23-/10/2012
ANALISI PER INDICI
È effettuata su rapporti [nel senso di divisioni] tra voci del bilancio riclassificato o tra dati anche di origine
extracontabile.
Metodologia
1) Riclassificazione del Bilancio
SP criteri finanziari I (impieghi): liquidabilità
F (fonti): esigibilità
CE a) configurazione con separazione della gestione atipica
b) configurazione a costo del venduto. Distingue i costi tra le diverse
aree funzionali
c) configurazione a valore aggiunto
2) Scelta e calcolo degli indici
3) Coordinamento degli indici e relazione (report) interpretativa
Situazione patrimoniale
Situazione finanziaria
Situazione economica
Evidenzia
È un’analisi storica perché su dati consuntivi
È un’analisi statica perché si riferisce ad un momento preciso (31/12)
Può essere sequenziale (su più anni consecutivi); in questo modo
consente di analizzare il trend (la tendenza)
Tipo analisi
a) Gli indici non hanno un valore segnaletico assoluto, forniscono solo
indizi sulla gestione e quindi consentono giudizi di prima
approssimazione.
b) Gli indici non hanno un valore autonomo e non offrono giudizi
univoci. Essi segnalano soltanto l’esistenza di eventuali squilibri le
cui cause devono essere approfondite con indagini qualitative sia
aziendali sia di mercato.
Limiti
dell’analisi per
indici
ANALISI PATRIMONIALE
Scopo
Attivo
circolante
Segnalare (fornire indicazioni circa) equilibrio strutturale dell’azienda
Li (liquidità immediata)
Ld (liquidità differita)
R (rimanenze)
Im (immobilizzazioni)
Totale impieghi
Db (debiti a breve)
Ld (debiti medio-lungo periodo)
Cp (capitale proprio)
Utile
Db (debiti a breve)
Ld (debiti medio-lungo periodo)
Cp (capitale proprio)
Totale fonti
Equilibrio nella composizione degli impieghi
Questi indici mettono in rilievo il grado di elasticità della struttura aziendale cioè la sua attitudine ad
adattarsi ai mutamenti delle condizioni operative dell’azienda e del mercato. Tale attitudine è tanto minore
quanto è più forte la presenza di attività immobilizzate che sono tipicamente investimenti di lungo termine
a lento rigiro.
Im
―
Ti (tot. Impieghi)
= …%
Ac (attivo circolante)
―
Ti (tot. Impieghi)
Tanto più è alto questo
indice tanto meno è
elastica l’azienda
Tanto più è alto questo
tanto più è elastica
l’azienda
Quale delle 2 ha maggiore elasticità?
A
B
80
20
20
80
100
100
= … % indice
La A
Nel caso di imprese industriali è normale una maggiore rigidità rispetto alle imprese commerciali, dovuta
alla presenza di immobilizzazioni tecniche necessarie alla realizzazione della trasformazione fisico-tecnica
delle materie prime in prodotti finiti.
Rimanenze
Un giudizio sul valore delle rimanenze è possibile solo con ulteriori informazioni qualitative riguardanti:
materie prime
- composizione
prodotti finiti
- politica di magazzino
tradizionale
Just in time
Liquidità
Mantenere percentuali molto basse di mezzi liquidi significa avere una buona gestione di tesoreria, si cerca
di impiegare in modo fruttifero, ma facilmente smobilizzabile le liquidità temporanee eccedenti.
Composizione delle fonti
Evidenzia con quale fonte (di debito, propria) si finanzia l’azienda rilevando la dipendenza finanziaria
(autonomia).
CP
―
se = 50% è capitalizzata; se < di 50% è sottocapitalizzata
Ti (tot. Impieghi)
in questo caso, per migliorare la situazione si può cercare di:
• ridurre l’indebitamento
• aumentare il capitale
• politica di autofinanziamento. Utile non distribuito → aumenta CP
Indice di
indebitamento
(leverage)
Indice di
elasticità
Db + Dm/l
se l’indice è 1 vi è equilibrio tra mezzi di terzi = capitale proprio; se > 1
si è più esposti all’indebitamento
CP
Ac
nelle imprese industriali è < 1; nelle imprese mercantili o di servizi è > 1
Im
ANALISI DELLA SOLIDITÀ
Verifica la correlazione Fonti – Impieghi, cioè se a fronte di Impieghi di m/l si sono usate fonti di Capitale
permanente
Indice di
autocopertura
Indice di
copertura
globale
CP
quando è pari a 1 con mezzi propri si finanziano interamente le
immobilizzazioni
Im
CP + Dm/l
il numeratore indica il capitale permanente, cioè mezzi propri e di terzi
disponibili nel medio lungo periodo
Im
ANALISI LIQUIDITÀ
Capacità di far fronte con le risorse liquide (disponibilità immediate) o liquidabili (disponibilità differite)nel
breve agli impegno assunti di prossima (breve) scadenza.
Indice di disponibilità
detto anche di liquidità
secondaria o current ratio
Dim + Ddiff.
Db
Indice di liquidità secca
detto anche di liquidità
primaria o quick ratio
Di
Db
smobilizzando tutte le disponibilità si coprono Deb a
breve; per essere accettabile deve essere > o = 2
=1
NB: Per un’analisi più precisa al posto dei debiti a breve occorrerebbe sapere i debiti di prossima scadenza
Margine
→ PCN (Patrimonio Circolante Netto) = Abreve (Attività a breve) ― Dbreve (Debiti a breve)
→ di Tesoreria = Di + Ddiff ― Dbreve
Corrisponde all’indice di
disponibilità
L’indice consente di realizzare confronti
Il margine non consente confronti
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analisi_per_indici_fino_a_liquidita