto. Uno dei decreti attuativi del Jobs Act, infatti, il Dlgs 151/2015 ,vigente dal 24 settembre, ha significativamente modificato il testo dell' articolo 3, comma 8 del Dlgs 81/2008 (sulla sicurezza dei luoghi di lavoro), che ora prevede, nei confronti del lavoro accessorio, l' applicazione di tutte le norme speciali su salute e sicurezza dei lavoratori solo nei casi in cui la prestazione sia svolta a favore di un committente imprenditore o professionista. Mentre negli altri casi tra cui appunto i lavori condominiali si applicano esclusivamente le disposizioni di cui all' articolo 21 del decreto 81/2008, che impone i soli obblighi di attrezzature e dispositivi di protezione individuale "a norma", al pari dei lavoratori autonomi. La novità è significativa e permette, finalmente, di utilizzare lavoratori accessori in condominio senza temere violazioni della normativa sulla tutela della loro sicurezza. In precedenza, infatti il Dlgs 81/2008, in modo misconosciuto ma molto chiaro, all' articolo 3, comma 8 contemplava che per tali lavoratori le norme di sicurezza si applicassero tutte e completamente, rendendo cioè un amministratore di condominio "datore di lavoro" del lavoratore con voucher e quindi soggetto alla redazione del documento di valutazione dei rischi, alla nomina delle figure di legge (Rspp, addetti alle emergenze, forse medico competente), alle relative formazioni, in una escalation di obblighi anche economicamente rilevanti, praticamente inapplicabili e ovunque inapplicati. Un quadro ben più pesante dell' assunzione di un lavoratore con contratto collettivo nazionale da proprietari di fabbricati, soggetto a un' applicazione ristretta della normativa (articolo 3, comma 9 del Dlgs 81/2008). Il problema voucher per il condominio c' era, reale e diffuso, e negli anni scorsi era stato segnalato nei suoi risvolti più preoccupanti, che di fatto portavano a sconsigliare il lavoro con voucher nei condomini. La modifica del Jobs Act (si veda anche il Sole 24 Ore dell' 8 settembre scorso) ne permette ora un uso più tranquillo. È giusto però approfondire le considerazioni e usare cautela. Senza dubbio in condominio non ci si dovrà più preoccupare della necessità di nomine, documenti, corsi, rimossa opportunamente dal legislatore; il voucher per la prima volta diventa un' opzione economicamente conveniente per lavori Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 10 27 ottobre 2015 Pagina 47 < Segue Il Sole 24 Ore Normativa Comuni su parti comuni. Altrettanto continua a valere il principio di effettività, tante volte affermato dalla giurisprudenza e ribadito dall' articolo 299 del Dlgs 81/2008: chi comanda, tutela. Quindi, se il "voucherista" è privo di autonomia, con materiali, attrezzature e abbigliamento forniti dal condominio, e viene sostanzialmente trattato da lavoratore dipendente (e questo avviene pressoché sempre), deve essere tutelato. Non ci si dimentichi, dunque, di accertare l' idoneità del lavoratore e di effettuare una idonea formazioneinformazione, in funzione del tipo di lavoro e delle sue competenze e/o esperienze pregresse. Se ora possiamo lecitamente equiparare il lavoratore con voucher a un tradizionale dipendente di condominio anche applicando un articolo che riguarda i lavoratori autonomi gli obblighi base sulla sicurezza del lavoro devono essere tutti scrupolosamente assolti. © RIPRODUZIONE RISERVATA. CRISTOFORO MORETTIMARIA ALESSANDRA TOMASI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 11 27 ottobre 2015 Pagina 16 Il Messaggero Normativa Enti Locali L' ASSEMBLEA ROMA Premere sull' acceleratore della ripresa si può e si deve. L' ASSEMBLEA ROMA Premere sull' acceleratore della ripresa si può e si deve. Gli industriali italiani sono pronti a raccogliere la sfida. All' Expo, dove si è tenuta l' assemblea straordinaria di Assolombarda, la più grande e potente territoriale di Confindustria, si respira finalmente una ventata di ottimismo. Anche se non mancano le frecciate "ad alcuni sindacati irrealistici" che frenano un motore che ha appena ripreso a girare e che avrebbe bisogno di più benzina. La strada da fare per «aggredire la crescita» è infatti ancora lunga. E tra le altre cose è necessario dice nel suo intervento il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi che il governo metta in atto «una politica per l' industria e l' innovazione». Così come sarebbe auspicabile dice il numero uno di Assolombarda, Gianfelice Rocca «una grande alleanza trasversale, una partnership pubblicoprivato che mobiliti coscienze e saperi, etica e legalità, profit e no profit». La platea è quella delle grandissime occasioni, ci sono quattro ministri, il sindaco di Milano e il presidente della Regione, oltre al gotha dell' imprenditoria. Soprattutto c' è il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che da qui invita l' Italia a «fare squadra». Uno sforzo «non sempre facile, ma possibile» osserva il presidente. E dirlo ad Expo, non è ovviamente un caso. C' è molta sintonia tra palco e platea. Un feeling sancito dalla promozione da parte degli industriali della legge di Stabilità, pur con una sana cautela in attesa dell' iter parlamentare. Squinzi plaude allo sforzo riformatore del governo. E ricorda «gli importanti risultati» su jobs act, istruzione, pubblica amministrazione. Ora dice «bisogna difenderli e ampliarne il più possibile la forza di discontinuità che rompe la crosta conservatrice della società italiana». Importante è il varo di una nuova politica industriale che faccia tesoro «degli errori del passato» e «liberi spazio al mercato e alla concorrenza». A sua volta Rocca ribadisce: «Sappiamo che riformare in profondità il nostro Paese non è cosa facile. Ridurre le tasse è un gesto coraggioso». E così quando tocca al ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan, è quasi naturale sentirgli dire che «il governo ha l' attività delle imprese come punto di riferimento da sostenere per favorire crescita e occupazione». I CONTRATTI Per correre sulla strada della crescita è fondamentale migliorare la competitività, l' efficienza e la produttività. Un obiettivo che sta diventando più arduo del previsto per l' atteggiamento di «alcuni sindacati "irrealistici"» avverte Rocca. L' accusa è fortissima: in questo modo continua Rocca Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 12 27 ottobre 2015 Pagina 16 < Segue Il Messaggero Normativa Enti Locali «rischiano di diventare nemici dei loro stessi iscritti e dei lavoratori». Al centro del contendere c' è la partita contrattuale, i rinnovi (dopo la chiusura dei chimici, sta per aprirsi la partita pesantissima dei metalmeccanici) e la revisione del modello. Che dovrebbe portare spiega a «un negoziato nazionale che si concentri sugli aspetti normativi dei contratti», spostando il discorso sulla produttività «a livello aziendale, tenendo intelligentemente conto della profonda differenza strutturale fra settori e fra imprese». Giusy Franzese © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 13 27 ottobre 2015 Pagina 37 Italia Oggi Normativa Province il vademecum per i presidi dell' ufficio di cuneo La cattedra non si divide per favorire i prof interni I dirigenti scolastici non possono frazionare le cattedre per attribuire ore eccedenti ai docenti interni. La precisazione viene dall' ufficio scolastico provinciale di Cuneo ed è contenuta in una nota inviata ai dirigenti scolastici della provincia il 16 ottobre 2015 (prot.7388). Il provvedimento è un vero e proprio vademecum che può essere utili a tutti i capi di istituto. Perché spiega varie questioni legate alla gestione delle ore eccedenti e alla compilazione delle graduatorie di istituto. Citando direttamente ampi passi della normativa vigente, l' amministrazione ha spiegato che gli spezzoni utili ai fini del conferimento di ore eccedenti ai docenti delle secondarie sono quelli che residuano dopo la compilazione dell' organico di fatto. In buona sostanza, le ore che rimangono inutilizzate dopo le operazioni di mobilità annuale (utilizzazioni e assegnazioni provvisorie). E in ogni caso, gli spezzoni utili sono quelli che non superano le 6 ore. In buona sostanza, dunque, le ore eccedenti possono essere attribuite solo se nascono come spezzoni. E mai se derivano dal frazionamento di cattedre. Frazionamento che, è bene precisarlo, è legittimo solo ed esclusivamente ad esito del conferimento di incarichi part time. Pertanto, »il dirigente scolastico» recita il provvedimento »non può frantumare la cattedra e assegnare le ore ai docenti interni già con 18 ore e fino a 24». L' ufficio ha ribadito che il frazionamento della cattedra è previsto dalla normativa solo in un caso: quando un docente precario, già titolare di uno spezzone, matura il diritto al completamento dell' orario di cattedra. In questo caso, se si tratta di un docente interno, qualora vi sia la disponibilità di uno spezzone anche solo fino a 6 ore, bisognerà assegnarlo con precedenza al docente precario. Se invece il supplente spezzonista è in servizio in altra scuola, il diritto al completamento dovrà essere corrisposto anche frazionando una cattedra. Ma solo in quest' ultimo caso. Salvo che l' avente titolo alla supplenza chieda di essere assunto in regime di part time. L' ufficio scolastico di Cuneo ha ricordato, inoltre, che nelle scuole dove vi siano aspiranti docenti che abbiano conseguito il titolo per l' accesso alla II fascia, le segreterie dovranno rielaborare il punteggio degli interessati. E dovranno tenere conto che, a differenza che negli elenchi di III fascia, nella II fascia non è possibile far valere contemporaneamente, in più graduatorie, gli stessi servizi di insegnamento come specifici e aspecifici. © Riproduzione riservata. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 14 27 ottobre 2015 Pagina 37 Italia Oggi < Segue Normativa Province ANTIMO DI GERONIMO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 15 27 ottobre 2015 Pagina 17 Il Sole 24 Ore Sindacati I NUMERI 400mila Gli occupati I lavoratori tutelati dal contratto nazionale dell' industria alimentare. Il testo ha una durata triennale ma, nella nuova p i a t t a f o r m a , i sindacati p r o p o n g o n o l ' allungamento a quattro anni, così da attribuire maggiore peso alla contrattazione di secondo livello. 150 euro La richiesta L' aumento salariale richiesto da Fai, Flai e Uila in piattaforma. Altre proposte, la costituzione di un fondo mutualistico che accompagni senza traumi alla pensione i lavoratori espulsi dal sistema produttivo e nascita di un modello inclusivo che preveda gli stessi diritti per l' intera platea di addetti di un sito. lavoratori tutelati dal contratto. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 16