COMUNE DI ANZOLA
Domenica, 04 maggio 2014
Domenica, 04 maggio 2014
Ambiente
04/05/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 19
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Allarme rientrato, il Martignone non fa più paura
Cronaca
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BARBETTI ENRICO
Turni per pulire e fornelli in camera Così vivono senzatetto e...
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Sport
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Warriors e Neptunes stesso rivale Doppia sfida tra Bologna e Marines
Pubblica amministrazione
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Agli scienziati serve più impresa
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BREVI Dall' interno
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FLAVIA LANDOLFI
Da martedì prenotazioni per gli incentivi «verdi»
04/05/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 1
Delrio: per gli statali premi legati al Pil
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Squilibri e debito, Padoan prova a convincere la Ue
FABRIZIO FORQUET
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Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Ambiente
ANZOLA.
Allarme rientrato, il Martignone non fa più paura
­ ANZOLA ­ FIUMI, torrenti e canali sorvegliati
speciali ad Anzola. Dopo l' allarme
esondazioni dell' altro giorno ? è stato chiuso
al traffico un ponte per alcune ore sulla via
Emilia ? Protezione civile, funzionari di
Provincia e consorzi di bonifica e forze dell'
ordine stanno monitorando la situazione. La
pioggia ha cessato di cadere nella nottata di
venerdì e ieri, solo qualche lieve pioggerellina
e un barlume di sole hanno permesso ai livelli
dell' acqua di scendere notevolmente. Nel
mirino in particolare i torrenti Ghironda che
scorre a poca distanza dal centro del paese e
Martignone, che l' altro pomeriggio aveva
minacciato di esondare in vari punti tra cui uno
costeggiato da abitazioni, quelle appunto della
località Martignone. I residenti del posto erano
usciti fuori dalle case e avevano osservato con
tanta preoccupazione l' acqua minacciosa
lambire la sommità degli argini. Che non
riuscivano più a contenere la pioggia caduta
così in abbondanza. Qualcuno dei presenti
aveva puntato il dito sulla pulizia degli argini
non ancora effettuata. Critica a cui aveva però
replicato un funzionario del consorzio, in questo caso, di Bonifica Renana. Perché la pulizia dei torrenti
come il Martignone si effettua verso l' estate e non prima. Ma a far andare in crisi il torrente non è stata
tanto l' erba alta all' interno del suo alveo ma è stata l' eccezionalità dell' evento atmosferico. Troppa
pioggia caduta in poco tempo che aveva messo in crisi anche il canale che costeggia la via Emilia
colmo fino quasi all' orlo e i fossi e i fossati secondari. E le previsioni meteo per oggi (domenica)
indicano ancora possibili piogge e temporali e rimane quindi il preallarme.
Pier Luigi Trombetta.
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Cronaca
Turni per pulire e fornelli in camera Così vivono
senzatetto e rifugiati
Sono un centinaio negli stabili occupati di via Toscana e via XXI Aprile.
di ENRICO BARBETTI PIÙ SOLIDARIETÀ che
paura, più comprensione che indignazione, più
tolleranza che fastidio. Gli edifici occupati non
spaventano i bolognesi, almeno quelli di via
Toscana e via XXI Aprile 1945, dove si trovano
rispettivamente le ex scuole Ferrari e l' ex
clinica Beretta, entrambe occupate dagli
attivisti di Asia Usb per destinarle a senzatetto
e rifugiati. Sarà l' effetto­crisi ma, nel vicinato
delle due palazzine, il fatto che siano state
prese con un' azione illegale non viene
considerato un aspetto decisivo. Anzi, agli
occupanti non arrivano solo pacche sulle
spalle, ma pure aiuti concreti, dalle coperte
agli alimenti, da vecchi mobili a capi di
vestiario.
In via Ferrari l' occupazione ha già compiuto
un anno. Dall' esterno, i murales a tema e i
panni stesi alle finestre sono gli unici segnali di
presenza umana. L' edificio è vetusto, ma per
Brahim, cinquantenne marocchino, questo
posto è l' ultimo punto di riferimento rimasto.
Dopo, c' è la strada. «Ogni tanto sentiamo
parlare di sgombero ma finora non è successo
­ spiega ­. Io sono in Italia dal 1983. Ho lavorato sempre come piastrellista in un' impresa, avevo casa
ad Anzola e pagavo le tasse. Tutti mi dicevano ?tu sì che sei un bravo ragazzo che lavora'.
Nel 2009 il titolare è morto, l' impresa è stata chiusa e io non sono riuscito a trovare un altro lavoro.
Per fortuna un po' di gente mi conosce per cui riesco a fare qualche giornata in nero, altrimenti non avrei
un euro». Perso l' impiego, «non potevo più pagare l' affitto, così ho lasciato la casa; un' amica mi ha
detto: fatti dare lo sfratto e aspetta che vengano a buttarti fuori così il Comune ti sistema. Ma io non
sono fatto così, e me ne sono andato pagando tutto quello che dovevo».
IN VIA TOSCANA, un anno fa, sono entrate una cinquantina di persone, quasi tutti single, adulti,
stranieri e italiani. Acqua e luce sono allacciate, ma non c' è il riscaldamento e quando fa freddo si
battono i denti. Chi paga le utenze? «Non lo so». Le camere sono allestite nelle vecchie aule dai soffitti
altissimi: in ogni stanza stanno fino a quattro persone, i nomi sono scritti sulla porta. Ad ogni piano ci si
organizza con i turni delle pulizie.
«I bagni sono chiusi e ognuno ha la sua chiave ­ sottolinea Brahim ­ perché prima quando erano aperti
veniva gente da fuori e lasciava sporco. Abbiamo provato anche a fare una cucina in comune nella sala
riunioni, ma le persone la tenevano male». Per cui, ognuno si arrangia nella propria stanza con piastre
elettriche e fornelletti. Nella camera di Brahim ci sono l' angolo cottura, un mobile con la tv, un letto e un
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Il Resto del Carlino (ed.
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Cronaca
secondo giaciglio.
LE ZONE abitate dell' edificio sono pulite e in ordine. «Prima eravamo una cinquantina ­ racconta ­, ma
adesso saremo rimasti in 30 circa. Molti, non riuscendo a trovare lavoro sono andati via».
Se in via Toscana aleggiano malinconia e rassegnazione, in via XXI Aprile c' è un gran fervore e gli
occupanti appaiono piuttosto indaffarati in lavori di pulizia e manutenzione. L' ex clinica Beretta, chiusa
nel 2007 e di proprietà dell' Ausl, è stata occupata lo scorso primo marzo. Vi hanno trovato posto una
settantina di rifugiati provenienti da Etiopia, Eritrea e Somalia. Asia ha attaccato uno striscione­insegna
che dice: ?Centro di accoglienza Lampedusa'.
L' atrio e gli spazi comuni sono pieni di cartelli e avvisi con indicazioni e disposizioni. L' età media dei
presenti è sotto i trent' anni e molti di loro non parlano italiano. Selan e Tegisti ci mostrano, con un certo
orgoglio, la loro stanza: due letti perfettamente rifatti con biancheria pulita, qualche mobile di recupero,
tre bicchieri allineati su un tavolo, non mancano trucchi, smalti, creme e uno specchio. Tutte le ragazze
e i ragazzi hanno un aspetto molto curato. «L' acqua l' abbiamo ­ spiega un' attivista di Asia ­, ma la
corrente elettrica no: succede perché con il piano casa del governo è stato introdotto il divieto di
allacciare le utenze negli edifici occupati. Questo è un problema».
BARBETTI ENRICO
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Sport
Football americano.
Warriors e Neptunes stesso rivale Doppia sfida tra
Bologna e Marines
Bologna TRASFERTA chiave per i Warriors
che oggi, alle 16,30, saranno a Ostia, contro i
Marines. Vincere significherebbe ipotecare la
salvezza perché spareggeranno per
retrocedere l' ultima e la penultima. I Warriors,
per ora, stanno facendo meglio, portando ai
massimi livelli il progetto ambizioso di far
giocare solo italiani o comunque atleti legati al
territorio di Bologna da lungo tempo.
«Conquistare Roma ­ dice il dirigente Paolo
Parlangeli ­ è il significato di una trasferta
difficile ma, credo, alla nostra portata».
Le altre gare: Dolphins­Giaguari; Aquile­Lions;
Giants­Briganti.
La classifica: Panthers Parma e Seamen
Milano 12; Giants Bolzano, Lions Bergamo e
Dolphins Ancona 6; Warriors, Giaguari Torino
e Rhinos Milano 4; Aquile e Briganti 2; Marines
Lazio 0.
IN CAMPO FEMMINILE ci sono le Marines
Lazio anche per le Neptunes, che sono state
inserite nel girone sud (l' altro club sono le
Lobsters Pescara).
«Voglio vedere sul campo ­ dice il coach
Claudio Biavati ­ il grande lavoro svolto in questi anni».
In Terza Divisione, infine, il derby tra Ravens Imola e Knights Persiceto (ore 15) vale il primato del
girone.
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Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
Ricerca pubblica |Università |Trasferimento tecnologico |
Agli scienziati serve più impresa
Il ritardo del nostro Paese può essere superato accompagnando i ricercatori a ragionare
con le logiche del mercato.
Alberto Di Minin a Dal 2003, il rapporto NetVal
fotografa il trasferimento tecnologico in Italia
dando una visione globale ed esaustiva del
fenomeno. Se negli anni i dati raccontano di
una realtà che matura e diventa più robusta,
descrivendo università sempre più
consapevoli della loro terza missione di
trasferimento, il confronto con il contesto
internazionale ridimensiona questi progressi. Il
sistema del trasferimento tecnologico appare
profondamente sottofinanziato, frammentato.
Una catena del valore non ancora compiuta.
Bart Van Looy, docente presso l' Università di
Lovanio (Belgio) ed esperto di politiche sull'
innovazione per la Commissione Ue,
sottolinea come questi numeri, sebbene in
forte crescita, siano ancora ben lontani dai
valori europei. «Anche una piccola università
delle Fiandre genera più brevetti e spin­off
della media delle università italiane». Al di là
dei numeri, mentre in Europa si stanno ormai
diffondendo aziende di medie e grandi
dimensioni nate dai laboratori dei centri di
ricerca universitari, preoccupa «la scarsa
crescita dimensionale delle spin­off
accademiche italiane».
Perché in Italia l' azienda che nasce da scienza e tecnologia stenta a crescere? «Non certo perché agli
italiani manchino creatività e ingegno», afferma Stefan Schepers, segretario generale dell' High Level
Group on Innovation Policy and Management. «Sono convinto che questo risultato vada principalmente
imputato a un ecosistema dell' innovazione troppo frammentato, per niente coeso, sfiancato da gravi
inefficienze e lentezze della pubblica amministrazione».
Opinione condivisa dal capo della segreteria tecnica del ministro Guidi, Stefano Firpo, che sta
lavorando con l' obiettivo di ridurre gli ostacoli di chi fa impresa in Italia. Firpo sottolinea come «la
catena del valore che collega ricerca e mercato sia caratterizzata da troppi solisti e pochi soggetti
disposti ad agire con coralità».
A fine maggio, il Technology Forum del Club Ambrosetti discuterà proprio di che forma potrebbe avere
un Transfer Lab unico nazionale. Sottolinea il ceo di Ambrosetti, Valerio De Molli, che «l' obiettivo è
superare il carattere occasionale del trasferimento tecnologico, che avviene oggi in condizioni
subottimali per la creazione di valore perché privo di un ecosistema di riferimento».
Quattro università in Lombardia ci stanno provando, mettendo a fattor comune le risorse dedicate al
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Il Sole 24 Ore
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Pubblica amministrazione
trasferimento di Pavia, Bergamo, Brescia e Milano Bicocca. Anche in altre regioni italiane stanno
emergendo progetti simili che meriterebbero sostegno e risorse sia da parte pubblica che privata.
A conferma del percorso di maturazione che sta compiendo la realtà nazionale del trasferimento, due
testimonianze significative.
La prima è quella di Tom Hockaday, managing director di Isis Innovation, società di valorizzazione
tecnologica dell' Università di Oxford, che evidenzia il valore fondamentale dell' attività di coaching
reciproco tra manager degli enti di ricerca. La seconda arriva da Richard Hudson, ceo di
Science|Business, una delle principali associazioni di università e industria in Europa: «Gli italiani sono
sempre più presenti, con autorevolezza, nei dibattiti internazionali su questi temi».
Ciò detto, per entrambi questi esperti i numeri su brevetti, licenze e spin­off, testimoniano «l' esistenza
di ampi margini di crescita» del sistema italiano e il dito viene puntato non tanto contro le inefficienze
dei meccanismi di trasferimento, ma piuttosto contro la scarsità degli investimenti e le condizioni
sfavorevoli allo sviluppo del talento degli individui. Secondo Hudson «c' è troppa buona ricerca fatta da
italiani fuori dall' Italia: segno che qualche cosa non funziona, che queste persone hanno trovato all'
estero condizioni per crescere professionalmente che non avevano in patria». Questa emorragia
rappresenta un rischio gravissimo «perché sarebbe inutile parlare di strumenti per il marketing delle
tecnologie se poi in Italia non rimane nessuno a svilupparle».
Una lezione che si potrebbe trarre dal successo di Isis Innovation, sottolinea Hockaday, è che a Oxford
vige la consapevolezza di lavorare non per produrre brevetti o spin­off, ma per essere a servizio dell'
attività del ricercatore dell' università, affiancandolo nel suo lavoro, adattando anche gli strumenti a
disposizione, se necessario.
Gli fa eco Henry Chesbrough, professore all' Università di Berkeley (California) che ha coniato il termine
Open Innovation, «i manager delle università italiane dovrebbero focalizzarsi di meno su brevetti e
contratti di licenze ed essere spinti a inventare e sperimentare nuovi percorsi e modelli di
trasferimento». Su quali siano le dimensioni e attività da far ricomprendere nell' ambito della terza
missione, Anvur, l' agenzia nazionale che si occupa di valutare i risultati della ricerca in Italia, promette
novità.
In sintesi: una logica di sistema più coesa, un ambiente imprenditoriale sburocratizzato e più risorse. Ma
non solo. Il cambio di marcia comporta il non pensare più alla valorizzazione di scienza e tecnologie
come a un trasferimento, concentrandosi quindi esclusivamente sugli strumenti di interfaccia tra ricerca
e industria. Deve farsi strada l' idea di un accompagnamento dello scienziato lungo tutte le diverse fasi
del suo lavoro: un percorso finalizzato a potenziare la sua autonomia progettuale, a formarlo da un
punto di vista imprenditoriale, a comprendere e a comunicare l' impatto della sua ricerca sulle sfide
della società.
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Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
BREVI Dall' interno
CASO ALDROVANDI Boldrini: pubbliche
sanzioni della Ps «In linea con il mio impegno
per la trasparenza e con quanto si sta facendo
in questo senso alla Camera dei deputati, ho
accolto l' appello del presidente della
commissione Diritti umani del Senato, Luigi
Manconi, a sollecitare il capo della Polizia
affinché valuti la possibilità di togliere il
segreto ai procedimenti disciplinari interni». Lo
annuncia la Presidente della Camera, Laura
Boldrini, nel video sull' attività parlamentare
della settimana a proposito dell' incontro con
Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi.
CONDANNATO Renzi sospende Scopelliti Il
premier Matteo Renzi ha sospeso dalle
funzioni il presidente della Regione Calabria,
Giuseppe Scopelliti, condannato a sei anni di
reclusione per abuso d' ufficio e falso in qualità
di ex sindaco di Reggio Calabria. Renzi ha
adottato il provvedimento in applicazione della
legge Severino.
EX GOVERNATORE Per Cuffaro vitalizio da
6mila euro al mese È stato condannato a
scontare sette anni per favoreggiamento
aggravato a Cosa nostra, da tre è recluso nel
carcere romano di Rebibbia: tuttavia Totò
Cuffaro, ex governatore della Regione Sicilia, incassa 6mila euro di vitalizio dall' Ars in qualità di ex
parlamentare.
La legge (il decreto Monti) prevede la sospensione del vitalizio «per chi è condannato per reati contro la
pubblica amministrazione con pena accessoria dell' interdizione dai pubblici uffici». In nessun articolo si
parla di reati di mafia.
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Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
Agevolazioni. Tutte le procedure per i venditori e per le aziende produttrici.
Da martedì prenotazioni per gli incentivi «verdi»
Flavia Landolfi L' appuntamento è per il 6
maggio, dalle 9 di mattina.
Quando sarà possibile entrare nella
piattaforma del Bec (www.
bec.mise.gov.it) per prenotare gli incentivi sull'
acquisto di veicoli "verdi". Sul piatto ci sono
63,4 milioni di euro: metà per i privati e l' altra
metà, in cambio della rottamazione di un
v e c c h i o v e i c o l o , p e r i m p r e s e e pubblica
amministrazione.
Le procedure coinvolgono solo i venditori e,
successivamente, le case di costruzione. Chi
acquista non farà altro che sottoscrivere il
normale contratto in concessionaria. Spetterà
a chi vende adempiere alle procedure per
prenotare e incassare le agevolazioni. Si inizia
con la prenotazione, che coincide con la
stipula del contratto di acquisto del nuovo
veicolo ecologico (elettrico, a metano, Gpl). Il
venditore si registra alla piattaforma Bec ­
spiega il Mise ­ e ottiene in posta elettronica
certificata le credenziali di accesso al sistema,
anche più di una per consentire ai
concessionari di operare nelle varie parti di
Italia. Da qui la procedura di accreditamento
entra nel vivo. Il sistema infatti, attraverso l'
inserimento di alcuni dati, come la natura della persona che acquista il mezzo (privato, ente,
professionista, impresa), il nome e il tipo di veicolo, verifica la disponibilità delle risorse e le "congela"
assegnandole per 90 giorni a quella pratica attraverso un codice rilasciato al venditore. Entro questo
termine il venditore dovrà consegnare il veicolo e perfezionare l' operazione.
A veicolo immatricolato si passerà alla seconda fase. Il venditore dovrà inserire in piattaforma alcuni
documenti. Tra questi il libretto di circolazione, il contratto d' acquisto e, ove previsto, le indicazioni sull'
eventuale rottamazione del veicolo che si intende sostituire. Bisognerà fare attenzione, avverte lo
Sviluppo economico, perché nel contratto dovranno essere riportate correttamente alcune voci "chiave"
per ottenere i benefici. Innanzitutto il prezzo a netto delle imposte, lo sconto applicato dal venditore e
separatamente lo sconto statale. Queste due ultime voci dovranno essere identiche.
Se poi sono stati concordati optional, dovranno essere indicati successivamente alle voci principali del
contratto, in modo che sia chiara l' applicazione dei due sconti. Così il venditore otterrà l' ok definitivo
agli incentivi. Un ulteriore termine riguarda solo le pratiche che prevedono obbligo di rottamazione di un
vecchio veicolo (con più di 10 anni): la legge prevede un ulteriore termine di 15 giorni entro il quale il
venditore dovrà consegnare il veicolo usato a un demolitore e provvedere direttamente alla richiesta di
radiazione per demolizione allo sportello telematico dell' automobilista.
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Il venditore potrà avere più account, ciascuno per ogni veicolo scontato venduto. Per tenere d' occhio
tutte le pratiche attive sulla piattaforma il concessionario ha a disposizione un "cruscotto" con la
situazione di ciascuna in tempo reale.
La piattaforma del Bec è impostata in modo tale da non accogliere moduli in cui le informazioni siano
discrepanti tra i dati della prenotazione e quelle della "conferma" finale. Un meccanismo di verifiche
controllerà che tutte le informazioni siano congrue e corrispondenti ai dati inseriti.
Ma ce n' è anche per i costruttori. Sono loro, infatti, a godere del credito di imposta in ragione degli
sconti applicati. E sono loro quindi a risarcire il venditore del contributo statale (sul venditore grava
dunque l' altra metà dello sconto totale applicato). A questo proposito vale la pena ricordare la
risoluzione 32/2013 con cui le Entrate hanno dettato i codici tributo (6832, 6838, 6839) con cui, in base
allo sconto applicato per livello di emissioni, le case costruttrici potranno accedere ai benefici.
Infine, le Entrate comunicheranno gli importi degli sconti accordati alle case che il Mise provvederà a
restituire al Fisco.
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Il Sole 24 Ore
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INTERVISTAIl sottosegretario di Renzi: in arrivo minibond e fondo di garanzia per le Pmi.
Delrio: per gli statali premi legati al Pil
«Se non ci fanno fare le riforme si va a votare»
Fabrizio Forquet «Intendevamo dare un segnale di forte
innovazione e l' abbiamo dato. Anche le cancellerie europee
stanno guardando con grande interesse a quello che stiamo
facendo». Graziano Delrio è un po' il motore del riformismo di
Renzi. Funziona così: il premier lancia la palla lontano e a lui,
come sottosegretario di Palazzo Chigi, tocca ricorrerla e
metterla in rete. Dai proclami alle realizzazioni, però, non
sempre tutto fila liscio.
Fabrizio Forquet Sottosegretario, gli annunci sono tanti, tanti
ssimi. Spesso vanno nella direzione giusta. Ma le leggi per
ora sono poch
ine... Non direi. Tra decreti, disegni di legge e provvedimenti
attuativi abbiamo già fatto molto. In alcuni casi siamo arrivati
al traguardo, in altri siamo alla fase decisiva. Abbiamo
finalizzato il riordino degli enti locali, con il superamento delle
attuali province, abbiamo trovato l' intesa e portato in
Parlamento la riforma elettorale dopo anni di discussioni,
eppoi il progetto del nuovo Titolo V e del Senato. Sui temi più
strettamente economici abbiamo approvato l' importante
decreto sul lavoro, che il Parlamento sta finalizzando in questi
giorni, e abbiamo messo i famosi 80 euro in busta paga a 10
milioni di italiani. Resta, però, una distanza tra gli impegni e
le realizzazioni. Anche nella tempistica. La riforma della Pa
annunciata per aprile è di fatto slittata a g
iugno. Intendevamo dare velocità e concretezza all' azione di
governo e l' abbiamo fatto. Ora tutti si sono appassionati al
dibattito su una settimana in più o una in meno. Ma il Paese si
è messo in moto. C' è più ottimismo. Certo, non mancano le
difficoltà, e stare dietro a un presidente del Consiglio come
Matteo Renzi non è facile, ma abbiamo impostato il lavoro in
modo cor
retto. Tra le difficoltà c' è quella di un Parlamento che non è
proprio quello che avreste sognato. A cominciare dai gruppi
del Pd, che a volte sembrano all' opposi
zione. C' è stata una dialettica, certamente, come è normale
ch
e sia. Ma credo che finora sia stata positiva. Non si può
accusare il Parlamento di aver rallentato più di tanto. Sul
lavoro è stata fatta una mediazione, ma alla fine il risultato è
ottimo. Le riforme cambiano equilibri, minano interessi ed eliminano privilegi. È normale che ci sia una
tensione. Ma io ho trovato più resistenze fuori dal Parlamento, nelle corporazioni, nei gruppi di
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Il Sole 24 Ore
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interesse, nelle lobby. Queste resistenze mi preoccupano francamente d
i più. La Cgil proprio oggi ha criticato la soluzione finale sul decreto lav
oro... Confermo che la soluzione mi pare buona. Quando parla di resistenze fa riferimento anche ai
dirigenti pubblici? La riforma della Pa ha sollevato proteste e rivendicazioni già ai primi annunci.
Certamente, tutti devono partecipare al cambiamento. Noi non vogliamo smantellare lo Stato, ma
renderlo più efficiente e amico del cittadino. Abbiamo avviato quello che abbiamo annunciato da tempo.
Sono cose di cui si discute da non so quanti anni. Ci sono regolamenti del '99 ancora da attuare. Sull'
Economist c' era un bell' editoriale sulla crisi della democrazia che si può combattere soprattutto
dimostrando che c' è spazio per una sfera pubblica efficiente che sappia rispondere alle domande dei
cittadini e delle imprese. Andremo fino in fondo, non ci faremo condizi
onare. Intanto sugli stipendi avete rinunciato a imporre i tetti intermedi che avrebbero inciso duramente
sui diri
genti. Il nostro obiettivo è combattere i privilegi, non le persone, perciò abbiamo ritenuto di limitarci al
tetto massimo della retribuzione del capo dello Stato. Un dirigente medico italiano non guadagna più di
un suo collega in
glese. Mentre alcune alte cariche erano davvero fuori propor
zione. Non siamo ossessionati dal tema del denaro. Il problema non è fare tagli e togliere salario. Ma
piuttosto di legare i salari alla produttività. Per questo la retribuzione sarà fatta anche da un premio che
dipenderà dall' andamento del Pil. Dobbiamo parlarne con Regioni ed Enti locali. Ma questo vogliamo
farlo. A palazzo Chigi, intanto, faremo anche una riduzione per fasce molto rig
orosa. Sul sito di Palazzo Chigi, però, non ci sono ancora indicati incarichi e retribuzioni dei nuovi arr
ivati... Stiamo facendo una riorganizzazione e dei tagli profondi. Appena è pronto il decreto
pubblichiamo tutto. Fare le riforme e incidere sui privilegi comporta qualche rischio. Va letta anche così la sonora
bocciatura fatta dai tecnici del Senato sul decreto per il bonus fi
scale? Direi di no, ma non condivido quelle obie
zioni. Si parla di un rischio costituzionalità per l' aumento del prelievo sulle quote della Banca d' I
talia. Siamo convinti che quella sia stata una scelta giusta sia da un punto di vista politico che te
cnico. Anche sulle coperture non sono mancate critiche: troppe una tantum e ancora pochi tagli di spesa. Ogni provvedimento deve avere il veicolo che merita. Un intervento strutturale sul fisco si fa con
la legge di stabilità. Con un decreto non si fa una copertura trie
nnale. Così però la legge di stabilità parte con una zavorra di 10 miliardi da trovare, a meno che non si
voglia rinunciare al bonus per i prossimi
anni. L' osservazione è legi
ttima. Ma noi contiamo molto sul denominatore, cioè sulla crescita. Le stime che abbiamo fatto sono
molto prudenziali, ma riteniamo che per effetto dei provvedimenti adottati, dalla Sabatini al pagamento
dei debiti Pa, dal rilancio dei consumi al decreto sul lavoro, il Pil crescerà più di quanto crediamo,
liberando nuove risorse. Senza contare che intanto anche i tagli di spesa andranno a r
egime. Sui tagli di spesa però eravate partiti con baldanza, poi avete fatto scelte molto più limit
ate... Per fare tagli di spesa significativi e strutturali devi agire con una visione strategica. Nella sanità,
nei trasporti, puoi fare veri risparmi se avvii trasformazioni che portano efficienze di scala. Non basta concentrarsi a togliere un milione qui e uno lì. È un processo complesso. Farete l'
accorpamento delle cinque scuole della pubblica amministra
zione? Assolutamente sì. Da anni studiamo queste cose, si fa
ranno. Così come si farà l' accorpamento degli enti di ricerca. Aspettiamo poi le proposte degli enti
intermedi: le camere di commercio, per esempio, hanno già presentato un piano che va nella giusta dire
zione. Sul tavolo ci sono anche oltre 400 provvedimenti attuativi che avete ricevuto in eredità e che sono
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ancora da adott
are... È un tema su cui stiamo lavorando molto. Abbiamo varato decreti importanti, come quello che ha
reso operativa la nuova Sabatini. E posso anticiparle che entro dieci giorni vedranno la luce anche quelli
sui minibond, sull' allargamento del fondo di garanzia per le Pmi e sul credito di im
posta. A giugno poi toccherà alle semplificazioni in materia di sicurezza del lavoro e handicap. Tutte
norme molto attese dalle im
prese. Alcuni di quei provvedimenti sono per la firma al Mef, come procede la collaborazione con il
ministero dell' Eco
nomia? Con Padoan stiamo collaborando molto bene. Certo all' Economia hanno un gran lavoro da fare.
La spinta che arriva dal presidente del Consiglio è notevole, bisogna stargli die
tro... Intanto sul fronte più strettamente politico la riforma del Senato continua a produrre fibrillazioni.
Quale versione del testo arriverà in Commis
sione? È un processo in itinere ogni ora. Il testo base dovrebbe essere quello del governo. Nessuno
vuole fare melina. Ma non è importante una settimana in più o in meno. Tanto più che siamo ormai alla
vigilia delle elezioni eu
ropee. Parliamo del voto eu
ropeo. Sul risultato del Pd il governo si gioca molto della sua credibilità. C' è una quota 30% che
segnerà per voi la vittoria o la scon
fitta? Il Pd, che è al governo con il suo segretario, può certamente correre il pericolo di pagare un
prezzo. Io dico che se riuscissimo a fare un paio di punti in più rispetto al 25% che prendemmo nelle
precedenti elezioni sarebbe un successo. Certo, superare il 30 significherebbe avere un grande
mandato degli elettori sulle riforme che abbiamo impo
stato. Se Grillo superasse Berlusconi ci sarebbe un impatto negativo sulla tenuta dell' accordo per le ri
forme? No. Sarebbe strano piuttosto se Grillo rimanesse dietro. Alle elezioni dell' anno scorso eravamo
tutti lì, testa a testa. Poi Forza Italia ha subito una scissione. Perciò sarebbe naturale che fosse indietro.
Casomai il problema sarebbe se Grillo superasse il Pd. Ma non ac
cadrà. Carlo De Benedetti ha pronosticato il voto in autunno. Ha buone fonti? Chiedete a lui. Noi ci auguriamo e crediamo di poter continuare la nostra azione riformista. Ma se
non vi fanno fare le ri
forme? Noi non vogliamo tergiversare. Abbiamo avuto il mandato di fare le riforme. Nel momento in cui
non ci fossero le condizioni per farlo, sarebbe giusto dare la parola agli elettori, che potranno così
giudicare chi vuole fermare le ri
forme. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
FABRIZIO FORQUET
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4 maggio 2014
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Il Sole 24 Ore
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La partita con l' Europa. Inizia domani la due giorni del ministro dell' Economia a Bruxelles ­
Attese le nuove stime macroeconomiche della Commissione.
Squilibri e debito, Padoan prova a convincere la Ue
Dino Pesole ROMA Prima una serie di incontri
presso il segretario generale del Consiglio, in
vista dell' avvio del semestre di presidenza
italiana dell' Unione europea.
Poi la riunione pomeridiana dell' Eurogruppo. Il
ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan,
sbarca domattina a Bruxelles nel giorno in cui
la Commissione europea rende note le sue
nuove stime macroeconomiche. Passaggio
preliminare che prelude al giudizio di merito ­
in agenda il prossimo 2 giugno ­ sui documenti
programmatici appena trasmessi dal governo
(Def, Programma nazionale di riforma,
aggiornamento del programma di stabilità).
Padoan ne discuterà, seppure a livello
informale, con il vice presidente della
Commissione europea, Siim Kallas, che
svolge le funzioni di commissario agli Affari
economici, del resto già consultato a più
riprese nelle ultime settimane.
Squilibri macroeconomici eccessivi, e
traiettoria del debito pubblico che non rispetta
il percorso di rientro concordato: questi i due
punti sui quali Bruxelles attende chiarimenti in
via preliminare. Padoan ribadirà che a fronte
del «momentaneo scostamento» dall' obiettivo
di medio termine (il pareggio di bilancio in termini strutturali che slitta dal 2015 al 2016), il deficit
nominale non supererà in ogni caso il tetto massimo del 3% del Pil.
Si aprirà di certo un confronto preliminare sulle «circostanze eccezionali» invocate dal governo, a
partire dallo sblocco dell' ulteriore tranche di debiti pregressi della Pa. Operazione ­ come ribadirà
Padoan ­ autorizzata dalla stessa Commissione europea due anni fa, proprio in ragione dell' effetto
potenzialmente "espansivo" della maggiore liquidità immessa nel sistema economico. In sostanza, a
fronte del momentaneo e inevitabile incremento del debito, il governo punta a rafforzare il potenziale di
crescita dell' economia. Per ora il Pil è indicato in aumento dello 0,8% quest' anno e dell' 1,3% nel 2015,
ma si scommette sia sullo sblocco dei debiti della Pa che sull' effetto della manovra sull' Irpef appena
varata dal Governo.
La spending review «va rafforzata ed estesa» ­ ribadirà Padoan ­ ma prima di tutto dovrà convincere
Bruxelles che le coperture (giudicate in parte a rischio dal Servizio del Bilancio del Senato) alla fine
reggeranno. Aspetto decisivo, sul quale al momento la Commissione europea ha sospeso il giudizio, e
sub iudice appaiono prima di tutto le coperture una tantum, a partire dall' aumento del prelievo (ora al
26%) sulle quote rivalutate di Bankitalia, che dovranno garantire un maggior gettito di ben 1,8 miliardi.
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Chiarimenti sono attesi anche all' aumento dal 20 al 26% delle rendite finanziarie, e sugli incassi
effettivamente realizzabili a consuntivo dalla lotta all' evasione fiscale.
La vera partita il governo dovrà affrontarla con la legge di stabilità in ottobre: alla copertura a regime del
bonus Irpef (10 miliardi) andranno aggiunti gli impegni già previsti dall' ultima legge di stabilità e le
spese inderogabili. Il conto della prossima manovra autunnale salirà così ad almeno 14 miliardi, ma con
ogni probabilità l' asticella verrà collocata attorno ai 20 miliardi. E buona parte dell' operazione andrà
finanziata proprio con la spending review.
Sullo sfondo la partita politica, che andrà giocata a partire dall' autunno, per ottenere maggiore
flessibilità nei tempi di rientro dal debito. Ma su quest' aspetto per ora pare saggio un atteggiamento
ispirato alla massima cautela, in attesa dei nuovi equilibri politici che si determineranno in seguito alle
elezioni europee del 25 maggio.
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