25 NOVEMBRE 2015 GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE Magari A voi, ragazze isolate del secolo condottiere silenziose, sconosciute alla gente voi, sulle cui labbra è morto il sorriso, voi che siete senza voce in un angolo sperduto, piegate in due, cariche dei ricordi, nascosti nel mucchio dei rimpianti se tra i ricordi vedete il sorriso ditelo: Non avete più voglia di aprire le labbra, ma magari tra le nostre lacrime e urla ogni tanto facevate apparire la parola meno limpida. Nadia Anjuman (poetessa afghana) La biblioteca di Pieve di Cento propone una bibliografia per contribuire a far conoscere ed approfondire questo fenomeno, per combatterlo. Malamore : esercizi di resistenza al dolore /Concita De Gregorio La violenza sulle donne, in questi ultimi anni, è diventata una delle grandi emergenze sociali del nostro paese e non solo. Leggiamo sempre più spesso di donne maltrattate, sentiamo storie di violenza e di abusi e ci domandiamo cosa sia necessario fare per fermare quello che appare come un preoccupante segnale di degenerazione della vita nelle nostre città. Eppure, a ben vedere i dati sull'argomento, si tratta di un fenomeno che riguarda più la vita domestica che non le nostre strade, le nostre piazze o altri luoghi pubblici. Si tratta di una violenza che spesso si consuma tra persone che si conoscono, magari da lungo tempo, tra coppie consolidate, tra marito e moglie. Relazioni violente, che durano nel tempo, a cui, volendo, si potrebbe spesso anche sfuggire. Una volontà che però non trova mai la forza di diventare davvero decisione. Concita De Gregorio torna a indagare le ombre dell'amore. Questa volta però non dell'amore tra madri e figli, ma di quello tra uomini e donne. Prova a indagare tutte le ragioni e i risvolti di un amore che diventa violenza e a cui non ci si riesce a sottrarre. E lo fa raccontando storie appassionanti e commoventi di donne, famose e non, che nell'illusione di cambiare una storia sbagliata hanno per anni continuato a farsi del male. Il buio non nasconde paure / Shashi Deshpande Saru, la protagonista, nasconde un inconfessabile segreto: ogni notte viene stuprata dal marito; un "rito" allucinato e agghiacciante che si ripete da anni e che la donna continua a subire in silenzio perché crede di avere molte cose da farsi perdonare: successo professionale, frustrazione del marito poeta fallito, ribellione dalla famiglia e dalle tradizioni, senso di colpa per la morte del fratellino che non riuscì a salvare. Scritto in flashback, questo romanzo è la storia di come Saru ricompone pezzo dopo pezzo la propria identità, finché la sua voce (che non riesce a uscire durante gli stupri) non ritrova corpo e coraggio. Come tutte le protagoniste della Deshpande, Saru è una fuoriuscita: dalle rigide leggi di casta, dal ruolo assegnato alla donna da millenarie tradizioni e usanze. E come tutte non trova appoggio nel marito. Una denuncia della situazione femminile indiana con toni decisamente femministi, pur senza perdere di vista i valori tradizionali del pensiero induista e buddista. Chiamarlo amore non si può. 23 scrittrici raccontano ai ragazzi e alle ragazze la violenza contro le donne / Autrici varie 23 scrittrici per ragazzi ci offrono questi racconti per aiutarci a riflettere e a dialogare, perché non rimaniamo in silenzio di fronte ai tremendi fatti di cronaca. Ma anche perchè sappiamo reagire a ciò che può succedere intorno a noi, non solo quando si tratta di violenza fisica, ma anche di gesti e comportamenti che comunque feriscono profondamente.. Non è facile crescere, né diventare uomini né diventare donne, e gli adulti non ci stanno offrendo dei grandi modelli. I messaggi proposti dai nostri media spesso denigrano il corpo e il ruolo delle ragazze e così facendo offendono e confondono anche i ragazzi. E tutto diventa più difficile se ai modelli dei media si sovrappongono quelli familiari, poi quelli educativi e ancora quelli delle diverse culture che vanno mescolandosi nella nostra società sempre più multiculturale ma ancora non interculturale. Per tutti questi motivi bisogna puntare sull'enorme importanza dell'educazione affettiva e sentimentale. Dalla parte delle bambine /Elena Gianini Belotti La tradizionale differenza di carattere tra maschio e femmina non è dovuta a fattori "innati", bensì ai "condizionamenti culturali" che l'individuo subisce nel corso del suo sviluppo. Questa la tesi appoggiata da Elena Gianini Belotti e confermata dalla sua lunga esperienza educativa con genitori e bambini in età prescolare. Ma perché solo "dalla parte delle bambine"? Perché questa situazione è tutta "a sfavore del sesso femminile". La cultura alla quale apparteniamo come ogni altra cultura si serve di tutti i mezzi a sua disposizione per ottenere dagli individui dei due sessi il comportamento più adeguato ai valori che le preme conservare e trasmettere: fra questi anche il "mito" della "naturale" superiorità maschile contrapposta alla "naturale" inferiorità femminile. In realtà non esistono qualità "maschili" e qualità "femminili", ma solo "qualità umane Ferite a morte /Serena Dandini "Ferite a morte nasce dal desiderio di raccontare le vittime di femminicidio. Ho letto decine di storie vere e ho immaginato un paradiso popolato da queste donne e dalla loro energia vitale. Sono mogli, ex mogli, sorelle, figlie, fidanzate, ex fidanzate che non sono state ai patti, che sono uscite dal solco delle regole assegnate dalla società, e che hanno pagato con la vita questa disubbidienza. Così mi sono chiesta: 'E se le vittime potessero parlare?' Volevo che fossero libere, almeno da morte, di raccontare la loro versione, nel tentativo di ridare luce e colore ai loro opachi fantasmi. Desideravo farle rinascere con la libertà della scrittura e trasformarle da corpi da vivisezionare in donne vere, con sentimenti e risentimenti, ma anche, se è possibile, con l'ironia, l'ingenuità e la forza sbiadite nei necrologi ufficiali. Donne ancora piene di vita, insomma. 'Ferite a morte' vuole dare voce a chi da viva ha parlato poco o è stata poco ascoltata, con la speranza di infondere coraggio a chi può ancora fare in tempo a salvarsi. (Serena Dandini) Come un uccello in gabbia: storie dalla Casa per donne maltrattate di Kabul / Poesie di Nadia Anjuman Donne costrette in gabbia dalla tradizione, da povertà e guerra. Donne che si sono “abituate” alla violenza come ad una costante della loro vita, in Afghanistan come in altri paesi segnati da decenni di conflitti armati, che utilizzano la violenza di genere per creare un’atmosfera di paura e terrorizzare le comunità. Sono queste le donne protagoniste di “Come un uccello in gabbia”, toccante libro che riporta storie narrate in prima persona da alcune ospiti della Casa per donne maltrattate di Kabul, insieme ad alcune delle più belle poesie di Nadia Anjuman, poetessa afghana morta all’età di 25 anni vittima di violenza domestica. Elisabeth /Paolo Sortino Amstetten, capoluogo di provincia della Bassa Austria. Nell'agosto del 1984 Josef Fritzl rapisce la figlia diciottenne e la rinchiude in un bunker antiatomico da lui progettato e costruito nelle fondamenta della propria abitazione. Terrà prigioniera Elisabeth per quasi ventiquattro anni, e dai ripetuti rapporti incestuosi a cui la costringerà nasceranno sette figli. L'autore invade la cronaca reinventando alcuni episodi, e altrove sceglie invece di riportarli così come sono avvenuti, grazie a una voce narrante che non esprime giudizi né attribuisce colpe. Elisabeth, tenuta prigioniera come un animale nutrito nel caldo di una tana, è la protagonista assoluta di una vicenda che afferra il lettore e lo trascina di peso nel bunker, senza permettergli mai di uscire. L’ho uccisa perché l’amavo(falso!) Loredana Lipperini-Michela Murgia Delitto passionale. Raptus. Gelosia. Depressione. Scatto d'ira. Tragedia familiare. Perché lei lo ha lasciato, chattava su Facebook, non lo amava più, non cucinava bene, lavorava, non lavorava. Nascondendo la vittima, le cronache finiscono con l'assolvere l'omicida: una vecchia storia, nata in tempi lontani e ancora viva fra noi. Per questo bisogna imparare a parlare di femminicidio. Tutti, non solo media. Dobbiamo farlo noi. Dobbiamo trovare le parole Isolina /Dacia Mariaini In questo bellissimo romanzo Dacia Maraini racconta la vera storia di Isolina, una ragazza come tante altre nella Verona a cavallo fra l'Ottocento e il Novecento, dove i militari potevano trovare facilmente divertimenti e belle donne. Quando resta incinta, il suo amante, anch'egli un ufficiale dell'esercito, la costringe ad abortire e Isolina muore in modo raccapricciante fra urla strazianti sul tavolo di un'osteria. Ma per salvare l'onore dell'esercito tutto viene nascosto, come se Isolina non fosse mai esistita. Io sono Malala/ Malala Yousafzai Valle dello Swat, Pakistan, 9 ottobre 2012, ore dodici. La scuola è finita, e Malala insieme alle sue compagne è sul vecchio bus che la riporta a casa. All'improvviso un uomo sale a bordo e spara tre proiettili, colpendola in pieno volto e lasciandola in fin di vita. Malala ha appena quindici anni, ma per i talebani è colpevole di aver gridato al mondo sin da piccola il suo desiderio di leggere e studiare. Per questo deve morire. Ma Malala non muore: la sua guarigione miracolosa sarà l'inizio di un viaggio straordinario dalla remota valle in cui è nata fino all'assemblea generale delle Nazioni Unite. Il 10 ottobre 2014 è stata insignita del premio Nobel per la pace. .