Pianeta adolescenza Il corpo sbranato di Osiride di Giuditta Castelli La verità ha molti specchi. L’importante è che ognuno trovi quello in cui si riconosce. MI IO ASCOLTO sono ciò che sento vedo penso di me i miei pensieri sono il mio specchio Eppure non mi piaccio… Vorrei migliorarmi… Vorrei essere… Ma cosa? Soltanto me stessa Peso forma = normalità? Il peso forma (o peso normale, peso teorico, peso ideale, normopeso): • è il valore del peso corporeo umano più indicato per la “salute” ma varia da individuo e individuo, in base all’altezza, all’età, al sesso; • ha assunto anche una dimensione culturale se pensiamo a quale modello femminile, ad esempio, si ispiravano negli anni ’50 e a quale oggi. Anna Bugliari, Miss Italia 1950 La stessa comunità scientifica è in disaccordo sul concetto di peso forma I diversi modi di calcolare il peso corporeo • Il peso teorico per i bambini e gli adolescenti = alla media statistica per una determinata età e un determinato sesso. • La formula di Bernhardt = si moltiplica l’altezza corporea in cm con la circonferenza toracica e poi si divide per 240. • La formula di Broca = altezza corporea – 100 +/- 10% o 20% ( per cui uno alto, ad esempio 176 cm doveva avere un peso forma tra 69 e 84 Kg. Una formula che non tiene conto né del sesso né dell’età . • La formula di Quetelet BMI (IMC = indici di massa corporea) che permette di ricavare il dato biometrico dal rapporto tra altezza corporea A e peso corporeo e si calcola: BMI (kg/m²)= P (kg) / A² (m²) Se non esiste un peso ideale, su cosa dobbiamo riflettere? • Sullo stato di salute compromesso dal sovrappeso, e ancora di più, da malattie quali la bulimia, l’anoressia, l’obesità psicogena. Malattie dalle quali si può guarire, grazie all’aiuto di persone competenti. News Nel 2002 l’Organizzazione Mondiale della Sanità denunciò il sovrappeso come la quinta delle dieci principali cause di morte, rapportato nei Paesi occidentali a una perdita di 7,4 anni di vita. Io sarò ciò che vorrò essere, ciò che è bene per la mia salute ma non sarò mai un’altra Anche tu sarai ciò che vorrai essere, ciò che è bene che tu sia ma non sarai mai un altro Io sono un “individuo - sociale” Io esisto presa di coscienza della mia identità Io sono uguale solo a me stesso non solo ho preso coscienza che esisto, ma mi riconosco delle qualità che mi appartengono Io vivo con gli altri e per gli altri presa di coscienza del mio ruolo sociale e della responsabilità che esso comporta, presa di coscienza di ciò che è meglio che io sia, ricerca delle strade da percorrere ma anche solidarietà e impegno verso chi mi è vicino affinché anche lui trovi la giusta via Rifiuto la omologazione No, a modelli preconfezionati o imposti da sottesi interessi commerciali e carrieristici Io sarò io, Tu sarai tu Insieme costruiremo La nostra felicità Insieme… … andremo alla ricerca di un valico Sovrappeso e obesità in rapporto all’IO • Prendo coscienza della mia fisicità, così come delle mie necessità affettive, psichiche, morali, spirituali, creative, artistiche… • Ricerco percorsi praticabili per migliorare il mio aspetto fisico, sia che “mi piaccia” o “non mi piaccia” . Il sentiero deve essere sempre quello dello “star bene” in salute, di rispetto del proprio corpo e della natura che lo alimenta. • Mi pongo degli obiettivi e delle regole riconosciute dalla comunità scientifica come sane e personalizzate. Vedi dieta mediterranea, la buona colazione al mattino, l’attività fisica e sportiva…. …ma anche il “benessere” che viene dallo stare insieme e dall’impegno sociale, dalla cultura e dall’arte quali vie di espressione e di liberazione, di sensibilizzazione dell’animo Sovrappeso e obesità in rapporto all’altro/i • • • • Non mi creo modelli che non m’ appartengono Mi informo delle possibilità e dei rischi Chiedo aiuto a chi ne sa più di me Non confido solo sul mio intuito Richiesta di aiuto • Chi sente di non star bene con il proprio corpo è bene che chieda aiuto, senza timore di apparire goffo, di confidare il proprio segreto. • No alle amiche o agli amici del “far da sé”. No… No… No… • Il vero amico non è quello che cerca un complice, bensì quello che ti sa consigliare e anche rimproverare se passi il segno. • Ci sono adulti che attendono di essere coinvolti nelle vostre scelte. Che hanno gli strumenti affettivi, le competenze e il desiderio di aiutarvi. • Se non vi fidate dei genitori o non li reputate all’altezza di affrontare il problema, andate dall’insegnante più disponibile, da un adulto comunque credibile e di cui vi fidate. Ma se sei un adulto ? Se ti accorgi che tuo figlio o il tuo alunno (parlando di scuola) il tuo allievo (sport) il ragazzo della porta accanto… …sta perdendo o acquistando rapidamente peso, avvicinati, parlagli, cerca di capire il suo disagio e poi prendilo per mano e insieme “percorrete” quel tratto che porta a superare l’indifferenza: la via del coraggio, dell’impegno e della volontà. La via della responsabilità, della forza, forse anche della sofferenza, ma “via del sorriso” che sempre fa seguito al successo • Per guarire, o semplicemente per migliorarsi, è necessaria una profonda motivazione soggettiva. • E’ importante essere disponibili ad un ascolto non giudicante, che rispetti gli spazi e i tempi di chi soffre e soprattutto non accanirsi a fare sollecitazioni sull’alimentazione. • E’ altrettanto importante sapere che i familiari e gli amici non possono curare chi soffre di anoressia, bulimia e obesità. Possono però individuare dei luoghi di ascolto e di cura e indicarli con fermezza a chi ne ha bisogno. A chi rivolgersi? • Contatta il medico di base, le ASUR, I consultori e gli Ospedali di zona dove ci sono reparti e/o strutture specializzate nel trattamento e nella cura dei disordini alimentari. Sovrappeso e obesità in rapporto alla società o comunità • Partecipo agli altri i miei successi e insuccessi, affinché essi facciano tesoro delle mie conquiste e degli errori. • Dinanzi agli insuccessi non mi chiudo a riccio e non abbandono la ricerca, ma cerco aiuto per trovare altre vie. La mia infelicità non è soltanto mia • Qualunque situazione di disagio io viva inibisce la gioia di chi mi sta accanto e per il quale io sono un valore. • La mia “malattia” ha, quindi, effetti sociali e non solo personali. • Da ogni situazione di disagio personale è un dovere venirne fuori per se stessi ma anche per gli altri. I costi sociali • I disturbi del comportamento alimentare hanno elevati costi sociali. • Tali costi non incidono solo sulla spesa del Servizio Sanitario Nazionale, ma rappresentano anche costi che gravano sulla famiglia e sulla persona stessa in termini di relazioni, di esperienze e di funzionamento sociale. • Le persone che soffrono di disordini alimentari tendono a chiudersi, a isolarsi e a escludere gli altri dalla loro vita. • Soprattutto i familiari si trovano a gestire situazioni molto difficili e si sentono impotenti. Il ruolo centrale della famiglia E’ pur vero che: • le con-cause dei disturbi alimentari nell’adolescenza sono culturali, estetiche e mediatiche. • C’è poi alla base un disagio che affonda le sue radici nella famiglia. I genitori sono il fulcro del benessere e del malessere dei propri figli. Questa è la mia verità? Qual é la tua? La solitudine ti cammina accanto se nessuno il tuo cuore riscalda, la solitudine fugge via alla vista di un cane di un uomo di una stella di un sorriso anche senza nome di una parola che sa darti coraggio o un semplice buongiorno o buonasera buonanotte a domani vi abbraccio Giuditta Castelli SPORTELLI DI ASCOLTO Scrivi a: [email protected] e visita il sito: http://giudittacastelli.ondamagnetica.com Dafne di Albert Corradetti Helios onlus Marche www.heliosnews.it redazione.heliosnews.it © Proprietà letteraria riservata. Il materiale è edito e depositato con certificazione di data certa. L’ autore ne autorizza l’uso per fini didattici, purché venga citata la fonte.