L’evento è stato patrocinato
Associazione
“ IL FILO DELLA MEMORIA
CENTRO STUDI “NUOVA AGORA’”
Associazione
LA CLESSIDRA
“Costruire l’esperienza”
REGIONE SICILIANA
COMUNE DI LIBRIZZI
COMUNE DI PATTI
CESV
Si ringrazia per la collaborazione alla realizzazione
dell’opuscolo :
Milena Bari Laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche
Alice Marziano Laureanda in Scienze e
Tecniche Psicologiche
Marco Oreste Stefano Laureando in Giurisprudenza
La percezione
del rischio da
parte degli
adolescenti.
Analisi dei dati
a cura di:
Catena Camuti, psicologo
Marilia Gugliotta, docente scuola sup.
Adele Lo Presti, psicologo
Maria Lucia Lo Presti, docente scuola
sup.
Sintesi dei dati presentati al
Convegno :
L’INFORMAZIONE SOSTENIBILE: la
violenza, la donna, la sicurezza.
22 APRILE 2009
BORGO MAISALE—LIBRIZZI
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N
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PREMESSA
el corso degli ultimi mesi si è assistito ad una sovraesposizione
mediatica di
notizie riguardanti stranieri che hanno violentato
donne più o meni giovani, italiane e non.
Poiché le “parole condizionano la percezione dei fatti”, le modalità di dare
le notizie, così come è avvenuto in questo periodo, rischiano di far apparire
la violenza contro le donne
come un fenomeno riconducibile solo ad
elementi quali
strada/parco- ambiente esterno
estemporaneità- straniero
Il Know how invece ci indica che altri sono i numeri e le condizioni in cui si
esplicano le violenze alle donne
casa/ambiente domestico – continuità
- partner/persona conosciuta
Alla luce di tali considerazioni, riteniamo fondamentale acquisire una
maggiore capacità critica nel leggere i dati di un fenomeno che trova le sue
radici più profonde nel substrato culturale e sociale che ci appartiene e che
non viene “da fuori”.
Negli articoli di cronaca non viene fatta alcuna analisi dei fenomeni, non si
cerca di capire, non ci si chiede, per esempio, perché la gente sia rimasta
indifferente nell’assistere a un episodio di violenza, da dove nasca il
meccanismo di possesso/violenza nei confronti della donna (i casi in cui
l’uomo uccide l’ex moglie, l’ex fidanzata), perché ragazzini “di buona
famiglia” decidano di abusare di una coetanea.
E’ proprio questo modo di dare l’informazione che
crea un eccessivo e
falsato allarmismo riguardo alla percezione della sicurezza dei cittadini.
Percezione del rischio e violenza di genere
Ciascun individuo riesce a salvaguardarsi solo ha un’adeguata e corretta
conoscenza della realtà. Ma se la conoscenza non è corretta, quali strumenti
userà per evitare il rischio?
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Conclusioni
La violenza contro le donne è ormai quotidiana e sembra essere diventata una modalità “normale”dei rapporti fra uomini e donne nella
nostra società: per contrastarla efficacemente bisogna minare i presupposti culturali e sociali che ne sono alla base, attraverso azioni di
prevenzione di comportamenti violenti. Dimenticarsi del problema
quando il clamore degli eventi di cronaca cessa, equivale, invece, ad
alimentare il silenzio di tante donne e a ignorare le tante, troppe violenze.
La lotta alla violenza e l’evitamento del rischio passa anche
attraverso informazioni corrette e lo sviluppo di una cultura che
condanni il sopruso e la sopraffazione. In questo senso i mass media giocano un ruolo fondamentale.
E’ necessario aiutare soprattutto i giovani a trovare
culturali
strumenti
utili a vivere la realtà che li circonda con maggiore
consapevolezza e ad essere protagonisti attivi della loro vita e non
I giovani devono diventare i primi interlocutori di questo processo
in cui l’informazione diventi una INFORMAZIONE SOSTENIBILE.
passivi
fruitori di notizie e informazioni “usa e getta”.
E’ proprio con questo obiettivo che si è pensato di mutuare dal
linguaggio ambientalista il concetto di “informazione sostenibile”
In un’informazione di questo tipo le
notizie, in particolare quelle relative
alla violenza di genere, devono esser
date rispettando criteri precisi: cercare la causa della violenza, omettere i dati
che possono portare al riconoscimento
della vittima, dare risalto ai possibili percorsi di uscita dalla violenza e alle risorse
esistenti.
L’informazione è sostenibile se attiva strategie di coinvolgimento
attivo dei fruitori stessi e tali da sviluppare atteggiamenti critici, propositivi e attivi, tesi a ridurre e sconfiggere il passivismo.
Per contrastare e prevenire la violenza contro le donne, che imbarbarisce e impoverisce tutti, c’è bisogno di una nuova cultura nel
rapporto fra i sessi, ma anche di maggiori diritti di cittadinanza per
le donne e di maggiore rappresentanza.
In una società giusta e solidale verso le donne i violenti sono più
isolati.
In quest’ ottica riteniamo che l’informazione sostenibile
NON E’
informazione superficiale che vive di se stessa
informazione spot
informazione sensazionalistica
MA E’
informazione fatta di contenuti meditati
informazione a largo respiro
a cui i giovani possono accedere acquisendo strumenti culturali,
capaci di stimolare quel senso critico che serve a definire i problemi
e maturare competenze per giungere a soluzioni strutturali (soluzioni
possibili a problemi complessi).
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La percezione del rischio
Sintesi
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Definizione del rischio
Il rischio, è la possibilità prevedibile di subire un danno o un inconveniente
come conseguenza del proprio comportamento o di difficoltà oggettive.
Nel linguaggio comune il termine viene usato come sinonimo di probabilità
di un pericolo.
La percezione del rischio è un processo cognitivo che coinvolge diverse
dimensioni e le loro implicazioni riguardano tanto il piano razionale ed oggettivo quanto quello emozionale e soggettivo.
Esiste spesso una discrepanza tra la percezione soggettiva del rischio e la
valutazione oggettiva
..” capita che le persone a volte temano delle attività che non sono in realtà
pericolose e non temano, invece, delle attività che potrebbero avere conseguenze molto drammatiche ……….. (Slovic, 2001)”
I fattori che influenzano la percezione delle persone sulla pericolosità di
un'attività sono legate alle valutazioni soggettive quali:
Il controllo che la persona pensa di poter
esercitare sugli eventi (per esempio, si
pensa di poter esercitare molto controllo
nel caso della guida e molto poco nel caso
dei cataclismi naturali);
Il grado di volontà nel decidere di affrontare una situazione rischiosa;
La gravità delle possibili conseguenze
(Slovic, 1987 )
Ciò fa comprendere come mai le persone
possono associare rischi differenti ad attività
che hanno la stessa probabilità di produrre
conseguenze negative (Mullet, Lazreg, Candela & Neto, 2005).
Percezione del rischio e adolescenza
Durante l’adolescenza la percezione del rischio è quasi sempre discrepante,
aggravata dalla tendenza ad una minore consapevolezza delle dirette relazioni fra decisioni e possibili danni nell’immediato.
L’assunzione consapevole di un rischio, (mancato uso del casco e delle cinture, inosservanza dei limiti di velocità etc.) pare essere funzionale nel giovane
al superamento di compiti evolutivi legati al raggiungimento di una propria
autonomia ed identità.
L’analisi dei dati precedentemente presentati dimostra che i giovani
del il campione manifestano una maggiore preoccupazione relativamente alla sicurezza personale, in particolare riguardo alla violenza
sessuale.
La paura è rivolta all’esterno e allo sconosciuto, così come indicato
dalle notizie degli ultimi mesi .
I dati sembrerebbero confermare l’influenza dei mass - media perché orientano l’attenzione su alcune particolari situazioni , non sempre corrispondenti al reale rischio .
Le paure si alimentano sulla base di informazioni incomplete.
La conseguenza di ciò , come emerge anche dai dati del questionario, è la ricerca
di sicurezza nella repressione e nell’incremento del controllo da parte delle forze
dell’ordine.
In un articolo di Carlo Lucarelli, noto giornalista e giallista, (L’unità 6 settembre 2008) si parla della percezione della paura
nelle città:
….Le cose hanno un nome e dietro ogni cosa ci sono i numeri e ogni
numero vuol dire, a sua volta, una cosa precisa. Se non capiamo esattamente di cosa stiamo parlando e di quale sia la sua reale entità, corriamo
il
rischio
di
fare
le
cose
s b a g l i a t e …… .
. ..Di cose brutte ne accadono tante nelle nostre città, a Roma, a Milano
e anche a Bologna, ma dobbiamo capire esattamente cosa accade e
perché…….
…..Se c’è un motivo, se c’è qualcosa di cui avere più paura vorrei scoprirlo, documentarlo bene con nomi e numeri, e capire cosa esattamente
si
può
fare
per
risolvere
il
problema.
Insomma, cosa succede, esattamente, in città?
La ricetta di Lucarelli è quindi da ricercare nella corretta informazione, nel pretendere che i numeri della paura siano dati nella loro
giusta dimensione.
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La ricerca
Risk taking
E’ il comportamento di scelta conscia di un pericolo, non è un avvenimento
casuale o frutto di circostanze facilitanti
Tutto avviene quasi fosse una scommessa contro il destino che l’adolescente
sembra poter controllare.
Sono necessarie efficaci azioni mirate ad aumentare,nel giovane, l’obiettività
circa l’esito delle proprie azioni, dato che è elevata la probabilità che
l’adolescente che attua comportamenti di “risk taking” possa reiterare azioni
rischiose
Informazione e percezione del rischio
Grafico 10 La presenza di un maggior numero di forze dell’ordine
( circa il 30% di entrambi i sessi ) e la certezza della pena ( più del
60% degli alunni) è il dato che si conforma con ciò che negli ultimi
tempi si indica come soluzione per aumentare la sicurezza personale.
La percezione del rischio è condizionata anche
dalle informazioni e da come esse vengono date.
Gli accenti spesso sensazionalistici usati per
comunicare notizie di violenza ai danni delle
donne creano un eccessivo e falsato allarmismo,
aumentando oltremisura il senso di insicurezza dei
cittadini. Ciò crea uno scarto tra ciò che viene
percepito come pericolo e la realtà del fenomeno
della violenza.
Ovviamente
conseguenti.
se le premesse sono sbagliate le reazioni saranno
Come agire ?
Per migliorare la percezione del rischio negli adolescenti è necessario:
dare informazioni corrette, ma soprattutto,
attuare strategie preventive e di
sensibilizzazione con il gruppo dei pari e con il
mondo degli adulti.
Grafico 11 I giovani sono molto consapevoli del fatto che alcuni
comportamenti vengono condizionati dai mass- media.
Come è possibile fare ciò
Una trappola in cui un progetto preventivo non dovrebbe incorrere è quella
di fornire obblighi elencando azioni lecite e comportamenti illeciti
L’efficacia della prevenzione dipende dalla reale disponibilità a rendere i
ragazzi parte attiva nella valutazione critica dei comportamenti che si intende
prevenire, stimolandoli ed educandoli ad una “criticità “che forse i media
hanno sopito in loro.
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percezione del rischio
La La
ricerca
L’idea del questionario è nata da un momento di riflessione comune nelle due associazioni che hanno voluto
indagare:
•
sull’influenza dei mezzi d’informazione nella
percezione del rischio
•
sull’allarmismo e la ricerca della sicurezza.
A tale scopo è stato creato un questionario ad hoc che
è stato somministrato ai giovani frequentanti il quarto
anno degli Istituti Superiori presenti nel territorio di
Patti.
Lo scopo del questionario
Il questionario , creato in collaborazione alla prof.ssa Maria Lucia Lo Presti,
valuta pertanto:
•
I cambiamenti della percezione del rischio in seguito ai recenti fatti di
cronaca relativamente alla violenza sulle donne
•
Le situazioni ritenute più rischiose
•
Le conseguenze sui comportamenti personali e della famiglia relativamente al tema della sicurezza
•
Le misure ritenute più idonee per migliorare la sicurezza personale
A chi è stato somministrato
Il questionario è stato somministrato ad un totale di 154 alunni (62 maschi e
92 femmine) frequentanti le IV classi degli Istituti superiori di Patti ed una III
liceo classico.
Nel valutare i dati del questionario abbiamo considerato la variabile
“GENERE” come elemento di confronto delle risposte date.
Grafico 8 In questo grafico si è valutato l’atteggiamento dei genitori , in particolare il loro grado di apprensione nei riguardi della sicurezza. I dati evidenziano che i genitori non hanno modificato il loro atteggiamento che si è
mantenuto per la maggior parte dei ragazzi. Tuttavia, se sommiamo le risposte date delle ragazze che rispondono Sì 29 % e Più 9,6%, vediamo che la
percentuale sale notevolmente (38,6%).
Grafico 9 Nei confronti dei figli i genitori hanno adottato comportamenti più
“prudenti”, controllano le telefonate e con chi escono.
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La ricerca
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In dettaglio qui di seguito i grafici prodotti dall’analisi dei dati.
La prima domanda chiedeva se nel corso dell’ultimo anno era cambiata la
personale percezione del rischio.
Grafico 6 Trovarsi in zone buie e con persone sconosciute rappresentano situazioni in cui entrambi i sessi si sentono particolarmente
insicuri.
Grafico 7 Veniva chiesto se nel corso degli ultimi mesi si fossero
messi in atto comportamenti di “sicurezza” che non si erano adottati
prima. La maggioranza dei ragazzi di entrambi i sessi ha risposto di
No. Tuttavia, se si raggruppano le risposte si (13,5% )e di più
(14,5%), il totale di chi ha messo in atto cambiamenti è il 27% del campione.
Grafico 1 Si evidenzia un aumento significativo della percezione del rischio
da parte delle ragazze (65%). Per i ragazzi sembra che non si siano verificati
cambiamenti rilevanti (50%).
Grafico 2 Per entrambi i sessi è ritenuta sufficiente la sicurezza assicurata
nei luoghi di residenza.
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La ricerca
Grafico 3 Per una piccola percentuale ( 17,2%) è modificato l’orario di rientro serale.
Grafico 5
Grafico 4 I luoghi sono quelli prevedibili (periferie, discoteche, strada).La scuola non rientra tra quelli ritenuti pericolosi.
Dall’analisi del questo grafico sono emersi dati significativi. Si chiedeva quali situazioni erano ritenute più pericolose dagli alunni .
Se valutiamo il grafico confrontando la variabile sesso, per il 91,3%
delle ragazze la situazione di maggior pericolosità è rappresentata
(come prevedibile) dalla la violenza sessuale, seguita dal trovarsi
sole in luoghi isolati (41%) e dall’essere importunate da persone sconosciute (34,7%).
Con una percentuale più bassa il 48,3% dei ragazzi ritiene che il rischio di essere violentato sessualmente sia tra le situazioni più pericolose. Rispetto alle ragazze, i ragazzi ritengono più pericoloso subire una rapina (63%) ed essere coinvolti in incidenti stradali (35,6%).
Un ulteriore dato che potrebbe contribuire a sfatare qualche pregiudizio riguarda l’area emotiva. I ragazzi, infatti, più delle ragazze hanno paura del rifiuto 11,2%, dell’indifferenza delle persone 6,4% e di
essere lasciati soli 4,8%.
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