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In scena al Lirico di Cagliari La Traviata dei contrasti
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Una settimana dedicata a La Traviata. L’opera di Giuseppe Verdi, andata in scena per la
prima volta a Venezia nel 1853, riempirà le scene del Teatro Lirico di Cagliari sino al 16
novembre. Sette rappresentazioni (più due dedicate ai bambini e ai ragazzi) con, sul
palcoscenico, un applauditissimo tenore “di casa”: Francesco Demuro, “vecchio” allievo del
Conservatorio di Cagliari nei panni di Alfredo Germont.
Donna provocante, innamorata e disposta al sacrificio, umiliata e riaccolta tra le braccia
solo in punto di morte, eppure ancora piena di amore per il suo Alfredo. Questa è la Violetta
Valéry di Giuseppe Verdi. Questa con tutte le sue sfumature è la Violetta portata in scena
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ieri sera da Irina Lungu sul palcoscenico del Teatro Lirico di Cagliari.
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Vicino a lei, Alfredo Germont, Francesco Demuro, una voce che esprime tutta la potenza di
un giovane che vive travolto da passioni forti: amore, rabbia, ira, rimorso, zittito, alla fine,
solo dalla disperazione della morte, che non toglie le parole anche alla speranza. Voci che si
incastrano e dialogano in armonia e con eleganza; riempiono il palcoscenico e il teatro,
strappando, più di una volta, applausi a scena aperta.
La Traviata andata in scena ieri sera al Teatro Lirico di Cagliari è una rappresentazione
senza mistificazioni, fedele al libretto e a tutti quei piccoli dettagli di regia inseriti dal
librettista, Francesco Maria Piave, e sottolineati e ripresi dalla musica di Giuseppe Verdi.
Si sa, La Traviata è l’opera delle contraddizioni, con la borghesia, scissa tra una morale
rigida e l’ipocrisia dei suoi vizi, e con il racconto di un amore apparentemente tanto grande
ma messo facilmente in dubbio da uno dei suoi protagonisti senza un attimo di esitazione.
Come si fa a restare fedeli a tutto questo? Come si fa a sottolineare il gioco di contrasti e di
continui richiami con cui gioca lo spartito di Verdi?
Mandando in scena una Traviata che, anche a livello scenico, trova nelle contraddizioni il
suo punto di forza: il lusso sfacciato e lo splendore ostentato nei saloni di Violetta e, subito
dopo, la ricca sobrietà del nido d’amore dei due amanti, avvolti in un bianco abbagliante,
quasi fatato. Un attimo e si torna nuovamente al lusso e all’ostentazione dei saloni di Flora,
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ancor più forte, questa volta, ancora più stridente.
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In scena al Lirico di Cagliari, La Traviata dei contrasti. Sardanews.it