3 8 .I z s e z í o t t id i D e d e k i r t d Af{inché ìa sorrma S sia convergerìtequando tutti i òdiventano infin i t a m e n t e p i c e o l i ,o l t r e a l t a t t o c h e l a h r n z i o n e f ( x ) s i a l i m i t a t a , o c corre aìncheche ì'ampiezza complessivadegl'inten'alli, in cui le osciÌlazioni sono > o qtralr.rnqrre si;t o, possaessereresa arbitrariamene piccola mediante un'opportuna sceltac'lid. Per qrrestoteorenliì vale anche il viceversa: S e ì a f r r n z . i o n e l i r /è s c n r p r el i n i i t a t e e s c a l c l e c r e s c e rien f i n i t a m e n t e cì.itr"rttele granclezze6l'ampiez-z-a contplessivas degl'intervalli,in cui le oscillazioni clella funzione sono maggiorì di una granclezzadata o , c l i v e n t as e m p r ea' l l a f i n e i n f i n i t a m e n t ep i c c o l a ,a l l o r a l a s o m m a S e c o n \ / e | g e n t eq, l r a n d ot u t t i i ó c l i v e n t a n oi n f i n i t a m e n t ep i c c o l i . BERNHARD RIEÀ'IANN, Uberdie Darstellbarkeiteiner Funktiort durch eine trigortornetischeReihe,58 4 e 5. 3 8 .L ES E Z I O NDI I D E D E K I N D N e l 1 8 7 2D e d e k i n d a v aa ì l es t a m p er r no p u s c o l oi n c u i p r e s e n t a vuan a d e f i n i z i o n er i g o r o s a( e c l u n q u e a s L r oc l i r e u , aritmeticau c l)e U a n o z i o n ei n t u i t i v a d i c o n t i n u i t àd e l l ar c t t a .I n q u e s t os c l i t t o ,o r i g i n a t od a l l es r r el e z i o n n i el 1858al Politecnicocli Zurigoe dir,'entato rrn classicodellaletteraturamatematica,Dedekindstudiaviìle proprielàtopologichee cli orclirramento clell'insiemecleinr-rmeri razionalie cli cluellodei ptrntidellaretta,introduceva il concettodi sezionedel carnpodei numeri razionalie, per questavia, clefiniva la nozionecli ntrmeroirrazionalee cltrelladi ntrmeroreale,che sta aÌlabasecìeipiùrimportanticoncettidell'analisr. Nel considerareuna grandezzavariabiìetendentead un valore-limitefisso (e cio nelìa dimostrazione ciel teoremir che ogni grandezzasempre ma non illimitatamente crescentetende ceftamente ad r-rnlimite), ricorrevo all'intuizione geometrìca.Ritengo anche adessoche daì punto di vista didattico l'uso cli consideraz-ioni geometrichesia molto trtile nel primo insegnamento del caicolo differenzialee che anzi essosia indispensabile,se si r,uol evitare una eccessivapercìitadi tempo. Ma nessuno,credo, von'a sostenere che una tale introduzione nel calcolo differenzialepossavantarsi di essere scientifica,Tanto era il mio malcontentoche presi la ferma decisionedi rifletterefinché non trovassiuna baseplrramentearitmetica e completamen--te dgorosa dei prìncipii del calcolo clifferenziale. Spessosi dice che il calcolo differenzialesi occr-rpa di grandezzecontinue, eppure non si dà mai una definizione di questa continuità. Le trattazioni piu rigorose che si hanno deì caìcolo differenz-iale non basano le loro dimostrazioni sulla contirruita, ma fanno invece appello piu o meno coscientementea rappresentazioni geometricheo si setrono di teoremi che a loro volta non furono mai rigo- Anali si in{ìn i tesimalè J-ló rosamente dimostrati con mezzi plrramelÌte aritmetici. A questi teoremi apparliene,per esempio,ii teorema sopra menzionato ed io, dopo un esame più accurato,mi sono convinto che questo teorema o ogni altro teorema aclessoeqrrivalentepuò essereconsicleratoin un ceúo sensocome base suf{ìciente clel calcolo ditferenziale. E allora si trattava soltanto di scoprire ncgli elementi dell'aritmeticala vera origine cli questo teorema,acquistani do con ciò nello stessotempo trna definizioneeffettivadella continuita.i,,.]' Per il nostro scopo immediato ha [...] imporranza una [...] proprietà dei sistema R clei nun'rerirazionali, ia quale si può esprimeredicendo che il sistema R costitrrisceLln campo ben ordinato ad una dimensione e che si estenileall'infinito in due direzioneopposte.[...] Per esprinrereche i simboli a, ó indicano lo stessonunlero razionale,si sclive c = b, come pLrreb = c. L'esseredue numeri razionali a e D distinti tra ìoro si manifesta nel fatto che Ia differenza a - b ha un valore positivo o negativo.Neì primo caso4 si dice maggiore clib e lt minore di a, in simboli u > h , b < ( 1 r ) . N e ls e c o n d o c a s o , a v e n dbo- c u n v a l o r e p o s i t i v o , s e g u e b > u, a < b. fuguardo a questa doppia possibilitàche si presentaper due numeri clistinti,valgonoIe leggi seguenti: 1 ' S e s i h a a > b e b > c , a l l o r a s i h a a > c , Q u a n c l oa e c s i a n o d u e n u m e r i distinti (diseguali)e b sia rnaggioredell'uno e minore dell'altro,allora,senza temere aììusioni a rappresentazionigeometriche, diremo brevemente c l r c ó s t a t r a i d t r en u m e r i c e c . 2" Se a, c sono due numer-iclistinti,allora esistonoinfiniti numeri b Irz a e c. 3o Se c è rrn numero dato, allora tr.rttii numeri del sistemaR si ripartiscono ir.rch-reclzissiA,, e A' contenenti ognuna ir-rfinitielementi;la prima classe A, compre'ndetutti i ntrmeri c, che sono < n, la secondaclasseA, comprencìetLrttii tlrnrerj a, che sono > c. I1 nr.rmerod stessopuò essereincluso a piacereo nella prima o neìla secondaclasse,e sarà allora corrispondentelllente o il numero massimo della prima classe,o il numero minimo della secondaclasse.In ogni caso la ripartizione del sistema R nelle dr"reclassi A' A2 è di tale natura che ogni numero della prima classeA, è minore di o-' gni numero della secondaclasseA.. g2 CorurRoxro rRa I NUtlfERlRAZ.IoNALI I] I PUNTIDI IJNARETTA Le proprìetàcleinumeri razionali sopra accennatericordano le mutue relazioni cii posizioneche intercedonotra i punti di una retta L. Se chramerem o ( d e s t r o , e ( s i n t s t r o ) i)d u e ' , , e r s io p p o s t is u l l ar e t t a ,a l l o r a ,e s s e n d o pq, tltre pturti distinti, o p sta a clestracli q, e contemporaneamenteq sta a sini-' stra cli p, o inversamenteq sta :i destra di p, e in pari tempo p sta a sinistra di q. Un terzo caso è impossibile,sep e q sono effettivamentepunti distinti. Riguardo a questerelazioni di posizionevalgonole leggi seguenti; l' Sep sta a destradi q e q sta ancora a destradi r, aììora anchep sta a de. 337 3 8 .I z s e z i o n ì t l i D e d e k i t r t ) stra di r, e si dice che 4 sta lia i punti p eclr. 2 Sep, r sono punti distinti, .illom vi sono sempre intiniti ptrnti 4 trz p ed r. 3" Se p è un punto dato cli L, allora ttrtti i punti di L si ripartiscono in due classiP,, P, contenenti ognr-rnainfiniti elementi;la prima classeP,, comprendetutti i punti p, situati a sinistra di p, e la secondaclasseP, comprende tutti i punti p2 situati a destradi p. Il punto p stessopuò essereincluso a piacereo nella prima o nella secondaclasse.In ogni nrodo la ripaniz.ione della retta L neìle due classi è dì tale natura che ogni pur-rtodella prima classeP, sta a sinistra di ogni punto clellasecondaclassePr. Questaanalogia tra i numeri razionali e i ptrnti di una retta diventa notosi fissi sr-rllaretta un ptlnto come ot-iriamente un legameeffettivo,c1-ralora gine, cioè il punto zero 0, e si scelgauna detetminata unità di lunghezzzt per misurare le distanze.I'er ogni numero mzionale c si può allora costmire una lunghezzacorispondente, e si porta questalunghezzasulla retta, a destrao a sinistra del punto 0, secondochéa è positivo o negativo,allora si arriva a un punto estremo deterrninato p, il qtrale può essereconsíderato come plrnto corrispondente al numertl c. Al numero razionale zero corrispondeil punto 0. In questa maniera ad ogni numero tazionalea, cioè ad ogni eìementodi R, viene a colr-isponderetlno e un solo punto p, cioè un elemento di L. Se a cltre numerí a, b corispondono ríspettivamente due punti p, q, e se si ha, a > b, allorap sta a ciestradi q. [...] s3 DELLARETTA La coN-t'rt'it;trÀ Ora è deila massima impoflanza il fatto che esistonosulla retta L infiniti pr-rntii quali non corlispondono a nesstlnnttmero razionale.Se un punto p corrisponde a un nrrmerciraz.ionalea, allora Ia lunghezza o p è notoriamente commensLrrabilecon la trnità di lLrnghezzapresceìtanelìa costnrziola cosidetta misr-tracomune, dí cui ne, v. a d. esisteuna terza h-rnghezza, quelle due siano multiple intere. Ma già i Greci antichi sapevanoe hanno dimostrato che esistono iunghezz.eittcomtrerrsurabili con una data lunghezzaunitaria, p. es.,la diagonaìedi un quadrato il cui lato si assumaper strlla retta ei partire dal unita di lunghezza.Se si potta trna tale h-rnghezz-a punto o, allora il punto estremo che si ottiene non corrisponde a nessun nlìmero razionale.Siccomeinoltre si Jruòdimostrare facilmenteche esiston o i n f i n i t e ì u n g h e z z ei n c o m m e n s t r r a b i l ci o n l a d a t a l t r n g h e z z au n i t a r i a , possiamo affermare che la retta L è infinitamente pitr ricca di punti che non il campo razionale R cli numeri. Quindi i numeri razionali non bastano per poter seguireairitmetican)entetuttì i fenorneni sulìa retta, e appare percio inclispensabileraffinare r;ostanzialmentelo stnrmento R, creando numeri nuovi, di gr.risache il carnpo dei nurneri acquisiti sia altrettanto completoo, diciamo subito, altrettanto contìnuo,quanto lo è la retta. Le considerazioni precedenti sono tanto note e familiari a tuftì, che il ripeterle Duò sembrare suoerfluo. Cio nondimeno ne ho ritenuto necessariala Annlisiinfirùtesímalc l lLìalllt()luìzlone l)er preparare oppofiunarlente il ten'eno alla questioner p'incipale. L:r via per ra qtraìefinora si sole'ano introcrurrei numeri irrai zi.rrali a\/evacomc punto di r)artenzair co'cetto cli grandezzal.tensiua,il "e qrriileper'ònon è mai stato csso stcssoben definito, seguencloquestavia) si n'riva'. :r definir-eiì n'mero come risultzrto creila;.;; dì una tarq gr-a.clezze pcr mczzo di un'altra gr.anclezzariello . r) stessog"""."ì;. I' sra 'ece io chiecloclre |aritmetica si svorga du r" n-,"E.rir',u.si puo conl ceclet'cin 'ia generaleche l'occasioneimmeàiata clell'estenri"r. .r.r concet-.: t'cli rrrme'o f' fb.nita da rappr.esentazioni non aritmetiche (tuùvra, que, sto non è stalo affatto il caso pe. qtrel che r-iguarcla l'introdJzione dei nu_, rreri complessi).Ma cio senza dubbio non òostituisce una ragione suffi, cicltle per raccogliereqtlesterappresentazioninella stessascieiza r_leinu. rneri, cìoè nell'arri{r'etica.come i .umed negati'i e razionali fratti debbo_ 'c) e poss()noessereintrodotti con un libero atto creativo,e come ie leggi clelleoperaz.iorisrr di ìor-osi <iebbonoe si possono riconclurrealle leggidel_ lc opcrazioni s'i nunreri interi positi'i - ailo stesso modo si clevecercaredi cla.errna definizioneconlpìetacrcinLrmeriirrazionali unicamente per mezzr clei'Lrme.i razionali. fumane soltantora q'estione; cclmetarlo? Dal c'.horto fzrttosopra tra ir campo R creinumeri razionari e ra retta sianro srlrti portati a riconoscereil caratterelacunare, incompleto,la disconti_ rr.ità clerlpri'ro, rnentre alla retta noi attribuiamo qualità Ia cli esserecomp i c t a , s c n z - aI a c u r . r c. s, s i a c o n t i n r r a .M a q u e s t . ì continuitàproprio in che crtsiic<tr-tsistt ? [.a .ispostaa qlrestaclomandadevecomprencìere in sé tutto, ed essasoltanIo pern]etter'àcli svolgeresu bzrsiscientilichelo .stuclio a; ttr.tiii .'Àpi conti^tri Naturalmente,nuiìa si raggiungequando, p". rpr"gu." la continuita, parla in moclovago di uno .onn.rrionè ininr"r-.otta'neìie pu.ti-piu pi..o1i le; cirì che si nchiede invece è di formurare ,na propnetà caratteristicae p.ecisa clellacontin'ita, la qr-ralepossa servire cli base a cleduzionivere e proprìe..Viavevopensatosenzafmtto per molto tempo, -u finJÀ"nr" ,.o_ vai cio che cercavo.Il mio risurtato.oà forse giucricat" a^ ,.J" f",=one in varic'rnroclo, ma la maggior parte, credo, sarà concorde ner ritenerro assai banale.Esso consisten"lru cònsiderazioneseguente. Si è rilevato ner $ precedenteche ogni punto p delra retta determi-na una decomporlrrune deìta mede.si*a in due parti.d.itare natrrra che ogni ptrnto di una di essesra a srnistra cli ogni p'nto ciell'altra.ora io veclofbssenza clellacontintrità nell,inr,,crsione (li questaproprietà,e cioè nel principio scguente: u-Serrna liparlizione di tutti i punti cleliaretta in clueclassiè 4i tale natura clic .gni pLrntodi una delle classista a sinisrra cli ogni punrn a.tioiìra, alrora esisterrno e Lrnsolo punto dal quarequestarrpartiziàne di tutti i punti in clueclarssi, o qilestaclecomposizione creilaretta in cruepar1i,è procìotta>. conre ho già cletto,credo cii non sbagliareammettencrà ch. og.r.,.roriconosceia .srbit()l'esattezzaclelprincipio enunciato.La maggior iarre creimiei lctt.r i p'over'àrrna grancledisiil*iione nel|apprenc1"." i[.e il;;; banari_ tà che cler,es'elare il mistero cìeìlacontinr.riià.A questo proposito osservo 339 38. I-e .sezioni di Dedekin,l quanto Segue.Che ognLrnotrovi il prirrcipio t:nunciatotanto evidentee tanto concorclantccon la stra propria I'appresentazionedella retta - ciò rni sodclisfaal massirnograclo,perché tté a me né ad altri è possibiledare cli q r r a l s i a s iL. a p r o p r i e t à d e l l a . r e t t ae q u e s t op r i n c i p i o u n a ( l i m o s t t ' a z i o n e spressada questo ptincipio non è che ttl assiomzr,ed è soìo sotto forrna di questo assiomache noi pensiamo la continrritàrlella retta, clte riconosciamO alla retta ìa sr-racontinlità. Non occorTeaffatto cl're19 spazio, se eSSo contintro; moltissinle clellesrre ha lna reale esistenza,sia necessariamente proprietà dman-ebberotali e quali, anc:Ìrese essoftossecliscontinuo.Se noi che lo spazioè cliscontinuo,ntrlla c'impeclirebbe,se iapèssimocon certezzaì ciiacessecomodo, di colmare le srtelactrnenelìa nrlstra nlente e cìi renderl o q u i n c i i c o n t i n u o , N 4 aq u e s t a o p e r a z i o n em e n t a l e c o n s i s t e r e b b en e l l a creazionedi nuovi elementi puntrrali e dorî'ebbeessereesegtritaconfonncmente al principio sucldetto. s1 I)EI Nt.rN,thRI IRR{zIONALI LA cREAZIONE L e u l t i m e p a r o l ei l l u n t i n a n oc h i a r a m e n t el a v i a p e r l a q L r a l es i p t r ò g r r r n g e re a Un Campo Continuo, ampliantlq íl campo cliscontintroR clei nr-rmeri razionaìi.Nel $ I (t1) abbianro rileyato che ogni nLlmeroraz-ìonalec deterntina una ripartizione del sistentaR in cltrer:ìassiA,, A. cli tale natura che o g n i n u m e r o a , d e l l a p r i m a c l a s s eA , è t l i n o r e d i o g n i n t l l n e r o a , c ì e l l as e con<ìaclasse A"; il numero d stessoè o il nlrmerci massirno tlella prima e classe,o iì nurner,-lminimo della seconda.Ora, noi chiameremo.seziotte in cltre R (A, sistema clel ripartizione indicheremo col simbolo , A,) ogni classi A,, A, che goda soltanto cli qtrestaprgprietà caratteristicache ogni numero delìa classeA,, sia minore di ogni numero clellaclasseAr. Possiamo dire allora che ogni numero lazionaìe a cleterminattna sezioneo piuttostO due sezioni, le quaii però noi non considereremo come essenzialmente distinte. Questasezione gctdeinoltre rlella proprietà rtlteriore,che o tra i numerì clelìaprima classeesistetln ntlrnero massimo, o tra i nLlmen della secondaclasseesisteun lìLllnerotninimo. E inversamente,se tlna sezione gode di quest'trltimaproprictà, allora essaè prodotta cla clttestonttn r e r cr a z i o n a l em a s s i m oo m i n i t n o . d i i n f i n i t e s e z i o n in o n p r o d o t t e d a n e s s t t n M a è f a c i l e p r o v a r eì ' e s i s t e n z a r a z i o n a l e , numero [...] Nel fatto che non tutte le sezioni sono proclotte da nttnleri razionaìi consiste ì'incompletezzao la discontinr.ritaclel (lampo R di tutti i nr'rmerirazionali. Orbene, ogni volta che è data rrnzrsezione(A' A1) che non sia proclottacìa tln nllovo nttnlero, ttn nttntefOirrnnesslrnnutlero raz.tonale,nO\CreiAtttO Zionalea, che ncli consicleriamocome comllletamente definito cla qtresta sezione;noi ciiremo che il numero rr con-islrondea questa sezione e che esso la procluce.Aclessoclunque acl ogni sezione conìsponde ttno ed un J40 Arta li s i itr lìtùtes ittnle solo numero deterrninato,razionaleo irrazioltale,e noi consideret.emocome distinti due numeri, quando e solo quanclo essi corrispondono a ciue sezioni sostanzi;ìlmentedistinte. fu cnano D EDEKIND,St et i gk e i t t t rul ina t i o n ale'/rLhlet t. l) In seguito dunqtte itermini (maggiore' e (mÌrìore), se non saranno accompagnati dalle parole nin valore assoluto,, vcrrarlno intesi ncl sensoalgebrico [N.d.A.] 2) Il pregio apparentedi qtrestadefinizioneclelnLrmero,cioè la sua generalitrì, sparisccquando si pensa ai numeri cornplessi.Il ruio palere invece è che il concetto di rapporto fra due grandezzecìellostessogenere possa esseresviluppato solo quando i nrrmeri inazionali siano già stati introdotti. [N.d.4 ]