Il valore nella misurazione della performance aziendale Prof. Federico Alvino Nella logica contabile… I risultati che provengono dai dati contenuti nel bilancio di esercizio aziendale, variamente definiti e rielaborati (risultato economico, ROI, ROE, flusso di cassa ecc.) costituiscono i tradizionali parametri in base ai quali si misura sinteticamente la performance aziendale. Secondo Guatri «...un’efficace misura di performance esprime il grado complessivo di raggiungimento degli obiettivi che l’impresa si pone: sia di quelli liberamente scelti, sia di quelli imposti dal sistema-ambiente di cui è parte. Questa misura, comunque venga espressa, è un giudizio sull’efficienza operativa dei responsabili dell’impresa, imprenditori e manager. In quanto tale è in primo luogo riferimento essenziale per guidarli nel loro comportamento e nelle loro scelte per il futuro (è la loro “bussola”); in secondo luogo, nei limiti in cui viene comunicata, consente ai vari stakeholder di rendersi meglio conto del grado di raggiungimento degli obiettivi che li interessano direttamente o indirettamente.» Limiti delle misurazioni di origine contabile 1. All’interno della cosiddetta logica contabile il reddito ed il capitale di funzionamento sono calcolati sulla base del contestuale ricorso ai principi di competenza economica e di prudenza che tendono ad attenuare le problematiche dell'incertezza; 2. Le valutazioni avvengono nell'ottica del ciclo operativo (o ciclo fisico-tecnico di breve durata), ove si considerano i fattori che esauriscono la loro utilità nel corso di un atto produttivo (es. materiali e manodopera), consentendo così l'applicazione del criterio del minore tra costo sostenuto e ricavo netto presunto. Le principali carenze degli indicatori di performance aziendale di origine contabile essendo originati da dati contabili, i parametri classici risentono delle valutazioni relative agli elementi del reddito e del capitale di funzionamento, in essi non viene adeguatamente considerata la variabile “rischio”; non viene considerato il valore finanziario del tempo, non si tiene conto della dinamica dei beni immateriali, sempre più importante nella gestione e nelle decisioni aziendali; si pensi all’importanza che assumono oggi i marchi o l’immagine aziendale e le competenze tecnologiche, di ricerca e manageriali. La teoria di creazione del valore Gradatamente l’esperienza operativa e la ricerca si sono orientate verso la costruzione di misure di performance aziendale in grado di spingere il sistema umano aziendale verso obiettivi di creazione di valore per il cliente finale e per i proprietari del capitale I cambiamenti nella gestione C a ra tte ris tic h e d e lla g e s tio n e T re n d Im p ie g o d i te c n o lo g ia a v a n z a ta C ic lo d i v ita d e l p ro d o tto C o m p le s s ità d e l p ro d o tto In te n s ità d i c a p ita le C a n a li d i d is trib u z io n e R e q u is iti d i q u a lità N u m e ro d i p ro d o tti e g ra d o d i d iffe re n z ia z io n e Im p o rta n z a d e ll’a p p ro v v ig io n a m e n to d i c a p ita li s u i m e rc a ti fin a n z ia ri Legenda C a m b ia m e n to C re s c e n te D e c re s c e n te Reddito reale dell’ azionista R = vt (dt - Ct) + (Wn . vn - W0) dove: dt = dividendo anno t; Ct = aumento a pagamento (o rimborso) di capitale al tempo t; Wn = valore finale (al tempo n) dell’impresa; W0 = valore al tempo iniziale 0 dell’impresa; vt, vn = fattori di attualizzazione. Creare valore Secondo Guatri: «Creare “valore” significa accrescere la dimensione del capitale economico, cioè in breve il valore dell'impresa intesa come investimento. Ma il maggior valore che via via si forma, in non pochi casi, per essere percepito e misurato dagli azionisti-risparmiatori deve passare anche nel valore di mercato, cioè trasferirsi sui prezzi delle azioni. Creazione e diffusione del valore sono perciò momenti complementari.» Il valore economico il valore economico del capitale si qualifica come misurazione di sintesi in grado di dare conto delle capacità competitive aziendali nell’ottica dell’investitore. Il valore economico, infatti, tiene conto della formazione (o distruzione) del valore di elementi immateriali (quali ricerca e sviluppo, immagine, marchi, formazione e reti distributive) e dell’avviamento L’approccio anglosassone Gli approcci di misurazione possono essere differenziati: nell’approccio statunitense e, più in generale, anglosassone si fa riferimento al valore attualizzato dei flussi di cassa scontati (metodo finanziario); la focalizzazione è sul valore attuale dei flussi di cassa operativi, Calcolo dei flussi di cassa operativi I FCO si calcolano deducendo dai flussi di capitale circolante netto generati dalla gestione [utili prima di interessi e imposte (earning before interest and taxes= EBIT) + ammortamenti] le imposte, l’incremento in capitale fisso e l’incremento di capitale circolante; a tale valore va aggiunto il valore residuo del capitale risultante dopo il periodo cui si riferisce l’analisi dei flussi di cassa e vanno quindi dedotte le passività aziendali. La formula… La formula di Rappaport per la determinazione dei flussi di cassa annuali costituisce un tipico esempio di analisi dei flussi di cassa prima degli oneri finanziari (Unlevered Discounted Cash Flows Analysis): CFt = St-1(1 + gt) . pt (1 - Tt) - (St - St-1) (ft + vt) dove: CF = flusso di cassa S = vendite annuali g = tasso di variazione delle vendite p =utile prima di interessi e imposte (Earns Before Interest and TaxesEBIT), in % delle vendite T = aliquota imposte sul reddito f = aliquota di investimenti fissi, al netto della quota di ammortamento del periodo, per incremento unitario del valore delle vendite v = aliquota di capitale circolante per incremento unitario del valore delle vendite. I value driver Il sistema di creazione del valore orienta le decisioni aziendali verso quelle iniziative che presentino a preventivo una capacità superiore di incremento del valore aziendale. I value driver divengono le principali leve su cui agire mediante le decisioni di strategia e politica aziendale; in questa prospettiva i possibili interventi sono riconducibili a tre principali categorie: azione su variabili interne che consentano di migliorare i parametri dipendenti dalla gestione operativa aziendale; in questa prospettiva possono essere valutati gli impatti sulla creazione del valore delle moderne iniziative strategiche quali il Total Quality Management, l’Activity-Based Management, il Just In Time ecc.; ricerca di miglioramenti per vie esterne con acquisizioni, fusioni o cessioni di partecipazioni ed altri beni. Mediante acquisizioni e fusioni si acquisiscono dall’esterno nuove capacità e potenzialità, in modo che unendosi a quelle esistenti aumentino le prospettive reddituali o diminuiscano i rischi; attuazione di politiche di ristrutturazione finanziaria, che possono influenzare il valore W per l’effetto della detraibilità fiscale degli interessi passivi, per l’effetto dei medesimi sul reddito, sul costo medio del capitale e sulla probabilità di dissesto. I punti di forza del modello del valore lo svincolo dal problema delle convenzioni contabili; l’estensione su un orizzonte temporale sufficientemente ampio da ricomprendere (salvo quanto si dirà in seguito) i principali effetti attesi dalle strategie; la trattazione in modo rigoroso e formalizzato della variabile rischio; la considerazione del valore finanziario del tempo; la possibilità di offrire una lettura di sintesi dei risultati attesi delle strategie. I limiti del modello del valore l’elevata aleatorietà connessa alla stima dei flussi di cassa su un arco temporale elevato; l’incapacità di valutare adeguatamente le conseguenze di iniziative da cui possono derivare, in futuro, opportunità di nuova creazione di ricchezza.