Pier Luigi Morara Studio Legale Macchi di Cellere Gangemi Via Farini 3 40124 Bologna ANCPL – AIRCES 9 aprile 2008 “231 e i reati colposi: tendenze giurisprudenziali, linee e recenti aggiornamenti con particolare riferimento ai reati concernenti la sicurezza dei lavoratori” 1 La 231 come cantiere in evoluzione La interpretazione giurisprudenziale Il fenomeno incrementale dei reati presupposto 2 Tendenze della giurisprudenza Focus giurisprudenziali su aspetti della 231 Soggetti Concetto di interesse/vantaggio Gruppo societario Efficacia dei modelli Organismo di vigilanza Misure cautelari 3 Soggetti Trib. Milano 27/04/2007 Assume rilievo la condotta di qualsiasi persona fisica che abbia un rapporto organico o di dipendenza con l’Ente Anche lavoratori dipendenti non apicali (Trib. Milano 21/03/2007) Sembra far rientrare nelle qualifiche di cui alla lett. b) art. 5 anche soggetti autonomi purchè collegati con l’ente in base ad un rapporto tale da configurare una soggezione alla direzione ed alla vigilanza dei suoi vertici Art. 5, comma 1 lett. b) Anche collaboratori esterni che, in virtù di rapporti contrattuali si trovino a perdere parte della loro autonomia a favore dell’ente (Agenti, Concessionari di vendita, franchisees Estendere la redazione dei modelli di organizzazione, gestione e controllo anche ai rapporti di collaborazione esterna che appaiono maggiormente a rischio 4 Vantaggio/Interesse Perché possa configurarsi la responsabilità dell’ente è necessario che il reato presupposto sia stato commesso nell’interesse o a vantaggio dell’ente. I due criteri sono cumulabili, ma è sufficiente uno solo per delineare la responsabilità dell’ente. L’interesse sarà accertato dal giudice penale con valutazione ex ante, a prescindere dagli esiti della condotta delittuosa del soggetto agente Il vantaggio verrà accertato ex post tenendo conto degli effetti favorevoli per l’ente che sono scaturiti dalla condotta penalmente rilevante Per i reati societari è previsto quale unico criterio di collegamento quello dell’interesse 5 Segue. Vantaggio/Interesse Interesse Implica la finalizzazione della condotta illecita, che integra il reato presupposto, senza che peraltro sia necessario il suo effettivo conseguimento Vantaggio Fa riferimento alla concreta acquisizione di una utilità economica Perché possa configurarsi la responsabilità dell’ente discendente da reato è necessario, come si desume da una lettura sistematica degli artt. 5 e 12 del D.Lgs 8 giugno 2001 n, 231 che il reato presupposto sia stato commesso nell’interesse o a vantaggio dell’ente, trattandosi di criteri ascrittivi di responsabilità di carattere alternativo. Nei gruppi di società è da escludere, per gli inevitabili riflessi che le condizioni della società controllata riverberano sulla società controllante, sia che i vantaggi conseguiti dalla controllata, in conseguenza dell’attività della controllante, possano considerarsi conseguiti da un terzo, sia che l’attività di quest’ultima possa dirsi compiuta nell’esclusivo interesse di un terzo 6 GRUPPO Ove si aderisse all’interpretazione restrittiva del concetto di “interesse dell’ente” si sposerebbe una visione inattuale dell’ente, concepito come una monade isolata all’interno del sistema economico attuale, con conseguenti lacune di tutela tutte le volte in cui l’interesse perseguito sia ricollegabile non all’ente di cui fa parte l’autore del reato, ma a una società controllata o controllante, oppure al gruppo nel suo insieme. Appare evidente che, in presenza di gruppi d’imprese, il perseguire l’interesse di gruppo attraverso la commissione di un reato, realizza una delle condizioni richieste ai fini dell’integrazione dei criteri d’imputazione oggettiva della responsabilità. Il concetto d’interesse di gruppo, del resto, era già stato riconosciuto in una serie di decisioni di legittimità prima della riforma ed è stato preso in considerazione nella legge delega per la riforma del diritto delle società di capitali e ha determinato l’inserimento nel Codice civile degli articoli 2497 e 2497-ter, (Trib. Milano 26/02/2007). Estensione del concetto di interesse: “se si aderisse ad un’interpretazione restrittiva del concetto di “interesse dell’ente”, circoscrivendolo a quello esclusivo del soggetto di cui fa parte l’autore del reato, si farebbe propria una visione non attuale dell’ente. La conseguenza sarebbe una mancanza di tutela ogni volta che l’interesse perseguito sia collegato non tanto all’ente da cui dipende la persona fisica quanto piuttosto ad una società controllata o controllante oppure al gruppo nel suo insieme 7 Modelli organizzativi (GIP Milano 9.11.2004) I modelli di cui all’art. 6 devono rispondere alle seguenti esigenze: a) Individuare le attività nel cui ambito possono essere commessi reati; b) Prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l’attuazione delle decisioni dell’ente in relazione ai reati da prevenire; c) Individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione dei reati; d) Prevedere obblighi di informazione nei confronti dell’organismo deputato a vigilare sul funzionamento e l’osservanza dei modelli; e) Introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello 8 Idoneità del modello Concretezza La concreta organizzazione Efficacia La storia Dinamicità I precedenti Modelli ex post 9 Organismo di vigilanza GIP Roma 14 aprile 2003 L’organismo deve essere dotato di indispensabili poteri di iniziativa, autonomia e controllo Non dovrà avere compiti operativi Appare auspicabile che sia formato da soggetti non appartenenti agli organi sociali Soggetti da individuare eventualmente ma non necessariamente in collaboratori esterni forniti della necessaria professionalità Gip Napoli 26 giugno 2007 Specificazione requisiti professionalità Criteri di indipendenza 10 Organismo di vigilanza GIP Roma 14 aprile 2003 Opportuno provvedere a regolamentazione che renda il funzionamento dell’organismo efficiente e idoneo Previsione espressa di controlli a sorpresa 11 Misure cautelari In sede cautelare possono essere applicate solo le misure interdittive che possono essere applicabili per il reato de quo all’esito del processo (Cass. 12 marzo 2007 n. 10500) 12 Misure cautelari Affinchè sia possibile applicare una misura interdittiva si dovrà verificare la sussistenza in concreto di -Gravi indizi di responsabilità dell’ente (art. 45) -Concreto pericolo che vengano commessi reati della stessa indole di quello per cui si procede (art. 45) -Profitto di rilevante entità tratto dall’ente in conseguenza del delitto per il quale si procede oppure reiterazione di reati (art. 13) 13 “Nei confronti dell’ente possono essere applicate in sede cautelare, sempre che ricorrano i presupposti del fumus delicti e del periculum in mora, soltanto le sanzioni interdittive che siano irrogabili all’esito del giudizio di merito in quanto previste dalla legge in relazione al tipo di reato a cui si ricollega la responsabilità dell’ente” (Cass., II sez. pen., n. 10500/07) In alternativa all’applicazione di una misura cautelare interdittiva il giudice può nominare un commissario giudiziale 14 COMMISSARIO GIUDIZIALE 1) Trib. Sciacca 30/5/2005 Si considera la nomina del commissario giudiziale “troppo penetrante nell’ambito della vita della società” risolvendosi “in ultimo, in una inutile misura di contenuto ben più afflittivo” 2) Trib. Salerno 28/3/2003 Ritiene la nomina del commissario giudiziale una misura cautelare più gravosa rispetto alla revoca dei finanziamenti (richiesta dall’accusa) 3) Trib. Bari, 18/3/2005 La nomina del commissario giudiziale viene ritenuta funzionale allo scopo di recuperare una situazione di legalità organizzativa dell’ente ed impedire sue condotte recidivanti, pur precisandosi che il commissario medesimo non sia tenuto a curare l’adozione e l’efficace attuazione di modelli penal-preventivi Consiglio di Stato 13/7/2006 n. 4415 “L’impresa gestita dal commissario giudiziale ex art. 15 d.lgs 231 può partecipare a gare pubbliche senza l’autorizzazione del GIP” 15 Confisca Niente irretroattività: “La confisca nei confronti degli enti non può essere applicata alle condotte in atto prima dell’entrata in vigore della disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche dipendenti da reato. Mentre il sequestro preventivo può avere come oggetto beni equivalenti per valore non solo al prezzo, ma anche al profitto del reato” (Cass., II sez. pen., n. 316/07) Il caso Impregilo una recente pronuncia della cassazione 16 Gli sviluppi normativi della 231/01 Evoluzione dei reati presupposto per la responsabilità degli Enti Linee di tendenza Tecniche legislative 17 Reati di nuova introduzione ante L. 123/2007 a) Reati societari (28.12.2005) 25 ter b) Delitti con finalità di terrorismo ed eversione (14.01.2003) 25 quater c) Pratiche di mutilazione organi genitali femminili (9.01.2006) 25 quater d) Delitti contro la personalità individuale (febbraio/agosto 2006) 25 quinquies e) Abusi di mercato (18.04.2005) 25 sexies f) Reati transnazionali (06.03.2006) Fuori dalla 231 18 Abbandonata la tecnica addittiva nel sistema della 231 Rischi di confusione tra “criminalità d’impresa” e “impresa-associazione criminale” La tecnica legislativa della 231 pare insufficiente verso quest’ultima Es. Efficacia scriminante modelli organizzativi…… 19 Tavola di riepilogo ante 123/07 RIFERIMENTO NORMATIVO REATI Decreto legislativo n. 231/01 (sanzioni interdittive previste) Indebita percezione di finanziamenti Truffa ai danni dello Stato Frode informatica Corruzione Concussione Decreto legge n. 350/2001 (sanzioni interdittive previste) Falsità in monete e carte di credito Decreto legislativo n. 61/2002 (sanzioni interdittive escluse) Falso in bilancio Falso in prospetti False comunicazioni alle società di revisione Impedito controllo Formazione fittizia del capitale Indebita restituzione conferimenti Ripartizione illegale degli utili e beni sociali Operazioni illecite su azioni e quote Pregiudizio dei creditori Ostacolo alla vigilanza Aggiotaggio Influenza illecita sull’assemblea Legge n. 7/03 (sanzioni interdittive previste) Terrorismo Legge n. 228/03 (sanzioni interdittive previste) Tratta di persone 20 segue. Tavola di riepilogo RIFERIMENTO NORMATIVO REATI Legge n. 62/05 (sanzioni interdittive escluse) Market abuse Manipolazione del mercato Legge n. 262/05 (sanzioni interdittive escluse) Omessa comunicazione del conflitto di interessi Legge n. 7/06 (sanzioni interdittive previste) Infibulazione Legge n. 38/06 (sanzioni interdittive previste) Pedopornografia Legge n. 146/06 (sanzioni interdittive previste) Criminalità transnazionale 21 Il D.lgs 123/07 – I reati relativi alla sicurezza sul lavoro Nuovo art. 25 septies Inseriti tra i reati presupposto per l’applicazione della sanzione all’Ente, i seguenti reati 589: Omicidio colposo 590: Lesioni personali colpose Gravi= Malattia superiore a 40 giorni Gravissime= indebolimento permanente di un senso o di un organo Commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e nella tutela dell’igiene e salute del lavoro 22 Profilo sanzionatorio Il profilo sanzionatorio della 231/01 si accompagna alle sanzioni eventualmente derivanti da altre norme. SANZIONE PECUNIARIA: non inferiore a 1000 quote SANZIONI INTERDITTIVE: in caso per durata non inferiore a 3 mesi e non superiore a 1 anno 23 Problematiche specifiche Per la prima volta la responsabilità della persona giuridica è legata a un reato non doloso, ma colposo Rilettura del concetto di ascrivibilità Interesse e vantaggio dell’Ente (es: non investimento per sicurezza) 24 Necessità di adozione del Modello di Organizzazione e gestione L’introduzione dei reati collegati alla sicurezza del lavoro amplia l’area di applicazione della sanzione penale e perciò impone la adozione del Modello e comunque l’aggiornamento di quelli esistenti. Responsabilità di amministratori e sindaci per la mancata adozione o per il mancato aggiornamento 25 Il contenuto specifico e la gestione del Modello Il modello potrà attingere in larga parte da quanto già predisposto in relazione alla legge 626 Necessaria una opera di continua revisione (soprattutto, ad esempio, in relazione alla frequenza di infrazioni) Ripensare (la composizione ed il funzionamento del)l’Organismo di Vigilanza per renderlo idoneo a questo compito specialistico 26 Peculiarità del Modello La novità della prevenzione di un reato che non presuppone la coscienza e volontà dell’evento, ma semplicemente l’inosservanza di regole La “fraudolenta” esclusione La colpa Il dolo Il dolo eventuale 27 Diverse situazioni Ommissioni di cautela e di dispositivi Culpa in vigilando l’interesse e il vantaggio dell’Ente Marcata informazione L’elemento Psicologico dell’Agente 28 Modifiche programmate Il decreto attuativo della L. 123/2007 (non ancora definitivo) riscrittura dell’art. 25 septies (art. 300) si rideterminano le sanzioni in relazione alla gravita del reato (esempio . Omicidio colposo 1000 quote . Lesioni personali colpose 250 quote) 29 Ulteriori estensioni Art 25 octis (D.Lgs 16 novembre 2007) Reati presupposti legati al riciclaggio 648 c.p. ricettazione 648 bis riciclaggio 648 ter impiego di denaro beni o altra utilità di provenienza illecita Estesi all’odv antiriciclaggio obblighi di sorveglianza e denuncie 30