Come percepiamo la
realtà?
ATTRAVERSO LE IMMAGINI
MENTALI
L’IMMAGINE DELLA REALTA’
NON VIENE PERCEPITA MA
VIENE FABBRICATA
Le componenti del
processo immaginativo
Supponete di voler descrivere a qualcuno
la vostra casa, dall’aspetto esterno fino
ai dettagli dell’arredamento.
Dovete anzitutto richiamare a voi
stessi, nel modo più vivido e
articolato possibile, l’immagine
della casa in modo da comunicare
all’interlocutore una descrizione che
gli permetta di farsi a sua volta una
immagine di quanto gli riferite.
la vostra mente deve ricostruire
l’immagine della facciata e poi una
mappa dell’interno


Quanto prodotto ed elaborato a livello di
immaginazione può essere comunicato con
una descrizione verbale
o riprodotto mediante uno schizzo o un
disegno.
Infatti spesso è necessario trasformare
mentalmente l’immagine per riuscire a
ruotare le coordinate della mappa mentale e
ripercorrere meglio i vari particolari.
La costruzione della realtà
interiore è mediata dalle
immagini e si sviluppa quando la
mente - grazie alla maturazione
neuronale e all’apprendimento è in condizione di cogliere i
significati simbolici della realtà
esterna
Sono le immagini che
consentono di anticipare i
comportamenti prima di
metterli in atto e di creare un
mondo interiore in cui
desideri ed emozioni possono
essere tematizzati
Come si suddividono
le immagini
(o rappresentazioni)?
Rappresentazioni
Esterne
Interne
(o mentali)
Pittoriche
Linguistiche
Simboliche
Analogiche
(immagini, modelli
mentali)
Distribuite
Proposizionali
Proposizioni
Le rappresentazioni analogiche sono immagini che
possono essere:
uditive
olfattive
gustative
tattili
Infatti possiamo ricostruire mentalmente non solo
l’immagine visiva di un tramonto o il volto di una
persona, ma anche:




il fischio di un treno
ricordare il profumo di un certo fiore
il gusto di un buon vino
la ruvidezza di un tessuto
Le immagini mentali si producono

Consapevolmente

Istintivamente
nostra volontà
stimolazione esterna
con il supporto della
a seguito di una
(ES: se udiamo, al di fuori della nostra finestra e in
lontananza, uno stridio di freni e subito dopo suoni
ripetuti di clacson istintivamente nella nostra mente si
formerà un’immagine di un incidente stradale, e a
seconda delle nostre esperienze la costruiremo in
maniera più o meno tragica e reagiremo ad essa
diversamente).
La struttura e il contenuto delle
immagini sono determinati dalla
storia evolutiva peculiare
dell’individuo.
Ogni immagine rappresenta
l’essenza di un insieme di
esperienze passate
Le immagini mentali
si basano :




sulle nostre esperienze personali,
sulle caratteristiche di base della nostra
personalità
sugli stati d’animo del momento,
divenendo il punto di contatto tra una
stimolazione esterna e la nostra realtà
interiore
Sulla “fonte” dei dati percettivi
Le immagini mentali
sono:
 mutevoli
 facili da
trasformare
 funzionalmente
informali e
indefinite
 non restano le
stesse per molto
 scorrono veloci
come i fotogrammi
di uno spot.
Le immagini possono essere
immagazzinate dalla memoria a
lungo termine
depositate in un “taccuino visuospaziale” (dove saranno mantenute
il tempo necessario per
ispezionarne le parti mentalmente)
Al processo immaginativo si
associa:
una componente
psicofisiologica
(codificata in risposte
a livello somatico)
Per esempio: ricordando la
casa della propria infanzia
grazie a questa
componente si può
attivare un’interpretazione
con un significato emotivo
una rappresentazione
cerebrale (costituita
da una mappa
aggiornata delle
afferenze provenienti
dalla periferia)
Pensare esige immagini, e le
immagini contengono pensiero,
ma in uno stadio “elastico” che il
contesto definisce e precisa.
Come si “immagina” la malattia
Un paziente malato
di cancro potrebbe
vedere la propria
malattia come
un’enorme macchia
nera, una parte
oscura…
…oppure come
un “mostro”
di cui si ha
molto timore
e contro cui
non si riesce
a lottare…
Solo in un secondo
tempo ed in seguito
all’accettazione della
malattia, l’immagine
potrà assumere
connotati meno
spaventosi e il paziente
potrà iniziare a
“lottare” per la sua
guarigione.
Un caso famoso
Il dottor Carl Simonton, un radiologo
dell’Università del Texas, nel 1971 si
trovò a visitare un paziente di sessantun
anni affetto da un tumore alla gola, ormai
in stadio avanzato.
La prognosi era particolarmente
sfavorevole e il dottore non credeva
probabile che l’uomo potesse rispondere
positivamente al ciclo di radiazioni
generalmente prescritto in casi del
genere. Quindi, suggerì al paziente di
provare anche con la tecnica delle
visualizzazioni e di ripeterla parecchie
volte al giorno.
La tecnica consisteva, inizialmente, nel
visualizzare il cancro in un modo vivido,
realistico e poi di provare la stessa cosa
relativamente al suo sistema
immunitario. Il paziente, si costruì un
immagine mentale delle sue cellule
immunitarie come se periodicamente si
trasformassero in una tempesta di
particelle bianche, simili a fiocchi di neve,
che investivano e sovrastavano un
ammasso di roccia scura identificato con
il suo cancro.
Nel giro di qualche settimana il tumore
era realmente regredito e dopo circa due
mesi scomparso del tutto.
Ma casi simili non sono rari e vengono
ormai documentati con sempre maggiore
serenità anche dal mondo scientifico.
E’ il potere della mente sul corpo
che oggi non va più trascurato.
Naturalmente in guarigioni del tipo di
cui abbiamo descritto, possono
intervenire anche mille altri fattori a
modificarne il decorso ma di certo le
visualizzazioni che il paziente ha
adottato hanno avuto il loro peso.
Le immagini mentali, dunque, possono
provocarci emozioni positive e
servono a migliorare il nostro stato
fisico e psichico.
Vi è una forte connessione
tra EMOZIONI E MALATTIE
Emozioni negative
indebolimento
delle difese immunitarie, alterata funzionalità di
apparati e organi, inibizione del sistema neuro
endocrino
tristezza, depressione
Convinzioni positive
rinforzo delle difese
immunitarie e attivazione del sistema neuro
endocrino
serenità, buon umore, voglia
di vivere
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immagini mentali