Politiche ed economia per l’ambiente Una lettura etico-teologica Francesco Compagnoni 21.01.2011 Custodire il creato: rinnovare le pratiche. Limiti di una riflessione specificamente e strettamente etica ed in particolare etico-teologica + Limiti di competenza quanto all’oggetto e al metodo + Limiti per l’efficienza di tali riflessioni Compagnoni come etico può (idealmente) iniziare a pensare solo dopo aver letto Becchetti e Mascia. Questo vale per tutti problemi di etica applicata, ma tanto più per i problemi dello sviluppo e ambiente che, essendo nuovi nella storia dell’umanità, non godono di una lunga tradizione di riflessione etica a cui riferirsi Il compito dell’etico consistente in casi simili nel ✚ recepire i problemi morali dall’esperienza degli ‘addetti professionali ai lavori’, valutare le soluzioni da loro proposte alla luce di norme e valori etici, mettere in relazione le soluzioni concrete con i principi etici più generali. Contributi teoretici dell’etica Fondare la responsabilità (ed un certo tipo di responsabilità) per il mondo degli uomini (direttamente sulla giustizia) e dei viventi (indirettamente sulla giustizia [in quanto alla fine tutto culmina nel benessere ‘responsabili’ degli uomini) Motivazione Motivazione etica: lealtà, generosità, impegno, perseveranza Non solo appello rivolto alla coscienza, ma anche riferimento alla realtà di fede: La Grazia di Dio ci aiuta ad essere virtuosi. Altre competenze I metodi per rendere individualmente e socialmente efficienti tali motivazioni non sono di competenza dell’etica, bensì di Psicosociologia Advertising Politiche economiche incentivanti Assunzioni da parte di istanze rilevanti nella società civile (partitici, chiese, ONG…) Iniziamo analizzando DAL PUNTO DI VISTA ETICO i due termini fondamentali con i quali viene descritto il problema che ci interessa • Lo sviluppo umano • e la sua sostenibilità Lo sviluppo umano Dichiarazione Universale dei diritti umani (1948) Articolo 22 Ogni individuo in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale nonchè alla realizzazione, attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale ed in rapporto con l'organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici, sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità. Articolo 25 1. Ogni individuo ha il diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari, ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà. La sostenibilità Con riferimento alla società tale termine indica un "equilibrio fra il soddisfacimento delle esigenze presenti senza compromettere la possibilità delle future generazioni di sopperire alle proprie” (Rapporto Brundtland del 1987). ” • Nel 2001, l'UNESCO ha ampliato il concetto di sviluppo sostenibile indicando che "la diversità culturale è necessaria per l'umanità quanto la biodiversità per la natura (...) la diversità culturale è una delle radici dello sviluppo inteso non solo come crescita economica, ma anche come un mezzo per condurre una esistenza più soddisfacente sul piano intellettuale, emozionale, morale e spirituale". (Art 1 e 3, Dichiarazione Universale sulla Diversità Culturale, UNESCO, 2001). • In questa visione, la diversità culturale diventa il quarto pilastro dello sviluppo sostenibile, accanto al tradizionale equilibrio delle tre E (ecologia, equità, economia) Woody Allen: “Perché io devo preoccuparmi per le generazioni future: cosa hanno fatto loro per me ? Il punto di vista etico-teologico Lo ‘sviluppo umano’ può essere accostato ai concetti di vocazione, missione, ritorno a Dio che cercano di descrivere il senso ultimo della vita umana. E’ vero che il concetto attuale è pensato in senso piuttosto collettivo, ma anche i concetti teologici possono essere tali. Il singolo non è pensato fuori dell’umanità o della chiesa. • Che poi lo ‘sviluppo umano’ sia un diritto, teologicamente lo si deduce dal principio di uguaglianza davanti a Dio di tutti gli uomini. • L’equità si fonda direttamente in tal modo, l’ecologia in quanto compito dell’uomo di gestire il mondo creato, l’economia come caratterizzata dall’equità. • La ‘sostenibilità’ è fondata dall’ ‘unità del genere umano’ e della responsabilità di ognuno per la comunità umana anche futura. • Inoltre il mondo (il giardino) è ‘dato in gestione all’uomo’ perché lo coltivi e lo sviluppi. Non perché lo distrugga, come fa un bambino molto piccolo con un giocattolo. • Il trend insito nell’evoluzione dei viventi ( biologicamente e culturalmente) verso forme superiori (?) è secondo la teologia indicativo del Piano di Dio (?). L’uomo contemporaneo non deve contrastarlo. Queste riflessioni sono tipicamente etiche in quanto i concetti impiegati esprimono una spinta all’azione, fondano un comportamento, sono indirizzate all’intelletto pratico, esprimono un dovere. [Le riflessioni etiche proposte sono parzialmente fondate sulla teoria della legge naturale] I termini usati non sono descrittivi, sono valutativi e prescrittivi, come lo sono le immagini seguenti. • Matteo Mascia non parla mai di ridurre il benessere dei cittadini dei paesi sviluppati…, ma solo di maggior efficienza, minor consumo ecc. • Riducendo i consumi nel nostro sistema economico si riducono i posti di lavoro: è necessario quindi che i tecnici ci dicono come fare a ridurre i consumi (che inquinano e sono ingiusti verso chi non può permetterseli) ma anche come finanziare parallelamente nuovi posti di lavoro (nel terzo settore ? finanziamenti da risparmio privato ? investimenti statali nei servizi ?...) Qui mi pare che andiamo verso i temi cari a sui quali Leonardo Becchetti ha lavorato: Voto con il portafoglio, investimenti etici, terzo settore… Ma anche “In che modo a livello microeconomico è possibile diventare più ecologici e nello stesso tempo non ridurre il principio di creazione di valore economico? In questo paragrafo conclusivo sviluppiamo brevemente tre esempi interessanti a livello di singola impresa.” (Paper Becchetti, p. 37)