NEV ­ NOTIZIE EVANGELICHE protestantesimo ­ ecumenismo ­ religioni 19 dicembre 2007 settimanale ­ anno XXVIII ­ numero 51 * INTERVISTA: Domenico Maselli: "Impariamo a pregare di nuovo" * Pena di morte. Il presidente Maselli scrive a Prodi e D'Alema * Immigrazione. Costituita la Consulta presso il Ministero della solidarietà sociale * Immigrazione. Presentato alla Facoltà valdese di Roma il libro di Paolo Ferrero * Clima. “Agire adesso!” L’appello delle chiese alla conferenza ONU di Bali * TELEGRAFO: Notizie in breve * APPUNTAMENTI * DOCUMENTAZIONE: “Fin qui e non oltre: agire in fretta, agire adesso!” ______________________________________________________________________________ Cari lettori, questo è l’ultimo numero dell’anno. Il prossimo numero uscirà in data 9 gennaio 2008. Approfittate di questo periodo di festività per rinnovare l’abbonamento al nostro bollettino. L’abbonamento annuo (in Italia e all’estero) è di Euro 16 Versamenti sul conto corrente postale n. 82441007 intestato a: NEV­Notizie Evangeliche, via Firenze 38, 00184 Roma. A TUTTI VOI UN BUON NATALE E UN FELICE ANNO NUOVO ______________________________________________________________________________ INTERVISTA Domenico Maselli: Settimana di preghiera per l’unità " Impariamo a pregare di nuovo" a cura di Gaëlle Courtens Roma (NEV), 19 dicembre 2007 ­ La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani ­ che come di consueto si tiene dal 18 al 25 gennaio ­ nel 2008 celebrerà il centenario dell’istituzione del cosiddetto “Ottavario per l’unità della Chiesa”. Il testo biblico per questa ricorrenza è tratto dalla Prima Lettera ai Tessalonicesi (1 Ts 5,17), e ribadisce il ruolo essenziale della preghiera nella comunità cristiana. “Pregate incessantemente” infatti è uno degli imperativi dell’apostolo Paolo ai Tessalonicesi. In vista dell'importante appuntamento ecumenico l'Agenzia stampa NEV ha intervistato il pastore Domenico Maselli, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). A gennaio la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani compie 100 anni. Quale senso dare oggi a questo appuntamento, lanciato nel 1908 dall'americano Paul Wattson, ministro episcopaliano? E' significativo che all'inizio del secolo scorso ci sia stata una forte spinta verso l'unità cristiana accompagnata dalla ricerca dello Spirito Santo attraverso la novena di Leone XIII, tesa a preparare i fedeli alla Pentecoste, dalla nascita dei risvegli pentecostali negli Stati Uniti e nel Galles. Proprio il 1908 vede infatti la nascita anche in Italia del pentecostalismo, mentre per la prima volta si ha la preghiera per l'unità dei cristiani. A cento anni di distanza sembra che l'unità abbia fatto qualche
passo indietro, ma contemporaneamente a Nairobi, poche settimane fa, vi è stato l'incontro pancristiano tra il movimento ecumenico e i vari pentecostalismi. Sarebbe un peccato che in questo momento venisse meno la volontà di valorizzare la preghiera sacerdotale di Gesù: "Che siano tutti uno come io e te, Padre, siamo uno”. Si tratta evidentemente di un'unità spirituale, e non organizzativa, che si raggiunge con la preghiera. La scelta del versetto biblico di 1 Tessalonicesi, poi, è particolarmente importante, perché si tratta del primo scritto cristiano giunto fino a noi, che tra l'alto descrive la parusia del Cristo. A livello mondiale abbiamo visto l'incontro di Nairobi come un forte segnale di unità, in Italia cosa succede? In Italia è vero che alcuni atteggiamenti della Curia Vaticana sono sembrati allontanare prospettive di unità, ma, proprio per questo è necessario che il fronte della preghiera si mantenga e si intensifichi. Tra l'altro esistono molti movimenti di base che cercano di ottenere spazio, anche all'interno della chiesa cattolica, con i quali abbiamo rapporti solidi e costanti. Inoltre, per noi evangelici impegnati anche nel servizio per i migranti è molto importante sfruttare questa settimana per il contatto diretto con gli ortodossi e con le antiche chiese cristiane d'Oriente. " La preghiera è l'unica potenza che può affrontare e vincere la divisione dei cristiani, basta soltanto imparare a pregare…" . E' una citazione della presentazione dell'opuscolo italiano, firmata da Lei, dal vescovo Vincenzo Paglia, e dal metropolita ortodosso Gennadios Zervos. Come proposta ecumenica non rischia di essere un po' riduttiva? Noi cristiani siamo abituati a sottovalutare la preghiera, non capiamo più cos'è veramente. La preghiera ha un suo effetto verticale e un altro orizzontale: collega gli oranti con Dio e tra di loro. E' quindi una proiezione nel futuro in attesa della risposta di Dio, ma non solo. E' anche una realtà nel presente, perché coloro che pregano sono legati due volte. Poi però la preghiera deve tradursi nell'azione pratica. C'è una connessione tra azione e preghiera. Non a caso la parabola del buon Samaritano e il racconto di Marta e Maria, precedono immediatamente la descrizione della preghiera nel capitolo 11 di Luca. Dovremmo imparare a pregare di nuovo. I materiali per la Settimana di preghiera sono scaricabili dal sito: http://www.prounione.urbe.it Pena di morte. Il presidente Maselli scrive a Prodi e D'Alema Roma (NEV), 19 dicembre 2007 ­ All'indomani dallo storico voto dell’Assemblea Generale dell’ONU a favore di una moratoria della pena di morte, Domenico Maselli, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), ha inviato oggi una lettera al presidente del Consiglio dei Ministri, Romano Prodi, e al Ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, per esprimere la propria soddisfazione per il risultato raggiunto. "Riteniamo questo un importante contributo dell’Italia al riconoscimento universale dei diritti umani e civili" scrive Maselli al presidente Prodi. Sottolineando come le chiese evangeliche si sentano "moralmente impegnate in prima linea nella difesa dei diritti civili e della pace", Maselli tiene a ringraziare D'Alema "per la Sua opera appassionata ed intelligente in questa direzione, come a favore di una vera azione di pace in Medio Oriente ed in varie zone del mondo". E a Prodi, concludendo la sua missiva, Maselli indirizza una preghiera: "Confidiamo che le Intese da Lei firmate il 4 aprile con alcune confessioni religiose possano sollecitamente essere presentate in Parlamento". Immigrazione. Costituita la nuova Consulta presso il Ministero della solidarietà sociale Di Lecce: “Uno spaccato di quell’Italia multiculturale della quale non vi è ancora piena coscienza” Roma (NEV), 19 dicembre 2007 ­ Il 18 dicembre, Giornata internazionale dei migranti, è stata insediata la Consulta per i problemi degli immigrati e delle loro famiglie, istituita presso il Ministero per la Solidarietà sociale. La Consulta, presieduta dal ministro Paolo Ferrero, raccoglie 72 membri in rappresentanza di associazioni di immigrati, di associazioni italiane impegnate nel campo
dell’accoglienza e dell’integrazione, di sindacati ed organizzazioni degli imprenditori, delle diverse amministrazioni dello Stato, degli enti locali e di diverse comunità di fede. La nuova Consulta intende costituire una sorta di “cabina di regia” delle politiche migratorie; vi siedono, tra gli altri, il pastore Domenico Maselli, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e, in qualità di supplente, Franca Di Lecce, direttrice del Servizio rifugiati e migranti (SRM) della FCEI; come consulente del Ministero della Solidarietà sociale, partecipa a questo organismo anche Paolo Naso, coordinatore del Servizio stampa radio e televisione della FCEI. “La Consulta, prevista da una legge del 1998, non ha più funzionato dopo il 2000 – ha affermato il ministro Ferrero in apertura dei lavori – ed è un primo risultato averla ricostituita. L’iter è stato lungo – ha precisato – sia per la necessità di individuare i soggetti più appropriati, sia per le lunghe procedure istituzionali che hanno richiesto decreti di nomina da parte della Presidenza del Consiglio e un vaglio presso la Corte dei Conti. Ora, la principale funzione della Consulta sarà quella di suggerire al Governo politiche ed interventi in materia migratoria, soprattutto nel campo dei processi di integrazione: è proprio in quest’ambito, infatti, che l’Italia sconta i ritardi più gravi rispetto ad altri paesi europei”. “La ricostituzione della Consulta certamente è importante – sottolinea Franca Di Lecce – perché riconosce l’importanza di un confronto e di una collaborazione tra i diversi soggetti che operano nel campo dell’immigrazione. La Consulta sarà anche la sede nella quale denunciare problemi e criticità delle norme attuali; d’altra parte si fa sempre più urgente l’approvazione di una legge organica sulla materia. Per la grande maggioranza del mondo dell’associazionismo, la proposta Amato­Ferrero va nella direzione giusta: speriamo quindi che questa legge possa essere approvata in tempi rapidi. Rilevante la presenza di diversi esponenti del mondo delle fedi: cattolici, protestanti, musulmani, sikh, greco­cattolici. E’ un bel colpo d’occhio di quell’Italia multiculturale e multireligiosa della quale nel nostro paese ancora non vi è piena e matura coscienza”. Immigrazione. Presentato alla Facoltà valdese di Roma il libro di Paolo Ferrero Il ministro della solidarietà sociale: "Imparare a dire no alla paura" Roma (NEV), 19 dicembre 2007 ­ "L'immigrazione ci mette di fronte a temi dannatamente complicati. Non possiamo pensare di avere un approccio semplicistico alla materia". Lo ha detto ieri Paolo Ferrero, ministro della Solidarietà sociale, nel corso della presentazione del suo libro intitolato: "Immigrazione. Fa più rumore l’albero che cade che la foresta che cresce", svoltasi a Roma nell'Aula Magna della Facoltà valdese di teologia. "Ho voluto che questo libro fosse presentato in occasione della Giornata internazionale dei migranti, anche se in realtà si tratta di un libro sugli italiani, e per gli italiani ­ ha affermato Ferrero sottolineandone lo scopo ­, riuscire, cioè, a entrare in dialogo con persone italiane mediamente spaventate". L'idea è quella di portarle a riflettere sul tema della paura, imparando a dire no agli stereotipi, alla stigmatizzazione, all’intolleranza razziale e alla xenofobia, ma anche ad accettare che le nostre società sono composte da identità plurali. Con un approccio insieme storico e sociologico Ferrero racconta, senza nascondere la sua fede valdese, cos'è per lui il fenomeno migratorio, partendo dall'emigrazione italiana all’estero ­ sua nonna paterna emigrò a New York lasciando le "Valli valdesi" del Piemonte ­, per riflettere poi sulla migrazione interna e approdare infine alla recente immigrazione straniera, alle politiche incentrate sulla sicurezza e quelle di solidarietà e integrazione sociale. Particolare attenzione è rivolta alle seconde generazioni di immigrati e al concetto di cittadinanza. "L’emigrazione non è uno scherzo, l’emigrazione è per sempre, segna la vita e la modifica. Non a caso sono sempre i più ardimentosi che partono per primi, coloro che accettano il rischio, che ci provano. L’emigrazione è il punto di incontro tra una condizione subita e il tentativo di cambiarla giocandosi tutto. L’emigrazione è nello spazio quello che la rivoluzione è nel tempo", si legge nel libro­intervista a cura della scrittrice Angela Scarparo. Insieme a lei hanno presentato il libro la giornalista Ritanna Armeni, che lo ha definito un "lavoro di contro­informazione di grande utilità", e lo studioso Alessandro Portelli, il quale ha apprezzato il "tono pacato e insolito del ministro nell'affrontare tematiche che solitamente vengono trattate con animosità".
Paolo Ferrero, Immigrazione. Fa più rumore l’albero che cade che la foresta che cresce. Introduzione di Luigi Ciotti, postfazione di Paolo Naso. Torino, Claudiana, 2007, collana Nostro Tempo, pp. 128, euro 9,00. Clima. “ Agire adesso!” L’appello delle chiese alla conferenza ONU di Bali Annunciato vertice interreligioso sul clima in Svezia nel novembre 2008 Roma (NEV), 19 dicembre 2007 – “Siamo convinti, come membri delle comunità di fede, che è necessario un cambiamento di paradigma da un modo di pensare all’altro, se vogliamo rispondere adeguatamente alla sfida del cambiamento climatico”. Così si apre il documento “Fin qui e non oltre: agire in fretta, agire adesso!” (vedi Documentazione in questo numero), presentato il 14 dicembre dalla delegazione del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) alla XIII Conferenza internazionale sul cambiamento climatico dell’ONU che si è svolta a Bali (Indonesia) dal 3 al 14 dicembre 2007. “Questa trasformazione di pensiero non avviene semplicemente da sola, ma deve essere catalizzata da agenti del cambiamento – prosegue il documento –. Le fedi del mondo potrebbero essere uno di questi catalizzatori”. Le chiese cristiane richiedono con urgenza soluzioni concrete basate sui principi di equità, precauzione e responsabilità storica, nella prospettiva del post­2012, cioè dopo la scadenza dei primi obiettivi stabiliti dal Protocollo di Kyoto firmato nel 1997. La Chiesa luterana di Svezia, anch’essa presente alla Conferenza di Bali, ha annunciato che organizzerà un vertice interreligioso sul clima a Uppsala (Svezia) il 28­29 novembre 2008, immediatamente prima della Conferenza ONU prevista a Poznan (Polonia) dal 1° al 12 dicembre 2008. Tale incontro, cui saranno invitati circa 40 rappresentanti delle comunità di fede di tutto il mondo, ha l’obiettivo di stilare un manifesto comune da presentare a Poznan e ha già ricevuto l’appoggio della vice­presidente della Commissione europea Margot Wallström e del premio Nobel per la pace Muhammad Yunus. TELEGRAFO (NEV) – Il 18 dicembre è stata la Giornata internazionale dei migranti, in cui si ricorda la data di adozione della “Convenzione Internazionale sulla Protezione dei Diritti dei Lavoratori Migranti e dei Membri delle loro Famiglie” da parte dell’Assemblea generale dell’ONU nel 1990. La ricorrenza è anche un’occasione per invitare i governi di tutto il mondo a ratificare la Convenzione, che finora è stata ratificata solo da 37 Stati, tra i quali non figura nessun paese dell'Unione europea. Per l’occasione il Servizio rifugiati e migranti (SRM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) ha preparato un numero speciale di “SRM Materiali” per riflettere sul tema, concentrando l’attenzione sui giovani stranieri che vivono in Italia, con particolare riferimento alle seconde generazioni di immigrati. Tra i materiali contenuti, alcuni dati sulla presenza crescente di giovani stranieri nel nostro paese, ma anche le storie di alcune giovani migranti che esprimono le loro difficoltà e speranze. Il materiale può essere richiesto scrivendo all’indirizzo [email protected] (NEV/NAV) – Viva soddisfazione per il nuovo Trattato europeo, siglato il 13 dicembre dai 27 capi di Stato e di Governo dell'Unione europea a Lisbona (Portogallo), è stata espressa da Dora Bognandi, responsabile del Dipartimento per la Libertà religiosa dell'Unione italiana delle chiese cristiane avventiste del 7° giorno (UICCA). Particolarmente apprezzato è il fatto che "sono rimasti nel nuovo testo quei valori che avevamo strenuamente difeso e i principi relativi ai rapporti da mantenere con le chiese". Soddisfatta anche della formulazione del preambolo che non riporta le "radici cristiane", cosa che avrebbe "innescato molte polemiche perché non sarebbe stato chiaro a quali radici rifarsi: se al mercato delle indulgenze o alla sua denuncia a opera di Martin Lutero, al sacerdozio universale dei fedeli o all’infallibilità del romano pontefice, alla Chiesa­istituzione o alla Chiesa­comunità di credenti" afferma Bognandi in un'articolata presa di posizione riportata su "Notizie Avventiste". Altro motivo di soddisfazione è l’art. 16 c) che, in sostanza, riprende l’art. 52 del precedente testo riferito ai rapporti tra chiese ed istituzioni europee.
(NEV/WCC) – “Possono le chiese essere portatrici di pace in un mondo tormentato dalla violenza?”. E' questo il tema del Forum a cui il pastore Samuel Kobia, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), ha partecipato ieri presso la Cattedrale nazionale (episcopale) di Washington, negli Stati Uniti. “Per troppo tempo le chiese hanno partecipato alle vioplenze del mondo – ha dichiarato Kobia ­. Cristo ha chiamato la chiesa ad essere costruttrice di pace e di riconciliazione. Non si tratta di un messaggio per la stagione natalizia ma fa parte del ministero della chiesa nel mondo”. Quello di Washington è stato uno degli incontri a cui Kobia ha partecipato durante la sua visita negli Stati Uniti dal 12 al 18 dicembre scorsi. Sul tema della pace il CEC ha lanciato il Decennio per sconfiggere la violenza 2001­2010 che culminerà con una Convocazione ecumenica internazionale per la pace nel maggio del 2011. www.overcomingviolence.org (NEV) – E' mancato lo scorso 2 dicembre, all'età di 94 anni, il teologo riformato scozzese Thomas Forsyth Torrance. Pastore della chiesa presbiteriana di Scozia, di cui è stato anche moderatore, Torrance fu allievo di Karl Barth. Del grande teologo svizzero Torrance curò la traduzione in inglese della monumentale “Dogmatica ecclesiale”. Professore di teologia dogmatica dal 1952 al 1979 presso il New College di Edinburgo, l'opera di Torrance spazia dai Padri apostolici alla dottrina della trinità all'idea di teologia come scienza. Fu il primo teologo protestante vivente a venir pubblicato dalla Libreria editrice vaticana nel 1992. (NEV) – In occasione del 4 aprile 2008, quarantennale dell'assassinio di Martin Luther King, l'Unione cristiana evangelica battista d'Italia (UCEBI) e la Lott Carey Foreign Mission Convention (USA), di concerto con le amministrazioni comunali di Birmingham, Alabama, e di Roma, consegneranno il Premio Martin Luther King per i diritti umani. Scopo del Premio è dare visibilità a quanti, singoli o associazioni, sono impegnati per una pratica di pace, di difesa dei diritti umani e della cultura della nonviolenza, di lotta alla povertà e difesa delle minoranze, rilanciando così nel nostro presente il messaggio del pastore battista afroamericano. Possono partecipare al concorso sia singoli che associazioni inviando una domanda alla sede dell'UCEBI (piazza S. Lorenzo in Lucina 35, 00186 Roma; [email protected]) entro il prossimo 31 gennaio. Per maggiori informazioni: 06.6876124; www.martinlutherking.ucebi.it/premio/premio.php (NEV/VE) – In considerazione del clima di sospetto e sfiducia creatosi nei confronti dell’islam, il “Réseau évangélique”, organismo evangelico della Svizzera romanda, ha lanciato un singolare appello: accogliere a tavola, nel periodo natalizio, dei vicini musulmani. L’iniziativa intende creare delle relazioni migliori, suscitare amicizie e abbattere i pregiudizi diffusi e alimentati sovente anche dalle notizie fornite dai media. In Svizzera vivono attualmente più di 300.000 musulmani. “Amare il prossimo significa anche andargli incontro allo scopo di ascoltarlo e di capirlo – hanno spiegato i responsabili del Réseau évangélique ­. Solo così i muri della paura e del sospetto possono essere abbattuti e solo così possiamo evitare di costruirne di nuovi”. (NEV/ENI) – Tra il XVI e il XIX secolo molte chiese furono attivamente coinvolte nella tratta degli schiavi e per questo hanno oggi un debito con i discendenti di tutti coloro che sono stati schiavizzati, torturati e uccisi. E' quanto afferma il documento finale della conferenza ecumenica “Abolita, ma non distrutta: ricordando la tratta degli schiavi nel XXI secolo”, tenutasi dal 10 al 14 dicembre scorso a Runaway Bay, in Giamaica. “Mentre alcune chiese hanno fatto confessione di peccato, la maggior parte delle dichiarazioni di pentimento non hanno portato ad azioni efficaci di sradicamento della supremazia dei bianchi, del razzismo e delle conseguenze attuali della tratta degli africani”, precisa il documento. I 60 partecipanti al convegno hanno anche affrontato i temi relativi alla lotta dei Dalit indiani, delle popolazioni indigene del mondo e di quanti altri cercano di resistere a nuove forme di schiavitù. L'incontro, che ha preso spunto dalla ricorrenza dei duecento anni dall'abolizione del mercato degli schiavi nell'impero britannico (1807­2007), è stato promosso dal Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), dall'Alleanza riformata mondiale (ARM) e dal Consiglio per la missione mondiale.
(NEV/KEK) – Il segretario generale della Conferenza delle chiese europee (KEK), Colin Williams, ha inviato un messaggio di benvenuto ai partecipanti del 30° incontro europeo dei giovani organizzato dalla Comunità ecumenica di Taizé, che si terrà a Ginevra dal 28 dicembre al 1° gennaio. “Il vostro incontrarvi è un potente segno del vostro impegno per l'evangelo di Cristo nel complesso mondo del XXI secolo”, ha scritto Williams, il quale ha anche ricordato il contributo dei giovani alla III Assemblea ecumenica europea di Sibiu: “In quell'occasione siamo stati profondamente ispirati dai giovani delegati che hanno esortato i cristiani europei ad incontrarsi con menti e cuori aperti, e a lottare per la causa della giustizia e della pace nel nostro mondo. La mia preghiera – ha concluso – è che i giorni che trascorrerete a Ginevra vi infiammino dello stesso entusiasmo per l'evangelo, così evidente nei giovani partecipanti di Sibiu”. Ginevra è sede di numerosi organismi ecumenici e confessionali internazionali tra cui la KEK, il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC); la Federazione luterana mondiale (FLM), l'Alleanza riformata mondiale (ARM). (NEV/APD) – Cinque membri della chiesa avventista del settimo giorno di Baku, Azerbaijan, e tre visitatori che partecipavano a una riunione di culto in una casa privata sono stati interrogati e multati dalla polizia che ha fatto irruzione nell'appartamento. “Si tratta di una brutale violazione della legge – ha denunciato il pastore avventista Rasim Bakhshiyev ­. Tutti i nostri documenti sono in ordine e non c'era alcuna ragione di irrompere durante il culto o multare i presenti”. L'episodio, avvenuto l’8 dicembre, è stato motivato dal fatto che la riunione di culto si svolgeva in un luogo non segnalato nell'apposito registro di stato. La polizia ha trattenuto per 5 ore gli otto avventisti e ha confiscato libri e materiale religioso trovato nell'appartamento. Secondo fonti cristiane, il controllo sulle comunità religiose in Azerbaijan è divenuto nell'ultimo anno più stretto che in passato. (NEV) – È dedicato ai bambini il libro di Laura Lattughini e illustrato da Silvia Gastaldi, “Il Natale nella Bibbia e nella tradizione” (ed. Claudiana/Elledici, pagg. 44, euro 9.50). Con l'aiuto di un versetto biblico e un breve testo, vengono esaminati gli elementi che siamo abituati ad associare a questa festa ­ dalla stalla a Babbo Natale ­ per distinguere tra ciò che dicono le Scritture e ciò che aggiunge la tradizione. Scrive Paolo De Benedetti nella prefazione: “Conoscete tutti quanto i Vangeli narrano sulla nascita di Gesù. È una storia che si legge e si racconta da duemila anni. E si vede anche, perché la tradizione popolare e la grande arte hanno raffigurato infinite volte quella scena. Una scena in cui, come vedrete da questo piccolo libro, si fondono insieme la testimonianza evangelica, la fantasia figurativa e la devozione". Claudiana, via S. Pio V 15, 10125 Torino; www.claudiana.it (NEV) – È interamente dedicato al Natale il numero 3 de “La scuola domenicale”, rivista quadrimestrale del Servizio istruzione e educazione (SIE) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). In sommario, riflessioni bibliche e teologiche, percorsi didattici sull'Avvento e il Natale, tecniche ed esperienze, teatro e racconti. La scuola domenicale, via Porro Lambertenghi 28, 20159 Milano. APPUNTAMENTI PALERMO – Venerdì 21, Jessica Morris, Giuseppe Renda e Maria Teresa De Sanctis presentano il libro di Davide Romano “Nella città opulenta. Microstorie di vita quotidiana”. Alle 18 presso la sede dell'associazione “L'incrocio”, via Volturno 22. PRALI (Torino) – Dal 26 dicembre al 1° gennaio, campo invernale internazionale e interculturale per giovani dai 16 ai 22 anni sul tema “La costruzione di un amore nel Mediterraneo”. Presso il Centro ecumenico Agape. Per informazioni, tel. 0121.807514; [email protected]; www.agapecentroecumenico.org VELLETRI (Roma) – Dal 28 al 30 dicembre, campo invernale del Centro metodista Ecumene sul tema “La laicità”. Interviene Elena Bein Ricco. Per informazioni: Ecumene, contrada Cigliolo 141, tel. 06.9633310.
TELEVISIONE – Lunedì 24, su RAIDUE alle 9.30, la rubrica “Protestantesimo” manda in onda la replica della puntata con il servizio “Voi avete udito che fu detto... La giustizia di Dio e quella degli uomini”. Martedì 25, su RAIDUE, alle 10 a cura della rubrica “Protestantesimo”, culto evangelico di Natale dalla Chiesa protestante di Liegi, Quai Marcellis, in Belgio. Domenica 30, su RAIDUE dopo mezzanotte, la rubrica “Protestantesimo” manda in onda una puntata con il servizio “Un dono ci è stato dato”, dedicato ai canti Gospel e Spiritual della tradizione dei neri americani. Replica lunedì 31 dopo mezzanotte, e lunedì 7 gennaio alle 9.30, sempre su RAIDUE. RADIO – Ogni domenica mattina e in occasione di Natale e Capodanno, alle 7.30, su RAI Radiouno, “Culto Evangelico” propone una predicazione (23, 25 e 30 dicembre, pastore Gianni Genre; 1° gennaio, pastore Domenico Maselli; 8 gennaio, pastore Giorgio Bouchard), notizie dal mondo evangelico, appuntamenti e commenti di attualità. Le trasmissioni possono essere riascoltate collegandosi al sito di RAI Radiouno, attraverso il link alla pagina www.fedevangelica.it/servizi/ssrtv031.asp DOCUMENTAZIONE “ Fin qui e non oltre: agire in fretta, agire adesso!” Roma (NEV), 19 dicembre 2007 – Pubblichiamo la dichiarazione che il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), ha inviato il 14 dicembre al presidente e ai partecipanti alla XIII Conferenza internazionale sul cambiamento climatico dell’ONU riunita a Bali (Indonesia) dal 3 al 14 dicembre 2007. E’ necessario un cambiamento di paradigma Siamo convinti, come membri delle comunità di fede, che è necessario un cambiamento di paradigma da un modo di pensare all’altro, se vogliamo rispondere adeguatamente alla sfida del cambiamento climatico. Si tratta di una trasformazione, di una “metamorfosi”. Questo tipo di movimento non avviene semplicemente da solo, ma deve essere catalizzato da agenti del cambiamento. Le fedi del mondo potrebbero essere uno di questi catalizzatori. Un cambiamento di paradigma appare obbligatorio nella prevalente strategia economica che promuove una crescita economica ed una produzione di beni infinite e un livello apparentemente insaziabile dei consumi tra i settori più consumisti delle nostre società. Tali modelli di economia e consumo stanno portando alla riduzione di delicate risorse naturali e a conseguenze estremamente pericolose per il cambiamento climatico e lo sviluppo. Le società devono passare ad un nuovo paradigma in cui i principi operativi siano l’etica, la giustizia, la solidarietà, lo sviluppo umano e la conservazione dell’ambiente. Nelle nostre tradizioni crediamo che la terra ci sia stata affidata, ma noi non possiamo farne semplicemente ciò che vogliamo. Non possiamo usare la natura solo come una merce. Dobbiamo tenere a mente che la nostra libertà non ci consente di distruggere ciò che sostiene la vita sul nostro pianeta. Dobbiamo agire qui e ora Molto è stato detto e scritto su come affrontare il cambiamento climatico. Tuttavia, un risultato tangibile non è ancora all’orizzonte. Il primo periodo di impegno previsto dal Protocollo di Kyoto termina nel 2012. Sta scadendo il tempo per raggiungere obiettivi equi e sostenibili per il post­ 2012. Come esseri umani, come membri della società globale, come membri delle nostre comunità di fede e organizzazioni, come Stati sovrani, siamo pronti a fare ciò che ci si aspetta da noi? Oppure
rimanderemo ancora e metteremo in atto nuove strategie per venire meno ai nostri doveri etici e morali? Così facendo, sarebbe un vero e proprio suicidio mettere a rischio la diversità della vita sulla terra di cui godiamo, che abitiamo e condividiamo. È tempo di adottare meccanismi legali che rispondano adeguatamente alla gravità della situazione documentata dal Comitato intergovernativo sul mutamento climatico (IPCC) e che abbiano delle clausole applicative abbastanza forti da costringere ad una piena ottemperanza. La Dichiarazione adottata dal Comitato esecutivo del Consiglio ecumenico delle chiese in occasione del X anniversario del Protocollo di Kyoto, tra le altre cose, ci ricorda chiaramente le nostre responsabilità e indica il futuro:
Il Protocollo di Kyoto pone degli obiettivi e una tabella di marcia per i paesi industrializzati, affinché riducano le proprie emissioni di gas serra. È un primo passo importante verso una politica climatica globale giusta e sostenibile. Tuttavia, negli ultimi dieci anni, è divenuto chiaro che le emissioni di carbonio sono ancora in crescita e ben al di sopra dei livelli sostenibili. Sono necessarie e urgenti riduzioni molto più drastiche.
Il Protocollo di Kyoto è entrato in vigore solo nel 2005. Adesso 175 lo hanno ratificato. (...) C’è anche una tendenza a trasformare il Protocollo in uno strumento di mercato per minimizzare il danno economico alle economie nazionali e alle occasioni di guadagno, invece di sottolineare l’obiettivo di limitare le emissioni di gas serra.
Dopo il 2012, quando terminano i primi impegni, un approccio basato maggiormente sui principi è essenziale per attuare una politica globale efficace e giusta sul controllo climatico. I principi da prendere in considerazione includono: il principio di equo accesso all’uso dell’atmosfera e pari diritti allo sviluppo; il principio di responsabilità storica; il principio di precauzione (responsabilità prospettiva); il principio di priorità per i più poveri e i più deboli; e il principio di massima riduzione del rischio.
(...) La necessità di un piano d’azione più ampio e più radicale contro il cambiamento climatico sarà uno dei primi punti all’ordine del giorno. La Conferenza di Bali deve fare progressi concreti su questo aspetto.
Adesso sono necessarie politiche più generali che sostengano e promuovano programmi di adeguamento e mitigazione nei paesi gravemente colpiti dal cambiamento climatico, in particolare nelle regioni africana, caraibica e pacifica. -
Siamo giunti al punto di conoscere la causa del cambiamento climatico. Abbiamo espresso tutta la nostra preoccupazione, abbiamo chiarito i nostri dubbi e dichiarato che cosa ci ha condotto alla situazione ingiusta in cui i più poveri pagano le conseguenze dell’irresponsabile spreco di risorse ed energia e del consumismo estremo dei più ricchi. Adesso è tempo di intraprendere azioni costruttive che ci facciano trovare soluzioni pratiche ai problemi della grande maggioranza della popolazione mondiale di oggi. Gli occhi del mondo sono su di noi. Centinaia di milioni di persone, donne e uomini, giovani e anziani, hanno riposto le proprie speranze su di noi. Dobbiamo renderci conto che queste persone ci ricordano nelle loro preghiere, ciascuno nella propria tradizione religiosa. E questo non possiamo dimenticarlo. Abbiamo la missione di non tradirli né deluderli. La nostra disponibilità a partecipare a questi grandi cambiamenti è richiesta oggi, non domani. Non c’è più tempo per interminabili discorsi. Non si deve più rimandare. Ancora una volta gridiamo: “FIN QUI E NON OLTRE: AGIRE IN FRETTA, AGIRE ADESSO!” LE NOTIZIE NEV POSSONO ESSERE UTILIZZATE LIBERAMENTE, CITANDO LA FONTE ______________________________________________________________________________ NEV ­ Notizie Evangeliche, Servizio stampa della Federazione delle chiese evangeliche in Italia ­ via Firenze 38, 00184 Roma, Italia tel. 064825120/06483768, fax 064828728, e­mail: [email protected], sito web: http://www.fcei.it ­ registrazione del Tribunale di Roma n. 13908 del 10/5/1971 ­ settimanale ­ stampato in proprio ­ redazione: Luca Baratto, Gaëlle Courtens, Paolo Naso, Valerio Papini (direttore responsabile), Anna Pensa, Eva Valvo ­ abbonamenti 2007: edizione settimanale e­mail euro 16; supplemento mensile su carta con rassegna stampa euro 25, estero euro 30; edizione settimanale e­mail + supplemento mensile su carta euro 31 ­ versamenti sul c.c.p. n. 82441007 intestato a: NEV­Notizie Evangeliche, via Firenze 38, 00184 Roma.
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