I PERSONAGGI
Violetta Valery : Traviata
Flora Bervoix: amica di Traviata
Annina: cameriera di Violetta
Alfredo Germont: amante di Violetta
Giorgio Germont: padre di Alfredo
Gastone, Visconte de Letorières
Barone Douphol: protettore di Violetta
Marchese d’Obigny: protettore di Flora
Dottor Grenvil: medico
Giuseppe: servo di Violetta
Domestico di Flora
Commissionario
Epoca: intorno al 1850
Luogo: Parigi e dintorni
NOTE DEL REGISTA
Composta da Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria
Piave, La traviata è con Rigoletto e Il trovatore la terza opera
della cosiddetta ‘trilogia popolare’. Delle tre è la più intimista:
il ritratto psicologico della protagonista appare ricco di
sfumature, per un esito forse senza eguali nell’intera vicenda
del teatro musicale italiano. Nonostante sia oggi ritenuta
l’Opera per antonomasia, il 6 marzo 1853 alla Fenice La
traviata non esordì felicemente. Ma, nuovamente ripresa a
Venezia il 6 maggio 1854 al Teatro San Benedetto, riportò un
enorme successo. Il trionfo era con tutta probabilità dovuto a
un cast più appropriato. L’intreccio drammaturgico presenta
diversi ingredienti tipici: amore che supera le imposizioni della
buona società; irrazionalità del legame di sangue (la famiglia)
su qualsiasi altro. Vi sono tuttavia anche forti elementi di
novità: innanzitutto si tratta di una vicenda derivata dalla
cronaca contemporanea, laddove all’epoca si prediligevano
piuttosto ambientazioni lontane, nel tempo e nello spazio, se
non mitiche. Marie Duplessis – diretto archetipo di Violetta –
fu una delle più celebri demi
-mondaines del tempo,
personalmente conosciuta e amata da Alexandre Dumas
figlio, che la consegnò a futura memoria col nome di
Marguerite Gautier nel romanzo La dame aux camélias (1848).
L’anno successivo lo scrittore trasse dal romanzo un dramma,
che andò in scena nel 1852; nel 1853 fu appunto la volta di
Verdi: raramente l’attualità è salita tanto velocemente sul
p al co sc eni c o
del
tea tro
d’opera .
«A Venezia faccio La dame aux camélias che avrà per titolo,
forse, Traviata. Un soggetto dell’epoca. Un altro forse non
l’avrebbe fatto per i costumi, pei tempi e per mille altri goffi
scrupoli» così scriveva Verdi all’amico Cesare De Sanctis nel
gennaio 1853. L’opera ebbe la sua prima al Teatro La Fenice il 6
marzo 1853 e si chiamò proprio La traviata, ma la censura vietò
di presentare l’opera in abiti moderni e l’azione venne
retrodatata all’epoca di Luigi XIV. È facile a volte dimenticare
che La traviata è la storia di una prostituta, per quanto di alto
rango. La prostituzione è il fondamento dell’interazione tra i
personaggi: tutti, incluso Germont, entrano in rapporto con
Violetta attraverso la sua capacità passata, presente e futura di
dar piacere sessuale. Fare della prostituzione (e
dell’impossibilità per la società borghese di accettarla) il motore
centrale dell’azione, non può non attrarre l’attenzione sull’altro
tema fondamentale dell’opera, il denaro. L’idea del denaro
come forza distruttiva e immorale viene esplorata sotto molti
aspetti, dalla preoccupazione di Germont per la dote della figlia
alla rabbia di Alfredo quando getta addosso a Violetta il denaro
vinto col gioco d’azzardo: potrebbe sembrare che paghi i propri
debiti, in realtà la paga per le sue prestazioni sessuali. L’effetto
sconvolgente della scena sta nel fatto che il denaro trasforma
un amante in un cliente. Gli abiti contemporanei erano così
importanti per Verdi perché voleva che il suo pubblico si
avvicinasse ai personaggi e alle loro emozioni senza la
rassicurante barriera protettiva di un’ambientazione nel
passato. Un’esperienza diretta, intensa e odiosa, dell’ipocrisia
della loro società aveva mosso lo sdegno di Dumas fils e di Verdi
che spiegano come la generosità non abbia nulla a che vedere
col denaro. La compassione che Violetta prova
spontaneamente per la condizione umana dista anni luce dalle
idee represse e repressive di Germont, che conosce il prezzo di
tutto e il valore di niente. Eros e Thanatos costituiscono
l’essenza di quasi ogni opera lirica ed è significativo che il primo
titolo di Verdi per La traviata fosse Amore e morte: Violetta,
incarnazione vivente di entrambi, personifica quasi l’opera
come forma d’arte in sé.
GRUPPO GENITORI
“DE AMICIS”
Al
GRAN TEATRO
LA FENICE
8 settembre 2011
LA TRAVIATA
di Giuseppe Verdi
ATTO I
Il signor Germont, convinto dell’infondatezza delle sue
accuse ma non meno fermo nel proposito di dividere i
In Casa di Violetta Valery. Violetta Valery, famosa e bel- due giovani, la scongiura di rinunciare al suo amato per
la donna mondana, amante del barone Douphol, duranpermettere all’altra sua figlia di sposarsi: il fidanzamento
te fastoso ricevimento confida all’amica Flora Bervoix
è in procinto di rompersi a causa del legame scandaloso in
l’angoscia che l’opprime a causa della sua salute malfercui è implicato il fratello Alfredo. La giovane donna induma.
gia a lungo, poi prende la decisione che crede sia la migliore per il suo innamorato e la sua famiglia, infine proIl visconte Gastone di Letorières, presenta alla padrona
mette al preoccupato genitore che dirà ad Alfredo di non
di casa il giovane amico Alfredo Germont già suo ammiamarlo più. L’anziano signore si commuove. Mentre Vioratore. Questi brinda a Violetta invitandola a ballare, la
letta sta scrivendogli una lettera d’addio, torna Alfredo.
donna però, colta da un improvviso malore, è costretta
Non sapendo che l’incontro è già avvenuto, le comunica
a fermarsi. Il giovane restandole accanto le rimprovera
che suo padre vuole farle visita. La donna coglie questo
dolcemente la vita frivola che conduce e le dichiara il
come pretesto per allontanarsi, non senza averlo prima
suo amore. La giovane donna rimane interdetta, il sentiabbracciato calorosamente ed avergli dichiarato tutto il
mento da lei ispirato in Alfredo la turba profondamente;
suo amore. Il giovane crede che la donna amata si rechi a
decide di regalargli il suo fiore preferito, una camelia,
fare una breve visita di cortesia ad una conoscente ma
invitandolo a tornare da lei quando sarà appassito.
legge la lettera d’addio di Violetta ed è colto da gelosia.
All’alba gli invitati se ne vanno e Violetta, rimasta sola, si
Giorgio Germont, che è nel frattempo sopraggiunto, aprende conto di essere sinceramente innamorata per la
profitta della situazione per convincere il figlio a tornare
prima volta.
nella casa paterna e lo consola.
ATTO II
Nella villa di campagna di Violetta . Alfredo e Violetta
vivono felici insieme in una villa fuori Parigi. Il giovane,
tornato dalla caccia, pensa con tenerezza all’amore che
la donna nutre per lui. Annina la cameriera (soprano) lo
informa che la giovane ha dovuto vendere i suoi cavalli
ed i suoi gioielli per far fronte alle spese. Per questo motivo Alfredo decide di tornare a Parigi sperando così di
porre rimedio alla disastrosa situazione economica. Flora invita Violetta, tramite lettera, ad una festa che si terrà la sera stessa. La giovane, rimasta sola in casa, riceve
la visita del padre di Alfredo, Giorgio Germont che
l’accusa di portare alla rovina economica il figlio. Violetta confuta le accuse mostrando l’atto di vendita dei suoi
averi.
In casa di Flora . La festa in casa di Flora è al culmine
quando appare Violetta accompagnata di nuovo dal barone Douphol. La giovane donna rimane turbata quando si
rende conto che tra gli invitati è presente anche Alfredo
che, mentre gioca e vince, finge verso di lei la più totale
indifferenza. Tra gli altri convitati, anche il barone perde
contro di lui, ed Alfredo, lasciando il tavolo da gioco per
recarsi a cena, gli offre la rivincita. Preoccupata per la reazione di Douphol che vorrebbe sfidarlo a duello , Violetta
supplica il giovane di lasciare la festa, ma lo spasimante di
un tempo le controbatte che vorrà andarsene solamente
con lei al suo fianco. La giovane rifiuta per adempiere alla
promessa fatta al padre di lui, e dichiara di essere
l’amante del barone e di aver giurato di non rivederlo mai
più. A queste parole Alfredo, colto da un irrefrenabile impulso, dinanzi agli altri convitati getta una borsa piena di
denaro ai piedi di Violetta trattandola alla stregua di una
prostituta. Il violento gesto suscita in tutti indignazione,
in particolare in Giorgio Germont, appena giunto alla
festa, che lo redarguisce aspramente senza però svelargli la verità. La donna, tornata in sé da un momento di
smarrimento, dichiara ancora una volta il suo amore per
Alfredo che, ormai pentito della sua ignobile azione, è
sfidato a duello dal barone.
ATTO III
Nella casa parigina di Violetta . La giovane donna è gravemente malata di tisi. Il medico confida alla fedele Annina che ormai non le restano che poche ore di vita.
Vuole consolarla mentre giù in strada si sentono gli echi
dei festosi rumori del carnevale. Violetta ha un pensiero
per i poveri e manda Annina a distribuire ad essi cibo e
denaro. Sola, legge nuovamente la lettera di Giorgio
Germont in cui le comunica di aver messo al corrente il
figlio di tutta la verità e dell’arrivo di Alfredo deciso a
chiederle perdono. Lei ha un solo timore, di non vivere
fino al suo arrivo, ma risulta un fantasma creato dalla
paura di non rivederlo più e che il desiderio di parlargli
non venga esaudito; infatti di lì a poco giunge Alfredo. I
due si abbracciano teneramente ricordando i giorni felici
e sognando un futuro radioso insieme: Violetta vuole
continuare a vivere e ad amare. Purtroppo la giovane è
colta da un malore e rimprovera dolcemente Giorgio
Germont, che nel frattempo è arrivato, di essere quasi in
ritardo. Augura ad Alfredo un futuro felice con una bella
sposa e gli dona un medaglione con il proprio ritratto
affinché non la dimentichi. Ormai esausta, si spegne tra
le braccia dell’unico grande amore della sua vita.
Regia di Robert Carsen
scene e costumi di Patrick Kinmonth
coreografia di Philippe Giraudeau
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