NEV ­ NOTIZIE EVANGELICHE protestantesimo ­ ecumenismo ­ religioni 28 febbraio 2007 settimanale ­ anno XXVIII ­ numero 9 * Il 2 marzo si celebra la Giornata mondiale di preghiera delle donne * La Federazione donne evangeliche denuncia la violenza contro le donne * “Osare la pace per fede”: a Milano in aprile un incontro di giovani cristiani * Si è conclusa la IX edizione di “Semi di pace” * Per la prima volta un nero a capo del Consiglio latinoamericano delle chiese * TELEGRAFO: Notizie in breve * APPUNTAMENTI * ANTEPRIMA: Etica: spazio per il dialogo? di Fulvio Ferrario Venerdì 2 marzo si celebra la Giornata mondiale di preghiera delle donne Il materiale liturgico è stato preparato da un gruppo ecumenico di donne paraguaiane Roma (NEV), 28 febbraio 2007 ­ Ogni primo venerdì di marzo si celebra la Giornata mondiale di preghiera in più di 170 nazioni. Anno dopo anno, sono donne cristiane di un paese diverso che elaborano il testo della celebrazione. “Unite, uniti sotto la tenda del Signore” è il titolo della liturgia offerta quest’anno da un gruppo di donne del Paraguay, anglicane, mennonite, cattoliche e di varie denominazioni evangeliche. Il comitato paraguaiano ha scelto quale simbolo dell’unità nella diversità il cosidetto “Ñandutì”. Si tratta di un tessuto tipico dell’artigianato locale, confezionato dalle donne, e che, come in una ragnatela, congiunge diversi disegni e singoli motivi per formare una cosa sola (vedi http://www.wdpusa.org/about_paraguay.html). “Il tema di quest’anno ci chiama ad essere attenti al grido di aiuto di centinaia di migliaia di persone che chiedono un rifugio, avendo perso tutto in seguito a terremoti, uragani, guerre etniche e civili, e conflitti regionali. La nostra risposta è che in Cristo siamo un unico corpo sotto la tenda protettiva di Dio. Trasformiamo le nostre preghiere in azione…” si legge nell’opuscolo dedicato alla Giornata. In Italia un Comitato nazionale – coordinato dalla valdese Lidia Ribet ­ si è occupato di organizzare la traduzione e la diffusione del materiale liturgico. I testi per la celebrazione e le informazioni sul progetto che verrà sostenuto con i proventi delle collette in Italia si possono avere dal Comitato nazionale per la Giornata, e mail: [email protected]. Quest’anno ricorrono i 120 anni dalla prima Giornata di preghiera delle donne, che ha il suo inizio nel 1887 negli Stati Uniti, dove un gruppo femminile della chiesa presbiteriana – preoccupato per i bisogni delle immigrate e delle reduci dalla schiavitù nel proprio paese – lanciarono un appello per una giornata nazionale di preghiera. Il movimento si espanse rapidamente anche in altri paesi, fino a diventare mondiale. La Federazione donne evangeliche denuncia la violenza contro le donne “Anche la tradizione cristiana ha contribuito a creare un clima sfavorevole per le donne” Roma (NEV), 28 febbraio 2007 ­ “Di fronte alla violenza vogliamo affermare il messaggio dell'amore”. Lo afferma in un comunicato stampa diffuso oggi la Federazione donne evangeliche in
Italia (FDEI) che, alla vigilia della giornata internazionale della donna, vuole ribadire il proprio impegno “contro ogni forma di violenza che colpisce l’universo femminile”. Spunto per la presa di posizione della FDEI è stata la pubblicazione del rapporto ISTAT sulla violenza contro le donne, ma anche la 51ª Sessione della Commissione ONU sulla condizione della donna attualmente in corso a New York. “Come FDEI viviamo la sofferenza di tutte coloro che subiscono atti di violenza, denunciamo questi atti, offriamo il nostro appoggio a chi è vittima di violenza e invitiamo a riflettere sul messaggio cristiano, un messaggio d'amore, non un richiamo a una legge naturale, a una legge del più forte, a una visione della donna incentrata sul suo ruolo produttivo” si legge nel comunicato. “Le nostre tradizioni di fede hanno condiviso impegni per la giustizia sociale, per la costruzione della pace, per il rispetto della dignità di tutte le persone, per l'integrità del creato e per la pienezza di vita” dicono le donne della FDEI. Come esempio citano il loro coinvolgimento nel “Decennio per sconfiggere la violenza” (2001­2010), un'iniziativa del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), che mira a promuovere l’unità e la pace in un mondo intriso di violenza. Tuttavia la FDEI riconosce che troppo spesso “le nostre chiese sono state lente nel rispondere a questioni urgenti che riguardano la condizione delle donne, come ad esempio la violenza. Siamo consapevoli che anche la tradizione cristiana ha contribuito a creare un clima sfavorevole per le donne tutte le volte che ha sottolineato la loro condizione di figlie di Eva, anziché ribadire che siamo tutti, uomini e donne, fatti all'immagine di Dio”. Per ulteriori informazioni rivolgersi a Greetje van der Veer, presidente FDEI, [email protected] “ Osare la pace per fede” : si replica il 14 e il 15 aprile a Milano Un incontro di giovani cristiani sul cammino ecumenico verso Sibiu 2007 Roma (NEV), 28 febbraio 2007 ­ Saranno circa 1000 i giovani di diverse confessioni che parteciperanno alla seconda edizione dell’incontro nazionale ecumenico “Osare la pace per fede” che si svolgerà il 14 e 15 aprile prossimo a Milano, in preparazione della Terza Assemblea ecumenica di Sibiu 2007 (www.eea3.org). Lo hanno assicurato gli organizzatori dell’evento nel corso della conferenza stampa di presentazione svoltasi a Roma lo scorso 22 febbraio. Dopo il primo fortunato incontro di Firenze nel gennaio del 2005, il prossimo – che vuole essere un momento di festa, dialogo e conoscenza reciproca ­ ruoterà intorno al titolo: “Rischiarare le tenebre. La luce di Cristo e la giustizia del Regno”. Particolare attenzione sarà rivolta ai temi della pace, della giustizia e della salvaguardia del creato. Secondo la pastora Maria Bonafede, moderatora della Tavola valdese, "dobbiamo ammettere che il mondo degli adulti, su questi temi, è poco attento. Nei giovani c'è maggiore facilità d’incontro e capacità di essere trasversali. Colgono l'essenzialità del messaggio cristiano, che scoprono essere unificante. ’Osare la pace per fede’ ­ ha sottolineato ­ diventa così una strategia spirituale, un ecumenismo alternativo che propone un nuovo alfabeto, quello del Vangelo della riconciliazione". “Questo incontro ci permetterà di fare un'esperienza concreta di ecumenismo vissuto. I ragazzi saranno ospitati presso le famiglie di diverse confessioni, permettendo a molti di loro di diventare i protagonisti di un percorso di fede”, ha affermato Simone Esposito, vice­presidente nazionale dell'Azione cattolica. “Il programma prevede più di 40 gruppi di lavoro sui temi più disparati” ha spiegato Peter Ciaccio, giovane pastore metodista di Terni e tra gli ideatori del progetto, che vanta una larghissima piattaforma di organizzazioni coinvolte, tra cui: ACLI, Azione cattolica italiana, Commissione “Globalizzazione e ambiente” della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), Comunità di S.Egidio, Federazione giovanile evangelica italiana (FGEI), Federazione universitari cattolici italiani (FUCI), GIFRA Minori, Movimento dei Focolari, Pax Christi, Segretariato attività ecumeniche (SAE). Inoltre gli organizzatori godono del sostegno delle riviste “Confronti”, “Mosaico di Pace” e “Testimonianze”. Nel corso dell’evento, che sarà realizzato con la collaborazione del Servizio per l’ecumenismo e il dialogo dell’Arcidiocesi di Milano, della Pastorale giovanile della stessa Arcidiocesi e del Consiglio delle chiese cristiane di Milano (CCCM), è inoltre prevista una solenne celebrazione con la sottoscrizione della “Carta Ecumenica”. Lo ha anticipato nel corso della conferenza stampa padre
Traian Valdman del Vicariato ortodosso romeno in Italia e presidente del CCCM, che riunisce 17 chiese cristiane locali. (Per maggiori informazioni: www.osarelapace.it ). Si è conclusa la IX edizione di “ Semi di pace” Israeliani e palestinesi in dialogo. Un progetto della rivista “Confronti” Roma (NEV), 28 febbraio 2007 ­ “Se Ibrahim ed io riusciamo a dialogare ed a lavorare insieme può farlo chiunque altro, anche le massime autorità politiche israeliane e palestinesi”. Sono parole di Tsurig Sarig, una delle testimoni di pace israeliane che ha partecipato alla IX edizione di “Semi di pace”, il programma educativo di scambio tra israeliani e palestinesi promosso dalla rivista “Confronti” e realizzato con il contributo dei fondi otto per mille della Tavola valdese. Tsurig è una insegnante di matematica che, solo tre anni fa, ha perso il figlio, giovane ufficiale dell’esercito israeliano caduto nel corso di un attacco palestinese contro la sua caserma. Ibrahim Halil, invece, è un giovane padre palestinese che abita in un villaggio nei pressi di Ramallah, in Cisgiordania: anche lui, da poco più di due anni, ha perso suo figlio mentre andava a scuola, rimasto ucciso nel corso di un’azione militare israeliana. “Invece di chiudermi in me stessa e nel mio sentimento di vendetta – prosegue Tsurig – ho deciso di aderire a ‘Parent’s Circle’, un’associazione di genitori delle vittime del conflitto che raccoglie circa 500 persone tra israeliani e palestinesi”. Nel corso dei vari incontri di Semi di pace – realizzati a Roma, Milano, Udine, Verona, Piombino e Tempio Pausania – la testimonianza di Ibrahim e Tsurig si è intrecciata a quella di Shafique Masalha, uno psicologo palestinese che lavora sul tema dei traumi infantili legati al conflitto; Asher Salah, storico israeliano e critico cinematografico; Esther Kessler e Kamal Abu Younis, una palestinese e un israeliano che dirigono la scuola bilingue, binazionale e biculturale “Hand in hand”. “Purtroppo negli anni – spiega Paolo Naso, direttore della rivista Confronti ­ il progetto conserva gli stessi obiettivi dell’inizio: favorire l’incontro e lo scambio tra operatori per la pace israeliani e palestinesi che, pur abitando a pochi chilometri gli uni dagli altri, non possono incontrarsi. Per conoscersi e collaborare devono venire in un paese terzo come l’Italia che ormai ha una consuetudine di accoglienza di testimoni di pace che vengono dal Medio Oriente: ce lo conferma il sostegno avuto dalle chiese evangeliche, l’invito a parlare alla Pontificia Università Gregoriana o nella sede delle ACLI lombarde, l’attenzione di diverse istituzioni locali. Mentre il processo politico per la pace è fermo, questa forma di cooperazione dal basso si rivela uno strumento utile a consolidare reti di dialogo e di speranza per un nuovo Medio Oriente”. “La Tavola valdese ha sostenuto questa iniziativa sin dal suo nascere – aggiunge la moderatora Maria Bonafede ­ perché ci pare contribuisca con efficacia e realismo alla causa della pace e speriamo, della riconciliazione. Negli anni, sostenendola, abbiamo voluto dimostrare che non ci si deve mai rassegnare alla logica della violenza e della forza e che, anche in Medio Oriente e persino nella difficile situazione di questi mesi, ci sono settori della società civile israeliana e palestinese attivamente impegnati per la coesistenza, il dialogo e la pace”. Per la prima volta un nero a capo del Consiglio latinoamericano delle chiese E’ il vescovo episcopaliano Julio Murray del Panama Roma (NEV), 28 febbraio 2007 – Julio Murray, 48enne vescovo della chiesa episcopaliana (anglicana) del Panama, è il primo presidente cosiddetto “afrodiscendente” del Consiglio latino americano delle chiese (CLAI). Lo ha eletto il Consiglio delle chiese aderenti al CLAI composto da 150 delegati provenienti da 20 paesi latinoamericani e caraibici nel corso della V Assemblea dell’organismo ecumenico, tenutasi dal 19 al 25 febbraio a Ramos Mejia, vicino Buenos Aires (Argentina) (vedi NEV 08/07). Tra le priorità del nuovo presidente figurano le famiglie, le donne, la gioventù, gli indigeni, la negritudine, la lotta alla povertà, l’educazione. “La chiesa è la voce di coloro che non hanno voce. La missione dell’evangelizzazione delle nostre chiese è quella di predicare la pace, la ricerca della giustizia, l’inclusione, le relazioni fondate sull’amore e sul rispetto gli uni per gli altri”, ha detto Murray in un’intervista all’Agenzia stampa Ecupres, nella quale mette a fuoco le sfide che il CLAI si
trova di fronte. Tra queste sente forte la necessità di accompagnare le chiese latinoamericane in quello che definisce un “tempo nuovo” per il continente, riferendosi ai molti paesi che stanno attraversando un processo di democratizzazione. “Il CLAI può accompagnare come una voce profetica quei governi che stanno lavorando verso queste nuove democrazie”. Il CLAI è un organizzazione di chiese e movimenti cristiani fondata a Huampaní, Perù, nel 1982, e creata per promuovere l'unità tra i cristiani del continente sudamericano. Ne sono membri più di 150 chiese battiste, congregazionaliste, episcopali, evangeliche unite, luterane, morave, mennonite, metodiste, nazarene, ortodosse, pentecostali, presbiteriane, riformate e valdesi, così come organismi cristiani specializzati in aree quali la pastorale giovanile, l’educazione teologica e cristiana di 21 paesi latinoamericani e caraibici (http://www.clai.org.ec). TELEGRAFO (NEV) – E' stata presentata domenica 25 febbraio dall'assessore alla cultura del capoluogo ligure, Luca Borzani, e dai rappresentanti delle comunità religiose aderenti, la pubblicazione “Genova, la consulta delle religioni”. Si tratta di un volumetto di 64 pagine nel quale vengono presentate le 18 confessioni religiose che compongono la Consulta, segnalandone le caratteristiche storiche e teologiche essenziali, le posizioni etiche, le festività principali e, naturalmente, indicando indirizzi dei luoghi di culto e orari di incontri e cerimonie religiose. Queste pagine informative sono precedute dal testo del Protocollo d'intesa che ha dato vita nel maggio 2005 alla Consulta come “strumento che faciliti e promuova un più ampio incontro di conoscenza reciproca e dialogo tra amministratori pubblici e abitanti del territorio” e valorizzi la ricchezza derivante dalla pluralità di comunità religiose presenti nella città. La pubblicazione può essere richiesta all'Ufficio città cultura, dott. Carla Turinetto, Palazzo Ducale, Genova. (NEV) – Un libro e un film per ragionare sulle fedi e sulle questioni che interrogano il nostro tempo. E' quanto propone l'iniziativa “Pagine in cielo. Leggere le fedi attraverso la letteratura e il cinema”, organizzata a Roma, con il sostegno della Regione Lazio, dalle riviste “Confronti” e “Lettera internazionale” e dalla Facoltà valdese di teologia: sei incontri su un testo, con la visione di un film e gli interventi di intellettuali e teologi. “Non poche problematiche di carattere religioso ed esistenziale nascono spesso in opere letterarie e cinematografiche dentro un diverso contesto narrativo – si legge nella brochure di presentazione –. L'intento è dunque quello di stimolare insieme la promozione della lettura e il pluralismo delle idee” rivolgendosi soprattutto ad un pubblico di studenti, insegnanti e al mondo della scuola in genere. I temi dei sei incontri con i relativi abbonamenti di libri e film, sono i seguenti: “Il principe” di Machiavelli e “Il mestiere delle armi” di Olmi; “Breviario mediterraneo” di Pedrag Matvejevic e “Un film parlato” di Manoel de Oliveira; “Le storie di Rabbia Nacham” di Martin Buber e “Scusi, dov'è il West?” di Robert Alddrich; “Le città del medioevo” di Henri Pirenne e “Il destino” di Yousuf Chahine; “Resistebnza e resa” di Dietrich Bonhoeffer e “Million dollar baby” di Clint Eastwood; “L'etica protestante e lo spirito del capitalismo” di Max Weber e “Luther” di Eric Till. Il primo incontro è previsto per martedì 6 marzo, presso la Facoltà valdese di teologia (vedi appuntamenti). (NEV) – Solidarietà, garanzia di una piena libertà religiosa e impegno nel dialogo interreligioso. Sono i tre elementi dell'ordine del giorno approvato dall'Assemblea della chiesa valdese di Firenze riguardo alla costruzione della moschea di Colle Valdelsa e agli episodi di intolleranza subiti dalla comunità islamica della località senese. L'ordine del giorno “esprime la necessità di rivendicare per la comunità islamica di Colle Valdelsa, come per ogni appartenente ad altre fedi, quella piena libertà religiosa costituzionalmente garantita, che è stata una conquista storica per la Chiesa valdese” e, al contempo, “ricorda a tutti i cristiani l’impegno al dialogo interreligioso e a scoprire nella multiculturalità una fonte di arricchimento reciproco”. Occasione dell'Assemblea è stata la Festa del XVII Febbraio, data che ricorda la concessione dei diritti civili alla minoranza valdese del Piemonte nel 1848.
(NEV) – Un invito a “sostenere il progetto di fare del 17 Febbraio la Giornata nazionale della libertà di pensiero, di coscienza e di religione” è stato lanciato dalle chiese valdesi di Felonica e Mantova, dalla chiesa battista di Ferrara, dalla chiesa avventista di Bologna, Modena e Ferrara, a “tutti i cittadini, le amministrazioni comunali e provinciali, i partiti politici, le associazioni culturali e le altre organizzazioni e istituzioni pubbliche”. L'iniziativa è stata presa durante un'Assemblea svoltasi a Felonica (Mantova) in occasione della Festa del XVII Febbraio, data che ricorda l'emancipazione di valdesi ed ebrei a cui il re Carlo Alberto, nel 1848, concesse i diritti civili. (NEV/VE) – Sarà emesso il prossimo 1° marzo il francobollo che le Poste tedesche dedicano a Paul Gerhardt, il poeta e teologo evangelico tedesco di cui quest'anno ricorre il quattrocentesimo anniversario della nascita. Il francobollo da 55 centesimi riporterà un ritratto del letterato, molte delle cui opere poetiche sono state musicate da Bach e Crüger, entrando così a far parte del patrimonio dei canti delle chiese evangeliche tedesche. Paul Gerhardt nacque il 12 marzo 1607 a Gräfenhainchen, nell’allora Principato di Sassonia. Dopo avere studiato teologia, si trasferì a Berlino dove operò quale istitutore e fu pastore della Nikolaikirche. Morì a Lübben il 27 maggio 1676. (NEV/VE) ­ La Chiesa evangelica di Kurhesse­Waldeck, Germania, propone un gioco di ruolo virtuale che permette di vestire i panni di santa Elisabetta di Turingia di cui ricorre, quest’anno, l’ottocentesimo anniversario della nascita. Elisabetta nacque nel 1207 da Andrea, re di Ungheria. Ancora ragazzina, fu data in sposa a Ludovico IV, Langravio di Turingia, al quale diede tre figli. Dopo la morte del marito decise di vivere in povertà e costruì un ospedale in cui lei stessa curava i malati. Morì nel 1231. Il gioco permette di entrare in un ospedale medievale, curare dei malati, amministrare i beni della fondazione, accogliere viandanti e pellegrini. Si guadagnano punti curando gli ammalati e pregando regolarmente. Il lavoro presso l’ospedale prevede anche l’allevamento di pecore e la coltivazione di erbe medicinali. Il gioco è disponibile in due varianti, di quattro e dodici turni. Per chi sa il tedesco e vuole dilettarsi: www.elisabethspiel.de (NEV/ChristianAID) – S'intitola “Freedom” la scultura commissionata ad un gruppo di artisti haitiani dall'agenzia umanitaria Christian Aid e dai Musei nazionali di Liverpool, Gran Bretagna, per segnare il duecentesimo anniversario dell'abolizione della schiavitù nell'impero britannico. Realizzata con materiali riciclati e di scarto, come pezzi di automobili, recuperati nei quartieri più degradati della capitale haitiana Port­au­Prince, la scultura sarà esposta in varie città britanniche prima di venire definitivamente collocata nel nuovo Museo internazionale della schiavitù, la cui inaugurazione è prevista per il prossimo 23 agosto a Liverpool. Significativa la scelta di un gruppo di artisti haitiani per la realizzazione dell'opera: fu infatti una rivolta di schiavi che fece di Haiti nel 1804 una repubblica indipendente. “Anche se oggi una persona non porta catene ai piedi – ha dichiarato uno degli artisti – ma ha problemi per procurarsi il cibo sufficiente, una casa e un'istruzione, non vive comunque in una nazione libera” (www.liverpoolmuseums.org.uk). (NEV) – E' dedicato al tema della scuola il numero di febbraio de “Il grido di guerra“, periodico mensile dell’Esercito della Salvezza in Italia. In sommario, un editoriale dal titolo “Una scuola alla volta”, articoli su bullismo in classe, testimonianze di studenti e insegnanti, formazione giovanile nelle chiese, eventi giovanili. Il grido di guerra, via degli Apuli 39, 00185 Roma. (NEV) – S'intitola “Le vie della guarigione” il numero 37 di “Studi di teologia”, rivista dell’Istituto di formazione evangelica e documentazione (IFED) di Padova. Come spiega nell'introduzione il direttore della rivista, Leonardo De Chirico, il rapporto tra cristianesimo e guarigione è soggetto a molte distorsioni: c'è il cristianesimo dolorista che esalta il valore della sofferenza, quello razionalista che rifiuta la dimensione del miracoloso, quello terapeutico che invece “pretende” il miracolo; infine, c'è il cristianesimo eclettico che attinge un po' da tutte queste posizioni. Per esplorare questa relazione, il sommario propone gli articoli di Henry Blocher, James I. Packer, Derek Tidball, Paul Finch e Leonardo De Chirico. IFED, c.p. 756, 35100 Padova.
APPUNTAMENTI CAMPAGNA (Salerno) – Venerdì 2, l'Associazione culturale “Francesco Turrettini” invita alla conferenza di Enzo Pace “L'islam fra la forza della Legge e la libertà dello Spirito”. Alle 18.30 presso l'auditorium della Chiesa cristiana evangelica di via Starza. ROMA – Venerdì 2, per il ciclo “Lettura pubblica e integrale della Bibbia”, gli attori Franco Giacobini e Angela Goodwin concludono la lettura del 2° libro delle Cronache. Alle 19.30 presso la Chiesa di Santa Lucia del Gonfalone, via dei Banchi Vecchi 12. NAPOLI – Sabato 3, pomeriggio di studio sul tema “Una fonte sempre zampillante. La lettera di Paolo ai romani”. Intervengono Riccardo Maisano, Giuseppe Miglio, Ottavio Di Grazia e Elizabeth Green. A partire dalle 16 presso la chiesa battista di via Foria 93. MILANO – Sabato 3, il Centro culturale protestante e il Segretariato attività ecumeniche invitano all'incontro in ricordo di Gianni Marcheselli “Evoluzione dell'ecumenismo e concretezza della vita”. Con Francesco Coccopalmerio, Paolo Ricca, Mario Gnocchi e Mario Polastro. Alle 16 nella sala attigua alla libreria Claudiana, via Francesco Sforza 12a. ROMA – Domenica 4, nell'ambito del seminario itinerante “Una domenica a spasso per il mondo”, organizzato dal Servizio rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), incontro di conoscenza sulla Costa d'Avorio. A partire dalle ore 11 presso la chiesa metodista di via XX Settembre (angolo via Firenze). E' necessario prenotarsi per il pranzo comune entro giovedì 1° marzo (tel. 06.48905101). ROMA – Lunedì 5, per il corso “Scritture, canoni e oltre”, organizzato dall'Amicizia ebraico­ cristiana, lezione di Giacoma Limentani su “Purim: Ester e il nascondimento”. Alle 17 in via Calamatta 38. Per informazioni sul corso: 06.6833651. ROMA – Martedì 6, per il ciclo “Pagine in cielo. Leggere le fedi attraverso la letteratura e il cinema”, incontro sul tema “Gli uomini e la storia” con proiezione del film “Il mestiere delle armi”; interventi di Gaetano Lettieri e Paolo Ricca. Alle ore 17 presso l'aula magna della Facoltà valdese di teologia, via Pietro Cossa 40. ROMA – Mercoledì 6, per “I mercoledì culturali” dell'Unione femminile della chiesa metodista, incontro con Marco Davite sul tema “L'impronta ecologica: quanto è grande il tuo piede?”. Alle 16.30 presso il salone metodista di via Firenze 38. TRIESTE – Mercoledì' 7, per il ciclo “Segnaliberi. I grandi testi della teologia del XX Secolo”, Alessandro Tenaglia presenta l'opera di Eberhard Jüngel “Dio mistero del mondo”. Alle 18.30 presso la chiesa di S. Silvestro. RADIO – Ogni domenica mattina, alle 7.30, su RAI Radiouno, “Culto Evangelico” propone una predicazione (4 marzo, pastore Sergio Tattoli), notizie dal mondo evangelico, appuntamenti e commenti di attualità. Le trasmissioni possono essere riascoltate collegandosi al sito di RAI Radiouno, attraverso il link alla pagina www.fedevangelica.it/servizi/ssrtv03.asp TELEVISIONE – Lunedì 5, su RAIDUE dopo mezzanotte, la rubrica “Protestantesimo” manda in onda la replica della puntata con il servizio “La libertà religiosa in Italia”.
ANTEPRIMA Etica: spazio per il dialogo? di Fulvio Ferrario Proponiamo in anteprima l’articolo che verrà pubblicato sul prossimo numero del settimanale delle chiese battiste, metodiste e valdesi “Riforma”. L’autore è docente di teologia sistematica alla Facoltà valdese di teologia a Roma e coordinatore della “Commissione per le relazioni ecumeniche” della Tavola valdese. Alla carica. Contro i Dico, per ora. Ma certo, se l’offensiva dovesse “sfondare”, per la Conferenza episcopale italiana, ben appoggiata dal pontefice, si aprirebbero orizzonti promettenti: con tutto quello che bolle in pentola sulle questioni della bioetica, un trionfo della linea Ruini non lascerebbe le cose come stanno e, già ora, non è che stiano benissimo, dal punto di vista di chi vorrebbe una società laica e plurale. Ma poi c’è tutto il resto, la legge sulla libertà religiosa, la sempiterna questione dell’insegnamento religioso non confessionale e chissà che, sotto sotto, qualcuno non sogni anche di riaprire la discussione sulla legge 194 sull’interruzione della gravidanza. L’esito del referendum sulla procreazione assistita ha evidentemente suscitato l’impressione che il momento sia favorevole. Adesso o mai più: dunque, appunto, alla carica. Che ha da dire, in proposito, una chiesa evangelica? Tre cose, per cominciare. La prima è che, a mio giudizio, essa non dovrebbe unirsi al coro che strilla contro le “ingerenze clericali”. La chiesa cattolico­romana ha tutto il diritto di dire quello che crede. Non so se l’intenzione sia di lanciare crociate ideologiche: sembrerebbe di sì. Se così sarà non me ne rallegrerò come cristiano, ma come cittadino non mi metterò a gridare “al lupo!” né “al prete!”. Il tentativo di imporre un bavaglio laicista al frastuono mediatico orchestrato dalla gerarchia cattolica mi appare discutibile e, anche, controproducente. Già si sono levate voci di intrepidi paladini del diritto di parola dei vescovi, che sarebbe minacciato da oscure trame giacobine e massoniche. Almeno il vittimismo, risparmiamocelo: chi vuole parlare lo faccia tranquillamente, nessuno glielo impedisce. Naturalmente, ci piacerebbe che l’informazione pubblica fosse meno a senso unico; naturalmente, ci intristisce che chi dovrebbe porre l’opinione pubblica in condizione di valutare si trasformi in un’appendice della sala stampa vaticana (la quale, anzi, spesso è più misurata di certi suoi zelati servitori); naturalmente, è deludente constatare che sia scoccata l’ora di quelli che il gesuita Bartolomeo Sorge chiama i “cattolicanti”, cioè la versione di bassa cucina politica, largamente bipartisan, degli “atei devoti”. Ma insomma, siamo grandicelli e sappiamo come va il mondo, inutile stracciarsi le vesti. Inoltre qualcuno, anche tra i cattolici impegnati in politica, cerca di mantenere un atteggiamento critico e responsabile. Certo, che le sorti della laicità in Italia siano affidate a cattolici di ferro come Rosy Bindi, Oscar Luigi Scalfaro può apparire un’ironia della cronaca, ma è anche un bel segno e, con l’aria che tira, di qualcosa bisogna pur rallegrarsi. Nessuno scandalo, quindi, se i vescovi e l’Avvenire si scatenano. Discutiamo i loro argomenti. Con ciò siamo al secondo punto. Tali argomenti, per quel che posso vedere, sono riconducibili a uno: c’è una legge naturale, che la chiesa cattolica, a suo dire, interpreta meglio di ogni altro, ma che vale per tutti. È quella che vieta la procreazione assistita, che impedisce l’autodeterminazione di chi soffre, che certifica lo status dell’embrione e, anche, che ci dice quale sia la “vera” famiglia, fondata sulla coppia eterosessuale unita dal matrimonio monogamico e indissolubile. Personalmente sono convinto che una “natura” astrattamente separata dalla cultura e dalla storia, cioè da quello che donne e uomini sono e vivono in un dato tempo, sia una costruzione ideologica. Trovo anche abbastanza singolare che proprio la chiesa cattolica, quando si tratta, a esempio, di bioetica, diventi improvvisamente materialista e faccia propria una visione, come dire, “biologistica” dell’essere umano. D’altra parte, qualcosa di importante, nell’idea parecchio confusa di “natura”, c’è senz’altro. Non credo si debba desiderare un’etica fondata semplicemente sul consenso. Ci sono state epoche in cui si era d’accordo sul fatto che i neri, o gli ebrei, non fossero umani come gli “ariani”. La contrapposizione brutale, che un certo modo di impostare il dibattito tende a imporre, tra il partito dell’”etica naturale” e quello del puro e semplice “consenso sociale”, mi appare scellerata. Mi chiedo se, molto semplicemente, non si potrebbe discutere un poco serenamente di questa “natura”. Certo, la politica ha tempi più rapidi della filosofia e in ogni caso,
sul piano legislativo, è importante rendersi conto del fatto che senza compromessi non si va avanti. Un compromesso nutrito di pensiero e di dialogo è meglio di uno interessato soltanto a raccattare un pacchetto di voti nelle parrocchie. Se non vedo male, alcune prese di posizione di Carlo Maria Martini, molto felpate nella forma, ma piuttosto controcorrente nel clima attuale della sua chiesa, vanno in tale direzione. Piuttosto che prendermela con la CEI in nome della laicità, preferirei dire: spiegatemi bene i vostri argomenti e accettate di discuterli e di giungere a un accordo. Terzo punto, il dialogo ecumenico. In Italia, certo, i vescovi hanno ora altro da fare che parlare con noialtri quattro gatti. Ci vedremo a Sibiu, ci diremo alcune cose belle e anche vere, poi però, quando si fa sul serio, i rapporti di forza sono quelli che sono. Tuttavia, io credo, un dialogo ecumenico sull’etica non farebbe male. O meglio: un poco doloroso lo sarebbe, perché su molti punti i dissensi sono radicali, ma proprio per questo sarebbe bene iniziare a discuterli. Può essere più comodo compiacersi del fatto che alcune chiese evangeliche (molte delle quali, peraltro, non sembrano avere una grande opinione dell’ecumenismo) la pensino, in etica, come Roma. Il cardinale Kasper lo ripete spesso con soddisfazione: e così insegue un rapporto privilegiato con gli ortodossi, discute un po’ di teologia (al momento, sembra, senza grande convinzione, tranne che sul “primato petrino”, che è un tema gradito) con i protestanti, e addita a questi ultimi gli evangelical come esempio di rigore morale. Non sono sicuro che sia l’ideale per una prassi ecumenica. Summa summarum: a) non agitiamoci troppo, come evangelici e come cittadini, se i vescovi fanno un po’ di baccano; b) se però dicessero qualcosa che si presta non solo a essere ingoiato o, per quanto ci riguarda, respinto, ma anche discusso, sarebbe meglio per tutti; c) infine, vediamo se questo dialogo ecumenico è coreografia, oppure confronto spregiudicato intorno alla Bibbia e alle sue esigenze per l’oggi. Se, invece, la valenza pubblica della parola di Dio deve passare dagli accordi trasversali tra Casini e Mastella, ditecelo subito e risparmiamo tutti un po’ di tempo. LE NOTIZIE NEV POSSONO ESSERE UTILIZZATE LIBERAMENTE, CITANDO LA FONTE ______________________________________________________________________________ NEV ­ Notizie Evangeliche, Servizio stampa della Federazione delle chiese evangeliche in Italia ­ via Firenze 38, 00184 Roma, Italia tel. 064825120/06483768, fax 064828728, e­mail: [email protected], sito web: http://www.fcei.it ­ registrazione del Tribunale di Roma n. 13908 del 10/5/1971 ­ settimanale ­ stampato in proprio ­ redazione: Luca Baratto, Gaëlle Courtens, Paolo Naso, Valerio Papini (direttore responsabile), Anna Pensa, Eva Valvo ­ abbonamenti 2007: edizione settimanale e­mail euro 16; supplemento mensile su carta con rassegna stampa euro 25, estero euro 30; edizione settimanale e­mail + supplemento mensile su carta euro 31 ­ versamenti sul c.c.p. n. 82441007 intestato a: NEV­Notizie Evangeliche, via Firenze 38, 00184 Roma.
Scarica

NEV NOTIZIE EVANGELICHE protestantesimo ecumenismo