La quinta sinfonia di Beethoven è stata e sarà sempre la più celebre delle nove sinfonie scritte da Beethoven. Venne scritta fra il 1804 e il 1808 e ci fa vedere il miglior ritratto del musicista all’inizio della sua maturità e ci fa osservare quella grande e incrollabile forza d’animo tipica del suo carattere. Per forza dobbiamo mettere in relazione l’aspetto così deciso di questa sinfonia con le avversità della vita con le quali Beethoven dovette convivere e lottare; prima di tutte la sordità. COSÌ IL DESTINO BATTE ALLLA PORTA scrisse Beethoven in un suo quaderno delle conversazioni per sottolineare tutta la drammaticità del suo famosissimo impulso ritmico di quattro note con cui la sinfonia si apre. Per DESTINO si intende tutto quel complesso di prove difficili e dolorose che la vita ci propone d’avanti. In altre parole per Beethoven questo nemico non è da sconfiggere ma è uno spunto per riuscire a procederne altre e migliorarsi. Anzi impara a stare con lui. Proprio per questo motivo la sinfonia aprendosi in una tonalità di DO-, si conclude nella più luminosa tonalità di DO+, con un carattere vittorioso come per farci capire che tutto si è concluso nel migliore dei modi e certamente in modo positivo e costruttivo. ALLEGRO CON BRIO FORMA SONATA1 Risponde presto un secondo tema più cantato e pacato ma in sottofondo, e lo possiamo vedere dalla partitura il tema principale continua ad esistere suonato dai violoncelli e contrabbassi che, essendo strumenti «gravi», utilizzano la chiave di basso. In questo modo Beethoven vuole sottolineare la potenza del primo tema tanto da invadere anche lo spazio riservato al secondo tema ed è sempre presente e domina nello sviluppo e poi riappare con la veste iniziale nella ripresa. Forma sonata: Con questo termine si indicava non la forma di un’intera composizione ma solo la struttura di un movimento. In un primo tempo questa struttura si basava su un solo tema cioè era monotematica e veniva presentato e ripetuto una seconda volta con qualche modifica. Da questo il nome di struttura monotematica bipartita. Nel periodo classico questa struttura si arricchì diventando bitematica tripartita nella quale si utilizzavano due temi di diverso carattere: il primo era deciso ed incalzante mentre il secondo era più scorrevole e dolce. Per distinguere meglio e rendere più evidente la diversità i temi erano in tonalità diverse. Questi temi erano inseriti in tre sezioni differenti chiamate: ESPOSIZIONE, SVILUPPO E RIPRESA Esposizione: presentazioni, uno dopo l’altro dei due temi che spesso sono separati da un breve passaggio di note che si chiama PONTE; Sviluppo: uno dei due temi viene elaborato cioè spostato in un’altra tonalità; alla fine dello sviluppo un altro ponte viene suonato dal fagotto Ripresa: i due temi vengono ripresi nella loro veste iniziale con un’unica differenza, i due temi sono nella stessa tonalità. Questo tipo di forma sonata era applicato o nei primi e negli ultimi tempi delle Sinfonie, nei concerti e in tutti i brani di musica da camera come trii quartetti ecc….