Gli adulti della nostra epoca, grazie all’amplificazione dei
mezzi di comunicazione di massa, sono consapevoli della
negatività del periodo adolescenziale. Il risultato è il radicarsi
di un atteggiamento negativo nei confronti delle nuove
generazioni che rischia di innescare un circolo vizioso in cui
gli adolescenti diventano un problema e cessano di essere
una ricchezza per la comunità. Il pessimismo si dimostra
quindi distruttivo
L’immagine dell’adolescenza come periodo di
inevitabile disagio non corrisponde a quella che gli
psicologi dello sviluppo hanno elaborato negli ultimi
decenni.
Infatti, la rappresentazione drammatica di quest’età
non corrisponde alla maggioranza degli adolescenti.
Nonostante ciò, il convincimento che l’adolescenza sia
un periodo di disadattamento è fortemente presente
nella psicologia popolare della cultura occidentale.
Resta così in ombra un’immagine più realistica di
questo periodo della vita, nel quale ragazzi e ragazze
costruiscono un rapporto più equilibrato tra sé e il
mondo circostante.
Le condotte a rischio dei giovani possono mettere a
repentaglio il benessere psicologico e sociale
dell’adolescente ma sono state erroneamente
interpretate in termini di psicopatologia individuale
o sociale. Spesso si confondono i percorsi di sviluppo
normali con quello patologici. In realtà questi
comportamenti non sono necessariamente
irrazionali, ma possono soddisfare importanti
funzioni e possono essere un aspetto essenziale
dello sviluppo psicosociale.
Anche i comportamenti più irrazionali e pericolosi
hanno uno scopo e una funzione e riguardano per il
giovane la costruzione di una propria autonoma
identità di adulto.
Persistono nell’opinione pubblica un’immagine negativa
dell’adolescenza ed una sfiducia nei giovani. Di fatto tale
diffidenza nelle nuove generazioni è sempre esistita ed è
sempre stata indipendente dalle loro caratteristiche. Questa
immagine negativa rappresenta, infatti, solo un meccanismo
difensivo degli adulti nei confronti dei giovani. I grandi hanno
un’opinione più negativa della generazione a loro successiva,
mentre giudicano più positivamente la propria, ed anche gli
adolescenti valutano più positivamente gli adulti che non i loro
coetanei.
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Adolescenza a raggi X – Il pregiudizio – AS 2010/2011