LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA
DEGLI ENTI
PER I REATI COMMESSI NEL LORO
INTERESSE
D.LGS. 8 GIUGNO 2001 NR. 231
9 dicembre 2014
Dott. Ernesto Carile
IL SISTEMA NORMATIVO DI
RIFERIMENTO
 Legge n. 300/2000 (art. 11)
 D.Lgs. 231/2001
Necessario superamento del principio
“Societas delinquere non potest”
RESPOSABILITÀ DIRETTA DELLA SOCIETÀ
Convenzione OCSE del 17.12.1997
(Ratificata con la Legge 29.09.2000 nr. 300)
LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA
DELLE SOCIETÀ, DEFINITA ANCHE
«PENALE-AMMINISTRATIVA»
QUALE
TERTIUM GENUS
ESEMPI DI SANZIONI PER VIOLAZIONI DEL D.LGS.
231/2001
Processo ENELPOWER
Persone fisiche
Persone giuridiche
Sanzione pecuniaria
Importo confiscato
3
9
€ 2.452.190
€ 14.287.638
Processo ANTONVENETA
Persone fisiche
55
Persone giuridiche
5
Sanzione pecuniaria
€ 1.309.510
Importo confiscato
€ 332.701.222,68
Processo SANITA’ REGIONE LOMBARDIA
Persone fisiche
20
Persone giuridiche
2
Sanzione pecuniaria
€ 13.000.000
Importo confiscato
€ 16.000.000
I DESTINATARI
LE DISPOSIZIONI SI APPLICANO:
AD ENTI
FORNITI
DI PERSONALITÀ
GIURIDICA ED ALLE SOCIETÀ E ASSOCIAZIONI
PRIVE DI PERSONALITÀ GIURIDICA
LE DISPOSIZIONI NON SI APPLICANO:
ALLO
STATO,
AGLI
ENTI
PUBBLICI
TERRITORIALI, AGLI ALTRI ENTI PUBBLICI NON
ECONOMICI NONCHÉ AGLI ENTI CHE
SVOLGONO
FUNZIONI
DI
RILIEVO
COSTITUZIONALE
I PRINCIPI GENERALI
IL PRINCIPIO DI LEGALITÀ L’ente non è responsabile per un
fatto costituente reato se la sua responsabilità amministrativa in
relazione a quel reato e le relative sanzioni non sono
espressamente previste da una legge entrata in vigore prima della
commissione del fatto
IRRETROATTIVITÀ DELLA LEGGE La legge che configura la
responsabilità dell’ente deve essere entrata in vigore prima della
commissione del fatto
RETROATTIVITÀ DELL’ABOLITIO CRIMINIS La successiva
abrogazione della norma sanzionatoria impedisce di ritenere la
responsabilità dell’ente
LA TERRITORIALITÀ La possibilità di sanzionare l’ente che
abbia in Italia la sede principale, che compia reati previsti dal
D.Lgs. n. 231/2001 all’estero
CRITERI DI ATTRIBUZIONE DELLA
RESPONSABILITÀ
 CHE IL REATO SIA COMMESSO NELL’INTERESSE O A
VANTAGGIO DELL’ENTE MEDESIMO (ART. 5 COMMA 1)
 COMUNQUE
NON
NELL’INTERESSE
ESCLUSIVO
DELL’AUTORE DEL REATO O DI TERZI (ART. 5 COMMA
2)
“AD OPERA DI UNA PERSONA FISICA CHE SI TROVI IN UNA
DETERMINATA RELAZIONE CON LA SOCIETÀ MEDESIMA”
I REATI PRESUPPOSTO
ORIGINARIO NUCLEO
REATI COMMESSI NEI RAPPORTI CON LA
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
E
SUCCESSIVE IMPLEMENTAZIONI
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
REATI CONTRO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Art. 316 bis c.p. Malversazione a danno dello Stato
Art 316 ter c.p. Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato
Art. 640 comma 2 n. 1 c.p. Truffa ai danni dello Stato
Art. 640 bis c.p. Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche
Art. 640 ter c.p. Frode informatica in danno dello Stato o di altro Ente pubblico
Art. 317 c.p. Concussione
Art. 318 – 319 c.p. Corruzione per un atto d’ufficio o per un atto contrario ai
doveri d’ufficio
8. Art.319 ter c.p. Corruzione in atti giudiziari
9. Art. 319 quater c.p. Induzione indebita a dare o promettere utilità
10. Art. 320 c.p. Corruzione di persona incaricata di pubblico servizio
11. Art.322 c.p. Istigazione alla corruzione
12. Art.322 bis c.p. Peculato, concussione, induzione indebita a dare o promettere
utilita, corruzione e istigazione alla corruzione di membri delle Comunità Europee
e di funzionari delle Comunità Europee e di Stati Esteri
DELITTI INFORMATICI E TRATTAMENTO ILLECITO DI DATI
 art. 491 bis c.p. (falsità in un documento informatico pubblico o avente efficacia
probatoria)
 art 615 ter c.p.(accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico)
 art. 615 – quarter c.p.(detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi
informatici o telematici)
 art. 615 quinques c.p.(diffusione di apparecchiature, dispositivi o programmi informatici
diretti a danneggiare o interrompere un sistema informatico o telematico)
 art. 617 quarter c.p.(intercettazione, impedimento o interruzione illecita di
comunicazioni informatiche o telematiche)
 art. 635 bis c.p.(danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici )
 art. 635 ter c.p. (danneggiamento di informazioni dati e programmi informatici utilizzati
dallo Stato o da altro Ente Pubblico o comunque di pubblica utilità)
 art.635 quarter c.p. (danneggiamento di sistemi informatici o telematici )
 art.635 quinques c.p.(danneggiamento di sistemi informatici o telematici di pubblica
utilità)
 art. 640 quinques c.p. (frode informatica del certificatore di firma elettronica)
REATI SOCIETARI
• Art. 2621 e 2622 c.c.(false comunicazioni sociali)
• Art. 2624 c.c.(falsità nelle relazioni o nelle comunicazioni delle Società di Revisione)
• Art. 2625 c.c.(impedito controllo)
• Art. 2632 c.c.(formazione fittizia di capitale)
• Art.2626 c.c. (indebita restituzione di conferimenti)
• Art.2627 c.c. (illegale ripetizione degli utili e delle risorse)
• Art.2628 c.c. (illecite operazioni sulle azioni o quote della società controllante)
• Art. 2629 c.c. (operazioni in pregiudizio dei creditori)
• Art. 2629 bis c.c. (omessa comunicazione del conflitto d’interessi)
• Art. 2633 c.c. (indebita ripartizione dei beni sociali da parte dei liquidatori)
• Art.2636 c.c. (illecita influenza sull’assemblea)
• Art. 2637 c.c. (aggiotaggio)
• Art. 2638 c.c. (ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza)
• Art. 184 D.Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 (abuso di informazione privilegiata)
• Art. 185 D.Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 (manipolazione di mercato)
VIOLAZIONE DELLE NORME
ANTINFORTUNISTICHE E DI TUTELA
DELL’IGIENE E DI SALUTE SUL LAVORO
Art. 589 c.p. Omicidio colposo
Art 590 c.p. Lesioni personali colpose
ATTIVITA’ SENSIBILI
LE ATTIVITA’ SENSIBILI RIFERITE IN MATERIA DI SALUTE E
SICUREZZA SUL LAVORO SONO POTENZIALMENTE
PRESENTI IN OGNI AMBITO ED ATTIVITA’ AZIENDALE
RICETTAZIONE E RICICLAGGIO
 Art. 648 c.p. (RICETTAZIONE)
 Art. 648 bis c.p.(RICICLAGGIO)
 Art. 648 ter c.p. (IMPIEGO DI DENARO , BENI O UTILITA’ DI
PROVENIENZA ILLECITA)
ATTIVITA’ SENSIBILI
LE ATTIVITA’ SENSIBILI RIFERITE AI REATI IN MATERIA DI
RICETTAZIONE RICICLAGGIO SONO POTENZIALEMNTE
PRESENTI OGNI QUALVOLTA VI SIANO MOVIMENTAZIONI
DI SOMME O SIANO ACQUISITI BENI
ALTRE IPOTESI DI REATO
Art. 377-bis c.p. – Induzione a non rendere
dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci
all’autorità giudiziaria
ATTIVITA’ SENSIBILI
ANCHE QUESTO REATO HA UN AMBITO DI APPLICAZIONE
MOLTO AMPIO, SI PENSI ALLE DICHIARAZIONI IN AMBITO DI
CONTENZIOSO SIA CIVILE CHE DI LAVORO
DELITTI CONTRO L’INDUSTRIA ED IL COMMERCIO
 Art. 513 c.p. (turbata liberta’ dell’industria o del commercio)
 Art. 515 c.p. (frode nell’esercizio del commercio)
 Art. 517 ter c.p. (fabbricazione e commercio di beni realizzati usurpando



titoli di proprietà industriale)
Art. 517 c.p. (vendita di prodotti con segni mendaci)
Art. 513 bis c.p.( illecita concorrenza con minaccia o violenza)
Art. 514 c.p. (frodi contro le industrie nazionali)
ATTIVITA’ SENSIBILI
LE AREE SENSIBILI IN QUESTO CASO POSSONO ESSERE INDIVIDUATE
INNANZITUTTO NEL COMMERCIALE E QUINDI NEL RAPPORTO
CON I CLIENTI
ALTRE IPOTESI DI REATO
 Art. 24 ter Delitti di criminalità organizzata
 Art. 25 bis Falsità in monete, in carte di pubblico credito, in valori
bollati e in strumenti o segni di riconoscimento
 Art. 25 quater Delitti con finalità di terrorismo o di eversione
dell’ordine democratico
 Art. 25 quater Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili
 Art. 25 quinques Delitti contro la personalità individuale
 Art. 25 nonies Delitti in materia di violazione dei diritti d’autore
 Art. 25 undicies Reati ambientali
REATI COMMESSI
NELL’INTERESSE O A VANTAGGIO
DELL’ENTE
DA
AUTORE QUALIFICATO
I SOGGETTI QUALIFICATI
Soggetti in posizione apicale
rivestono
funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di
direzione dell'ente o di una sua unità organizzativa
dotata di autonomia finanziaria e funzionale, ovvero
coloro che esercitano, anche di fatto, la gestione e il
controllo dell'ente
Soggetti sottoposti all’altrui direzione
persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno
dei soggetti apicali (cc.dd. “sottoposti”, quali,
tipicamente, i prestatori di lavoro subordinato)
CONDIZIONI CHE CONSENTONO DI COLLEGARE
IL COMPORTAMENTO DELITTUOSO ALL’ENTE
1.Il reato presupposto deve essere commesso
nell’interesse o a vantaggio dell’ente
2.Gli
autori del reato presupposto devono
identificarsi in persone fisiche qualificate da specifica
posizione rivestita all’interno dell’ente
3.I predetti soggetti non devono aver agito
«nell’interesse esclusivo proprio o di terzi»
PROCESSI CELEBRATI PRESSO IL TRIBUNALE DI
MILANO PER REATI EX D.LGS. 231/2001
ANNO
TOT.
PROCEDIM.
TOT. SOC.
COINVOLTE
DELITTI
CONTRO
LA
PUB.AMM.
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2
9
3
12
14
23
29
16
19
9
28
16
18
51
7
43
27
97
65
33
50
13
89
19
18
41
1
20
19
61
31
13
23
5
13
12
TO
T.
180
512
257
REATI
SOCIETARI
e MARKET
ABUSE
41
7
16
10
38
10
1
INFORTUNI
SUL
LAVORO
1
8
8
2
5
9
2
1
139
20
ALTRO
18
51
4
39
20
90
39
23
37
8
5
3
337
L’ENTE NON RISPONDE SE PROVA CHE …
Art. 6 comma 1, lett. a):
 che sia stato formalmente adottato quel sottosistema
di regole procedurali interne costituenti il Modello di
organizzazione
 che il Modello di organizzazione risulti già sulla carta
idoneo a prevenire reati della specie di quello
verificatosi
 che il Modello di organizzazione sia stato efficacemente
attuato prima della commissione del fatto
IL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE
Il Modello di Organizzazione è un sistema strutturato ed
organico di procedure, nonché di attività di controllo, da
svolgersi anche in via preventiva (controllo ex ante),
strumentale alla prevenzione dei reati presupposto previsti dal
D. Lgs. n. 231/2001.
L’ “idoneità” del Modello Organizzativo va misurata in relazione
al fine di evitare la commissione di reati presupposto e può
essere definita come la sua adeguatezza alla specifica
struttura ed alla concreta attività dell’ente.
Il Modello Organizzativo non può annullare i rischi che si
verifichino reati presupposto, ma dovrà essere efficiente,
praticabile e funzionale per poter ragionevolmente
disinnescare le fonti di rischio.
OBIETTIVI DEL MODELLO ORGANIZZATIVO
 L’individuazione
delle attività esposte al rischio di
commissione di reati presupposto
 Previsione di specifici controlli per programmare la
formazione e l’attuazione delle decisioni dell’Ente
in
funzione preventiva
 Individuazione delle modalità di gestione delle risorse
finanziarie idonee a impedire la commissione di reati
 Previsione di obblighi di informazione nei confronti
dell’Organismo di Controllo e osservanza dei modelli
 Introduzione di un adeguato sistema per sanzionare il
mancato rispetto del Modello Organizzativo
STRUTTURA DEL MODELLO ORGANIZZATIVO
 Non è schematizzabile a priori. Il Modello deve essere
coerente con la natura e le dimensioni della struttura
organizzativa e con le peculiarità dell’attività svolta
dall’ente
 L’ente può predisporre i Modelli in autonomia oppure
utilizzare i Modelli redatti dalle Associazioni di Categoria,
cui è riconosciuto il potere di redigere dei codici di
comportamento di portata generale
CONTENUTI DEL MODELLO
ORGANIZZATIVO
Descrizione introduttiva della struttura organizzativa della
società e principali attività svolte
Mappatura dei rischi – analisi delle aree esposte al rischio di
commissione dei reati presupposto
Mappatura normativa – definizione del sistema di
prevenzione/contenimento dei rischi e modalità operative
interne per la prevenzione (contromisure)
Approntamento di un sistema disciplinare - sanzionatorio
interno per violazioni dei precetti del Modello
Predisposizione di un adeguato sistema sanzionatorio
L’EFFICACE ATTUAZIONE
 Costituzione effettiva (nomina, investitura e assegnazione
effettiva di poteri adeguati) di un ORGANISMO DI VIGILANZA
(O.D.V.)
 Previsione di un sistema di aggiornamento continuo del Modello
a cura dell’Organismo di Vigilanza
 Organizzazione di un piano di formazione del personale
aziendale e comunicazione interna dei contenuti del D.Lgs.
231/2001 e del Modello (capillare, efficace ed autorevole, chiara,
dettagliata e periodicamente ripetuta)
 Predisposizione di un formale Codice Etico di Condotta (corpo
normativo interno) per tutti gli appartenenti alla persona
giuridica
ATTIVITÀ DELL’ORGANISMO DI VIGILANZA
(COMPLIANCE OFFICER)
Vigilare sull’effettività del Modello (coerenza tra i comportamenti
concreti ed il Modello Organizzativo)
Verificare l’adeguatezza del Modello Organizzativo (reale capacità
del Modello di prevenire i comportamenti non voluti)
Analizzare il mantenimento nel tempo dei requisiti di solidità e
funzionali del Modello Organizzativo
Curare l’aggiornamento in senso dinamico del Modello
Organizzativo e, ove necessario, proporre modifiche agli Organi
aziendali competenti (CDA)
Lo svolgimento di follow up per accertare l’attuazione e l’effettiva
funzionalità delle soluzioni proposte
REQUISITI DELL’O.D.V.
 LA CONTINUITÀ DELL’AZIONE – effettività e frequenza
temporale delle attività di controllo
 L’AUTONOMIA ED INDIPENDENZA – l’O.D.V. deve
essere imparziale nel proprio giudizio e privo di
interferenze/condizionamenti (assenza di conflitti di interesse, di
legami parentali e di vincolo di dipendenza gerarchica dai vertici
aziendali, onorabilità)
 LA PROFESSIONALITÀ – i membri dell’Organismo di
Vigilanza devono possedere specifiche competenze (tecniche,
giuridiche, ecc.) per poter svolgere le proprie funzioni principali,
in particolare quelle ispettive
L’INDIVIDUAZIONE DELL’O.D.V. E LA SUA
COMPOSIZIONE
Le scelte da fare possono essere ricondotte ai seguenti aspetti:
1)Membri interni (previa attenta valutazione in merito alla
loro autonomia) e/o membri esterni (professionisti)
2)Organo già esistente oppure organo costituito ad hoc
3)Soggetti che non possono farne parte
4)Organismo uninominale o plurisoggettivo
5)La dotazione di un budget di spesa
LE SANZIONI (ART. 9)
Sanzioni Pecuniarie (sempre comminate)
Sanzioni Interdittive (applicate solo in presenza di
determinate condizioni)
Confisca del prezzo o del profitto reato
Pubblicazione della sentenza di condanna
Commissariamento
SANZIONI PECUNIARIE
Rappresenta la tradizionale sanzione amministrativa, ha NATURA
AFFLITTIVA e non risarcitoria, e si concretizza nell’obbligo di pagare una
determinata somma di denaro stabilita dal giudice:
Fissare il numero delle «quote» sulla base della gravità oggettiva e
soggettiva del fatto illecito (non inferiori a 100 né superiori a 1000)
Determinare l’ammontare, cioè il valore monetario di ogni singola
quota, tenendo conto delle condizioni economiche e patrimoniali
dell’Ente (da 258 a 1550 euro)
NUMERO DI QUOTE
X
VALORE QUOTE = SANZIONE
SANZIONI INTERDITTIVE
(IN AGGIUNTA ALLE SANZIONI PECUNIARIE: IPOTESI DELITTUOSE PIÙ GRAVI)
Interdizione, temporanea o definitiva, dall’esercizio dell’attività
Sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni
funzionali alla commissione dell’illecito
Divieto di contrarre con la Pubblica Amministrazione
Esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e
eventuale revoca di quelli già concessi
Divieto, temporanea o definitiva, di pubblicizzare beni o servizi
POSSONO ESSERE APPLICATE IN VIA CAUTELARE SU RICHIESTA DEL PUBBLICO
MINISTERO PER GRAVI INDIZI SULLA RESPONSABILITÀ DELL’ENTE
APPLICAZIONE DELLE SANZIONI INTERDITTIVE
Le sanzioni interdittive si applicano in relazione ai reati per i
quali sono espressamente previste, quando:
l’ente ha tratto dal reato un profitto di rilevante entità e
il reato è stato commesso da soggetti in posizione
apicale ovvero da soggetti sottoposti all'altrui direzione
quando, in questo caso, la commissione del reato è stata
determinata o agevolata da gravi carenze organizzative
in caso di reiterazione degli illeciti
N.B.: Nel caso in cui si verifichi anche una delle due il giudice ha
l’obbligo di irrogarle
Scarica

Art. 9 - My LIUC