o. c. COI/ 9jugno 1920 =- N. 1. lt~ L·oslrt -----~ PAOLO VA LERA G li uomini della •·Folla 11 Pubblicazione mensile. HlMH7/0Nt ISTITUTO <iRAJ\1SCI BIBllù l'LCA F.<"OL Op. 3052 000102603 -· ·- -... '- ... __ _ .: IL PADRE DELLA PATRIA studiato come uomo e come re LU I G I CADORNA nei suoi disastri militari LA FIUMANA DI CAPORETTO BASTONATORI E Gli uomini della " POLLA ,, Pubblicazione Mensile PAOLO VALERA FUCILATORI T....... 1.- GraQde successo - I00.000 copie ---- -lmmi uente p 1tùùl i clcio ne .: ~ IL RE ALLA GUERRA .. ._ .~- .._ FONDA/IONE ISTITlllO 0RAMSCI F. Copertina illustrata - 64 pagine STUDIATO COME UOMO E COME RE [aporettu - Dalla re~rnenla ~i guerra al ijuirinale ,, L. l."O BIBLIOTECA . _-"'C Op. 11 Padre della Patria • J:--- 3052 Rl!PITOSO 000102603 ~ into Menotti Serrati Direttore dell'AVANTI ! Con autobiografia di Pagnacca I ...... 1.- 80.000 copie .- ---- ~ --- ·-::-.- _:::::::;--_....;::. M IL A NO D' irnminente puhblicazfone : II4 RE M _ARTI·RE EPISODI TRAGICI C AS A EDITRI CE "LA V ia T adin o, N . 13 192 0 FOLLA,, / Libro di e ,. ro 1ombo r .. . 1, "'1 Tipografia dcl Giornale "I A FO!.LA ,, - A1iln110 Il 14. mar::ca è sfcllo dichiaralo festa nazionale da un decreba leggf'. Il sindaco Caldara non ha isS(l[O sul torrione municipale la bandiera della leti::ia politica. Con/Zillo. Il prefetto Pesci è caduto. Costantino La:=:ari ha ravvisalo nella commemora::ione statale una dep'fi:Jrevole allivilà politica dinastica e oortigiana . lo ho trovalo nella collutlazione mentale fra papolo e stato, la ragione di presentare il s•avrano scomparso nel casaldiavolo mortuario quarantadue anni sono .. lmbie11tandolo, ci ambientiamo. La na:i•one del nipote è qLLella del nonno. E' una continuazione. Stessi costumi. Stesse abitudini. Si vive nella disuguaglian::a oonie allora. Il contribuente d'oggi è massacralo come quello di ì'illorio Emanuele li. Lo si svaligia, lo si a/fama, lo si terrori::.za. Circoliamo nel reato di stampa come nel '78. Il Comune libero è ancora un sogno. Il primo re d'/lalia lza raccolto la corona nel sangue di Novara. Il ter::o nel disastro di Mon'::a. Situa::.ione militare identica. Novara e Caporello. Ohimè! Siamo ancora perseguitali dagli stessi generali. Baratieri, Caneva, Cad•orna. Generali bislacchi clze continuano la serie dei disfallisti militari di Carlo .. liberto. Meglio così. E' LLna ra::.::.a che deue spegnersi. La gueJ'l'a non è nè utile nè necessaria ..Al contrario. La guerra regia ci manda tutti alla ma bora. Cuporetto o ì'illorio Veneto è la stessa <-'Osa per le nwU.itudini. Si muore nell'une come nell'allro. Se si salvano dal piombo nemioo cadono villime del piombo governativo. I Luigi Cad•:JrIKl triplicano solo il nostro disgusto. Sono della vigli.µccheria in cin~'Jlu::ione. Il generalissimo della grande gllerru è del resto un documento magnifico. -b- -4dei paesi di oonquisla. Con la spada egli è riuscilo a impadro nirsi dell 'a ulorilù parlamentare e dell'opinione pubblica. Prim a di Ca[KJrCllO culi era indubbiam ente Cnomwell. I 8(dandra, i Bo.selli, yl1 Oriundo non f LLrono che suoi servitori. Er(l lui che dava il la alla p olilioa nazionale. Imponeva . Inyiungeva. Mina cciauu. Il b•ollellino fu il suo ca polavoro . Tradu cev(l le disfalle in vilborie e cospargeva fiori e distribuiva albori sui cada ven ammucchiali dalla sua, -irifaluilà militare . La sua slra/oll'en;:a e la sua 1J07:ertà, intellettuale bo h(l nno ridollo al disastro. P eggw ! L o hanno i1nbestialito fino alla calunnia . Nella sua rovina personale egli ha veduto un complollo di disjalfisli. Con esso egli ha trovalo la su(l scusa. Ila calunnialo l'eser ciba. In un a!Nmp di pusillanimità o di codardia ha lelegrafaloo la calunnia per il mondo co n l'ans[{l del fotone ferito. Egli ha conzunJcalo a lulli che l e sue lruppe si erano vilmente riliralc senza comballerc io si erano ignomignosamcnlc arrese Bugiard10 ! Impudente! Impostore! Candidalo al manic1o mio ! Scrivi pw)e le tu e memorie. Le ha seri!-. le anche Bazaine. I vili r1t0n risorgono . P er loro non c'è riabilitaz ione. Lo stesso re è stato tralfi,alio da lui come i fanti . Lo ha lascialo alla mercè del nemioo . .A me imporlia proprio niente. Ma lui, Cad•orn.a, suo subalterno! Non lo ha nemmen o avverlifoo dell'imminen::a del pericolo. E' il sovrano che ha fiulabo il mal tempo . Che ha sentilo n elle ossa la catastrofe. Nella nwllina d el 26 il sire si trovava nella sua residen::.a di guerra a Torr~w10 1 a pochi chilometri da Udine, in allesa dell'automobile per andare alla sla::i•one di Persian Schiavanesco, do0ve ha poi dovuto allendere il direllissim.o per Roma due terribili 1ore di lrepida:::.ione. Fu fortunato. Il re filava per la slaziiqne e gli austriaci o i tedeschi invadevan•o la residenza reale . Lo hanno svaligialo di lulfoo. Si sono impadroniti dei suoi cappo/17., de~ 11 . ---- .. e: - - .. -- -·~ - suoi ind u meni i mi li tari. dei suoi gioielli, delle sue armi, delle sue carte ufficiali, delle sue lellere priva{(' e di un su•J orologio Guanti, fa::.::.olelli, roba di brtlisla si:Jno fJassali nelle m:n ni di Conrcul. C([(f•Jinrt non lw auuf'rlilo che se stesso. Pare che eyli u/J/Ji 1 imilnl•J il Bamlieri. Si i' U<'llulo in una au/ .Jmobifr <' lw fifulo come il vento. Ila lasciu!Q lulli al d•Hso sen:a una parola di avviso Il banchiere cl<'llo banca /.Jcale si è ac'.. orlo dell'invasione n<'micu dttl buh•Jne, u1wrclondo nel pala:::.o clel quartiere (J<'f1('f'{(/c. \'cdf'!Ul•J il San Jficlzele che i r1rwuli ufjici({li del quartiere yenNule ci:Jmpiuuno alla rinjusa e i vciuJli che conlinu.w rno a parlar uiu si i: imnw [Ji naltJ che li nu 1sione non po leva essere lonlww Si <.., mess(J in /uscu u<>nlicinqlle milioni cli caria <> si l~ c/([/t.J ([l/u /uga Due minuti di ritardo e ne sarebbe rimas/•.J uillim.1 Così è capitalo ul pre/cllo. Xessuno ne SO/Jf/J{t niC'nle. Lu gen ie si senliua ema:ionula a s ua insa1){//u. hJ stesso quartiere generale è rimasto in gran / )(tr/e /)J'Cclu al nemico. Il cliurio dcl Co-. mand•a che aur<>bbc douulo essere il riassunto della guerra è /)(LSsakJ nelle mani di Conrml. Pa::.ien:o. .ldes.su Cwlvnw i' amico cli Conrud e polrcì. riuuerlo o ricuperarlo. La buyiarderiu del Cw/.'Jn w è slula tuie clz'<'gli ha fulfto af/i[JgNe ulle muraglie lldinesi l'avuiso della lranquillilù pubblica. P1't>prio quando si lmllava di fare /a(Ji:Jllo. Cwwylia ! 'ì\\Jn parliamo cli Porro, wi bislungonc che ha c•omplelato il qwulro Sf)(WCn toso del '18. _inimu di coniglio . J>iiì. mia/lo alle /un::ioni religiose come il pullan:cse che ul meslierl' di guerra. Di quello che '{wveniva ol fronte il generale non Iw mui saputo. nlllla. Fu un cup.J di a111.'wwensi. I gfo.rn alisli sono. sl·alt lu sua passiune 111ililure. Li saluluva, li riceevva e beveuu C'J n loro il champagne alla fine dei pran:i. Il sm.J posto /u del cerimoniere. . i Jfopullo, dove il 1 1 -GPorro ha dovuto rappresentare il comando, ha sbal•.Jrdito gli ufficiali stranieri di tulli i paesi per i suoi disorientamenti. l:.:ra uno smnnorato Parr:va un generale dei T'.'Jnu111::i frlargici Levava [([ tr:sta stupefallo e confuso. Materiale indielnJ . Non ho più. S/)(t::io. Chiudo l'ambiente con l'r:ccidio. L'eccidio è di fu/fa la casa regnante. /~' di tufli i Smnia. Incomincia con Beroldo e discende JJ<'r i Filiberti e JH'r r;ll .-imedei f i1KJ ai 1' i Ilo rio. L'eccidi•:J com11lela 11roprio l'ambiente fra not e i 7nolctarii di l'illorio J:.'manuele I I ( 'na uolla in pia::::a i nostri antenati erano deuli ammutinali, deyli insorti, dei prepotenti degni delle nerbule o delle fagale poli::iesche. ,.lf/.Jra i uiornali non contavano nè i morii nè i feriti. Li ummucchiauan•J come fa cinorosi e li S<'P/Jelliuano nella fossa df'll'indignw:ione aristocratica e !J.orglzese. 11desso, no. Il pror;resso <" nella conta. Oggi ci si pC'rmelle <li C\'"J/1/rgr;iare i compagni, di {ICC•:Jmpagnarli al cimitero (' di affondarli nelle buclzr c•,Jll i nostri rimpianti e con lo nostra esaspera::ione fJf't i kJro assassini. Slr(LnO paese il nostro. Da noi l'omicidio sta/ule non lza scontinrw:ionc. CL si calma il cervello c~9n sfarfrde di piombo I nostri dirilli, i nostri uo[Jliamo sono moli inconsueti. I fu cila /ori di folle er{l/10 e sono premiali. I generali e i generalissimi della grande guerra sono diuenult senatori o sono stati rsallati dagli el•:Jgi o r;rassamenle pensionali c•:;me Luigi C{uforna. Cot denan del tesoro Luigi Cadoi'na può scrivere le sue memorie per isf upidit.<' e uiluper(.Lre il genere mnan•o. 1lllr ove sarebbe sllllo fllcilalo con ww do:::ina di palle nella schiena! \V h n l a fu 1111 y li re is o u r li re ! 1 = Il " Padre della Patria,, l.on 1~1 <lecacle111.a della democ:razi<l a\ ida cli ricchC'zzc e di onori l' con l'alto garilrnldini..,mo mo11arciliualo, \'illorio Emanuele 'n è morlo Padre della J>ulriu, il !J gennaio 1878, 1111 111{'\L' prima cli Pio 1X. L'incarico di epigrararc il dcfunlo è toccalo a ~Iichelc Coppi110, il quale ha aggiunlo qucsle p.trolc: Ilalia, con orgoglio cli madre, con dolore di figlia prega al (;ran He che cilladino fedele e solclalo villorioso l'immorlalilà elci giusti e degli eroi . Xon è mai ~!ala condensata lanla ipocrisia in così pod1e pnrole . Per le masse era nrnrlo il re ciel periodo della l<1 ssa sulla rame, il re sle<lle, il re spc11d rwcio11 '. il re clo1111aiuolo, figlio di un paclrl' più don1rniuolo di lui , il re ingralo che aveva riempilo le carceri cli politici, jl re papisla e hibhiolaln1, il re caccialorc, H re che si è fallo pagare con ingenli somme l'ltali.a l'na ch'egli ha osteggiala e ha do~· ulo vedere comp1ula, malgrado le sue lcroi, crsazio111, le sue negazioni e le s ue procraslinazio~1i. Il grido cli dolore che hn fallo lnnlo eh i asso intorno alla sua \'ila e che lo ha reso quasi sacro, gli è sta lo suggerilo da Cavol1r, <'Ollll' altre !'rasi dello slcsso discorso apparlc11cnu10 a Sapolconc III. Era un griclo di dolore arlificinle. I primi sintomi che l'cpigral'isla è slalo esageralo, ncll':ulagiarc il cadavere reale nella immorlalilà, si sono falli senlirc nel pellegrinaggio all<~ lomlrn dcl " grnn re . Lo Slal0 voleva l'apolcost ciel morlo. Jia sparso per il regno gli accenditori di entusiasmi dina\ti('i, ha magniricalo l'opera dcl c.lcfunlo come se fosse slalo H prolagonisla della conc:czione unilaria, ha tappezzalo le muraglie delle cillù e dci comuni di an ìsi spcllacolosi e pieni di promesse per incitare la gcnle ad accorrere a Homa a ru 1 -- 8 - -9 inr1rossarc i lrc cortei dw clm l'\ c.1110 anclarl' d_all.a pi~zza 'l crm.ini .. e.il P~1~l11ro11, Ila follo ~·.i~l.urr:. 1 1~1: 11liclli fcrronaru dcl 1.> per l'enlo. 11·1 oll~t l<! '.ll pl~ lcgriui l'alloggio uralis, h•t cos.liluil<? ('(!~111lc.~l1 111l'~trl~ cali di pro\ n.'clerc allt- c11>:1r1c c!c1 P.tu ptlon.:llt'. ~ ha fallo fare a l mbcrlo l da ct·r1mo1~1:rc nel.la s,d,1 clectli s 1wcchi dcl Quirinale La lc<1Lrnl1La 1101,1 e 1~w11cala. C'erano molli sll'nclarcl i, molla gioYC'l~LL.1 11c1 ro.~ slumi medioevali, molli c·onc'l'rli, molli molli Ir:1gorus~ sui drnppelloni lungo le vie, molli pa11tH'gg1c.1111~· 11~ 1 religiosi alla focciala e ncll'i11Lt'r110 dcl tempio. m.t ti plclJi~cilo C'hc clc~·ni 1.·1101110 .1.~> ."ii c.tspc.Lla ·~.lll'~t.''~. :\on è stata che una lu11z101te ulltcwlc L llalt.t J,ut,t non po leva climcnlicarc la di I u i cll'\ c_izi<~ne. s~·grcl:t :~l ~>.on. Lcl'icc che m eva comla111wla I 1lal1a111la :tl_lc .101 t h~: L ' llalia so,·versiva non polc\ a pcrclonargl1 tlt <.\\ e follo lirarc su Garil>alcli e· a' crio imprigio1wl.o al Larignano, ~lopo clic m·e, ·t rice\ ut.o in !·cg:llo .11, ~·r:.trn.c di ì\apoh, come 11011 poi e\ ·1 cl1mc11t1ca1 e .~ h egli'. 1 ~ re , a\'CYa fal lo promuovere a generale. al! 11~<10111,~m dcl ciel i llo regio, I':issassi 110 c.:ltc :wcYa <1ggr~cl rl<~ a .ll'.C'ilale il duce !':>ulle :tll ure cli .\spromonlc. L Jl;dlél cllricale non poteva 11011 odi·trc I uomo C'hc impcrsona\Ct, sia pure come semplice' l'irm:tl ·tri~, l'usurpazione .~e r: rilorialc che ha soppresso al p:ipa li poter~ lcmpo1,tlt. Le conda1111c politiche cli Yillorio Ema1~uel l' non furono meno feroci cli quelle ckl padre, il ~ 1 •1clilore . Egli él\ l'Ya ri:tl>ilil:tlo il Borbone clcnu.1.1z 1·1l.o •ti 1110ndo C'Olllt' nco·1zio11" cli Dio .\11li slraz11 c:u-\ ' t" \,,.; t:> • • centri egli inl'ligge,·a alle sue , itlime In dc111gr:1z101H: Li faceYa tlcnigrnrc chi pc1111i\e11doli come mucch i di forabulli e cli mah i' enti ~lazzini subì una scn: l enza cli morte con C'i1Hp1e dci suoi. I ri\'oluzionc.irt sono sempre slali i I "ilio i 11cul>o. Ila inizialo il regno facendo bomharclan' (~ellO\'a eia quellc.1 spuclor:~~:1.ra.1wctli~1 monluraln che s i chia11rnv:1 Lnm<ll'lllOl'<l, l 1diol,t nH~<>simo della orlogral'ia ilt1lia11<1. L ' uom o che :1s~ui~sl' il li lo lo di re d ' Ila! i·1 per ~l.· e per i suoi s uctTsso_r1 giu '-l t'llc l'ommcllc\ a t' s i rolll,, il'icnva lulli i cicli lii reoi t> • 1 mcllc,'ano in suo nome cliccntlo elle dei s uoi :dli nor doveva ragione <:ht• a Dio . Con lui il popolo non aveva voce, salvo un gol>l>e llo ch 'Pgli l>endic~1va .. r~t1 qualche scudo perc.:llè gli rit'orchva il proprio .t1glw Odclonc, malc.:011cialo dalle gobbe cminen lt. Glt :tb- bielli e sozzj cortigiani C'he circonclaYano la rcggja soUoca,·ano j clamori dci malconlcnli con l'abitudine elci piemontesi monarchici I conrtitli fra Stato e Chiesa non hanno mai diminuito il clericalismo cli \'iltorio Em<muele II, sempre in corrispondenza clancleslina col sa n lo padre, ln figura più 'itupcrala della penhola. l:I .!l fleu!issimo Padre! Con al'fcllo di figlio, con fede e.li callolico, co~~ animo cl 'i lali <llH>: m'indirizzo ancora, come ebbi a fore altre volle al cuore di vostra Sanlilà. l'n lurl>inc cli pericoli minaccia l'Europa: gi~ v:t1Hlosi tiella guerra che desola il centro ciel conl1nenle il partilo della riYoluzione cosmopolita cres~c cli baldanza e di auclaci:l, e prepara, '>pccialmenlc. l!l llalia e ncllt' prO\ incie governale e.la \'oslra Sanl1la, le ultime offese alla monarchia cd <11 Papato. Se~ ch_c la grnndezzn dell 'an imo vostro non sarebbe mm minore della grnnclezz·1 degli av,·enimenli: ma essendo io re cnllolico e n' ilali:rno, e come lnle cnslocle g<tr ranll' per clisposizionc della Pro\'vitlcnza e per YOlonl ù nazionale dl'i destini di Lulli gli ilnlia111, scnlo il clo\'cre cli prendere 'in l'accia nlla Europa ~c.l n_Ila c;1llol it'ilù, l:t responsabilil~t di mantenere l ord11H' nella penisoh e la sicurezza della S:rnla Sede. Dm, Bcali'>simo Pncln', le concli;rioni d'animc~ delle popoL1zio11i romane, e ln presenza fra lor? clt lrupp<.' slraniere \ 'L'll Ulc con cli\'ersi intcndi~ncnl~ cl:~ luoghi diYersi , sono J'omilc di agilazioni e d.L pcricolL eYiclenli. In caso cli <.'l'ferYcscc.'nza, le passionL possono co11clnrre alle 'iolc.'nzc ed alla el'l'usionc di un snn.gue che è mio. Il mio don' rc è di c\'ilare ciò, di impC'clirlo. . \'ccrno J'i11dl'cli11al>ile neccssilù per la s1curez7:~ clcll'ltaii~ e della S:111ta Sede, che le mie truppe, g1a posle a o·u:t rcl in dcl con l'inc, inollrinsi per occuparo le posizi~ni i11tlispcnsahili, per la sicurezza cli \'oslra Sani ilù e pcl rnanl<.'nirnenlo clell'ordine. La Sanlilù Yoslra non \OlT~l \'edere in questo pro,·,·edirnen'lo un allo o.<flile. 11 mio governo e Le mie l'orze si reslringt't«tnno ad t11ù1zione conservall'icc e a lull'lare i di,rilli. l'acilmcnlc conciliabili, tielle popolnzioni rorn;rne coll:t inYiolabiliLù dcl Sommo - 10- - Ponlcl'ice, e la sn.1 ~pirilu<tlC' aulorilù coll' inclipen<lenza della ~aula Sede Se \'oslra ~anlilù. come non ne ùubilo, come il sacro carallcrc e la bcnignilù dell ' animo mi danno il dirillo a sperare, s'ispirerù acl un d~siclcrio cwialr al mio di evitare un conrtillo, e sfuggire al pencolo dc.Ila violenza, do\TÙ prendt'rt' col conlc di San i.\lar: "tino, latore di questo monllo, gli opportuni com.:Prl~ C'Ol mio go' erno, concc'r11e11li l'inlenlo clcsidcralo. ì\lt permella la Sanlilit \'oslra di sper;tre ~mcora che il momento alluale sia solenne per l llalia e per l<t Clliesa. · . Il Papato aggiunga l efl'icacia allo spirilo di hc11c\'olcnza incslinguil>ill' cieli animo 'oslro, 'crso <J.uc: sia terra che è pure \'01.;lrn patria. e ai senlime11l1.d1 conciliazione elle mi sludiai st'mpre con incroll<~l>!ll' perscYeranza di tradurre in <tlto, pcrchè soclcl1sla<'Cl1do alle aspirazioni nazionali il Capo della ca.llo: licilù, circondalo dalla devozione delle popolaz10111 italiane, conser\'asse, sulle spolldc ciel Tevere, una sede gloriosa cd i11clipe11dc11lc da ogni unrnna so\Tnnt'l'a. . !"> \ La Sanlilù Voslra, lilicranclo Homa dalle lruppc slranicre, t.oglien<lola nl pcric.:olo co1ilinuo cli .,essere il campo c.11 hallngl ia dci partili so\'vcrsivi, avra clalo cornpimcnlo. ad u11 'opcr<1 merm igliosa. rcslituila l<1 1rncc alla Chiesa, moslrnlo nfi'Europa, spuvcn(ata dagli orrori cle~la guerra, come si possono \'Ìnccrc grandi baltaghe cd ollencre villoric immorlali con 1111 allo cli giuslizia, con una sola pnrola cli affello., .Prego Voslra Beatitudine di volermi imp<irt1rc la Sun Apos~olica Benedizione, e riproleslo alla Sanlilù Vosltn i senlimenli dcl mio prol'onclo rispcllo. Di Voslra Sanlitù <' Umiliss. obùedientiss. e dcvoliss. « 1'illorio Rnwnucle » . Firen=e, 8 srllembre 1870. Ecco la risposla: Maestà, 11 conte Ponz:1 cli San Ì\farlino mi ha consegnalo una lei tera, che \'. i\l. pi:t<'f!llt' clirigC'rmi; m<t t'ss~l il - non è ùcgna di un figlio affelluoso, che si Yanla di professare la fede cattolica e si gloria di recria leallù. I? non enlre~·ò nei particolari della lcllera~ per non rrnnoYellare Il clolore che una prima scorsa mi ha cagionalo. Io IJencclico Icldio, il quale ha sol'ferlo che V. M. empia di runarezza l'ullimo periodo della mia vita. Quanto a~ reslo, io non posso runmellere le domande espresse nella sua leltera, nè aderire ai principii che essa contiene. Faccio cli nuoYo ricorso a Dio, e pongo nelle mani di Lui la mia causa, che è inlcramen lc Sua. Lo prego a concèéiere al>bondanti grazie a \'. M per liberarla da ogni per'icolo e renderla partecipa clclle misericordie oncl'eìla ha bisogno. Pi us P f>. I:~ . Dal 1'alicww, 11 sellembre 18ì0. Tra l'ipocrisia reale e la fierezza papale non c'è scella. Religiosamenle il re sabaudo era nè più nè meno di un padre comune. Andm·a a messa nelle cappelle reali come il genitore e come il genitore si facc,·a benedire e portare i santissimi Sacrnmenli se slava male. In Roma s·i è fatto consolare dalla religione due volte: quando si è ammalato grm·cmentc negli apparla.menti della Hosina e quando è morto. L'ultima \'Olla il capo della Chiesa ha cercalo cli essere coerenle con la sua politica. Egli che si considcran1 prigioniero di Slalo non YoleYa che il re andasse ali'altro mondo Yialicato e fece dire a1 cappe1lano reale, monsignor .-\nzino, il quale insisle,·a per. il permesso di portargli il Yiatico, che Pio IX, dclromzzalo, glielo rifiutava. 1-- Pensi, diceva il cappellano all'aulorilù ecclcsinslica, che il re muore: e al lelllj)O slcsso riflrll.a alla grave rcsponsabililù d1e essa nss11merch!Jc dinanzi a Dio e dinanzi <1gli uomini. \"folicnlo, alle 12,:rn il doltor Bruno arco~La\ a l'orC'cchio al cuore dei re poi si volgcya al principe L"mlJerlo dicendo: - Il primo re d'Italia è morto ! La sua sepollnra rn il la\'oro , cli centinaia di collaboratori. Chi lo \'Olc\ a a Torino. Chi 11011 voleva -l3- t2 - le c·scquic nel Pa11llleo11 Citi lo \ ole\'a in C11111_lido- <d10 china noslra in poslurn pillorcscn , d1cc'<l l "l i l Corrcnli. La runzionc l"lllll'l>re lw illl]H'J1Sll'rl () l'l'll~ l111 aia cli ccr\'clli La l rngedia sublime, di l'lli 1101 clcpulali, siamo i I coro. 11011 cl<'' e cll'ge1H'r'lrt' i.n confusione . llnil"o r11H.' agl i im p i<·gali, l"n<>cia lric·olon: ;ii cl e pul a li a lracoll<1, lull i :1 lulli i l>r;IC'c:i. gu:11.ll1 l>innc:hi di pelle e· cli sl'l1.1, sn1rpl' cli \'~rni~·c e ' ' l<l. P r i 111 a cl e 11 e 11 l r: li ·1 i n H o 111 a \' i t lo no I·, lll <111 u e I si l' giusl i l'icalo so' Pnle. con lclll're pri\'nll'. da.' <llllL a l papn. \'oslrn ~nnlilù clice\'a in una cp1slo!a pare \Oglia darmi c:1nco di q1w11to è proccclu~o 111 quella pnrle crILa li ;1 l'r1111·1 di co11l'en1wr.l' C'(_>~t ~l' Ycra c·cnsurn , Sll fJfJlico risi "l'llos<1nu•nle lr~ .~an(tlll \Ostra a \'Olcr prendere nd esanw i scguenlt talli e <' 011 s id eraz ioni. Figlio cll'\t1lo dalla Chiesa, cliscl'ncknll; eia slirpc religiosissim·1. conH' l>cn nola \'oslr,1 Sanlilà, h o sempre nulrilo sens i cli sinC'c r o all'.ll'C!lll.H.'lllo, cli Yencrazione e cli rispetto Yerso la Snnl:1 ~,ll~cs<l e l'. \u g u s lo suo Capo. Non l'u 111:1i e' non t' mia 1nl.<'llz ionr cli m ancn r r ai miei d ovl'r i cli prin('ipc ('allol 1co, <' di m enomare p er qu·rnto (' in me quei diritti 'C qudl'aulor il à, c h e la Sanl<1 Sede c<.,erc:ila sulla lerra per cli\'ino mandalo ckl Cielo Il « beatissimo P<1dre ('hl' si lmn cnlaYa di u11· 1 sua pr0Yinci<1 inYn<>a dngli it al iani 11011 si è.· !lH"iSO in 0ninocch io come il t'iolio clc\'olo Gli lw r isposto: o b t: Jlaestà. ! L ' jclca che \ 'o..., lr a ~lac<.,lÙ ha pensalo di manil'cs l arm i, è un ' idea 11011 sa\' ia e cerlume11/e 1101~ <!C()!W di un re cutlolico e cli un re della C:1sa d~ ~·1YOÌU. La m i<1 risposta t' giù :lite stampe ncll n cnc.1rl1ra all'cpiscopHlo ca llo lico , che l'uc:ilmcnlc Elln polrn leggere. D c l r esto io so no al'l'lillis...,imo non per 111c, .11.1a per l' infelic e s la lo cl c• ll' ;111imn cli \'. ~[., Lr<.)\'<tlldos 1 tllaqu ealo clnll c n' n s ure <.' cl<t qul'lle che rnnggiorml'nl.c l a colpira nno , d opo <'he s:t rù c·onsumn lo l'nllo sac1: 1lcgio cll'Ella co i s u o i h a11 110 inll'nzionc di rnelll'rc in pratica. Prego di lullo cuore il Signore, :ll'finchè la illu- mini e le dia 0crrazia -cli conoscere e piangere e gli scandali dal i e i mali gniYissmii da Leì procurali, colla sua cooperazione, a questa poYera Ilalia. Pius P. P. IX L'incrraliluclinc e la simulazione erano due carallcrisli~hc dominanti in \'illorio Emanuele. Ricordiamoci solo come ha lrallalo Garibaldi. Prima 'di farlo moschellarc per suo ordine, con l'ordine fir~ malo proprio da lui, per punirlo di aYer tcnt_ato d1 aprirg li le porle. della ci~l~ clerrn~, h~ fallo cl1 lull~ la SJ)Cdtz tone dct ~Iille. Quando •la l) er elisi rucrcrercrlt 00 t:> Sicilia era lihcn e il gcnt'ralc slaYa per passare m Calabria, il gran re gli ha fatto pcrYenire una lcllcra ignominiosa. Generale! \'oi sapelc che non ho ap11rovalo la vostra spedi::ione, e mi sono sempre tenuto eslrCfneo ~1.lla me~ desim<l. l\fo oggi la difficile posizion? ~n c~ll lrovas1 J' llalia, mi un doYcre cli mellcrm~ m ct11:cLL:1 co~ municazio11e C'Oll Yoi. Ne l caso che tl re c.11. ~apolL acconsentisse al compl eto scrombro della S1ctlin, volontariamente rinu n::iasse ([(f ogni maniera d'inf!;zenfa, e personalmente si obbligasse a non ese.rci_Lare pressioni di sorta Sili .~iciliani, cl_i _guisa che essi s1m~o pcrfcllamc11le lib('ri dt eleggersi 11 goYcrno cl~e 101_0 Lorna più grac.lilo, in .<i_ncs_lo, cnso. udile.! ucl1le, H~ credo, sarebbe per 1w1 ~l /Hll sagr;i_o /illrlilo ~1stTener~ 1 du ogni ulteriore _tenlalwo contro _il .':cgno di _1' :1p.~~1. Se YOi sie te di cl1vcrso parere, 1111 nserbo espi \SSc1.~ mente l'inlicra lil>crlù d 'azione, e mi aslcngo dal .[nrYL qualsiasi a ltra osscryazionc c irca i \'OSlri piani. Torino, 22 luglio 1860 . 1' illorio Ema nllele . ra Garibaldi ha p eccalo cli hon là. La s u a fede nel re è a ndala l'ino all'assurdo. lnY ccc cli rispondere alla insolenza reale s lrappnndo dalle bandiere_ il .nome cli col ui che d <wa calc i a chi gli allarg<wn il regno e piantare s u gli ed ifici s ic il.iani la bandiera ~lclln riYoluzionc si 'è acconlcnlalo cli disubbidire e d1 an- - 11~ - - dare a ;\apoli a conlcmplarc la tlblruzionc dcl n:ome borbonico. Al sovrano acciglialo e freddamcnle insolente Garibaldi ha risposlo: « Sire l A Vostra l\laeslà è nola l'alla slima e l'amore che Yi porlo; ma la presente condizione in. Ilalia non mi concede d'ubbiclin·i, come sarebbe 11110 desiderio. Chiamato dai popoli, mi aslenni fino a lanlo che mi fu possìhile. ~Ia se ora, in onla a ~ulte le chiamale che mi arriv:.1110, indugiassi, ve1Te1 meno ai miei doveri, e mcllerri in pericolo la santa causn, dell'Italia. Permeltcle quindi , c;ire, che qucsla. Yolla Yi clisobbedisca. Appena aYrò aclempiulo al nu? assunto, deporrò la mia spada ai vostri piedi, e v1 obbedirò fino alla fine elci miei giorni. Milazzo, 27 luglio 18GO. Ginseppe Garibaldi ». E dopo che cosa è capilalo al generale? Peggio. Compiula la sua opera sublime si è vallo alle camicie rosse dicendo : - Ecco il re d'Ilalia. Il sopraggiunto re tacque spronò il cavallo e se ne andò senza salutare nè h donatore cli regni nè i suoi cooperatori. La villania non è sentila clacrli uomini vcrarncnl~ grandi. Ma la monarchia, che % un'aggregazione c~i uomini comuni, non ha saputo sfuggire all'ingral1ludinc o all'insolenza Ycrso cli lui. Villo rio Emanuele II non era che il re elci Lamarmora che scrivevano l'Italia col g e volevano fucilare i Fabrizi, elci gc~ ncrali Pinclli che brindavano ne'i caffè alla palla d~ Aspromonte, elci maggiori Dc Villala, truci briganl~ che fucilavano i garibaldini sfuggili al calvar'io di Aspromonlc, dci Pallavirini elle di\'cntavano personaggi. politici. e sovranilù mili lari pc1· avere a\'ula la efferatezza d1 compiere 'il maggiore clelillo dcl secolo scorso . Co~c mm:ilo che rapprcscnlaYa le Yirlù .nn~io nali e il matrimonio a Yila, ha fallo scomp1sc1arc 15 - dalle risa il mondo laico e callolico. Tutte le gonnelle sono slalc sue. Per una ganza sul mercato per poche lire è stato capace di fare viaggi in treni speciali. Rubava le donne ai ministri come un volgarone dcl demi-monde. Rallazzi fu tra le sue vittime. La moglie del primo ministro che è stata di molli, ha scaldalo più volle il letto reale. La concupiscenza di V. Emanuele lo ha fatto andare anche lra le calcascenc. La Ivan ha narrate essa stessa le sue aYYenlure con lui. Il gran re preferiva le conladinc dalla pelle incatramata di trasudazioni. Il giorno in cui i suoi lenoni gliene hanno mandata una nel salollo che si era tuffala nel bagno e proiumal;:\ per la circoslanza, la fece tornare al suo tugurio la1e e quale. Le femmine che aveYano il gusto dell'abluzione lo disguslaYano. Con la propria moglie è stato il più impudente villano elci letti coniugali. Le ha fatto subire lo strazio <li assistere ai suoi concubinaggi. Rosfina che a\'eva l'abitudine di conservare i Yeri odori delle sue carni sode è il nostro documento. Essa a j)OCO a poco è clivcnlala madre cli parecchi figli reali 1 con~ tessa di l\Iirafiori, proprietaria cli molli fondi e . clt una vaccheria pagala con il denaro stalalc e nutrila con l'appannaggio morganatico del sire. La conlessa n furia cli essere nùschiata col 111011clo della polilica e col mondo della clegan~a ha. Jinilo per aYcre delle ambizioni che l'hanno sprnta frno a manifestare la sua preferenza per il Nicolera e per H Cric;pi. Come re cosliluzionalc è sempre st.alo .scorretto. I ministri non erano che i suoi sernlon. Ha messo mal volentieri la firma alla legge che solloponeYa i chierici alla lcYa militare, ma l'ha messa, per ubbidire alla volonlà del Parlamcnt?. Una volt<~ in una aiornata cli champagne a profusione, davanl1 i generali andati al Quirinale a fargli gli .augura dcl primo dell'anno, ha pronunciale parole che hanno commosse tutte le Borse. . - Spero che lulli, diceva, siano pronti, e che n~,1 falli che Yerranno, e<.l ai quali l'esercito non sara estraneo, esso possa acquistarsi nuova _g loria. Era il risultato di una mezza sbornia cd era un. nlagio. Le parole erano slate pronunéiate clici~setle anni prima cla I\ apolconc III, allora in Italia ad 1t ain larc la monarchia sabauda impolcnlc n liberarsi da sè . ~oi non seri\ iamo la lliogral'ia di Yillorio E~n.a nuelc 11 . Il nostro comp1 lo è limilalo a dare nl1l'vo alla fi gu r a monarchica nl'gli a\ vcnimenli clrll a indip rndcnza. Come prim o n· d ' It al ia l'g li hn _\'edu~~> amrnansali molli ros<.;i l' <.;c:1r la lli, molli re:1z1011<1~·1t1.! molli mangiatori cli r e e di r t'oo in c a l;1,·ola 1-.glt . ha veduto molli lhlJ:1cras 'indossare la li vrea mon arch ica e di\'cnlarc i° più rccll'li sen ilori ciel so\Tano e "i più acC':rn ili lll'l11iC'i dei nemici del tronc~. Ci lo il Dt'prelis, rcpubl>lit"\110 o c r l'dnto Lale, e il \ 'iscon li Yenosla, mazzini·lllissimo . Cno dci più sl"1ccia li è.· sh lo (~io\':llllli >:ic:olr1_,n. :\'on appena ministro (• anelalo al h;111c:lwllo a clll'C ai commensali chl' 11011 si pole,·a essere amico della unilù clella palri·1 senza cc..serc monarchico. Più Lar:<li qu es to versipelle è peggiorato H a me-;so in prigio ne lulli i SO\'Vc r si\•i e h a L1Llo perseguitare .\n : circa Cos la. li scroncl o t'he ha m anil"esln lo gl i sll'ss'. se ntim cnli cor ti ginn i e lo s tesso odio p er i pa 1: 1ri~1 avn n za li è s ta to Franct'st'o Cri sp i, di,·cnulo m 1111s lro p er suggc rim c nlo cli Ho sina . Villoria Emn nur le ha vccl ulo molli <l cpul ·1 li nnclar c in frantumi. Il più sver g?gn_alo è sl:i lo il (1·1lk11ga, il quale dando le dimissiom <h rapp r esen lan le della nazione, ha sentilo il bisogno di recidersi la tesla mazziniana, pros lcrnandos i a sua nweslà pentilo e umi lialo di ess~rc s la lo uno scavczz;1col lo ch e aYeva acce llato l'i11cnr1co cli spr ofondar e il pugnale nel cuore di un tiranno. Cioè, di Yillorio Em'anuclc 11 . Sua m~1eslù gli h a fallo ri sponder e da Cn\'OllL per dirgli che sperava che l'<wvenire gli porgesse l'o pporlunilù cli climoslran· con nuoYi fa lli qu!lnlo fossero sinceri il suo rav\'ctlimcnlo c'd il suo amo re p er la nobile c~1 u sa rapprest'nlala in lla li a ccl in Europa dalla generosa Casa ( li Savoia. lo ho co nosciu to Antonio Gallencra quando e ra p e n s ionalo dcl. 'J'im c>s e aveva giù sc~1llo gl i episoc1~ d ella s ua seconcb vila. Eravamo a tnvola . Non ml è mai ca pilalo, n eanch e al la Corle d ella regina \'ilLoria dove so no s lalo parct'chie volle di udire ser ' 'ilori così co rtigiani come lui . ' Parlava di s ua macsUt e si a1zava come un nome- - 17 - stico. Che flunky ! che lacchè! dissi, andandomene, tullo agitalo dall'orrore che sentiYo per il mancato regicida. :.\Ii è apparso così basso, così tristo che non ho mai mulo Yoglia cli crocifiggerlo alla croce delle sue Yillà. Il padre della patria, il grande monarc_a, l'uomo che ha Yolulo Ho ma ....Ah , ah! E' lui stesso che ha dello in una conYcrsazione pri\'ata con dci clerical i rimasta celebre: Non sono venuto a Ro ma per mia ambizione. Io ero più tranquillo a Torino, senza pericoli e senza fastidii: ma ho dontlo scnire alla necessilù della ~azione . E' dunque slala la >:"azione che è anelata nella capitale. Lui vi è andato per farsi aume~1~ar~ l~ lista ciYile, quando l'Italia di Yenliselle nuhom d1 ahilanli era alle prese con la miseria nera. . Prima di morire le sue orecchie furono allietate dal suo linguaggio dialctlale: Mi povr'om, dis~e sua maestà, cam despias lassè l'llalia in CtFl pa::.lz_>. ~le svenluralo ! Quale dispiacere di lasciare l'Italrnl in questi paslicci ! L'apparlamenlo dcl re al quirinale, dove è morto, era al pianterreno, in fondo alla corte . . L'est1:aneo senli\'a che anclaYa in casa di un guerriero . . ì\ e: de\'a i n anticamera arnii d'ogni genere, ricordi d1 sold ato e cli cacciatore. La sua passione per la ca~ cia è un ancclclo lo diplomatico. "Cn giorn_o_ ha cs~ lalo a firma re un trallalo cli confini che gli sopp~·1 mcYa unit sua riserYa da caccia. Fra la sua mula di cani a\'C\ a dci preferiti che gli saltavano al collo. N" ella stanza da pranzo cli \'al d'.\ osla, c'c.ra~10 bozzelli. paesaggi, fo tografie, litografie, quaclrell_1, I:a i quali quelle dcl Piltara che rappresenta"~ il. re, la sua casa, i suoi amici, attendati· alla caccia mfra le rupi cli \' alsaranche. . La stanza in cui è morlo è bisl unga, col canunello in fondo, il finestrone a sinistra e il letto !nddossalo alla parete cli fiancoi elegante, d~ralo_ com.e il s uo monumento in Roma. Tappezzerie eh cas1miro giallo. Sul caminello erano u no specchio: un_orolocrio due candelieri, due uccelli imbalsamali, d1 culi mfo 'co n crava tla bianca, ab ilo nero e cappèllo c~a diplomatico. Hitralli e quadri sparsi per le ampie pareli. Un seggiolone allo, con lo stemm a, con al - -19- 18 - dorso il finestrone. e in faccia' lo scrilloio. In mezzo un vaslo lappelo qu,1c.lralo l<woralo in famiglia. Lo slellonC cfllalia gli aYCYtl fallo popolare la slanza di slclle cli mclallo bianco e cli altra composizione. Egli avcYa imitalo il C'Onlc Yerdr. C'ol j'allend man aslre. Sono un omacc:io h~dl>cll:l\'a negli ullimi momenli, ma non posso fare' unn calliva morle. Colei che è lac;sù non lo permellerel>l>e, alludendo alla regina 1'1 aria Adelaide. Il poeta non si è fallo aspcllarc. Il clollo.rc T~ru~ no non ave,·a finilo cli dire: Il primo re cl Ilal1~~ e modo, che il poela<;lro Chirrnsc;i era gi~t in pul>l>l1co con i manifestini della sua poesia di l'orma popolnrc. 1 Sull'ala dc' Yenli ì\on corre che un suono di lugubri accenti ; Commossi lo piangono e popoli e Hc' Suo nome gìgan le ciel nostro i-;-iscallo È simbolo elerno, è lùl>aro e pallo n·ILalia, d'unione, d'amore, di fè. Non ho finito. Dovrò parlare ancora cli lui. Per ora mi conlenlo di dire che è morlo a 37 anlli, 8 mesi e 25 giorni. A vc"n C'Osì regnalo 28 anni o clocl~ci mesi come re di Sardegna e 17 comr re della pernsola. L'llalia piloc:ca l'ha monumcntalo un po' dapperlutlo. IL primo re d'llalia era un ruslicone. La srn~ collura non raggiungeva quella dcl Lamarmora .. .:\ ~'l 1.8GG, <lop~ ess~re slalo in guerra più volle, ll~dLi nzzava all eserc1lo un proclama che pareva scrrll<~ cla un caporale: V fficialt, bass'ufiiciali invece dt soll'uJriciali ! ) . Corpulento. Facc.:ionc da macellaio linO'lWggio cla hcce~·o. Enlnu~clo in Ho ma 11011 ha sap~tlo t~·o,:arc elle un fuwlmen~ i sT.una, come un uomo stracco rn ccrcn di una sedia. Il discendente di lkrenoario non lrn snpulo altribuire il benessere che o·li ~veva clalo il manlo re~al.c che a Dio. Fu re pe~· grazia tli J)i~>, rimase cnslrnno per Yolonlà cli Dio, ru il capo '5l': pile della . s?-nla ~linaslia Sabauda 1> per \'Olcrc cl1 Dio. I sno1 c11scors1 erano tulli inl'arcili di Dio. In presenza di Dio, io giuro... , di questo rendo merito a Dio » . Di oleografie ne abbiamo aYute delle ,·elrine in lulle le città. Gli speculalori avevano fatto cli lui un brenlalore vestilo da ·soYrano. Figura modellala con la falce. Fisionomia da boscaiuolo. Pelle abbronzala dal sole, solto la quale pareva scorresse il sangue. Occhi gn:mcli, incassali nelle ampie occhiaie, sormontali da sopracciglia nere e fille. Nessun pillare o disegnatore o scultore ha sapulo 1iprodurlo. Tulli i tenlalivi hanno dato dei moslrl. Pare riuscilo a farne un viso umano il pillare ,li\Iichele Gordigiani. Ma anche la testa di costui è parsa a molti quella di un bravaccio. Il quadro è alle pareli clel palazzo della :Jfargherita. J-:: spento Villoria lJ. Era un re che non aYeYa nulla cli comune coi SO\Tani incalramali cli elichella reale come suo padre per esempio. Si muoveva, parlava, si div~rliva, ma{1giava, amoreggiaYa come gli allri uom~m. Al posto di Giuseppe i\Iassari che lo ha fallo d1venta~e un re scrio che non si occupava c1ie di diplomazia e di indipendenza italiana, gli avrei conservato le sue carallerisliche popolane. Ne avrei fallo un re che non avc,·a gusto per i coslumi reali. . Egli godeva mezzo mondo a fare il re dei m01~ lanar.i. ,\! caccia li voleva ad asciolvere con Iu:. Non c'è burrone o Yillaggio o capanna che non ricordi l'uomo che :.wcva sposala una delle loro fun11~e: la bella Rosina. Dava a lulli qualche cosa. Spe~1va a una magnifica castellana un fagiano, una volpe a una bella p<H'sana e uno stambecco a una conla: dina faslosa di carne. Era prodigo. :iiolli aned~lol~ della sua frucralilà e della sua generosità. ,Q uei cli \'alsuranche i~olrcbbero servircene a centinaia. Da~ marcncro al J)ÌCcolo senza scarJ)C dallo scnclo agh ' uominio che non Yolevano credere eh ' cgl.i f oss e un uomo come oo·Ji allri ) dalle cìnc1uc mute prese l dn sua maestà per uccidere una volpe che de\'aS <WU i camJ.?i del contadino. - Sono i primi denari che ho venunenle guadagnati. 1 - - 21 - 20 - Ma poi ricompcn~~l\ a quello dalle cinque mule con un biglicllo da 300. La repulsione per la 'ila artificiosa era forse 1~cl suo sangue. Sissignori, non falerni gli occhiacci. DJle pure che io sono al livello delle lavandaie, delle porlinaic, delle ri\·c1Hlugliolc 1 ma non imbeslialilcmi col sangue reale. Il sangue di \'illorio Emanuele era come il mio, come il voslro eomc c.'ucllo della l'olla. Come'? Come'/ l'..' un segreto che ora posso raccontare, pcrchè il lcmpo mc ne ha s' incolato Segrel~~ che voi potete raccontare a chi "i pare e pince. ~, proprio così. Non liralemi delle sassate \ illorio Emanuele è un inlru~o della culla reale, secondo le ciane. · Dov~lc sapere che egli ha ani'lo la fortuna d1 nascere 11 11 marzo 1820, ora in cui 1wscc,·a nel palazzo l'erede ciel trono · elci Savoia La balia .... Il suo nome mi viene sempre in menlc acco1~1pa pagnalo da quello dci rrgicicla .. Havaillac, Da~111e11s, liudson Lowe ... In nome di una disc1razia m1 pare 0 ch'~l~a. abbia com1?iulo qualche cosa cli più di un rcgic1eho. La moglie di Carlo Alherlo si lro\'<l\ a al palaz~o ~uc.alc cli. Poggio Jmpcrialc~ sopra 1:ircnze, con il p1ccmo V1llorio Emanuele. La nutrice era una certa Teresa Zanolli Rasca. 1\Iovendo il lum~ intorno alla culla reale, ave\'a clalo fuoco .ai piz7:1 senz~ aYvedersene. Potete immaginare gli orror!· Al nlorno tullo c.ra consumalo. Se leggete le slona che narrano dcl fulm·o p<ùlre della patria troverete la stessa narrazione senza la sosliluzionc d'infante. E' naturale. I Carignanì U\Tebbero perè.lulo il contipualore della stirpe. Così c'è buio intorno a1l'a\'YC1um~nl<?. Non si sa se fa reg1 a"obìa conscnlilo nlln ~0sl1luz10nc. Io non ho opinioni. La regina era u1w l~de~ca. Ella aYcva più inlcrcsse di Carlo Alberto d1 piantare sul lrono italiano un rampo1lo in npp~ renza nalo da lei. Mi pare impossibile che si }W po Lu.lo farl~ alla madre. A ogni modo si snppon.c che il bambmo dcl macellaio l\Iaciacca abbia preso ~l P~,slo d~l marmocchio bruciacchiato senza che poi, prn t~rd1 Carlo !\-lberlo, il padre, si sia accorto d~l camb10 o ~e ne. srn clalo pensiero. Egli era tropp? ~c cupalo ?e1 ~uo1 adullerii per dedicarsi alla Iam1.glrn: La nutnce_rimasla combuslionala moriYa pochi g1orm dopo slrazrn.la e malconcia. '~resa Zanotli Rasca ave' J 'ia Ya lascialo un ricordo imperituro. Xe ripeto il nome perchè molli scribivencloli di reggia hanno smentita la sloria Ycra o non Ycra senza documentazione. Il nuovo \'illorio Emanuele era un maschiollo rubiconclo, vigoroso, Lnrbolcnlo che graffiava e morsicaYa i cnpczzoli della nuova nulricc. C'è anche un'nllra sconcordanza fisica lra il sedi<:rnlc padre <.' il sedicl'nlc Jiglio che può convincere anche un orbo. Il rilrallo clcl padre Carlo ,\lhcrlo aveva dell 'arcigno, dcl magro, ascinllilo in prrgh iere. Quello ciel così detto cluca cli Savoia, anelalo sul trono come \'illurio Emanuele II, lù Jù ! Era un pe<>o di earne. \'enloll'anni. Figura Lozza, capigliatura irla, bal'J'oni, naso arriccialo, occhi ùa popolano fiorentino. Cuslrullura fisica da macellaio. Prepolenle come un loro. :\on 'tollerava conlrarietù. Prodigo per pigrizia. Il denaro gli cosl:wa niente. Eroico a ca.cci a. Donnaiuolo impcnilenle. i\Iontagnardo per pa~swn?. CaC'cialorc, <'amminalorr, fumatore, sempre <Ula _ricerca di femmine. i\ alo per le f umne è morlo nelle braccia di una /umna 11 cluca di GenoYa, Ira Lello, quello che ha consegnalo .Jiilano a Haclelzky, invece era hcn fallo, piulloslo agile, allo di stalnr.~,.con C<~ pclli caslani, con occhi cerulei, con una fls~~no!nw dolce come quella dcl padre quand'egli er~ g10vme. L'uno come si è Yedulo non m·cva nulla eh comune con l'allro. Tiriamo Yia col \'illorio. L'ambienle diverso non 0citi ha fallo dimenticare la sua c.:lassc. Egli è rimaslo il figlio dcl ma.c.cllaio anche sul trono. Così si cap'ìscono 1 suoi s:usl~ p1c~ bei le sue credenze religiose, i suoì pregrn?1ZI. d1 clo1~nuccia, il suo linguaggio dialellale, i suoi c.ompiacimenli per 1<1 vila paesana. la sua diso~ct~pa~1011~ giovanile, i suoi bisogni cli domare .i suoi islmll. con gli esercizi e con le cacce, la sua v1la spenclacc10na~ la sua Yolullà per le ragazze polpute o lellnle, pe1 le conlaclinolle, per lc,lote di slalla ~ pcr.quc_lle eh.~ gli portavano, con la freschezza degli ~um:, g~1 ?do11 acri degli ambicnli in cui vivevano. I prolunu signorili lo indispcllivano. . Un allro serrno, un rillro indizio suli>origine eh Yillorio Emanuele è la scontrosità che esisteva ln' padre e figlio. L'uno non vedeva Yolonticri l'.altro: Carlo Alberto lene' a lontano i figli, ma più eh lnlli - <!2 - il figlio dcl ma<'l'ilaio, t:omc t>i ù \'olle diceva ·calloracc. I hiogral"i cli cnlrambi registrano ì loro scnLim cnli. Il padre. pur s:1pc11<10 l'llc il fiirlio doYC\'a c.:,scrc il suo successore, non g1T ha mai i~ermcsso la menoma parlccip:1zionc <1gli :1rfari cli Sl<llo . .\1111110glialo, con l"i gli, il padre era <':tpace cli m:rnclarlo i11 castigo per un ritardo di la\'ola . Ccrlo, prima drl matrimonio, \ illoriu era hislrnllalo e punilo d:d genitore come se fosse slalu un suo stalliere li figlio, '>C'apolo o ammoglialo. 11011 '>Ì (• mai lro\'alu a palnzzo c:hc a disagio 'Egli cernl\'tl 1 suoì sYag"hi lonlano dalla reggia. Pass<l\'a il suo 'icmpo in munlt1g11<1, per Il' paludi, dietro <dll' anitre Sl:h·alichc, a caYallu, nella s~orica giacca di 'ellulo: dall ' ampia lasca <tlla c_accialora , sollo il cappello alla Ernani, nelle ab1lazioni dci suoi cacciatori dO\ e Lro\'a\'a cacio. p:nn• l' \'Ìno e fanciulle della '>t;a ì'anlasia. · Dal disaslro di ?\o\ ara è uscila la <>tta :iscl'llsione. Brutla ascensione Tempi clif'l'icili. Per i ronlcmporanei è sl<1Lo un C'repa<'uore. ll giovane rr tarta ssalo prima cli salirt' il trono l'ra coslcrnalo. Brc\l'. E' salilo in mezzo alla inclirrnazionc. E<rli fu Lra i so\Tani SU\'Oiarcli il piìL im~opolarc. P~1zza,,a di_ Leclcsco lontano un miglio. Era slalo l cnulo a cn•s111 1y eia papù Huclt•lsky . J>o('he ore dopo la clisl"alla cli era s lalo fra le braccia cielI . .?'\o\'ara c<;li n gcn~ra 11_ss11110 auslria('o " implornrc clcnwnzn .. palli cl1 pace hauno csasp<'ralo la Cnmera p1c1~10~1lc_se. 11 gi~H·no che si è sapulo che H~u.lclszk~: lu rnlnno cons1crlicrc dcl re ci sono slale n\'ollc di 0 J?iaz_za. Y!Llo!·io Emanuele 'si è persino anunalalt~ Salliamo il ncorclu dcl suo auslriacanlismo Passal,l la bufera in nome elci suoi <»io\'ani anni ha incomincialo acl essere un po' schiello. In una lcLLc ra _a qualche diplomatico, diC'cvn: Io non ho desideralo 1} lrono e speravo s<i1irvi il pitt lare.li possibile, poicl~c n?n ho nessun .guslo per que s to meslicre cl.lC _e polo pia~evo_le,. ed a~ lcmpi che corrono poco Ial'.ilc · I suo1 pnmt passi cli persona coronala so no ncl'.ompagnali . da rpisodii <li callivo augurio. ).lcnlrc snliv•1 la scal~~ dcl palazzo ì\Ia<lnma pei- nndare ncll'<n~ln scnalona a prestare gi uramcn lo di fcdcll~ alla J~HZH~ n~, co~1 un gruppo cli clcpulali e col I\lcrn1brc~1 ll1 di: \'LSa cli colonnello dcl genio, è cad ulo uno dei rosoni - 23 - ~!ella 'olla che pc~_arn. diccine cli chilogrammi e che e 11~a11~alo poco glL :.1m~asse sulla lcsla. Subilo dopo la 1am1ge~··~la ragione cli Slalo gli ha fallo firmare la !-..Clll~'nzn cli morte contro il genera le Girolamo }{amon!1<?· 111oscl1cll:.1lo come lraclilore per t'a sua disubl)l(IJc11z:.i agli orcliJJi ricenili cluranle la dis:.1slrosa guerra di C:.<1rlo . \lb~rlo. Il Hamorino an'va implorala la grn11·1 cklla 'ila <l \'illorio Emanuele. Con lui a\"l'\H \'inlo ltt clisciplinn Il proclama elci re. dello cli :\Io11r:llieri. Ila l"allo perdere il po'iLO cli clircllorc della Dtri::::cllu l 'l/iciul<': <1 Felice Homani, pcrchè in esso c1.«1110 slalc l:a111h1:.1ll' lrc o ciuallro parole per ord111l'. prohal>ll111e111<.'. dt'I JY.\zcglio. ministro, colui che più lardi lo ha fallo diYenlare il re gala11Luo111~> .. çc lll' sono slali così pochi di re galanluom1rn. <.11cc\ <l, elle s.trcl>bc Yeramenle bello il com inciarnc la serie. - Ilo proprio da fare i 1 re gnlanluomo ·> - \'oslrn ~Iaeslù ha giuralo frdc allo slalulo, ha pensalo all ' llalia più che al Piemonte, cominciamo da queslo momcnlo. \'il lorio Enrnnuelc si compiacque più l<trdi della lrm·<1La l' sul registro clel censimcnlo lorin rsc, nella colonna delle prol'essio11i, scrisse. re galanluomo. 111 grammatica il principe non era più Jorle dcl pnclrc. Forse perchè i pirmonlcsi non parla\'ano che un francese misto cli dialetto picmonle~c. E' il Chialt1. l'autore della Sloria l'.Olllemporanea che lo ha sl'f"illo,. \'illorio Emanuele 11011 i=ispcll.tYn mollo le regole della lingua italiana . ~:t'l lolo sul gionwll' urrici·lle :.111dò sulle; furie come l 1mperalrice dci fr:llH'l''>i qua1ùlo lesse la slcssa cosa sulla J,anlern<' di Hoclldorl. In tulle le '>Lll' m:.111iksl'lzio11i reg<ili e·(· D.io l' Li Pro\'\"idc11z:1 Nel procla111:1 ai suoi popoli si legge: I ~lcslini delle nazioui si nwlurnno nei disegni di Dw: l'uomo Yi dclJIJ(' Lutl-1 b s tw opera .. \ queslo clcllilo :0.!ui non <1hl>inmo mai l' poi nwi fallito ..\llro,·c: la salule e l'ono re della palria formano il coslanlc soggcllo dcl mio prnsÌL'ro clii mi affido cli poler com: picre coll'niulo drlla Prov\'iclenza . Co11l'orlia1110CL reciprocamente e riserYiamol'i a quei giorni pitL forLunali che la Pro' \"idcnza farù sorgere infine per la - - 21· - infelice p<~tria n~slra ·. Guarito da una m<ilaltin pcric.:ol?sa e nprcso 11 mestiere cli n·, in un .:.11lro prodama « ai popoli dcl regno c'è la mia gratitudine \'crso la Provviclc~1za , il Dio c.:hc gli 'iia e rcslilttilc la salulc e le !orze , l' Id<lio elle h:1 ,·oluto èll'Slinarlo al. trono e f'aiulo della J>ro\'\ iclen1...1 . Insomnrn, DJO è in lulli i suoi movimenti . Del mfo onore non rispondo clic a Dio n . La Casa Salwucla condurrà più in .lù, quando a J) io piaccia . Di l:111lo bene ne rencl1amo mci·ilo a Dio: chè senza :\iulo so\'~·unurno 7 parla (lcl ':)H. q u:rndo a\·eva gi<I cl l'Ilo che cl~ lanlo bene a1Hli:11110 ·c 1l'hilori nel un .\lll':1lo magnanmH_> non <)~ C'ompiono h11prc.se mcmor:11Jili alle prcscn~1 e _al_lc Iulurc ge11cr ..vio11i . Uuranle. le sue malall1c s1 e sempre conl'l'ssalo e si è follo so111111i11i0 slrarc .. i sacramenti e ha dato, in unn volla sola, 200 nula,lirc a 11011 ricordo più quilc san~tuario per placare I ira di Pio IX. . La morale ul'l'icialc <'h'egli rapprescnl:na st.11 lt ?11?, noi;. era cerl:11ne11 lr quella eh 'cg l i ml'lle\ a 11\ pt '1l1cn. Ctlo sua moglie. \'illorio Emanuele lw sposal~ 1~1 propria cuginél i\Iaria .\dclaiclc, arcidurhcssa ~ liglrn_ dcl H<1i11rri d',\uslri:1 J'l 1 aprile 1812. Lr rnfedella ?On<? incomindnle 1;ri111a che lramo~1l.assl: la luna cli miele <' sono continuale fino alla d1 lei morlc ._ Il peggio è eh egli , olcva ch'ella J'os<;C cons~pcYole delle sue \ ariazioni femminili. "\'on so s~ sia.. slala la 1iausc·1 o la stanchezza o il bisogno cl~ qmelc che abbia inclollo la moolio a sollomclll'rsl alla legge dcl l'orll' Fallo è elle t'hionT;d'i sono lLic0 c:ordo nel dire che :\Inria .\cklaiclc o[i Ila lasciai~ dolccmcnl~ ogni 1'acollù cli dare Jil>cro ·~·orso fuori cli ~~1sa, a lullt gli impeli dcl proprio estlberanlc .tc1~ 1 pr1 d~~1.c 11 Lo · ì\Iodo dolce per approYarc ì suot adullcLJi. e la sua conclolla di sovrano <' cli nrnrilo, l'und al 11 vello dcll' allro. . D<~ questa clo11na, morla dcll'ulli1110 parlo, \'illuno Em:111ucll.' ha anilo: Clolilc.lc, Uml>crlo, .\mcclco, 0<.ldonc, ~Iaria Pi:t C<trlo ,.\lbe1~lo Yillorio Enia-~ nuclc. ' ' · . , La ~lol,ildc nndò sposa al Gerolamo Bonapn~·Le. L,Umbcilo e ;"'l~C'c·edulo al padre con la ~Iarghrnl~ 1 ~ ... Am~cl.co .sai L il lrono <;pagnuolo dal quale clovc~L~ scappai e con la Dnl Pozzo della Cislcrna, moi l.t 25 - lasci~w pos~~ al.la Lclizia. Oclclonc, duca di MonIe1:rato, lu .1~ p1u ~lorlunalo. Fu il Rigolcllo dei Sav~1.a. Hacl11l1co,. gil~lrns~>, perito con la passione di a1 chcol.?go. ~Ia~rn Pia, cll\ cnula sposa dcl re del Portogallo \ 1 l~o1:10 l:.manuele, morlo dodici giorni dopo la madre, v1ll11na dcl parto. . \'il.lor.i? .Emanuele II è una pront che l'amb1en L.c e plll Iorlr degli indiYidui. Il figlio della ma~.el.larn, m~a ':oll.a ~\ Corle, è anclaio sulla morale ~1 f llcrnle. coi p1.edi. ~on .ha avul? nè rispelti, nè riguardi. Ila fallo i suoi comodi. Ha amalo chi ha Yolulo .e ha. in<lollo. la mad~·c dci suoi figli ad assistere a~ suoi bagordi carnali con il sorriso della ~p proyaz10ne. . IL ma~el~aio, è _più eh~ allrove nel proclama dclto eh. ~Ioncahcn. Egli ha v10lentala la piazza " e ha scwllo la Camera con una burbanza inaudita . Per La dissoluzione della Camera dei deputati le libcrtù dcl paese non corrono alcun rischio diceva Lui. I primi alli legislalivi furono ostili alla. Corona ma lni che si era promesso di sah·are la ~azione ~!alla lirannia dci pnrlili, sciolse una Camera. <1 aivenula impossibile . Per la dissoluzione della Camera clei deputai i, dicc.•ya con \ore orgogliosa, le liberlà del paese non corrono alcun rischio. Esse sono Lutelale dalla Yenerala memoria di re Carlo Albcrlo, mio padre; sono aHic.lalc all'onore della Casa cli Savoin; sono prolelle dalla religione elci miei giurmnenli. Chi osrrrhhe tcmrrc per loro? Non parliamo dell'odioso pensiero di Yillorio Emanuele di rnrndicarc il soccorso della spada abbi<+ la cli ì\npolcone III per il '39. Se Le monarchie non fossero un malassiemc di abiezioni e cli clcspolismfi, nessuna, per c1u:.mlo fangosa, si sarebbe bullnla nelle hraccia dcl manlenulo di Cora Penrl che nYeYa nrnssacralo ln repubblica affic.l<1la alla sua cusloclia, e che aycva ass:1ssinnli i repubblicani per le slracle di Parigi per u 11 ltworo di ambizione personale. C'è 1111 momento h1 cni si sdegna di accumunare la propria causa con i Jilibuslicri clel hnsso impero. Yillorio Emanuele si è inYcce inginocchialo al parvenll che gli ha poi dom::mdalo la cessione cli Nizza e SaYoia, come prezzo dcl sangue versalo per la cupa ambizione di popolarizzarsi come il \incilore di Maicnla e di Soll'eri.no. per TI re clC'lla clc\oz101H' 2() - 11~1pCJlt•o11i(':1 ha C'OSlrui!o il suo l'<iil'i('io su u11,1 ll'1c.;C' cli im111or:ililù politil'lle ('Ile 11css1111 polrn cli s i11J'C'il:1rc. Le amanti di Vitlo1 io Emanuele Il Emma lvon e il suo Vittorio Con E 111 m a I , o 11 11o11 e i so 11 o 11 <'.· se 11 <'.· m ·1 lei sles'.'>a elle è· a11clalt1 in publJlico con le sw: C'Olll"('ssioni So110 c·ci11J'cc.;sio11i sla\'all', falle :1 dc11l1 slrelli, piene cli n·"lù·e11ze l' di giri lrasculogi< i per i <;otli11lc'li maligni, ma c.:011l'l'ssio11i Come sc·us l :ill:1 \ il.tC'C'ia della ma11lt•nt1la. il prdaziu11isln l'll:t pn:sen l ala come u11:1 l>uon:i ('rcalur·1 nal:1 in co11d1zio11 i miserabili e ffcsciula in mezzo :1i gt·11il1iri l: J'r:llelli s('cller·1li . C'è <.,emprc una ':ìC:Lls:t quando s1 I r:1 Ll:.1 di porC'he ! L'm'\'Cncnlc prim:1 allr icc della del'unl:t compagnia milanese è· s lal a co11cle11<.,nla cl<ll <.;UO dirdlure c·o111e un tipo unico cli figlia di E,·a ciel 1110<.;lro ll'_ll.~po. u11 problema cli i-;Lt'rismo :1 freddo, una })l'r-;011.1l1c;~ zio11c dello sp irit o sc:al'C'i:1pc11sicri, una sinle'>i <11 a\'1dilù rapace, un 'epopea di disi111l'rcsse, un cnmpo :1pcrtn cli capricci, di c-;lri, cli Llulasie di doglie. di bran~c, di \ an il ù. cli ambizioni, cli \'ttlll'<t<;iamenli cli simpatH'. di anlipalie. cli lil>iclini, di !'r~cJdezze, ~li al't'elli, di JHl"iS ioni in c:onlinua <·01ilraddizio11e con sè '>lesse. nnzi in conlinua ribellione fra loro; un lipo di ani,.. rizia sorcl i<l a, un mostro cli i)rodicralilù un'ccato111IH'• t> , cli toilc llcs, una en lusiasla dei risparmi, u11'apolcos·1 clclln po llron cria, un l)rodicrio di allivilù rni'ipcrlrnlc h ' . cli egoismo, un miracolo di 1>11011 cuore una iena pazza di ferocia, 1111<1 <'ap:1ce di ripclcre ~011 Brill:itSavnrin che in una tnl s:tlsa nvrel>bc mangialo suo padre L'epilogo della <'nrricra clamorosa di .ciuesl:t donna è slnla la c.:ommcclia l'inila al lribu11 ~1lc per sos lilu z ione d'inl'anlc o per Jii1la gravidanzn. . La madre di Emnw, cerla Sldania .;\lichon, s i lro van1 a 'Fire n ze in una bollella rabbiosa. Ila mandalo una supplica al r e per o'ltenere < onesto » 1~· j 27 - collocamcnlo alla sua Emma . Le Yenne concessa una mezza pensione in un istituto della Toscana » . Chi le\'ò dal collegio la fanciulla e in\'ecc cli condurla a casa la condusse àl palazzo di Yillorio fu il con le C ... , nrnrito cl ella bellissima C. . Da quel giorno madre e figlia nrnlarono condizione. 'Emmina era lancrc . La Emma era dunque cliYenula una delle lanlc di \'illorio. uno degli uomini più amati e più illuslri ciel suo lempo . La Emma polcYa Ycderc Yittorio lulle le ore i 11 cui lui non fosse occupalo cl ai suoi affari importan lic;;sim i. \'illorio, d'estate e cl'i1wcrno, si a~ zaya all'alba, he\'e\'a un bicchiere d'acqua gelala, n: \ ol CTC\'a una · bre\'c orazione all"Essere supremo, pot acc:~nclc\'a il suo famoso trabucco cli Ycra .\\'ana . Qumùlo Emma cn"iraYa net ~10 appadamenlo, un seno co1Te\'a acl a\'\'ic;;arlo e lui rimonlaYa le scale e cl:l\'a ordine cli non lasciar passare seccature. La U\'CclcYa clomanclandole: - Cos'jelo d' neuu, Emma? TalYolla Emma assisle\'a alla colazione d~. Yillorio. Egli scligiuna\'a non prima di mezzo gi<?_rno C facC\'a llll solo paslo al giorno . .\Ina\'a assai la bislecca quasi cruda con mollo pepe. TalYolla la signora ~Iic:lrnn nome cli maritala ) g li mancl.m«l una ccrla zuppa Puah' io scnlo che non a\Tl'l po~ulo mangiarla! \ con moli i fagiuoli che essa sapeva 1~rc squisila e che pi:H'C\'a assai anche alla E!nm~. TEra il re sopraffallo m1-allra \'Olta dal macclla10. .;'\ella camera doYc egli era soli lo riceYcrmi ha dello la Emma la ~rialla. io non \'idi mai mmlonn~ apP('SC al muro. c:·erano fiori e g<"lbbie con \':~ghL lH'cdli d'Oriente C' ~<L\mcricn, di cui egli amm1raYa la Yi,·acilù ccl i colori. ~la s1ipporrc che Yitlorio fosse un YO[CTarr hicrollo che tcnl'sse i santini nnchc nel ancora, che c 0cr li ne• Yol-l nualJineLlo c1·01ico " e., 1wircrio t°'t"'I lasse le imm agini qu ando. Yol~,·a. da~· un ,b<'.c 10, at u11n donna è u11a corht'll<.'r1a . l ~glt od1:wa 1 el1chdla. :ì\essu11a cl~rnnn, dice Em.~na, l~ltç> s~perc pi~1 di 111~ che rnzza di corruzione st lro\'l m allo. :;\la rn ..,t\<~n~.e di Dio qual'è la socÌC'l~'1, . cptal'è la c::s ln, ~rua l e ~l celo che possa Y~11Hnrs1 ll1 essere JWl\'O . dt c_o rruzione? Ciascuno ha le sue . .-\Imeno do\'c 10 m1 lroYavo c'erano tradizioni, consuetuclini, c:orlcsic, gen- - 28 - Lilezzc e spirilo che assolulamente noir ho più lro\'alo nelle altre societ.'t . Yillorio lene\ a le sue udienze mollo JJrÌ\'ale alla mall11~a, ~rnnnc .la dom~·nic'a e il gioYcdì. In quei due g10rn1 che nccve\ a i dignitari e firmava cìò clw doveva firmare non voleva saprrc cli clonnc. Emma era un'eccezione. Ella nnclava da lui nnchc in (Jlll'i due giorni, all'ora della colazione, l'ra le undici e mezzogiorno. Talvolla faccYa colazione con lui. I ca.ni predjlelli dal signore <li Emma erano ~Lisa e Ì\l1lord. Quelle povere heslic pnrC\'a sapessero che la Emma era la bien-aim<·e di Yillorio . Xalalc A.gh~!no , . cl ice Emma, capo elci gabi nello parli colare dt \1ltono, parente della bella Ho'::>ina la conlcssa di illirafiori, non v'édcva di buon occl1i; la relazione cli Villoria con mc. La èliccva 1'11Ìmonlle e cercava 'di farla cessare. Aghcmo lrggcva a \'illorio le suppli('hc, le leltere amorose c co11l'ide11ziali e il resoconto dci giornali. '' gua!Hlo \'illorio a\'C\'a bisogno cli domnnc.lare un po eh clcnaro nl suo economo sotcva farselo buono con regali di selvatici della sua caccia. IL suo economo era ìl con le Visone. e na volla Emma h.a do;rnandalo a Vi llorio che cosa pen<.;asse cli Ganbalch. - Garil.rn.lcli , le ha risposlo \'illorio, è per m~ come lo spirito "~mlo nella triade callolicn. :\kl!L cJ~e Cavour sia slalo il padre e che io sia il figl1u~lo venula a rec!in.1Cre il genere italiano; (;arihnlcl1 compl~la la lnn1lù .come spirito santo. C~r.~ lamenle .se 10 non m·es<.;1 a\ ulo questi due uo1111111 non ,?arei forse . quello che sono . . fr.a le ,nllrc impressioni, aggiunse Emma, non cl1mcn~1ch.ero ~ma cerla sfuriala contro Quintino Sl'lla, eh e< .c~1rnmava il quinlin cli Biella , il quale ~!·a nssa1 sl1l1co nel ~0~1ccc.lergli i mezzi cli rar bu011_a 11~ura ~ella sua pos1z 1011c lan lo eccezionale. Il m1111slr? s1. crecl~cva. in dovere cli censurarlo per la sua procl1g.a lllà. !·- lu i, Vittorio, diceva che ciò che chiamavas1 pro.chgalil:~ nei privali, in lu i era ncerssilù. ~ Se 10 fossi daYvcro lo sciupone che voi dilc n.on c1 sarebbero lanli lamenti sulla mia pilocchcna. Sa ~!1c cosa debbo dirle, caro Sella? Che ;io ne. h.o g1~ abbaslanza delle rimoslranze cli Visone (numslro della sua casa'). Egli vorrebbe che io, ve- -29 dOYO, libero, forle, sanguigno, non vedessi mai nessuna gonnella, oppure che non dessi loro il becco d'un quallrino. Che bella figura farei io se dopo aYer ollenu lo i fayori cli una bella ragazza la dovesse andare allorno a dire che ho gabbato l'oste! Una mallina, lroYandosi Vittorio al verde e stretto da impegni d'onore che gli davano molla molestia aveva fallo chiamare Yisone e Sella e aveva lor~ spiallellala La sua posizione. - Vedremo, stabiliremo, faremo cli lulto. - ~o , no esclamò \'iltorio, - no non YOglio sentire i l'uluri, Yoglio i presenti, io. ~on c'è nè faremo 1fè sluclicrcmo. La mia cassetta particolare è vuota, quesli denari mi ci vogliono. l.Ina volta falli i debiti, conlagg ! bisogna pagarli. Aghemo, come ho d ello, era cori'trario alla relazione cli \'iltorio con la Emma. 'E lui l1a /fatto cli lulto per Tarla cessare. :\Ia la colpa principale della rollura pare sh stala la infcclellà della manlenula. Ella aYe,·a allora 15 anni e aveYa commesso l'imprudenza cli ricevere nel suo appartamento l'aiulanle dcl re e cli nasconderlo sollo il lello nel momento in cui \'illorio slava per entrare a farle visita. Essa è nella collezione delle donne che lo hanno spoetizzalo. Qucslc supposte rivelazioni sono state pubblicale quando la Jyon aveva già sulla testa una condanna cl i tre anni come soslilutrice d'infante e quando il Silvestri, diYenulo deputato, continuava a credere che il t'iglio sosliluilo per 'truffarlo cli più fosse suo . .\lla I ,·on è s1nla concessa la grazia. Fu la sola prigioniera ilaliana che abbia potuto mòhìliarsi la cella con un lcllo signorile, un armoir principesco elci lappcli eia odaÌisca e una toilelle regale. P~r queste riYelnzioni e allre rivelazioni rifalle e pubblicale sollo diversi liloli ella ha preso dall'eclilore ,\ngclo Sommarnga, il più illustre eclilorc italiano messo in fuga dalla legge, lì.re mTilc. Leggcle Luigi Cadorna nei suoi disast ri militari - L. 1.00 (i1wiare t'<t[Jlia alla 11osf rci Casa) più Cen l. 30 per ln raccomandazione. È sotto i torchi: Il Re alla Guerra - L. 1,50 - 30- Un'altra donna di Vittorio Emanuele Madama di Solms ' 1 La ùouna piaciula al mio cx SO\Tano Ju una B_onapar.lc. S~ chiamava Maria Sludchlmine Lclizia. mp~le cli L.uciano po1.iapnrlc .. Fu la donna più mo11dai!1zz.al.a che. abbia i.mp~rad.1salo e ubhriaralo per J.rn1.ccch1c sellunanc V1llono l:mnnuelc. La cli lri vila Ju rn mezzo a un numero in l'inilo cli avventure. Precoce, dalla faccia su ctii slampcrc'i anche aélcsso che i~on posseggo che 1a fologral'ia i miei baci impetuosi. 1. . 11.a fu ~na /emn.1e .nazionale, in lcrnazionale, uni' c1 sale. Francese, 1lal1ana, spagnuola, inglese, /emme d~l monde, femme de lellres, artiste. Ila sposalo più dt un uomo. ~, slala contessa cli Solms, madama ~r~Jana Rallazz1, ma~lama di Hulc, sempre innamo1 ala . . rn ~mo~·e ha v10Je11lalo tulli i principii, come un~ 'ollalacc1a, rom e una lfalrngas. Si è clala a Villano ~p1anu~lc con Io slesso ardore con cui si è <~al a pm ta,rcl1 a don Emilio Castellar, al cigno della Sp~g1~a, ali ?r~lore paragonalo a Miraheau, prima che ci.nems~e prcsHlcnlc della Hepuhblica dopo Ja cacciala d1 Amedeo. ' 1~mbiz.io.sa , volubile, conscia cli esc;cre un valo.~·e. 1emnumle. ~iena cli cl.~armf.'s, ha dalo agli uomun la sua follia, senza rimanere cli alcuno. Ella era. una. bec~ufy cosmopolita che non climcntic~wa mat che il .ln~nfo.cli un giorno clovt'\'a essere cancC'llal.o dal lnonlo. eh un allro Salonisla e dominatrice prima .ancor.a cli u~cire dal periodo delle carezze ma~~rnc, nnpaz1cnte dt gcllarsi a nuoto nella Yila ha 1Spos.~1to :i.n u~mo cru:1lunque, a cliciasclle anni, il conte I ~dc1 ico d_L ~.olms, uomo che non rra nè giovnnc ne.: !>cl lo ne 1 1cco: N ?11 m·c.'va~ <'hc la povcrezza cli un l~ll~JOnc. Uh·1 1.ntscna ! ì\Ia era un uomo, uu pa1 m enlo, tìn gei ~ntc responsabile. Un uomo che la sol.Lracva , alle.~ ~!rann ia. cl ella morale casnlil{ga e le pc1 meltc:, a d1 11vcrsars1 a capo i'illo nèi p1accd dcl mondo. Ed eccola ?ubilo amante dcl conte r\lcxis clc Pommercu - un ciambellano di Corte che spendeva e spandeva cento volle più dcl marilo, relegalo ;m - 31 - ~~Ila funzione cli blasé. morto lasciandole una fayolosa 1.orluna che le è stala contesa dai parenti del de1unlo con una sccruela di processi. Di una in lei! igenza superiore, suonava diYinamenlc, canlm a come una prima donna di rinomanzn r miniaYa con una élelicalezza e unn 11101-;biclezza cl~ es!-. ere paragonala al :\Ieissonier. " Napoleonl', cugino cli lei, ha dello quru1d' cra \WincipL'-prcsidenle: La mia bella cugina è la perfezione delle ';irlù. Le ha lulle : Le buone e le calliYe . Prima di superare il capo delle tempeste, i 30 anni, madame dc Solms, che aYe,·a inauguralo nel proprio palazzo il satollo della politica e della letleralura frondista , è stata considerala ilrn:ll sovversiva dell'impero cd espulsa Yiolcntemcnte dal signor cli Maupas - ·u capo della polizia c11e ha fatto, cogli altri malfallori, il 2 dicembre. Ella ha protestalo, scrille lettere indignale m ·g~0rnà1i parigQ.ni, ma ì Bonaparte hanno aggiunto al decreto cli espulsione immediata la confisca dcl lilolo clinaslico, facendole sapere che ella era una usurpalrice. Ma poi dopo mollo tempo cli esilio in Torino è riuscila a vedere .N"apoleonc III e tullo fu accomodato. Ella poteva rilornarc a Parigi senza essere considerala una donna proibita . .\ Torino ella vedeva t.anli uomini polil\ici e lra gli eminenti Crbano Raltazzi, allora presidente della Camera. C'è slala un po' di corle. Il trionfo cli \'iltorio Emanuele è in t1uel pc1;ocio. Ràttazzi, cli\'enulo minislro degli esteri, non gustava più la vila di scapolo . Il noioso conte cli Solms, si era len1to, di mezzo con la morle. XuoYe nozze. Quindici giorni dopo ella riceveva la benedizione nuziale. nella chiesa ~li San Filippo. a mezzanollc, alla presenz~ degli mvilali. S. l\I \'iltorio Emanuele, orgoglioso cli avere f)recedulo il ministro ha contribuito a far luccicare la YedoYa di Solms , nella superba. toilelle cmfùida loglienclo dai climna n li della Corona un gioiello degno di una regina. f A Firenze Vil lori o Emanuele si era. sbarazzato elci consen·alori e abbandonalo ai liberali che aveYano per leader Hallazzi. Una sera a tavola, mentre Rallazzi era presidente dcl consiglio, sua maestà sedeya con lulli i ministri, con tutti i cortigiani, con - - 32 - Lutli i_ g_enerali che freque11lan1110 la c;,un. mensa J1 re era Y1c1110 a madama \\'all'wska . Tra lui e lei era nala la co1n crsazione - 1~~·etc pochissimo appclilo, sire, c;,Lasera . - E r· co~~l cl.1e mi capila SO\'enlc ai pranzi di pa1 ala ( \ illo110 Lmanuelc 11011 assaggia\'a mai Il' \'i':~rn~lc delle l~,· olnlc cli gala. Preferiva quelle clella cucrna della \ crccl l;;1na 1 . C:onlcss[l \'Ì prcao di non 0 baciare a mc. ' -:- Pure,_sire, vedendo elle \'OÌ assaggiale cli 11wlaYogl1a le \'lvande perdo anch 'io l'appetito. Dopo parlar_ono cli politica e c1uindi di Hallazzi. - A proposito, disse h contessa - s1 lrnrla anco~·a d?l suo matrimonio Se ne parla mollo a11c!1~ m Fir~nze. Su ciò non oso interrogan i, sire '_oi aYelc forse delle ragioni particolari per esscrl' discreto su madama Haltazzi. - Ah, sì, è una clon na famosa 1 E suo mar'ilo eh~ t;omo strano! Crcdcrcstc, diceva sua maeslù, che egli e venuto a clom)mclnrc il mio parere su colei che slava, p,e\ spo~arc~ Circol~l\' ano voci, mi diceva lui , che l m C\ a~10 1l1(fU1~l~lo. !'..gli voleva sapere c11c cosa ~le pcnsass1. In vcn ta, gli ho risprn~lo, non JH' sono rnfor~.alo e non ne so nu1Ia Dnre consiglio su cose cl1e s1 ignorano è sempre pericoloso. .. - Se,nza dul_)l>io - disse il presidente dci minis~1 1 , ma e che st parla anche cli voj, sire, e si insinua, .. - Su ciò, - rispose Vittorio Emanuele - 11011 ~10 la memoria fresca; ~inccrnmcnlc, signor Rallazzi, 10 n on ne 110 alcun nconlo r Voi vedete sianot"l ~1uell'uorr~o, quel marito, vo1ev; c'he io co11Y~11is~i cl;~ sua n!o.ghe era sta la anch e mia! . . I~ 1.l re si n~isc _a riel er e. mentre Urbano Rallazzi, 1.1.1 _laccia ~ lm, r1d_cva ~ella ga1czza dcl sovran o, senza sapei e cl~c. egli era 11 pcrchc della risala . . l'L vrn~gro d1 nozze fu clamoroso. Tulto !'ilinerano è s la lo ~osparso cli Jiori . Napoli ha offerto iun hanchello ~gli sposi, e l'ex amante cli Vittorio Emanu1ete ha nsposlo ai brinclalori bevendo alla snlul'? d e re, Il. suo italiano era s uperbo con l'r fascinosa della lm gua francese. Dieci anni dopo sposava in Spagna Luigi de . , ~ t 33 Rule, cx: segrelario di Slalo e deputato alle Cortes e dalle braccia maritali passava in quelle di don Emi~ lio Castellar come per farsi perdonare la sua manìa di andare a nozze e di aYer sempre intorno ~ sè un gerenle responsabile. L'ex amante di tanti amanti, la favorita del sire piemontese, ha dello nel suo auloritratlo: Io sono sincera sopratu tto perchè hl'annoierebbe di danni la pena di essere ipocrita, Sono buona perchè la bontà, fino a un certo punlo, è una grazia nella donna, ma non sono abbastanza religiosa per perdonare e dimenticare le offese. Per finirla colla mia biografia, dirò che io sono la migliore amica che possa trovare un uomo onesto, ma una donna impossibile, c1rn non augurerei ncanclrn al niio peggior nemico. Prima di scomparire dalla scena pubblica ID. Rattazzi è stata in uno scandalo che ha falto mollo scalpore in Italia. Ella aYC\' él. amato con ardore Giuseppe Luciani condannato più tardi a Yita per aYcrc clalo il mand~to a due o lre persone di assassinare Raffaele Sonzoano direttore della Capitale o , . Idi Roma . I l Luciani lo si potc\'a dire llll personagg10 (a romanzo. Era s tato manlennlo segr etamente a scuola da un fratello - nella cronaca cittadina era il famoso ladro dello il paino, per la sua eleganza tras teverina. Ha aYuto una penna che h~ fallo invi~ia. E' s tal~ elello deputalo nel collegio eh un uomo illu?tre -: I~ Cucchi - quando gli mancavm~o parecchi m_cs1 m. tr~n l'anni. 11 Sonzoano si era mnamorato cli Lucian1 e Luciani di sua n~oalie. E' nato fra loro un o'dio mortale. L'uno abbor~iYa l'altro. L'uno voleva distn~ gcr e l'altro. La moglie rimase fedele all'amante. E' venuto l'assassinio. E' venula la conc1mrna. La Rallazzi non lo ha abbandonalo. Non potendo dare cli più per i regolamenti carcerarii h.a d~posi~ato per lui una pensione di 30 lire al mese fmo alla fmc della sua esistenza. Ella non si è ricordata della infedeltà del Luciani ma d ella sua sventura. Con tulla la sua influenz'a polilica la moglie del minis tro italiano non è mai riuscila a giovargli. Il Secolo, del fratello del Sonzoano è sempre slato strapoten te e non ha mai dimc1~lic~to il mandatario che ha folto assassinare il direttore della Capitale. Non appena si fiatava di graziarlo il Secolo sgolava il suo rancore inestinguibile. Il Luciani è morto in galera. ,_,, - .,,, La Vercellana .. • 1I n.1i11 in l'o n11:tlore è: n:ilo il :W rtit11iJ10 JSO'.. I; 1gl 10 d 1 una !':1111 igl i:1 <li <'ori igfo11i. ~:lll':'ic·o Dt'll :t I i1>cc·:1 ''!·:1 p:~gg.w y !J :11111i . 11 suo p.tdre ern dc\'Ulo ~d p1·111< 'J JH' d1 ( :1r1g1.1.:11Jc>: cli\'P11ulo pu1 C:1rlu , \llJL'r~ :; , il 'I/u1k, .s t •11z:1. s I u cl 11 rn Il i I :1r i. si ì..· ml'., so a I I :i I es I,r :lt'll t•sc·1Tllo. e li ,c>gli c·o11cl11ssC' al cli '>:1~!ro cli l\ 'cn:1rn . 11 J!:1ggw cl ~dlora i11dossan1 LJJI uniforme che C:1\'11111· d11am:1\'a. I l\'l'l' :1. L:1 paggcria era 'c·..,·1iL1 di p:lll"~' SC': 1rl :~ lfo, l'JC'<111J :tlo cJ ':1rg<'11lo: c:i/.1a\ a scarp<.'llilH' di S<'!:t 1>1:111 ca con 1:1 /'ilJl>i:t che lucei c;1 \·:1 sul' ì-i:tlz<Y cl<'I p1ed~·: lt' ll l' \ 1 in lt·sl:t o sollo il braccio il c:1ppcllo IH'!·o .:1 felu ca ~! .1.' t'\ 'a p er cc'impilo cli :1ccompag11:1rc pr~ 11c1pe e• pn 11c1 JH·ss:1 :ti le ccrimun ie di ~:11<1, f11 C'll1e'it1, al lcatru ) :ti IJ:tlli ' n ••rnc11do il m·111to J'C'r le, t:>t:» ' l' SC':tle. porgendo 1·i11frcsd1i, mcllcndu-,i ai fati dcl/a c·:1rruzza o c·orrc'1JCl0 ai loro fianchi a ca\'a!Jo come i l:tC'C'llè (.' i h:1lli'ilr:id:1 ' ' . , Il principe .cl' C;1rig11:1no J1a pi:c~~ in moglie ~forra 1 erc•..,;1, J1glia ciel gra 11clu ca cli l oscana Fcrclin :111clo 1II. Erano i !empi cieli clicllclla cli Cbl'lc che f :tC't' \ a impazzire i m:1eslri cli ('t'ri111011ic. E' loccalo <il l >t Ila Hocca l onore di reggere il nrnnlo d ella sposa .\llJerlina mentre J:i coppia suJi,·a lo 1:.calonc dcl Pal:1z1,o. Hcalc. cli Torino La 1~1:~cln' dcl principe cm c·o'>I 111lrnns1gcn te sul le prcscnzwn i cli Corte da lcnerr il lJroncio per delle sel li1na11 c a chi Jr violava .<111chr ~~· .,; fosse lraltalo di :rn11unciarc che il palazz~ era in I wmmc. ll manto clcllc dame era s lalo accorcialo e i lacchè pc.r ~c·~uirlo do' e\ ano stare quasi alle 101·0 C':tlc:1gn:! Cosi !I po' ero Della Hocca ha incespicalo nelle trine dell altezza reale e ha suiJìlo la co ll era dello sposo. Peli! nwlwfroil 1 - ,,.li ha dello \'Ollandosi co11 ql_i <:<.:chi. accesi il princi'ìw. . S1ss1gnon,. a_llora a Ila Corte ila liana si parln\'a l rnn rcse. Hen11111scen:.rn napoleonica. Anche il pic11101~lesc cl e.I noy<I. non, parlava e non scriveva che la Irn gua. ,c11. Vo1taire: Se anclav:ilc in Savoia vi lrovavnlC' prn rn. Fra~1~·.rn che in Ilali:.l. Cavour diceva eh C: al. colleg10 nulJ la~·c non gli avevano 1nscgna [o ma1 o rnsegnato poco 1 ilaliano. - 3o - Dans ma jeunesse - diceva jam.ais appris à écrire. on ne m'a Il primo ministro. cl e ll°Lmilà italiana non piace cU più nelle epistole francesi. La sua prosa bilingue era lanlo arida cla mellcre l'arsura. tT na Yolla che si hanno i piedi a Corte la fortuna è falla. \'i s i cresce, vi si sviluppa e vi si cliYcn la qua I cosa scn za passare p er le nostre bufere. Col favore clel principe il Della Rocca ha potuto anelare all'accaclcmia militare e ·darsi il lusso della! così della carriera d elle armi. L'uniforme clcll'accaclcmisla dcl 181() si componeva di un abilo taglialo alla france se, come quello dei carabinieri. .. .\bilo cli panno turchino. con pistagi:c. crcnus_1, calzoni co rti e uose che anelavano su fmo al _g111occhio . Cravalla cli cuoio nero affibbiata cli cliclro come quella clçgl i austriaci. .\nche le due cigne i1.1crociale su l petto e sulla spalla, dello sless_o cuo10 nero , dalle quali prnclcvano da un.. lato la. sciabo_la .e dall' altro la dihcrna ricordavano i so ldati auslnacL Cappel lo a pfinla, si;nile alla feluca degli uffi~iali cli marina cliYcnlalo niù lardi un brullo sclrnko~ una snecie ~li nrnrm illo'nc arro\'escialo. Di\'enulo re il principe cli Carignano, il Della Rocca fu messo ~li panni clel fuluro Vittorio Emanuele II. ,.\ poco a .poco dirò quello .ch'e_gli l~a 11llrnìlo del nrnril o .. cli Rosina.. ::\Ia mla.nto e bene si sappia che il Della Rocca ha preso par~?. a ll e hallacrlie che hanno squinternala la fama m1hlare cli C~·lo .\ll> crlo. Egli è s lnlo rnini~lro ~lclln _guc1Ta a.i tempi dcl Pinclli, l'arI"cslalore eh Ganbalch a CiyUO\'a . Il D ella Hocca era più a poslo come pn_ggt? che come tesla è.lirelli,·a nel consiglio e.lei rnnnsln · I /opposizione Io impermaliva. Nel 'Hl, qw.1rnlo_ al Parlmncnlo piemontese non ~i yarl~\'a ch e .dcl d1saSlro, ccrli è sla lo lì per prec1p1lars1 su un dqrnlalo ~hc hat':>pronuncialo In parola · ~!«1climcnl<? ! )) . 1·.' ,~l<ll<? rn1pulsiY o, violento, manes co. E dopo gl_1 o llanl annL che è cliYenulo s~1ggio e si è messo a d~·llnr~ a lla mocrlic la au tohioaral'ia di un Yelcrano, ncorc.l1 slorict e anecldoliei in due volumi cli st il e abborraccialo e incnlrnmnlo . · · Dopo un mese cli sog~i?rno a "Torino, la _.Corle lombarda era rìcn t rata a .\lilano, e nella reggia lo- - 36 - - dnese lullo era ritornalo nell'ordine e nella seYera clisciplina cli P~:ima; nulla fu <.:ambialo, (ruantunqua nel pal:1zzo, a banco ciel <lu<'a fosse entralo un e angelo • . Il som·e c;orri-,o, la im{nulabilc mitezza 1 la in<'<>mparabilc honlù di Maria Aclelaiclc acldol civano C' profumavano l'arnbicnlr srnza accrescerne TI mo' imenlo, la vita, e lanto' meno il chiasso, attutilo sempre dalla solenne e silenziosa figura dcl re. La duchessa cli Sa\'Oia aveva parecchie qualità dcli a madre sua, ma le mancavanQ il brio e la vivacilù che, come suono cli fanfora dcslassero Lulto e l ~1lli s~Ji passi .clel!a 'ice-regina, s'caccianclo ?gni malmconra e oan ..., 1 m1sanlro1Jia Ptffe ' lale com era , Maria Adelaide, Villorio Emanuele l'ha amala vivamente non appena l'ebbe conosciuta, e teneramente dopo. ::\fa ella non riescì a riempire la vita di lui, priva affollo di occupazioni che non fossero cianfrusaglie religiose. Carlo Albcrlo, come si è dello, non permise mai ai suoi figli la menoma parlecipaz'i.onc agli affari statali. Il duca conservò le sue abitudini di scap_olo e p~ichè., dop~. il m,alrimoni.o, ebbe maggiore liberlà eh pruna, s1 creo una vita lulla sua, per so1levarsi "'c:lalla monolonia cli quella impostagli ~1 palazzo: cacce ìn montagna e ik1le paludi, dietro alle anilre selvatiche, lunghissime passeggiale a piedi e a cavallo, lo lrallenevano Tuorì di casa non· isoflan lo lulle le malline, spesse volle inlere giornale. Nella reggia Villo rio Emanuele era il principe ereditario, marito amoroso, figlio rispeltoso. Non appena fuori i suoi naturali islinli, i gusli repressi, scatlavano violenlemenlc, cd egli clivenlava una specie cli moschellierc dcl seicenlo, di cui aveva perfino il tipo fisico e ne indossava presso a poco il coslumc senza avere però la volgarilù dci modi e le passioni che il Dumas presla ai suoi eroi. QuanLunquc non fosse superbo cd altezzoso, c'd anzi piulloslo famigliare con le persone dc l suo servizio, si mostrava ge1osissimo èlcll a sua élignità personale e principesca, e con nessun uomo "l'avrebbe mai compromessa. Con la donna per allro non credeva mai di abbassarsi; haslava che fosse giovane, bella, piacente, e non facesse la ritrosa. Anche se popolana o contadina, per il momento, egli se ne invaghiva perclular ) 37 - mente. N" on sbaglio dicendo cbe in mezzo a que1 viavai, a quella lanterna magica cli l?elle do?nine 5ccllc su lulti i gradini della scal_a sociale, egli n~; fu mai fcrilo al cuore, perchè il cuor suo, e c10 parrù slrano benchè sia verissimo, l'ave_va dal? lull.o a :.Iaria .\clelaide e non glielo lolse mai. A le1 la .htl ucia illimilala, l'ammirazione rispetlosa e :ippass10nnta; a lei Lulla la sua lenerczzn tanlo che non n~ rimase più per nessuna~ nemme1~~ per que~la clon~ a c;hc d uran Le }Jarecchi anni fu.i .Plll ancora .della. d .·· chessa, compagna e-1ell a sua n ·t a, I nadrc cl!. 'altn f1t gliuoli, e che in l~llimo ~gli sposò ~1~rganatic~f1en ci E' una Yighacchena, d~ corl1g1ano q~1c . a e1e Della Rocca. 0:" on si puo dire che le all~ e donn: "1."110 sl"le lultc Yacconc dcl re. Fra loro. ce Jl1 " « • " , l. · I nmanerc sono tate di quelle cosi per maci e a • 't t derrli anni inlorno al sire. ~la se an~he ~osser 0 sd a,~ t> ' · · l certo Y1ttono non a'·~ per lui clel~e ~en~p1\ci \'U l~-~Ìic e non dava neanche esempio d1 nrlu, e on:cs ili i1ocrlie La moalie per men Lalmen lc dell amo1 e a a I o · ,, . r1 0 a lui non 'è mai slala neppure un mo ml e e cas, · Lasciamo pc1~ò la parola al ge1.1era 1e. . r è \ ~Iarh \dclniclc serbò sempre il meglio e l .s • .i. ' ' • f . lere per quel che non e1 a. medesimo, senza arsi rtamenle non cliceYa Con lei non ebbe se~i.~l~' e ~~l Lutto sarebbe stal.o lullo, ma sollanlo_ pci l •I e ·Lo sconveniente huna l11ng<1, forse mono l~n,\. ~ ~ Il molto che ~Ia. lania per. le casle orecc 1•1: e~ e ~rsìno lo giustificò; ria .\clclmcle seppe. 1? I?e~ uono. ~cli bonlà certo non mistero cli suprema mc u get:za a ìrnnrncrin~rc da chi l'acile a inlcnclcrc e nrppur\ -'a le cl~r% csislcnze di 11 n.?n s~ i' ~lroYalo, ~omc, 1 . c, lc\ìa recrgia e quella cli 1 \ 1llono I·,manuclc. quc ,1 < o fuori. . , . bbe aYulo clirillo di Ln soln persona che .1\Iel oso clirc che fece 11 condannarlo se _,ne r~~·l·~ :{~' l<~l\o finissimo, cli perbene, llanclo cosi. P ,. ' 1, cli suo marito e delle l'ella conoscenzn dcll i.nel o l? dclh su·1 ahlcnlissima esigenze nl'f:illo ccccz10na 1 ' < nalnra. . . ricrermì a mentore del Per pnrf e .~111<_1 ~senza. ese o e lnnlo meno Uopo) Du~ prima eh egli si sposa~ ' ~·Li slanci inoppormi prO\'<lYO cli Lrnllcnerlo 111 .c, l r1 lu~ e I ·1ftelluosa Lu!ti. i tredici anni che aYCYO prn · ' 1 ':a .. 1 1 - - 38 - famialiarilà con la (Jttale mi lralUwn, mi permellevano cli pa~·Iargli con lono cli fra1~chezza aulor.eYole. _Dcl~ho però dire che. qu~ntu1~quc 10 11011 Yoless_1 farn~1 gmcla respon sabile dc:{l1 all1 clt'l Dt,tcai.. n?n larda..!: mo!t~ a capire e~ senl1rr C'hc~11~l~a hmuglw !'?<~e crnscuno mi allrilnu\'a una pnr1e dt rcsponsab!l1la nelle sue nzioni come se io avessi dovuto o polulo dirigerlo e f:.u·Ib piegare a mia volontù. Di ciò mi accorgev~ in mille modi. Lo ~en1ivo nelle parole agro clolc1 della Hcgina :\Iadrc: - ì\1 ais, monsicu r dc La nocca, pourcJl10i n'm·ezvous don e pns ramcrn.• \'ictor pi uc.; UH? E questo quando per cac:,o era\'amo tornali con C'i1H1uc minuti cli rilardo all'ora della colrizionc o dcl pranzo, e non per altro elle per forza ~nag~ giore, come la caduta di un <'avnllo, la rollura .d1 una sala d ella carrozz;.1: C'ircoslnnze che Carlo J\1berlo non mmnclle\'a <' per le (Jtrnli mancla\'a subilo il Duca rigli arrC'sli, <Jua1i<l'anchc, come <.1ccadde una volln, arri\'assc C'On un l>rnceio al collo. Lo semli,·o agli sgunrcli dolci e supplichevoli della Duchessa cli Savoia, nl le sue parole: ì\fonsieur cle La Hocca, .i<' vous en pric, ne l<lisscz pas passer Yiclor ù chc\'al dans le lourrenl Snngonc 'quando era\'mno a Slupinigi), on clans la Polce\'rra, (quando eraYamo a Genova), la courranl pourrail rimportcr. Io leggeYo nclÌc occhialaccc c7he Carlo Alberto mi lanciava anche prima di a"cr guardalo il figlio; e perciò bada\'o per <runn to m'era possibile c11e nc\su 11 i11co11Ycnienlc accadesse. 'Ero esa'Llissimo non scill<rnto per indole miiilare, ma anche per Terma vo: lOnlù; prcvede,·o, clavo orctini precisi' al seguilo clt caccia e alle scuderie: ma 1ull1 sannq, e Carlo ~\I: berlo solo 11011 voleva saperne, che vi sono acciclcnl1 imprevedibili, i quali ve11go110 a r'ilanìare il cammino n chi deve adoperare allri" lllC'zzt di lrasporlo èilc 11011 sicno le proprie gambe. Qua11lo poi a non lasciare <"hc il Duca pé!ssassc a guado i lorrenli, nè S<illasse pericolosi oslacoli, avC'\"O sémpre cercalo di farlo: ma allorchè non m1 Yeclcvo ascollalo, e clopo re raccommì.'clazioni avule, mi provai a guisa di prolcsla a girare sollo gli occhi suoi gli ostacoli, men tre egli li ::;ullaYa, e a passare 39 - c:,ul ponle tulle le , olle ch'egli Yo_len1 scc11.clc~~e. nel! ·te(1u·1 bene inleso, quando pencolo n?n 'eia. ' (:' • lu lli i 11ionrni audaci e parl1c:olarmen l~ ,,urne elle -;i t>credono in • 111·1~0 <I":L.''1\cre o ll<11. i Principi o)) 1110 ... l I"lre ~·orarrnio doppio degli al ln, egli er :1 mo _o ., ' ob a dcYa .. 1wl 1ar cose '-'IH'Sso impruclenll' o '>P<l\..a I eI o,. oo ·. · . · L ,le·l tomunc J)Cr darst 1111porlanza1 . j>l'rtCO 1OSC 1llOI ' · · · l ·· ' :: ~'1"'~ ~ ~u i1!~ 1 ~ \~;;:'' p~ t~'~~e ';~~ \ ~;;~~ n ~~,'e '!~~ ~: ~,~; ~. ~ 0 .. · · • Torino. l"'..ra perc10 clegmssuno Jigl10cc10 I ,, ,,1cco111g1 o '1 ·co·-renclo 'l\Tebbe cli \'illorio Emanue~c ~-' co 1,<r 1 ~1t': 0 \n~hr d~l· lcmpo saltalo il carro d1 l1c110 on_ 1 .' ' . l'armi dar riusci i, se non sen:p_rc, alm e 1 ~? rclla. ec11i mi ubh1d1\'a, cc< e' a,_ ..., · ·' < i 1 cm1..sa mw · ' ai L'elli m~rale poi la cosa Dal punto d1 ~ 1 ~ ' , .. • il rnaion<.uncnera più cl i rf i ci~ e ' egli n1!11lm cllel'l~11cgo1\i1)ello o~ll t a "irt ù .. 1 et"l mo o sce . l o. eomc, <I"1ss , ' t elle che for 111, ano arei elle donne' ed erano lan e qt:llicismo che da\'\'ero gomenti in pn)\'a ciel . s1~~ l 0sc~l)reca'to' a ricondurlo 1 S<ll'l'l>l>e slalo tempo e ' \ . · I"llli onni trforno lo . .. l·1 con le paro1e, 1 ' o o. . 1· 111 c:1rregg1<1 ' ., . . .. medesimi csped1cnl1, < t smentivano . P~1-c10 nd~_ll.~\ ~ l'ln·uHlomi sl'nza perù girare, C'iot', gli astaco i, l<l c1·c'ssc'1·e riuscilo più cli ' 1· · l l' e re( 0 ~ l' perderlo e 1 '1s .'~' ·l I· e ualche ma'l passo, o a ,c.~ una volla a sal\<11 '~ (,l. 11 l ' proposito . Cosi 11 slorlo eia qu·ikhc 1_111 P~_ll<. ~:~1 e perfetto ruffiano 1 • 1 J)l'lla Hocc:t era. 1~ 1 '?P ~? ··lo .1 conoscere la YcrCome \'illono sia_ i msc1 ' cel 1:111~1 l.'. in q_uesl,l' ln ghelS 15, altorchè mi r~ca\'O, :'\eglL annt 181 .e con qualcuno 11.nsicmc . t o <.hl · i pnb'll.omcn . . ·· · SJ.>H. accompagna . • ·serntore . , .1 cc. vedere <.lei mÌl'i fratelli, non Plll ~. hbhric<.ffe il ponte sul <1mwli \. he tavorm ano pci . :., ti ·tssisle,·o pure tal;:, ·o"·tre tu nero l ' i . i ' ' . . I l Po, ma a p:1ss~go 1: , ~crcitazioni mililan. so volta sui l>asl10111 alte e ..• ....1110 con la loro banda · .. ) il "lSl'l'llll' 'llll\<l\ , [ lt dnlt usc1l1 <. n e e,'. .. ·. : lla muslca alla lc::;la. <. ~' a cd apri,·ano la m,u ci.l co 1 lll'O macro"iore belhss1mo · losinlc ' · l l l" quale t'ra un .co ·' . tam t»li >511 uardi.< ot> :'lknlrc i so l <~ L 0 0 uomo che all1r:wa lullt •· .. e i tamburi tacevano, · Il <l erano occu1?a l'L t'• h'. musH:<l aiù fermanclos1· l a l \o 111 0 eo·li l)assegc,.1ava lll su e ' l o o11uanlavano con o o IJ' . che come n1e, < • presso i lrn.m !m .· · ·t·' e di ammi.irazionc; sornocchi piem d1 cui io si a ncn clt'a sia crw. u . L'1 della j ~~~~:~~e~. ,\Là 1 11 - 40 - d eva, si chinanl, pren<leYa l'uno o l 'altro e solleYan cl o lo p er aria,. se lo melle\ a a sedere suÌie Iarnllc o spall e A quello paren1 d essere sulla ,·ella cl un monle o s ull 'alto cli un campan ile, e lullo rrinliYo hallcYa Jr palme per il piacere. Il Giamlrnlli~la Vc'rccllana ~·osì s i .chiam ay_n H La mburo m aggiore. alliraYa lulli 1 n~s lr~, sgu a r~h e_ lull a la nostra simpalia. Trcnla anm prn tarch , nlornanclo un g iorn o· a Hacco11ir1i c?l Duca, al seguilo di Carlo .Albcrlo, dopo una a:7v1sla passala dal re a l r egg1mcn lo el ci Granalieri ()uarclie, cli passaggio n ell e vicinanze, riconobbi sul t errazzino <li una moùc~la c~1sa il \'ercellana con a fian co una b ellissima ragazza cli circa lG ;nni; era sua figlia 1 la bella RosiI711, la fulura contessa cli Mirafiori . Il Della Ro cca fu l 'u omo di lulli i compiacimenli. H a assenlilo che il fuluro m onarca rapi!:>se, per moclo cli dire, la Vcrcellana, minorenne; h a approYalo che ne facesse una manlenula e p oi h a con lribuilo a fare dell 'ex ballilorc di tamb uro un lenone della più bassa specie. C'è un fallo che non ha. n ~11Tal o il Della Rocca. La Rosina aveva la s ua r eggia in J'accja alla reggia real<>. Come è av\'l'llulo più la rdi a '1\fargherilfl, mogli e di Umberlo, è avYcnu Lo a l\I aria Adelaide', moglie cli Vitlorio Emanuele II . A 1\Ioncalieri la Hos jna Vcrcellana aveva un magnifico villino . La moglie legale che lo veclrva anche senza il canocchia](> ha avulo un giorno uno scallo di impazienza. Come la 1\Iarghcrila nel parco cli ì\Ionza. Le pareva un oltraggio quello che an'va fallo il marito di m<>lt erla a faccffi a faccia della ganza r eale. C'era un giorno dell'anno in cui il re concedeva lutto ai figi i. Era H giorno di capo d'anno. I figli UmberlB 1e Amedeo sono ruitlalì da lui con llll mazzo ai fiori. - Abbiamo una grazia cla domandarli, papù 1• - Concessa. Quale'? - Che tu ci regali il villinQ lù cli faccia1• - Ilo capilo, ve l'hanno s uggerilo. Da donrnni è voslro. Oiacinto Menotti Serrati, Direttore dell'Avanti l trionfatore delle elezioni politiche. - L. 1.00 più Cen l. .'30 per Ja raccomandnzioue. - 41 - 11 facitore dell'Unità d' Italia Il Lonlc di Cm·our è mort.o nel .1861. Scssanla e più :nrni dopo egli è ~mc~ra fra noi. come .se foss: , i ,.0 . Ila molli amici. molli ad?ralon, ~molt t cu.ltorli. della sua memoria. In mc,zz.o a~ ,ccrYelh clelh: ns~tr rezionc nazionale il suo e il prn. pos~enlc. Era rn. 1·1·, ·, le c1 1· cr 1·0 ohi ricruroilaYa eh rnchpendcnza, 11011 SO Cl Cll o o ' n o - · }' · ·u· 1 ll era h1scnsi1Jilc ai dolori degli. ila, urn.1 ."1 .~m~ e.e e · l, I . unil"t della palna e slttl.1 l 1dca ccnromruis C ~•1 • • • l . l ·e S" ld·1 lii (raie cli lulla h su.t \ila. Era m ui . ~nac ·. L~ ci. rccle. I 11 un ambiente tumultuato dall, im_p~z1cnza elh Ila _a~ ulo la. forza di ,as1~c.ll:lrc. ~~~~li~~·ae ~~llolest~ H'r1h col1 lu un po dl\CISO. . · ·111 c·lld~ cofi1C un uomo a scssanfa11111, ~1c1. n.gore ~ e a Xci suoi tre a1. 1~11_ll 1g.10rna1s11a1lo 0 I).ro11ri·t• inll'lliHcnza. . l Per prec1p1 arsi su qu, · • i1011 si è nw1 clislrena o._. an·t a\'ere delle passioni. cuno o su qualche co~~t IHSOo.: ..1· lhlh zona dcl ra1. l" 1C 'l \'C\''l • '011 USCl\ < ' ~.g i. no~1 i ' . ' ,·uole aYcrc un padrone l~a scrche· h,11 · tOJlC era una 1.1·,·olliz-1·011e rcarn In,g1011,tlo1 · L a e::.ua o · . \'tre. rn ~ uz . .-.lur·wa ncoli avvem. I I .. l· l~ l'l nYoluz 1onc e1lC l 11 '' ' , o .b . g.1 ) )1,1 ,1 J < • u1· \ dalla eloquenza ln lllllJll CI1 li 1011l~111~_l da1 ~nn~u... dcmaoorrhi non lo spazia. I mczz1 rl\ ~)luzwn.u u ~ .~\ ·e Ilo~o aulori rrli pa\'l'nln nrno Lo I accnu10 s011.1.c_ci ·11 ·1 b r eccia p~cf crircYa 110 blcrici ~·hc. P?r ap i .t~ ~o u~n' colpi misurali cll Yano l? ~on' uls10.nt ~lt un ll~\·ioleuze finiYano, loslo un arl.1g~1cre P~'l. lu~ lu ll~ rholuzionc anlircgia cono Lardi, lll _un d 1 :·~sli ~1 ·• ~· essi alla reazio11c. . duce\ a ag!I eccessi e 0 11 ccc l cl 1810 'l\'CYa m .~ 1· C· -our n·1 o n , ' Il con le ( 1 J,l\ • cr~io come il l\.ropolkine do::.sala l' un i l'on~1e dcll pa 0f 0f·i·c 1·alc aYe\'a credulo un · l uz10nano · · · I·· t"t' sh l'l\'O . ' o\.Ilu rlo e ' non po leva essere grande monarca Cai ~o ·L.~eilorc della rormola , lich e m~ l~lLOll. bor~h.c~c · . l~ 11011 ha mai la~ci<:tlu h e ra Cl11esa Lll . Itbc 1? ~ll~olic i 1 Ecrli era il pnnc1pc 1 impallidire. il Dw -~~: 1 nt:' in l~ill:.t la s ua pro~lu~io dclla tlopptczza. e ( ,.1°suoi scritti; lo ha rniar11 llC. Lo .ha .mcss<? .c'. l' _ lo ha incastralo n~ll~ C'ilo nei d1scor::;1 1 c,l 1,'·101 dcl re d'Ilalia. E.gli dicitura per la prodam~z \~ie che il clero che non non el imin ma dalle sue sn.u1~cl IJrocrrcsso e s1rin geYa 0 si riconcilim·a con la causa ' 1 L °. f-.· 1 1 - 42 - la ~11~1110 .a colui C"hr c·ooprr.1\';1 al Hisoroimenlo !11<11n<.lu:tl1sl_a ')f'11.1,1 reslrì1,ìo11i men lai i trc(lcu1 cli~ ~I c·a1~Il:tl.c 1,o<.;sc• d .~·1sull:tlo <.ll'i risparmi, e \'Oll<t ,.a Il. c.1~1 s.o .tilt .<loll1 ~11e sotu.~isle e comuni;lc elle lldS(C'\.1110 ( lll'l ('llpl ('('!'\'('lit di ·tlnrni 1··1 1·· I Il C,· . · I i· I ' 1 oso i e e a .'~1 ~11,1.1~1a ,· Ja ec e lll'l.ln 1.il>t'.r,Ut cli stampa è sempre sl,1l.1 l1a lt sue <.:01H·cz10111 pru cquiYochc. StTivc,.. 1 <hl e<l~H' P(:r a1~rn.rr i.I giorll'J!ismo. La sua libC'rlù rr:i u1~:~ lrl>erla ~·01 lrt'J11,. una Jil>crlù come la COJJC'l'j)i\·a I u~ 1~1·1·l><t.''.':gl_1~1 In: ~:a I 11Jt'rlù come pi:tCC\'a agli :il I ri per lt11.1_(1,'1.lHc11z,1 L1,1 shlo rc~lallore e colla!Joralorc elci fll8•Jt{Jlll1C'll_lo e .s~ ne glorrm·n .:\fa il suo ide<1k i1~ ll!l ly11~1H> rn cui 1 rcgnanli 11011 vole' ano essere' ing11!rrnl1 n~c.rnche all'eslcro, era per una sl;.lmpa soJirrn, (~ocllc~ ~1w11suela, olJIJiclicnlc, lrmperala c:he nor~ ag.ll:1ssc \'10lc11lcmc11 _te l'opinione pù'bl>lica. Ì suoi artrc.:oll sono slali raccolli in due \'oiumi 1 mn essi sono lroppo app.esan li li cl:tl suo piomho i11 lcllelluale per aYcrc lcllori ... \.! po le re, egli è slalo obhlicralo per <Juella balorda op'1nìone cli lulli i lrmpi c.:he ci1ia~ ma .1.tcc1_1z:.i la \'erilù, a n111s('l'l10larla più di una' olla e piy d1. una \'Ol~a a AYc(1ersi lincialo e gtu!'Slamc1ùc' cl~t!~.11.1~h1oslro c1c1 SUO! CX cof"'Jcghi. f J110lll('Jl[i CrélllO d1JJ1clli. Il go\'cr110 sarcln elle si prepar~wa lrnl<ll1H'llll' per una ~ucrra contro L\uslria non polcYa che Jrnllcrc cc~nl111uamcnlc ngli U">Ci cki conlribucnli. E dura11.le d. terrore fisc.:alc <'h i so l'l'riYn j)i ù cl i lu lli <'l'a la lolla 111 lolla col caro\'Ì\'cri e C'oi s<llari della famt'. Il conlc allor~l corrc,·a cli bocca in bocca come 'l.Ill arfamalorc. S1 \'Olt•\'<l J':irgli h pelle Si urlavn si ((Omanclan1 la sua. ll'sla. C è slalo un momento' fo <.:ui :l\C\é.l corso pcnc.:olo cli fare la morll' dcl Pri1w. La W'l~lC SCJlZ<~ p<lllr' ~ S('llZ:l J:t\'01'0, il 18 ollobre 18.);~ st. e 1:~~'.cs~1·1l~1 all'111g~·c-;-;o ciel suo pal:izzo per impa~ <.1to.1111.s1 ~'-' lui.e lrasc111<1rlo per le vie. I contadini inJ un~1l1. plll ,elci lorincsi hanno d:ilo Ltssallo ai suol\ mul11.11 i.11 .Collegno p~r. dimoslrnrc che ai tempi c.::ivour1a111 si crepava cJ1 111ecli~1 11('fl:1 cillù e nella cam1rng11a come adesso, dopo l<t grande rrucrra. I sudditi udav:1110: n Ahhac;so l'affamalore ! l\lorle a Cavour r . . .1 l ~10!1l~rnn~i ~a.voi~1rdi clispcr~1li.della pcnu.ria che 1t ,\\ C\ cl 1sch~lc.l11l.1,. Sl sono él\'\'l<lll a Torino a donrnncl<~rc .1~ c1m11muz1011c delle imposte e e.lei prezzi stli c.:ercall. Gridavano: 1 - 43 - - Yiva il re~ abbasso la costituzione! abbasso le imposle ! morlc a CaYour ! Ca\'our era cliYenulo sinonimo cli malessere piemon lese. Egli era il produllore delle lribolazioni pubhlichc. L'alleanza con l'imperalore dei francesi è slalo il suo capolaYoro di perYersione slatale. L'ha colli\'ala come se si fos-;e lrallalo cli una sua crealura. Il primo passo è slalo il matrimonio fra la principessa Clolilclc e un membro della famiglia napoleonica. Il secondo r nel hworo diplomatico. C'è riuscilo . .:\la l'uomo nelle cui n'nc scorren1 sc.mgue lruculenlo a\'c\'a fallo un al'fare. La pace di Yillal'ranca ha reso impopolare anc.:hc il grande minislro. Si gridan1 al Lraclimcnlo. Il lradimrnlo era dell'imperatore o dcl re. CaYour si era bislicdalo pcri'ino con Yillorio Eman nele e in parecchie epistole sono i suoi scalli e la sua indignazione. Il pcgpio è \'~nulo d?po. In\'CCe dt'lle spese di guerra le.~ P.res1dcnlc <11 repubhlic.:a che si era lrmnutalo in imperalore con un colpo cli Slalo ha prckrilo :\izz<~ e SaY.oia. Molli Lumulli soppressi a d<.1gnlc. 1\loll1 aiTcsl,L e molle condanne. Garibaldi è slnlo lrallalo da Cm our cagncscamenlc. Gli ha lascialo far? hl spedizione dei Mille clanclo a Per.sano l'ordine d1 non arrcslarlo c.:hc in un porlo n'arrèle: pus l'e:rpedilion en plei~ mer. Seulmenl si elle enlrc dans un p[]rfe ) . ?\la poi, non appena \'illorioso, lo ha circondato elci suoi. cmissar~ e lo ha fallo seguire subilo dalle truppe I?1cmonles1 regolari. I aaribaldini che a\'e\'ano conqmsta.lo con il loro Ducg le Due Sicilie sono stali dispcrst come lanla plebac.:cia. Per Ca\'our il libcralore era \'illorio Emanuele l'uomo mascheralo per la grande plalea. La sccnnl{1 parlamentare di Garibaldi è celebre. ~gli, deputato, è anelalo per la prima \'olla alla C:.11~1era, Subalpina vestilo c.:omc alla part~1~za c1~~ Quarlo. Sombrero, camicia rossa, punch gng10. E slato b~·us~o e' s·olcnne. lla scaraventalo su Ca\'Ollr una ~_r<llon<~ \'eemenlissima. Gli ha detto cJ:i1e con Ja cess~one ~h Nizza al sire di Francia lo aveYa reso ~trame1:0 111 Italia. E ~lYe\'a ragione. In wul; lellcrn p~·IYata .cl1ce\'a su per giù ln slessa cosa n C;wour. I mzznrd1 crnn.o più piemonlrsi che francesi. Parhl\:ano. ~omc Garibaldi e e.li Garibaldi m·cv~mo le ab1Ludrni. lla sog- - 4-'i. - giunto ch'egli dopo i prodigi dell'esercito meridionale, offuscali solrunenle, quando la fredda e ncnùca mano di codesto ministero (quello di Ca\·our) Jace,·a senlire i suei malefici cl'felli. L orrore di una guerrh fralricicla ( fra regi e 11011 rC'gi , pru\-O('ala da c1ucslo ministero ... La rfroluzio1H' regia, c:omc cn1 chianw la <dlur:1, non aveva simpatia per la ri\ oluzione di pi~1zz<1. Tanto è Yero che essa non ha follo che :-;pcgncrc gli enlusiasmi e lnclemoni<irc i rivoluzionarli. A sentire gli esallalori di CaYour è lui elle ha jdealo la spedizione dei l\Iille. In vcrilù i primi passi del grande ministro sono slali quelli di un ' alleanza fra il n' cli Sardegna e quello clellc Due Sicilie per scacc.:1àrc gli austriaci <lall' Ilalia. I\' oi siamo, dice\' a, affollo alieni dal Yolcr creare imbarazzi al re di i\ a poli . E quando Garibaldi \'Olcva sbarcare in Sicilh~, magal·i alla lesta della truppa rcgt'é.1, il re. sen1ìlo Cavour. mandò a dire al generale che non solo negava il suo éonscnso al nolo progcllo , rnn raccomandava che l'csercilo slessc più serralo r disciplinalo inlorno alla bandiera elci Savoia. Il Gucrzoni dice che CaYour fingeva cli jgnorarc. Può cl arsi. Cavour era un finlone. Quello che è ccrlo è ch'egli era oslile, come il re, alla spedizione. Non si ~lrnglia. Il Pcrsano avcYa un ordine nel suo diario, in data dcl 9 maggio, di arrcslare i volonlarii parlili cla Geno\'a per la Sicilia su clue piroscafi della Socielà Huballino, sollo il comando dcl generale Garibaldi, ove Loccassero a qualche porlo della Sardegna e piLt parlicolarmenlc a quelli della ?lfaddalena e ciel golfo di Cagliari. Perc:hè quest'ordine? I biografi di Benso di Cavour, come il Domenico Zanichelli, per esempio, tlice\'ano che la sfuriala del donalo re di regni aveva fini lo j)er -indebolire e annoiare il grande minìslro. « Si può dire c11e <la quel giorno non si sia senlilo più bene. iNon fu la sfuriala di Garibaldi che ne produsse la morle, come fu dello, ma la l'emme. La sua calaslrofc è clovula alla donna <lei suoi amori clancleslini. 11 supposlo grande stalisla che aveva fallo proclamare « Viltorio Emanuele Il per grazia di Dio (che razza di anliclcricale ! ) e per volonlà della N azione, re d'Italia » pranzava per 1'ullima 'folla H - 4G - 29 maggio 1861, visi lava subito dopo una signora di sua conoscenza che soggiornava in una villa sui colli di Torino, rincasaYa febbricitanle e si mclle,·a a lello . .\ll'inclomani il suo cameriere, ?IIarlino Tasca andaYa alla ricerca dei medici. Il padrone aveYa inc~mincialo a delirare. \'aniloqui e proslrazioni. Allora i salassi erano di moda. Gliene fecero cinque o sei. Non si sapeya se aveva un' infirunmazi~nc inleslinale o una febbre perniciosa o se avesse m corpo una be\'ancla lclalc. Il re è andato a lrovarlo. - Come sla ? Ilo Yoluto venire 'da me. L'infermo lo guardò e lo riconobbe. - Oh, maestà l ~ , Le sue vene erano vuote, non davano plu nulla. L'incisione non cmelteva c11C uno sp1rizzo e anc11e lo sprizzo era <li sangue sg!obul~l?. - Sianori - disse a1 med1c1 del consulto, - fate presto a g~arirmi ! Ilo l'Ilalia sulle braccia e il tempo è prezioso. . .. . . . . . Più lardi, febbri_, deliru, agìtazt0111, senal?1sm1 1 vesciche cli oahiaccio , Yenlose alla nuca, vesc1canl1 l. alle gambe, Lormenli. da ~utte le. pa:· i. . . - JHarlino, - chsse m un mte1 v~lo :--- b1~0,. gilerù lasciru·ci . Quando sarà tempo manélerai a clu;~ mare padre Giacomo, cura~o d~lla fi~adom~a d~cl~ Angeli, che ha promesso d1 ass1stern11 negli ull1m1 momenti. I -sianori dell'alla politica non appena seppero che il co~lc slava più che male, ac~orsero al P?1az~o. La nolle fu talliva. Il conte pegg10rava. Pad1 e Grn.c:omo era aiu nlo. E rim~sto col paz1e\il e una ,ri1ezz'ora. II gr~mde ministro si era pr~paralo _Per 1 ele~: nità. Si è confessalo, ha ricevuto 1 as~olu~101:e e. P.l\1-1 tardi ha volnlo essere sacramentato. \ ole\ a cl~e l lorinesi sapessero ch' egli se ne sarebbe anelato da buon crisliano. ·i ·1 l · Vcrso le nove fu annunziato i r~, l q~ia e pe1 evitare la folla che ingombrava il cort~l~ saliva dalla scala piccola e penelrava da una porl1c.ma i~as~os_la. Tullo questo avveniva prima che 1 f~muglrn:r:~ e la nipote che si faceva in quattro avYerl1ssero 1 mfermo del visilalore. . f l\1io zio, scriveva la n_ipole, nc?~1ob~e per etlamenle il re, e gli disse subito: Oh, su e! 10 ho molte - q.() - cose da comunicare a \7. ì\I., molle carle da moma SOIH? lro1_>1?0 ammalalo, mi sarà imposs1IHle cli rccarnu a v1sllar la ?\f \7., ma ·10 le in·mc~crò Fari~1i domani, che_ le parlerà · cli tullo in p'art1colarc. \. ì\I. ha ella ncc•\ uto da Parigi la lcller:1 C'hc aspellava? L ' Impcn1lorc <.·mollo buono per noi or~~ i .sì! n~ollo . l> u? iw E i no<> lri po veJ·i 11 a po Ie la 11 l cosi mLelhgen l1 ! \e ne sono c:hc hanno mollo inO'Cgno, ~na _ve ne sono allrcsì che sono mollo corroUi · c1uesl1 Jnsog~1a lavarli. Sire, sì, sì, si la\'i , si lav~ ! 1,1 re slrmse la mano ciel suo ministro moribondo e u sc i dalla camera per parlare coi nwdici ' Supplicò il Riberi cli lcnlarc una cavala- ùi sangue alla jugulare, o -cli mellcrgl i alcune sanouisuahc clielro le orecchie J>er liberargli il cen·ello. Hlberi°rpspose eh? lo slalo dcl polso non lo permclleva, )Ha ('hr, se l ammal~1lo supcrav<~ la nolle, l'indomani si sarrhbrro polul1 lenlarc gli ullimi espedienli clelJ'urle. Il re parlì: il conte riprese la serie tle' suoi discorsi. L Italia d cl sellcnlrionc è falla - dice\'n lui non vi sono più nè Loml>arcli nè Picmonlesi nè Toscani, nè Romagnoli. Noi si<11;10 tulli llaliani; ma v~ sono ancora i napolclani. Oh! vi è molla corruzione nel }oro paese . .Non è c~)Jpa Joro , povera gente; sono s lal1 cosi mal governali! E q nel briccone di Ferclinanclo ! ~o, no, un governo così corrullore non può essere yw. reslau rato ; . la provYidcnza non Io pcr11~etlera . ~1sogn~ morallzzarc j! paese, educar l infanzia e la g10venlu, creare sale d 'as ilo colleai militari: n~a _no1~ si pens~ cli cambiare i 11~1polel~ni coll'ingmr~arl_i. E_ ss1 1111 clomancla_no jmpieghi, croci, promoz10111; bisogna che lavorino che siano onesti ccl io cl arò loro, croci_, prc~mozioni', d ecorazioni ; ma' sopral_utlo non lascw rgl1r11(' passare una se nza che ces~1 la bonlà s lalHl e. rienle, nienlc sta lo di a.ssccl10, nessun mezzo da governo assoluto. Tutti sono buoni _di govc~· mlrc collo slato d 'assedio. Io li gov~rncro colla llbcrlù e mostrerò ciò che possono fare d1 quel bel paese clicd anni cli liberlù. In venti ann•i sarann~ le pr~vjncie più ricche (rilalia. No, niente slato eh assed10: ve lo raccomando. Gadbaldi proseguì egli _,___ è un galantuomo: io non gli voglio alcun male. Egli vuole andare a Homa e a Yes~r~trle:. - 47 - nczia: e anch ' io: nessuno ne ha più fretta di noi. Quanto all'Istria e al Tirolo. è altra cosa. Sarà il la\ Oro di un'al!ra generazione Xoi abbiamo fallo ab bastanza, noi altri, ahhi<un fallo l'Italia, sì J'Ilalia: e lu cosa ua. Poi. qucsla Con [cderazione Germanica è un'anomalia: essa si dissolYcrà e si fonderà in sua Yccc l'un i Lù gl·rmanica: ma la casa c.lrgli :\bsburgo non saprù modificarsi Che cosn faranno i prussiani, così len li a clrciclcrsi ·) Essi mrtleranno cinquant'anni a far quello che noi al>l>iamo fallo in tre mmi. E mentre la l'cbhre dcll'unitù s'impadronisce dell'Europa i1011 Ycclelc L\mcril"t c~1c pensa a cliYiclersi? Ci capile qualche eosa. 'oiallri, in queste c.liscorclic intestine degli Stati l'nili ·1 Quanto a mc. che sono slalo in gion:11lt1 un ammiratore frn·cnle degli american:. <,,0110 ben guarilo dalle mie illusioni: e confesso che cruan to suc('ede clal l'allra pa1:tc clcll'.\llanlico mi sembra un Ycro enigma La clescrizionr della mo1:lc dcl gran<lc ministro è sempre clclla marchesa Giuseppina Benso cli CaYOtu·, sua nipote Ella è anelala_ in ca~a sua e ha lro\':.tlo i clomrslici disperali e piangcnlt. - Il conlc non capisce più. I rimedi non agiscono piì:t. Lo ha tro,·alo a lello pallido e abballulo. Lo zio la consirrliù a lasciarlo -,olo e a prendere parte alla festa clcllo Slalulo. che si celebrùYa per la prima volta in lull:l Iltlli<l Solo, il grande ministro della Casa Savoi<l si è mt'sso a leggere la Storia dcl consolalo e clcll'irnpcro di Thicrs ~si ~ i1ccorto ~h~ non poteva più leggere. Si senli\'a mqt~tcl_o. _Orclmo che cri i si rifacesse il ll'llo e nel mellcrc 1 ptcclt sul lappelo gli si è npcrla la , ena é.klla salassal<~ e ·il san~uc dcominciò a uscirgli copiosnmcn_lc. Slagn~1l~ ~ cmor: ragia la rcspirnzione gli era .d 1\'enuta ~11[~1ctle. Gl~ brucian1 la lesta 0 gli si conlonclcn1. I~glt _cr<~ cost legalo al benessere della Casa SaYoia d1e glt rmcrcsccvn di lasciar sapere in pubblico la ~ua ~nwc nnalallia per paura di frenare i soltos~nllon clel J~r~ stilo cli 500 milioni che ln monarc111a slan1 per llllziarc. All'indonwni il conle stan1 peggio. L.a respiràzione gli d ivcnl\·a sempre J)ÌÙ brcY~, e n[fannosa e il tormento d ella ~etc lo rendeva ptn turbolento. TrasaliYa. Domandn,·a altre salassale. - 48- - Ca,·atemi un po' di sangue! La voce dcl con te di venne fioca. calava, come dkcYano i s u oi domestici. Le gmnbc incominciarono a raffr eddarsi e la fron to a copriralisi cli un su0 d ore freddo. I tcn taliYi di riscaldario con frizioni, impiastri e pezze sco llan ti riuscirono inulili l Gli si è go1ifiata la lin g u a e non ha potulo più parlare~ Grazie e addio, pi ccina cara - disse alla nipote ~he lo aveYa aiutalo a levargli l'impiastro dal bracc.:10. Il conte ebbe tempo di stringere la mm10 al padre Giacomo dicendogli: libera Chiesa in libero S.lalo, e di pr~mcrsi a lle I abbra un p ezzellino di ghiaccio per altulire la selc. Passò dalla Yila a lla m orte senza convulsioni. Egli è morlo alla mutlina d cl g iovedì, sci giugno, dcl 1861 con due deboli ranloli subilo repressi. Le s u e ullime parole a l JHldre Giacomo conYincouo c h e egli volC\'a sgiogar c l'Italia dal clero temporalista, senza per qut'Slo abhanclonare 1a religione o mandare il papa al T eve re, come voleva la d emocrazia di quel lempo . Prima di esser e pene [ra lo d a l male egli credeva che la casa. ùi Savoia fosse lutlo <(nello che si potesse trovare di sinccram-ente liberale. Cavour era un formidabile reazionario. In un suo disco r so del '59 a lla Camera :.weva questa concezione: L e Romagn c, diceva, so no unite a noi: a noi o-rm a i da due anni; la stampa ò libera e libera vi è la manifes tazione dcl p ensi ero ai laici e agli ecclesiastici; lib ere pure le associazioni, e le elezioni non Yi sono slalc certamcnle Yiolcnlale nè dal governo nè clai pri vaU. Col moribondo 11011 s i p oteYa clisculere, ma gli s lati d'assedii, i seq u es lri, le soppr essioni cli giornali e lulli gli altri ordigni s lalali di compressione slalularié vennero applicali dai cavouriani a larga mano, in lulli i paesi , cl ove regnava il sovrano . Il loro capo fu un a coercionislu. Faceva p edinare lulli: da Garib a ldi a i\Iazzini. La ragion e di Stato fu per lui una teo ria. In nome della rag ion e cli Slalo avr ebbe fallo accoppare chiunque si fosse o ccupalo cli politica, chiunque manifes tasse un'idea contraria a lla sua. Non fu un grande uomo . Fu un minis tro comune. Come lui se ne lrovava.no p er i selciati torinesi. Brof- -49fori o D'.\zcglio, Rallazzi, Crispi X cl periodo in cui viYc,;a e lumulluan1 la Yita italiana Giuseppe :\Iazzini Camilla Bcnso di CaYour diventava un perso 11 ~1ggio trascurabile. :\on parliamo degli statisti csleri che hanno fallo sentire la loro voce anche in Itali a. Ci to (iualielmo Gladslonc - un'aquila al suo con l'ron lo CaYo~r cunl\'a le popolazioni ammalate di l'amr e di pcnuri~1 con ~e .daga~e, ~?m~ in. Sardcona. La acn tc asselah d1 hberta p1u d1 lui con . gli o ar r esti. nCon gli esodi. la I' a~eya _scappare I opinione publ>lica che cl?m1n~wa m P1emonle era ~ua, lul ta sua cli nessun altro che Sll<l. Intollerante. unpulsiYo. l'n giorno s·i è as-;rnfat? ~lal. C?nsiglio dei ministri dando \'l'rbalmcn lc le 'd1m1ss10111 L'On pnssl. affrettati e senza salutare alcuno. Di tanto in lauto ricompariYa in lui il paggio. Si cun·a,·a al rr, condiscendc,·a a l rr, lasciava passare tulle le lrnssezz~ dcl rr come quando ha permesso al y10na.rca clt manda're ad o<;scquiarr l'imperatore .cl ..\~1stna che insultava l' rlagcllavn e incatenava e 1mp,1ccaY~ ancora g li ilnliani. L'empio riYalc cl~l D .Azeglio ha fa llo di p eggio. Quando In s tampa :m·c1va. contro Frnnçrsco (; iuseppe prrchè aveYa . u11p1c.c~lo i rnart iri di Bclfiorc il aoycrno austriaco s1 e lamentalo co l ao,·erno sah'~rnclg per le in$im~i~' all_'impc!·a tore. Glacl~tonc si sarebbe levalo in p1cc11 ui_ p1e11.n ~amera dei Comuni e a\Ti'bbc élrnuncialo l~~ l~rocia dcl_ ~o v1·ano dalla l>idpilc che avrv.a . g1:1 l_al~o, ~lel~ l. ngheria una croce. Il grande mrn~str o un ccc clt .1~ sur11crc alla s ubli milà dcl Yilupeno e. scuotere le li0 bre nazionali, ha imb:,waglinlo, - . P.rnng~~c !a ~ 1:~1 liYragalo la s lampa !1.ostra che sacl:ta; a. e s~rnom~~.a\ a e ha fallo le scuse prn melense a l g°' er !10 11np~11al~. Eroe co i dello I i, eroe in casa e Yile co.1 potenti e 11~ ainocchio coi nemici abbielli ! Tazzob e con~pagnt martirio, aYanli, perite a ll a. ~<wezz<~ del ~0~~1 per l'Ilalia ! CaYour, il grande 1111111sl1~.o, l~nplo~.~l cl do~ mani il p e rd ono dal voslro cnrnehce 1mpe11.llC pc1 la lranquillil ù dcl s0Y ra~1,o '· . , _~, . ., CaYour è a nd ato prn 111 g1u. E d.1sceso prn a1l b asso. Ha pubbli ca lo il pc1~timenlo au~1co .~u.lhl_ G.c~=.: ::.ella Ufficiale e h a fa llo p1angrr.e e chspc1.ne 1 '~11 palriolli. I monarchici hann o chrnmalo .q:1c~:? qu·m= tale cli Yigliacchcria saggezza statale , Im bei 1a m.1c J di ('hi~wcllica . . \h. GO no! i\on è grande colui che am- minislra un popolo con le ri111io11i , con le doppiezze, con le persecuzioni. Di gcnlc come il con le di LCavour l' llaliu non ha mai avulo penuria E' lui elle ha ceclulo al malfallorc dcl Due ù)iccml>rc Nizza e Sa\ oia - Nizza quasi picmonlesP C' Sa,·oia, culla della mo1wrchia sm·oina. Snggezza <'avouriana ! lo sono slul'o di vedere per le piazze monumcnli :ii furbi, agli ipocriti alle doppie facce ai down~ ciel fariseismo polilicb . Chi vuole il mi~ martello'! 0iel risorgimento vorrei meno impolcnli e meno imhroglioni. Cm our nella rc~sa intorno al truculento re delle donne di lulle le condizioni non eccelleva. A sg?1~1ital~ non. aveva rnggiunto che il primo poslo numslenale. l· u ' a dir mollo , un collaboratore della . g 1ona clel regnante e 'un ministro di egemonia piemon lesc La nazione non 'fu la protagonista della risurrezione italiana, nella sua coiH·c.Zlone. Il prolagonisla In il re - colui che in Inghilterra non avr('bbc servilo che di figura ccnlralc nelle luminarie o negli splendori <linaslici. lio Jinilo e non rompo il prn1'ilo. Lo aggrm·o nnzi cli un episodio conservnloci eia Domenico Cappa - il padre dell'ex onorevole d'oggi - clive11ulo più lardi il famoso comandanlc delle guardie cli p. s. a ì\Iilano L'episodio ci ha fallo sapere che il grande ministro della baraonda piemontese era un gonncllierc come i membri della casa Savoia. Anche lui jl gran minislro dedicava la serata :11 bagordo carnale. Pranzalo, pellcgrinava all'alcova. L'ultima volla gli fu l'alale. Il grnnclc ministro dovrlle rincasare a passi al'fr<.'Ll:tli e dire al clomeslico: - Io sono avvelenalo! - Io sono avvelenalo! . Doveva essere un'illusione sua. La sua ganza ('~~~ .una polacca. Come tull i gli uomini della sua sp.ccie, se ne credeva il solo proprietario. Invece l tu usci va dalla di lei slanza e un altro vi en lrava. Sovente era lo slesso ·cappa, incaricalo e.li sorvcglìare Ia persona dcl gran cl e ministro. La penna clancleslina si è sbrigliala. Vi furono molli opuscoli stampali alla macchia, intorno al feretro. dcl conle Benso di Cavour morlo grande in l('111p1 lanlo piccini! - 51 - XX Settembre La resistenza di Vittorio Emanuele 11 all'entrata in Roma Il XX scllcmbrc è pagina da ruminanti. Cc la ammaniscono da cinquant'anni sempre più inverniciala e inl'arcila cli borra monarchica. E' una pagina fetida di menzogne. Ogni anno .ci ~i mette c!avanli gli occhi la slalua ~hc. occupa il p1~ vaslo posto della unilà della palna per lnrccla adorare, idolalrare venerare. Sverniciamola, sgonfiamola, ' . . ' sYenlriamola e ìl padre della patria nmarra un regnante della cillù dei Cotlolenghi, P.ieno cli scn~poli relicriosi 11itt inlcrcssnlo delle femmme che dell amo , I pliamenlo e dcl complclamento del regno. clocumenli che bullano giù la statua elefantesca sono a clisposizionc di l ulti . E' sapulo ~nchc dagli asinli che Yillo1 io Emanuele II iiwece d1 anelare a Roma a spodestare il ponlcl'icc ,·ole:·a andare in Fran~ia ac~ aiulare Napoleone III che gli avc:·a dato molLL. :mm prima due vittorie con il sangue Irance?c. Il g10rno in cui è scoppiala la guerra fra la Pruss1~ e la Francia il grosso re piemontese. era a c~cc1~ ~ ~alsa.. rauche. Telegrafalo al pres1den.le dei numstn che egli con l'impcrnlorc dcl Due I?~cem~n·c . aveva. cl~ gli impegni , Roma n01.1 ~ra pm i:ie1 s.no_1, pens1c1:1_. 11 prcsidcnlc dcl consiglio era Il Lanza, la p1~1 grande nullilù militare del s~colo ~e.orso. Senza il Sella, l'affnmalorc. l'Italia dei suclchl1 non aucbbc polulo conservar(' la neutralità. S~rcl:.bc , andata <~ far comunella con il :\apoleon~ d1 \ llla[ranca, d1 Aspromonlc, d('lla com·cnzione eh s.eltembrc. Sarebbe forse slalo mecrlio. Il baffuto re p1c~11onlcsc sarebbe precipilalo in °quakhe Sicilia e noi 1101~ mTemm~ avuto per cinquant'anni, nella stessa. gio~·nala, ~li slcssi sbandieramenti, lo stesso scamb10. c~1 c~r.lcs1~ slolicle fra municipi e prefelli e aulonla .mil~lan, k sle~sc suonale di musica reale nelle piaz~t\ I.e slcssc lu111i11arie ai frontoni delle ca?crmc, dt'gl1 ccl~ fi<.:i civici, pn'l'cll izi e qm'slurincsc~11, ~ ~o. stesso ncevimcnlo al Qtiirinalc delle moll1Ludn11 rnguanlale e inverlcbrale. InYecc di m('llcrsi a cavallo, alla lesla dcll'cscrcilo e av' iarsi sollo le mura della citlù eterna, - - :J2 meulre l"Ilalia intera risuonava di Homa o morle I il re della cuccagna piemontese faceva di lullo perchè si soffocasse il plcl>iscito C'llc YoleYa la capitale e ingiunge\'a ai ministri, quasi lulli consenzienli, cli 11011 imbarazzare con la questione romana l'imperalore alle prese con le armi tedesche. Peggio! Quando lr onciale nazionali straripavano e 11011 era più possibile farle rienlr·1re, Villorio Emanuele scri,·eva :11 papa le più brulle lellere di regnante. Egli si diceva villima della rivoluzione. Si gcllava, scriYenclo. ai piedi cli sua san'lilù a implorare ìl suo perdono, e _poi mancl:n a ('Ìrcolari a lulli i funzionari clclln diplomazia pcn.:hè le potenze estere sapessero che il panciuto re cli Torino non volc\'a laccare il san lo padre. Gli m rcbl>c lascialo il suo lerrilorio sacro come un privilegio clon1lo al sovrano cli 200 milioni cli cristiani. La cillù Leonina sarehtJe slala del papa. Pio IX sarebbe rimasto in Homa come lui. Un re a ~leslra e un re a sinislra. Di pitt. Gli ha .~offerta la lisla civile. Gliela fece ol'l'rire. Spinlo da tulli gli acciclenli a Roma non facc\'a che genul'lcssioni, non perdeva che lerreno, non vofeva c'hc il papa lo màlcdiccsse. Il sommo gcrarea più fiero cli lui gli ha risposto. Lo ha fulminalo, gli ha clalo clell'im1)oslore, lo ha ingiurialo, gli ha scaravcnlalo alla les.la clue b tre )elle1:e pap<i1i . che avrel~l>ero ~lon1l? ~arlo ai:~ rossire fmo nel bianco clcgl1 occhi - se ie lclle1 e pnpali avessero conlcnula qualche po~~nza o~c~1lla. ~J a anC'he il papa era uno scroccone. \ l\'e,·a cli fama usurpala Falsone, non m·eva che la minaccia verbale a sua clìsposizionr. Dio abhanclonava il gerarca tulle le volle ch'egli aveva bisogno clella forza re1igiosa per schiantare il nemico. Un semplice Cadorna con quallro palle in un muro di cinla è bastalo a dclron izzarlo e a imprigionarlo nella impotenza. Papn cli gesso, Logli li <lai miei occhi! Ln giornata dcl XX selleml>rc non ha conlcnuli di gloria nè per la monarchia nè per l'cserc1Lo. ,Più che una ballaglin, con un assedio e una resa, è slala una rappresentazione lcalrale conglobala in 835 colpi cli cannone. Il papa si è chiuso tremante in Yalicano con la sua corle di cardinali e di scagnozzi cacl<.werici. Il generale Kanzer si è chiuso in Roma con i suoi !)3 - izzt·11 - soldati di gamella i c:ui liri facevano riClcre H generate l~clorna - padre ciel Caclorna che Ila regalalo all'Jl:llia Caporcllo - sollo le mura con l e":>ercilo ha 1':1llo investire dall'arliglicria il lrallo lra porla Pi·1 e porla Sahra: lra porla S. ~;io\'anni p porla S. Pancrnz.io. Si è falla una hrccC'ia. I papalini in' ccc cli precipilnr'>i conlro gli assalitori si sono rifugiali come lanli conigli un po ' dapperlullo. L'esercito n•nio ne 11·1 nHcrrnli fra morti e l'erili due'" ,..., ('enlo scnz.a conl·1re l'ra i suoi le Yillime chr si sono azz.op.1wlc o . . torpiale nella marcia o nella corsa al!' entrala Il disgusto storico fra lulli i Yincilori t'ra ~ino Bi\.io, il secondo dei ~Iillc jn hcri.. rcllo rl'uio e in un comlwtlimenlo così ridicolo. Dietro l'rs;rcilo Yillorioso erano i buzzurri dell'arriYismo che rriunuono lr:1felali nei paesi cli conquista con le sac~occ~ piene di p~1lriotlismo _e di liberalismo per l'ondarc gior11:1li, npnrc albcrglu e resl~rnranls, coslruirc Yic, demolire case, prendere a1)palll .g0Ycr~ naliYi e immorlalnrc la breccia alla gloria clcL secolL con bolliglie cli <:1rnmp:1gnc. . \'illorio Emanuele 11011 YoleYa enlrarv1 :rnc.hc dopo C'he la muraglia era bucala. :-\on volen1 v1~ lcnlare il territorio papale . . \ven1 paura La religione lo sgomcnl·w~1. E ' toccalo all:1 gcnl.e del ça~n picloglio a"c:orrcre a Firenze a (lirgll che il pleb1sc1to romano cm per lui. Yogliamo gli hanno dello la nos~ra unione al i·egno d ' llali:t, sollo il go\'crno monnrch1co cosliluzionalc di sua maeslù Yillorio Emanuele e dci suoi successori . Ci sono , oluli gli uragnni a smno\'erlo Le .1)1og1rl' lorrcnzi·1Ji h·rnn~) incrrossalo il Tc\'l'l'l' e le 111011tlazioni h:~1~110 <Ìnnneggi~lc molle t'amiglic. L'ora clc~ la l'nnzionr rc:1lt' er~t' \'l'nnla. Gido dicc,·ano lull1. Il re· era scmpi·e incresC'ioso di entrare. da pa.clronc 11è'i clominii dl'l Ponlcl'iC'e. Pure si è l!1sc1al,o ~1rn_1gcre ~li gran Yiaggio d:1i st:oi 1~1i_11islri . .I<.. ~:~)SI. t' ~'1\LIJ~lc~ alln nuo,·a t·onquisl·l l u11d1n ollobt r, 0 101 no 111 c.t.11 l'acqua , ciii' a giìi a r?"r~ci, acco.n~1?agna~~. ~la. '\ Lsconl i Ycnosl·t il Yollal:t<.'t'L<l dcl p.u l1lo m.1zzmiano, da Quinlino- s~·ll:t, t'aulon~ dell'iniquo C'~nlalore sul macii1alo t' Giovanni Gaddn, t'igura lorJ)l(la che snscila ancora delle repulsioni. S\ - f>1· - Era sindaco della noma dcl papa scoronalo il principe Doria · Il rcaccio slri11gendogli la mano alla stazione gli disse: . - Sono vcnu lo più presto che mi è slalo possibile. Con qucslo pensiero da la\'~lll<laio è salilo in C'<lrrozza cd è giunlo alla reggia. Finalmenl i suma' - csclama\'a lasciandosi guidare cla una coorle di lacchè. Finalmenl i swml /questa esclamazione l'u poi corrclla scrive,·a All'rcdo Oriani, con an'l'dulo spirito cortigiano nel famoso mollo: Fjnalmcnlc C'i siamo e ti rcslercmo . Ecco come i SO\'rani diventano celebri. La loro pvalilude ì.· eroicizzala o inlcllcllualizzala dai merccnarii della lclleralura e clella sloria. .\ sentire gli scrif>h·cncloli della reggia l'c11lrala in Roma cli Villorio Enrnnuc'le è riuscila un MLhisso cli applausi, una accogl icnza festosa cli lulla Homa, una fcsla dalle slrncle alle finestre, ai lclli. Fra i prescn li che ho conosciu Lo più tardi c'erano Dc Amicis e Ugo Pesci. Ma c'era con 'loro mH!hc: ,\lfrcdo Oriani, il quale ci ha lascialo quesla nola appesa al Finalment i sunw. < Io stesso, allora gio,·incllo, che aveva seguilo lrollanclo fra la poca gcnle la carrozza dcl re dalla stazione fin dentro all'atrio clcl Quirinale palei udire qnesla esclamazione e n6lare il suo gesfo: nell'una e 1zell'altro nessun accento o signat'icato cli granclczza. Villorio Eman ueic a\'eva l'aria oHremoUo nnnoialn. Il vecehio Lamnrmora era imbroncialo. Inl'alli pioYCYa e, malgrado la pioggia, per moslrarsi al popolo, erano \'Cllllli cla!la stazione COI manlicc cl ella carrozza abbassalo. 11 papa non s'l è rieonC'ilinto. Ecrli si è chiuso JH'_llc _su_c u~1dicimila slnnze e nei s1~oi giarclin,i di sci miglia di lunghezza e non ne è uscilo che morlo e inconcilialo. D:1l re Ila rifiutalo Lullo. Dal P:l!'Jamenlo non ha volulo nulla. IIa rcsrinlo con orrore la legge clcllc guarentigie che gli clava i mezzi cli vi\ acchiare, l'immunità della j)Osln , ciel lcfco·rnfo e della . b propria rappresentanza diplomatica e ha continualo a maledire il re bil'ronte. Giunto alla fine il regnante che lo <WC\ a cletroniaato ha avuto paura clcl1 .).) I'!n~c~·no e _ha mnnclalo il suo cappellano clal vicario cl1 Cristo a 1111plorarne la benedizione. , . Poi._corscro in \' atirano i_ 1:1inistri, la principessa '.\Ia1 gh_e1 ila, la quale anchwa d1 soppiallo a trovarlo e :.illn pcrso_n_aggi: Il santo ponicficc, tranrnlalosi cla uomo poltl1cu 111 sacerdote alicla concesse. 1 p1:imi sintomi furono c.1i un frccldo che o·Ji f('~·e. or~l111are un gran fuoco mentre si lronl\'a ~oi m 11_11sl n a l'irm ·ffc il cl cere lo che prorogaYa la 22•' lc~g1sl~1l un~. Lanza che lo aYeva preceduto cli _Jlochi g10rrn, ,gli me\ a f'uncralizzato il pensìero. Con b ~~omparsa del Lanza scomparin1 il lapsus ortoaraJ1co e la iena ministeriale. La malattia ciel re corr~va. Dur giorni dopo era in lello \'iaticalo. Prima di p:1s\:1rc all'allro rnonélo ha an1lo tempo 'di dichiarare c.:hc mori' a callolico, che porla\'a affezione e re\·erenza alla persona del papa elio :wcYa dclronizzalo e _di aggiungere che se in qualche alto da lui comp1ulo <lYcssc polulo personalmente dispiacere al sa1ilo padre, clichiarm-.1 di proYarne rincrescimcnlo . I posteri della penna e dcl potrre hanno conlimrnlo e inuicranlirlo EO'li è ora inarri,·abilc. L'Ilalia dci ricono~c~nli lo ha fuso in un nH.~lallo lastricalo d'oro, su di un ca\'nllo d'orpello pt'r dare ai gogos clclritnlia nuoya lo spL;llacolo che i conquìsladores clava no ai conq uislali. Bes Lia e so nano sono un blocco enorme, piantalo sulla piall;1l'orma di granito nella \'asla piazza romana pronta alla rin'rcnza delle genrr:1zk1ni <'l1c \'Cd ranno in Yillorio Enw1.t1, Jt~ II il Pncl re della Patria . Le intimità della contessa Mirafiori. Per diminuire k colpe e.li un re non c:'è che mcllerle pi livt'llo del_lc colp_c t!rgli uomini ~'0:1rnni. ~c117:~1 quesl alla concrz 1011e d1 ll\·cllamenlo l 1 egnnnt1, gia anlipalil'i perc:hè cnlrano m~ila Yila come usurpatori, clivcnlercbl>ero Jicrurc orribili e conlnml'liosc. Perchè noi ' nl>illl<lli ;rrazialamcnlc a. considerarli o . <"ome personaggi direi q uas1 sovrnm~uu, son sapremmo neanche immacrinart' la loro discesa negli nmhienli .do\ e si S\ oJcre la lolla per gli ac.lallamenti o l:>essna 1i. Come re, Vittorio Emanuele II che ha demolito la santa i•·dilt1zi01H' dl'l focolare domestico inrlig- - :--,G acndo alla madre dci suoi rigli la crucklc urnìlin~ionc di assistere e di appro\'arc la sua 111co11lincnz·1, i suoi aclullcrì, i c.;uoi ;111im·dismi cli insaziabile clcli'" l>alorc cli l'anc.:iulll', l'a sl'llil'o Tulla la nostra lr.ldizionL' (.· in riYolla da\ :mli ;11lc \'ictliacclwric della su;l carnl' Zola ingiganliSl'l' :rn dn1Hlo :de.li lù della lrnclizio11L'. Ci si S\'l'LThi;1 imjL;111dolo Egli lw innalz:1la lt1 1>:111clicra dcl :·cris11~0 ccl lw acccllalo la vil<t, pura e lurpL' st>nza cl1sL't1S'>101H'. \'illorio Emanuele, pL·rc·o1Te1Hlo 1<1 sll'ssa slr:1cl 1, rompi\ a un dclillo di Slalo. [{m·c·scia\,t o ..insu.<licia.\'a unn clc:llc pitL \'l'l1er:1ll' Ì'>liluzìoni dC'lla sua d11wsl1;1, Fatc\'a male a Lulli cli s.q>L'l'l' C'lll' il grnn re elle a\ cva parlalo C'Ol1 Ca\ our, elle :I\ e\ a al'l'i'>:'>.u nei pro~ C'iami 1:1 sua l'cdc u11ih1ri:1 , l'hc. :t\'C\'<l allcrmalc! d1 avere sentilo il grido cli dolor<' : l'll_e ;ncYa _l~1llo volo sulla lomb;1 cld nwgnanimo gp111lore <~1 1111: pugnare le armi per dil'c.•11dl'l'<' il lrono e la libeda elci suoi popoli , cor1'l'\SC' poi dietro Il' gonnl'llc C'Ol11l' l'ultimo dei s:1liri o clc11li incli,·iclui C'h<' :t\'l''>St'l'O penuria di do1111e . I c:orligi:.~ni t' gli uonù!1i ~li Stt1lo inlor110 lui :irrossi\'a110 C'Oll1C i corligw11L o glrt u o mi 11 i di S la Lo i 11lor11 o Lu ig i X\'. 'E C•i.Jm C' ~o rn. fra i due m~1li, Sl'{'glie\ :.1110 il 111i110rc•, quello di \'l'clerlo :.1cTas<1lo l'<>l1 u11<1 J'i<.,s:t, sl<11Jill', C'llC' poll'ssl' essrre C'hiamala la !'morila cll'l re. La nostra Du 13arry non ern '>lala per le Sil' con la c:assclla di chinc:1glicric a uf'l'rirc ai p:1sst111li cordoni di orologi, l:tl>:.tl'C' llicrl' cli :.1,·orio, I'tllsc pl'rlt: L' hrillanli clecorali\'i, m;1 ;ipparlenc·v<1 anch'ess:1. :1.!_(l t slral1 i11fcriori . Era una c·o11tacli11olla r:Jw si S\'lli!pp:wa mcraYigliosame11 le Ci sono _persone anc:ora 'i_\'l'. da~ l'hanno Yedula a piedi nudi, co1\l. polpacci socl 1 impiastrali cli paHa, co11 i l'ianc.:lli che p:u·e,n sco1)piasscro di salute e c.:011 il seno c.:hc us ci,·a ro sso t' duro come il mclogrnno s:.il\'alico. direbbe il d',\11nunzio. \'illorio Emanut'lc ern amnwgli:.1lo cla poc.:hi anni e per clislrarsi della \'ita· 1110110!011a di Hacc:o11igi dim<'nlic:.wa, come ho dcllo, la buona ::\[ari:.1 .\th:laic.le ' per quelle che gli acC'alappiavano i regi lc'no11 1 Si è nolalo che in quel tempo ·il suo ucc.:hio libertino posava sovente sul corpo spclla<'oloso di una gioYi11ollo11a c.:'hc sorrideva e c·ivl'll:.l\ :1 quaIHìo egli p:1s- 57 saYa dallé.1 su:1 c~1sl·Ha S1 clicen1 che il figlio di Carlo .\lbcrlo che la grnll' chiallla\'a principe rosse ìnnaj·,·10ralo <IC'll;1 loia di un suo fattore ccrlo Giam - l>allisl~1 \.rrccllan:.1, _un co.losso. cx sol~lalo cli ~apo leonc 1, cl1Ycnulo poi un g1ganlcsco su01Htlore cli Laml>nro ncll'cscrl'ilo !->ardo. L.a l>cllczz.·1 della Lola le aycyn conquistalo un nggcll1,·o che è sceso con lei nella lornba. ::\essuno p:.1rlm·a L' si oc.:cupa,·a clclla figlia clel Ycrccllana. senza C'hi·1111:.1rla la bella Rosina . Era una bellezza •tl'roclisiac:a. Con una donna che aYc,·a appena clala u1w L'.IP tlina nella '>cuoia clcmenlarc un" uomo fl1e non :t\'l''>Sl' mulo il cerYèllo legnoso~ (!cl duca mtil\ cd ulo cl al p:1clrc <,Ì sarel)be annoialo, stiiciùalo in pochi me'>i \'illorio Em.rnucle più Ll\ 'ici1uwa e più Sl' ne i1111·1mor.1\ a Egli era un sensuale e non ccrt::.l\ a <:hc i godimenti della carne. Quando si seppe ut'l'il'i:1lnlt'11le che il duca era collo della bella Hosina, il padre ciel t'ulurn re galantuomo and:.wa clicenc.lo <I lulli c.:hc egli non era suo figlio e la madre, che si sco rda Ya prol>al>ilmcnlc dell'inccnclio, ripcle,·a spesso: da don• è nwi uscilo qucslo clia\'olo? E' nalo per l'arei dispt'rare lulli quanli~ . :'\e! castello di Hacconigi c'era la fam!glia legale Di l'uori, a pochi passi, c'era quella ·ri1c:gak. Da CJllL'slo co11cuhin~1ggio è naln nel cliccml>re 1818 una l>aml>ina. llallezz:.Ìla col nome tli Yilloria Gucrl'icd, la qu:.1k a 20 anni è cliYcnula sposa di un uol>ilc geno' csl', il marchese Giacomo Filippo ~pi noia Grinwldi, C\>lonncllo clelk guide, morlo nel · 1'2. Subilo dopo ella ha spo~alo il t'ra~cl!<> .dcl dcfu!.1lo l' non so !)C cshla ancora. La fom1gl1a Illegale s1 (\ consoliclata con la nascila di Emanul'le .\!berlo Gncrnieri, cli\'enulo anche hd, con 1'nsccnsione della macl 1,. . ., <.:Oi1lc c11' :\lirn!'iori Il seconclo bnslarclo ha spos'llo, Hl~'cliì. dcll ;1 sorella, la co11lcss:1 l3innca ~nrcla!·el, figlw elci sc11·1lore c\rnlc di .;\fonlrcorlwli, morlo nel '!) L dopo di m l'rr ge1HT1 lo due figli per perpetuare la propri:.1 slirpe \'i!!orio Ema11ucll' che chimn:.1Ya qucslo /cw.r nH~nuyc il suo nido cLunorc, prima che n·nisse dichiarala la guerra, ha messo H.osinn sulla base tlcl~'ind ipcnùenza cco110ni1cn. ·con la paura ~li 1\l,Orirc sYt éJualchc c:ampo di hallaglia ha \'olutg~ 1fJHl Ji suo .NT •• @.!.B '· I ..... - 59 cuore fosse 111 p:1cc. "T.:Jia 'arricchila. Pit1 lardi. St'mpre pnma clclla gtH'IT:t le ha clalo il lilolo ( 11-aprill' 1839 nobiliare '>:lrdo df conlc<;sa 'èli l\Tirafiori e ·Fontana Fredda e col lilolo i poc.;<;cclimenli elle l'hanno resa opulenla. Per quanlo in ahl>i n cr1Talo di im1,)ossrssar111i di qualche clocunH'nlo pC'r a\'erc un'idea della capacilù inlcllcllu:1lc- di 11osina non sono riuscilo. Coloro che hanno vissulo intorno a lei non ha11110 s;1pulo nwgnil'icarmi chl' 1:1 lu<.;suri;t dcl suo corpo. Dl'll:t <>ua hcllczz:i 11011 110 clul1l>i J>crchè mi ricordo di a\'crla 'cclula c·e11li11aia di \'Olle a Homa, ~ìlla passeggiala c~i huon mallino. :1 piedi, seguila (lai due grossi <:ani da ('<HTia, i l";l\'Ol'i[j ciel padre cJrlla p:tlria , o passare in coupl- c:oi domestici in Ji\ rea nrra. Ln hc:lla Ilo'->ina h,1 proprio gndulo la cucc:agna cli mungere bene h ':1c:ca d<'llo i.,lcllone della uniL't it:1li:111a. Dopo due o lrc giorni clell'enlrala di \illorio Emanuc'ie ella '1:1 follo il suo "ingresso alla C'apilalc C'Oll lulla la ramigJia ccl (~ :tllcla(a a Ìnsl:tiitll"Si in una clclizio"ia e gra11clio<.;:t 'i Ila fuori di ,Porla Salctra, lungo Yia Xomcnln11:1, \'illa rimasta ceìelJrc non so lo per la cli mora cklla ra, ori la reale, ma perchc~ è do\ e Villorio EmanuelC' l'ha sposala mo1~ga1wli carne11le il 7 no\'cml>re 1877. Ila a\'ulo qu~1lchc influenza la coiilcssa ~lirn fiori stiì dcsli"ni cl'Ilalia? To <Teclo cli no ma nuo darsi che io nli shagl i. La s~7a mcn'->a e{:a M'1Ì1..pn· popolala cli uomini . . politici e cli "<tenle cli tulle le Corli. Io la mcllo 1ra le apolilic:hc . l\fa se le si pu-; dare c1ualche colo1~e politico, bisogna conl"essare che ella ('ra clcmocral1ca. Le sue simpatie se le 1~wnifc slava - erano per gli uomini cli sinislra e la sua indifferenza per l'oligarC'hia moderaln. In casa sua si Yeclc\'ano i Deprelis i Cairoli i :\1icolera i :\Ianc.:ini, i Znn~lrcl.elli, qua1~do 11011 ~'erano i Crlspi. . Il re lu ~l pup;~zzo clell'cpopca nnzionale . .ì\'011 s 1 polc,·a lcsmare li danaro a chi aveva unila' lu palric.1 1 come è in lulli i libri della slorja sabat~cl~1, sia pure. _Per spinla altrui . .Ì\fa poi quaudo cglt JaC'c\'a lo sl1l1co con la conlessa » cd csilava a dire cli si a ll a donna clc.'1 suo lcllo la Hosina lo scuolcYa e gli chwa ckl buffone. ' - N ci luoi discorsi g li cli cc\' a - Lu parli sem- pre dcl, 1t mio Dio » , del • niio Paese . Se tulto è tuo sara tuo anche il tesoro nazionale 'E ~e non c~clcn~ subilo. gli volta\'a le spalle~ da~1clogh dello sp1lorc10nc e d1cendoali: ,lfonsù Sa0 uow, cerea, ch'ù stia bin . I.a c~nCessa !iosa i\Iiraiiori so_p ravvìsse allo sposo 3 giugno 1833 ccl e morta il 27 chcembre 1885. E' morla corruscata d~lla sua bellezza. Era ancora in fiore, U\'C\'a ancora v1la per lre amanti e lutli le prediceYano mi'esistenza lunga, ma la malallia è slala più farle di tulli. L'ex contadina di Hacconioi non era solo <lYida di. denari, ma era :.)nchc di ~ùunbizionc sfrenala. D1venula a poco a poco moglie morganatica ha so~nalo la corona. '\' olcYa essere regina. Ella hn messo 1~1 molo gli uomini più inl'luenti intorno a \'illorio l~manucle, perchè la chiamasse pubblicamente al trono. Hegina "<l'llalia? Oh no! - rispose il figlio dell'austriaca - Si conlenli del matrimonio morganatico rispose n colui che perorava la di ki causa. ~. . a Mirafiori che aveva separalo il marilo dalla n~og11c non poleYa soffrire donne inlorno a \'illor10 Emanuele. Non appena ne subodorava una gli faceva scena le che farc\'ano correre il scnidorame X on voleva perdere terreno. ì\Ii è sta lo dello in conficlenl.a che una Yolla lo ha minaccialo di una reYoh cral:1. ;\la la feclcllà non era cli Villoria Emanuelr. La Jcmmina era il suo debole. Per una donna, hu dello uno dei suoi biocrrafi m rcbbe rinuncialo alla dinaslia e fors'anchc ~11 i1;dipc11denz~1 italiana. Baslercbbe leggere le memorie di una prima allrice, Laura Bon, che fu una delle sue amanli più affezionale. Per provare la sua facilità di andare con lultc le donne non ho che da ricordare la Caterina pirlo~\ una delle più nolc figure po"slribolari degli uolllllu che hanno falla l'Italia. Ella non sapeYa ncga.rsi a nessuno. Era una ro111·1gnola che si era lasc.:!al<~ adorare da centinaia di _garibaldini e d~ patnolli. L'hanno c.wula i\Ianciui, Cialdini, Garibaldi e ' n;ol~i hllri. Quando è capitata in mano a Yillorio Emanuele era giù matura e sfiorala e di lei si era già occupala più cli una yolta la qncsl111·a: pen:--11è teneva casa da giuoco . 1~10~·ganal1c~ selle. anni. Era nala il .\ - GO .\llora era mogl1c cli un conle Ercolani : spianlatac:cio c;hc l'ace\ a il Lenone di _prore~ s ionc . Il re l'ha ll'nula al s uo sen 1z10 d1 Lello qualclH' scllimana . :.\la dopo , purl' a\ endole s aldalo il c:o11lo <·on parecchi bigliclli cl:t milk. l' am a si.i di lulli coloro ('he Ja yo}C\'ano .gli lw clalo una ragazz:i , una scdicenlc conlessi1w ErC'olnni clic do\ l'\ a esse re 1111a rcmmina ra('<.:olla da qucll·1 clo1111a per speculazione <;li e l ha <hlla rrusla e glie I ha r:1ll<1 pagare c·om<' sc·doll :t. E' nalo dunque uno <.,candalo r la Hosina lo lla snpulo. . . . . .. . . - \'a \ ' Il\, 1111 1;11 scl11lo ! g li dH'l'\'( I , S l ' lt•lll~l\ ,1 cli melll'rll' un d1lo addosso llt'I ll~ ~e- à-l l.-1 ~· \li fai sC'llil'o 1 l ' n uomo di S (' l'S O l'ino alll: l.rcob~111 1~01~ può più essere ('hl' dcl truogolo \ .1 ~1. c~1vt>1:l1i:I~ C'Oll quelle clo111iac'L<' cll'I sel{'l<ll<>, \:1 \a \l<l . . 1111 ~;11 sc:llil'o' La suburra (· il llH' tT:llo ciel luo C'arn11110n10 . Gli odii di Pio IX per la Monarchia Sabauda. Il pap:.1 solo non è slalo cortigiano . .\ 8lì :11111i l' assassino di Ì\lonli e Tog11l'lli ha dimoslralo d.1 <'~ sere ancora il P.io rx elw m e \'a re~1?i11~a <",<J,n_ 11H.l1.gnazio11e la rendila <111nu :llc cli tre mtl10111 e 2~ .J mtl:i lire dal governo che lo é.1\ 'l'\' :t spodestalo Con u~1 piede nella r~ ~s<~ , 11011 solo gli :t\'rchb~ n e~alo ·il , ialico senza l rnl luenza cll'l cappellano cli Coi Le. ma )la impedito che si \Cclcss cro al Ju1.1e rale , \l~ ~ scovi o dignitari ecclesiastici Egli agg1unge\'a pili lardi: Siccome il l'iglio dcll ' usnrpalore, a~sumemlo jl lilolo cli re (l'Italia a\'C\'a preteso sanz1011.arc la spogliazione. della Santa, Sede, cos~ crucsl~l rmn~\''! le pro leste 1alle nel 1860 contro l a11ncss 10!1c dc Ile Homagnc, delle :\larchc e dcll ' Cmbria al .P1e111011le, e nel 1870 contro la 11el'asla usurpnzion e d1 Homa : Il sommo gerarca non aveva finito di cspellon1 re l suoi rancori di scoronalo che la morte l>uss:l\'a anche al suo uscio. Hiuscili inefficaci il " Santissimo Viatico e l'esposizione dcl Divino Sacramento in tulle le eh~e~ se e le preghiere innalzale al Dio callolico cl:1 lull1 L cattolici il Santo Padre spirava alle cinque e quaranlncin'.que pomeridiane dcl 7 di febbraio del 78, - 61 con i:ocl~o nei ra.nt?li per la monarchia e per i radicali e per gli cslrcnu~ll dcl. suo tempo . ~on lanla d1scorclia e lanla irreconcilinbililà fra Quir111alc e V~1licano. almeno per il pubblico, la re- grna. ~Iarghc.'_nla pon ha saputo nascondere la sua bacchclloncrrn l~ ssa , in un momento così J'eroce1~~e.n lc antipapale, è andata nella cappella ardente a 'is1l:u·.? e a pregare in ginocchio per la salma dcl po11L.eI1c~ che <l\'eva maledetta tante volle l'l; nilà d ella patna_. .l:.s~a Yi è anelala in carrozza, fra due file di cara.bi.men e cli queslurini , alle 110\'c e mezzo a1ìlimcn~l1a.ne dc.l 12 febbraio , cio è cinqu e gìorni dopo che 1 .g10r.nal1 s pargc\'ano l'odio nazionale contro il sangumano della chiesa cattolica . . La morale di sua Sanlità è slala discussa più d1 l~na Yolta Quantunque i corligiani della Corle clcn~alc ~o chiamassero Pio, l'.\ngclico , si sapen1 che i su?1 gnsli d 'uomo non erano superiori a quelli del. carcl111ale Anlonelli ) suo secrrelario di Slalo e don1 t> narno o spC'Lln<.:oloso . Coslui, morlo , il suo nome è C?mparso al lrilrnnale per i suoi amorazzi d 'appcnchcc. Duranlt' l' esistenza di Pio IX circolaYa il solt?voce che il papa mantenesse e Yeclesse jn Yali\cano suore dai seni altezzosi e dai fianchi polenli c~1c non gli negavano le loro bellezze polpose . La v1La del papa fu quella cli un effeminalo. Si Lufl'ava n.cl bagno più di una volla al giorno. i\011 si ser\'n·a che di saponi finissimi e profumal~ . Si tolelt<wa in un gahinello cocotizzalo, Yale a dire con un ta\·olo di essenze profumate e di cosmclid di Lultc le qualità, con lullo l'occorrente per la Lesta e per l~ mani. Si l'ace\'a vestire dal Zangalini, suo cameriere. Era clccranlc. lnclossa\'a un:.1 zimmTa Yiolacea finissima . Egli rispcltaYa e.d csige':~1 .l'elichel~a. La sua mensa pareva quella eh un anhlnonc . ~Imeslrc ecccllcn li con brodi cli olla galline, frilli delicati? arrosti di slaNionc uccellamc allo spiccio, erbaggi 0 1 saporiti dolci frull a scelta bicchieri di vjno cli Bordeaux e' caffè 'balzachiano. '1 suoi dolci preferiti cran.o i bignés e la pnsla frolla. Nei giorni cli nrnlumorc s1 scarictwn lo stomaco col Champagne. Non si può parlare cli un re senza ambientarlo negli avvenimenti dcl rcano sia pure moclcslamente 0 come faccio io . IL m10Yo p~ntefice YaleYa il Yecchio - 62- Sc scrivcYa Ycrsi Ialini squisiti: non cessava di essere un ponlcficc sanguinario e ballagliero come il suo predecessore . .:\on appena incoronalo nella cappella Sis~ina. gli an.liderkali gli. cl isscppelliron~ le sue slrag1 cli Perugia, cpr ..tndo \'J era come C.UTtvcscovo, e gli impro\'visarono dimostrazioni lempeslose. !'rima di rivelarsi un fiero avversario dcli ' Italia falla 1> egli è uscilo, già Ponlel'icc, dal \'alicano la sera slessa della sua elezione, per correre al palazzo Falconieri, in via Ciiulia, duvc abilava prùna col c:arclinalc Bertolini, per impaclronirsi cli tulle le sue carte compromettenti. ciancio le peggiori al Juoc:o · e portandosi le altre in Valicano. Il 11 emico accrrim o cli Pi o I.\ era Giovanni :\ico Lcra, ministro del li n lerno e· il nemico implacal>i le di Leone XIII era 'Francesco · Crispi. L'uno e l'altro \'Cnin1110 messi in hurlclt<t dai loro opposilori quanclo cran~ coslrcll~, per mantc.•ncn: il. cos~ dc.Ilo ordine pubblico, a sc10gl1ere, come s1 chcc 111 1111guaggio poliz~csco, i ~omizii anticlcri~<tli. Le. f?llc gridavnno e 111clcm_on1m.·~11.10 . mentre I qurslun.111 I~ nggrcc.livano con gli squ1ll1 <11 troml>n e con gli urlt e· le violenze manesche e sciaboleschc. Le folle urlavano: - Abbasso Habagas ! Abbasso il carcliuale Kicolcra ! Abbasso H cardinale Crispi ! Pio IX si lcncva il ventre dalle risa in mezzo ai suoi cardinali. - Eminentissimi - disse loro una maltina Pio IX elevo annunciani un nuovo c.:olfega. Pio IX roseo nel 'allo, con un candido zucchello cli raso bianco in lcsla, èWe\a l'abitudine, quando scherzava, di interrompersi con la mano piccoln e carnosetla in aria. - Questo non l'ho fallo io aggiungeva; l'ha fallo il popolo sovrano ieri sera, cd è sua eminenza i 1 cardinale Nico lera ! Pio IX è slalo così esecralo che la popolazione anticlericale di Homa 11011 lo ha lascialo anelare alla sua ultima dimora nella basilica cli San Lorenzo, fuori dalle mura di Roma, senza una imponenlissinrn di.moslrazione e clopo tre anni. Il Valicano, per i lcmpi avversi, non voleva ~~1cuna pompa. Per evitare la mollilucline aYeva l1s- - 6~ ~.al:'. per ln lrasl~1zionc: le ore notlucnc. .Jia la o1?1 era della ~errn10.nia funebre, affidala a tre c~r ( ma I, non ha in~pcchto che più di ccnlomila persone ne asp?ltassero il carro coperto dalla coltre ross·l come '' Ii carrs1 us·1• r.01· papi,· t·irato da quallro cavalli neri. d, l cv ~ seguilo cla altre quallro carrozze è uscilo ~l af 1cnno a mezzanotte. Dietro il carro era la IHgotlcria e I . . I . . ( e . . . .· a prn~oc 1e1~rn che recitava ·1cl alla voce 11 f osai 10 e ~e pre~1 per i defunti. ì\Ioltc Jineslre illuJU~1rn.l?. ,\rn.n1lo il corteo a piazza Huslicucci si co!~1.1pc10 .a udire la nol~. nemica. Canzonelle popolar!, ~~~eia. eh bullarlo nel I e\·cre. Il grido di risposta cli '~'a il papa-re ha da lo la stura <illa collera. Tutti e.Il\ cnlnrono lurholenli. , .. · - 1\1 fiun~e il papa porco!· :·fra ritalia ! YiYa G.u 1~rnlt~1.1 ~Io1, le al pnpa ! ::\forte ai preti~ ,-\bhasso le paglia~.cialc ! I· uori i moccoli che passa il carncYalc 1 , C e slalo un momento che il carro ha subìlo l on.data. delle spalle che volevano roYesciarlo. Le voci dc1 preganti vennero soffocate dal canto popolare. - l\Iarianuceia, i\Iarianclla, Biondina cara ac.lc.lio. Invee.e cli fiori il feretro riceveva nrnlcdizionli ma11ale eh fango, ingiurie, sassate. ' - Al fjumc ! al fiume! . Le. ~or~c Ye111~ero strappate e spente sulle facce ~e1 .rel~g10.s1 che s1 cr.edevano ritornali ai tempi nc1 omam. S1 urlanl e s1 cantava. Preti, fra li, gcsuiLi .. - ,\lla chiaYica la carogna! ' ~ . Quesl'ullimo grido è stato di Gio\ anni :\icolera. Egli era fra le molliluclini che YoleYano roYcsciarlo nel Tc,·crc Le carrozze della corle pontificia hanno subìlo il furore anticlericale fallo subìre al carr0 funebre. Tulle le immagini \·iolcnlc e spcllncolose della gola popolana sono state sballulc sulla faccia elci cardinali. .e\ furia di zuffe il corteo è giunto all'una l! lre cruarti del 13 luglio 1881, a San Lorenzo, dove il Lumullo, a lorcc spente, è slalo lrcmcnc.lo. Le ma!>sc dcl rosario preb ) . e le masse irreligiose si sono l)inialc mu t e, spmlc come per passare le une sulle altre. Senza la polizia di Francesco Crispi, allora ministro dell'interno, la cassa di Pio IX sarebbe stata schiodala, franln, schiantata e il suo caclaYere lo -Gi- - Pubblicazioni della Casa Editrice " LA FOLLA ,, c.,i <>al ch!Jc Lras<:inalo per le 'ie C'ome uno elci p1u od i osi mall'allori dcl munclo C:lTlcc.,~asl_ico . C'è slalo chi dicc:Ya di sì, e ('hl dice' a dt no elle i .., 0 , rani a,·csscro mandalo monsignore .\Y:.rnzino al \'uli cano ad esprimere il loro rammarico pc~· le sc~ iwle aYY cnute lungo l ili11rr~1rio di qual.tra ehtl<~l1H'lr 1 , ma la storia è storia. Il loro r i11cres('1111ento e slalo personale e se lo ha 1111 o CSJHTsso lo l ~anno fu llo comunicare a Leone Xll l , il crualc ha poi protc.:stalo con una delle solite enc icliche che sollrYarono 11 Yl'spaio a11liclcricalc per :tllre di111ostr:1zio11i . La '>l_a1_11pa 11 wc;sonica ha gioito cli <.l\Tre 01>1Jl1gala la p~>l1z1a e I esercito a dil'enclcre il carro <_'hc p_orlava_ 11 papa morlo da due anni (' nu·zzo prima, rns~·gu1lo da lla ('ollcrn popolare elle <t\T\':.t per !1 clelunlo par~ll' merclo<>e .\!berlo ~brio, repul>hl1cano mo11arcl11~ z:.ilo ha scrillo poche parolc1 Si LrasporlaYa , _<11<'C\·:.~, la carogna di Pio I X Se. la. s~~a s~lma 1111balsamala, deposta nel scpolrro Ira i I1_<>e::h1 ~· le. baionette elci saldal i e le riYo llclle della sbirraglia, los~e ~lnla gellala c1~1l c·n1-ro l'uncbre e arl'idala alle m o tl1ludi11i ... Pio I X sarebbe s lalo sbocconcell_alo per I~ , . 1e. I:,gli pcrson il'ieaYa In Clliesa Ca ll olLca . or~1ia~ rie.lolla ad una mosl r uosa sciocchezza. I clc!·1cal1 cli Homa elle lrassero par t ilo da l lrasporl~> d~ quc:slo pon le l'ice pm_Tic ida _per. rare delle . .P.~lglH~ccialc, furono rischiali. App lautlrnmo a quei J1sch1 e av_rcmmo applaudilo cli più se le reliquie clrl grande sc10cco fossero s lale gcllale dal ponte di Sanl'.\ngclo nel Tevere. ,\i condannali <lalln hrulal i lù delle guardie, Ycnne rc•1alala uua grande medaglia cl'argcnlo epigrafala 0 da Luigi Casle llazzo l mmorlale odium - et r1 w nquu111 sanabile vulnus - XII I Luglio ~!DCCCXXXI. Un deputalo ha cavalo da l lumu llo i prodromi cl i una rivoluz ione di popo lo. ;\Y;rnli, aggiungeva, la presa <li possesso ciel Valicano dcYc clivenlarc per l'Italia fcs ln nazio n a le, come la p r esa della Bastiglia d ivenne i n Frc.111 ci;1. Si p u ò dire c h e p e r dirci o cloclic i anni l'_llal ia è s la la lu r bn la da lle lolle Ira clcriea li e n nl1clericali. I pr im i commemoravano la vergine l\Iaria e i secondi domandavano l'abolizione della legge delle guarc~1ligic. p :~pal i_ concessa dalla democrazia sdentala eh quei gio rm . Oerc11tr Rcs11011sabilc: PA01 o VA1 ERA Vi a. T a ctirio, 1.3 - :M:ILANO .1111 1 1 1 1 1 t t l l l t l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l f l l l f l t l l l l l t l l l l l l t t- 111111111111111111 1 11111111111&. Moisè Lori a, fond atore dell'U manitaria L. 0.50 Sciara-Sciat, illustratissimo . » 0 .50 :> 1.- '} 1.- G. M. Serrati, direttore dell 'Avanti ! Con autobiografia di " Pagnacca ,, Lu igi Cadorna nei suoi disast ri mi litari . L a fi um ana di Caporetto La catastrofe degli ezar .. » 1.75 » 1.00 aumentata di capitoli e illustrazioni » 2.50 Antica edizione . » 2.00 Il padre della patria, 1. re d 1 ltalia - ri veduto .· nel chiasso e nell'apoteosi . ~) 1.50 11 re alla guerra, pagine spettacolose contemporan ee » 1.50 Le terribili giornate del '98 » 2.50 Il diario di un condannato D. Romolo M urri " 0.50 :~ 0.50 Lo Czar viene » Francesc o Nitti Amori bestial i. - Nuova edizione riccamente 0 I Moribondi di Montecitorio 0.50 ,. 1.00 L'Uomo più rosso d'Italia . 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