COMUNE DI ANZOLA
Mercoledì, 01 ottobre 2014
COMUNE DI ANZOLA
Mercoledì, 01 ottobre 2014
Cronaca
01/10/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna)
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Sorbi (Udc): Il cimitero è in balia di balordi
Economia e lavoro
01/10/2014 Il Resto del Carlino Pagina 26
ARMINIO SIMONE
Mb, il cuore del paese in un' azienda «Così siamo ripartiti,...
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Pubblica amministrazione
01/10/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 2
MARZIO BARTOLONI
Treu nominato commissario Inps
01/10/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 43
GIANNI TROVATI
Spunta la proroga per i bilanci
01/10/2014 Italia Oggi Pagina 12
GIORGIO PONZIANO
Università, ricercano stipendi
01/10/2014 Italia Oggi Pagina 27
Ai comuni 5 mila beni statali
01/10/2014 Italia Oggi Pagina 29
Evasione a quota 91 mld. Tracciabilità a spron battuto
01/10/2014 Italia Oggi Pagina 38
Pagamenti p.a, registrazioni lacunose e banche lente
FRANCESCO CERISANO
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Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Cronaca
Sorbi (Udc): Il cimitero è in balia di balordi
ALLARME degrado al cimiterocomunale di
Anzola. Lo denun­cia il consigliere
provincialedell'UdcMauro Sorbi, che ha rac­
colto le proteste di alcuni cittadi­ni. «Dopo otto
giorni incalzaSorbi ­ e dopo che degli
anzolesiavevano telefonato in Comune ealla
società Virgilio (che si occupadella
manutenzione dei cimiteridi quattro Comuni
dell'Unionedi Terre d'Acqua) per avvertireche
c'erano due cancelli rimastiaperti, nessuno è
ancora interve­nuto. Da questo abbiamo
dedottoche il cimitero è sprovvisto di al­larme
ed è preda di furti e razziedi rame. Come
capitato di recen­te. Ma non finisce qui: c'è
genteche, nonostante ne sia vietato l'in­gresso,
che fa scorrazzare cani neiprati all'interno del
camposanto;animali che lasciano poi i
propribisogni. Inoltre sono state segna­late
altre persone bivaccare sem­pre nelle aree
verdi. Insomma, ilcimitero è diventato una
sorta dizona franca». Sorbi rincara: «Que­sta
situazione denota mancanzadi sensibilità di un
Comune cheattraverso la società Virgilio
haletteralmente creato la tassa sulletombedei
defunti e sugli ossari. Ilsindaco aveva promesso di inter­venire con i dovuti interverntiper rivedere
questa ingiusta gabel­la. Ma fino ad ora non è successonulla. E dire che la tassa era statachiesta per
avere unamanutenzio­ne più accurata». Sappiamo deiproblemi al nostro cimitero comu­nale del
capoluogo risponde ilvicesindaco e assessore ai lavoripubblici Loris Marchesini ­. Nonsiamo soddisfatti
del servizio diVirgilio, a cui abbiamo già chie­sto di abbassare alcune tariffe. Inbuona sostanza
chiediamoun ser­vizio migliore e più adeguato. Daparte nostra abbiamo avuto un in­contro sul tema
anche in questigiorni per arrivare presto a dellesoluzioni che soddisfino i cittadi­ni e facciano tornare la
situazionealla normalità».Pier Luigi Trombetta
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Il Resto del Carlino
Economia e lavoro
Mb, il cuore del paese in un' azienda «Così siamo
ripartiti, tutti assieme»
«Neanche un quarto d' ora di cassa integrazione, ma quanta fatica»
S i m o n e A r m i n i o S A N GIOVANNI I N
PERSICETO ( B o l o g n a ) O G G I r i d e p e r
sdrammatizzare Lucia, operaia addetta da più
di vent' anni allo stampaggio della lamiera alla
Mb srl di San Matteo della Decima, nel cuore
bolognese del sisma emiliano. Guarda, l'
orologio: è quasi mezzogiorno.
«A quest' ora eravamo già schizzati fuori e qui
dentro era venuto giù l' inferno. Non crollò
nulla.
Ma calcinacci, sì, e utensili scaraventati a terra
e noi tutte immobili per la paura».
Usa il femminile perché alla Mb, più di
quarant' anni di esperienza nella lavorazione
delle lamiere, la metà dei trenta dipendenti è
donna. Tutti di San Giovanni in Persiceto,
Crevalcore e i comuni limitrofi, ovvero quelli
che il 29 maggio 2012 finirono nell' occhio del
terremoto. Qui, da sempre, non esistono
padroni e operai. Lo si legge negli occhi di
Giancarlo Bottazzi, 68 anni, di cui 43 passati
da titolare d' impresa. Ed è un messaggio che
passa chiaro quando gli si chiede se, davanti a
quel disastro, abbia avuto voglia di lasciar
perdere. «Tutta questa gente ­ dice ­ io la saluto al pomeriggio e la rivedo la sera al bar. Conosco i loro
figli, i mariti e le mogli, so che vita fanno. Terremoto o no, come facevo a chiudere? Qui o si soccombe o
si va avanti, tutti assieme». E ovviamente si è andati avanti. Oggi il tetto dello stabilimento in via dell'
Industria è di nuovo al suo posto, le due strutture della Mb sono a norma e gli affari sono ricominciati a
girare.
BOTTAZZI si lascia andare: «Quel minuto di scosse è stato il momento peggiore della mia vita
lavorativa. Il motivo? Le telefonate...».
Neanche il tempo di uscire in strada e riprendersi dalla paura, che il suo cellulare ha cominciato a
squillare. «Erano i clienti. Mi chiedevano come stavamo e, subito dopo, se saremmo riusciti a rispettare
le consegne. Così Bottazzi e i suoi due soci, Ezio Ferriani e Marco Veronesi, già dal pomeriggio, hanno
ricominciato a lavorare nel capannone che aveva retto meglio all' urto. Ma ovviamente non sarebbe
bastato. «I vigili del fuoco mi hanno vietato di entrare nello stabilimento più importante. Subito dopo
sono stato io ad attaccarmi al telefono». Bisognava trovare, e in fretta, qualcuno che ospitasse la
produzione. C' è stato qualche no e poi, finalmente, un sì, da parte della Malenotti, un' azienda
meccanica 'amica' di Calderara di Reno. Così, per mezzo anno, è cominciata la diaspora dei
dipendenti.
«OGNI mattina ? racconta un' operaia, i capelli lisci e neri e gli occhi altrettanto ? arrivavamo in fabbrica
per scoprire dove saremmo andati a lavorare. Sono stati «momenti duri», da maggio a fine anno,
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Il Resto del Carlino
Economia e lavoro
quando finalmente lo stabilimento terremotato ha riaperto i battenti. Oggi Bottazzi ne accarezza le travi
come fossero figli. Progetta di allargarsi, spiega: «Qui, dove prima ammassavamo gli attrezzi, verrà una
nuova catena di lavorazione». Perché, è il caso di dirlo piano, ma il terremoto ormai è un taglio nella
memoria e gli affari sono ripartiti a gonfie vele. Tira un respiro di sollievo l' imprenditore. Ringrazia, nell'
ordine, «il Comune, la Cna e i miei dipendenti», ai quali, sottolinea con orgoglio «non ho fatto fare
neppure un quarto d' ora di cassa integrazione, nemmeno nei giorni più bui». Così come «non è saltata
una sola commessa». E se non avesse trovato la solidarietà di quell' azienda di Calderara? Bottazzi
sorride: «Vede lo spiazzo qui fuori? Avrei lavorato anche lì».
(4 ­ continua)
ARMINIO SIMONE
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Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
Previdenza. La priorità è l' attuazione del piano 2014­2016 che deve portare a regime l'
incorporazione di Inpdap ed Enpals.
Treu nominato commissario Inps
Marzio Bartoloni Il Governo ha scelto Tiziano
Treu, l' uomo che ha firmato le principali
riforme del lavoro e delle pensioni in Italia
negli anni Novanta, per guidare l' Inps.
Lo farà subito da commissario e quasi
sicuramente tra qualche mese ­ dopo il
previsto parere delle commissioni
parlamentari ­ da presidente.
Ieri è scaduto infatti il mandato del
commissario Vittorio Conti scelto dal Governo
Letta per traghettare l' istituto dopo le
burrascose dimissioni di Mastrapasqua a
febbraio e per dare tempo al Parlamento di
varare in 6 mesi la nuova governance che però
non è mai arrivata. Ora la scelta di Palazzo
Chigi è caduta su Treu ­ 75 anni (età che
secondo il decreto Madia gli vieterebbe di
avere incarichi di vertice) ­ che nella sostanza
dovrà proseguire e completare il lavoro
avviato da Conti. A partire dall' attuazione del
piano industriale 2014­2016 che tra le altre
cose dovrebbe portare a regime le
incorporazioni di Inpdap ed Enpals, puntando
tra le altre cose sulla razionalizzazione delle
sedi territoriali e delle agenzie con l'
azzeramento entro il triennio delle spese per
affitto, con un risparmio di 100 milioni. Solo un assaggio, questo, rispetto al piatto principale della
spending review che potrebbe intervenire ancora con altri tagli che a questo punto si aggiungerebbero
a quelli in applicazione della vecchia spending review (Dl 95/2012) e dei precedenti tagli lineari per
515,7 milioni di euro in tutto. Una scure difficile da gestire che potrebbe mettere a rischio i servizi, come
già aveva avvertito l' uscente commissario Conti che nei mesi scorsi aveva parlato di «situazione limite»
nella quale non ci sarebbero «ulteriori margini» per tagli alla spesa e al personale «senza incidere sui
livelli di servizio per la cittadinanza». Sul fronte dei conti complessivi l' Istituto dopo la misura, introdotta
con la Legge di stabilità 2014, che ha di fatto azzerato il disavanzo patrimoniale ereditato con l'
incorporazione dell' Inpdap rinominando le anticipazioni dello Stato in trasferimento, ha visto calare di
quasi 4 miliardi il suo conto economico, con un disavanzo ora previsto di 8 miliardi.
Nel dettaglio ­ secondo l' ultima variazione al bilancio di previsione 2014 ­ la gestione finanziaria di
competenza presenta un risultato negativo di 8,3 miliardi, come differenza fra 402 miliardi di
accertamenti e 410,3 miliardi di impegni, con un miglioramento di 3,6 miliardi rispetto alle previsioni di
bilancio originarie per quest' anno che presentava un disavanzo appunto di 12 miliardi.
Per Treu, giuslavorista più volte ministro del Lavoro e soprattutto padre della riforma delle pensioni del
1995 (era ministro del Lavoro del Governo Dini) che ha introdotto il metodo di calcolo contributivo, si
tratta di una sfida non da poco.
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Il Sole 24 Ore
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Pubblica amministrazione
Soprattutto se toccherà a lui accompagnare l' Inps verso la nuova governance degli istituti previdenziali
che 8 mesi fa, dopo le inchieste che avevano investito Mastropasqua, sembrava una priorità assoluta.
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Il Sole 24 Ore
Pubblica amministrazione
Enti locali. Niente approvazione nel Consiglio dei ministri di ieri ­ Incognita sulla riapertura dei
termini per la Tasi.
Spunta la proroga per i bilanci
Si lavora allo slittamento al 30 novembre, che sposta anche le scadenze Imu.
Gianni Trovati MILANO La prospettiva punta al
«superamento progressivo del Patto d i
stabilità» dal 2015, come spiega il ministro
dell' Economia Pier Carlo Padoan, ma il
presente è ricchissimo di incognite. La finanza
locale vive sempre di più questa doppia
dimensione, e dal Consiglio dei ministri di ieri
(si veda anche pagina 2) arrivano nuove
conferme.
Per provare a sciogliere qualche nodo del
presente, il Governo ha lavorato tra lunedì e
ieri a un decreto che non ha trovato spazio
nella riunione di ieri, ma potrebbe rispuntare a
breve. Nel cantiere del provvedimento è finita
l' ennesima proroga dei termini per i preventivi
locali, di cui si ipotizza uno spostamento al 30
novembre (come nel 2013), una riduzione
delle sanzioni a carico dei Comuni che non
hanno rispettato il Patto e un allentamento (da
100 milioni di euro) dei tagli alle Province.
A motivare il rinvio, come sempre gli
argomenti non mancano.
Molti dei 652 Comuni che non hanno fatto in
tempo a pubblicare le delibere Tasi chiedono
di riaprire i termini, permettendo almeno un
pagamento in unica soluzione al 16 dicembre
calcolato sulle aliquote locali e non sullo standard dell' 1 per mille. La proroga, poi, potrebbe dare
tempo fino al 30 novembre per le decisioni sull' Imu, mentre ancora non sono finiti in «Gazzetta
Ufficiale» i provvedimenti (già diffusi in bozza, però, dal Viminale; si veda «Il Sole 24 Ore» del 20
settembre) che compensano i Comuni del mancato gettito sui fabbricati rurali strumentali (110,7 milioni
di euro) e completano i rimborsi per l' abolizione dell' imposta 2013 sull' abitazione principale (348,5
milioni). Su quest' ultimo versante, peraltro, gli enti che in base alle stime definitive hanno già ricevuto
"troppo" dovrebbero destinare le somme eccedenti alla riduzione della pressione fiscale 2014, mossa
impossibile con i preventivi già chiusi. Più in generale, in molti casi i numeri dei rimborsi diffusi dal
Governo sono diversi da quelli elaborati dai singoli Comuni, che quindi hanno costruito preventivi
fondati su basi rivelatesi scorrette e ora chiedono di poter coprire i "buchi".
Quest' anno, però, la situazione è ancora più intricata del solito. Un "semplice" rinvio dei bilanci non
permetterebbe infatti di correggere i preventivi già approvati, perché l' obbligo di riequilibrio entro il 30
settembre è stato confermato e dopo questo passaggio i bilanci diventano intoccabili (articolo 193 del
Tuel). Riaprire i giochi dell' Imu fino al 30 novembre, poi, imporrebbe di far slittare nuovamente anche i
termini di invio alle Finanze (21 ottobre) e di pubblicazione (28 ottobre) delle delibere, come accaduto l'
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Il Sole 24 Ore
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Pubblica amministrazione
anno scorso quando solo cinque giorni lavorativi hanno separato la scadenza della pubblicazione dall'
obbligo di pagamento del saldo. Fare tutto questo con un provvedimento che a questo punto dovrebbe
riaprire termini già scaduti non è semplice, ma nel mondo della finanza locale tutto è possibile: più facile
appare invece il ripristino del tetto alle sanzioni (3% delle entrate correnti) ai Comuni che hanno sforato
il Patto 2013, estendendo a tutti il salva­Venezia (giusto ieri è stato diffuso il decreto con la sanzione da
17,3 milioni al capoluogo veneto).
Le speranze per il futuro, invece, sono affidate alla riforma della contabilità, che oltre a portare risparmi
da 2­3 miliardi grazie al fondo crediti a garanzia delle mancate riscossioni (si veda «Il Sole 24 Ore» del
26 settembre) imporrà a Comuni, Province e Regioni una nuova forma di pareggio di bilancio. Gli enti
che stanno già sperimentando la nuova contabilità, come spiega in una nota l' Economia, dovranno
calcolare i tetti di spesa di personale sulla base di un triennio "artificiale", contando due volte il 2011 e
una volta il 2013, anziché con il classico 2011­2013 a causa delle novità nell' imputazione delle spese
imposte dalla riforma.
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GIANNI TROVATI
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Italia Oggi
Pubblica amministrazione
Tagliano dappertutto salvo che sulle indennità e le prebende delle strutture di vertice.
Università, ricercano stipendi
Padova: un milione e 200 mila per gli organi di ateneo.
A dieta. Sono stati messi i Comuni, le
Province, le Regioni (fino a un certo punto), i
ministeri (ma si attendono i dati). Però non c' è
solo la politica. La finanza pubblica sostiene,
per esempio, le università. Raramente s' è
guardato dentro la pentola degli atenei. Anzi,
quando sono stati oggetto di tagli (lineari) s' è
levato un coro di protesta: penalizzati gli
studenti, in fuga i ricercatori, i professori
impossibilitati a insegnare. Ma nessuno che
abbia preso il pallottoliere.
Anche i molti editorialisti dei grandi giornali,
che tutti i giorni lanciano (giustamente) j'
accuse contro gli sprechi e la necessità che la
finanza pubblica sia meglio indirizzata, mai
hanno speso una riga per porre interrogativi
sui conti delle università. Ovvio, molti di loro
sono docenti universitari e fanno parte di una
casta che attacca le altre ma aborrisce gli
esami di coscienza.
Ad alzare il coperchio sono alcuni sindacati
(Cisl, Cisal, Confsal) dell' università di Padova,
che fanno un po' di conti in casa loro ma
assicurano che, pure negli altri atenei d' Italia,
l' andazzo è, più o meno, il medesimo.
Nel 2013 l' ateneo padovano ha speso 1
milione e 100 mila euro (sì, avete letto bene)
per gli organi di ateneo. Gli stessi organi che
hanno gridato allo scandalo, in passato, per la limatura dei fondi che lo Stato destina al sistema
universitario. Si potrà discutere su questi tagli, certo vi è un problema di dove finiscono i fondi, nel caso
di Padova sembra che una cifra per nulla irrisoria prenda una strada che non è quella dell'
ammodernamento tecnologico delle aule, del potenziamento delle biblioteche, del sostegno agli
studenti.
«Gli assurdi costi dei gettoni di presenza per la partecipazione agli organi di ateneo (Senato
Accademico e Consiglio di Amministrazione) e delle indennità di carica per rettore, prorettori, delegati,
direttori­ scrivono i sindacati meriterebbero qualche sforbiciata».
Continua il documento, che a Padova è stato un fulmine a ciel sereno: «Dopo lunga insistenza il rettore
ha finalmente deciso di pubblicare il valore della sua indennità: 96.542,95 euro, che si sommano al suo
stipendio da docente. Il totale supera i 200.000 euro annui. Non è dato sapere ancora il compenso del
prorettore vicario.
Sono spese non più accettabili sul piano etico anche alla luce dei lamentati tagli alle università e, più in
generale, alla luce anche delle difficoltà del Paese».
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Italia Oggi
Pubblica amministrazione
Se moltiplichiamo il milione di euro per il numero degli atenei italiani il risultato è un gruzzolo niente
male che se ne va per mantenere un apparato spesso burocratico anziché venire destinato alla
didattica. A Padova hanno gettato il sasso nello stagno.
E la richiesta mira pure a ottenere più trasparenza perché «assistiamo ­affermano i sindacati­ alla
spartizione dei posti di personale docente e tecnico­amministrativo, alla scelta di «esperti» più o meno
amici del potente di turno; al ricorso ancora massiccio ad incarichi esterni anche in presenza di
competenze interne; alla nomina di una inutile pletora di prorettori».
Conclusione? Più trasparenza. E una proposta: «Chiediamo che le sedute del Senato Accademico e del
Consiglio di Amministrazione vengano trasmesse in streaming audio­video, come avviene in altri enti
pubblici, in modo che tutta la comunità accademica e la cittadinanza possano assistere, conoscere ed
interagire». Partirà da Padova un' operazione­chiarezza sui meccanismi di gestione delle università? In
molte aziende pubbliche s' è proceduto a una cura dimagrante degli organismi di vertice.
Non è ipotizzabile lo stesso provvedimento per gli atenei, prevedendo organi più agili e meno costosi?
Un altro «caso» è quello di Pisa, sollevato dalle organizzazioni degli studenti. E' stato deciso un taglio
del 20% del bilancio ma, secondo gli studenti, la spending review non ha neppure sfiorato gli organi di
governo, che anzi sono andati in direzione opposta.
Una delibera ha deciso quasi il raddoppio dell' indennità del rettore, passata a 95 mila euro l' anno (da
sommare allo stipendio da docente), e del prorettore (che oggi riceve 38 mila euro). Ma addirittura il
gettone di presenza per ogni riunione del consiglio d' amministrazione è aumentato da 200 a 500 euro.
Con tanti saluti alla razionalizzazione e al risparmio.
La delibera ha avuto il voto contrario del rappresentante degli studenti. «L' aumento ­ scrivono gli
studenti di Sinistra Per ­ è motivo di forte criticità in particolare per le cariche monocratiche.
Comprendiamo l' aumento di impegno e della responsabilità individuale, ma continuiamo a ritenere
inopportuno, in un momento di crisi e di tagli all' università e a tutte le amministrazioni pubbliche,
aumentare le singole retribuzioni, soprattutto se pensiamo che i principali beneficiari saranno docenti
ordinari che percepiscono già, in moltissimi casi, oltre 100 mila euro all' anno».
Attraverso l' ufficio stampa, l' università pisana ha fatto sapere: «L' aumento delle indennità è il frutto di
una manovra più complessa.
L' ateneo è stato riorganizzato secondo la riforma Gelmini, con un risparmio fino al 20% del bilancio. Ma
il carico di lavoro di rettore, prorettore e direttori è aumentato».
Delle università incomincia a interessarsi anche la Corte dei conti, che nello spulciare i bilanci passati
dell' ateneo di Siena ha scoperto 360 chili di aragoste e gamberoni siciliani comprati su ordine di un ex
rettore per un totale di 21.500 euro. Il motivo? A detta del docente, servivano per alcuni esperimenti di
biologia marina. Una tesi che non ha convinto i magistrati contabili che già da tempo stanno lavorando
sui pesanti conti in rosso dell' ateneo: sembra che tre anni fa il deficit fosse arrivato a 250 milioni.
Al vaglio della corte ci sono ora altri atenei. Intanto quello di Verona ha deciso un piccolo investimento:
la stampa di un nuovo libretto personale che prevede la possibilità, per lo studente, di indicare, alla
voce, sesso: Alias.
È destinato agli studenti in procinto di cambiare sesso e che, secondo l' università, si sentirebbero
imbarazzati a dovere scegliere tra le due canoniche categorie di maschi o femmine.
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Italia Oggi
Pubblica amministrazione
I primi dati sul rilancio del federalismo demaniale avviato dal decreto del Fare (dl 69/2013)
Ai comuni 5 mila beni statali
Già trasferiti 732 immobili, per gli altri serve l' ok degli enti.
Meglio tardi che mai.
Dopo anni di stand­by il federalismo
demaniale inizia a produrre i primi frutti con
circa 4.700 immobili pronti a passare dallo
stato a regioni, province, comuni e città
metropolitane e 732 già trasferiti.
Nel complesso sono stati 5.497 i pareri positivi
dati dall' Agenzia del demanio alle domande
degli enti che ora sono chiamati con delibera
consiliare a confermare l' interesse per gli
immobili richiesti e ad acquisirli al proprio
patrimonio. A fare il punto sui risultati dell'
operazione di rilancio del federalismo
demaniale avviata dal governo Letta col
cosiddetto «decreto del Fare» (art. 56­bis del
dl n. 69/2013) è stata la stessa Agenzia al cui
timone sta per insediarsi l' ex sottosegretario
all' istruzione Roberto Reggi.
Il dl 69, dopo anni di naftalina, ha riportato in
auge uno dei cavalli di battaglia del
federalismo fiscale e ha assegnato agli enti
locali una finestra temporale di tre mesi (dal 1°
settembre al 30° novembre 2013) per inviare
le richieste, specificando le finalità di utilizzo e
le eventuali risorse finanziarie da destinare.
Per agevolare le domande di trasferimento da
parte degli enti locali, dal 1° settembre 2013, l'
Agenzia del demanio ha messo a disposizione
sul proprio sito internet un applicativo per effettuare in via telematica tutte le attività necessarie a
richiedere il trasferimento dei beni.
Complessivamente, al 26 settembre 2014, le istanze giunte dai territori sono state 9.367 a cui il
Demanio ha risposto sì in 5.497 casi. Le domande respinte sono state invece 3.540. E le ragioni sono
state molteplici. L' art. 56­bis esclude infatti dal trasferimento gli immobili ancora in uso da parte delle
pubbliche amministrazioni o quelli per cui sia già in corso un' operazione di valorizzazione o
dismissione.
Ma anche chi ha ricevuto il no del Demanio può ancora sperare perché la legge dà agli enti 30 giorni di
tempo per inoltrare le richieste di riesame. All' appello mancano, infine, 330 domande, particolarmente
complesse, su cui i pareri dell' Agenzia sono ancora in corso di definizione.
In caso di parere favorevole, il decreto del Fare prevede che, svolte le necessarie attività tecnico­
amministrative e acquisita la delibera con la quale l' ente conferma la volontà di entrare in possesso del
bene, il procedimento si concluda con l' emissione da parte dell' Agenzia del demanio del
provvedimento di trasferimento della proprietà a titolo gratuito.
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Italia Oggi
Pubblica amministrazione
La regione con il maggior numero di richieste (si veda la tabella in pagina) è stata la Lombardia (1.033),
seguita dal Veneto (979) e dall' Emilia­Romagna (961).
Al Centro la maggior parte delle richieste si è concentrata nel Lazio (933); mentre al Sud le regioni con
più istanze sono la Campania (791) e la Calabria (764).
Il Demanio monitorerà l' uso che gli enti stanno facendo dei beni trasferiti. Trascorsi tre anni dal
passaggio di proprietà, se dovesse risultare lo stato di non utilizzo da parte delle amministrazioni locali,
gli immobili ritorneranno nella proprietà dello stato.
Se non vorranno o non potranno (per mancanza di risorse) valorizzare gli immobili ricevuti dal
Demanio, gli enti locali potranno sempre venderli o cederli a fondi immobiliari (affinché li gestiscano) e
utilizzare le risorse ricavate per ridurre il debito.
Parte di queste risorse sarà destinata al Fondo per l' ammortamento dei titoli di stato a cui confluirà
anche il 10% delle risorse nette derivanti dall' alienazione dell' originario patrimonio immobiliare
disponibile degli enti territoriali, salvo che, prevede la legge, «una percentuale uguale o maggiore non
sia destinata per legge alla riduzione del debito dell' ente».
FRANCESCO CERISANO
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Italia Oggi
Pubblica amministrazione
il rapporto del ministro padoan punta su fatturazione elettronica e corrispettivi telematici.
Evasione a quota 91 mld. Tracciabilità a spron
battuto
Novantuno miliardi di imposte sottratte a
tassazione, pari al 7 per cento del Pil. La
strada per recuperarli ed evitare l' evasione:
adozione generalizzata degli strumenti della
fatturazione elettronica e della trasmissione
telematica dei corrispettivi, insieme al più
generale potenziamento della tracciabilità
delle transazioni. E' quanto emerge dal
Rapporto sulla realizzazione delle strategie di
contrasto all' evasione fiscale, sui risultati
conseguiti nel 2013 e nell' anno in corso,
nonché su quelli attesi, con riferimento sia al
recupero del gettito derivante dall'
accertamento dell' evasione che a quello
attribuibile alla maggiore propensione all'
adempimento da parte dei contribuenti,
presentato ieri in consiglio dei ministri dal
ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan. Il
Rapporto è previsto dal decreto legge n. 66
"Misure urgenti per la competitività e la
giustizia sociale" di quest' anno, recentemente
convertito in legge e per la prima volta viene
predisposto e presentato al Parlamento. Sulla
base degli indirizzi che su di esso
esprimeranno le Camere il Governo definirà
successivamente un programma di misure
ulteriori e di interventi, al fine di implementare
l' azione di contrasto all' evasione fiscale.
Intanto, il comunicato diffuso ieri in tarda serata alla fine della riunione dell' esecutivo, sintetizza già
alcune ricette individuate dal governo per la lotta all' evasione: una sinergia operativa delle diverse
"anime" dell' amministrazione fiscale; l' utilizzo sinergico delle banche dati; la diffusione degli strumenti
di pagamento tracciabili, della fatturazione elettronica, della trasmissione telematica dei corrispettivi;
una maggiore educazione fiscale.
DECRETI ATTUATIVI Il ministro per le Riforme costituzionali, Maria Elena Boschi, ha fornito al governo
il consueto aggiornamento sullo stato di attuazione del programma. Lo stock dei decreti riferiti ai governi
Monti e Letta è sceso da 516 a 473. Dal Consiglio del 19 settembre sono stati complessivamente
adottati 34 decreti, mentre altri 17 sono da ritenersi superati da normative successive. Sono stati
pubblicati ieri sul sito dell' Ufficio per il programma di Governo gli elenchi dei decreti adottati in
attuazione degli atti normativi riferiti ai Governi Monti e Letta.
ORDINE EUROPEO DI PROTEZIONE Via libera a unno schema di decreto legislativo di attuazione
della direttiva europea sull' ordine di protezione europeo, finalizzato a un effettivo rafforzamento della
tutela dei diritti delle vittime di reato, in particolare a conferire un' efficace tutela ed evitare la
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commissione di fatti potenzialmente lesivi di diritti assoluti della persona, anche nei casi in cui la vittima
stessa si trasferisca al di fuori del territorio nazionale e verso un altro Stato membro. Lo schema di
decreto legislativo verrà trasmesso alle Commissioni parlamentari di merito per il parere previsto.
CONTRATTO COLLETTIVO NEL SETTORE ISTRUZIONE Il consiglio ha autorizzato il ministro per la
Semplificazione e la pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, ad esprimere il parere favorevole del
governo sull' ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro per il riconoscimento di una speciale
indennità ai direttori dei servizi generali ed amministrativi delle istituzioni scolastiche (Dsga). L' ipotesi
di contratto riconosce, per gli anni scolastici 2012­2013 e 2013­2014, un' indennità accessoria ai direttori
che abbiano ricoperto (o coprano nel restante periodo su cui interviene il Ccnl) posti assegnati in
comune con più istituzioni scolastiche, in conseguenza delle misure di razionalizzazione della rete
scolastica prevista dall' articolo 19 del dl 98/2011. L' intervento contrattuale è finanziato con il 10% dei
risparmi ottenuti tramite le misure di razionalizzazione delle sedi scolastiche previste dalla predetta
norma. Approvato anche il decreto presidenziale che autorizza il ministero dell' Istruzione ad assumere
a tempo indeterminato, per l' anno accademico 2013/2014, 23 unità di direttore di ragioneria e di
biblioteca e 3 unità di collaboratore, nonché a trattenere in servizio 3 coadiutori e 1 assistente
amministrativo e, per l' anno accademico 2014/2015, 10 unità di direttore di ragioneria e di biblioteca e 3
unità nel profilo di collaboratore, a norma dell' articolo 39, commi 3 e 3­bis, della legge 27 dicembre
1997, n. 449.
NOMINA DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO PER L' INPS Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti,
ha informato il consiglio di aver nominato Tiziano Treu Commissario straordinario per l' Istituto
nazionale della previdenza sociale (Inps) in attesa che inizi il procedimento per la nomina del nuovo
presidente.
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Focus del segretario di Aniem Abruzzo sul protocollo per pagare le imprese.
Pagamenti p.a, registrazioni lacunose e banche
lente
Il segretario regionale di Aniem Abruzzo,
Ernesto Petricca, commenta il protocollo dei
pagamenti della pubblica amministrazione
sottoscritto anche da Aniem Domanda. Perché
è uno strumento importante per le aziende?
R. In questo momento di grave crisi è una
delle questioni chiave: l' attivazione della
piattaforma dei pagamenti è sicuramente un
passo in avanti per cercare di mettere in moto
il fondamentale circolo virtuoso tra incassi e
pagamenti.
Inoltre, apprezziamo la trasparenza su cui si
basa il meccanismo procedurale, nel rispetto
del principio del riconoscimento ufficiale di un
debito­credito che possa valere come titolo
esecutivo.
D. La registrazione dei crediti scade il 31
ottobre. A che punto sono le aziende?
R. Sicuramente lo spostamento della
scadenza al 31 ottobre ha garantito un tempo
utile per le aziende nell' iscrizione dei propri
crediti. Inoltre, sottolineerei l' impegno delle
associazioni datoriali come Aniem con una
intensa attività informativa e formativa e nell'
assistere i nostri imprenditori nell' esecuzione
della registrazione. Le aziende da noi
rappresentate sono quasi tutte iscritte sulla
piattaforma anche se per diversi motivi questa non garantisce ancora la celerità e in alcuni casi il
pagamento del credito della p.a.
D. Sono emerse criticità in questo percorso di certificazione? Se si quali?
R. Qualche criticità bisogna rilevarla, non sulle questioni meramente tecniche relative alla registrazione,
anzi un plauso va a chi ha pensato e realizzato il percorso di registrazione e di processo per l' incasso
di questi crediti.
Altra cosa, è la pratica, dove registriamo difficoltà di varia natura. In particolare, va sottolineata la
difficoltà nella registrazione, in qualità di ente pubblico debitore, di alcuni enti cosiddetti strumentali.
Alcuni di essi, pur essendo ente di derivazione pubblica con soci pubblici, con gestione pubblica
sottoposti al cosiddetto «controllo analogo» non sono registrati sulla piattaforma e in alcuni casi non si
comprendono le motivazioni. D' altronde, la legislazione nazionale ha creato dalla fine degli anni 90
momenti giuridici un po' confusionari sul riconoscimento della natura giuridica di alcuni enti (le ex
municipalizzate), tant' è che società di natura pubblica e dello stesso settore in alcuni casi si registrano,
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in altri no.
Ciò crea confusione tra gli imprenditori e gravi incertezze operative.
Rileviamo proprio sulla nostra provincia di Pescara un esempio di questa confusione in una società
cosiddetta «in house» come l' Aca (azienda consortile acquedottistica) una spa che annovera solo soci
pubblici (comuni), dove si esercita il «controllo analogo», che è gestita sia nell' assegnazione dei lavori
che nella conduzione del personale con chiari meccanismi di natura pubblica, ma che di fronte ad una
situazione di grave crisi economica e finanziaria ha deciso di intraprendere la strada del concordato
preventivo che rientra nelle procedure del diritto fallimentare e quindi delle società private. Di queste
situazioni, oserei dire imbarazzanti, in Italia ce ne sono diverse generando e alimentando lo sconforto di
imprenditori che non sanno come comportarsi.
Altra annosa questione che si registra sul nostro territorio, ma condiviso anche da colleghi di altre zone
d' Italia, è una particolare «disattenzione» delle banche nell' attivare velocemente e in alcuni casi
addirittura nel riconoscere la possibilità di anticipare il credito pro soluto alle aziende, per poi
recuperare, ricordiamolo, quanto anticipato dalla cassa depositi e prestiti. Proprio in queste settimane,
abbiamo aperto un confronto con alcune banche per capire perché ci siano alcune resistenze, se è solo
una questione di meccanismi da mettere a punto o se le stesse banche non si sentono tutelate da questi
processi.
Insomma diverse cose vanno registrate meglio, diciamo che la macchina ancora non parte. Ma il vero
problema è trovare ancora chi è disposto a guidarla questa macchina perché i nostri imprenditori sono
esausti, o meglio parafrasando il titolo di un noto film di Almodovar «sull' orlo di una crisi di nervi».
D. Se e quali sono le richieste verso il Mef per migliorare, sviluppare o integrare il protocollo?
R. Viene facile dire in base alle precedenti constatazioni che bisogna agire con tempestività di fronte a
situazione ritenute non chiare, nella sostanza quando gli enti sono pubblici e quando privati. Seguendo l'
esempio precedente l' Aca spa di Pescara è pubblica o privata? E sollecitare di nuovo le banche ad
essere celeri nelle risposte da dare alle aziende. Consideri che ormai la vita finanziaria di una Pmi si
gioca sui giorni di pagamento dei clienti siano essi pubblici o privati. A volte un ritardo anche di qualche
giorno può scatenare una serie di conseguenze a catena inimmaginabili, che nei casi più delicati può
portare al fallimento!
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