Produzione locale, etica globale. Per un’altra economia alimentare? Adam Arvidsson & Luisa Leonini due tendenze….. Primo Il moltiplicarsi di forme alternative di produzione alimentare prevalentemente a base locale. (Community supported agricolture è la parte più dinamica del economia alimentare degli Stati Uniti. A Milano si è appena concluso ‘La Terra Trema’ con oltre cento stand di produttori.) Secondo Il consolidarsi di una etica globale del consumo, in particolare in relazione ai consumi alimentari. (Nel Regno Unito, il turnover del mercato ‘etico’ è superiore a quello del alcol e del tabacco insieme) Domanda Qual è la portata della nuova etica dei consumi? Può funzionare come un sistema di valori capace di reggere un’economia alimentare alternativa basata sulla produzione locale? Può fare parte integrata di una ‘nuova civiltà agricola’? Per rispondere bisogna capire le origini e la storia dell’ etica consumistica. L’etica dei consumi è un’ etica diversa da quella della tradizionale società agricola. In quanto è un etica basata non su un rapporto diretto ma su un rapporto mediatizzato con il suo oggetto. La mediatizzazione del rapporto con il cibo è una parte integrata dell’economia alimentare moderna. I quattro pilastri dell’economia alimentare moderna -produzione industriale ad alta intensità energetica -logistica globale -distribuzione specializzata (il supermercato, non il mercato di quartiere) -una cultura ‘spettacolare’ dove gli oggetti di consumo possono trovare un’identità fittizia. la cultura di consumo spettacolare serve a rendere invisibili le relazioni di produzione. spezza la coscienza di base del antica civiltà agricola. E lo sostituisce con un legame ‘esperenziale’ artificiale che si rifà ad una cultura mediatica. Questo nascondere delle vere relazioni di produzione fa parte del emergere storico di una moderna economia alimentare, dallo stabilirsi della ‘gastronomia’ in Francia del ottocento allo stabilirsi dell’economia ‘esperienziale’ nel dopoguerra dove la creazione di valore si sposta dai processi di produzione ai processi di consumo. La produzione di valore comincia a fondarsi su una produzione affettiva: sulla capacità di produrre Intensità affettive intorno al cibo. ..questo mette in moto una dialettica insolita Primo perché la produzione affettiva è anche una produzione etica. Il cibo esperienziale diventa facilmente un oggetto che implica delle responsabilità Secondo perché la globalizzazione dei processi di produzione mette il consumatore in relazioni ‘esperienziali’ e potenzialmente etiche con una moltitudine di ‘distant others’. Questa etica mediatizzata introduce l’impatto sociale come un nuovo criterio di valore. Crea una coscienza planetaria che collega le azioni quotidiane al loro impatto globale. Ma questo nuovo criterio deve essere reso oggettivo . 2020 -connettività globale tramite internet mobile. Il ‘digital divide’ largamente superato. -anche gli oggetti connessi alla rete tramite RFID tags (Radio Frequency Identifier tags- si usano già per la logisitca e per il bestiame.) Le due tendenze in crescita più forte ‘in rete’ sono.. -i media sociali (la visualizzazione del estensione dell’ impatto sociale) il ‘rating’ il giudizio di valore da parte dei ‘pari’.. Mettendo insieme le due tendenze si costruisce un sistema che -aggrega i giudizi sull’ impatto sociale di un prodotto alimentare da parte di tutti quelli coinvolti nella sua produzione e consumo. -lo rende immediatamente visibile a tutti i consumatori ed altri ‘stakeholders’ passando per esempio il cellulare sopra i prodotti. In questo modo l’etica consumistica trova un forma oggettiva, diventa una nuova ‘gabbia d’acciaio’ che comincia a guidare le decisioni degli attori economici. www.ethicaleconomy.com www.actics.com