DIRER Venerdì, 13 febbraio 2015 DIRER Venerdì, 13 febbraio 2015 Pubblica Amministrazione 13/02/2015 Il Messaggero Pagina 3 1 Madia: «Niente più casi Roma colpiremo le assenze di... 13/02/2015 Corriere della Sera Pagina 45 3 Beccaria, l' Adam Smith italiano al crocevia tra diritto e mercato 13/02/2015 Corriere della Sera Pagina 15 5 «Gli ex politici ricollocati e quel divieto necessario» 13/02/2015 Italia Oggi Pagina 34 6 Renzi assolto perché non addetto ai lavori 13/02/2015 Italia Oggi Pagina 26 BEATRICE MIGLIORINI Catasto autocertificato 13/02/2015 La Stampa Pagina 9 FRANCESCO GRIGNETTI Falso in bilancio, ci sarà sconto di pena a chi collabora 13/02/2015 La Stampa Pagina 8 FRANCESCO MAESANO Il governo dice no, la Camera lo smentisce Un emendamento fa cambiare idea... 13/02/2015 La Stampa Pagina 10 ILARIO LOMBARDO Il ministro Madia lancia la sua riforma "Un Grande Fratello contro gli... 8 10 12 14 Normativa Comuni 13/02/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 38 16 Il Patto «premia» i tagli 13/02/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 21 18 Il governo potrà sostituirsi a regioni e comuni 13/02/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 13 20 Poste conferma il piano: chiuderanno 455 sportelli 13/02/2015 Italia Oggi Pagina 36 22 Permessi ai capigruppo 13/02/2015 MF Pagina 4 Unicredit cede Uccmb, sindacati sul piede di guerra ANDREA DI BIASE 24 Sindacati 13/02/2015 Il Sole 24 Ore Pagina 13 Lo stop alle relazioni blocca anche Bper 26 13 febbraio 2015 Pagina 3 Il Messaggero Pubblica Amministrazione Madia: «Niente più casi Roma colpiremo le assenze di massa» Parla il ministro della Funzione Pubblica: «Sanzioni inadeguate, rivedremo le regole» Norme più severe per i malati "seriali" La riforma della Pa sarà legge entro l' estate. IL COLLOQUIO L' epidemia dei vigili romani alla vigilia di Capodanno ha lasciato un segno nel governo. La linea di Palazzo Chigi è stata subito di reagire duramente a una protesta che sin dall' inizio è apparsa premeditata. E l' annuncio di nuove misure contro l' assenteismo di massa proprio nel giorno dello sciopero dei vigili, sta a dare il segno di quanto ancora alta sia l' attenzione del governo sulla vicenda. Ma mentre la procura indaga sull' ipotesi che dietro gli oltre 800 vigili che hanno marcato visita alla vigilia del nuovo anno possa esserci una regia, il governo si è reso conto di avere le armi spuntate. Gli ispettori inviati dal ministro della Funzione pubblica, M a r i a n n a M a d i a , a g i o r n i consegneranno l' esito dei loro controlli. C' è il rischio concreto che possano rivelarsi un buco nell' acqua. LE VERIFICHE «Gli ispettori stanno chiudendo la verifica sulle assenze di massa dei vigili di Roma alla fine dell' anno ma», spiega il ministro a Il Messaggero , «una volta tirate le somme potrebbero essere pochi quelli che non hanno una giustificazione formalmente legittima». Insomma, «ci potrebbe essere qualcuno che non ha prodotto il certificato medico, o magari qualche dirigente che non ha disposto le visite fiscali, ma da un punto di vista numerico», ragiona il ministro, «è chiaro che la maggior parte dei vigili che si è assentato lo ha fatto nel rispetto formale delle norme vigenti». Se la forma della legge, come spiega Madia, è rispettata, non c' è allo stato attuale delle norme la possibilità di sanzionare disciplinarmente il comportamento scorretto dei dipendenti dello Stato. «Questo», dal punto di vista del ministro, «pone un problema: è necessario avere degli strumenti per colpire anche le assenze di massa come nel caso dei vigili di Roma, o quelle reiterate, come per esempio un dipendente che si ammala ogni lunedì». In che modo potrà avvenire? L' idea alla quale si lavora è quella di «agire all' interno della delega sulla Pubblica amministrazione, utilizzando i decreti attuativi che», spiega il ministro, «in base all' articolo 13 del provvedimento in discussione al Senato, ci permettono di rendere concreto l' esercizio dei procedimenti disciplinari». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 1 13 febbraio 2015 Pagina 3 < Segue Il Messaggero Pubblica Amministrazione LE MISURE Lo strumentario tecnico e le sanzioni che verranno messe in campo per gli scioperi bianchi o per le assenze reiterate, sono ancora oggetto di approfondimento da parte degli esperti che stanno collaborando con il ministero alla stesura dei decreti di attuazione della delega. Il risultato finale, tuttavia, è già in qualche modo delineato. «Anche in Italia», spiega Madia, «introdurremo strumenti che già esistono in altri ordinamenti e che permettono di perseguire comportamenti dei dipendenti pubblici che, pur essendo formalmente dentro le regole, all' interno della legge, comportano un danno per la collettività». Il caso dell' assenteismo di massa dei vigili della Capitale alla vigilia di Capodanno, ne è un esempio. «Dobbiamo evitare nuovi casi come quello di Roma», spiega Madia, «dove purtroppo l' ispezione potrebbe finire con sanzioni che non sono adeguate». Quelle future saranno più dure, anche sul tipo di provvedimenti possibili contro gli assenteisti seriali e di massa gli esperti sono ancora al lavoro. Anche in questo caso, tuttavia, potrebbe esserci una graduazione, da sanzioni di carattere economico fino, per i casi più gravi, al licenziamento. I tempi per la riforma tuttavia, non sono brevi. Madia punta ad avere il disco verde del Parlamento entro l' estate. Ma itanto al ministero già lavorano ai decreti attuativi. Le sanzioni sulle assenze reiterate sarà la seconda delle reazioni del governo al caso dei vigili di Roma. La prima è il passaggio, sempre contenuto nella delega, del controllo sulle assenze per malattia dalle Asl all' Inps. Andrea Bassi © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 2 13 febbraio 2015 Pagina 45 Corriere della Sera Pubblica Amministrazione Beccaria, l' Adam Smith italiano al crocevia tra diritto e mercato Di Cesare Beccaria tutti sanno che è stato il nonno di Alessandro Manzoni e conoscono Dei delitti e delle pene , l' opera scritta a 25 anni che gli ha dato fama universale in un mondo allora più globale di quel che oggi si pensi. Meno note invece sono le sue «fatiche» di economista e civil servant. A questi capitoli poco esplorati Carlo Scognamiglio Pasini ha dedicato il libro L' arte della ricchezza. Cesare Beccaria economista (Mondadori Università, pagine 328, e 22). Professore emerito alla Luiss di Roma, già presidente del Senato e ministro della Difesa, Scognamiglio riesce in un' impresa tutt' altro che semplice: quasi con lo stile di un romanzo intreccia vicende umane ed evoluzione professionale e del pensiero di Beccaria. Il risultato fa giustizia di una evidente sottovalutazione ed è un affresco della Milano dei Lumi, tra le prove e i tormenti della sua élite, le tipicità sociali, il rapporto con il «dominatore» austriaco. «Quest' oblio merita una riflessione. Nel campo dell' economia è difficile per noi italiani poter contare più di un autore per secolo che abbia raggiunto una posizione di massimo rilievo sul piano internazionale», scrive Scognamiglio, che sottolinea come la ricostruzione della figura di Beccaria sia stata resa possibile grazie in particolare all' edizione completa delle sue opere promossa da Mediobanca. E sull' oblio occorre meditare, tanto più se si considera che Joseph Schumpeter definisce Beccaria «l' Adam Smith italiano»: «Le somiglianze fra questi due uomini e i loro risultati sono impressionanti». E in effetti il suo libro Elementi di economia pubblica , dato alle stampe nel 1804, 10 anni dopo la morte dell' autore e 35 dopo le lezioni di Economia a Milano, che rappresentano il periodo in cui sarebbe stato scritto, presenta grande sintonia con La ricchezza delle nazioni di Smith. Scrive Scognamiglio che in entrambi i campi, giustizia ed economia, il pensiero di Beccaria risulta «eversivo». Laicizza la giustizia penale, introducendo la distinzione fra «peccati» e «crimini» che sarà fondamentale per il pensiero illuminista. In economia sostiene che la fonte della ricchezza delle nazioni non è costituita da risorse naturali e agricoltura, come affermava la scuola di pensiero dominante nel Settecento, ma dal lavoro umano. E ritiene che «l' economia pubblica sarà l' arte di fornire con pace e sicurezza non solamente le cose necessarie, ma ancora le comode, alla moltitudine riunita». Annota l' autore che questa base del pensiero, elaborata da Beccaria dalle sue lezioni nel 1768, si troverà nell' Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 3 13 febbraio 2015 Pagina 45 < Segue Corriere della Sera Pubblica Amministrazione incipit della Ricchezza delle nazioni , pubblicato nel 1776. In entrambi i casi viene disegnata la svolta che rivoluziona il sapere economico e recide il fondamento della rendita che sosteneva i ceti dominanti: aristocratici e proprietari terrieri. Beccaria, eclettico tra mercantilismo e fisiocrazia, sostegno al libero mercato e anticipazioni del moderno welfare, lascia però incompiuto il capolavoro economico. Forse lo frena anche il carattere (che gli farà scrivere, come propria immaginaria epigrafe: «Visse la vita tranquillamente, con poca ambizione»). Incline alla depressione, Beccaria si reca su invito a Parigi nei salotti illuministi, ma mal sostiene l' ira dei fratelli Verri; rifiuta l' incarico di consigliere di Caterina II di Russia, coltivando la promessa di una cattedra di Economia «creata» per lui; lascia l' insegnamento guardato con sospetto di «eversione» ed entra nella pubblica amministrazione; si muove insomma con una prudenza non sempre in linea con il suo «genio». Ma non può che destare stupore l' originalità dei suoi atti di governo: i documenti redatti in 23 anni sono oltre 6 mila. La sua azione di riforma ha basi liberiste ma anticipa il keynesismo: abolisce le corporazioni; dà vita al Monte delle sete, primo istituto di credito industriale; propone rimedi alla disoccupazione, da una sorta di cassa integrazione alla spesa in lavori pubblici; prefigura l' introduzione di un sistema metrico decimale di misure e pesi; porta a una riforma monetaria ammirata in Europa. Anche questi provvedimenti restano in ombra per lungo tempo. Il racconto di Scognamiglio diventa dunque un tributo più che dovuto al «nostro Adam Smith». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 4 13 febbraio 2015 Pagina 15 Corriere della Sera Pubblica Amministrazione «Gli ex politici ricollocati e quel divieto necessario» Caro direttore, il bell' articoloinchiesta di Sergio Rizzo uscito sul Corriere della Sera di domenica 8 febbraio («Ex parlamentari ricollocati in enti ed authority») propone un accurato aggiornamento di un problema, quello del postemployment di coloro che hanno ricoperto cariche politiche, che si presenta un po' ovunque. Lo dimostra l' esistenza di termini equivalenti per descrivere il fenomeno dell' occupazione delle istituzioni da parte del ceto politico e di pregiudizio per l' esercizio imparziale ed efficiente delle cariche dispensate per sistemare amici e per compensare favori: da noi sottogoverno, in Francia pantouflage, nel mondo anglosassone patronage , revolving doors ... La questione è stata affrontata recentemente in più Paesi (Gran Bretagna,Canada, Spagna) e dalla Unione europea (relativamente agli ex commissari) con soluzioni differenti, ma accomunate dall' intento di frenare malcostume e lobbismo. Una volta tanto, l' Italia non è però indietro agli altri: il decreto legislativo 39 del 2013, attuativo della legge anticorruzione, stabilisce (articolo 7) che coloro che sono stati componenti dei consigli e delle giunte regionali e provinciali nonché dei comuni che superino una soglia dimensionale (15.000 abitanti), nei due anni successivi alla cessazione dalla carica o dalle dimissioni non possano diventare dirigenti per nomina nelle pubbliche amministrazioni o ricevere cariche di amministratore di enti pubblici e di società controllate. Le cariche di vertice delle Asl (art.8) non possono essere attribuite per tre anni ai candidati non eletti, agli ex parlamentari, agli ex membri del governo, agli ex componenti dei consigli e delle giunte regionali, etc. Il decreto n. 39 «raffredda», quindi, la pressione della politica sulla amministrazione, frenando le trasmigrazioni immediate da un incarico all' altro (l' Autorità anticorruzione svolge una intensa e proficua supervisione, collaborando con regioni, enti locali, enti pubblici, società pubbliche), ma presenta un limite rilevante: sebbene la legge anticorruzione del 2012 lo richiedesse, esso non si applica a livello nazionale, «risparmiando» così gli ex parlamentari e gli ex membri del governo. L' augurio è di poter correggere questa lacuna attraverso la riforma, in corso di esame in Parlamento, della Pubblica Amministrazione. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 5 13 febbraio 2015 Pagina 34 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Renzi assolto perché non addetto ai lavori Assolto perché «non addetto ai lavori». Così la Corte dei conti in sede d' appello modifica la sentenza di condanna disposta in primo grado nei confronti dell' allora presidente della provincia di Firenze, Matteo Renzi, per l' assunzione nel suo staff e della giunta di collaboratori privi di laurea, ma pagati come fossero laureati. Così la sentenza 4 febbraio 2011, n. 107, della prima sezione centrale d' appello della Corte dei conti. La sezione ha ritenuto di rivedere la condanna comminata in primo grado all' attuale premier sulla base di una visione che sembra anticipare la riforma della responsabilità erariale contenuta nel ddl sulla pubblica amministrazione, all' esame del senato. Il principio posto, in sostanza, è che il politico non risponde sul piano psicologico di danno erariale, se le decisioni, pur adottate direttamente, siano sorrette da pareri e atti dirigenziali che le lascino ritenere legittime. L' appello non nega che l' evento dannoso si sia verificato. Esclude, tuttavia, che l' attuale premier possa avervi dato causa, anche solo in parte. Non basta, per la Corte d' appello, ai fini della responsabilità erariale, che l' allora presidente Renzi avesse indicato nominativamente i componenti della propria segreteria da assumere (cosa ritenuta naturale, dalla Corte, nell' ambito di un rapporto fiduciario); né è bastato che abbia preso visione dei curricula, acquisendo consapevolezza dell' assenza del titolo di studio della laurea; non è bastato nemmeno che avesse sottoscritto la proposta di delibera per l' assunzione e l' inquadramento sbagliato, poi adottata dalla giunta. Per la sezione occorre considerare che «l' istruttoria amministrativa, i pareri (ben quattro) resi nell' ambito dei procedimenti interessati e i relativi contratti sono stati curati dall' entourage amministrativo e dalla struttura amministrativa provinciale che hanno sottoposto all' organo politico una documentazione corredata da sufficienti, apparenti garanzie tanto da indurre a una valutazione generale di legittimità dei provvedimenti in fase di perfezionamento». In particolare, le garanzie apparenti hanno tratto in inganno l' allora presidente della provincia perché gli eventuali vizi di legittimità sarebbero stati «di difficile percezione da parte di un «non addetto ai lavori» qual è un politico, a differenza di un tecnico. Dunque, l' allora presidente della provincia, da non addetto ai lavori, sarebbe stato indotto in errore dalle valutazioni, a loro volta erronee, di legittimità espresse dalla struttura. Pertanto, la sezione «ritiene di poter rilevare l' assenza dell' elemento psicologico», e, dunque, assolvere l' attuale premier, non senza precisare che nel caso di specie tuttavia non ricorrono gli estremi della cosiddetta «esimente politica». Si tratta dell' istituto previsto dall' articolo 1, comma 1ter, della legge 20/1994, ai sensi del Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 6 13 febbraio 2015 Pagina 34 < Segue Italia Oggi Pubblica Amministrazione quale «nel caso di deliberazioni di organi collegiali la responsabilità si imputa esclusivamente a coloro che hanno espresso voto favorevole. Nel caso di atti che rientrano nella competenza propria degli uffici tecnici o amministrativi la responsabilità non si estende ai titolari degli organi politici che in buona fede li abbiano approvati ovvero ne abbiano autorizzato o consentito l' esecuzione». L' esimente politica non è applicabile, nel caso di specie, perché l' atto da cui è scaturita l' assunzione illegittima dei collaboratori è stata una deliberazione di giunta, non un provvedimento dell' apparato tecnico. Tuttavia, se non è applicabile l' esimente politica allora l' esclusione da responsabilità erariale disposta dalla Corte d' appello non appare del tutto in linea con l' assetto delle responsabilità fissato dalla normativa vigente. Infatti ci si rifugia nell' assenza di elemento psicologico, cagionato dal non essere «addetti ai lavori». Ma, allora, nessun politico potrebbe mai essere chiamato a rispondere delle decisioni adottate, sempre e comunque sorrette da istruttorie tecniche, in quanto nessuno sarebbe (nonostante la carica assunta, si presume, anche in base a requisiti di competenza) mai un addetto ai lavori. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 7 13 febbraio 2015 Pagina 26 Italia Oggi Pubblica Amministrazione Nuovi valori patrimoniali e rendite pubblicati nell' albo pretorio. Catasto autocertificato Per immobili ordinari i dati dai proprietari. Riforma del catasto verso l' autocertificazione. Per la nuova categoria degli immobili ordinari (abitazioni familiari, abitazioni tipiche, uffici, studi, cantine, posti auto, negozi, magazzini) i dati mancanti per dare avvio alla riforma del catasto potranno essere forniti ad Agenzia delle entrate e comuni direttamente dai possessori degli immobili. Questi, infatti, saranno chiamati a compilare un modulo ad hoc in cui autocertificheranno determinate caratteristiche dell' immobile. Per gli immobili rientrati nella categoria speciale (in via residuale tutto ciò che non rientra nella categoria ordinaria), invece, questo compito sarà affidato a professionisti. Questa una delle procedure che, in base a quanto risulta a ItaliaOggi, contribuirà a formare la base di dati necessaria per dare impulso alla prima fase di ricognizione legata alla riforma del catasto prevista dall' art. 2 della delega fiscale la cui scadenza sarà proroga a settembre. Dopo l' annuncio da parte del viceministro dell' economia Luigi Casero giunto mercoledì pomeriggio (si veda ItaliaOggi del 12 febbraio 2014), ieri, «il sottosegretario all' economia Enrico Zanetti (Sc) «ha ufficializzato la presentazione di un emendamento nel corso dell' esame del dl Imu sui terreni agricoli, per modificare i termini di esercizio della delega e», ha sottolineato il presidente della Commissione finanze di palazzo Madama, Mauro Maria Marino (Pd), «automaticamente, quelli per l' espressione del parere da parte delle Commissioni competenti». Un meccanismo, quello messo in piedi da amministrazione finanziaria e Mef che segue la falsa riga di quanto previsto per il vecchio Isee e che rischia di porsi come una via percorribile data la mancanza di risorse a disposizione dei comuni. Per la gran parte delle categorie ordinarie, quindi, la nuova base dati sarà sostanzialmente autocertificata senza che, al momento, nulla sia dato sapere circa eventuali modalità di controllo, di rettifica o di eventuali conseguenze in caso di dichiarazioni non veritiere. Le informazioni, però, in via residuale potranno essere richieste all' amministratore di condominio. Un sistema, quindi, che si pone come un ulteriore onere a carico dei cittadini e che non si accinge a essere biunivoco. Mentre, infatti, sarà compito dei proprietari comunicare i dati, altrettanto non saranno tenuti a fare comuni e amministrazione finanziaria. Una volta che a ogni immobile saranno attribuiti la nuova rendita e il nuovo valore patrimoniale la Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 8 13 febbraio 2015 Pagina 26 < Segue Italia Oggi Pubblica Amministrazione notifica ai cittadini avverrà tramite la pubblicazione presso l' albo pretorio per una durata non inferiore a 90 giorni. E solo entro questo termine il cittadino potrà eventualmente fare reclamo presso la pubblica amministrazione. In alternativa, avrà a disposizione 120 giorni a partire dalla data di pubblicazione in G.U. dell' avviso da parte delle Entrate della pubblicazione presso l' albo pretorio, per adire la Commissione tributaria provinciale. Compito dei comuni, invece, quello di trasmettere alle Entrate le informazioni già disponibili e di rilevare le caratteristiche posizionale ed edilizie delle unità immobiliari produttive. Ma anche in questo casa la strada rischia di non essere in discesa. «I comuni rivestiranno un ruolo importante nella dinamica complessiva della riforma», ha spiegato a ItaliaOggi Mirco Mion, presidente di Agefis (Associazione geometri fiscalisti), «ragion per cui se non verranno definiti in modo chiaro e preciso non solo gli stanziamenti ma anche le risorse umane a disposizione i comuni rischiano di non poter operare al meglio». I tempi, comunque, non saranno brevi. Il testo del dlgs di riforma, infatti, avrebbe dovuto essere esaminato ieri nel corso della prima seduta del nuovo comitato ristretto informale composto da governo e dai membri delle commissioni finanze di camera e senato. La seduta, però, per impegni parlamentari è slittata alla prossima settimana. BEATRICE MIGLIORINI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 9 13 febbraio 2015 Pagina 9 La Stampa Pubblica Amministrazione Falso in bilancio, ci sarà sconto di pena a chi collabora Orlando: siamo alle ultime limature. Sul reato del falso in bilancio «stiamo ancora mettendo a punto le ultime puntualizzazioni», parola del ministro della Giustizia Andrea Orlando. Il testo è ancora oggetto di limature e concretamente non se ne riparlerà prima della prossima settimana in commissione giustizia al Senato, nell' ambito del ddl Anticorruzione. Deciso che ogni falso in bilancio, anche il più lieve, merita la punibilità, si ragiona se lasciare delle soglie (il 3%?) per stabilire se un reato sia da punire da 1 a 4 anni oppure da 2 a 6. In generale, però, dopo la riunione di maggioranza dei giorni scorsi, si profila un serio inasprimento delle norme su tutto il v e r s a n t e d e i r e a t i c o n t r o l a Pubblica amministrazione. È deciso che ci sarà uno sconto di pena per il pentito: il premio per chi denuncia un accordo corruttivo di cui è parte, oscillerà da un terzo a metà della pena. «Un premio fortissimo che ci permetterà, penso, un balzo in avanti nelle inchieste», spera il senatore Beppe Lumia, capogruppo Pd in commissione Giustizia. È noto che le denunce sono poche. Si mette anche fine a un anacronismo: oltre al pubblico u f f i c i a l e , a n c h e l ' i n c a r i c a t o d i pubblico servizio (platea nel tempo divenuta larghissima) potrà essere imputato di concussione. Era un gap nella legislazione che i magistrati avevano evidenziato da tempo. Matteo Renzi aveva enunciato il seguente principio: il corrotto dovrà restituire il maltolto per accedere al patteggiamento, altrimenti si sarebbe perpetuato il malcostume italico di ladri che scontano pene minime e poi si godono i proventi del furto. Nel frattempo è intervenuto il reato di autoriciclaggio che limita fortemente il trucchetto. Con la restituzione obbligatoria, si scoraggeranno molti patteggiamenti di comodo. Non solo. Un emendamento su cui la maggioranza concorda riguarda anche l' esecuzione penale: il condannato non potrà avere la sospensione condizionale se, al pari del patteggiamento, non restituisce quanto rubato. Infine le sanzioni. Il dipendente pubblico che sia condannato per corruzione verrà licenziato anche con pene di 2 anni (attualmente, come previsto dalla legge Severino, il minimo di pena per rischiare il licenziamento erano 3 anni). Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 10 13 febbraio 2015 Pagina 9 < Segue La Stampa Pubblica Amministrazione Guai anche per il corruttore: se un imprenditore in affari con la pubblica amministrazione, caso tra i più frequenti, gli sarà impossibile stipulare appalti pubblici per 5 anni. Secondo la legge Severino, l' allontanamento dagli appalti era di 3 anni. Prevista una raffica di aumenti di pena per quasi tutti i reati contro pubblica amministrazione, con conseguenti allungamento dei tempi di prescrizione. FRANCESCO GRIGNETTI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 11 13 febbraio 2015 Pagina 8 La Stampa Pubblica Amministrazione Il governo dice no, la Camera lo smentisce Un emendamento fa cambiare idea a tutti Così passa il progetto per la pubblica amministrazione sul web. Miracolo a Montecitorio. Sono le dieci della sera di martedì, la maggioranza sta provando a portare a casa la riforma costituzionale e gli emendamenti delle opposizioni vengono bocciati a decine. In un' aula tesa e stanca la presidente Sereni sta per mettere in votazione l' ennesimo emendamento, il 31.26. Parere contrario di commissione e governo: destino segnato. Ma una mano si alza e chiede di parlare. È quella dell' autore, Stefano Quintarelli, oggi parlamentare di Scelta Civica ma per anni semplicemente «Quinta», uno che a ventiquattro anni ha realizzato la prima rete indipendente di posta elettronica nel Paese; tra i padri dell' avvento di Internet in Italia. Il suo emendamento vuole inserire nella Costituzione l' obbligo di comunicazione delle piattaforme informatiche per tutta la Pubblica Amministrazione. Un pezzo neanche tanto piccolo di rivoluzione digitale. Quintarelli è stato lontano dal Parlamento per mesi a causa di un brutto incidente ed è la prima volta che si alza in aula per parlare dall' inizio della legislatura. Lo fa per annunciare il ritiro dell' emendamento. «Lo faccio per dimostrare il mio concreto sostegno al governo», spiega prima di difendere il suo testo, dandosi la colpa di non essere stato capace di spiegare l' utilità del testo. Sembra finita. E invece no. Si alza Antonio Palmieri di Forza Italia e raccoglie l' emendamento facendolo suo, provando a convincere innanzitutto il governo della bontà della proposta di Quintarelli. A lui si aggiungono uno per uno gli altri gruppi. Cambia idea persino la Lega che aveva espresso parere contrario e quando Marazziti annuncia il voto favorevole di Per l' Italia resta solo il Pd contro la proposta di Quintarelli. A quel punto il ministro Boschi si alza e annuncia che il governo ha cambiato idea. «La quinta cosa più bella della mia vita, dopo le mie figlie, mia moglie, l' essere vivo e le aziende che ho contribuito a creare», racconta Quintarelli. «Ora il governo potrà emanare i decreti per l' attuazione di Italia Login. Un unico portale per tutti i servizi della Pa che riguardano il cittadino. Un progetto che sta seguendo Paolo Barberis, consigliere del presidente Renzi. Ieri per festeggiare i commessi mi hanno offerto persino le chiacchiere». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 12 13 febbraio 2015 Pagina 8 < Segue La Stampa Pubblica Amministrazione Con 364 voti a favore, quattro astenuti e nessun contrario la Camera ha approvato. Al suo primo intervento in aula, Stefano Quintarelli ha fatto cambiare idea a governo, Commissione e Parlamento, riuscendo a inserire il suo emendamento nella riforma della Costituzione. @unodelosBuendia. FRANCESCO MAESANO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 13 13 febbraio 2015 Pagina 10 La Stampa Pubblica Amministrazione Pubblica amministrazione. Il ministro Madia lancia la sua riforma "Un Grande Fratello contro gli assenteisti" Vigilate sui vigili. Mentre l' eco dei fischietti rimbomba per le strade del centro di Roma, il m i n i s t r o d e l l a Pubblica Amministrazione Marianna Madia annuncia misure più rigide contro i furbetti della malattia. Lo fa nel giorno dello sciopero nazionale dei vigili urbani. Una scelta puntuale. Una precisa indicazione delle nuove rotte che seguirà il governo per monitorare e punire le assenze ingiustificate. La protesta dei pizzardoni che a Roma nella notte di Capodanno si sono allegramente dati malati in massa, è considerata dal governo l' apogeo di un malcostume non più tollerabile, lo svelamento di una piaga che finora è parsa inguaribile. «Non voglio entrare nel merito della vicenda capitolina», specifica Madia, ma di fatto sarà quella vicenda a entrare nei provvedimenti della delega di riforma della Pa, che dalla prossima settimana dovrebbe approdare in commissione al Senato. Impossibile non tener presente il sabotaggio della notte del 31 dicembre, tanto più con un' inchiesta in corso della procura di Roma che punta sui certificati facili rilasciati dai medici. Ci vorranno mesi, ancora, per l' approvazione definitiva della riforma. Madia spera di farcela «entro l' estate», intanto però l' esecutivo è già al lavoro sui decreti legislativi. Ed è là dentro che il ministero conta di confezionare misure più stringenti, per non lasciare impunite le assenze. Innanzitutto: i controlli. Le competenze dovrebbero passare dalle Asl all' Inps, che ha già potere di vigilanza sui dipendenti privati. L' Istituto presieduto da Tito Boeri, fresco di nomina, affiderebbe il monitoraggio a una sorta di Grande Fratello elettronico capace di accertamenti mirati e immediati. Una filiera computerizzata in grado di individuare in tempo reale l' assenza e il motivo. Secondo fonti dell' Inps, questo tipo di sorveglianza, uniformando le procedure con il privato, farebbe anche risparmiare un bel po' di quattrini. Gli emendamenti al ddl non tralasciano anche il capitolo più delicato delle azioni disciplinari. Qui, l' architettura della riforma si complica, anche perché dopo il caso della polizia locale di Roma è ovvio ci sia «una maggiore attenzione all' assenteismo di massa e reiterato». In pratica, il governo metterà mano alla legge Brunetta, rivedendo, fa sapere Madia, la fattispecie del comportamento sanzionabile. Nel Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 14 13 febbraio 2015 Pagina 10 < Segue La Stampa Pubblica Amministrazione solco della guerra di Brunetta ai fannulloni, i provvedimenti dovranno essere «più concreti», senza il timore di colpire, anche con il licenziamento, chi dichiara il falso e si assenta senza motivo. ILARIO LOMBARDO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 15 13 febbraio 2015 Pagina 38 Il Sole 24 Ore Normativa Comuni Enti locali. Obiettivi alleggeriti per gli enti virtuosi Si profila il rinvio dei bilanci preventivi al 30 giugno. Il Patto «premia» i tagli Accordo Governosindaci sui vincoli, ma è stallo su «fondo Tasi» e Città. milano Arriva il Patto di stabilità «intelligente», arricchito da "premi" per le amministrazioni locali che hanno tagliato di più la spesa e riscosso meglio le entrate, e raffinato da meccanismi che permetteranno di evitare gli effetti collaterali dei picchi congiunturali di spesa; il tutto mentre si profila un nuovo rinvio dei bilanci preventivi degli enti locali al 30 giugno prossimo. Sul nuovo Patto ieri Governo e amministratori locali hanno raggiunto in Conferenza Stato Città la preintesa che ora dovrà essere tradotta in un decreto, con un correttivo normativo che allunghi i termini perché la legge di stabilità dava tempo solo fino al 31 gennaio (ma per questo basta una riga nel Milleproroghe). Non si risolve, invece, la questione della replica del fondoTasi da 625 milioni che i Comuni chiedono da quando la manovra ha congelato regole e aliquote del Fisco immobiliare. Il punto è stato al centro di un incontro ieri pomeriggio fra il ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan e i vertici dell' Anci, incontro che il presidente dell' Associazione dei Comuni Piero Fassino ha definito «interlocutorio»: l' impegno politico a rimettere sul piatto i fondi che nel 2014 hanno aiutato a quadrare i conti in 1.800 Comuni (solo a Milano la partita vale quasi 90 milioni) era stato già assunto nelle scorse settimane, ma i soldi sono ancora da trovare. Sul versante del Patto, invece, settimane di trattativa hanno prodotto un accordo che mette insieme l' esigenza, rilanciata da Palazzo Chigi, di premiare chi ha ridotto di più la spesa corrente con quella, sollevata dai Comuni, di correggere una serie di storture dei vecchi meccanismi. In pratica, per individuare la base di calcolo bisognerà considerare tre dei quattro anni dal 2010 al 2013, togliendo l' anno con la spesa più alta. In questo modo, la spesa corrente media a cui applicare i moltiplicatori non sarà gonfiata dai picchi congiunturali, dovuti per esempio a un intervento straordinario o allo sblocca debiti. Da questa base, poi, escono le spese per il trasporto pubblico locale e quelle per i rifiuti, che erano rientrate nei bilanci di migliaia di Comuni dopo il tramonto della tariffa d' igiene urbana. Su questi presupposti saranno ripartiti gli obiettivi del Patto, per metà sulla spesa e per metà in base alla capacità di riscossione. Sul primo versante, circa 350 milioni si trasformeranno in premi per chi ha tagliato di più la spesa corrente (sempre con l' esclusione di trasporto pubblico e rifiuti), con sconti sul Patto che si Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 16 13 febbraio 2015 Pagina 38 < Segue Il Sole 24 Ore Normativa Comuni trasformeranno in aumenti degli obiettivi per i meno "virtuosi". Sulla riscossione, invece, tutto dipenderà dal fondo di riscossione crediti che ogni ente è chiamato a costituire in base alla riforma della contabilità, proporzionale al tasso di mancata riscossione. Nel nuovo meccanismo, il fondo crediti sarà scontato dall' obiettivo lordo di Patto ma gli enti più efficienti nella riscossione, dunque con poco fondo crediti, avrebbero pochi vantaggi dalla novità: per questa ragione, interverrà un meccanismo premiale a loro favore. Mentre si affinano le regole del Patto, però, rimangono le nubi sulle risorse, soprattutto per le Città metropolitane. Su di loro si concentra l' esigenza del fondo Tasi e il fatto che la manovra le tratta come le Province, anche se nelle Città le funzioni sono in crescita e non in diminuzione. Nell' incontro di ieri Fassino è tornato a chiedere «una rimodulazione dei tagli, altrimenti si rischia che i nuovi enti decollino in una situazione di dissesto» che mette a rischio anche interventi urgenti come l' edilizia scolastica. [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Gianni Trovati. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 17 13 febbraio 2015 Pagina 21 Il Sole 24 Ore Normativa Comuni Titolo V. L' addio alle materie concorrenti rafforza i poteri sostitutivi che finora sono stati usati raramente. Il governo potrà sostituirsi a regioni e comuni roma Non solo tordi, cesene e beccacce. Da quando il nuovo titolo V sarà in vigore il governo potrà sostituirsi con più efficacia alle regioni e agli enti locali. Rispetto ai pochi e limitati casi in cui l' ha fatto finora. L' ultima volta il 20 gennaio scorso quando l' ha fatto per bloccare la caccia delle tre razze di uccelli selvatici citati. Modificando su richiesta del ministro dell' Ambiente, Gian Luca Galletti il calendario venatorio in sei Regioni: Liguria, Toscana, Umbria, FriuliVenezia Giulia, Veneto e Marche. La scelta di eliminare le materie concorrenti e dunque di stabilire con più precisione tra Stato e Regioni "chi fa che cosa" sembra rafforzare implicitamente i poteri sostitutivi che l' articolo 120 della Costituzione affida dal 2001 all' Esecutivo. E che continuerà ad affidargli anche in futuro grazie all' articolo 34 del ddl che ha incassato ieri sera (senza modifiche) l' ok dell' aula di Montecitorio. Respingendo tutti gli emendamenti presentati, l' assemblea della Camera ha di fatto confermato le novità che erano state introdotte al Senato durante il precedente giro parlamentare. Nel continuare ad assicurare al livello centrale la possibilità di intervenire al posto di quelli territoriali (da intendersi come Regioni, Città metropolitane e Comuni visto che con la riforma le Province spariscono dalla Carta, ndr ) la disposizione introduce l' obbligo, tranne che nei casi di «motivata urgenza», di richiedere un parere preventivo del Senato. Parere da emanare entro 15 giorni. Immutati rispetto al testo attuale sono invece i casi in cui la sostituzione potrà essere esercitata. Vale a dire il «mancato rispetto di norme e trattati internazionali o della normativa comunitaria oppure di pericolo grave per l' incolumità e la sicurezza pubblica, ovvero quando lo richiedono la tutela dell' unità giuridica o dell' unità economica e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, prescindendo dai confini territoriali dei governi locali». A stabilire le procedure e i termini per l' esercizio del potere sostitutivo continuerà a essere la legge ordinaria. Che per effetto di una modifica introdotta a Palazzo Madama e confermata a Montecitorio dovrà anche individuare «i casi di esclusione dei titolari di organi di governo regionali e locali dall' esercizio delle rispettive funzioni quando è stato accertato lo stato di grave dissesto finanziario dell' ente». Insomma far decadere gli amministratori responsabile di un eventuale default. Fin qui l' articolo 120. Ma nel testo c' è un' altra norma (anche in questo caso già prevista al Senato) che Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 18 13 febbraio 2015 Pagina 21 < Segue Il Sole 24 Ore Normativa Comuni va nella stessa direzione. Si tratta del comma 5 dell' articolo 117 che consente alla legge statale di intervenire in materie di ambito esclusivo regionale «quando lo richiede la tutela dell' unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell' interesse nazionale». E che va letta come una vera e propria clausola di supremazia del centro sulla periferia. © RIPRODUZIONE RISERVATA Eugenio Bruno. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 19 13 febbraio 2015 Pagina 13 Il Sole 24 Ore Normativa Comuni Nel 2015. La società coinvolgerà anche Regioni e Comuni. Poste conferma il piano: chiuderanno 455 sportelli Poste Italiane corregge il tiro sul piano di chiusura degli sportelli postali in tutta Italia e si impegna a coinvolgere le realtà locali, comuni e regioni, nel processo di razionalizzazione della rete. «Il confronto con regioni e comuni precederà la fase attuativa del piano di razionalizzazione degli uffici postali», recita una nota diffusa ieri al termine dell' incontro con l' ad Francesco Caio e il presidente dell' Autorità per le comunicazioni, Angelo Cardani, chiesto dal sottosegretario per il ministero dello Sviluppo economico, Antonello Giacomelli, dopo le proteste giunte dall' Anci e dalla Conferenza delle regioni. Non si tratta di un dietrofront rispetto ai tagli annunciati: per il 2015 sono 455 sportelli in tutto il territorio nazionale. Cardani ha spiegato che la richiesta, pervenuta all' Autorità lo scorso anno, è in linea con quanto previsto dalla legge Scajola del 2008 e con la delibera dell' Authority in materia. Laddove esigenze di economicità lo richiedano, è questo il senso, è possibile la chiusura degli sportelli a condizione di lasciarne aperto almeno uno nel territorio comunale. Caio ha ribadito la logica che ha portato a questa scelta, ma ha ricordato che le chiusure camminano di pari passo con il lancio di nuovi servizi a domicilio o telematici che Poste sta lanciando. Ad esempio, la possibilità di chiamare a casa il postino "telematico" per la consegna di pacchi o il pagamento dei bollettini. E ancora: la card abbinata al libretto postale che consente ai pensionati di prelevare al postamat la pensione. Il manager ha inoltre ribadito che il piano non ha alcun impatto occupazionale, perchè il personale viene spostato su altri sportelli che aumentano gli orari di apertura. Le proteste di questi giorni sono nate a fronte delle lettere di Poste che i sindaci si sono visti recapitare dalla sera alla mattina in cui si annunciavano le chiusure. Giacomelli ha convinto il management della società a condividere le strategie con le realtà interessate anche in vista delle altre novità che arriveranno con l' approvazione del nuovo contratto di programma, e cioè l' aumento dei costi della posta prioritaria che ridurrà il servizio in alcune aree e la reintroduzione della posta ordinaria con tempi molto più lunghi di consegna. Le preoccupazioni, però, guardano anche alle previsioni del piano industriale per i prossimi due anni. Secondo indiscrezioni sono previsti nuovi consistenti tagli. La legge oggi consente a Poste di chiudere altri 171 sportelli, dunque non oltre 626 complessivi dopo i 455 che si vanno a tagliare quest' anno. Il timore, però, è che intervengano modifiche normative che facciano saltare quel tetto in vista della privatizzazione. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 20 13 febbraio 2015 Pagina 13 < Segue Il Sole 24 Ore Normativa Comuni © RIPRODUZIONE RISERVATA Laura Serafini. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 21 13 febbraio 2015 Pagina 36 Italia Oggi Normativa Comuni Le attività svolte dall' amministratore devono essere correlate alle funzioni. Permessi ai capigruppo Possono assentarsi dal lavoro per 24 h mensili. Un amministratore locale, consigliere e capogruppo consiliare di un comune, nonché dirigente medico presso la locale Asl, di quanti permessi può usufruire ai sensi dell' art. 79 del dlgs 18 agosto 2000, n. 267? L' art. 79 del citato decreto legislativo n. 267/2000 dispone, ai commi 1 e 3, che i consiglieri comunali ovvero i membri delle conferenze dei capogruppo hanno diritto di assentarsi per la partecipazione alle riunioni consiliari per l' effettiva durata delle stesse e, tale diritto, comprende il tempo necessario per raggiungere il luogo della riunione e rientrare al posto di lavoro. Il successivo comma 4 del medesimo articolo prevede, inoltre, che il Presidente del consiglio e i presidenti dei gruppi consiliari comunali con popolazione superiore a 15 mila abitanti, oltre ai permessi di cui al precedente comma, hanno diritto di assentarsi dal posto di lavoro per un massimo di 24 ore lavorative mensili, configurando nello stesso il tempo necessario per raggiungere il luogo della riunione e il rientro al posto di lavoro. Ai sensi del comma 5 del citato articolo, infine, i lavoratori dipendenti hanno diritto ad ulteriori permessi «non retribuiti», sino a un massimo di 24 ore lavorative mensili, qualora risultino necessari per l' espletamento del mandato. L' art. 80 del dlgs n. 267/2000 dispone, infatti, che i permessi di cui all' art. 79 sono retribuiti dal datore di lavoro, per le ore o giornate di effettiva assenza del lavoratore dal posto di lavoro. Risulta fondamentale che le attività svolte dall' amministratore in questione siano correlate esclusivamente alle funzioni ricoperte, desunte da incarichi demandati all' amministratore dall' ente, proprio in forza della carica rivestita presso lo stesso. Per quanto attiene alle modalità di attestazione dei permessi, l' art. 79, comma 6 Tuel prevede il preciso obbligo, per il lavoratore dipendente, di documentare, con apposita certificazione, l' attività e i tempi di espletamento del mandato. In assenza di specifica norma regolamentare, l' attestazione dell' utilizzo dei permessi può essere rilasciata dal sindaco, dal segretario comunale, o dal segretario del collegio cui partecipano gli amministratori interessati, se prestabilito, o da un consigliere facente le veci di segretario, ovvero dal presidente dell' adunanza. In merito ala possibilità di sostituire l' attestazione per i permessi con una autocertificazioni, la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà di cui all' art. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 22 13 febbraio 2015 Pagina 36 < Segue Italia Oggi Normativa Comuni 47 del dpr 28/12/2000, n. 445, fatte salve le eccezioni espressamente previste per legge, ha la stessa validità legale dell' atto che sostituisce, tanto più che, nella fattispecie, tale dichiarazione viene effettuata da un amministratore locale investito di pubbliche funzioni. INCOMPATIBILITÀ Sussiste l' ipotesi dell' incompatibilità ex art. 63, comma 1, n. 2, del dlgs 18/8/2000, n. 267, nei confronti di un consigliere comunale che all' epoca delle consultazioni amministrative risultava subappaltatore di lavori pubblici nei confronti dell' ente? Nel caso di specie, l' interessato, prima della seduta consiliare finalizzata a verificare le condizioni di eleggibilità e candidabilità degli eletti, ha rinunciato agli incarichi in questione e il consiglio comunale, con deliberazione successiva alla consultazione elettorale, ha provveduto a convalidare l' elezione dei propri componenti e del primo cittadino, ai sensi dell' art. 41 del dlgs 18/8/2000, n. 267. Pertanto non è ravvisabile la causa ostativa all' espletamento del mandato elettivo, atteso che, per espressa previsione normativa, l' amministratore locale ha facoltà di rimuovere la situazione d' incompatibilità in cui eventualmente si trovi e, nella specie, ciò risulta tempestivamente avvenuto per effetto della rinuncia ai richiamati subappalti (cfr. art. 69 del dlgs n. 267 del 2000). Sotto tale profilo, appare irrilevante la circostanza che, al momento dell' elezione, non fosse ancora intervenuta l' approvazione del collaudo finale dei lavori appaltati. Invero, tale approvazione rileva come il momento finale del rapporto contrattuale, a seguito del quale non è più possibile ravvisare alcuna situazione d' incompatibilità, ex art. 63, comma 1, n. 2, del dlgs n. 267 del 2000. In merito la giurisprudenza ha precisato che «la partecipazione all' appalto, quale impedimento all' esercizio della carica elettiva, dura nel tempo fintantoché essa possa dirsi sussistente: vale a dire, dal momento iniziale della partecipazione stessa e sino al suo esaurimento e, quindi all' esaurimento del potenziale conflitto d' interessi; e ciò, restando salva, ovviamente, la facoltà del soggetto incompatibile di rimuovere la relativa causa nei tempi e nei modi stabiliti dalla legge». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 23 13 febbraio 2015 Pagina 4 MF Normativa Comuni La società specializzata nella gestione dei crediti deteriorati passa a Fortess e Prelios assieme a 2,4 miliardi di sofferenze. Unicredit cede Uccmb, sindacati sul piede di guerra «Sono molto soddisfatto per l' accordo che abbiamo concluso con il gruppo Fortress Investment per la cessione della nostra partecipazione in Uccmb; ci consente tra l' altro di accelerare la riduzione delle sofferenze, percorso su cui siamo impegnati con risultati complessivi importanti come indicano i dati del 2014, e di ottimizzare l' utilizzo del capitale regolamentare». È soddisfatto l' ad di Unicredit Federico Ghizzoni dopo aver condotto in porto con successo la vendita della società di recupero e gestione crediti e di un portafoglio di 2,4 miliardi di crediti deteriorati a Fortress (che ha contestualmente siglato un accordo di partnership industriale con Prelios nella gestione di parte del portafoglio). Ghizzoni ha poi ringraziato «tutti coloro che hanno lavorato in questi mesi per costruire questo accordo. E voglio ringraziare Dino Crivellari, il management e tutte le persone di Uccmb per il lavoro di qualità che hanno svolto in questi anni e per quello che assicureranno in futuro. Sono certo», ha concluso Ghizzoni, «che il nuovo contesto operativo porterà complessivamente a risultati sempre migliori, nella non facile attività di recupero crediti, nell' interesse di tutti i soggetti coinvolti». L' accordo, si legge nella nota congiunta diramata ieri da Unicredit, Fortress e Prelios, «contribuirà a rendere il mercato italiano del servicing per il recupero dei crediti più indipendente e rappresenta un passo positivo per lo sviluppo del settore come già avvenuto in altri paesi europei». Per quanto riguarda invece la banca guidata da Ghizzoni, l' operazione, che si inserisce all' interno del piano di riorganizzazione della divisione di recupero crediti di Unicredit, permetterà all' istituto milanese di beneficiare di un accesso ad una piattaforma di recupero crediti specializzata, che farà leva sul know how di Fortress e Prelios relativamente al settore di gestione dei crediti deteriorati. Il deconsolidamento dei 2,4 miliardi di sofferenze lorde si conferma inoltre in linea con l' obiettivo di Unicredit di accelerare la dismissione del suo portafoglio non strategico in Italia, contribuendo ulteriormente a ridurre il rischio patrimoniale ed ottimizzando l' utilizzo del capitale regolamentare. Si stima che per Unicredit l' impatto della transazione sul capitale regolamentare e sul conto economico sia sostanzialmente neutrale. L' operazione (in cui Unicredit è stata assistita da Ubs e Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners, mentre Fortress e Prelios sono stati seguiti da Mediobanca, Rothschild e da Legance) è soggetta ad Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 24 13 febbraio 2015 Pagina 4 < Segue MF Normativa Comuni autorizzazioni regolamentari. Il closing è atteso per il secondo trimestre del 2015. L' annuncio dell' operazione è stata accolta con preoccupazione da parte dei sindacati che hanno chiesto un incontro urgente con il vertice di Unicredit. «Chiediamo a Unicredit un incontro urgente per avere adeguate garanzie occupazionali e normative di lungo periodo per tutti i 700 lavoratori coinvolti nella cessione», ha dichiarato Marco Muratore, del coordinamento Fabi Unicredit con delega a Uccmb. «Esprimiamo, inoltre, tutta la nostra contrarietà rispetto a un' operazione che consegna nelle mani di un fondo speculativo un' area strategica per il gruppo, tra l' altro proprio in un momento in cui si stanno delineando soluzioni comuni per la gestione del credito deteriorato. Ciò dimostra ancora una volta l' incapacità delle banche italiane a fare sistema». Intanto gli analisti di Credit Suisse hanno tagliato il target price sul titolo Unicredit da 6 a 5,5 euro, confermando la raccomandazione neutral. Limata del 38% la previsione di utile netto per azione rettificato relativo al periodo 20152017. (riproduzione riservata) ANDREA DI BIASE Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 25 13 febbraio 2015 Pagina 13 Il Sole 24 Ore Sindacati Credito/2. Entro il 2017 previste 581 uscite e 200 assunzioni. Lo stop alle relazioni blocca anche Bper Non ci sarà una presentazione ai sindacati, dopo quella ai mercati e alla stampa del piano industriale 20152017 di Bper. La rottura delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro tra Abi e i sindacati ha infatti portato a uno sciopero, il 31 gennaio, ma anche al blocco delle relazioni nei gruppi. Questo s i g n i f i c a c h e f i n c h é i sindacati n o n decideranno di sospendere la protesta nei gruppi non sarà possibile avviare procedure e negoziati. Il primo gruppo a presentare il piano e a doversi confrontare con la rumorosa assenza dei sindacati è proprio Bper. Due giorni fa ha annunciato la chiusura di circa 130 filiali e lo sviluppo del modello hub & spoke, oltre alla revisione del modello di back office. E un' evoluzione con il segno meno della forza lavoro: i dipendenti che nel 2014 erano 11.407 scenderanno nel 2017 a 10.826. Ci sarà una riduzione di 581 dipendenti, circa il 5% in media: la rete perderà il 4,3%, mentre le strutture centrali il 6,5%. Come confermano dall' istituto c' è la volontà di ridurre al minimo l' impatto sociale. La banca per ottimizzare l' organizzazione del lavoro prevede un piano di prepensionamento e di ottimizzare il turnover, sostituendo il 50 60% del personale in uscita con personale interno. Ma anche nuove assunzioni: l' istituto prevede infatti di assumere 200 profili specializzati, in particolare, per le nuove aree di business. Per motivare le persone prevede lo sviluppo di un sistema di Mbo (management by objectives), lavoro da remoto, orari flessibili, part time, rafforzamento delle politiche di welfare, modelli di certificazione della crescita professionale, riqualificazione delle risorse attraverso training dedicati. Certo questa volta si pone il problema di come e quando iniziare a discutere degli esuberi e del nuovo modello organizzativo con i rappresentanti dei lavoratori. Dal gruppo auspicano che presto e compatibilmente con le prerogative del sindacato si riesca a trovare un accordo sul contratto nazionale, sostenibile a livello di settore. E si interrompa il blocco delle relazioni nei gruppi. Dal canto suo Bper ha considerato nel piano, negli oneri per il rinnovo del contratto, solo la previsione inflattiva. © RIPRODUZIONE RISERVATA C.Cas. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 26