L’espressione “pari opportunità” significa: “assenza di barriere, basate sul genere, alla partecipazione alla vita economica, politica e sociale”. Il termine nasce per indicare e sancire la volontà di superare fatti e atti discriminatori perpetrati nei confronti delle donne, soprattutto in ambito professionale, pur estendendosi ad altre sfere. Nella storia, le donne hanno tanto lottato, con le donne e per le donne, per prendere coscienza di sé, affermare i propri diritti, perseguire l’uguaglianza prima e la parità poi con l’altro sesso. Nel 1100 abbiamo avuto l’esempio lampante della “visionaria” Ildegarda Bingen, eletta a icona dalle femministe tedesche contemporanee Le pari opportunità, in ambito politico, costituiscono un argomento di assalto dell’agenda dei media. Il concetto politico più gettonato è quello di “azioni positive”, un termine con il quale si fa riferimento a “misure di tutela rivolte ad un gruppo particolare e finalizzate ad eliminare e prevenire la discriminazione o a compensare gli svantaggi derivanti da atteggiamenti, comportamenti e strutture esistenti”. Le pari opportunità sono un fattore cruciale della crescita sostenibile, soprattutto in determinati ambiti del mondo in via di sviluppo, dove le disparità sono ancora evidenti, come: • nell'occupazione e nelle attività economiche, dal momento che le donne lavorano, in buona parte, in settori informali, con bassi livelli di produttività e di reddito, condizioni di lavoro insoddisfacenti e tutela sociale scarsa o addirittura inesistente; • nella governance, visto che in molti paesi le donne sono emarginate dal processo decisionale. Per tutelare i diritti fondamentali delle donne, occorre applicare in modo effettivo le norme che garantiscano pari diritti tra i sessi; • nell'accesso all'istruzione,/formazione, considerato che la disparità tra i sessi è condizionata in particolare ai lavori domestici imposti alle donne; • nel settore sanitario, dal momento che le donne hanno un accesso limitato ai servizi di base, specie in materia di salute sessuale e riproduttiva; • la violenza considerata lecita e legittima, contro le donne. Le donne, infatti, svolgono la stragrande maggioranza del lavoro domestico e di cura necessario per far funzionare una famiglia, nonché per consentire ai suoi componenti - lavoratori di presentarsi ogni giorno al lavoro e realizzare le proprie ambizioni. Le donne occupate, con carichi familiari, lavorano complessivamente in media molto più degli uomini occupati, ma guadagnano di meno ed accumulano una ricchezza pensionistica inferiore, anche se ne possono fruire mediamente per un periodo più lungo. La violenza sulle donne è uno dei principali e più vergognosi problemi delle società attuali. Un fenomeno radicato che, da tempo e con vari mezzi e modalità, si sta cercando di contrastare e prevenire, ma resiste e si moltiplica . Nonostante gli spot televisivi ed i manifesti di sensibilizzazione, la nascita di centri anti-violenza e di accoglienza, quotidianamente storie di inaudita ferocia e brutalità marchiano a vita l’esistenza di donne, colpevoli solo di essere donne …. …"storie di donne cui vengono negati diritti fondamentali come: essere visibili, curarsi, istruirsi o lavorare, storie di violenza e di sopraffazione”... • • • • • DIVENTA PRIORITARIO INTERVENIRE NEI SEGUENTI AMBITI: la governance: emancipazione politica delle donne, elaborazione di indicatori per misurare le disparità tra i sessi, rivalutazione del ruolo delle donne nelle situazioni di conflitto e successive a un conflitto; l'occupazione e le attività economiche: emancipazione economica e sociale delle donne e parità di trattamento lavoratori-lavoratrici, analisi del bilancio in funzione delle questioni di genere, gestione delle finanze pubbliche secondo la prospettiva di genere; l'istruzione: abolizione delle tasse scolastiche, incentivi alla scolarizzazione delle bambine, miglioramento dell'ambiente scolastico, sensibilizzazione degli adolescenti alle problematiche di genere, alfabetizzazione delle adulte; la sanità: promuovere sistemi di tutela sociale in favore delle indigenti , tutelare la salute sessuale e riproduttiva; la violenza contro le donne: riforma delle normative, protezione delle vittime, sensibilizzazione tramite i media, istruzione e formazione del personale militare e giudiziario. Il gender mainstreaming nei servizi sociali pone l’enfasi sui bisogni delle singole persone, uomini e donne, piuttosto che sui bisogni dei servizi sociali. Tanto maggiore è il coinvolgimento del/la fruitore/trice nella pianificazione, nell’ erogazione e nella valutazione del servizio, tanto maggiore saranno i risultati e la qualità del servizio stesso.