COMUNE DI ANZOLA Martedì, 05 agosto 2014 Martedì, 05 agosto 2014 Politica locale 05/08/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 9 ZANCHI ANDREA «Pd, il futuro è solo metropolitano» 05/08/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 15 1 3 Camion di Hera per un giorno in un fosso 05/08/2014 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 15 4 Un sito internet per valorizzare i parchi naturali Pubblica amministrazione 05/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 1 5 Se la politica industriale significa Pa più efficiente 05/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 2 7 Padoan: occorre evitare la manovra 05/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 2 GIANNI TROVATI Spa locali, fusioni incentivate e chiusure 05/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 3 11 Nella Pa in 240mila verso l' uscita 05/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 3 DAVIDE COLOMBO Pensioni, salta «quota 96» per i docenti 05/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 6 GIORGIO SANTILLI Patto di stabilità Le Regioni diano... 05/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 29 GIANNI TROVATI Comuni, via ai tagli con «tetto» al 20% 05/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 29 FRANCESCA MILANO Valido il tirocinio professionale svolto in uno Stato della Ue 05/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 31 FRANCO ADRIANO E EMILIO GIOVENTÙ Mai più senatori stipendiati a vita 05/08/2014 Italia Oggi Pagina 28 ANTONIO G. PALADINO Il ritorno al full time non incide sul Patto 05/08/2014 Italia Oggi Pagina 28 LUIGI OLIVERI Pensioni p.a., Madia ci ripensa 05/08/2014 Italia Oggi Pagina 33 ALESSANDRA RICCIARDI Il gran pasticcio delle pensioni 05/08/2014 Italia Oggi Pagina 33 ALESSANDRA RICCIARDI Pagliari (Pd): il governo chiarisca Così si getta discredito sulla... 05/08/2014 Italia Oggi Pagina 37 Educazione permanente flop 15 17 20 22 Poletti: fondo rischi per le Casse 05/08/2014 Italia Oggi Pagina 4 13 18 Imu e Tasi, spunta l' ipotesi del modello F24 a domicilio 05/08/2014 Il Sole 24 Ore Pagina 29 9 GIORGIO CANDELORO 24 27 29 31 33 34 5 agosto 2014 Pagina 9 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Politica locale LA PROPOSTA AMMINISTRATORI E DIRIGENTI PER CAMBIARE IL PARTITO, ETÀ MEDIA 3040 ANNI. «Pd, il futuro è solo metropolitano» Fusione con Imola e un nome per la nuova segreteria: ecco i ?+Dem' di ANDREA ZANCHI UN PD che esca dai confini territoriali per diventare davvero metropolitano, come la città che nascerà dal 1° gennaio 2015. E che sappia interpretare sul territorio la «spinta del cambiamento portata avanti da Matteo Renzi». Sono questi i traguardi a cui punta ?+Dem', la nuova area del partito che conta già sul sostegno di circa 60 amministratori democratici di Bologna e provincia. Ma non chiamatela corrente (anche se l' imprimatur renziano è evidente), perché, come sottolinea il consigliere comunale Benedetto Zacchiroli, tra i promotori dell' iniziativa, «le correnti dividono e noi siamo uniti solo dai contenuti». LA PROPOSTA politica dei ?+Dem' alcuni dei quali, più di un anno fa, lanciarono l' iniziativa ?#ResetPd' dopo l' affossamento di Prodi al Quirinale parte da un manifesto di 12 punti e da due sfide di non poco conto. La prima è il superamento del dualismo di federazione nell' area metropolitana, attraverso la fusione tra il Pd di Bologna e quello di Imola. La seconda, invece, è la corsa alla segreteria provinciale che si aprirà qualora il segretario in carica, Raffaele Donini, dovesse lasciare via Rivani in caso di elezione all' Assemblea Legislativa regionale. Per la segreteria provinciale, l' idea dell' area ?+Dem' non è tanto quella di appoggiare un candidato, «ma di fare una nostra proposta», ha detto l' assessore comunale Matteo Lepore, tra i promotori dell' iniziativa insieme con il collega di giunta Luca Rizzo Nervo. Tra gli altri ?fondatori' ci sono anche la senatrice Francesca Puglisi, il vice segretario provinciale Simone Gamberini, Marco Lombardo (segreteria provinciale), Saverio Vecchia (direzione del Pd bolognese), Manuela Marsano (assemblea Pd) e diversi sindaci della provincia: Isabella Conti (San Lazzaro), Renato Mazzuca (San Giovanni in Persiceto) e Stefano Mazzetti (Sasso Marconi). Di peso anche le prime adesioni: gli assessori comunali Andrea Colombo e Nadia Monti e i primi cittadini di Casalecchio (Massimo Bosso) e Valsamoggia (Daniele Ruscigno). Tratto comune: l' esperienza amministrativa e l' età, essendo tutti tra i 30 e i 40 anni. IL PRIMO banco di prova della nuova area sarà portare i propri temi (diritti civili, sanità, ambiente, sviluppo economico senza più dipendere solo dalle grandi opere) dentro il Pd, a partire dalle Regionali. I ?+Dem' non appoggeranno in modo compatto un unico candidato nel dopo Errani, ma sottoporranno il loro programma ad ogni candidato, dando fiducia «a chi saprà affrontare senza ambiguità, ipocrisie e tentennamenti il cambiamento di cui abbiamo bisogno», perché «non siamo nati sulla base delle Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 1 5 agosto 2014 Pagina 9 < Segue Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Politica locale prossime scadenze elettorali». Il documento con i 12 punti (condiviso nei contenuti anche dal deputato modenese Matteo Richetti) sarà illustrato durante la prossima Festa dell' Unità provinciale, come concordato con Donini, e verrà inviato a tutti gli iscritti di Bologna e Imola. ZANCHI ANDREA Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 2 5 agosto 2014 Pagina 15 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Politica locale PERSICETO. Camion di Hera per un giorno in un fosso UN CAMION della raccolta dei rifiuti di Hera è finito nel fossato di via Budrie, strada che collega San Giovanni in Persiceto alla frazione de Le Budrie senza conseguenze per l' autista. L' incidente si è verificato ieri mattina presto, ma il mezzo pesante, che procedeva in direzione della frazione, è rimasto nel fossato praticamente tutto il giorno anche perché è intervenuto un carro gru per riportarlo in carreggiata ma durante le operazioni di rimozione si è rotto un pezzo del braccio meccanico. Rottura che ha causato una ampia perdita di olio sull' asfalto e qualche disagio alla circolazione. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 3 5 agosto 2014 Pagina 15 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Politica locale PERSICETO PROMOZIONE AMBIENTALE. Un sito internet per valorizzare i parchi naturali WWW.NATURADIPIANURA.IT' : i parchi naturali ora anche in punta di mouse. E' il nuovissimo sito internet che illustra le aree naturalistiche delle pianure bolognese e modenese raggruppate sotto il nome di ? Natura di pianura'. Che è nato grazie all' impegno di ben 19 comuni, tra cui San Giovanni i n Persiceto, riunitisi attraverso la convenzione ?Giapp? (Gestione integrata delle aree protette della pianura) per gestire le aree di interesse naturalistico, di proprietà o uso pubblico. E adesso è stato attivato anche il relativo sito web su cui trovare informazioni e curiosità. Tra strade, aree urbanizzate e campi coltivati, tante piccole e grandi isole naturali della nostra pianura sono inaspettatamente sopravvissute. Grazie appunto all' impegno degli enti ?Giapp? queste isole di biodiversità sono tornate a vivere e insieme formano il parco, seppur diffuso, della pianura bolognese e modenese. Queste aree sono infatti costituite da boschi e da zone umide dove oltre alla bellezza dei luoghi è possibile osservare una moltitudine di piante e animali appartenenti a tantissime specie diverse. Nel territorio di San Giovanni i n Persiceto si contano diverse aree naturalistiche: ?La Bora?, ?Tivoli e Manzolino?, la ?Cassa di espansione del Torrente Samoggia?, quella del ?Canale collettore delle acque alte? e quella del ?Cavone?. Sempre a Persiceto è stata poi costruita e inaugurata nel marzo scorso una apposita struttura che si chiama la Casa della Natura. Struttura che si dedica, con numerose attività, all' educazione ambientale. Si tratta di un fabbricato con caratteristiche di elevate prestazioni in termini di risparmio energetico e di antisismica. Che ospita laboratori per la moltiplicazione e l' allevamento in condizioni controllate delle specie animali e vegetali da tutelare; nonché eventi pubblici, conferenze, lezioni e moduli didattici per un pubblico di una cinquantina di persone. Pier Luigi Trombetta. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 4 5 agosto 2014 Pagina 1 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione CRESCITA E FONDI UE. Se la politica industriale significa Pa più efficiente Stefano Manzocchi Le determinanti e i processi economici e sociali che conducono alla crescita economica nel medio periodo sono diversi a seconda delle condizioni di partenza e dello stadio di sviluppo di un Paese e dipendono naturalmente dal l' ambiente economico internazionale. Vi sono tuttavia pochi dubbi tra gli analisti e i ricercatori sull' influenza cruciale che rivestono le istituzioni del Paese in questione, e tra queste la "macchina" e le procedure della Pubblica amministrazione. E il nostro Paese ci mostra spesso, accanto ad esempi virtuosi di come la Pa sia in grado di operare con efficienza e qualità dei risultati, esempi di come quella "macchina" sia spesso mal progettata, disegnata su incentivi distorti, e di conseguenza poco efficace per svolgere i compiti che le sono affidati. La gestione dei fondi Ue è uno di questi. Negli scorsi mesi e settimane, abbiamo assistito ad un traffico di documenti relativi all' Accordo di Partenariato che il nostro Paese deve inviare a Bruxelles per avviare le procedure d' impiego dei nuovi fondi Ue per il 20142020. Per ben due volte la Commissione ha rispedito al mittente i documenti indicando la carenza di competenze nella Pa e lo scarso coordinamento tra i singoli ministeri, e tra ministeri e Regioni, tra i principali deficit di quei documenti. Ora che la terza versione del documento è partita alla volta di Bruxelles, c' è da sperare che riceva migliore accoglienza. Perché è importante e necessario che il Governo rivendichi lo scorporo dal cofinanziamento nazionale di alcune poste di investimenti finanziati dai fondi Ue, ma a patto che quei fondi siamo in grado di destinare per tutti quegli impieghi, dalle infrastrutture all' istruzione al recupero del territorio, che ci servono davvero e non per i mille confusi rivoli della spesa localistica e spesso clientelare. Altrimenti è fatuo ragionare di politiche industriali di "nuova generazione", di cluster tecnologici: tutti obiettivi per i quali la qualità e le competenze richieste alla Pa devono essere ancora più eccellenti. Stefano Manzocchi Tra le novità rilevanti vi è la recente nomina del vertice della Agenzia per la Coesione territoriale che ora potrà finalmente diventare operativa, dopo che tre governi si sono esercitati nel progettarla e dopo che la Commissione Europea la richiedeva con sempre più urgenza. Si tratta di un passo importante a condizione che davvero crei quelle sinapsi tra le istituzioni della Pa coinvolte nella programmazione e gestione dei fondi Ue (ministeri e Regioni, soprattutto) che rendano il processo amministrativo più f Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 5 5 agosto 2014 Pagina 1 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione luido ed "intelligente". Il capitale immateriale non è meno reale di quello tangibile, tutt' altro. Le competenze sono il vero fattore "immobile" dello sviluppo: sempre più il capitale finanziario ed il lavoro ad alto valore aggiunto si sposteranno verso le regioni dove si concentra la disponibilità di intelligenze esclusive e di competenze molto specializzate. In molti Paesi lo si è capito, noi siamo in ritardo. In Italia, c' è da correggere una distorta visione presso le classi dirigenti, specie quelle pubbliche da Nord a Sud, che consiste ad esempio nel ritenere che l' investimento materiale sia più agevolmente rendicontabile, e nel non chiedersi come esso si debba combinare con quello immateriale. A cosa serve la Smart Grid, innovazione assai promettente che consentirebbe di utilizzare la rete elettrica per l' accesso ad Internet veloce, se la Pa non trasferisce poi la sua attività su supporti immateriali invece che cartacei? A cosa serve che i Comuni investano molto, da Nord a Sud, in hardware ma poco nelle competenze informatiche dei dipendenti, il ve ro capitale immateriale? Il retaggio di una cultura formalistica, più attenta alle procedure che ai risutltati, sembra ancora condizionare l' operato della nostra Pa anche quando si tratti di stabilire il giusto mix di investimenti materiali e immateriali. Semplicemente, non possiamo più permettercelo. Per questo è decisivo che si affermi una solida cultura della valutazione della qualità e degli effetti dell' operare della Pubblica amministrazione, a partire dai dirigenti, rispetto ai suoi "clienti": famiglie, imprese, lavo ratori, risparmiatori. . © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 6 5 agosto 2014 Pagina 2 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione I conti 2014 nella stretta fra spending review e crescita insufficiente. Padoan: occorre evitare la manovra Dino Pesole Prima la frenata sulla possibile estensione del bonus Irpef a incapienti, pensionati e partite Iva, accompagnata dall' esplicita ammissione da parte del premier Matteo Renzi che la crescita quest' anno sarà sensibilmente inferiore alle attese. Poi lo stop alla norma inserita nel decreto sulla Pa, che sbloccava 4mila prepensionamenti nella scuola (anche se il premier annuncia un intervento più ampio a fine mese), criticata senza mezzi termini dal commissario alla spending review, Carlo Cottarelli. Alla vigilia dell' informativa urgente alla Camera del ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan (rinviata, probabilmente a domani, a causa del voto di fiducia), e in attesa che domani l' Istat comunichi i dati relativi al Pil del secondo trimestre, s' impone all' interno del governo una linea di estrema prudenza, ispirata dallo stesso Padoan. Obiettivo prioritario resta evitare il ricorso a una manovra correttiva in autunno. Eventualità che lo stesso Renzi continua a escludere. L' unica possibilità per evitarlo è utilizzare il margine di deficit (lo 0,4% del Pil) che separa la stima del Def di aprile (il 2,6%) dal tetto massimo del 3 per cento. Basterà? Tutto dipende dal livello cui si attesterà il Pil a fine anno. Quindi ogni valutazione in merito è al momento sospesa, e lo sarà fino all' aggiornamento delle stime di metà settembre, atto che prelude alla predisposizione della legge di stabilità. Si va verso il dimezzamento della variabile macroeconomica attorno a cui ruota l' intero quadro di finanza pubblica: non più lo 0,8% previsto in aprile, ma un modesto 0,3%, con il deficit che scivolerà dal 2,6% verso il 2,82,9%, dunque a un passo dal limite oltre il quale scatterebbe la procedura per disavanzo eccessivo. Renzi ribadisce (e Padoan lo sosterrà anch' egli oggi alla Camera) che il tetto del 3% non sarà valicato, anche grazie al possibile sostegno che potrebbe derivare dalla minore spesa per interessi, grazie al calo dello spread (attorno ai 2,5 miliardi). Per essere credibili in Europa questa la tesi di fondo occorre presentarsi con le carte in regola, soprattutto nel semestre di guida italiana della Ue: riforme, dunque (se si riuscirà a realizzarle) e barra diritta sul fronte dei conti pubblici. Precondizioni essenziali per aprire in novembre la trattativa con la nuova Commissione europea sui possibili margini di flessibilità da spuntare nel 2015, soprattutto in relazione al percorso di rientro dal debito. Se a ottobre, in presenza di una crescita piatta o peggio ancora sotto lo zero, fosse necessario Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 7 5 agosto 2014 Pagina 2 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione correggere i tendenziali di finanza pubblica, la partita sarebbe affidata alla legge di stabilità, e in ogni caso la minimanovra non dovrebbe superare lo 0,10,2% del Pil (da 1,6 a 3,2 miliardi). L' impegno del governo è a non ricorrere ad aumenti di imposta, ma in quella fase dell' anno alternative reali non ve ne sono. Anche perché e le tensioni emerse tra Cottarelli e Palazzo Chigi lo attestano sarà tutt' altro che agevole realizzare il volume di risparmi sul versante della spesa necessari per far fronte a tutti gli impegni in agenda. Il tutto, senza considerare che la frenata del Pil allontana di fatto il rispetto dell' impegno chiesto esplicitamente da Bruxelles lo scorso 8 luglio a «sforzi aggiuntivi» già quest' anno così da colmare lo scarto tra la riduzione del deficit strutturale chiesta dalla Commissione (0,7%) e quella prevista dal governo (0,1%). Lo stesso Padoan si è impegnato a correggere le «dinamiche tendenziali» di finanza pubblica nel 2015, attraverso «una manovra di consolidamento» in grado di migliorare il saldo strutturale di 0,5 punti percentuali di Pil. Al momento l' asticella della manovra di bilancio per il 2015 ancora non è stata fissata, ma si ragiona su un piano di interventi non inferiore ai 20 miliardi. Si tratta di rendere strutturale il bonus Irpef dal 2015 ed evitare nel contempo che scattino le clausole di salvaguardia per 4,4 miliardi previste dall' attuale quadro a legislazione vigente. Circa 14,3 miliardi, cui occorrerà aggiungere spese correnti indifferibili per circa 6 miliardi. Non potrà essere evidentemente una manovra tutta composta da tagli. Ci si dovrà affidare a un mix di misure, anche sul fronte delle entrate (nel menu l' avvio della prima fase di revisione delle agevolazioni fiscali). Partita da giocare su più fronti dunque, nel l' aspettativa di una crescita nel 2015 quanto meno in linea con il target stimato dalla Banca d' Italia (1,3%). © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 8 5 agosto 2014 Pagina 2 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione Le vie della ripresa. Spa locali, fusioni incentivate e chiusure Pronto il piano Cottarelli sulle partecipate: privatizzazioni, vincoli sulle perdite e liquidazioni. Gianni Trovati MILANO Incentivi alle aggregazioni e vincoli sulle perdite nelle società di servizi pubblici locali, cioè quelle che si occupano di trasporti, rifiuti, acqua ed energia, e una drastica potatura per la «giungla» (copyright di Carlo Cottarelli) di partecipazioni negli altri settori. Viaggerà su due binari il piano sulla spending review d e l l e s o c i e t à p u b b l i c h e c h e i l commissario Cottarelli sta per presentare al Governo; le scintille della scorsa settimana e le voci (non smentite) di dimissioni del commissario a luglio non hanno cambiato l' agenda dei tecnici, che hanno ultimato il lavoro e sono pronti a trasferirlo al Governo. Il piano è quello previsto dal decreto sul «bonus Irpef» (articolo 23 del Dl 66/2014), che ha chiesto al commissario un programma per la «liquidazione o trasformazione per fusione» delle partecipate, «l' efficientamento della loro gestione» e la «cessione di rami d' azienda o anche di personale». Per passare dal linguaggio burocratico a quello degli slogan, si tratta di passare «da 8mila a mille» società come annunciato dal premier Matteo Renzi nella conferenza stampa del 18 aprile scorso, quella con le slide sul bonus da 80 euro e sulle misure per finanziarlo. Misure che, come spiega sempre il decreto Irpef, dovranno essere rese vincolanti (con tanto di sanzioni per chi non le rispetta) dalla prossima legge di stabilità, anche perché di norme inattuate è piena la storia recente delle partecipate. Il primo capitolo degli interventi riguarda i servizi pubblici locali, che abbracciano una minoranza di società, ma cumulano quasi la metà del fatturato totale. Questi settori, con l' eccezione del trasporto locale, sono complessivamente in utile (la Corte dei conti parla di 600 milioni di guadagni all' anno), ma ospitano anche le aziende con le perdite più consistenti. L' Atac di Roma, che da sola ha registrato nel 2012 il 14% del rosso complessivo delle partecipate (160 milioni su 1,2 miliardi) è nel piano di rientro del Campidoglio che conta di riportarla in pareggio in tre anni. Un obbligo analogo potrebbe secondo il piano essere applicato anche agli altri maxigeneratori di perdite, perché la metà delle perdite delle partecipate sono nei bilanci di 20 società. Per rendere più efficienti i servizi locali, la parola d' ordine è «aggregazione», e qui le analisi del commissario e i piani del Governo sembrano convergere. Nel cantiere del decreto sbloccaItalia si è infatti lavorato anche a una norma che rafforza l' obbligo di gestire i servizi in ambiti territoriali, come chiesto ormai da tre anni da una regola (articolo 3bis del Dl 138/2011) rimasta sulla carta, e arriva a prevedere il commissariamento per chi non si adegua. Per gli trazioni che dismettono quote per far confluire le proprie aziende in aggregazioni più grandi, però, si studiano incentivi misurati in base al valore della dismissione e svincolati dal Patto d i stabilità, con un meccanismo che potrebbe essere Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 9 5 agosto 2014 Pagina 2 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione convincente per molti e aiutare la ripresa degli investimenti locali; anche perché questi strumenti si aggiungono alla disponibilità, già rilanciata da Cdp, di mettere sul piatto più di 500 milioni per aiutare leaggregazioni. Per ridurre drasticamente il numero delle aziende locali, però, bisogna agire di forbice soprattutto sulle migliaia di aziende strumentali, o peggio «commerciali», censite anche dalla Corte dei conti. Per fermare questa deriva una norma ci sarebbe già, scritta nella Finanziaria 2008 (articolo 3, comma 27 della legge 244/2007), dove si vieta alle Pa di costituire o di avere partecipazioni in società che producono beni e servizi «non strettamente necessari alle attività istituzionali» dell' ente. È difficile da sostenere che le attività istituzionali di un ente locale contemplino il «commercio» (187 partecipate secondo la Corte dei conti), la «ristorazione» (383 società) o le «agenzie di viaggio» (149). Un' ipotesi è quella di rivitalizzare quella regola, che nessuno ha abrogato, e dare a un "arbitro" (il candidato naturale è l' Antitrust) il potere di fermare lo spirito d' impresa regionale e locale: basterebbe già questo per fare un buon pezzo di strada verso l' obiettivo delle «mille società». A moltiplicarne il numero, portandolo in realtà a quota 10mila secondo lo stesso Cottarelli (si veda Il Sole 24 Ore del 27 giugno), è anche la ragnatela di partecipate "indirette", vale a dire le società possedute da altre aziende pubbliche. L' ideaguida del lavoro sulla spending review, come ribadito dal commissario in più di un' occasione, è di far muovere le forbici soprattutto nei settori meno controllabili, dove si possono nascondere i problemi maggiori, e anche qui si pensa di intervenire rafforzando regole che già esistono. Il decreto Bersani (articolo 13 del Dl 223/2006) vieta partecipazioni indirette alle società strumentali. Estendere questo divieto ad altri settori, quindi, potrebbe ridurre di molto i rami della «giungla», e lo stesso potrebbe accadere con interventi sulle minisocietà: Unioncamere ha contato quasi 3mila realtà con meno di sei dipendenti, metà delle quali non arriva a 100mila euro di fatturato all' anno. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA. GIANNI TROVATI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 10 5 agosto 2014 Pagina 3 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione La staffetta generazionale. Resta l' abolizione del trattenimento in servizio, il pensionamento automatico per chi ha raggiunto i requisiti contributivi pieni e la semplificazione del turn over. Nella Pa in 240mila verso l' uscita ROMA Con il colpo di spugna alla norma su «Quota 96» nella scuola e le altre misure previdenziali introdotte alla Camera il decreto 90 non perde la sua capacità propulsiva. Nei prossimi anni, grazie alle nuove misure introdotte dal ministro Marianna Madia, la cosiddetta "staffetta generazionale" nella Pa ci sarà. I motori dell' operazione saranno tre, in attesa della quarta possibile spinta che potrebbe arrivare dal parttime volontario previsto nel disegno di legge delega per i dipendenti prossimi alla quiescenza. Resta innanzitutto l' abolizione del «trattenimento in servizio», cioè i tempi supplementari che potevano mantenere in ufficio il personale dopo aver raggiunto i requisiti previdenziali. La regola, in realtà, è tutt' altro che rivoluzionaria, perché i limiti progressivi al turn over (un trattenimento in servizio in un ente locale, per esempio, andava conteggiato come nuova assunzione) e le tante incertezze previdenziali hanno ridotto i numeri di chi chiedeva di rimandare la pensione. La stessa relazione tecnica al provvedimento spiega che i trattenimenti nel 2012 erano circa 1.200, la metà dei quali però si concentra nel settore della magistratura che incontra nello stesso decreto regole un po' più flessibili. C' è poi la misura che prevede il pensionamento automatico per chi ha raggiunto i requisiti contributivi pieni e, infine, la famosa semplificazione del turn over, che nel prossimo triennio, a spesa invariata, consentirà alle amministrazioni di procedere a una nuova pianificazione dei reclutamenti grazie al calcolo dei tetti assunzionali sulle teste e non sul budget disponibile. Difficile dire quanta forza avranno, nel loro insieme, queste misure in termini di posti sui quali effettivamente si determinerà un ricambio generazionale. Nelle Pubbliche amministrazioni, esclusa la magistratura e i docenti universitari, sappiamo che ci sono 240mila persone che avevano già compiuto 60 anni a fine 2012, e quindi sono destinate ad andare in pensione entro il 2018. A queste si potrà aggiungere una quota di dipendenti che, anche se più giovani, hanno debuttato presto nel mondo del lavoro, e quindi raggiungeranno l' anzianità massima nello stesso periodo. Il ministro Madia aveva quantificato in 60mila i posti che si libereranno nel prossimo triennio con il pensionamento automatico da parte delle amministrazioni dei dipendenti che hanno raggiunto la Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 11 5 agosto 2014 Pagina 3 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione contribuzione piena. Si vedrà strada facendo se la cifra verrà confermata, anche perché contemporaneamente alla «staffetta generazionale» le amministrazioni dovrebbero misurarsi con la sperimentazione del piano delle mobilità volontaria e obbligatoria. Le altre misure per il ricambio generazionale nella Pa fanno per il momento da contorno: come il divieto di incarichi dirigenziali o di consulenze nella Pa ai soggetti in pensione. Una boccata d' ossigeno arriva infine con la riduzione della durata dei corsi di formazione specialistica per i medici. Secondo la relazione tecnica il fabbisogno annuo di specializzandi è di 8.500 unità. Con le risorse attuali si arrivava, per il prossimo anno accademico, a circa 3.300 borse, meno della metà del fabbisogno. Grazie all' articolo 15 del dl 90 e le risorse aggiuntive messe in campo si salirà a cinquemila unità. Per completare il quadro bisogna poi tener conto delle nuove assunzioni prevista per il corpo dei Vigili del Fuoco (1.030 nuove unità) al costo previsto di 42 milioni di euro aggiuntivi a partire dal 2016. D.Col. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 12 5 agosto 2014 Pagina 3 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione Le vie della ripresa. Pensioni, salta «quota 96» per i docenti Tensione RenziRagioneria Retromarcia sulle deroghe alla Fornero, ma il premier: intervento più ampio a fine mese. Davide Colombo ROMA Contrordine al Senato sul "pacchetto previdenziale" che Montecitorio aveva introdotto a forza nel dl Pa in fase di prima lettura. Con quattro emendamenti soppressivi presentati in Commissione Affari costituzionali dal Governo sono state cancellate le norme su «quota 96» nella scuola e quella sui pensionamenti d' ufficio a 68 anni per docenti universitari e i primari. Via anche la misura sulle penalizzazioni al trattamento pensionistico in caso di ritiro anticipato e quella sulle pensioni di reversibilità per le vittime del terrorismo. Per Matteo Renzi è stato giusto lo stop a "quota 96" perché la misura non c' entrava nulla con la "ratio" del decreto e ha fatto sapere che sulla scuola è in preparazione un intervento entro fine agosto assai più ampio, come perimetro di riferimento, della platea dei 4mila interessati dalla misura cancellata. Insomma le tensioni con la Ragioneria, che ci sono, non impediranno alla politica di prevalere sulle obiezioni tecniche. Ieri sera, dopo aver incassato il via libera sui presupposti di costituzionalità del disegno di legge di conversione del decreto, è partita la discussione generale sul testo dove entro questa mattina verrà posto il voto di fiducia. I tempi per la terza lettura alla Camera a questo punto sono molto stretti: si dovrebbe arrivare al voto finale (con terza fiducia) entro venerdì, in parallelo con l' approvazione del dl competitività al Senato e il primo via libera al Ddl costituzionale. Dopo un tira e molla durato tutto il weekend l' Esecutivo ha dunque deciso di non andare al muro contro muro con la Ragioneria generale dello Stato, che aveva sollevato rilievi di copertura nel documento presentato venerdì scorso. Nel dettaglio, secondo la Ragioneria, la norma su «quota96», che avrebbe regalato il pensionamento a settembre a 4mila insegnanti e addetti della scuola (platea che potrebbe allargarsi), risulta «scoperta in termini di fabbisogno e indebitamento netto». E quindi per assicurare «la neutralità degli effetti per il 2014 la riduzione da apportare si deve attestare a 45 milioni di euro» (e non 34 milioni come indica la relazione tecnica del provvedimento). Le coperture ipotizzate, approvate dalla Camera, e che consistono in un aumento degli obiettivi di spending review e tagli lineari, comportano «criticità», sempre secondo i tecnici del Mef, perché «connesse all' entità del ricorso a forme di copertura operate già con precedenti interventi attraverso l' accantonamento o la riduzione degli stanziamenti relativi alle spese rimodulabili». Solo per il 2014 tali riduzioni ammontano già a circa un miliardo di euro (che vengono presi con tagli a oneri rimodulabili dei ministeri). E perciò l' ulteriore riduzione di queste spese porta con sé «l' elevato rischio di determinare la Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 13 5 agosto 2014 Pagina 3 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione formazione di debiti fuori bilancio in relazione a spese difficilmente comprimibili, soprattutto in una fase già avanzata della gestione». Analoghi i rilievi per quanto riguarda il pensionamento d' ufficio a 68 anni dei professori universitari (oggi la legge Gelmini consente l' uscita obbligatoria a 70 anni avendo abolito il cosiddetto "biennio Amato"). Questa anticipazione di due anni, sottolinea la Ragioneria, «determina oneri non quantificati né coperti in termini di anticipazione della corresponsione dei trattamenti di pensione e di fine servizio». Sulla base dei dati forniti dal Miur il costo dell' intervento è di 34,2 milioni solo nel 2015 (dal 2015 al 2021 è di circa 113 milioni). Nel mirino anche i conti per la cancellazione dei disincentivi introdotti da Elsa Fornero per chi lascia prima il lavoro. La relazione tecnica al dl Madia ha stimato un esborso di un milione per il 2014, 3 milioni per il 2015, 7 milioni per il 2016. I conti rivisti dalla Ragioneria sono però maggiori: 5 milioni per il 2014, 15 milioni per il 2015, 35 milioni per il 2016, 50 milioni per il 2017 e 60 milioni dal 2018. E sottostimata è anche la quantificazione delle spese (un milione per quest' anno) della norma che prevede dei benefici per le vittime degli atti di terrorismo. Una copertura, quest' ultima, che poi sarebbe stata trovata da Poletti e Delrio ma la misura entrerà in un altro provvedimento. Il dietrofront naturalmente ha scatenato un putiferio politico, soprattutto tra le componenti del Pd che alla Camera avevano sostenuto le correzioni. «Sarebbe scandaloso non risolvere "quota 96" degli insegnanti, ma soprattutto utilizzare argomenti falsi per non fare questa scelta. Chi dice che vogliamo introdurre quota 96 per estenderla a tutti i lavoratori sa di mentire o non conosce l' argomento» hanno rilevato Cesare Damiano e Maria Luisa Gnecchi. Ma anche Forza Italia non è per nulla convinta: una decisione «vergognosa in cui vince la burocrazia». Mentre per Sel «il Governo dei soli annunci ha colpito ancora». © RIPRODUZIONE RISERVATA. DAVIDE COLOMBO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 14 5 agosto 2014 Pagina 6 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione L' ANALISI. Patto di stabilità Le Regioni diano priorità alla difesa del suolo Giorgio Santilli Il patto d i stabilità interno ha certamente frenato e frena gli investimenti delle Regioni e degli enti locali ed è, sul piano quantitativo, una delle principali cause della drastica riduzione (dell' ordine del 30%) dei livelli di investimenti pubblici degli ultimi 56 anni. In questo senso, ha ragione chi dice tra questi anche il presidente del consiglio Matteo Renzi che è un patto «sciocco». Altra cosa è però usare l' argomento del patto d i stabilità interno come alibi per qualunque scelta politica facciano Regioni e comuni. Non bisogna confondere l' azione dell' a u t o m a t i s m o s c i o c c o d e l patto c o n l e responsabilità di una politica che non sa o non vuole decidere. Occorre ricordare infatti che Regioni ed enti locali dispongono di «spazi di libertà» dal patto che possono gestire con una certa dose di autonomia. Da qui nasce una fotografia tutt' altro che omogenea sulla qualità di spesa e sui settori di investimento che ogni Regione o ente locale privilegia quando si tratta di assegnare questi «spazi di patto» (o addirittura di non assegnarli). Si può decidere (e dire) che la spesa sanitaria o quella per il trasporto locale vadano considerate prioritarie rispetto a quella contro le frane e le alluvioni o per la manutenzione del territorio. Ogni territorio ha esigenze distinte ed è legittima questa articolazione che implica le discrezionalità e le responsabilità della politica. Dire che il patto di stabilità interno impedisce di investire in difesa del suolo, invece, non è corretto e tanto meno lo è invocare il patto a ogni disgrazia o alluvione. Ci sono alcune Regioni che da tempo hanno deciso di fare degli investimenti in dissesto idrogeologico una priorità e hanno mantenuto livelli di spesa coerenti, costanti, sufficienti. L' EmiliaRomagna, la Puglia, la Lombardia, la Toscana sono fra queste regioni virtuose. Questo non significa sia chiaro che in queste regioni non ci siano o non si rischino calamità naturali. Il livello generale di manutenzione del territorio è oggi ancora troppo basso in Italia e alcune regioni sono virtuose perché hanno saputo individuare in questi investimenti una priorità, non perché non ci sia più altro da fare. Con il decreto Ambientecompetività che dovrebbe avere il via libera definitivo in settimana i presidenti di regioni diventano anche commissari politici e condivideranno responsabilità politiche e tecniche con Palazzo Chigi che ha appena lanciato l' unità di missione «Italia sicura» guidata da Erasmo D' Angelis. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 15 5 agosto 2014 Pagina 6 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione Questo è il momento, quindi, non solo per avviare centinaia di opere che erano rimaste bloccate dal piano straordinario del 2010 con lo sblocco delle vecchie risorse, il superamento dei colli di bottiglia autorizzativi, l' individuazione di priorità aggiornate. È il momento anche per un' assunzione di responsabilità generalizzata, sotto la spinta nuova della regìa di Palazzo Chigi e dei poteri straordinari messi in capo ai governatori. Gli alibi, a questo punto, non servono più. Serve darci sotto e rendere conto ai cittadini elettori per quel che si è fatto e quel che si è deciso di non fare. © RIPRODUZIONE RISERVATA. GIORGIO SANTILLI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 16 5 agosto 2014 Pagina 29 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione Spending review. In attuazione la stretta chiesta dal decreto Irpef. Comuni, via ai tagli con «tetto» al 20% Gianni Trovati MILANO Arriva oggi in Conferenza StatoCittà la distribuzione fra i Comuni dei tagli da 360 milioni previsti dalla spending review del decreto sul «bonus Irpef» (articolo 47, comma 9 del Dl 66/2014). I s a c r i f i c i c h i e s t i a o g n i ente s a r a n n o proporzionali alle spese per i «consumi intermedi» registrati nel 20112013, e certificati dalle amministrazioni (in base però ai dati Siope già in possesso dell' Economia) entro il 25 luglio scorso. L' applicazione di questo meccanismo prevede però una clausola di salvaguardia, per evitare troppe oscillazioni nei tagli delle diverse fasi di spending review che si stratificano sui conti locali: quella targata Monti, prevista dal Dl 95/2012, chiede quest' anno ai Comuni 2,5 miliardi, mentre quella targata Renzi, imposta dal decreto sul bonus Irpef, ne vuole 360, cioè il 14,4 per cento. I criteri però sono cambiati, e nell' attuazione si prevede che a nessun Comune possa essere chiesto più del 20% del taglio imposto dalla spending prima maniera. Questo limite in verità potrà essere superato (di poco) per le penalità, pari al 5% del taglio, imposte agli enti troppo lenti nei pagamenti; l' altra sanzione, prevista per chi si rivolge troppo poco a Consip e agli altri «soggetti aggregatori» negli acquisti, dovrebbe invece essere sterilizzata per i Comuni fino a 10mila abitanti. Non è nell' ordine del giorno, invece, il nuovo elenco dei Comuni montani (dove i terreni non pagano l' Imu), che però è in cantiere. Ieri intanto il dipartimento Finanze ha diffuso le istruzioni per l' invio telematico della dichiarazione Imu per gli enti non commerciali. Nel caso di uso promiscuo, le regole chiedono di calcolare la porzione di utilizzo commerciale in relazione a superficie, durata e platea, ma curiosamente impongono poi di sommare i tre parametri (invece di rapportarli) con un sistema che può portare la somma sopra il 100%. In questi casi, spiega il decreto, l' immobile va considerato totalmente imponibile. © RIPRODUZIONE RISERVATA. GIANNI TROVATI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 17 5 agosto 2014 Pagina 29 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione Tributi locali. Al lavoro per superare il patto di stabilità in due anni. Imu e Tasi, spunta l' ipotesi del modello F24 a domicilio ROMA Il Governo rilancia sulle semplificazioni e dopo la dichiarazione dei redditi precompilata è pronto ad aprire il cantiere dell' F24 precompilato direttamente dai Comuni per il saldo delle imposte locali. È l o s t e s s o sottosegretario all' Economia Enrico Zanetti ad annunciare l' ambizioso obiettivo che intende portare al tavolo di confronto tra Mef (oltre a Zanetti saranno presenti il viceministro Luigi Casero e il sottosegretario all' Economia Pier Paolo Baretta) e Anci che prenderà il via oggi per arrivare a una più ampia semplificazione della fiscalità locale sulla casa, a un' analisi approfondita del patto di stabilità interno e dei nuovi fabbisogni standard. E anche qui con un altro importante obiettivo da centrare: nell' arco di due anni precisa il sottosegretario Pier Paolo Baretta (Pd) dovremo superare il patto l i b e r a n d o r i s o r s e p e r i c o m u n i e introducendo il pareggio di bilancio a tutti i livelli. Da qui ai prossimi 30 giorni, confermano i due sottosegretari, dovremmo essere in grado di formulare soluzioni concrete, condivise con i Comuni da tradurre in norme nella prossima legge di stabilità. Gli obiettivi, come detto, sono quelli di semplificare le imposte locali a partire da quelle che oggi gravano sugli immobili e che negli ultimi due anni sono state al centro di un vero e proprio turbillon. Del resto, nei giorni scorsi era stato lo stesso neodirettore dell' agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, a sottolineare la complessità del calcolo delle imposte sulla casa («io che sono una esperta di fisco ha raccontato ho perso un pomeriggio per cercare di capire che dovevo fare con l' mu di casa mia»). La semplificazione, in primo luogo, dovrà riguardare gli adempimenti dei contribuenti e in questo senso, spiega il sottosegretario di Scelta civica, già dal 2015 dovremmo essere in grado di mettere i Comuni nelle condizioni di poter inviare direttamente a domicilio ai loro cittadini il modello F24 di pagamento dell' imposta sulla casa. «A patto però, che anche da parte dei primi cittadini prosegue Zanetti, ci sia la volontà di semplificare e non di complicare l' adempimento e il calcolo del tributo. La flessibilità gestionale dei tributi non si dovrà tradurre in un numero troppo elevato di deroghe, esenzioni e modifiche alla regole di base e rinvii degli adempimenti». La semplificazione della tassazione locale sulla casa non si limita al solo F24 precompilato. Nel confronto con i sindaci i rappresentanti del Governo sono pronti a riaprire il dossier ImuTasi. Con la Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 18 5 agosto 2014 Pagina 29 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione possibilità di arrivare anche a un accorpamento in un unico tributo di Tsi e Imu. Un accorpamento che non dovrà essere solo formale come già oggi accade con la Iuc (imposta unica comunale che include Imu, Tasi e Tari). Anche se difficile da raggiungere già dal prossimo anno d' imposta ammette Zanetti occorre completare il percorso di istituire una vera e propria service tax, soltanto avviato con la nascita della Tasi e interrotto dalle fibrillazioni della maggioranza che sosteneva il Governo Letta. Una service tax vera, spiega infine Zanetti, in grado di saper pesare correttamente il prelievo sugli immobili tra componete patrimoniale e componente dei servizi erogati dai Comuni. M. Mo. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 19 5 agosto 2014 Pagina 29 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione Regole europee. La novità è contenuta nel Ddl di delegazione 2014 in attesa dell' approvazione definitiva del Cdm. Valido il tirocinio professionale svolto in uno Stato della Ue Francesca Milano MILANO Sta per arrivare anche in Italia la tessera professionale europea che faciliterà la libera circolazione dei professionisti. La direttiva europea che la prevede, la 2013/55/Ue, sarà recepita attraverso il disegno di legge di delegazione europea 2014, esaminato in via preliminare dal Consiglio dei ministri e adesso in attesa del passaggio alla Conferenza StatoRegioni. Dopodiché, bisognerà attendere l' approvazione definitiva del Consiglio dei ministri e l' esame parlamentare. Per recepire la direttiva sul riconoscimento delle qualifiche professionali l' Italia ha tempo fino al 18 gennaio 2016 (si veda Il Sole 24 Ore del 31 dicembre 2013). Con questa direttiva, per la prima volta, le regole sul riconoscimento delle qualifiche invadono anche il campo dei tirocini. Dopo il recepimento della direttiva, le autorità nazionali saranno tenute a riconoscere i tirocini qualificanti svolti per l' accesso a una professione in uno Stato membro diverso da quello in cui è stato conseguito il titolo di studio. Dall' ambito di applicazione della direttiva sono esclusi i notai nominati con atto ufficiale della pubblica amministrazione. «Il recepimento della direttiva spiega Sandro Gozi, sottosegretario alle Politiche europee semplificherà le procedure di riconoscimento delle qualifiche professionali, favorendo la mobilità soprattutto dei giovani». L' intero iter dal rilascio della tessera all' aggiornamento periodico dei dati del singolo professionista sarà regolato sul sistema di informazione del mercato interno (Imi), per evitare la duplicazione di procedure amministrative. La legge di delegazione europea 2014 insieme alla legge di delegazione 2013, alla comunitaria bis 2013 e alla legge europea 2014 che sarà discussa a settembre completa quello che Gozi definisce «pacchetto semestre»: «Il Governo Renzi sottolinea ha ereditato 120 procedure di infrazione. Adesso siamo già scesi a 101. Questo "pacchetto" ci permetterà di scendere sotto quota 100 e di raggiungere auspicabilmente gli altri Stati come Francia, Germania, Spagna e Belgio, che contano circa 8090 procedure di infrazione». Le deleghe inserite nella legge di delegazione europea 2014 riguardano numerosi altri settori: dalla Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 20 5 agosto 2014 Pagina 29 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione sanità alla lotta alla mafia, dall' ingresso degli stagionali alla sicurezza sul lavoro, dalla collaborazione tra Stati nelle investigazioni al diritto di avvalersi di un difensore nel procedimento penale. Anche in ambito fiscale il Ddl apporterà delle novità, con il recepimento della direttiva 2011/96/Ue sul regime fiscale comune applicabile alle società madri e figlie di Stati comunitari diversi. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA. FRANCESCA MILANO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 21 5 agosto 2014 Pagina 31 Il Sole 24 Ore Pubblica amministrazione L' ipotesi. Intervista del ministro alla rivista dei ragionieri. Poletti: fondo rischi per le Casse Le Casse private come Giano bifronte. La privatizzazione non ha mutato la funzione pubblicistica dell' attività di previdenza e assistenza. La privatizzazione è «un' innovazione di carattere essenzialmente organizzativo». Si spiega sulla base di questi principi parola del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti il sistema dei controlli pubblici per le Casse e, in via definitiva, la partecipazione degli enti alle esigenze di «risparmio dell' economia nazionale». Poletti, in una intervista alla rivista online della Cassa di previdenza dei ragionieri, difende le ragioni della spending review applicata alle Casse di previdenza. La generalità degli enti anticipa ha espresso l' opzione «verso il riversamento forfettario onnicomprensivo che, nel ribadire il concorso del settore della previdenza privata alle esigenze di risparmio dell' economia nazionale, riafferma al tempo stesso il principio di una solidarietà intercategoriale e pluralistica». L a l e g g e d i Stabilità per il 2014 ha infatti previsto un' alternativa ai tagli del 10% delle spese per consumi intermedi e al riversamento di quanto risparmiato all' Erario. Si tratta della scelta, entro il 30 giugno di ciascun anno, di versare un contributo pari al 12% della spesa sostenuta per consumi intermedi nel 2010. La misura della legge di Stabilità spiega nell' intervista Poletti «affievolisce i vincoli operativi, mantenendo fermo il progetto partecipativo alla finanzia pubblica». Insomma, una tassa sull' autonomia, o un buon compromesso a seconda dei punti di vista. Poletti approfondisce anche il tema della sostenibilità dei trattamenti e del sistema privato. «Credo che sia innanzi tutto da valutare la costituzione di un apposito Fondo di garanzia per assicurare la stabilità finanziaria e la certezza dei trattamenti previdenziali, quale attuazione di un principio di solidarietà intercategoriale e di autonomia responsabile del sistema di previdenza privato, in grado di scongiurare l' intervento di ultima istanza dello Stato». Sulle modalità di costituzione del Fondo e sulle regole di funzionamento Poletti non si esprime, ma il dibattito rispetto alla solidarietà tra le categorie professionali per rispondere a eventuali situazioni critiche può aprirsi. Il ministro, infine, parla di welfare, intesa come la capacità, da parte delle Casse, di sostenere il reddito dei propri iscritti. Prima di tutto, durante la vita lavorativa con il sostegno alla formazione continua per favorire la crescita professionale. Poi, con l' attenzione ai «servizi di cura e di assistenza per un inveccchiamento attivo». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 22 5 agosto 2014 Pagina 31 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica amministrazione M.C.D. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 23 5 agosto 2014 Pagina 4 Italia Oggi Pubblica amministrazione Sprint sulle riforme e Renzi vede il traguardo. M5S sull' Aventino, pure la Lega diserta i lavori. Mai più senatori stipendiati a vita Riforma p.a, un decreto ad hoc su docenti e primari. L' Aula del Senato accelera e approva gli articoli dal 3 al 9 del ddl Boschi. M5S sceglie l' Aventino: «È una porcata» (lo ha annunciato il capogruppo grillino al Senato, Vito Petrocelli, intervenendo in Aula alla ripresa dei lavori). Ed anche la Lega diserta i lavori. Tra le principali novità approvate, che daranno un nuovo volto al parlamento, c' è quella riguardante i senatori a vita che saranno al massimo 5, scelti dal presidente della repubblica e dureranno in carica per 7 anni. Come tutti gli altri colleghi senatori di palazzo Madama non percepiranno alcuna indennità. Va detto che ora vanno avanti spediti i lavori dell' assemblea di palazzo Madama. In sole due ore hanno ricevuto il via libera ben 7 articoli dopodiché è partito il dibattito sull' immunità che sarà estesa anche ai nuovi senatori. Sono intervenuti a favore la relatrice Anna Finocchiaro, Pier Ferdinando Casini, Gaetano Quagliariello; contrari invece Loredana De Petris, Vannino Chiti, Enrico Buemi, Felice Casson. In attesa che oggi rientri l' altro relatore della riforma, Roberto Calderoli la Lega Nord (assente per lutto) ha deciso di continuare a non partecipare ai lavori. Al termine della riunione tra il ministro Maria Elena Boschi, il capogruppo dei senatori del Carroccio Gian Marco Centinaio ha sottolineato che «al momento le risposte del governo sono insoddisfacenti». Nel corso del dibattito Finocchiaro ha difeso la soluzione sull' immunità adottata in commissione spiegando che «l' immunità è una materia particolarmente delicata perché regola i rapporti tra i poteri e il bilanciamento tra gli stessi. Difendo la soluzione che abbiamo adottato in commissione, in considerazione di quello che è stato il dibattito sull' articolo 68. Essa è allo stato quella che meglio garantisce, ovviamente in una logica di mediazione e di bilanciamento e quindi dove nessuna delle soluzioni estreme vincano, una ragionevole ed equilibrata composizione salvaguardando un principio ai quali i relatori tengono tantissimo, ovvero quello di un pari trattamento tra deputati e senatori. E ricordo che questa scelta non è uno sconfinamento verso una autorizzazione a procedere ante riforma del '93 ma solamente un riconoscimento dell' importanza del Senato a cui la fine del bicameralismo», conclude Finocchiaro, «non toglie certo prestigio e autorevolezza». Così è stato. L' assemblea del Senato, infatti, ha respinto tutti gli emendamenti presentati al ddl Riforme Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 24 5 agosto 2014 Pagina 4 < Segue Italia Oggi Pubblica amministrazione che chiedevano di cancellare l' immunità parlamentare per i futuri senatori. Non c' è nessuna manovra in vista, né tantomeno un autunno caldo. Il premier Matteo Renzi ostenta sicurezza sulla stabilità dei conti pubblici italiani, escludendo, dalle colonne di Repubblica, un nuovo intervento di finanza pubblica così com' era stato pronosticato da molti osservatori. «È vero», ammette Renzi, «la ripresa è debole ma non siamo messi male. Il prossimo non sarà un autunno caldo, la Troika non arriverà e se mai ci fosse bisogno di una manovra non imporremo nuove tasse». Renzi si dice in sostanza sicuro che l' Italia «rimarrà sotto il 3% del deficit/Pil». Per Renzi la Troika «è una negazione della politica, qui in Italia non verrà». Spiega Renzi che il punto è che bisogna «smetterla con il clima di rassegnazione e con i gufi: ci sono gufi professore, gufi indovini e gufi brontoloni. E questi, dopo le elezioni europee del 25 maggio, parlano di meno». Il premier affronta poi la questione del bonus degli 80 euro e del suo impatto sulla ripresa dei consumi. A chi dice che gli 80 euro non hanno rilanciato i consumi dice di aspettare. E dopo aver smentito attriti con il ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan: «Un cattivo rapporto? Non me ne sono accorto, credo nemmeno lui». il presidente del Consiglio è tornato sugli obiettivi di spending review, al centro del dibattito dopo le voci di addio del commissario Carlo Cottarelli che nei giorni scorsi aveva espresso dubbi sull' utilizzo dei risparmi. «Abbiamo un impegno di ridurre le spese di 16 miliardi, che vuol dire circa il 2% della spesa. Cercheremo di mantenerlo. In ogni caso non toccheremo le tasse e tutti i denari che servono verranno dalla riduzione della spesa». Parlando poi delle possibili modifiche alla legge elettorale, Renzi ha sottolineato in ogni caso come il Pd sia «pronto a trattare sulla base elettorale per l' elezione del Capo dello Stato e sulla possibilità di commissariare le Regioni che non tengono i conti in ordine. Altri punti di discussione sono poi le preferenze e le soglie di sbarramento». Di certo, avverte Renzi, «non c' è alcuno scambio con Silvio Berlusconi nel patto del Nazareno», dice sgombrando il campo da possibili sospetti circa uno scambio di favori, in tema di giustizia, con il leader di Forza Italia nell' ambito dell' accordo sulle riforme. «Ma vi pare che io firmi una cosa con Berlusconi e la metta nel cassetto? Questa è la tipica cultura del sospetto di una parte della sinistra». A proposito il capogruppo FI al Senato Paolo Romani ha fatto sapere che «l' incontro tra Renzi e Berlusconi è in agenda per questa settimana, ma le agende ancora non si sono incrociate quindi non si conoscono ancora giorno e luogo. Gaetano Quagliariello parla ancora oggi di soglie, ma se vogliamo fare una coalizione, ponga con chiarezza il problema di soglie.Io ho detto che soglia dal 4% è possibile e si puo' discutere». «Sulle schede elettorali vogliamo preferenze vere», ha ribadito nella maggioranza il Nuovo centrodestra che, per bocca del presidente Renato Schifani svela una sorta di scambio: «Noi rinunciamo all' elezione dei senatori, questo non può passare inosservato». «Credo che la questione sarà affrontata con un decreto ad hoc perché bisogna risolvere a monte un problema che era stato causato dalla legge Fornero sugli insegnanti. È un passaggio che affronteremo perché non è corretto che siano i lavoratori a pagare». Lo ha detto ieri sera il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini intervenendo alla Festa dell' Unità sulla «quota 96». Disastro ambientale e omicidio colposo plurimo: sono questi i reati ipotizzati dalla procura di Treviso, che ha aperto un fascicolo sulla tragedia del 2 agosto a Refrontolo, dove sono morte 4 persone. «Abbiamo aperto», ha spiegato il pm Laura Reale, «un fascicolo per disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Ovviamente a carico di ignoti perché bisognerà fare una serie di accertamenti anche relativi alla tenuta del luogo, che è competenza di più Comuni. Dovremo fare tutti gli accertamenti tecnici del caso con esperti che stiamo individuando». Ampliamento delle possibilità di ricorso da parte del cittadino vittima del «cattivo uso del potere Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 25 5 agosto 2014 Pagina 4 < Segue Italia Oggi Pubblica amministrazione giudiziario», innalzamento della soglia economica di rivalsa fino a meta' stipendio, superamento del filtro, obbligo di azione in caso di negligenza grave: il nuovo impianto per rendere piu' stringente la responsabilità civile dei magistrati, tassello fondamentale della riforma della giustizia, prende forma. Prevedendo anche un rafforzamento del rapporto tra la responsabilità civile del magistrato e quella disciplinare. Il ministero della Giustizia ha pubblicato le linee guida. E le prime reazioni delle toghe non si sono fatte attendere: le novità annunciate hanno il senso di una «stretta» nei confronti dei magistrati, afferma il presidente dell' Anm Rodolfo Sabelli, anche se trattandosi di una «materia delicata, aspettiamo il testo definitivo per esprimere un giudizio». Da via Arenula spiegano che se da una parte sarà più facile per il cittadino ottenere il risarcimento danni dallo Stato, dall' altra questo non si tradurrà sempre e automaticamente in una conseguenza per il singolo magistrato sul piano della responsabilità civile. Una quota di dibattito su una questione come questa è prevedibile. Le misure allo studio modificano in maniera sostanziale la legge Vassalli. © Riproduzione riservata. FRANCO ADRIANO E EMILIO GIOVENTÙ Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 26 5 agosto 2014 Pagina 28 Italia Oggi Pubblica amministrazione Il ritorno al full time non incide sul Patto Nessuna sanzione in materia di sforamento delle spese di personale può essere posta a carico degli enti locali soggetti al Patto d i stabilità i n t e r n o , p e r i l f a t t o c h e a l c u n i dipendenti, che hanno scelto di voler lavorare in parttime optino, esercitando una facoltà prevista dal contratto, per il ritorno al fulltime. Infatti, la riespansione dell' orario di lavoro dei predetti dipendenti è da ricondurre all' adempimento di disposizioni normative e contrattuali su cui l' ente non ha alcun potere di incidere. È quanto ha specificato la sezione regionale di controllo della Corte dei conti per la regione Veneto, nel testo del parere n. 406/2014, con cui fa chiarezza sulle conseguenze sanzionatorie in materia di sforamento delle spese di personale, previste dall' articolo 1, comma 557 e seguenti della legge finanziaria del 2007, in particolare quando tale sforamento è dovuto alla rimodulazione dell' orario di lavoro in fulltime, richiesta da dipendenti che esplicano la loro attività lavorativa a tempo parziale. Come si ricorderà, le sanzioni per gli enti c h e n o n limano le spese di personale, si traducono nel divieto di assunzioni nell' esercizio successivo, nonché, per il venir meno del parametro di «virtuosità», nell' impossibilità di integrare le risorse finanziarie destinate alla contrattazione integrativa. Su questa fattispecie si è mosso il comune di San Pietro in Cairano che ha richiesto l' intervento della Corte, in quanto il rispetto del vincolo della riduzione della spesa di personale dell' ente, rispetto a quella sostenuta nell' esercizio precedente, è posto in dubbio dall' incremento conseguente agli oneri derivanti dalla riespansione di più rapporti di lavoro da tempo parziale a tempo pieno. Sul punto, il collegio della magistratura contabile ha sottolineato che la possibilità di ottenere la riconduzione del rapporto alle condizioni originarie è regolamentata dall' articolo 4 del Ccnl. Possibilità che, viene evidenziato, sembra un vero e proprio diritto potestativo, riconosciuto anche normativamente, tenuto conto che l' articolo 6, comma 4 del dl n. 79/1997, prevede che i dipendenti del settore pubblico che abbiano trasformato il rapporto da tempo pieno a parziale «hanno diritto a ottenere il ritorno al tempo pieno alla scadenza di un biennio dalla trasformazione, nonché alle successive scadenze previste dai contratti collettivi». In parole povere, le pubbliche amministrazioni non possono non dar seguito alla richiesta del dipendente di ricondurre il rapporto di lavoro alle modalità originarie, anche nell' evenienza in cui tale comportamento conduca ad un aumento della spesa di personale. ANTONIO G. PALADINO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 27 5 agosto 2014 Pagina 28 < Segue Italia Oggi Pubblica amministrazione Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 28 5 agosto 2014 Pagina 28 Italia Oggi Pubblica amministrazione Emendamenti del governo al dl 90 per accogliere i rilievi della Ragioneria sulle coperture. Pensioni p.a., Madia ci ripensa Niente anticipo per docenti universitari, toghe e primari. Niente più anticipo di pensione per professori universitari, magistrati e medici primari. Con il pacchetto di quattro emendamenti del governo al dl p.a., approvati ieri dalla commissione affari costituzionali del senato, il ministro della funzione pubblica, Marianna Madia, pubblica fa e disfa come la tela di Penelope la «staffetta generazionale» nel pubblico impiego. Il dietrofront dell' esecutivo, che dà implicitamente ragione ai rilievi mossi nei giorni scorsi dalla Ragioneria dello stato sull' assenza di copertura delle misure, costringerà le camere a un superlavoro perché, dopo l' ok del senato, il dl 90 dovrà ritornare alla camera per l' approvazione definitiva entro il 23 agosto. Ragion per cui sarà scontato il ricorso alla fiducia a palazzo Madama. L' assenza di coperture sufficienti, forza, dunque, il governo a escludere dalla facoltà delle p.a. di risolvere unilateralmente il contratto per i dipendenti con anzianità contributiva di 42 anni e sei mesi il contratto nei confronti di magistrati, professori universitari e primari, che, diversamente da quanto disposto dal senato, resteranno al lavoro con le vecchie decorrenze. Per i dirigenti medici e del ruolo sanitario, l' anticipo della pensione potrà avvenire non prima del compimento dei 65 anni. Il passo indietro è su tutti i fronti nei confronti del personale della scuola, dal momento che gli emendamenti del governo cancellano del tutto l' articolo 1bis, introdotto al senato, per ripristinare la cosiddetta «quota 96» per circa 4.000 docenti. Insomma, la storia della riforma della p.a. rischia di diventare davvero infinita. Attesa per aprile, è slittata al 13 giugno, quando venne solo presentata nelle grandi linee e ci vollero 11 giorni perché vedesse la luce, dopo le rampogne del Quirinale, che pretese sostanziali modifiche all' impianto iniziale della norma, considerato troppo eterogeneo. A ben vedere, l' anticipazione del pensionamento dei professori universitari (dai 70 ai 68 anni) o dei primari, non poteva sortire un effetto di vera e propria «staffetta generazionale», visto che per un verso il numero dei pensionamenti risulta comunque piuttosto contenuto e, soprattutto, per altro verso, anche se entro il 2018 si prevede un' estensione del turnover al 100%, la presenza dei pesantissimi vincoli finanziari alle assunzioni di personale di fatto impedisce alle amministrazioni di espletare i concorsi, Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 29 5 agosto 2014 Pagina 28 < Segue Italia Oggi Pubblica amministrazione presupposto necessario per l' accesso dei giovani al pubblico impiego. Peraltro, anche se fossero andate in porto le misure di anticipazione del pensionamento dei dipendenti pubblici, il risultato immaginato dal ministro di facilitare l' ingresso dei giovani (se per giovani si intendono gli under 30, come indica la normativa sul lavoro) nella pubblica amministrazione non sarebbe stato affatto garantito. Visto che nei ruoli pubblici si entra per concorso, in assenza di procedure o contratti specificamente dedicati ai giovani (come l' apprendistato, che nella p.a. non è ancora operativo) nulla vieta che a vincere i concorsi siano anche e (forse) soprattutto gli over 30 che si annidano fra i tanti precari ovviamente molto interessati ai concorsi e particolarmente agguerriti per superarli. La cancellazione delle manovre sui pensionamenti, se per un verso è uno smacco politico per il ministro Madia, nella sostanza comunque incide poco sui numeri, perché comunque il tasso di sostituzione dei dipendenti pubblici sarebbe rimasto bassissimo. Mentre la deroga rispetto alle regole generali imposte dalla normativa Fornero avrebbe causato un comprensibile risentimento da parte dei lavoratori del settore privato. LUIGI OLIVERI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 30 5 agosto 2014 Pagina 33 Italia Oggi Pubblica amministrazione Dietrofront del governo su quota 96. MarcucciPuglisi (Pd): nuovo decreto del governo. Il gran pasticcio delle pensioni La Ragioneria già alla camera non aveva dato l' ok. Ora è caccia aperta al responsabile. Un pasticcio, quello andato in scena ieri al senato con il ritiro delle norme sul pensionamento dei docenti nella scuola, simile per dimensioni a quello che fu innescato, sempre sulla scuola e sempre a seguito di un braccio di ferro con il Tesoro («disguido informativo», provò a declassare l' allora ministro dell' istruzione, Maria Chiara Carrozza), con la decisione prima di dare e poi di revocare l' aumento per anzianità di servizio ad alcuni docenti. Per il premier, Matteo Renzi, che dell' efficienza del proprio governo ha fatto bandiera, proprio una brutta figura, che mette a nudo quantomeno un' assenza di coordinamento nell' azione dell' esecutivo in parlamento. La motivazione del ritiro della norma, introdotta alla camera e che consentiva a circa 4mila docenti di andare in pensione con qualche anno di anticipo rispetto a quanto previsto dalla riforma Fornero (i cosiddetti docenti di quota 96), è che semplicemente non ci sono le coperture, e il ministro della pa, Marianna Madia con emendamento del governo l' ha soppressa. Ma già alla camera, al momento del voto sia in commissione che in aula, la norma era priva della bollinatura della Ragioneria generale dello stato. Condizione che avrebbe dovuto sconsigliare il via libera e che evidentemente il governo e i partiti di maggioranza, dal Pd a Ncd, contavano fosse sanata al senato. E invece, in prima commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, la doccia fredda: la Ragioneria ha scritto per dire che no, la copetura non c' è per 45 milioni di euro. Insomma, sembra proprio avesse ragione l' ormai ex commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, che aveva detto chiaro e tondo che la coperta era corta e che proprio sui 4mila docenti della scuola c' erano problemi di copertura. Ora c' è da capire se della carenza di relazione positiva alla camera fosse stato avvertito il ragioniere generale, Daniele Franco, e il ministro dell' economia, Pier Carlo Padoan, oppure se anche in questo caso si sia trattato di un disguido tecnico. Un disguido che fa gridare allo scandalo i diretti interessati e i sindacati tutti:«Siamo su scherzi a parte?», si chiede il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima, «questa è una beffa di stato», dice Rino Di Meglio, numero uno della Gilda, «il governo è stato messo in ginocchio dal superpotere burocratico», ragiona il numero uno della Uil scuola, Massimo Di Menna, «si intervenga con un provvedimento ad hoc», chiede Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 31 5 agosto 2014 Pagina 33 < Segue Italia Oggi Pubblica amministrazione Marco Paolo Nigi, segretario SnalsConfsal, «il governo trovi le risorse tagliando dove ci sono gli sprechi», attacca Mimmo Pantaleo, numero uno della FlcCgil. A tentare di porre rimedio alla figuraccia sono intervenuti il presidente della commissione istruzione del senato, Andrea Marcucci, e la capogruppo del pd Francesca Puglisi: «Il governo interverrà con un decreto ad hoc». Già, perché, nel decreto pa non c' è più spazio per nessuna modifica, il testo deve essere approvato, pena la decandenza, entro il 23 agosto con un nuovo passaggio alla camera, «non c' è più tempo», ha detto la Madia, «sulla scuola non si poteva fare diversamente». © Riproduzione riservata. ALESSANDRA RICCIARDI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 32 5 agosto 2014 Pagina 33 Italia Oggi Pubblica amministrazione il relatore: quanto avvenuto è inaccettabile. Pagliari (Pd): il governo chiarisca Così si getta discredito sulla politica «Si chiariscano le responsabilità di ciascuno, quanto avvenuto non è accettabile», scandisce Giorgio Pagliari, senatore del Pd, relatore al senato del ddl di conversione in legge del decreto legge sulla pa. Spettatore della retromarcia del governo sui docenti della scuola e i risarcimenti per le vittime del terrorismo, norme introdotte alla camera e saltate a Palazzo Madama perché l' esecutivo si è reso conto essere prive di copertura. «Non ho potuto che prendere atto di quanto deciso dal ministro della pubblica amministrazione, Marianna Madia, le norme inserite alla camera vanno soppresse perché non c' è copertura finanziaria». Domanda. Perché questa retromarcia? Su quota '96 il governo si era impegnato a risolvere la situazione. E anche il Pd. Risposta. Dalla camera, dove il testo ha avuto una lunga gestazione, è giunta una formulazione che non aveva la bollinatura della Ragioneria. La relazione del Tesoro è giunta al senato, e dice che non c' è copertura. Si è creata una situazione inaccettabile, si sono alimentate aspettative che ora non si possono mantenere. Così si getta discredito sulla politica. D. Qualcuno rema contro? R. Io dico che va fatta chiarezza. La Ragioneria è un organo tecnico, che deve dire in modo obiettivo se sulle norme ci sono o meno le risorse. Questo alla camera non è stato detto. Vanno chiarite le responsabilità, quanto avvenuto non è serio. ALESSANDRA RICCIARDI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 33 5 agosto 2014 Pagina 37 Italia Oggi Pubblica amministrazione Firmato l' accordo statoregioni. Serve un successivo atto per indicare gli standard. Educazione permanente flop Enunciati i principi, le azioni concrete non ci sono. Firmato nella Conferenza StatoRegioni l' accordo tra Governo, Regioni ed enti locali che approva le linee di intervento sull' apprendimento permanente e sull' organizzazione delle relative reti territoriali. Si tratta, in sostanza, di un insieme di indicazioni per realizzare percorsi di apprendimento basati della sinergia tra soggetti pubblici e privati di istruzione, formazione e lavoro. Nello specifico l' accordo definisce ruolo e tipologia degli enti che comporranno le reti : servizi pubblici e privati di istruzione e formazione, centri provinciali per l' istruzione degli adulti, poli tecnicoprofessionali, centri per l' Alta formazione artistica e musicale, organismi con finalità di istruzione, formazione e lavoro, inclusi quelli del Terzo Settore, servizi di orientamento professionale, camere di industria, commercio, artigianato e agricoltura, organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro. La modalità organizzativa per fornire l' apprendimento permanente sarà appunto quella delle reti territoriali, le cui leve strategiche di funzionamento saranno i centri per l' impiego e i servizi per il lavoro accreditati dalle Regioni. Questi dovrebbero essere in grado di offrire i servizi di orientamento, rilevazione dei fabbisogni e messa in trasparenza delle competenze, così da rendere davvero integrato il sistema. Tutto questo, però in teoria. Nella pratica l' accordo resta poco più che una dichiarazione di intenti e una individuazione di criteri generali sull' educazione degli adulti e dei giovani adulti: per il momento infatti l' accordo demanda ad un successivo atto normativo l' individuazione degli standard minimi di servizio per la realizzazione delle reti, la cui creazione resta ancora nelle mani delle Regioni e non degli enti territoriali, in barba allo sbandierato principio strategico della costruzione dal basso dei percorsi di apprendimento permanente e della cosiddetta governance multilivello. Insomma l' accordo si limita ad indicare chi dovrà mettere in moto l' operazione, ma le concrete modalità di coordinamento fra i vari enti risultano ancora piuttosto nebulose. Quello che è certo è che le reti dovranno partire mantenendo inalterati gli attuali assetti istituzionali e servendosi delle (scarse) risorse finanziarie e umane disponibili. Anche i continui richiami, presenti nel testo dell' accordo, alla necessità di certificare rigorosamente le competenze rischiano di rimanere lettera morta, visto che i vari enti che dovranno comporre il macro Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 34 5 agosto 2014 Pagina 37 < Segue Italia Oggi Pubblica amministrazione sistema dell' apprendimento permanente o non dispongono ancora di sistemi di rilevazione e di autovalutazione, o ne hanno d sensibilmente diversi da regione a regione. Un altro problema significativo può essere rappresentato dall' insistenza sulla parificazione tra apprendimento formale, non formale e informale, il primo istituzionalizzato e certificato gli altri due di natura più "sociale", ma i cui percorsi potranno essere inseriti nel libretto formativo del cittadino. Come integrarli e armonizzarli nel nuovo sistema e nella difficile coesistenza tra apprendimento come diritto e apprendimento come formazione al lavoro? L' accordo insomma tenta, anche coraggiosamente, di indicare una direzione di marcia verso un ampliamento della platea dei soggetti destinatari di apprendimento permanente e verso un' idea di educazione e formazione come servizio alla persona per tutta la durata della vita, ma le azioni concrete per realizzare questi obiettivi restano ancora sostanzialmente sulla carta © Riproduzione riservata. GIORGIO CANDELORO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 35