L’AMORE NELL’ANTICA GRECIA I Greci concepivano l’amore su una base fisiologica o psicofisica; lo ritenevano come una forza incontenibile che afferrava l’innamorato al petto e si irradiava fino al cuore (che chiamavano θυμός). Diversa era invece la considerazione della passione, che talvolta interpretavano come una malattia o un'affezione dell'anima. Nel Simposio, Platone dice che sin dall'antichità in noi uomini è innato il desiderio d'amore gli uni per gli altri, per riformare l'unità della nostra antica natura. Ciascuno di noi è una frazione dell'essere umano completo originario e per ciascuna persona ne esiste un'altra che le è complementare, perché quell'unico essere è stato tagliato in due. Per questo ognuno è alla ricerca continua della sua parte complementare. Le persone, quando incontrano la metà di sé da cui sono state separate, sono prese da una straordinaria emozione e, colpite da un sentimento di amicizia e affinità con l'altra persona, se ne innamorano e non sanno più vivere senza di lei. LESSICO DELL’AMORE LESSICO DELL’AMORE LESSICO DELL’AMORE LESSICO DELL’AMORE DIFFERENZE TRA I MODI DI DIRE “AMARE” Veniamo alle differenze tra i verbi principali derivati da queste quattro radici: ἐράω esprime l’amore sensuale, intenso e connesso con il desiderio, la “brama”, la passione. φιλέω esprime amore in forma più generica, nei confronti di persone, cose o comportamenti, con un’attenzione viva e premurosa; può significare “baciare”. στέργω esprime un’attenzione interiore come quella tra genitori e figli, o verso la patria. ἀγαπάω significa soprattutto “apprezzare”, in seguito ad una giusta valutazione razionale. Nella grecità cristiana ἀγάπη espresse l’amore tra Dio e gli uomini e la parola fu usata anche per designare il sacro banchetto in cui si ricordava il sacrificio di Cristo. … E ADESSO UNA POESIA: SAFFO, “MALATTIA D’AMORE” ( . 31 V FR OIGT) Mi sembra pari agli dèi quell’uomo che siede di fronte a te e vicino ascolta te che dolcemente parli e ridi un riso che suscita desiderio. Questa visione veramente mi ha turbato il cuore nel petto: appena ti guardo un breve istante, nulla mi è più possibile dire, ma la lingua mi si spezza e subito un fuoco sottile mi corre sotto la pelle e con gli occhi nulla vedo e rombano le orecchie, e su me sudore si spande e un tremito mi afferra tutta e sono più verde dell’erba e poco lontana da morte sem- bro a me stessa. Ma tutto si può sopportare, poiché... (trad. F. Ferrari) Gli alunni della IV Ginnasio del Liceo Classico “Ariosto” di Barga. Coordinamento: prof.ssa Gloria Vizzini