LEDER - Alterum non ledere? Responsabilità e futuro della scienza Roma, CNR 13 Marzo 2006 Ore 9.00 – 17.00 Un grazie Un pensiero di profonda gratitudine al prof. Giorgio Recchia, che ho avuto l’onore di conoscere al CNR nella Commissione di bioetica e poi come sub Commissario. Nel 2003 gli è stata diagnosticata una grave malattia degenerativa, la sclerosi laterale amiotrofica. Gli siamo grati perché, lavorando immobilizzato dal suo letto in ospedale, egli è stato capace di vincere una grande battaglia etica e giuridica. Riguarda il problema delle “malattie orfane”, quelle cioè talmente rare che non se ne fa oggetto di ricerca scientifica, perché non c’è interesse ad investire risorse. La ricerca pubblica invece ha il dovere di occuparsi delle malattie rare, in base all’art. 32 della Costituzione che tutela il diritto alla salute di tutti i cittadini. In Italia c’è una normativa in materia, ma era rimasta non attuata (mancava per esempio il registro dei dati sanitari relativi a queste patologie, come previsto dal D.M. n. 279/01). Il prof. Recchia, vincendo il ricorso al Consiglio di Stato contro il Ministero della Salute, ha promosso il riconoscimento ufficiale di un principio etico fondamentale: il dovere di attuazione della ricerca scientifica per la salute anche di poche persone, pur se non è redditizia. LEDER - Alterum non ledere? Responsabilità e futuro della scienza Protocollo d’intesa MIUR-CNB (1999) “…sviluppare iniziative comuni a favore delle scuole, volte alla conoscenza di problemi che scaturiscono dai progressi delle scienze e dall’uso delle biotecnologie, e alla acquisizione della consapevolezza delle implicazioni giuridiche, sociali e morali connesse a tali progressi.” Public Understanding of Science CLISCET- Clima, scienza ed etica CNR Roma, 1 dicembre 2004 1.13 Con Public Understanding of Science si intende La comprensione della scienza può aiutare ad essere cittadini migliori Sono necessarie divulgazione e comprensione dei risultati scientifici Gli scenziati devono render conto a società e istituzioni Società e istituzioni hanno la responsabilità di comprendere la scienza 0 20 40 60 80 100 120 …la comprensione della scienza, pur considerata importante anche “per essere cittadini migliori”, più che una responsabilità da assumersi, da parte della società e delle istituzioni, è vista un po’ come un “optional”. Public Understanding of Science Già il VI Programma Quadro dell’Unione Europea (20022006) prevedeva uno specifico Action Plan su “Scienza e società”, con “attività intese a incoraggiare rapporti armoniosi tra scienza e società, sensibilizzata nei confronti dell’innovazione, grazie a un dialogo consapevole tra ricercatori, industriali, responsabili politici, mass media e cittadini”. Nel VII P Q dell’UE (2007-2011), vi è il capitolo Scienza nella società: “con l’intento di costruire una reale e democratica società europea della conoscenza, lo scopo di questa parte della proposta è stimolare l’armoniosa integrazione degli sforzi scientifici e tecnologici e delle politiche di ricerca associate nella struttura sociale europea, incoraggiando una riflessione e un dibattito a livello europeo su scienza e tecnologia e il loro rapporto con società e cultura”. Le iniziative intraprese in questo settore forniranno sostegno per tutta una serie di azioni, “volte a instillare fiducia nella scienza”. Public Understanding of Science VI PQ UE (2002-2006) …incoraggiare rapporti armoniosi tra scienza e società …dialogo consapevole tra ricercatori, industriali, responsabili politici, mass media e cittadini”. VII PQ UE (2002-2006) “…stimolare l’armoniosa integrazione degli sforzi scientifici e tecnologici e delle politiche di ricerca …incoraggiando una riflessione su…scienza in rapporto a società e cultura”. Non si può fare a meno di notare che l’orientamento di fondo sembra cambiato: non si tratta più di attivare un circolo virtuoso di dialogo e rapporti costruttivi tra partner di pari dignità (scienza, istituzioni, società); ma piuttosto di una comunicazione “a senso unico”: da parte del mondo della scienza e della politica verso “gli altri”, ai quali è riservato un ruolo passivo di riflessione per recepire l’importanza ed anzi la necessità della ricerca scientifica per una “democratica società europea”. Public Understanding of Science Dare carta bianca alla scienza? •“Ricerca su nuove energie rinnovabili •soluzioni per la fame nel mondo e sicurezza alimentare; •progetti contro l’inquinamento ambientale; •cibo e acqua per tutti, Nord e Sud del mondo; •tre grandi malattie da sconfiggere (cancro, Aids e malaria)..«Tutti obiettivi realizzabili, basta crederci e dare carta bianca alla scienza»”*. *Umberto Veronesi, Corriere della Sera, 22 settembre 2005. Public Understanding of Science Partecipazione democratica su argomenti scientifici di comune interesse I risultati scientifici non possono essere sottoposti a consultazione popolare! Ma.. “L’obbligo di render conto alle autorità e ai cittadini del corretto uso delle risorse e dei risultati ottenuti nella ricerca è diventato reciproco non solo tra scienza e politica, ma anche nei confronti della società civile”. Public Understanding of Science Dalla semplice comprensione dei fatti scientifici alla necessità di una partecipazione attiva e un dibattito consapevole: questo era ritenuto lo snodo necessario per recuperare attenzione e credibilità da parte dei cittadini. Anche l’UE vuole promuovere “un miglioramento della comunicazione fra mondo scientifico e l’uditorio più vasto dei responsabili delle decisioni, dei mezzi di comunicazione di massa e dell’opinione pubblica” (VII Pq). Public Understanding of Science Di fatto la gente non si fida né dei politici né dei mass media e si è incrinato il rapporto di fiducia anche nei confronti degli scienziati. Molti a loro volta non credono nella reale possibilità di informare e persuadere un’opinione pubblica considerata “analfabeta” ed in balía di informazione irrazionale o pilotata da facinorosi organizzati. Di fronte a tali ostacoli al progresso scientifico l’UE vuole promuovere nel settore della comunicazione “una serie di azioni volte a instillare fiducia nella scienza” (VII PQ) Public Understanding of Science • La nostra opinione in proposito è che non bastano le indagini sociologiche sul Public Understanding of Science. • Mettersi in comunicazione significa anche attivare reciproche responsabilità: questo è già un principio etico. • Per attivare rapporti davvero costruttivi tra scienza, società ed istituzioni, serve una comunicazione basata sulla fiducia reciproca. • Ma la fiducia si conquista, non si può pretendere, come suggeriva Melville in “Billy Bud”. •Per questo c’è bisogno dell’etica: etica nell’informazione, etica nella ricerca, etica nell’economia. ETICA DELL’INFORMAZIONE Un nuovo approccio tra scienza e filosofia •La concezione tradizionale dell’etica, annovera come sua componente basilare la considerazione previa del dato: ogni giudizio di valore parte da un giudizio di fatto, specialmente in ambito scientifico. •Il giudizio etico ha perciò come base la conoscenza dello stato dell’arte, in un dato settore. •Oggi siamo invece subissati da una mole di informazioni approssimative e di “grida” in nome della scienza, che ci danno solo l’illusione di conoscere come stanno le cose ETICA DELL’INFORMAZIONE 1. Quali sono i tuoi canali di informazione scientifica e quali vorresti potenziati? 80 60 % 40 utilizzato da potenziare 20 0 tv internetscuolarivistefamiglia testi amici stampa radiomusei e scientifici biblioteche ETICA DELL’INFORMAZIONE Etica nella comunicazione scientifica Il mondo scientifico ed accademico è uno di quelli dove la correttezza dell’informazione è di rigore, è condizione di “sopravvivenza”. Ma sono venuti fuori di recente i risultati di un’indagine svolta nel mondo dei laboratori da tre universitari americani specializzati in etica. Moltissimi, fra i 3.247 che hanno riposto, hanno dichiarato di avere, in qualche misura, truccato le ricerche. ETICA DELL’INFORMAZIONE Chi produce risultati di ricerca e li comunica alla comunità scientifica attraverso le riviste, può sperare in un supporto finanziario, sia pubblico che privato. La lotta fra i gruppi è serratissima ed anche sleale, se manca una radicata convinzione della importanza dell’etica nella ricerca. Due esempi di “corto circuito” di etica dell’informazione e della comunicazione scientifica: •il caso OGM in Europa (nonostante i pronunciamenti di Comitati ad hoc) •il caso stem cells in Sud Corea (falso annuncio di clonazione di embrioni umani) Genoma e nuovi farmaci: Si prospetta un nuovo modo di curarsi, derivato dalle indagini genetiche. Questo nuovo approccio personalizzato al “gene come farmaco” (De Carli, 2005), come si pone in rapporto all’ambiente e agli interessi individuali, collettivi ed economici? 7. La farmacogenomica appare una opportunità di offrire cure personalizzate: è possibile contemperare interessi individuali, benefici collettivi e ricavi per le industrie? astenuti 2% non so 29% sì 43% sì no non so astenuti no 26% Genetica e procreazione: Perché la libera attività scientifica deve porsi un limite di fronte all’embrione umano? E per quale motivo si ricorre alla procreazione artificiale: ci sono cause ambientali e culturali, oltre che genetiche? 10. Come def iniresti l'embrione umano? altro un grumo di cellule in espansione una sostanza vivente di cui si può disporre per un buon f ine “uno di noi” ai primi stadi di sviluppo un essere vivente degno di rispetto 0 10 20 30 40 50 60 70 80 Il (65%)dei giovani ha espresso una grande considerazione per l’embrione umano: 38% “un essere vivente degno di rispetto” + 27% “uno di noi ai primi stadi di sviluppo”. Per il 31% degli intervistati invece, l’embrione è “una sostanza vivente di cui disporre per un buon fine (17%) oppure solo “un grumo di cellule in espansione” (14%). 90 Ambiente e sviluppo 14. l'Africa va indietro: cosa ne impedisce lo sviluppo? siccità e cattiva gestione delle acque incapacità ed abusi governativi mancanza di investimenti inferiorità strutturale stagnazione economica mancata tutela di risorse e interessi carenza di aiuti guerre intestine incomprensioni culturali debito estero protezionismo agricolo di altri paesi povertà di ricchezze naturali catastrofi naturali 0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 200 ETICA DELLA RICERCA I valori della cultura e della ricerca scientifica sono citati nella Costituzione italiana: art. 9: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica” art. 33: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”. ETICA DELLA RICERCA 15. Che definizione può corrispondere alla tua idea di libertà della ricerca scientifica? 10 10 31 non essere condizionata dal potere (politico, economico, etc.) tutto il sapere non può avere confini scienza e tecnologia non devono avere limiti non avere interferenze esterne (Religione, opinione pubblica etc.) 21 gli scienziati devono darsi da soli delle regole 27 Il sapere è un valore che non può avere confini (27%), la libertà della scienza va garantita sottraendola soprattutto ai condizionamenti economici e politici (31%), e da altre interferenze tra cui religione ed opinione pubblica (10%): ma devono esserci dei limiti (21%), magari dandosi gli stessi scienziati delle regole (10%). Perché l’ETICA DELLA RICERCA? Alcune riflessioni •La libera attività scientifica è un work in progress: è sempre una conoscenza per gradus e perciò aperta ai cambiamenti, non dogmatica. • Per questo la scienza non ambisce a fornire una visione esaustiva della realtà, come volevano fare i dotti francesi al tempo dell’Encyclopédie. • Inoltre, non esiste una interpretazione della realtà, scevra dall’influenza del soggetto che se ne sta occupando. ETICA DELLA RICERCA • Non si può fare appello all’oggettività (“scientificità”), se si nega l’esistenza di una realtà oggettiva ( vera). • Sulla scia di una “etica senza verità”, ad alcuni può sembrare più promettente una “scienza senza verità”: il rischio è di ridursi ad essere un “servo utile”. • Se invece si pretendono risposte “vere” solo dal “Verbo scientifico”, di mettere “la parola della scienza” come “Logos”, la stessa scienza perde la sua identità e credibilità. • Serve una riflessione più completa, meta-fisica: sull’uomo e sulla sua struttura costitutiva. ETICA NELLA RICERCA •La considerazione previa del dato scientifico oggettivo (razionale) è condizione necessaria ma non sufficiente, perché sia presente la dimensione etica, perché l’agire sia “umano”. •Infatti l’uomo è l’unico essere vivente al mondo capace di essere morale: proprio su questa capacità di agire moralmente, si basa il suo diritto costitutivo alla libertà. •Il giudizio di liceità di un’azione, verte sul suo oggetto prossimo (il mezzo) e non solo sul fine remoto (intenzione). ETICA NELLA RICERCA “In effetti l’uomo per essere felice deve soddisfare anche un bisogno che gli appartiene in modo esclusivo, quello di agire moralmente e di conoscere la verità. • Agire moralmente, secondo principi generali e universali e non sotto l’impulso degli istinti animali; • conoscere la verità, ovvero conoscere le cose nella loro universalità e totalità e non solo nella loro realtà apparente, parziale e passeggera. Rilevando questo bisogno supremo come un dato di fatto, non abbiamo niente a che fare con la sua origine storica o la sua genesi…ci è sufficiente sapere che esso esiste e che senza di esso l’uomo non è più uomo”. (Vladimir Solov'ëv) ETICA NELLA RICERCA Desideriamo infine menzionare la “Raccomandazione della Commissione Europea dell’undici marzo 2005, riguardante la Carta europea dei ricercatori e un codice di condotta per l’assunzione dei ricercatori”. Pur riconoscendo che il suo “obiettivo politico finale è contribuire allo sviluppo di un mercato europeo del lavoro attrattivo, aperto e sostenibile per i ricercatori” (considerando 8), tuttavia raccomanda: “3. Gli Stati membri, nell’elaborare e adottare le proprie strategie..tengano adeguatamente conto e s’ispirino ai principi generali e alle prescrizioni contenuti nella Carta...”. Interessa sottolineare che in questa Carta, tra i “Principi generali e requisiti applicabili ai ricercatori”, sono espressamente contemplati: “libertà di ricerca, principi etici, responsabilità professionale, diffusione e valorizzazione dei risultati”. A tal proposito si dice pure: “I ricercatori dovrebbero aderire alle pratiche etiche riconosciute e ai principi etici fondamentali applicabili nella o nelle loro discipline, nonché alle norme etiche stabilite dai vari codici etici nazionali, settoriali o istituzionali”. ETICA DELL’ECONOMIA Chi decide di cosa le ricerca scientifica deve occuparsi, come allocare le risorse pubbliche disponibili? 4. Chi deve stabilire gli indirizzi e gli obiettivi della ricerca scientifica? 250 200 150 si 100 no 50 0 scienziati e accademia organizzazioni internazionali opinione pubblica tutti insieme politici e istituzioni forze economiche nessuno Accanto ad un’alta stima per l’autonomia degli scienziati e l’opera di organizzazioni internazionali, si nota una concezione della ricerca un po’ lontana dalla realtà… ETICA DELL’ECONOMIA • Quando si parla di attivare un circolo virtuoso di rapporti tra scienza, istituzioni e società, bisogna ricordare che società significa anche imprese, forze economiche, mercato. • Abbiamo bisogno di un “mercato” comune della ricerca, di sopprimere gli ostacoli alla libera circolazione delle conoscenze e dei ricercatori, di sviluppare dimensioni imprenditoriali adeguate al trasferimento tecnologico delle scoperte scientifiche… • perché ne possa beneficiare a minor costo un numero di utenti sempre più esteso. ETICA DELL’ECONOMIA All’art. 41 della nostra Costituzione si dice: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. Neanche l’ambito dell’economia può sottrarsi a giudizi di valore. Scienza, economia,informazione, sono ambiti di autonoma competenza, ma non sono auto-referenziali. Perché in un Paese democratico non esistono ambiti ab-soluti, sciolti cioè dal riferimento ad un sistema più ampio, ad un contesto comune di valori di riferimento, riconosciuti e condivisi. CONCLUSIONI All’art. 4 della nostra Costituzione si afferma: “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. Il progresso morale dell'umanità è rimasto indietro rispetto alle conquiste scientifiche e materiali? No 21% No Non so Si 68% Non so 11% Si CONCLUSIONI Siamo d’accordo sul fatto che… “Viviamo un tempo in cui la scienza e la tecnica offrono possibilità straordinarie per migliorare l'esistenza di tutti. Ma un uso distorto di questo potere può provocare gravi e irreparabili minacce per il destino della vita stessa” *. * Benedetto XVI alle ACLI CONCLUSIONI Ma il riferimento al “progresso spirituale” o morale della società, appartiene al concetto di “laicità” dello Stato? • Uno Stato di diritto è al servizio dello sviluppo integrale e non solo materiale della persona umana, la quale è diritto sussistente (Rosmini) • Lo Stato, proprio in quanto laico, è attento a tutte le istanze della società, tra cui quella morale, espressa in primis dal cristianesimo e dalla Chiesa cattolica. CONCLUSIONI “Il cattolicesimo è uno degli ostacoli più gravi sulla via che gli italiani dovranno percorrere per acquisire un autentico senso dello Stato e di diffusa etica civile”. "Il primo contributo che la Chiesa offre allo sviluppo dell'uomo e dei popoli non si sostanzia in mezzi materiali o in soluzioni tecniche, ma nell'annuncio della verità di Cristo che educa le coscienze e insegna l'autentica dignità della persona e del lavoro, promuovendo la formazione di una cultura che risponda veramente a tutte le domande dell'uomo” * * Benedetto XVI al Corpo Diplomatico CONCLUSIONI Il sacrum è ciò che va “separato” dal resto. • Uno Stato laico, invece, è tale in quanto in esso possono convivere, distinti ma non separati, modi di sentire e punti di vista diversi. • Ambiti differenti - politica e società, scienza e fede possono coesistere in un dialogo aperto, che in uno Stato laico non vieno visto come inconciliabile per partito preso. CONCLUSIONI In una società civile, laica e democratica, è possibile una dinamica di interrelazioni tra soggetti molto diversi, che non perseguono interessi di parte ma “un’equa e solidale ricerca del bene comune” (come contempla la nostra Costituzione). Questa ricerca che conferisce un “senso” comune a tutte le attività, compresa quella culturale e scientifica. CONCLUSIONI Che senso ha la scienza? “La scienza moderna non può accentrarsi solo sul modello descrittivo della realtà, ma anche sulla comprensione del suo significato” (Pavel Florenskij). 16. La scienza m oderna non può accentrarsi solo sul m odello descrittivo, m a anche sulla com prensione del suo significato". Sei d'accordo? non so 17% no 5% si no non so si 78% CONCLUSIONI «Ci sono solo due esperienze del mondo: l’esperienza umana in senso lato e l’esperienza “scientifica” cioè “kantiana”, come ci sono due tipi di rapporto con la vita. Quello “interiore” e quello “esteriore”, come ci sono due tipi di cultura: contemplativo-creativa e rapace-meccanica» (P. Florenskij) Se proviamo un senso di estraneità nei confronti della scienza, vuol dire che la vediamo come “rapace e meccanica” nei confronti della vita, che è anche esperienza contemplativo-creativa. CONCLUSIONI Devono per forza esistere due culture? “Il mondo della vita, nel quale l’uomo e la società agiscono, si contrappone all’immagine scientifica del mondo. Il tentativo di conciliare le due rappresentazioni costituisce il punto nodale del conferimento di senso… La cultura si pone come mediatrice e può svolgere questa funzione soltanto facendosi metafisica di fronte alla scienza e scientifica dinnanzi alla metafisica. A ben guardare, si tratta delle domande ultime che l’uomo si pone quando giunge individualmente al proprio limite di conoscenza: scienza e filosofia attendono risposte reciproche” (Bisogno, 1989). CONCLUSIONI Devono coesistere due culture Scienza e filosofia hanno bisogno l’una dell’altra: perché la scienza sia non solo razionale ma sapiente, pienamente umana… e perché la filosofia sia viva, serva veramente la vita… che è quello che qui oggi stiamo cercando di fare.