LA RESPONSABILITA’ DEGLI
ENTI E DELLE SOCIETA’ EX D.
LGS. 231/2001
Verona - 18 maggio 2005
D. LGS. 231/2001
Responsabilità Amministrativa
Persone Giuridiche - Società - Enti
Convenzione
OCSE
17/12/97
Legge Delega
n° 300/2000
PRINCIPIO BASE:
Le società possono essere sanzionate per
reati commessi dai vertici o da
dipendenti e collaboratori
Responsabilità penale
personale dell’autore
REATO
Obbligazione civile della
società per la multa o ammenda
in caso di insolvenza del reo artt. 196 e 197 Cod. Pen.
Responsabilità
“amministrativa”
della società
SOGGETTI INTERESSATI
Enti con personalità giuridica
Società e Associazioni
anche senza personalità giuridica
SOGGETTI ESCLUSI
Stato
Enti pubblici territoriali e Enti
pubblici non economici
Enti con funzioni di rilievo costituzionale
NON RILEVANO
Forma Societaria
Dimensione Soggetto
Tipo di attività svolta
SONO ESCLUSE
Le imprese individuali
PRESUPPOSTI RESPONSABILITA’
EX D. LGS. 231/2001
Oggettivi
Soggettivi
PRESUPPOSTO OGGETTIVO
COMMISSIONE DI ALCUNI PARTICOLARI
REATI TASSATIVAMENTE ELENCATI
nell’ interesse
oppure
a vantaggio
DELLA SOCIETA’
E’ ESCLUSA LA
RESPONSABILITA’
DELLA SOCIETA’ SE:
Il reato è stato commesso
nell’interesse ESCLUSIVO
dell’autore o di terzi
ELEMENTO OGGETTIVO
ELENCAZIONE ESPRESSA
REATI RILEVANTI
PROGRESSIVO AMPLIAMENTO
ELENCO
REATI PRESUPPOSTO DELLA
RESPONSABILITA’ EX D. LGS. 231/2001
A) -
Delitti contro la pubblica amministrazione
(indebita percezione di erogazioni, truffa ai
danni dello Stato o Enti pubblici, corruzione,
concussione
B) -
Falsità in monete, carte di pubblico credito,
valori di bollo
C) -
Reati societari:
(false comunicazioni sociali, illegale riparto
di utili, falso in bilancio, ecc.)
segue
D) -
Delitti con finalità di terrorismo o eversione
E) -
Delitti contro la personalità individuale
(schiavitù – tratta di persone – prostituzione e
pornografia minorile, ecc.)
F) -
Reati connessi ad abusi di mercato (abuso di
informazioni privilegiate e manipolazione
del mercato)
----------------------------------------------------------------------------F) -
Probabile prossimo allargamento a reati
ambientali e sicurezza sul lavoro
PRESUPPOSTO SOGGETTIVO
REATO COMPIUTO DA:
A) -
Soggetti in posizione apicale (con funzioni di
rappresentanza, direzione, amministrazione,
gestione e controllo anche di fatto dell’ente o di
unità autonome)
B) -
Persone sottoposte a direzione o vigilanza
(dipendenti, collaboratori, agenti, ecc.)
RESPONSABILITA’ EX 231/01
Per reato consumato
Per reato tentato
SANZIONI RIDOTTE
DA 1/3 A 1/2
SANZIONI PER LA SOCIETA’
Sanzioni pecuniarie
Sanzioni interdittive
Confisca
Pubblicazione della sentenza
SANZIONI PECUNIARIE
Si applicano sempre
Viene stabilito un n° di quote di
sanzione (da 100 a 1000)
Viene stabilito il valore di ogni quota
(da Lit. 500.000 a 3.000.000)
Non è ammesso pagamento in misura
ridotta
NUMERO DELLE QUOTE
Gravità del fatto
Grado di responsabilità dell’Ente
Attività svolta per eliminare o attenuare
le conseguenze e per prevenire ulteriori illeciti
VALORE DI OGNI QUOTA
Condizioni economiche
e patrimoniali dell’Ente
RIDUZIONI DELLA SANZIONE
Prevalente interesse dell’autore e
nessuno o scarso vantaggio per l’Ente
Danno patrimoniale causato di lieve entità
Danno risarcito ed eliminate
le conseguenze del reato
Adottato un modello organizzativo idoneo
a prevenire i reati
• DELLA SANZIONE
RISPONDE SOLO LA SOCIETA’
CON IL SUO PATRIMONIO
• IL CREDITO DELLO STATO
PER SANZIONI E’
PRIVILEGIATO
SANZIONI INTERDITTIVE
Interdizione dell’esercizio dell’attività
Sospensione o revoca di autorizzazioni,
licenze, concessioni funzionali alla
commissione dell’illecito
Divieto di contrattare con la Pubblica
Amministrazione
Esclusione e revoca di finanziamenti,
sussidi, agevolazioni, contributi
Divieto di pubblicizzare beni e servizi
SANZIONI INTERDITTIVE
Applicate solo se espressamente
previste in caso di:
Profitto rilevante per reati commessi
da soggetti apicali o da sottoposti a
causa di gravi carenze organizzative
Reiterazione degli illeciti
SANZIONI INTERDITTIVE
Di norma di durata temporanea da 3
mesi a 2 anni
Applicate in via definitiva se:
Già applicate temporaneamente
3 volte in 7 anni
L’Ente o una unità organizzativa ha
come scopo principale il compimento
di reati
LE SANZIONI INTERDITTIVE
NON SI APPLICANO SE
PRIMA DEL PROCESSO:
L’Ente ha risarcito il danno ed
eliminato le conseguenze
L’Ente ha adottato modelli
organizzativi idonei a prevenire i reati
L’Ente ha messo a disposizione il
profitto conseguito per la confisca
LE SANZIONI INTERDITTIVE
POSSONO ESSERE APPLICATE
ANCHE IN VIA CAUTELARE
(PRIMA DEL PROCESSO)
Se vi sono gravi indizi di
responsabilità ex D. LGS. 231/01
Se c’e pericolo di nuovi reati
POSSIBILITA’ DI ESCLUDERE LA
RESPONSABILITA’ DELLA SOCIETA’
ATTRAVERSO:
Adozione preventiva di un modello di
organizzazione e gestione idoneo a prevenire i reati
Incarico di vigilare sul funzionamento e
aggiornamento dei modelli a un organismo di
vigilanza
L’ADOZIONE DEL MODELLO
ORGANIZZATIVO
E’ facoltativa
E’ l’unico modo per escludere la
responsabilità dell’Ente
E’ opportuna per evitare azioni di
responsabilità nei confronti degli
amministratori (adeguatezza organizzativa
amministrativa e contabile)
COSTRUZIONE MODELLO
ORGANIZZATIVO
Su misura per le diverse realtà economiche
Anche sulla base di codici di
comportamento elaborati dalle associazioni
di categoria
LINEE GUIDA DI CONFINDUSTRIA
(http://www.confindustria.it/DBImg2002.nsf/HTMLPages/LineeGuida)
PROCESSO DI RISK MANAGEMENT
1. Mappatura processi “a rischio”
2. Elenco rischi potenziali (per processo)
3. Analisi del sistema di controllo preventivo esistente
(“protocolli”)
4. Valutazione dei rischi residui (non coperti dai controlli preventivi)
5. Adeguamento
Sistema di Controllo
preventivo (protocolli)
NO
Rischio
accettabile?
SI
RISULTATO = SISTEMA di CONTROLLO
in grado di PREVENIRE I RISCHI
RISCHIO ACCETTABILE
Sistema di prevenzione
tale da non poter essere aggirato se non
FRAUDOLENTEMENTE
MODALITA’ OPERATIVE
REALIZZAZIONE MODELLO
ORGANIZZATIVO:
1. Esame ambiti aziendali di attività
Creazione mappa aree aziendali a rischio reato
2. Analisi rischi potenziali
Creazione mappa possibili modalità attuative
dei reati
3. Valutazione, costruzione, adeguamento del sistema dei
controlli preventivi
PRINCIPI DI CONTROLLO
Ogni operazione deve essere:
verificabile, documentata, coerente, congrua
Nessuno può gestire autonomamente un
intero processo
I controlli devono essere documentati
COMPONENTI DEL SISTEMA DI
CONTROLLO PREVENTIVO:
Codice etico
Sistema organizzativo formalizzato e chiaro
(organigramma, mansionario, principi di
controllo)
Procedure manuali ed informatiche di controllo
(separazione dei compiti, firme congiunte,
quadrature, ecc.)
- segue -
COMPONENTI DEL SISTEMA DI
CONTROLLO PREVENTIVO:
Assegnazione poteri autorizzativi e di firma
Sistemi di controllo e di segnalazione di
situazioni anomale
Comunicazione e formazione del personale
ORGANISMO DI VIGILANZA
Monocratico o collegiale
Adeguato alla realtà
Solo interno o anche con
componenti esterni
CARATTERISTICHE
DELL’ORGANISMO DI VIGILANZA
Autonomia ed indipendenza
Professionalità (capacità e poteri)
Continuità di azione
NO Collegio sindacale
NO Dipendenti “operativi”
SI’ Internal audit o organo appositamente costituito
NEGLI ENTI DI PICCOLE
DIMENSIONI L’ORGANISMO DI
VIGILANZA
PUO’ COINCIDERE
CON L’ORGANO DIRIGENTE
COMPITI DELL’ORGANISMO DI
VIGILANZA
Vigila su effettività e adeguatezza del modello
organizzativo
Valuta l’attualità del modello
Propone i necessari adeguamenti e verifica la
loro adozione
Riceve le informazioni che obbligatoriamente
devono essergli date in relazione ai controlli
effettuati e ad ogni anomalia da chiunque
rilevata
PER LE PMI
Valgono le stesse regole sulla
responsabilità e sulle esimenti
I modelli organizzativi possono
essere “semplificati” ed adattati alle
singole realtà
L’ODV può essere l’organo dirigente
(anche con l’ausilio di professionisti)
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Presentazione 231 - Confindustria Verona