Confederazione italiana Agricoltori
LA SITUAZIONE DELL’AGRICOLTURA ITALIANA
E CAPITOLI DI UNA NUOVA
POLITICA AGRICOLA NAZIONALE
Roma, ottobre 2010
La situazione dell’agricoltura italiana e capitoli di una nuova politica agricola nazionale
L’agricoltura italiana si confronta oggi con uno scenario di forti mutamenti e di grandi
sfide: sicurezza alimentare, liberalizzazione dei mercati, cambiamenti climatici e
sfruttamento delle risorse naturali. Le imprese agricole non si sottraggono dal fornire il
proprio contributo per vincere queste sfide; è necessario, tuttavia, che esse siano dotate
di vitalità e capaci di sostenersi economicamente, siano, cioè, in grado di generare
redditività.
L’agricoltura sta attraversando un periodo di grave e prolungata crisi: dal 2000, mentre
le imprese agricole europee crescono in termini di competitività e redditività, quelle
italiane rimangono “al palo”. Nell’ultimo anno il reddito agricolo è calato, in Italia, del
25,3 per cento, il doppio della media europea. I prezzi agricoli alla produzione hanno
subito una flessione del 12,4 per cento. Crescono l’indebitamento delle aziende e le
sofferenze bancarie. La progressiva riduzione della superficie agricola mostra una
pericolosa tendenza all’abbandono ed al degrado dell’ambiente rurale. Migliaia di
agricoltori sono stati costretti a cessare l’attività agricola (tra il 2000 ed il 2007
l’agricoltura perde 474mila aziende, 1/5 del totale censito). Solo 112 mila aziende hanno
un conduttore giovane. Nell’agricoltura italiana non vi è ricambio generazionale.
L'agricoltura è realtà produttiva complessa e diversificata con primati produttivi di
grande significato, ma con diversi nodi non ancora sciolti. Tra i principali:
l'eccessiva frammentazione aziendale che impedisce di fatto il ricorso ad economie
di scala, implicando una maggiore incidenza dei costi di lavoro, capitale e
finanziamento;
la rarefazione delle economie di relazione e la debolezza delle organizzazioni
economiche nella direzione di una moderna, diffusa e funzionale organizzazione
dell'offerta;
gli alti costi di produzione che gravano in particolare sulle imprese che assumono
manodopera;
l'eccessivo costo dei terreni, l’insufficienza degli strumenti finanziari e le difficoltà
di accesso al credito;
un sistema di trasporto e della logistica inadeguato alle esigenze di industria e
mercati;
il deficit di servizi fondamentali per stimolare la vitalità e lo sviluppo delle aree
rurali;
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il peso della burocrazia, comune a tutto il sistema delle imprese.
Il dato della crisi, e della sua gravità, è unanimemente riconosciuto; più articolate sono
le proposte per uscire dalla crisi.
Partiamo da un altro dato di fatto: le politiche agrarie – come fonte delle decisioni e
della spesa – si collocano con sempre maggiore evidenza a livello sopranazionale
(Unione europea e WTO per quanto riguarda il commercio internazionale) e regionale.
Nella prospettiva a breve e medio termine (manovra finanziaria e federalismo fiscale)
se, da un lato, aumenterà la titolarità delle Regioni sulle politiche agricole, dall’altro la
spesa per l’agricoltura nei bilanci regionali, stante il vincolo obiettivo dell’invarianza
della pressione fiscale, sarà compressa da altre priorità a domanda più forte
(istruzione, trasporti, spesa sociale e sanitaria). Questo rafforza la necessità di una forte
capacità di “governo unitario della spesa” agricola che individui obiettivi, programmi
e strategie comuni. Ciò non vuol dire una nuova centralizzazione, ma la necessità di un
progetto nazionale di politica agricola. Il settore agricolo italiano paga l’assenza di
un’organica politica agraria nazionale. Per questo proponiamo la convocazione di una
Conferenza nazionale sull’agricoltura e lo sviluppo rurale come sede per costruire
insieme – istituzioni e rappresentanze – una nuova politica agraria nazionale che si
ponga l’obiettivo di delineare un percorso di modernizzazione per la competitività
delle imprese agricole e di riorganizzazione dell’intero sistema primario.
La crisi dell’agricoltura è pesante, ma ha caratteristiche del tutto particolari: le difficoltà
dell’agricoltura nel biennio della crisi non dipendono da un calo della domanda
interna ed internazionale, neppure da un calo della produzione. La causa principale è
stato il crollo dei prezzi all’origine e l’incapacità degli agricoltori di mettere in campo
strumenti per fronteggiare l’instabilità dei mercati.
La rapida e progressiva affermazione anche in Italia della GDO ha completamente
modificato le modalità di distribuzione dei prodotti agroalimentari ed allo stesso
tempo cambiato profondamente le relazioni tra i vari attori della filiera, imprese
agricole comprese.
Da ciò consegue che le prospettive della ripresa dell’agricoltura sono legate alla
capacità di correggere il malfunzionamento dei mercati e di contrastare gli effetti della
volatilità dei mercati e delle manovre speculative.
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Partendo da questa premessa, ci proponiamo, senza alcuna pretesa di completezza, di
delineare i capitoli di una nuova politica agraria nazionale:
1. Regolazione dei mercati: organizzazioni economiche, interprofessioni e accordi di
filiera, politica della concorrenza, gestione dei rischi di mercato. Siamo convinti che la
via maestra per migliorare le condizioni di reddito degli agricoltori, valorizzare le
produzioni agricole e rendere più efficiente il mercato sia l’interprofessione:
-
promuovere la costituzione di organizzazioni di produttori ed interprofessioni
ampiamente rappresentative ed autorevoli, capaci cioè di rendere cogenti
discipline di produzione e di mercato per evitare squilibri tra domanda ed
offerta;
-
rilanciare ed incentivare la commercializzazione sulla base di accordi
contrattuali, riconoscendo, come sede naturale dell’accordo, l’organismo
interprofessionale;
-
introdurre più trasparenza nei processi di formazione dei prezzi lungo la filiera
alimentare e più informazione ai consumatori, a partire dall’indicazione
dell’origine;
-
rafforzare gli strumenti di gestione dei rischi di mercato (assicurativi e fondi di
mutualità) ed i servizi finanziari volti a ripristinare i margini di liquidità delle
imprese in situazioni di crisi di mercato.
Dovrà essere riaperto il “cantiere” della legislazione in materia di organizzazioni di
produttori e regolazione di mercato per correggerne gli errori (per esempio la
burocratizzazione del riconoscimento e funzionamento delle OP) e colmarne le lacune
(per esempio la disciplina dell’erga omnes e l’esercizio dei diritti di voto).
La PAC dovrà assumere tra i suoi obiettivi l’efficienza del mercato; dovrà prevedere tra
le azioni il rafforzamento delle organizzazioni di produttori; la diffusione
dell’economia contrattuale; il sostegno degli strumenti (assicurazioni e fondi di
mutualità) per contenere gli effetti della volatilità dei prezzi e delle crisi di mercato.
2. Misure per la competitività: al fine di accrescere la competitività delle imprese,
andrebbero:
-
stabilizzate alcune agevolazioni essenziali per la riduzione dei costi a carico
delle imprese. Tra queste, in primis, la riduzione dei contributi previdenziali per
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gli agricoltori nelle zone svantaggiate e, in prospettiva, su tutto il territorio,
nonché la riduzione delle accise per il gasolio utilizzato in agricoltura.
-
previste due nuove misure finalizzate a ridurre il costo del lavoro per le
aziende operanti nelle zone ordinarie ed estendere i benefici del credito di
imposta per gli investimenti (cosiddetta “Tremonti ter”) a tutte le imprese
agricole.
3. Semplificazione del rapporto tra Pubblica amministrazione e impresa agricola. Sul
piano generale:
-
rendere obbligatoria e generalizzata la cooperazione interamministrativa per
evitare la richiesta alle imprese agricole di notizie e documentazione già in
possesso del sistema pubblico;
-
rendere più celeri e certi i tempi e le procedure delle decisioni amministrative
per permettere alle imprese agricole di operare in un quadro di maggiore
affidabilità e certezza;
-
realizzare il sistema di misurazione e controllo della burocrazia per indirizzare
l’intervento del legislatore verso le aree di maggiore inefficienza;
-
introdurre nel nostro ordinamento la regola della valutazione d’impatto
burocratico delle nuove leggi e provvedimenti amministrativi;
-
costruire la anagrafe delle aziende agricole – carta dell’agricoltore come banca
dati unica di accesso della Pubblica amministrazione alle informazioni relative
all’impresa agricola e per l’espletamento delle prestazioni pubbliche all’impresa
stessa.
Nel merito, i temi da affrontare in materia di semplificazione:
-
Domanda unica PAC: domanda unica modulare e flessibile che raccolga tutte
le richieste, istanze e dichiarazioni dell’imprenditore agricolo da presentare una
sola volta.
-
Fascicolo unico digitale e Registro unico aziendale: il fascicolo unico deve
diventare lo strumento base per lo scambio informativo tra impresa ed
amministrazione; il Registro unico o quaderno di campagna integrato
rappresenta, invece, un sistema coordinato e modulare per annotare i fatti
tecnici e gestionali rilevanti e/o richiesti dalle diverse politiche inerenti
l’impresa.
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-
Procedimenti amministrativi: intervenire nei procedimenti amministrativi
riducendo i tempi massimi entro cui concludere i procedimenti stessi anche
estendendo, ad esempio, nell’attività della Conferenza dei Servizi, lo strumento
del silenzio assenso.
-
Sportello Unico per le attività produttive e le imprese: individuazione
dell’ente che per la Pubblica Amministrazione raccoglie le istanze delle imprese
agricole e le presenta alle altre amministrazioni semplificando le interlocuzioni
ed accelerando i tempi di istruttoria-risposta.
-
Adempimenti in materia di lavoro: comunicazione di assunzione plurima e
snellimento delle procedure di rilascio del nulla osta al lavoro per
extracomunitari; estensione dell’utilizzo del voucher; semplificazione della
normativa sulla salute e sicurezza dei lavoratori.
-
Legislazione sulla sicurezza alimentare: applicare le norme sulla sicurezza
alimentare rendendole “sostenibili” per le diverse tipologie di impresa agricola
attraverso lo sviluppo del principio dell’autocontrollo da parte dei produttori,
uniformando le procedure di controllo della PA, valorizzando la redazione di
Manuali di corretta prassi igienica.
-
Razionalizzazione
del
sistema
dei
controlli:
realizzare
un
effettivo
coordinamento tra le diverse strutture di controllo, pianificare le attività di
vigilanza e
controllo con
la
definizione di
procedure
documentate,
valorizzando l’autocontrollo aziendale e l’adesione delle aziende stesse a
sistemi di certificazione riconosciuti.
-
Legislazione in materia di Ambiente: rendere applicabili e sostenibili le
disposizioni normative per le imprese agricole riconoscendone le specificità e le
peculiarità produttive, rivedere e semplificare il sistema delle competenze.
4. Ricambio generazionale e aggregazione fondiaria
Definire un piano di azioni organico per: promuovere l’aggregazione fondiaria;
sostenere il ricambio generazionale e la costituzione di nuove imprese; favorire
l’attrattività e la sostenibilità dell’attività agricola. Le azioni:
-
fiscalità di vantaggio per consolidare la competitività delle imprese più
dinamiche e far crescere quella delle imprese più marginali;
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-
adeguare la legislazione in materia di consolidamento e sviluppo
dell’impresa agricola alle nuove figure professionali, al fine di strutturare
maggiormente l’organizzazione dell’impresa in tutte le sue forme, con
particolare riferimento a quelle societarie;
-
accesso al fattore terra: 1) costituire un’Agenzia per il riordino fondiario per
elaborare e gestire progetti di riordino fondiario sui terreni pubblici e la banca
della terra come stanza di compensazione della domanda-offerta di terra; 2)
introdurre nel nostro ordinamento maggiori vincoli per la salvaguardia della
destinazione agricola e forestale dei terreni e per garantire l’integrità aziendale
in caso di successione.
-
accesso al capitale finanziario: rafforzare gli strumenti per il credito ai giovani
agricoltori ed estendere l’utilizzo delle risorse pubbliche destinate al mercato
fondiario ad iniziative di nuova imprenditorialità.
-
sostenere le attività delle imprese giovani: 1) azioni di mercato (società di
commercializzazione, e-commerce, ecc.); 2) fiscalità di vantaggio per i giovani
imprenditori agricoli che investono in ricerca ed innovazione;
Giuseppe Politi
Federico Vecchioni
Franco Verrascina
(Presidente Cia)
(Presidente Confagricoltura)
(Presidente Copagri)
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Documento Congiunto CIA - Confagricoltura