Recensioni teatrali | Teatro.Persinsala.it
Silvia Ianniello
gennaio 31, 2014
In scena al Teatro Brancaccio il musical ispirato al film cult
Ghost: il fantasma più amato e compianto della storia del
cinema trova sul palco un contrappunto ambizioso ma
imperfetto, e tra un problema tecnico e l’altro si ride e si
piange solo ripensando alle scene originali, con gli
indimenticati Demi Moore, Patrick Swayze e Whoopi Goldberg.
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Il musical che a Londra e a Broadway ha sbancato lascia perplessi a Roma.
D’altra parte, le migliori intenzioni ci sono tutte e si vedono: scenografia
composta di pannelli a led che consentono effetti speciali e location fisse e
in movimento, fedeltà maniacale al modello di partenza, somiglianze (nei
limiti del possibile, ovviamente) tra il cast italiano e quello hollywoodiano.
Ma ci sono pure le relative controindicazioni: dalle prime file della platea i
led sono veri e propri spacca-retina e lo spettatore non gode di nulla, né
delle immagini che da così vicino percepisce sgranate e poco definite, né
degli attori in scena, i cui profili sono scomposti e segmentati da tanto
alogeno trionfo. Dunque chi meglio alloggia (e più paga) peggio vede? La
fedelissima riproduzione dell’opera, inoltre, è una tagliola dai denti
affilatissimi: inevitabilmente l’amante del film andrà a cercare l’errore (o la
modifica volontaria che però comunque interpreterà come errore) e si
cimenterà in una sorta di “trova le differenze” enigmistico, con il risultato
che il più macroscopico di tutti è proprio quello che più facilmente poteva
essere evitato: Molly con i capelli lunghi?
Tant’è, i produttori del fantasmagorico Priscilla non tirano fuori dal
cilindro un altro coniglio grasso, anzi. Ghost è un musical sottotono, con
performance canore insipide, testi di una banalità prossima alla mediocrità
e poca emozione. La più forte? Il meccanismo che sta portando in scena lo
scranno vuoto sul quale sederà poco dopo Oda Mae si incastra: scende il
sipario, si accendono le luci in sala, si sente anche una voce maschile
concitata che bestemmia. Per fortuna ci pensa Loretta Grace a riportare il
buon umore quando lo spettacolo riprende: è la sua versione di Whoopi
Goldberg, con tutte le riserve e i limiti del caso, la parte meglio riuscita,
anche se la sola vera cantante che si distingue sul grande palcoscenico del
Brancaccio è una delle sue vallette Louise (Francesca Gemma), ugola
d’oro e simpatia da vendere, che dà vita a un personaggio esilarante.
Nonostante le migliori intenzioni, dunque, non si è andati lontano. Forse lo
si poteva prevedere: l’alternativa tra seguire fedelmente il modello
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cinematografico sapendo di non potervi mai competere, o stravolgere
l’impianto per adattarlo al teatro sapendo che lo spettatore nostalgico non
lo avrebbe accettato era una scelta tragica, tra un male e un altro male. E
per quanto si siano spinti oltre, con la realizzazione di effetti speciali che
lasciano piacevolmente sorpresi, i produttori e tutto lo staff sono rimasti
impantanati nei limiti che il progetto – appunto tragicamente – aveva insiti
in sé.
Così il monito «Preparatevi a credere» ha sortito l’effetto opposto: il
pubblico è accorso perché voleva credere che fosse possibile far rivivere la
meraviglia del film a teatro, voleva credere che a distanza di 23 anni
Molly, Sam e Oda Mae potessero fare nuova irruzione del suo immaginario,
e invece è uscito con la sola conferma che i fantasmi non esistono, e
crederci non serve a niente.
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Lo spettacolo continua:
Teatro Brancaccio
via Merulana, 244 – Roma
fino a domenica 9 febbraio 2014
orari: da martedì a venerdì ore 21.00, sabato ore 16.00 e ore 21.00,
domenica ore 16.00 (lunedì riposo)
MAS (Music, Arts & Show) e Poltronissima spa, su licenza esclusiva di
Colin Ingram Productions and Hello Entertainment/David Garfinkle
presentano
GHOST – IL MUSICAL
tratto dall’omonimo film della Paramount Pictures Ghost
scritto da Bruce Joel Rubin
libretto e liriche Bruce Joel Rubin
regia Stefano Genovese
con Salvatore Palombi, Ilaria De Angelis, Loretta Grace, Cristian Ruiz
musiche e liriche originali Dave Stewart, Glenn Ballard
arrangiamenti e orchestrazione Christopher Nightingale
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