Recensioni teatrali | Teatro.Persinsala.it
Sharon
Tofanelli
novembre 28, 2012
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Tra amore e fama, approda al Giglio di Lucca una tra le opere
più amate del melodramma italiano, Traviata. Applausi a
scena aperta per l’eroina anticonvenzionale di Giuseppe Verdi.
Amore e prestigio: questi sono i titani da sempre in battaglia
tra loro – oggi, come ieri. E domani, certamente. Basta
ridisporre i pezzi, cambiare scacchiera. Ma i contendenti non cambiano. E
neppure l’esito. Questa è Traviata, tratta in parte da una storia vera: una
partita mal giocata, un azzardo, una mano sfortunata. La persona: un
pezzo bianco, un asso, una casella nera. Ma di rado l’amore è razionale. E
in certi giochi il pensiero è tutto.
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Giglio di Lucca, 24 Novembre. Il cristallo oscilla, le fondamenta vacillano.
Sono le voci, le arie, il sentore di Parigi – sontuosa e spregiudicata. È Irina
Dubrovskaja, la Violetta di stanotte. Le sue note non ascendono alle stelle;
atterrano dal palcoscenico, cariche e vibranti. Non trafiggeranno il cielo,
ma gli spiriti sensibili.
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Non inganni il tono aulico del libretto. Violetta è autentica, schietta, senza
imbrogli. La voce del soprano non mostra artificio, ma si libra sciolto,
schiavo dei propri amori. Anche la mimica è efficace e la giovinezza di Irina
sa soltanto incrementare la commozione finale.
Alfredo è il classico uomo che ama: sa poco e quel poco gli basta. Come la
sua amante, anche Alfredo vive d’istinto, ma è persino più cieco:
distruttivamente impetuoso. È forse lui in quest’opera il vero traviato, il
corrotto, deviato dalle cose immediate. È la voce di Stefano Lacolla –
tenore – colma e bruciante. E il suo giocare senza intuito lo condurrà alla
rovina.
Di Traviata, però, oltre le voci incanta il contrasto. Lo spettacolo è un
alternarsi di gioia e tragicità: un alternarsi serrato, diversamente
esplosivo, quasi irritante. È tra l’ira di Alfonso e l’angoscia di Violetta che
danzano zingarelle e mattadori (Imperfect Dancers Company), predicendo
l’avvenire, raccontando amori più fasulli ma prosperi; è il carnevale che
passa, che inneggia al bue grasso, che grida nelle strade, sotto le finestre.
Poco distante Violetta spira nel buio, dimenticata. E in quel momento
prende corpo la realtà del dramma, nuda, mordace: la solitudine. Cosa
sono quell’uomo, quella donna, se non ombre? Chi si accorge di loro, chi li
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compatisce? È la vita pubblica, terra del prestigio, che non conosce
relazioni, ma scambi cortesi. È un mondo di specchi dove, pur cercandosi, i
personaggi non ritrovano che se stessi, se stessi, e ancora se stessi.
I tre atti scivolano spediti, senza intoppi. I cambi di scena sono rapidi, la
partita ricomincia prontamente.
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Giorgio Germont (alias Stefano Antonucci, basso) fa ingresso nel secondo
atto, unica scena nell’intero dramma apertamente votata all’amore.
Estraneo a quel mondo, è l’uomo di prestigio, che interpreta – per una
volta – l’emarginato, a non avere corrispondenze. Ma è questione di pochi
istanti e il quadro si capovolge nuovamente, riposizionando le persone – i
pezzi bianchi, gli assi, le caselle nere.
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Indimenticabile il repertorio musicale, in cui predomina il ritmo del valzer.
Pezzi unici come Sempre libera degg’io, l’Overture, o Amami Alfredo,
sbocciato da una singola battuta; pezzi che si ancorano, che vivono
indisturbati nell’immaginario collettivo, anche in quello dei profani.
L’Orchestra della Toscana tiene duro, diretta da Bruno Aprea, per due ore
e mezza, meritando un applauso caloroso.
24 Novembre. Tra cori e valzer dell’inganno, al Giglio è in corso una sfida.
Purtroppo, vince come sempre il mondo.
Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro del Giglio – Lucca
sabato 24 novembre, ore 20.30 e domenica 25 novembre, ore 16.00
La traviata
libretto Francesco Maria Piave, tratto dal dramma La Dame aux
camélias di A. Dumas figlio.
musica: Giuseppe Verdi
direttore Bruno Aprea
regia Paolo Trevisi
scene: Poppi Ranchetti
costumi Fondazione Cerratelli
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maestro di coro Marco Bargagna (Coro della Toscana)
coreografie Walter Matteini
corpo di ballo Imperfect Dancers Company
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Personaggi e interpreti (della serata del 24 novembre):
Violetta Valery: Irina Dubrovskaja
Flora Bervoix: Sandra Buongrazio
Annina: Carla Madrid Sanabria
Alfredo Germont: Stefano Lacolla
Giorgio Germont: Stefano Antonucci
Gastone: Angelo Fiore
Il Barone Douphol: Italo Proferisce
Il Marchese d’Obigny: Salvatore Grigoli
Il dottor Grenvil: Juan José Navarro
Giuseppe: Eduardo Hurtado
Un domestico/un commissario: Gabriele Bolletta
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