Etica sociale Note per una riflessione al Villaggio del Fanciullo Chi me lo fa fare? La domanda «cosa si deve fare» è la seconda. La prima, fondamentale, determinante domanda etica è: «chi me lo fa fare?». Ogni normativa elaborata/imposta dalla società, in risposta alla domanda seconda, sarà puramente formale se il singolo non ha risposto per sé alla domanda fondamentale. Partecipazione Vale anche per l’etica sociale quello che vale per l’etica individuale: la partecipazione sociale può essere mobilitata solo da scopi e obiettivi capaci di ottenere consenso e giustificare l’impegno. «La crisi di partecipazione sociale oggi è, in ultima istanza, crisi di motivazioni e di valori sociali capaci di dare senso e orientamento all’agire umano». Società del welfare z Enfasi sui diritti z Politica interpretata nella sua dimensione strumentale, non valoriale Società partecipata v enfasi sulla formazione (di persone e comunità/gruppi sociali) v centralità di famiglia / scuola / agenzie educative v principi di solidarietà, sussidiarietà, bene comune (distinti e correlati) Solidarietà Principio ontologico (siamo solidali; non è qualcosa «in più») da cui deriva un principio etico ( non ci si deve adagiare sulla rivendicazione di diritti) «Il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia» (don Lorenzo Milani) Sussidiarietà Massimizzare l’autonomia dal basso il compito dello stato è sussidiario alla società (fa funzionare l’autonomia) Evitare la sussidiarietà alla rovescia, che diventa strumentalizzazione quando «gli amministratori cooptano società non-profit rendendole funzionali a un sistema di servizi deciso e organizzato unilateralmente o se le si costringe a elemosinare o a costituirsi quale forza di tipo sindacale per difendere i propri diritti» (Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace) Bene comune Lontano dai poli individualista e collettivista, non può essere realizzato né da una società liberista né da una società collettivista-dirigista Il ruolo della politica non è quello di gestire i servizi sociali (welfare state), ma indirizzare le iniziative dei cittadini (singoli e associati) al bene comune (welfare society), non solo delle comunità nazionali ma dell’intera famiglia umana I diritti sociali appartengono alla persona, non al cittadino Modello di convivenza Per dare motivazione è necessario saper presentare un «modello di convivenza» ( contributo della comunità cristiana) v Evitare forme di contrattazione che si accontentano di una religione sociale o etica e rinunciano alla forza e allo sforzo della proposta critica v Sottrarsi alla scorciatoia di una contrapposizione intransigente e anche agli sconti di una subalternità inutile v Non si pretende una politica ideale, ma una politica senza ideali è destinata a non interessare nessuno, a non suscitare alcuna speranza, a non motivare alcuna partecipazione Modello di convivenza «Avere di più» non significa automaticamente «essere di più» Il benessere non si dà mai senza giustizia v La felicità non viene unicamente dal possesso dei soldi, ma dal piacere che viene dal raggiungimento di uno scopo, dall’emozione che deriva dallo sforzo creativo. La gioia e la tensione morale non devono più essere dimenticate a favore di una folle ricerca di profitti evanescenti v Noi dobbiamo affrontare insieme le comuni difficoltà, ma grazie a Dio, tali difficoltà riguardano solamente cose materiali v Senza distinzione di partito, la grande maggioranza del nostro popolo cerca l’opportunità di far prosperare l’umanità e di trovare la propria felicità. Il nostro popolo riconosce che il benessere umano non si raggiunge unicamente attraverso il materialismo ed il lusso, ma che esso cresce grazie all’integrità, all’altruismo, al senso di responsabilità ed alla giustizia Enrico Giovannini, presidente ISTAT Ruolo della comunità cristiana Il contributo della comunità cristiana è anzitutto apporto di valori e motivazione L’etica cristiana, in base ai valori della giustizia e solidarietà, non potrà mai svolgere un ruolo funzionale o legittimista dello status quo: l’ordine costituito è sempre da costituire Ruolo della comunità cristiana La dinamica è quella del dialogo che significa «non poter più separare la propria salvezza dalla ricerca di quella altrui, di chi si studia continuamente di mettere il messaggio, di cui è depositario, nella circolazione dell’umano discorso» (Ecclesiam suam 82). Se tu hai una mela e io ho una mela e ce la scambiamo ci ritroviamo con una mela ciascuno Se tu hai un’idea e io ho un’idea e ce la scambiamo ci ritroviamo ciascuno con due idee (George Bernard Shaw) Grazie del vostro contributo