HER2Club in gastric cancer La valutazione dello stato di HER2: immunoistochimica ed ibridazione in situ Roberto Fiocca Due metodiche differenti sono comunemente utilizzate per la valutazione dello stato di HER2: l’immunoistochimica (IHC) e l’ibridazione in situ (ISH), nelle varianti fluorescente (FISH) o cromogenica (CISH/SISH). L’impiego combinato di IHC e ISH è previsto e richiesto dalle linee guida/raccomandazioni edite dalle società scientifiche e dalle autorità regolatorie (1-3). Mentre IHC valuta il grado di espressione della proteina HER2, la ISH riconosce il livello di amplificazione del gene che codifica per HER2. Come precedentemente sottolineato, l’IHC è considerata il test di prima scelta per la valutazione iniziale dello status di HER2 nel carcinoma gastrico mentre le tecniche FISH/CISH sono da riservarsi ai casi “equivoci” in IHC (1,2). Valutazione immunoistochimica dell’espressione di HER2 La valutazione dell’espressione di HER2 viene condotta prendendo in considerazione esclusivamente la positività a carico della membrana cellulare, essendo la sola positività citoplasmatica di regola espressione di artefatti tecnici. La graduazione dell’intensità di espressione IHC si basa sulla valutazione dell’intensità dell’immunocolorazione: essa è quindi inevitabilmente gravata da un fattore “riproducibilità”, legato alla soggettività dell’osservatore. Tale problema può essere in parte limitato laddove venga praticata una standardizzazione delle metodiche di laboratorio (compresa la fase pre-analitica) e si seguano criteri definiti per la graduazione microscopica dell’intensità dell’immunocolorazione. In linea generale, i casi con score IHC 0 e 3+ non pongono significativi problemi di interpretazione mentre una maggiore variabilità inter-osservatore è attesa nei casi con score IHC 1+ e 2+: tale variabilità è insita nella definizione stessa dello score 1+ (reattività di membrana lieve/appena percettibile) e dello score 2+ (reattività di membrana da debole a moderata) – la differenza stessa tra faint e weak in inglese è ambigua. Tale variabilità costituisce un potenziale problema nella definizione a scopo predittivo dello status di HER2, in quanto secondo le raccomandazioni correnti (2,3) i casi con score 1+ sono considerati negativi mentre quelli con score 2+ sono considerati “equivoci” e quindi meritevoli di una valutazione combinata IHC+ISH (Fig.1). Una proposta pratica per “standardizzare” il reporting di HER2 è stata avanzata dal German–French ring study (4): essa prevede che un’intensa HER2-positività (IHC 3+) sia visualizzabile inequivocabilmente come colorazione di membrana già a basso ingrandimento (× 2,5/x5 ) mentre il riconoscimento inequivoco di una positività IHC 2+ richieda un’osservazione ad ingrandimento intermedio (x 10/x Con il contributo educazionale di 20) e che uno score IHC 1+ sia individuabile solo con un’osservazione ad alto ingrandimento (× 40) (Fig. 2). Tale approccio (denominato “magnification rule”) consente di incrementare il livello di riproducibilità (4). Valutazione dell’amplificazione del gene HER2 con l’ibridazione in situ (ISH) La ISH viene considerata principalmente come metodica di valutazione di II° livello, in accordo con le linee guida internazionali e nazionali (1,2), da utilizzare dopo l’immunoistochimica, per dirimere quei casi in cui la determinazione IHC abbia fornito risultati equivoci (score 2+). L’indagine ISH nei casi con score IHC 1+ può essere presa in considerazione, data la difficoltà di definire i tumori IHC 1+ e differenziarli da quelli 2+ (2,5): in questi casi la definizione dello stato di HER2, in funzione della terapia con trastuzumab, deve essere discussa individualmente con l’oncologo. Le tecniche “dual color”, che utilizzano due fluorocromi o due cromogeni diversi per visualizzare sullo stesso preparato istologico la regione centromerica del cromosoma 17 (sonda CEP 17) ed il numero di copie del gene HER2, sono quelle più utilizzate e consigliabili (Fig. 3) (2). La FISH, pur restando la tecnica di riferimento, presenta alcune criticità: essa necessità di attrezzature costose e dedicate, un training specifico del lettore, il fluorocromo è soggetto a decadimento con impossibilità di conservazione a lungo termine dei preparati e l’assenza del dettaglio morfologico non consente un confronto con IHC. Per ovviare ad alcune di queste problematiche, sono state introdotte metodiche di ibridazione in situ in campo chiaro (CISH e SISH) che prevedono, quindi, l’utilizzo di un normale microscopio ottico, consentono una migliore correlazione tra aspetti morfologici e risultato della ISH e permettono una conservazione dei preparati a lungo termine. La definizione dell’amplificazione deve comprendere il rapporto tra segnali del gene HER2/segnali centromerici del cromosoma 17: è definito come amplificato un rapporto > 2/nucleo. I criteri per la definizione dello stato di amplificazione del gene HER2 (ISH) sono analoghi a quelli utilizzati per il carcinoma mammario. Dato che nei casi IHC 3+ è attesa una quasi assoluta correlazione dei test IHC vs FISH, è opportuno che ciascun laboratorio provveda a validare una quota parte della casistica valutata in IHC con ibridazione in situ, ottenendo una concordanza non inferiore al 90% nei casi 3+ (2). Campione tumorale IHC 0 +1 +2 +3 ISH - + Eleggibile per trastuzumab Fig. 1 Algoritmo per valutazione HER2 nel carcinoma gastrico Con il contributo educazionale di a b c Fig. 2 Espressione IHC di HER2, criteri di score IHC secondo il “magnification rule”: a) un caso 3+ è facilmente riconoscibile a basso ingrandimento; b) una posività moderata (score 2+) è apprezzabile ad ingrandimento intermedio mentre c) una lieve positivitità di membrana (score 1+) è riconoscibile solo ad alto ingrandimento. Immunoistochimica con anticorpo anti-HER2/neu (4B5) Ventana/Roche. Fig. 3 Ibridazione in situ fluorescente (FISH) con sonde “dual color”: un caso di carcinoma gastrico non amplificato (a) ed uno con amplificazione (b), in cui il numero di spot relativi al gene HER2/neu (spot rossi) è largamente superiore a quelli del centromero del cromosoma 17 (spot verdi). Bibliografia essenziale Rüschoff J, Dietel M, Baretton G, et al. HER2 diagnostics in gastric cancer-guideline validation and development of standardized immunohistochemical testing. Virchows Arch 2010; 457: 299–307. Barone C, Biffi R, De Vita F, Dei Tos A, Di Costanzo F, Claudio Doglioni C Nicola Fazio N, Roberto Fiocca R, Labianca R, Maiorano E, Mottolese M, Pinto C, Rugge M, Sapino A, Scartozzi M, Sobrero A, Viale G. AIOM - SIAPEC-IAP Guidelines Recommendations for determination of HER2 status in gastric cancer. From the AIOM - SIAPEC-IAP Working Group. Pathologica 2011; 103: 53-62. European Medicines Agency. Assessment report for Herceptin 2010: Annex 1. http://www.ema.europa.eu/docs/en_GB/document_ library/EPAR_-_Product_Information/human/000278/WC500074922.pdf Rüschoff J, Hanna W, Bilous M, Hofmann M, Osamura RY, Penault-Llorca F, van de Vijver M, Viale G. HER2 testing in gastric cancer: a practical approach. Mod Pathol 2012; 25: 637-50. Grillo F, Fassan M, Ceccaroli C, Giacometti C, Curto M, Zagonel V, Ceppa P, Nitti D, Castoro C, Fiocca R, Rugge M, Mastracci L. The Reliability of Endoscopic Biopsies in Assessing HER2 Status in Gastric and Gastroesophageal Junction Cancer: A Study Comparing Biopsies with Surgical Samples. Transl Oncol 2013; 6: 10-6. Con il contributo educazionale di