COMUNE DI ANZOLA Martedì, 24 novembre 2015 COMUNE DI ANZOLA Martedì, 24 novembre 2015 Cronaca 24/11/2015 Corriere di Bologna Pagina 2 1 L' inno alla jihad dei quattro operai Prelevati da casa all' alba ed... 24/11/2015 Corriere di Bologna Pagina 3 3 Famiglie sotto choc in questura «Nessuno di noi è un... 24/11/2015 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 2 NICOLETTA TEMPERA Espulsi quattro marocchini: «Adesione all' estremismo violento» 24/11/2015 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 3 ENRICO BARBETTI «Mio fratello è innocente, non so più... 24/11/2015 La Repubblica (ed. Bologna) Pagina 2 5 6 7 Espulsi in quattro per addestramento alla lotta jihadista Economia e lavoro 24/11/2015 Il Resto del Carlino Pagina 35 9 Easysnap, il segreto delle bustine monodose Sport 24/11/2015 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 8 MARCELLO GIORDANO Triumvirato, un primato che profuma di record 10 Pubblica Amministrazione 24/11/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 2 11 Pendolari nel guado, nuovi treni in arrivo 24/11/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 7 BEDA ROMANO La Ue: l' Italia faccia riforme e investimenti 24/11/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 7 14 Un passo avanti sulla flessibilità per immigrati e terrorismo 24/11/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 52 ALESSANDRO MASTROMATTEOBENEDETTO SANTACROCE Con la Pec il processo è telematico 24/11/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 52 GIANNI TROVATI Il sindaco omette l' ordinanza? Rischia l' omicidio colposo 24/11/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 54 GUGLIELMO SAPORITO Frazionamenti con oneri più cari se è ristrutturazione 24/11/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 55 DARIO FERRARA Caos sito, paga p.a. 24/11/2015 Italia Oggi Pagina 30 Gare, basta cauzioni col rating 24/11/2015 Italia Oggi Pagina 31 Aree degradate urbane, istanze entro il 30/11 16 18 19 21 Attenti ad appalti a basso costo 24/11/2015 Italia Oggi Pagina 25 12 ANDREA MASCOLINI 23 24 25 24 novembre 2015 Pagina 2 Corriere di Bologna Cronaca L' inno alla jihad dei quattro operai Prelevati da casa all' alba ed espulsi Indagati dal 2012, il 31 agosto scorso il giudice aveva respinto l' arresto chiesto dalla Procura La guida «spirituale» del gruppo, composto da marocchini, ha realizzato un testamento audio Si erano conosciuti nel centro di preghiera di via Rigola, l' associazione islamica ArRibat, ma si erano radicalizzati con i «sermoni» deliranti e il materiale jihadista che propinava loro la guida spirituale del gruppo. L' indottrinamento religioso e militare, la celebrazione della jihad, l' esaltazione del martirio per Allah. Dava lezioni di fondamentalismo Abdelali Bouirki, marocchino di 34 anni, in Italia da 15, padre italiano e casa in via Irma Bandiera. Nessun precedente, qualche lavoro saltuario da facchino e il chiodo fisso della jihad. Un insospettabile, come gli altri tre marocchini espulsi ieri dalla Digos su decreto del ministero dell' Interno Angelino Alfano perché «avevano aderito e s' impegnavano per la diffusione dell' estremismo violento». Tutti residenti tra Bologna e provincia da anni, con permesso di soggiorno, operai, facchini, con figli nati o cresciuti sotto le Due Torri, integrati e benvoluti a sentire le loro famiglie, ma «pericolosi per la sicurezza nazionale» e indagati da tempo per addestramento con finalità di terrorismo. È un ritratto da fondamentalisti della porta accanto quello di Bouirki e dei connazionali Said Razek, 40 anni, residente in via Irma Bandiera, Abdelkrim Kaimoussi, 47, una casa a Minerbio lasciata a settembre e Mourad El Hachlafi, nato a Parigi 36 anni fa, tre figli, un appartamento ad Anzola e un lavoro in una ditta di Calderara. La Digos li ha prelevati dalle loro case all' alba, poi dopo le convalide dei giudici li ha messi su un aereo per Casablanca. Sapevano d' essere indagati fin dal 2012 quando l' inchiesta condotta dal pm Enrico Cieri e dai poliziotti dell' antiterrorismo, attivati da fonti confidenziali, era stata disvelata con le perquisizioni. Furono trovati in possesso di materiale di propaganda: manuali di guerriglia, per il confezionamento di esplosivi, istruzioni su come progettare attentati contro l' Occidente. Ci vollero mesi e mesi per tradurre e contestualizzare la documentazione, un lungo arco di tempo durante il quale sono stati pedinati e monitorati. Erano indagati in 12, ma solo per 5 di loro sono emersi elementi che lo scorso giugno hanno spinto la Procura a chiederne la cattura. Un quinto, Hamza Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 1 24 novembre 2015 Pagina 2 < Segue Corriere di Bologna Cronaca Khaeridine, 34 anni, l' unico tunisino,sposato con una italiana, una figlia nata qui, risulta irreperibile dal 2012. Secondo la nostra intelligence ha fatto il salto di qualità, è andato in Siria a combattere. Lo proverebbero i contatti telefonici con militanti del gruppo qaedista Al Nusra. Il 31 agosto le richieste di cattura sono state respinte dal giudice Letizio Magliaro che ha ritenuto provato il fanatismo religioso e la loro adesione al fondamentalismo islamico. Un incitamento inquietante, lo ha definito, il terreno in cui il terrorismo può mettere radici, ma di per sé, quei file audio e video espliciti che scaricavano online e facevano circolare nel gruppo, non erano sufficienti a integrare il reato previsto dall' articolo 270 quinquies. Per gli inquirenti la propaganda del martirio, l' indottrinamento ultraradicale, costituiscono il presupposto per l' addestramento militare: senza il primo non può esserci il secondo. Secondo il giudice, l' esaltazione della jihad, manuali e manualetti operativi non bastano per provare un reato che richiede un' attività specifica volta a dare istruzioni per compiere atti di terrorismo. A quel punto la Digos ha proposto l' espulsione e il pm, per ragioni di sicurezza, ha dato il nulla osta. Dopo i tragici fatti di Parigi la procedura, già all' esame del Viminale, ha subito un' accelerazione. «Sforzi comuni e totale sintonia tra Procura e forze dell' ordine per prevenire e reprimere ogni fenomeno di fanatismo estremista», ha detto l' aggiunto Valter Giovannini, coordinatore del pool antiterrorismo. Secondo la nostra intelligence, Bouirki era la guida, un personaggio carismatico e anche «l' informatico» del gruppo che scaricava dalla piattaforma Paltalc materiale jihadista e lo faceva girare. Ai suoi occhi Kaimoussi era la recluta jihadista che condivideva la necessità di applicare la Sharia per il ritorno al Califfato. Razek e El Hachlafi secondo gli inquirenti avrebbe aderito all' ideologia radicale, scaricando e diffondendo materiale jihadista. Ma al vertice del gruppo c' era Bouirki. In un file audio si sente la sua voce mentre inneggia al jihad: «Oh Allah, fai vincere i tuoi soldati, unisci i mujaheddin, accetta i loro martiri, prendi il mio sangue. Aiutaci a raggiungerli, prendi il nostro sangue finché non ti basta». Piange Bouirki mentre registra i suoi deliri. «Il tempo della jihad è arrivato, combattiamo il nemico, aiutaci a raggiungere i nostri martiri». Poi documenti cartacei («Alzati leone e fai la jihad nel nome di Dio», «è arrivato il momento di fermare l' ingiustizia»). Oltre ai video con nemici sgozzati e combattimenti, facevano circolare manuali sulle tecniche di guerriglia, sull' uso di armi ed esplosivi. Nei file ci sono indicazioni operative, in un documento indicazioni su come costruire un circuito elettrico abbinato all' uso dell' esplosivo C4. C' è poi un lungo scritto attribuito a un predicatore che spiega quale deve essere la struttura delle cellule e dà informazioni operative su come compiere un attentato alla sede della Bce: «La guerriglia in città è la forma più difficile, c' è bisogno di un armamento molto sofisticato. Il guerrigliero non deve avere le sembianze di un combattente ma potrà essere, per esempio, un commerciante. Le operazioni possono essere l' uccisione del nemico o un attentato». Il documento sconsiglia una organizzazione piramidale delle cellule, che funzionano se «separate» con il «modello a grappolo che aiuta a non rendere smantellabile l' intera rete». Un' organizzazione compartimentata, con un capo riconoscibile». Si stigmatizza il primo attentato al World Trade Center del '93: «I fratelli hanno sbagliato, un camion con una tonnellata di esplosivo ha fatto 5 morti e 1000 feriti ma la struttura non è caduta». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 2 24 novembre 2015 Pagina 3 Corriere di Bologna Cronaca Famiglie sotto choc in questura «Nessuno di noi è un integralista» Una vicina: «I figli con noi ad Halloween». E c' è chi dà la colpa a Parigi Non c' è traccia di blitz antiterrorismo in via Irma Bandiera. Nel palazzo di edilizia residenziale pubblica dell' Acer, dove Said Razek vive da anni con moglie e figli, i cognomi sui citofoni testimoniano un melting pot di provenienze: dalla Romania al Marocco, dal Sud Italia alla Russia. Nessuno ha sentito niente quando all' alba di ieri la Digos ha prelevato il 40enne. I vicini però si spendono in sua difesa: «Non li conosco dice l' inquilina del piano di sotto . Ma mi sembra una famiglia integrata, s' immagini che ad Halloween i bambini bussavano alle porte per fare dolcetto o scherzetto». «Non ci posso credere spalanca gli occhi la signora Marin Treica . La moglie porta tutte le mattine i figli a scuola, non possono essere terroristi». Dall' altra parte della città, in piazza Galileo Galilei, sotto la questura un capannello di parenti reclama notizie sui quattro. C' è anche la moglie di Said Razek: «Ma perché avremmo dovuto fare male a un Paese che ci ha dato una casa, un lavoro, ci ha accolto? Qui sono cresciuti i nostri figli. Mio marito integralista? No, altrimenti mi avrebbe vietato la musica e invece facciamo una vita normale, lui va a giocare a calcio, andiamo a mangiare la pizza con gli amici». Davanti all' ingresso della questura ci sono sorelle, madri, padri, fratelli, trolley pieni di vestiti i per congiunti. Solo per Abdelkrim Kaimoussi non arriva nessuno e nella casa di Minerbio è tutto chiuso. Tra valigie fatte in tutta fretta, lacrime e giustificazioni, tutti descrivono i quattro operai come casa, lavoro (quando c' è), preghiere in moschea e qualche viaggio in Marocco, ma mai in Siria. «Viviamo qui dal '99 racconta la sorella di Bouirki Abdelali , mio fratello ha un diploma di perito meccanico, l' ha preso con il massimo dei voti. Ma quale jihad, io ho sposato un italiano. Mio fratello torna in Marocco, ma solo per vacanza». Anche Bouirki vive al quartiere Barca, anche lui a poca distanza dalla moschea di via Rigola. Nella casa di via Altobelli la moglie aspetta trepidante, non parla italiano, ma quando sente la parola «terrorismo» grida e si porta le mani sul capo coperto dall' hijab. Nella stessa moschea, Mourad El Hachlafi «ha conosciuto gli altri tre, quando vivevamo a Borgo Panigale racconta la moglie . Ma da quando sono nati i bambini non ha tempo di frequentare nessuno». Adesso vive ad Anzola e lavora alla Negrini di Calderara. «È stato un fulmine a ciel sereno dice Massimo, il titolare . Ha sempre lavorato tanto, è un musulmano praticante ma nulla di più». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 3 24 novembre 2015 Pagina 3 < Segue Corriere di Bologna Cronaca Mourad è l' unico dei quattro a non essere nato in Marocco, ma a Parigi. E proprio all' effetto Parigi i familiari danno la colpa: «L' Italia vuole dimostrare alla Francia che si sta muovendo». «Mio marito era stato perquisito tre anni fa, ma non avevano trovato niente protesta la moglie di Razek . Forse in passato ha conosciuto persone sbagliate. Ma se io parlo con te non posso sapere che cosa hai in testa». «Negli ultimi anni Mourad è andato più volte in Marocco racconta il fratello di El Hachlafi , ma se uno è un terrorista lo fai viaggiare? Siamo qui per lavorare e vivere, non per farci esplodere. Magari ha parlato con le persone sbagliate, è andato sul sito sbagliato. Ma in un Paese democratico non si fa così, la verità non interessa, altrimenti non l' avrebbero messo su un aereo». Al San Donato, dove vivono la moglie italiana di Khaeridine Hamza e la piccola figlia, non è neanche arrivata la notizia delle espulsioni. Hamza doveva essere il quinto espulso, ma è introvabile da anni anche per la moglie, ma si dice sicura che il padre di sua figlia è in Tunisia, non in Siria. La suocera si lascia scappare: «Però è passato in Italia dopo la prima perquisizione». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 4 24 novembre 2015 Pagina 2 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Cronaca Espulsi quattro marocchini: «Adesione all' estremismo violento» La firma del ministro. Coinvolti in un' indagine dal 2010 di NICOLETTA TEMPERA ACCOMPAGNATI dagli agenti della Digos, hanno preso un aereo, sola andata, alla volta del Marocco. È stato il ministro Angelino Alfano a firmare, ieri, il decreto di espulsione per quattro marocchini, residenti tra Bologna e provincia, coinvolti in un' inchiesta della Digos aperta nel 2010 e accusati di addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale. ABDELALI Bouirki, 34 anni, e Said Razek, 40 anni, vivevano a Bologna, mentre Abdelkrim Kaimoussi, 47 anni, a Minerbio, e Mourad El Hachlafi, 36 anni, nato a Parigi, ad Anzola. Assieme ad altre otto persone erano finiti tra le maglie di una corposa indagine, coordinata dal pm Enrico Cieri (nella foto) che, a giugno scorso, si era concretizzata con la richiesta al gip Letizio Magliaro di misure cautelari per i quattro nordafricani. Richiesta che però, il 31 agosto scorso, era stata rigettata dal giudice. Magliaro, pur ritenendo inquietanti gli incitamenti al jihad presenti nel vario materiale sequestrato, in particolare cd e dvd, nel corso delle perquisizioni risalenti al 2012 a casa degli indagati, aveva ritenuto non sussistessero gravi indizi di colpevolezza a carico dei quattro, rigettando così le richieste. La necessità di accelerare i tempi, visto il salto di qualità compiuto dagli aspiranti jhiadisti di casa nostra, dopo il ritrovamento, a casa di Kaimoussi, di un libretto tecnico operativo per la guerriglia in città con indicazioni per la fabbricazioni di esplosivi, aveva spinto gli inquirenti a non optare per un ricorso al Riesame, ma a chiedere direttamente il decreto d' espulsione. Richiesta avvenuta prima dei fatti di Parigi. E IERI, il ministro Alfano ha firmato il provvedimento, che è stato convalidato in tribunale. «Ho firmato questo decreto ha detto Alfano per motivi di sicurezza dello Stato. Si tratta di quattro soggetti che hanno aderito e si impegnavano per la diffusione dell' estremismo violento. Uno era l' informatico del gruppo, che diramava on line pratiche religiose e proclami ideologici di orientamento jihadista, manuali sulle tecniche di combattimento e per la realizzazione di attentati. Un altro navigava sul web alla ricerca di contenuti inneggianti all' odio verso l' Occidente e celebrativi della violenza quale strumento di affermazione dell' Islam. Un altro diffondeva contenuti funzionali alla formazione operativa degli altri sodali. E l' ultimo era strettamente legato all' informatico, col quale condivideva la visione estremista dell' Islam». NICOLETTA TEMPERA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 5 24 novembre 2015 Pagina 3 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Cronaca «Mio fratello è innocente, non so più dov'è» I FAMILIARI dei quattro marocchini espulsi s' incrociano sotto il porticato della Questura in un giorno freddo e piovoso. Portano al seguito i trolley con qualche cambio di biancheria, cercando di farli avere ai loro figli, mariti e fratelli che stanno per lasciare Bologna con un biglietto di sola andata per il Marocco. Hanno i volti rigati da lacrime di rabbia e disperazione. «NOI NON siamo terroristi, siamo gente che è venuta qua per lavorare sbotta il fratello di Mourad El Hachlafi . Ma adesso, per far vedere che fanno qualcosa, prendono degli innocenti e li mandano via, perché magari uno cinque anni fa navigando è entrato per caso nel sito sbagliato. Se mio fratello avesse voluto davvero fare qualcosa, in cinque anni ne avrebbe avuto tutto il tempo». Gli altri parenti cercano notizie al telefono, si guardano attorno, sembrano consapevoli del marchio d' infamia che si è abbattuto sulle loro famiglie e che per loro la vita a Bologna non sarà più la stessa: «Mio fratello ieri era a lavorare riprende . Ora non so che fine ha fatto, non so dove è e nessuno lo ha più visto dalle cinque e mezza di questa mattina. E' una persona perbene. Ora cosa farà in Marocco? Tutta la sua famiglia è qui, là non ha nessuno. Non si fa così in un Paese libero e democratico, ma a loro la verità non interessa, altrimenti non lo avrebbero messo subito su un aereo». Mourad, spiega il padre, vive ad Anzola e lavora in una ditta di macchine utensili a Calderara: «Lavora sempre, spesso gioca a calcio coi colleghi, non ha abbastanza tempo nemmeno per la moglie e i figli, figurarsi per queste cose». LA MOGLIE di un altro degli espulsi, che desidera mantenere l' anonimato, si sfoga: «Qui già tutti ci guardano male per quello che è successo a Parigi, anche se non hai fatto niente. Per me è un dolore grandissimo. Perché dovremmo fare del male al Paese che ci ha accolto, ci ha dato un lavoro e una casa, nel quale sono cresciuti i nostri figli? Mio marito era già stato perquisito tre anni fa e non avevano trovato niente. Se avessero trovato qualcosa penso che lo avrebbero arrestato, non espulso. Forse in passato ha conosciuto persone sbagliate, ma se tu vai a pregare con qualcuno, non puoi sapere che cosa c' è dentro la sua testa. Noi facciamo una vita normale, mio marito non mi ha mai vietato niente, lui gioca a calcio, andiamo a mangiare la pizza con gli amici italiani, non siamo persone cattive». Amareggiato l' avvocato Giovanni Andrea Policarpo, che assiste Bouirki: «E' facile fare la lotta al terrorismo partendo dai più deboli. Questa mattina sia io che il giudice siamo rimasti sconvolti da quello che stava succedendo. Non ci hanno mostrato nulla ed è stata celebrata un' udienza di convalida con una procedura eccezionale che viola ogni diritto di difesa e i diritti umani. Questi dal 2010 cosa hanno fatto?». Enrico Barbetti. ENRICO BARBETTI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 6 24 novembre 2015 Pagina 2 La Repubblica (ed. Bologna) Cronaca LA GIOR NA TA Espulsi in quattro per addestramento alla lotta jihadista Li seguivano da anni gli uomini della Digos Alfano: "Erano pronti al terrorismo estremo" SONO andati a prenderli all' alba, mentre ancora dormivano. Li hanno portati davanti ai giudici di Bologna e gli hanno notificato il decreto di espulsione firmato dal ministro dell' Interno Angelino Alfano dopo aver visto le relazioni dell' antiterrorismo. Ieri sera stessa erano già in volo per il Marocco, dove ad attenderli c' erano le autorità locali. Espulsi perché ritenuti pericolosi. Espulsi perché propagandavano la jihad e la lotta armata. Espulsi perché cercavano di fare proseliti e si erano organizzati in una vera e propria cellula in Italia. A capo del gruppo c' era Abdelali Bourki, 34 anni, poi c' era Said Razek, 40 anni. Entrambi abitavano a Bologna. Con loro sono stati allontanati dal territorio nazionale Abelkrim Kalmoussi, 49 anni, residente a Minerbio, e Mourad El Hachlafi, 36 anni, residente ad Anzola Emilia. Una vera e propria cellula che l' antiterrorismo bolognese aveva individuato da tempo e per il quale ad agosto scorso il pm Enrico Cieri aveva chiesto l' arresto poi respinto dal Gip Letizio Magliaro. Secondo il Giudice non c' era la sufficiente gravità indiziaria, anche se i personaggi in questione vanno considerati «potenzialmente pericolosi per la sicurezza nazionale». Pericolosi in relazione all' attività «di indottrinamento religioso e militare» che i quattro potrebbero «portare avanti per il reclutamento e l' addestramento» di eventuali combattenti. Insomma un pericolo reale, anche se dal punto di vista dell' inchiesta non c' erano elementi sufficienti per arrestarli. Da qui l' espulsione e il consequente blitz della polizia. I quattro erano indagati assieme ad altre 8 persone per le quali tuttavia non erano state richieste misure di custodia cautelare in carcere. C' è poi un quinto nome che circola negli ambienti investigativi. Si tratterebbe di un altro marocchino per il quale era stata chiesta l' espulsione, ma che risulta essere "irreperibile". L' uomo si sarebbe allontanato dall' Italia già nel 2010 e tuttora si ritiene che si trovi all' estero anche se non è stato individuato con precisione. I quattro frequentavano un centro di preghiera in via Rigola, in zona Barca, ormai chiuso da tempo. Una sorta di magazzino nel quale si riuniva un gruppo ristretto di salafiti, con riferimenti specifici all' area più estrema dell' islam che ha addentellati con i movimenti di Al Queda e altri gruppi jihadisti riuniti sotto la sigla del IS (Islamic State). Apprezzamento per il lavoro della Digos è stato espresso dal sindaco Virgilio Merola dal ministro Gian Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 7 24 novembre 2015 Pagina 2 < Segue La Repubblica (ed. Bologna) Cronaca Luca Galetti e dalla comunità islamica bolognese per bocca di uno dei suoi leader Yassine Lafram: «Persone come queste vanno assolutamente fermate e la nostra mano è tesa alle forze dell' ordine per arginare qualunque fenomeno di fanatismo». (g. bal. ) IL BLITZ Uno dei 4 marocchini accompagnato dai poliziotti della Digos in tribunale ieri per le procedure di espulsione. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 8 24 novembre 2015 Pagina 35 Il Resto del Carlino Economia e lavoro Easysnap, il segreto delle bustine monodose BOLOGNA CHI non si è mai scontrato con una confezione monodose di ketchup, di una crema idratante o magari di un medicinale? Tiri l' apposito lembo e... ti rimane in mano, mentre la confezione resta chiusa. Oppure provi a strappare la parte dentata, ma non c' è verso di lacerarla. Allora provi con i denti, e l' unico risultato che ottieni è sporcarti la camicia. Servirebbe un metodo alternativo, ma quale? Su questo dilemma sono impazziti nel 2002, quando avevano poco più di vent' anni, Andrea Taglini e Christian Burattini, laureato in economia e in legge il primo, in lingue e pianoforte il secondo. L' officina e una certa esperienza ce le ha messe il padre di Christian, Antonio Burattini, titolare di una piccola azienda di consulenza e progettazione per le macchine automatiche a San Giovanni in Persiceto, nel Bolognese. «PER ANNI abbiamo realizzato prototipi saldandoli col ferro da stiro e bucandoli con un cacciavite», ricordano i due, oggi alla guida di Easysnap Technology, un' ex startup che l' anno prossimo festeggerà dieci anni di vita con un fatturato di più di 4 milioni di euro (il 95% all' estero), più di 40 dipendenti e il 100% di crescita annua negli ultimi tre anni. L' idea? Una bustina dal fondo di plastica rigida, con una microlesione in un punto preciso. Piegando la confezione con due dita, la lesione si trasforma in una fessura e fa fuoriuscire il contenuto. La prima a crederci fu Ponti. Poi arrivarono i francesi della cosmetica, con Clarins, gli americani di Gojo, quindi Barilla, Purell e molti altri. Oggi le confezioni prodotte direttamente o tramite le macchine automatiche Easysnap (un brevetto registrato in tutto il mondo) sono più di 400 milioni all' anno. E il colosso americano del settore, Arcade Beauty, pur di annoverare nel proprio catalogo le geniali confezioni, è diventata socia di minoranza dei due trentenni, comprando il 30% delle quote. Tu chiamale se vuoi soddisfazioni. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 9 24 novembre 2015 Pagina 8 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Sport Volley C e D Rv tra i cinque team imbattuti in Italia. Fra i maschi prima gioia per Sala Bolognese Triumvirato, un primato che profuma di record Bologna ESSERE A PUNTEGGIO pieno dopo sei giornate è un' impresa riuscita a cinque sole squadre nell' intero panorama italiano del volley, dall' A1 alla serie D: tra queste una bolognese, l' Rv Venturoli Triumvirato, capolista solitaria del girone B del campionato di C femminile. Capitan Di Stefano e compagne, una settimana dopo aver piegato Ozzano nello scontro al vertice, piegano pure Ravenna per 31 proseguendo la marcia inarrestabile. Alle loro spalle, continua a crescere la Sace Progresso, che passa 30 a Rimini e difende la seconda piazza. Sul gradino del podio c' è pure Ozzano, che trascinata da Cardinali (15 punti), Cesari (12) e Foresti (12) si riscatta con Faenza (30). Tra le pretendenti ai playoff c' è pure la Pontevecchio di coach Zaccherini, che, pur perdendo 32 a Bellaria Igea Marina, si conferma squadra sempre a punti in questo inizio di stagione grazie ad Albertazzi (15) e Rubino (14). Ma non è solo il girone C a parlare bolognese: nel gruppo B, Anzola s i impone nel derby con la Pgs Bellaria e sale al terzo posto. In campo maschile, festeggia solo la Curti Sala Bolognese, che alla seconda giornata del girone B coglie il primo successo: 30 sull' Equipe Emilia. Cattive notizie dal girone C, giunto alla quarta giornata: sconfitte Venturoli Atletico (31 in casa del Titan), Zinella (32 con l' In Volley) e Budrio (30 a Portomaggiore) e mentre le prime due restano inchiodate a centro classifica, Budrio diventa fanalino di coda. BUONE NOTIZIE, invece, dalla serie D. In campo femminile, la Maccagnani Ferro Molinella di coach Cifariello conserva la vetta solitaria del girone C grazie al successo per 32 sul campo del Masi, con Pasquali e Stella (19 punti a testa) grandi protagoniste. Approfitta del punto perso dal Masi Castenaso, che si impone 30 su Argenta e sale al terzo posto, mentre Argelato passa 31 a Migliaro e si piazza a centro classifica. In campo maschile, la Burger King fa proprio al tie break il derby sul campo del Paolo Poggi e difende la vetta del gruppo C, mentre nel girone B Casalecchio passa (31) a Crevalcore e prende il primo posto, scavalcando il Savena, piegato 32 a Serramazzoni. Marcello Giordano. MARCELLO GIORDANO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 10 24 novembre 2015 Pagina 2 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione TRASPORTO REGIONALE Pendolari nel guado, nuovi treni in arrivo Per Trenitalia la partita decisiva è oggi quella dei pendolari. La società di Fs è riuscita a firmare nuovi contratti di servizio ponte per 10 regioni su 17. Questo garantirà un fatturato annuo calcolato in 1.640 milioni ma anche un investimento dell' ordine di 1,87 miliardi. Per rilanciare gli investimenti nelle città per i prossimi anni e in vista della gara in EmiliaRomagna Fs ha lanciato un bando da 4,5 miliardi per nuovi treni. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 11 24 novembre 2015 Pagina 7 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione LE RICHIESTE DELLA UE La Ue: l' Italia faccia riforme e investimenti Padoan a Bruxelles: «La legge di stabilità è ritenuta accettabile dall' Eurogruppo» BRUXELLES I ministri delle Finanze della zona euro hanno dato ieri il loro benestare politico alle opinioni della Commissione europea sui progetti di bilancio per il 2016. Quanto alla Finanziaria italiana, l' Eurogruppo ha esortato l' Italia a rispettare le sue promesse in termini di riforme strutturali e di investimenti pubblici in modo da ottenere in primavera un positivo parere comunitario. Per ora, infatti, Bruxelles ha deciso di sospendere il suo giudizio fino alla primavera dell' anno prossimo. «Condividiamo l' analisi della Commissione secondo la quale la Finanziaria è a rischio di violazione delle regole del Patto di Stabilità e d i C r e s c i t a » , s i l e g g e i n u n comunicato pubblicato ieri sera. Tenuto conto dell' elegibilità del paese all' uso di tre clausole di flessibilità investimenti pubblici, riforme strutturali, spese per rifugiati «l' Italia potrebbe essere nella situazione di evitare una significativa deviazione» dal percorso di avvicinamento al pareggio di bilancio. Il governo Renzi prevede un deficit nel 2016 del 2,2% rispetto a un obiettivo precedente dell' 1,8% del Pil; e ha quindi chiesto l' applicazione di clausole di flessibilità. Secondo i calcoli della Commissione, il deficit strutturale subirà però nel 2016 un aumento dello 0,5%, mentre le regole europee vorrebbero che il disavanzo strutturale si riducesse dello 0,1% del Pil. «Su questa base, misure ulteriori sarebbero necessarie per ottenere un miglioramento dello sforzo strutturale», nota l' Eurogruppo. Ciò detto, hanno spiegato sempre ieri i ministri delle Finanze della zona euro, «accogliamo con favore l' impegno dell' Italia di adottare tutte le misure necessarie per far sì che la Finanziaria 2016 sia rispettosa delle regole del braccio preventivo del Patto. Accogliamo anche con favore l' impegno ad utilizzare nel 2016 gettito fiscale inatteso o imprevisti risparmi di spesa e ad accelerare gli sforzi di privatizzazione, pur di portare il rapporto debitoPIL su un percorso calante». Quest' ultima precisazione è interessante perché più esplicita rispetto a quanto affermato nell' opinione comunitaria (si veda Il Sole 24 Ore del 18 novembre). Nei fatti, Eurogruppo e Commissione hanno quindi esortato l' Italia a fare quanto promesso sia sul fronte delle riforme economiche che sul versante degli investimenti pubblici per ottenere quella flessibilità che permetta alle istituzioni comunitarie d i considerare il bilancio dell' anno prossimo in linea con le regole europee. Commentando la presa di posizione dell' Eurogruppo, il ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan ha spiegato che l' Eurogruppo considera «accettabile» la legge di Stabilità italiana e che le riforme Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 12 24 novembre 2015 Pagina 7 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione «aggiuntive» di cui parla la Commissione perché l' Italia possa ottenere la flessibilità nella valutazione del bilancio 2016 «sono riforme che il paese ha già implementato perché sono aggiuntive rispetto a quelle che avevano portato alla concessione del primo set di clausole per le riforme in aprile», pari allo 0,4% del Pil di flessibilità di bilancio. Bruxelles vorrà toccare con mano la politica economica italiana. In una conferenza stampa, il commissario agli affari monetari Pierre Moscovici ha ribadito quanto affermato martedì scorso durante la presentazione delle sue opinioni di bilancio: «Vi sono in Italia importanti riforme. Il paese, poi, sta uscendo dalla recessione. Ciò è bene. Il governo italiano ha chiesto di poter godere di flessibilità di bilancio su tre fronti. Abbiamo deciso di prendere il nostro tempo per valutare queste richieste». Infine, sul fronte della crisi debitoria greca, i ministri delle Finanze della zona euro hanno deciso formalmente sempre ieri il versamento di altri aiuti finanziari per un totale di due miliardi di euro. A questa somma, si aggiungono fino a 10 miliardi di euro da dedicare alla ricapitalizzazione delle banche greche in difficoltà. La Grecia, che in agosto ha ottenuto un piano di prestiti da 86 miliardi di euro, dovrà "finalizzare" con i suoi creditori nuove riforme entro metà dicembre. © RIPRODUZIONE RISERVATA La "deviazione significativa" La manovra sconta il ricorso al maggior deficit in relazione alle clausole di flessibilità richieste sul versante delle riforme e degli investimenti(dall' 1,8 al 2,2%, che passerebbe al 2,4% con la clausola migranti). La valutazione di Bruxelles tuttavia pone in luce il "deterioramento" del saldo strutturale pari allo 0,5% del Pil, con annesso il rischio di "deviazione significativa" dall' aggiustamento richiesto, dato l' elevato debito dell' Italia. BEDA ROMANO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 13 24 novembre 2015 Pagina 7 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione L' ANALISI Un passo avanti sulla flessibilità per immigrati e terrorismo Eventi eccezionali. Con questa allocuzione il Patto di stabilità, declinato e reinterpretato sia dal Fiscal compact che dalla comunicazione sulla flessibilità del gennaio scorso, di fatto già contempla la possibilità di derogare alla disciplina di bilancio in presenza di gravi circostanze che coinvolgano i paesi membri, a partire da una prolungata fase recessiva. Tra gli «eventi inconsueti che abbiano rilevanti ripercussioni sulla situazione finanziaria di un paese», va certamente inserita l' emergenza terrorismo, al pari dell' ondata migratoria. E dunque parrebbe scontato che le spese cui i singoli Stati devono far fronte per incrementare la sicurezza e la difesa dovrebbero essere momentaneamente escluse dal calcolo del deficit. Ieri a Bruxelles, con la riunione straordinaria dell' Eurogruppo, si è cominciato a istruire la pratica. Si attende una valutazione ufficiale della Commissione, dopo le aperture espresse nei giorni scorsi dal presidente Jean Claude Juncker. Poi la parola tornerà ai ministri dell' Eurogruppo. In tempi di emergenza, la velocità delle decisioni è un elemento fondamentale. «Non è urgente decidere oggi», ha osservato ieri al contrario il presidente dell' Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem. Eppure serve un rapido cambio di rotta, peraltro già avviato dall' attuale Commissione. D' accordo sulla necessità di mantenere alta la guardia sul controllo dei conti pubblici per evitare altri shock, dopo la crisi frontale che ha colpito l' eurozona tra il 2009 e il 2012. In questo caso non si tratta di riscrivere le regole, ma di interpretarle e adeguarle a un contesto in cui le emergenze si susseguono, con il rischio che si blocchi sul nascere la fragile ripresa che ha cominciato a manifestarsi nel corso dell' anno. Più margini di bilancio per quei paesi che si trovano costretti a fronteggiare la doppia emergenza del terrorismo e dell' immigrazione paiono dunque doverosi. Soprattutto se si tratta di Paesi che rientrano nel «braccio preventivo» del Patto di stabilità non essendo sottoposti a procedura d' infrazione per disavanzo eccessivo. Sulla «clausola migranti», esplicitamente richiesta dall' Italia e che dovrebbe tradursi in 3,3 miliardi di margine in più, la Commissione ha di fatto rinviato il giudizio alla prossima primavera. Ora si apre anche il capitolo delle spese per la difesa e la sicurezza che nel nostro caso andrebbero ad aggiungersi alle altre due clausole di flessibilità: riforme e investimenti, per un totale complessivo di oltre 17 miliardi. I rigidi esegeti della disciplina di bilancio obietteranno che in questo modo il Patto di stabilità, con annesse le sue successive declinazioni (dal Fiscal compact al Two Pack e al Six Pack) è di fatto depotenziato. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 14 24 novembre 2015 Pagina 7 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione Varrebbe la pena di chiedersi se non sia il caso di cominciare a rivedere in toto un' impalcatura costruita solo attorno alla moneta unica, e di accelerare anche sull' onda dell' attacco terroristico l' integrazione politica partendo proprio da una vera politica economica e fiscale comune. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 15 24 novembre 2015 Pagina 52 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Contenzioso. La nuova procedura gestita in via informatica scatta il 1° dicembre, da Toscana e Umbria Con la Pec il processo è telematico Il ricorso con mail certificata obbliga al digitale anche la controparte La prossima settimana parte il processo tributario telematico: per chi si avvale della Pec per notificare alla controparte l' atto introduttivo scatta l' obbligo di gestire con strumenti esclusivamente informatici e telematici tutto il giudizio che ne deriva. L' obbligo scatterà automaticamente anche per la controparte. L' avvio sarà graduale, scaglionato sul territorio: martedì 1° dicembre si comincerà in Toscane e Umbria, poi sarà il turno delle altre regioni. Gli atti processuali, compresa l' istanza di reclamo e mediazione, notificati con Pec vanno depositati in Commissione tributaria solo mediante il Sigit, quindi telematicamente. Idem per depositare le controdeduzioni e gli altri atti successivi: anche la costituzione in giudizio di parte resistente va quindi effettuata con strumenti informatici. In altri termini, ricevere un ricorso a mezzo Pec comporta per l' ente impositore l' obbligo di costituirsi elettronicamente. Analogamente, in un giudizio incardinato avanti le Commissioni regionali, un contribuente destinatario di un appello notificato con Pec deve costituirsi con modalità informatiche. L' effetto ulteriore ed indiretto sembra essere l' obbligo di conservare in modalità elettronica atti e documenti rilevanti a fini processuali. Il ricorso e gli altri atti processuali prodotti come documenti informatici, oltre a rispettare i formati previsti, la nomenclatura richiesta ed essere privi di elementi attivi (quali macro e campi variabili), vanno redatti con appositi strumenti software senza restrizioni di selezione e copia di parti. Non è quindi possibile notificare, e depositare, la copia per immagine su supporto informatico di un documento analogico. Al contrario, gli allegati al ricorso potranno essere depositati come documenti informatici da scansione in formato immagine di documenti analogici. Con tutta probabilità, in uno studio professionale non sarà quindi sufficiente gestire un sistema di archiviazione documentale, ma occorrerà garantire autenticità, integrità, affidabilità, leggibilità e reperibilità dei documenti processuali riversandoli in un sistema di conservazione elettronica secondo le regole tecniche del Dpcm 3 dicembre 2013. La conservazione elettronica dei documenti processuali è un adempimento a carico anche delle Commissioni tributarie, chiamate espressamente a conservare il fascicolo informatico prodotto contenente atti, documenti, allegati e ricevute di posta elettronica certificata, messaggi del Sigit e dati del procedimento. All' interno del fascicolo dovranno essere presenti anche le copie per immagine di atti Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 16 24 novembre 2015 Pagina 52 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione e documenti quando depositati su supporto analogico. I fascicoli a disposizione dei giudici saranno comunque sempre formati e gestiti in modalità informatica, anche nel caso in cui atti e documenti siano stati depositati dalle parti su supporto cartaceo: le segreterie sono tenute ad acquisirli in tale forma, a farne copia informatica (apponendovi sottoscrizione elettronica) e ad inserirli nel fascicolo informatico. Il deposito in Commissione sembra comunque ammesso in forma cartacea solo se il ricorrente continui ad avvalersi dei metodi tradizionali di notifica del ricorso (raccomandata), con ufficiale giudiziario o deposito a mani nell' ufficio impositore. A seguito di tale deposito, la segreteria ricevente dovrà perciò comunque produrre e gestire il correlato fascicolo in modalità informatiche. Conseguenze anche sui pagamenti di contributo unificato e delle altre spese di giustizia: andranno effettuati in via telematica col sistema dei pagamenti elettronici pagoPA. Entro dicembre 2016 è previsto infatti l' avvio dell' operatività dell' esecuzione di operazioni elettroniche di pagamento a favore delle pubbliche amministrazioni, rimettendo alla libera determinazione dell' utente la scelta di canale, strumento di pagamento e prestatore di servizi Psp da utilizzare. Prima di tale scadenza, il contributo unificato potrà essere assolto anche in modalità non telematica: la relativa attestazione di pagamento è in questo caso costituita dalla copia informatica dell' originale analogico, ottenuta per scansione e sottoscritta elettronicamente. © RIPRODUZIONE RISERVATA. ALESSANDRO MASTROMATTEOBENEDETTO SANTACROCE Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 17 24 novembre 2015 Pagina 52 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Cassazione. Le conseguenze dell' incidente nella zona di un cantiere Il sindaco omette l' ordinanza? Rischia l' omicidio colposo MILANO Il sindaco che non firma un' ordinanza urgente per chiudere ai cittadini una zona interessata da lavori pubblici può essere condannato per omicidio colposo, oltre che per lesioni e omissione di atti d' ufficio, se capita un incidente. E se l' incidente si rivela mortale per più persone, la pena può arrivare a 15 anni di carcere, come prevede l' articolo 589 del Codice penale. Lo ha stabilito la Cassazione, che nella sentenza 46400/2015 depositata ieri ha scritto un altro capitolo nella complicata vicenda giudiziaria nata dalla «tragedia del 1° maggio», quando otto anni fa a Sorrento due donne furono uccise dalla caduta del cestello di una gru, mentre alcuni operai addobbavano con le luminarie la chiesa di Sant' Antonino. La lunga storia giudiziaria ha fatto scattare la prescrizione per le lesioni e l' omissione di atti d' ufficio, mentre la Corte d' appello di Napoli dovrà tornare a occuparsi del caso per rideterminare alla luce di questi sviluppi la pena applicata all' omicidio colposo. Al di là del caso sorrentino, sono i princìpi generali indicati dalla Cassazione a fissare il perimetro per l' attività dei sindaci. Anche se la ditta incaricata dei lavori non presenta una richiesta di intervento, resta il fatto che il sindaco «non poteva non essere consapevole» del pericolo creato dal cantiere. In questo caso, il principio è rafforzato dal fatto che l' ufficio del sindaco si trova nella stessa piazza del cantiere. Con questa premessa, scatta l' obbligo di adottare in modo tempestivo tutti gli atti necessari «a tutelare l' incolumità dei cittadini», come prevede l' articolo 54 del Testo unico degli enti locali. Questo contesto di urgenza, aggiunge la Corte, fa sì che per la legittimità dell' atto occorra solo «l' effettiva esistenza di una situazione di pericolo» e non servono «formule o formalità o procedure sacramentali». Ma non è solo l' ordinanza urgente a tradurre in pratica il dovere del sindaco, che può manifestarsi con qualsiasi «atto idoneo» a evitare il pericolo, allertando la polizia o i vigili del fuoco oppure imponendo misure di sicurezza alla ditta. È l' inerzia, invece, a condannarlo. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA. GIANNI TROVATI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 18 24 novembre 2015 Pagina 54 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Consiglio di Stato. «Vecchi» interventi Frazionamenti con oneri più cari se è ristrutturazione Titoli edilizi più onerosi, a vantaggio dei bilanci comunali, se si altera la distribuzione interna di un edificio per rendere più agevole una destinazione d' uso esistente. Questo quanto meno fino a settembre 2014, quando la «ristrutturazione» ha ceduto il posto alla meno cara «manutenzione». Lo sottolinea il Consiglio d i S t a t o , n e l l a s e n t e n z a 1 2 novembre 2015 n. 5184. Il caso deciso riguarda la sede dell' ufficio Iva di Foggia, che il ministero dell' Economia aveva in locazione: scaduto il contratto, i due piani occupati sono tornati residenziali con l' inserimento di nuovi impianti, la modifica e la ridistribuzione dei volumi. Il risultato finale ha avuto un costo di oltre 40.000 euro di oneri, somma richiesta dal Comune in conseguenza della modifica alla distribuzione interna, dell' alterazione di fisionomia e consistenza fisica dell' immobile causata dalla demolizione di muri divisori, scale, servizi. L' intervento, per Comune e Consiglio di Stato, è oneroso: va ritenuto di risanamento conservativo, mentre il privato non può pretendere di risparmiare affermando di aver effettuato solo opere di manutenzione straordinaria. La qualificazione dell' intervento come risanamento è derivata dall' inserimento di nuovi impianti, con la modifica e ridistribuzione dei volumi, anche indipendentemente dalla destinazione d' uso, che da residenziale, con l' attivazione della sede Iva era diventata direzionale per poi tornare ancora residenziale. All' interno di un edificio con volumi già definiti, sono tornati così otto locali commerciali al piano terra, altrettanti autonomi servizi e impianti tecnologici, il vano scala interno è diventato superficie abitabile al primo piano, mentre una serie di divisori ha generato sette unità abitative di oltre 110 metri quadri, con relativi impianti termosanitari. Tutto ciò è ristrutturazione edilizia, perché sono risultati modificati la distribuzione della superficie interna ed i volumi e l' ordine in cui erano disposte le diverse porzioni dell' edificio, indipendentemente dalla destinazione d' uso, che nel caso esaminato è tornata residenziale. La vicenda risale ai primi anni del 2000 e applica il principio che ricollega l' onerosità dell' intervento al tipo di modifiche e all' entità dei contributi in vigore al momento del rilascio del titolo edilizio (Consiglio di Stato 1513/1998; Tar Torino 3832/2005). Lo stesso intervento, se realizzato dopo il 2014, sarebbe stato possibile con diverse norme sia statali che regionali: la manutenzione straordinaria è infatti diventata più ampia (articolo 3 lettera b, del Dpr 380/2001, modificato dall' articolo 17 Dl 133, legge 164 del 2014)con possibilità di frazionare o accorpare unità, se si mantiene la volumetria complessiva e l' originaria destinazione d' uso. Dal settembre 2014, l' articolo 17 del Dpr 380/2001 (Dl 133/2014, divenuto legge 164) agevolando la Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 19 24 novembre 2015 Pagina 54 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione "densificazione" edilizia, avrebbe ridotto di almeno il 20% (rispetto al contributo per le nuove costruzioni), la ristrutturazione e il riutilizzo di immobili dismessi , tutte le volte che non vi sia una variante urbanistica, un permesso in deroga o un cambio di destinazione che generi maggior valore dell' edificio rispetto alla destinazione originaria. La novità rende più facile frazionare e accorpare con manutenzione, perché le parole «frazionare» e «accorpare» sono state inserite nell' articolo 3, lettera b, dal DL 133/2014 all' interno della manutenzione straordinaria. Prima era possibile frazionare e accorpare ma era una ristrutturazione, ben più onerosa. © RIPRODUZIONE RISERVATA. GUGLIELMO SAPORITO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 20 24 novembre 2015 Pagina 55 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione Lavoro. L' alternativa all' assunzione sembra comoda e conveniente ma ogni caso va valutato individualmente Attenti ad appalti a basso costo Se il dipendente va in maternità scatta il divieto di esternalizzare VINCENZO DI DOMENICO Anche in condominio si esternalizza. Pulizie, servizio di sicurezza, cura del giardino vengono spesso appaltati a ditte e cooperative esterne evitando così l' assunzione diretta di personale subordinato. A favore della scelta dell' appalto gioca l' idea di demandare a un' impresa terza alcune responsabilità, ritenendo di alleggerire gli oneri dell' amministratore. In effetti, tale formula prevede che la ditta appaltatrice si occupi in autonomia di eseguire il servizio presso lo stabile, con le dovute competenze e attrezzature (così come sottolineato nella Circolare n. 5 del ministero del Lavoro dell' 11 febbraio 2011). Ma a ben guardare, ciò non significa evitare pesi e obblighi, perché nell' ambito del contratto d' appalto, l' amministratore ricopre la posizione di datore di lavoro committente e in tale ruolo ha delle incombenze. E attenzione: anche a livello di costi, va sfatata l' idea che appalto faccia rima con risparmio. Appalto o assunzione Poniamo il caso in cui nel condominio si renda necessaria una figura che si occupi della pulizia degli spazi comuni: generalizzando, quali sono le differenze tra assunzione diretta della persona e appalto del servizio? ? Col contratto di assunzione dopo attenta selezione si potrebbe optare per un periodo di prova, così da testare l' idoneità del lavoratore; prediligendo l' appalto, non sarà possibile scegliere l' addetto, ma la verifica sarà nei confronti dell' azienda (Dlgs 81/2008, articolo 26), di cui l' amministratore dovrà appurare l' iscrizione alla Camera di Commercio, oltre ai requisiti organizzativi, strutturali e di regolarità contributiva. ? Una vo lta instaurato il rapporto, l' amministratore che abbia optato per il contratto di tipo subordinato si avvarrà dei poteri direttivo, organizzativo e disciplinare specifici del datore di lavoro. Sta proprio qui una delle maggiori differenze tra i due contratti. Perché avrà invece una certa autonomia, rispetto al committente, chi esegue la sua attività con contratto d' appalto (fermo restando il diritto del committente di intimare all' appaltatore il regolare svolgimento dell' attività, nel caso di esecuzione non conforme). Da sottolineare: non sarà possibile una via di mezzo tra le due opzioni, nella quale, ad esempio, l' appaltatore tenga per se i compiti amministrativi e il committente si occupi di organizzare il lavoro del pulitore in questione. O l' una o l' altra. (si veda la Cassazione, sentenza 16788/2006). I ribassi Da evitare quelle società appaltatrici che giocano al ribasso, proponendo al condominio prezzi Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 21 24 novembre 2015 Pagina 55 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione troppo concorrenziali, che potrebbero dipendere da uno scorretto inquadramento del lavoratore, da un servizio scarso o, come sostenuto di recente da parte sindacale, dall' impiego solo di nuovi assunti, che sarebbe favorito dalle attuali regole del lavoro. Un appalto genuino dovrebbe avere un costo superiore rispetto all' assunzione diretta, perché al costo medio orario di circa 14,79 euro del personale dipendente da impresa di pulizia (come da tariffario pubblicato dal ministero del Lavoro), andrà sommato il compenso dovuto all' azienda per la fornitura e gestione del servizio. È matematico. ? Va tenuto conto che il tipo di rapporto tra ditta appaltatrice e lavoratore può essere solo subordinato, quindi niente pagamenti con i voucher e niente collaborazioni occasionali (per legge, la responsabilità in tale evenienza ricade anche sul condominio, non solo sulla ditta). ? E se si vuole risolvere il contratto, nel caso di assunzione a tutele crescenti da parte del condominio, il lavoratore licenziato avrà diritto a un indennizzo da due mensilità per ogni anno di anzianità lavorativa; con l'appalto, il committente potrà recedere in ogni momento, purché corrisponda all'appaltatore l'intero importo stabilito per il servizio. I casi in cui è vietato appaltare Cosa fare se si vuole sostituire personale assente, per esempio in maternità? Il personale assente va sostituito nel suo ruolo solo con personale subordinato. È però ipotizzabile l' appalto se durante l' assenza del portiere si decidesse di fare a meno del servizio di portineria, ma si volesse usufruire di un servizio di pulizia, visto che i due ruoli non sono identici. Possono convivere, nello stesso condominio, giardinieri in appalto e giardinieri direttamente assunti dallo stabile, quindi con la stessa mansione? No. Il rischio è l' accusa di somministrazione fraudolenta di manodopera, che rientra nel penale (Cassazione, sentenza 14087/2013). ©RIPRODUZIONE RISERVATA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 22 24 novembre 2015 Pagina 25 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Caos sito, paga p.a. L' informatica è un mezzo, non un fine, specie nel mondo dei lavori pubblici. L' offerta per partecipare all' appalto non risulta mai inviata nell' ambito della procedura informatica prescelta dall' amministrazione e l' impresa viene esclusa dalla gara. E invece no: i rischi del malfunzionamento della piattaforma, infatti, devono ricadere sulla stazione appaltante perché l' interesse pubblico è ampliare il più p o s s i b i l e l a platea d e i p a r t e c i p a n t i a l l a procedura, all' insegna della libera competizione: quando si verifica un inconveniente, allora, la stazione appaltante deve mettere in campo il rimedio procedimentale del soccorso istruttorio. È quanto emerge dalla sentenza 1094/15, pubblicata dalla prima sezione del Tar Puglia. Accolto il ricorso dell' azienda estromessa dalla procedura anche se la sua offerta risulta d e p o s i t a t a n e i s e r v e r d e l l a piattaforma informatica indicata per la gara. E l a p.a. paga perché è nell' interesse organizzativo dello stesso ente rimediare a eventuali inconvenienti. DARIO FERRARA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 23 24 novembre 2015 Pagina 30 Italia Oggi Pubblica Amministrazione appalti pubblici Gare, basta cauzioni col rating È illegittimo chiedere cauzioni con il rating per la partecipazione ad appalti pubblici; si violano i principi di concorrenza e si penalizzano le piccole e medie imprese. È quanto afferma il parere Anac (l' Autorità nazionale anticorruzione) 21 ottobre 2015 n. 171 con riguardo a una gara di appalto per l' affidamento d e l servizio di taglio del manto erboso e servizi accessori, il cui disciplinare di gara aveva previsto che per la produzione della cauzione provvisoria i concorrenti dovessero fare riferimento a compagnie assicurative che rilasciano le garanzie fideiussorie dotate di rating, rilasciato da una delle principali società di rating, non inferiore al corrispondente punteggio BBB rilasciato da Standard & Poor' s. In base alla normativa vigente la cauzione provvisoria può essere costituita anche sotto forma di fideiussione bancaria o assicurativa o rilasciata da intermediari finanziari purché questi siano iscritti nell' albo di cui all' articolo 106 del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, che svolgono in via esclusiva o prevalente attività di rilascio di garanzie e che sono sottoposti a revisione contabile da parte di una società di revisione iscritta nell' albo previsto dall' articolo 161 del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58. L' Autorità presieduta da Raffaele Cantone ha nella sostanza, sia pure in estrema sintesi, ripreso i contenuti della propria determinazione n. 1 del 29 luglio 2014 che si era espressa nel senso che la richiesta di rating, pari o superiore ad un determinato minimo, attribuito dalle società di certificazione internazionale si ponesse «in violazione dei principi di cui all' art. 2, dlgs 163/2006 in quanto introduce restrizioni non previste dal Codice che non appaiono neppure correlate e proporzionate con gli obiettivi che si intende perseguire, potendo introdurre ostacoli elevati alla partecipazione alle gare soprattutto per le piccole e medie imprese». Nel provvedimento di oltre un anno fa si ponevano diversi aspetti di illegittimità: la mancata accettazione di garanzie da parte degli intermediari finanziari; la richiesta di un contratto autonomo di garanzia e, infine, il problema del rating che, con questo parere di precontenzioso viene di nuovo bocciato, nonostante sia molto spesso richiesto. ANDREA MASCOLINI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 24 24 novembre 2015 Pagina 31 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Aree degradate urbane, istanze entro il 30/11 Entro il 30 novembre 2015, i comuni c h e hanno nel loro territorio la presenza di aree urbane degradate possono presentare le domande per l' accesso (anno 2015) di euro 44.138.500,00. È possibile presentare la domanda anche per aree non contigue purché la proposta progettuale rappresenti un insieme coordinato d' interventi diretti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale. Queste alcune delle risposte formulate dall' Anci (e aggiornate al 20 novembre 2015) sull' accesso da parte dei comuni ai 44 milioni di euro per la riqualificazione aree urbane degradate. Il bando prevede che possano partecipare anche i comuni sia singolarmente che in forma aggregata. Nel caso di unione questa è configurabile come un' aggregazione n o n t e m p o r a n e a d i comuni q u i n d i s a r à sufficiente allegare l' atto di costituzione dell' unione. Gli atti, in questo caso, saranno sottoscritti dal presidente dell' unione. È possibile prevedere interventi di ristrutturazione di immobili di proprietà di un «ente r e g i o n a l e d i d i r i t t o p u b b l i c o n o n economico, dotato di autonomia organizzativa, patrimoniale, finanziaria, contabile e tecnica (o d i ente similare)», se parte degli immobili viene concessa in uso all' amministrazione comunale ma resta di proprietà dell' ente (che cofinanzierebbe l' intervento). Nel caso di interventi costituiti da servizi socioculturali (per esempio un servizio di mediazione culturale) devono essere spazialmente collocati all' interno dell' area degradata. È possibile presentare richiesta di solo finanziamento (fino al max di 2 milioni di euro) senza nessun tipo di cofinanziamento. La domanda può essere presentata con ad essa allegato il progetto che si compone delle relazioni e degli elaborati grafici e il documento di analisi oltre alla delibera di approvazione. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 25