Il Sistema di controllo interno e il D. Lgs. 231/2001
Giovanni Peradotto, Silvia Cornaglia, Donato Tondo
Ordine dei Dottori Commercialisti di Torino
Torino, 18 marzo 2004
Giovanni Peradotto
I modelli di organizzazione, di gestione e controllo
di cui al decr. lgs. n.231/2001, quali parti dei
sistemi di controllo interno delle società
Torino, 18 marzo 2004
Le costruzioni giuridiche (sistema di accertamento delle responsabilità –
sistema di applicazione delle sanzioni) si fondano sul tratto organizzativo
degli enti e società.
Ciò emerge chiaramente da elementi specifici quali:

distinzione, senza tassativa elencazione, dei soggetti in posizione
apicale e dei soggetti sottoposti all’altrui direzione, con accoglimento di
tutte le possibili strutture organizzative;

il collegamento della responsabilità degli enti e delle società alla “colpa
di organizzazione”.
Torino, 18 marzo 2004
Sistema di controllo interno
Quadro normativo
 Artt. 149 (doveri dell’organo di vigilanza) e 150 (informazione), del decr.
lgs. n. 58/1998
 Artt. 6 e 7 del decr. lgs. n. 231/2001
Torino, 18 marzo 2004
ARTT. DEL CODICE CIVILE NOVELLATI DAL D. LGS. N. 6/2003
(disciplina delle società per azioni – doveri dell’organo amministrativo e dell’organo di vigilanza)
MODELLO
TRADIZIONALE
MODELLO
DUALISTICO
MODELLO
MONISTICO
Consiglio di
amministrazione e
organi delegati
art. 2381, c.3 e 5
Consiglio di
gestione e
organi delegati
art. 2409 novies
(rinvio all’art. 2381)
Consiglio di
amministrazione e
organi delegati
art. 2409 noviesdecies
(rinvio all’art. 2381)
Collegio sindacale
art.2403
Consiglio di vigilanza
art.240 terdecies,c.1,
lett.c (rinvio all’art.
2403, c.1)
Comitato per il
controllo della
gestione
art. 2409 octiesdecies,
c.5, lett.b
Torino, 18 marzo 2004
Il legislatore italiano introducendo nell’ordinamento interno le realtà
organizzative denominate “sistema di controllo interno” e “modelli di
organizzazione e di gestione”, ha di fatto:


individuato e fissato, tra i compiti imprescindibili degli organi
amministrativi delle società, la loreo realizzazione
iniziato a darne una qualche frammentaria regolamentazione dei
contenuti.
Lo stesso legislatore ha quindi implicitamente riconosciuto che nessun
organismo può essere ben condotto senza un adeguato sistema di
controllo interno.
Torino, 18 marzo 2004
Diventa quindi impossibile per gli organi amministrativi
delle società dimostrare di aver adempiuto agli obblighi
propri del loro ufficio con la diligenza professionale loro
richiesta (art. 2392 cod. civ.), se non hanno adottato e
applicato un adeguato sistema di controllo interno.
Torino, 18 marzo 2004
SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO
DEFINIZIONE
 NON univoca fra operatori aziendali, legislatori, studiosi, utilizzatori in
genere
 Tentativo unificante realizzato da : COMMITTEE OF SPONSORING
ORGANISATIONS OF THE TREADWAY COMMISSION (COSO)
 INTERNAL CONTROL
 INTEGRATED FRAMEWORK
Torino, 18 marzo 2004
Sistema di controllo interno
Strutture e modelli concettuali elaborati dalla tecnica (campionario)
 Institut Canadien des Comptables Agréés – Contrôle et gouvernement
d'entreprise - Recommandations sur le contrôle
 The Institute of Internal Auditors (USA)
SIAS
n.1 – Control : concepts and responsabilities
 NAA (USA)
Guidance on Internal control
 The Institute of Chartered Accountants in England and Wales
Internal control – Guidance for directors on the combined code
 Revue fiduciaire – Paris
Dossier conseil – Le contrôle interne
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SEGUE
Sistema di controllo interno
Strutture e modelli concettuali elaborati dalla tecnica (campionario)
 Alain Micol
Le contrôle interne
 AA Vari – Egea
Verso una nuova concezione di internal auditing
 Modelli di organizzazione e di gestione elaborati dalle Associazioni di
categoria
 Associazione Italiana internal auditors
Responsabilità amministrativa delle società: modelli organizzativi di
prevenzione e controllo
Torino, 18 marzo 2004
INTERNAL CONTROL - INTEGRATED FRAMEWORK
Sistema di controllo, come modalità di conduzione
aziendali verso il raggiungimento di obiettivi dati
dei processi
è calato nelle seguenti aree cui corrispondono specifici obiettivi:
-
attività operativa
efficacia ed efficienza
-
sistema informativo
affidabilità delle informazioni
-
attività dell’ente
conformità alla normativa in
vigore
Torino, 18 marzo 2004
Da un punto di vista organizzativo-sostanziale, i cosiddetti
“modelli di organizzazione e di gestione”idonei a prevenire
la commissione di certi reati, altro non sono che la
focalizzazione di una parte o aspetto della più generale
realtà denominata sistema di controllo interno
Torino, 18 marzo 2004
Torino, 18 marzo 2004
Silvia Cornaglia
Le fondamenta del sistema di controllo interno:
Ambiente di controllo
Torino, 18 marzo 2004
COMPONENTI DEL SISTEMA DI CONTROLLO
Monitoraggio
 Attività di monitoraggio continuo
 Interventi di valutazione specifici
Informazione e comunicazione
 Sistema informativo manuale e
computerizzato
 Comunicazione interna ed esterna
Attività di controllo interno
Torino, 18 marzo 2004




Controllo amministrativo e contabile
Procedure
Separazione di responsabilità
Sistema di deleghe ed autorizzazioni
Valutazione dei rischi
 Identificazione ed analisi dei fattori di
rischio – mappa dei rischi aziendali
 Gestione del cambiamento
Ambiente di controllo





Integrità e valori etici
Competenze del personale
Cda e Audit Committee
Filosofia e stile di direzione
Struttura organizzativa e responsabilità
UNO SPUNTO DI RIFLESSIONE
Gli incidenti [tecnologici] sono sovente il risultato non tanto di deviazioni
rispetto alle norme,quanto del normale funzionamento delle organizzazioni;
dell’aderenza a norme e regole istituzionali piuttosto che di aberrazioni.
[Alberto Baldissera, Incidenti tecnologici: fasi e sequenze causali, in AA.VV.
La Tecnologia per il XXI secolo, Torino, 1998]
Torino, 18 marzo 2004
IL CONSEGUENTE PUNTO DI PARTENZA
 Qualsiasi modello organizzativo, anche quello oggettivamente migliore, porta in sé
il germe del proprio fallimento, il proprio limite (impossibilità di azzerare il rischio).
 Qualsiasi norma, per quanto pesante sia il deterrente, incontrerà un interesse o
una condizione che ne giustifica la violazione.
La norma (sistema di controllo interno
in senso stretto) di per sé non basta:
occorre che coloro alla quale è rivolta
siano convinti che rispettarla è la cosa
migliore da fare
Torino, 18 marzo 2004
FAR RISPETTARE LE REGOLE
Una norma può essere fatta rispettare per tre vie:
 giuridico - sanzionatoria
 tecnica
 etica
(B. Latour, Fatti, feticci e fatticci, Venezia, 1999)
La via etica è quella che garantisce risultati più duraturi
Torino, 18 marzo 2004
UNA COMPLICAZIONE
Concetto di emergenza
Essa [l’”emergenza”] modellizza ogni tipo di entità – un gruppo, un’organizzazione,
una comunità, la società intera – come un sistema formato da individui e da strutture
sovra-individuali che emergono da processi inter-individuali. Le proprietà di tali
strutture non sono in alcun modo desumibili da quelle degli individui o dei processi
che fluiscono tra loro. Costituiscono un livello superiore; sono inedite quanto
imprevedibili. […]
L’emergenza è un aspetto della auto-organizzazione dei sistemi. […]
Ma accanto alle capacità di auto-organizzazione, i sistemi sociotecnici sanno esibire
anche robuste capacità di auto-disorganizzazione.
[Luciano Gallino, Critica della ragione tecnologica. Valutazione, governo,
responsabilità dei sistemi socio-tecnici, in AA.VV. La Tecnologia per il XXI secolo,
Torino, 1998]
Torino, 18 marzo 2004
ALCUNI STRUMENTI PER ...
Far emergere i valori “giusti”
 Codici etici
 Modello organizzativo e sistemi di indirizzo e controllo
 Gestione per competenze
 Filosofia e stile di direzione
La parola d’ordine è: coerenza
Torino, 18 marzo 2004
AMBIENTE DI CONTROLLO: DEFINIZIONE
Cultura dell’organizzazione e regole del gioco
Insieme di fattori che inducono le persone, ad ogni livello ed in ogni funzione, ad
aderire consapevolmente ai principi di trasparenza e correttezza, coniugandoli con
quelli di efficienza ed efficacia e a fondare quindi il loro agire a rigore, competenza,
impegno.
Fattori costituenti e termini di riferimento:
 regole generali di comportamento racchiuse in codici etici,
 valori a cui si ispira l’organizzazione,
 comportamenti del management.
Torino, 18 marzo 2004
IMPORTANZA DELL’AMBIENTE DI CONTROLLO
L’ambiente di controllo costituisce le fondamenta della piramide di controllo:
 quale condizione necessaria, ancorché non sufficiente, per garantire
l’efficacia del sistema di controllo interno;
 quale elemento probatorio della volontà dell’ente e dello sforzo profuso
per la prevenzione dei reati (cfr. anche Provvedimento GIP di Milano).
Torino, 18 marzo 2004
RUOLO DELL’ENTE COME ISTITUZIONE
Gli interventi dello Stato, della legge e del sistema educativo non possono più avere
come scopo quello di rinforzare l’integrazione della società sottoponendo tutte le sue
attività a norme, regolamenti e controlli. Questi interventi devono avere per obiettivo
principale e nuovo quello di rinforzare la capacità di ogni individuo e di ogni
gruppo sociale di combinare le proprie identità psicologiche e culturali con i
propri ruoli tecnici ed economici.
[Alain Touraine, Dall’economia di mercato agli attori della produzione, in AA.VV. La
Tecnologia per il XXI secolo, Torino, 1998]
=> Orientamento alla gestione del cambiamento piuttosto che al mantenimento
dell’ordine.
Torino, 18 marzo 2004
UN POSSIBILE MODELLO DI RIFERIMENTO
Possibile modello di riferimento è quello della Balanced Scorecard di Kaplan e
Norton, che prevede quattro tipologie di indicatori per controllare adeguatamente la
gestione in funzione della realizzazione della strategia aziendale:
 indicatori economico – finanziari
 indicatori di soddisfazione del cliente
 indicatori di processo
 indicatori di apprendimento e crescita organizzativa
(R. S. Kaplan – D. P. Norton – Balanced Scorecard. Tradurre la strategia in azione ––
Torino, 2000)
Torino, 18 marzo 2004
CODICI ETICI
 La norma non richiede, come condizione necessaria per il riconoscimento
dell’esistenza del modello di organizzazione e gestione previsto dall’art. 6,
l’adozione di un codice di comportamento.
 L’adozione di un codice di comportamento, peraltro, è raccomandata dalle linee
guida delle associazioni di categoria.
 Obiettivo è formalizzare e diffondere, in tutta l’organizzazione, i principi i valori cui
la stessa si ispira, per creare, attraverso la condivisione effettiva e riscontrabile
di principi e valori, un contesto meno favorevole alla commissione dei reati.
Torino, 18 marzo 2004
MODELLO ORGANIZZATIVO
 Convivenza tra modelli di gestione sempre più de-organizzati ed esigenza di
procedure di controllo (in particolare ai fini dell’esimente di cui all’art. 6 del D.
Lgs.231/2001): il problema della responsabilità legata al ruolo.
 Raccordo con il sistema dei valori, ove efficacemente adottato, quale collante
organizzativo ove si richieda orientamento al risultato anziché al compito.
 Ulteriore risposta negli strumenti di indirizzo e controllo strategico, dalla gestione
per competenze alla balanced scorecard.
Torino, 18 marzo 2004
GESTIONE PER COMPETENZE
 Competenze come sistema di conoscenze, capacità e comportamenti.
 La conoscenza e la condivisione effettiva dei valori recepiti dal codice di
comportamento può rientrare, a tutti gli effetti, tra le competenze richieste (e
misurate) alle persone che occupano ruoli chiave.
Torino, 18 marzo 2004
FILOSOFIA E STILE DI DIREZIONE
 E’ fondamentale la coerenza nell’assegnazione degli obiettivi.
 E’ necessario un sistema adeguato di misurazione dei risultati e
incentivazione.
Torino, 18 marzo 2004
Donato Tondo
Componenti del Sistema di Controllo Interno e
strumenti di gestione
Torino, 18 marzo 2004
VALUTAZIONE DEI RISCHI
FATTORI DI RISCHIO
Ogni azienda dev’essere consapevole dei rischi che incontra e che deve
affrontare.
Sono FATTORI DI RISCHIO tutte le circostanze o i fatti la cui
sopravvenienza può causare il mancato o insufficiente conseguimento
degli obiettivi aziendali.
I PRESUPPOSTI PER LA VALUTAZIONE:
 l’identificazione degli obiettivi di fondo della gestione;
 l’identificazione dei processi operativi e decisionali in cui si annidano i
rischi;
 l’identificazione degli obiettivi specifici dei diversi processi aziendali.
Torino, 18 marzo 2004
VALUTAZIONE DEI RISCHI
La valutazione dei rischi consiste nell’individuare e analizzare i fattori
che possono pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi, al fine di
determinare come questi rischi dovranno essere gestiti.
In altri termini, l’analisi dei rischi :
 consiste nella descrizione e nella valutazione del grado d’importanza dei
rischi annidati nei processi aziendali;
 e si completa con l’individuazione dei meccanismi predisposti per
padroneggiarli e mantenerli nei limiti in cui sono stati considerati
accettabili.
Torino, 18 marzo 2004
ATTIVITÀ DI CONTROLLO
DEFINIZIONE
 CONTROLLO PREVENTIVO-CONCOMITANTE; è l’insieme di regole
nelle quali vengono calati i processi di gestione al fine di indirizzare,
supportare e costringere le persone ad operare in conformità agli obiettivi
specifici inerenti le loro funzioni;
 CONTROLLO ISPETTIVO; è l’insieme di attività volte a verificare a
posteriori che le regole e le procedure di cui si è dotata l’organizzazione
vengono effettivamente applicate.
Torino, 18 marzo 2004
ATTIVITÀ DI CONTROLLO
GLI STRUMENTI
 IL CONTROLLO DELL’ORGANIZZAZIONE:
 Identificazione e manutenzione di procedure operative e gestionali;
 Applicazione del principio di separazione delle responsabilità;
 Adozione di un sistema di deleghe ed autorizzazioni (limitazione dei poteri);
 IL CONTROLLO GESTIONALE - ECONOMICO:
 Piani strategici, Budget, Preventivi finanziari;
 Contabilità analitica e Contabilità industriale;
 Contabilità generale e Bilancio;
 Analisi per indici, Rendiconto finanziario;
 Sistemi incentivanti, Sistemi sanzionatori, ecc.
Torino, 18 marzo 2004
INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE
INFORMAZIONE E FORMAZIONE
Ogni operatore aziendale deve essere messo nelle condizioni di poter
ricevere le comunicazioni e le informazioni necessarie ad adempiere ai
compiti relativi al proprio ruolo e a soddisfare le proprie conseguenti
responsabilità.
COMUNICAZIONE = TRASPARENZA
Le comunicazioni devono fluire dal basso verso l’alto e dall’alto verso il
basso in modo da garantire la trasparenza dell’organizzazione e
consentire ad ognuno di comprendere il senso della propria attività ed i
legami che esistono tra la propria e quella degli altri nel perseguimento degli
obiettivi aziendali.
Torino, 18 marzo 2004
MONITORAGGIO
LA FUNZIONE DEL MONITORAGGIO
Valutare l’adeguatezza e la capacità del sistema di controllo di
assicurare che l’organizzazione raggiunga gli obiettivi stabiliti
dal management.
STRUMENTI
 supervisioni continue da parte dei responsabili di ogni livello (management
e quadri) all’interno delle aree di loro competenza;
 valutazioni periodiche secondo preordinate metodologie.
Torino, 18 marzo 2004
GLI OBIETTIVI DEL CONTROLLO INTERNO
IL CONTROLLO INTERNO
è il processo, svolto dal consiglio di amministrazione, dai
dirigenti e da altri operatori aziendali, che si prefigge di fornire
una ragionevole sicurezza sulla realizzazione delle seguenti
categorie di obiettivi:
GLI OBIETTIVI DEL CONTROLLO INTERNO
 obiettivi di efficacia ed efficienza delle attività operative;
 obiettivi di attendibilità delle informazioni di bilancio;
 obiettivi di conformità alle leggi ed ai regolamenti in vigore.
Torino, 18 marzo 2004
LEGAMI TRA COMPONENTI ED OBIETTIVI DEL CONTROLLO INTERNO
Esiste un rapporto diretto tra gli obiettivi, ossia ciò che
un’azienda persegue, ed i componenti, ovvero ciò che occorre
per realizzarli, secondo un legame tridimensionale:
 per ciascuna unità operativa e per ciascun processo aziendale (asse X),
 i cinque componenti del sistema di controllo interno (asse Y)
 intersecano le tre categorie di obiettivi (asse Z).
Ogni componente copre ed attraversa tutte e tre le categorie di obiettivi.
ESEMPIO:
I dati contabili ed extracontabili che costituiscono la componente
“informazione e comunicazione”, sono indispensabili per gestire
efficacemente i processi operativi, per predisporre bilanci attendibili e per
controllare la conformità alle leggi ed ai regolamenti in vigore.
Torino, 18 marzo 2004
RESPONSABILITÀ E RUOLI DEI SOGGETTI COINVOLTI
LE RESPONSABILITÀ NEL PROCESSO DI CONTROLLO INTERNO
Ogni persona che opera in un’organizzazione ha responsabilità
per il controllo interno.
Il management è responsabile di tutto il sistema;
l’organo direttivo (C.d.A.) ne ha la responsabilità ultima e ne assume la
paternità;
I responsabili amministrativi e finanziari (contabili e controllers) hanno una
collocazione centrale nella dinamica del controllo esercitato dal
management;
i revisori esterni (collegio sindacale e revisori) contribuiscono alla
realizzazione degli obiettivi aziendali in materia di informazioni di bilancio.
Torino, 18 marzo 2004
RESPONSABILITÀ E RUOLI DEI SOGGETTI COINVOLTI
RUOLO DELL’ORGANO DIRIGENTE AI SENSI DEL D. LGS. 231/01
 individuare le attività nel cui ambito possono essere commessi reati (valutaz. rischi);
 prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l’attuazione
delle decisioni dell’ente in relazione ai reati da prevenire (procedure di decisione);
 individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la
commissione dei reati (procedure operative);
 prevedere obblighi di informazione nei confronti dell’organismo deputato a vigilare
sul funzionamento e l’osservanza dei modelli (procedure informative);
 introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle
misure indicate nel modello (criteri sanzionatori e procedure applicative).
 verificare periodicamente ed eventualmente modificare il modello quando sono
scoperte significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengono
mutamenti nell’organizzazione o nell’attività;
Torino, 18 marzo 2004
CONTROLLO INTERNO E D.LGS. 231/01
CONSEGUIRE GLI OBIETTIVI DI FONDO per il cui raggiungimento l’Ente è
stato costituito è responsabilità imprescindibile dell’organo direttivo.
Ciò implica le seguenti responsabilità:
 organizzazione efficiente ed efficace delle risorse disponibili;
 adozione di provvedimenti gestionali idonei rispetto agli obiettivi;
 controllo della coerenza tra i processi e gli obiettivi;
 controllo della coerenza tra i risultati conseguiti e gli obiettivi;
 rispetto delle leggi e prevenzione dei comportamenti illegali.
Il sistema di controllo interno rappresenta la
“CASSETTA DEGLI ATTREZZI”
dell’organo direttivo, indispensabile per adempiere alle proprie responsabilità con la
necessaria diligenza professionale.
Il Decreto Legislativo 231-2001
introduce le sanzioni per gli Enti il cui organo direttivo non si sia dotato di un
adeguato ed efficace sistema di controllo (cosiddetto “modello di controllo”).
Torino, 18 marzo 2004
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Sistema di controllo interno - Ordine dei Dottori Commercialisti e