Recensioni teatrali | Teatro.Persinsala.it
Fabrizio
Migliorati
aprile 23, 2014
Secondo appuntamento con il Festival Britten proposto
dall’Opéra di Lione. Le tour d’écrou si inserisce
perfettamente nel percorso che il direttore Serge Dorny ha
ideato per questa stagione e che si riassume sotto il titolo
Vérités qui dérangent (Verità che disturbano). Una storia
che si muove tra realtà e fantasia, in un’ambiguità che trascina nel
mistero e nel dolore.
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Le tour d’écrou è la traduzione non letterale dell’originale inglese The
turn of the screw (Il giro di vite). Questa traduzione tende a mantenere
la sonorità inglese e gioca sulla ripetizione del suono “u”, ma inverte
l’azione della vite e del dado. Questa libertà traduttrice non va però ad
inficiare il senso dell’opera, che si dichiara essere un oscuro e continuo
movimento circolare che porta la vita ad affondare nella carne dolorante
dell’infanzia e in quella degli spettatori stessi.
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Ispirandosi dal racconto omonimo di Henry James, Benjamin Britten e la
librettista Myfanwy Piper hanno creato una storia che gioca su di una
continua ambiguità, che può essere quella tra realtà e finzione, oppure
quella lessicale, ma anche quella che si installa continuamente tra verità e
falsità, tra innocenza e violenza. Il gioco delle apparenze e degli
svelamenti si installa nel bel mezzo di un pudore tipicamente inglese: un
pudore che non mostra nulla ma che trama il mistero e le orribili violenze.
Le tour d’écrou, che viene proposto durante il Festival Britten, è una
nuova produzione dell’Opéra di Lione. Diretta magistralmente dal maestro
Kazushi Ono e rielaborata dalla regista argentina Valentina Carrasco, il
lavoro del compositore inglese sta riscuotendo un grande successo nella
capitale della Gallia.
La scena si svolge a Bly, in una ricca dimora della campagna inglese. Una
nuova istitutrice (una delicata Heather Newhouse) è attesa con impazienza
da Mrs Grose (Katharine Goeldner), la domestica tuttofare, e dai due
giovani Miles (Remo Ragonese) e Flora (Loleth Pottier). La nuova arrivata è
accolta con entusiasmo e i due giovani sembrano rinvigoriti ed
estremamente felici della nuova situazione. Seri e amorevoli, Miles e Flora
vivono ogni giorno tra canti religiosi, lezioni di latino e un rispetto verso le
due donne che sembra essere quasi ideale, non facente parte di questo
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mondo. Nulla sembra turbare questa calma idilliaca fino alla ricezione di
una lettera inviata dall’istituto frequentato dal giovane ragazzo. Miles è
stato cacciato da scuola poiché è un pessimo esempio per tutti i suoi
compagni e – la lettera termina così – il ragazzo è pregato di «non tornare
mai più». Questa missiva crea una piccola frattura all’interno del
meraviglioso nido nel quale i due ragazzi stanno crescendo ma, di
concerto con Mrs Grose, la nuova istitutrice decide di fare come se questa
lettera non fosse mai arrivata, continuando l’educazione dei due come se
nulla fosse accaduto.
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Il sotterramento di un segno così evidente non tarderà a far germogliare
altri segnali inquietanti. L’istitutrice inizia ad avere delle visioni. In una
meravigliosa e terribile scenografia studiata nei minimi dettagli da
Valentina Carrasco (una tela di ragno nella quale le vittime rimangono
intrappolate e i carnefici si muovono con grande maestria), in cima a una
torre, la ragazza vede comparire un uomo misterioso. Si tratta di Peter
Quint (Andrew Tortise), un valletto tragicamente scomparso qualche
tempo prima. Quint era un intimo confidente di Miles e trascorreva molte
ore con il ragazzo (il pudore inglese si limita a questa constatazione. Il
nostro sguardo moralista va ben oltre…), oltre ad intrattenersi, ben al di là
del consentito, anche con la vecchia istitutrice, Miss Jessel (Giselle Allen).
L’apparizione di Quint, e quella successiva di Miss Jessel nei pressi di un
piccolo specchio d’acqua, sono la concretizzazione visiva degli spiriti che
aleggiano sulla dimora di Bly. Il loro apparire non può essere frutto
dell’immaginazione ma è l’aura che aleggia intorno ai due ragazzi, il loro
schermo che li separa effettivamente dalla realtà nella quale sembrano
immersi: la loro vita fantasmatica.
La visionarietà della regista Valentina Carrasco sottolinea la distanza che
separa l’aspetto domestico, calmo e posato, da quello esteriore, un bosco
vicino ad un laghetto dove i due ragazzi comunicano in maniera
privilegiata con i due spiriti oramai divenuto un tutt’uno con la natura.
Solamente l’intervento energico dell’istitutrice impedisce questo
drammatico idillio. Ella, raccogliendo indizi e assistendo a visioni
emblematiche, decide di fare di tutto per salvare i due ragazzi dalla stretta
dei due spiriti. Ma sarà proprio questa sua volontà salvifica a soffocare il
giovane Miles, scacciando definitivamente lo spirito di Peter Quint che lo
infestava e che gli donava la linfa vitale. Liberato dall’influenza del vecchio
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Fabrizio
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©Jean-Louis Fernandez
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valletto, il giovane Miles cade senza vita nelle braccia della sua salvatrice
divenuta, suo malgrado, carnefice involontaria. Distruggendo l’aura
maligna, l’istitutrice distrugge anche la vita innocente del piccolo Miles. Si
tratta di una morte fisica o forse di una simbolica? Si vuole qui marcare il
passaggio all’età matura? Il pudore inglese fa ancora una volta schermo e
non si fa intelligibile. Sta a tutta la letteratura successiva fare chiarezza su
questo aspetto.
Deuxième étape du Festival Britten, Le tour d’écrou, la nouvelle
création de l’Opéra de Lyon, marque une réflexion importante à
l’intérieur de la saison 2013-2014 dont le thème est Vérités qui
dérangent. C’est dans l’apparente tranquillité d’une maison de
campagne anglaise qui s’installe le doute d’une terrible violence
enfantine. Si Valentina Carrasco a conçu une mise en scène
terrifiante, emmêlant les personnages et les regards des
spectateurs, la parfaite direction musicale assurée par Kazushi Ono a
montré une ascension constante capable de relier le côté terrain et
le spirituel.
Lo spettacolo continua all’interno del Festival Britten:
Opéra de Lyon
1, Place de la Comédie – Lione (Francia)
fino a martedì 29 aprile 2014
orari: mercoledì 16 e 23 aprile, venerdì 11 e 18 aprile e martedì 29
aprile ore 20.00, domenica 27 aprile ore 16.00
L’Opéra de Lyon presenta
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Le tour d’écrou (The turn of the screw op. 54)
di Benjamin Britten
su libretto di Myfanwy Piper
ispirato da The turn of the screw di Henry James, 1898
direzione musicale Kazushi Ono
regia Valentina Carrasco
con
Andrew Tortise – tenore (Narratore, Peter Quint)
Heather Newhouse – soprano (L’istitutrice)
Katharine Goeldner – soprano (Mrs Grose)
Giselle Allen – soprano (Miss Jessel)
Remo Ragonese – voce bianca soprano (Miles)
Loleth Pottier – voce bianca soprano (Flora)
Orchestra dell’Opéra de Lyon
scenario Carles Berga
costumi Nidia Tusal
luci Peter von Praet
http://opera-lyon.com/
http://festival.opera-lyon.com/
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Le tour d`écrou