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V
IAggIO IN PROVINCIA
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Bassa BrescIana
Da crIsI a crIsI,
a testa alta
Bagnolo Mella, Manerbio, Pontevico
e Verolanuova: “mi piego ma non mi spezzo”.
t
di ALESSANdRA TONIzzO
s
orniamo a dirigersi a sud, gli
occhi puntati sull’orizzonte
pianeggiante della nostra
Bassa, mentre il sole fa brillare la nebbia su chilometri di campi
coltivati.
I confini di questa terra – a nord le colline moreniche prealpine, a est e ovest i
fiumi Chiese e Oglio, a sud le province
di Cremona e Mantova – parlano della sua stessa storia: una conca fertile
all’interno della Val Padana, il cui clima
deciso ha permeato le zolle di quella che
può da sempre dirsi la riserva agricola
della provincia. Il grande tavoliere della
piana, diviso in tre zone – occidentale,
centrale e orientale – vista la sua estensione (è infatti l’aera provinciale con più
comuni: ben 63, tra i quali Montichiari,
Palazzolo e Chiari sono i più popolosi),
ha iniziato una profonda trasformazione
economica che risale ai primi del Novecento, e vede un crescente sviluppo dei
settori dell’industria e dei servizi.
La città di Bagnolo Mella – questo
il titolo del popoloso comune (circa
13mila abitanti) guadagnato nel gennaio 2011 – è una realtà il cui incremento
demografico non ha intaccato la sua
MESI
2012
12FEBBRAIO
MESI
2012
12FEBBRAIO
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IAGGIO IN PROVINCIA
Bassa bresciana/Sud
vocazione: restano numerose le aziende
agricole del territorio che, generosamente irrigato da rogge e seriole, praticano l’allevamento di bestiame, relativo
alla produzione lattiero-casearia, e quello suinicolo e avicolo. Nel centro storico, i commercianti si sentono decimati e
imputano il lungo periodo di magra non
solo alla crisi, ma alla grande distribuzione che erode introiti e spopola le vie.
A Manerbio – comune quasi equidistante da Brescia e Cremona, cosparso
di boschetti, case coloniche e chiese di
campagna – la realtà sfaccettata della
Bassa appare per intero, concretizzandosi nell’affiancamento di agricoltura
(16kmq in cui si coltiva prevalentemente mais), artigianato (nella zona
ovest del comune sono diverse le grandi aziende specializzate nei settori alimentare e metallurgico), industria (al
confine con Leno, molte le fabbriche,
perlopiù nei comparti informatico e tessile) e servizi. Mentre le sorti dell’area
ex-Marzotto – un terreno di centomila
metri quadrati, lasciato da molto tempo
al degrado – sono ancora da discutere,
il paese sembra rassicurare poco i giovani che, dicono i residenti, a causa di
carenza di lavoro e di svaghi, tendono a
trasferirsi altrove.
Proseguendo sulla SS 45 bis, arriviamo
a Pontevico, comune di oltre 7mila abitanti, centro di pianura di antiche origini che, accanto alle tradizionali attività
agricole (tutte connesse all’allevamento
MESI
2012
12febbraio
Nelle pagine precedenti, Manerbio.
In questa pagina, dall’alto, Bagnolo Mella, Pontevico e Verolanuova.
del bestiame, hanno subito un calo del
-24,52% dagli anni ’90 al 2000), ha
sviluppato il tessuto industriale e il commercio, tanto da poter contare, oggi,
nomi noti nei settori delle confezioni,
dell’abbigliamento, della meccanica e
della trasformazione dei metalli. I pontevichesi aspettano da anni la costruzione
della nuova tangenziale – in grado di risparmiare al paese l’abbondante afflusso
di rumore e traffico portato dalla statale,
che attraversa il comune per intero – e
nel frattempo mantengono intatte le
loro tradizioni, come la suggestiva festa
del Ringraziamento, durante la quale si
benedice la terra e i trattori sfilano nella
bruma.
Sempre all’interno del “Parco del fiume
Oglio” – che, con l’oasi delle Vincellate, fa parte del “Parco sovracomunale
del fiume Strone”, ultimo lembo esistente delle zone umide della Bassa –,
arriviamo all’ultima tappa del viaggio:
Verolanuova. Anche in questo caso,
l’economia locale non ha abbandonato
l’agricoltura, grazie alla quale si producono cereali, frumento, foraggi, ortaggi,
uva e frutta; molto diffuso è l’allevamen-
to di bovini, suini e avicoli, seguito da
quello di caprini ed equini. L’industria
calzaturiera e quella metalmeccanica,
che hanno goduto il loro periodo d’oro
negli anni ’70, sono oggi affiancate da
aziende operanti nei comparti edile, tessile, lattiero-caseario, cartario, chimico,
fino alla pelletteria e alla piscicoltura.
L’animo dei verolesi è impegnato nel
ricordo, fatica a stare al passo con i tempi, e si confronta con relativa difficoltà
con la componente straniera, seppur
presente in maniera non troppo significativa. Infine, in paese si attende con
ansia il restauro della preziosa chiesa
dei Disciplini di Santa Croce: un pezzo
di storia e arte sacra che potrà diventare
una sala civica per convegni e incontri, o
suggestivo spazio espositivo.
Lo scorso anno abbiamo sorpreso la
Bassa nella dura lotta alla crisi nascente,
i denti e le unghie conficcati nella speranza di una ripresa tutta da conquistare. Oggi, la Bàsa bresana si piega ma
non si spezza, e accanto al rimpianto del
passato germoglia la consapevolezza di
un necessario rinnovamento: si tamponano le ferite, si guarda avanti.
V
IAggIO IN PROVINCIA
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Bassa bresciana/sud
CI RACCONTANO
BAGNOLO MELLA
di ALESSANdRA TONIzzO
PATRIzIA TEdOLdI
(CAFFè dALLA zIA) Via 26 Aprile
Da quanto lavora qui?
“Il 6 novembre sono stati tre anni di attività, ma è una bella fatica”.
Come descriverebbe con un paio di
aggettivi Bagnolo?
“Ottuso, chiuso”.
Perché è così dura?
“Perché il paese non dà spazio a nuovi
avvenimenti, alla socializzazione. Solo
da poco sembra aprirsi un po’”.
Come va con la componente straniera?
“Ce ne sono davvero troppi che sono
maleducati: dal mio negozio vedo sputi
e sporcizia”.
Un pregio del paese?
“Non vedo nessuna positività. Dopo le
sette non c’è in giro un’anima”.
JAMES AMAdIO
(MACELLERIA EQuINA)
Via 26 Aprile
Lavora qui da più di 50 anni: cos’è
cambiato in paese?
“Il cambiamento più grande è che sono
sparite tutte le attività commerciali perché si è insediata la grande distribuzione”.
Qui la qualità della vita è…
“Tolto l’inquinamento generale, si sta
abbastanza bene”.
Il problema di Bagnolo Mella secondo lei è…
“La sua incapacità di decollare, di svi-
PAESE CHE VAI…
LE NOSTRE IMPRESSIONI
Bagnolo Mella è un paese gran
de con tutte le
carte in regola per diventare un “gra
nde paese”.
La gente soffre la crisi, ma tra stra
de e piazze c’è
chi non molla la speranza e continu
a a sorridere,
dando il buon esempio: tra stan
chezza e disperazione ci deve essere una distinzio
ne.
lupparsi alla stregua dei paesi vicini,
come Manerbio, Ghedi o Flero. Servirebbero più iniziative, più libertà nell’agire: la burocrazia è troppa”.
GIuSEPPE BARCELLANdI
(CALzOLERIA SKYWALK)
Via 26 Aprile
Giuseppe Barcellandi.
RAFFAELLA ANSELMI
(LA CALzA) Via 26 Aprile
Questo è un periodo di magra…
“Eccome! La crisi si sente, la gente viene meno e spende meno”.
Le calze oggi hanno preservato la
qualità?
“Cerchiamo di tenere le migliori, ma
iniziano a produrle all’estero…”.
Questa era la via principale…
“Ha detto bene: era. La gente se ne va,
perché di lavoro non ce n’è”.
Com’è Bagnolo Mella?
s
James Amadio.
È giovane e ha 27 anni d’esperienza
nel settore: come mai a Bagnolo?
“Sono qui da 2 anni e mezzo, prima ero
a Montirone e, quando mi sono accorto
che 13mila persone avevano a disposizione un solo calzolaio, sono venuto a
Bagnolo Mella”.
Come sta andando?
“Bene: riparo scarpe al bambino come
alla signora novantenne”.
In tempi di crisi questo è un lavoro…
“Che va, perché da un lato la qualità
della merce si è abbassata (ma non il
prezzo!) e necessita il mio intervento,
dall’altro si ripescano sempre più scarpe
datate, per risparmiare”.
Che idea si è fatto del paese?
“Mi hanno accolto bene: io cerco di essere gentile con tutti, gli altri sono gentili con me”.
MESI
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IAggIO IN PROVINCIA
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Bassa bresciana/sud
Classroom a Oxford?
Nuova scuola a Brescia
Sembra che ci sia un po’ d’insofferenza verso gli stranieri…
“Non è una questione di straniero o non
straniero, è questione di persone: c’è
chi è più o meno “buono”, anche tra i
miei compaesani. Comunque nell’aria si
sente questa insofferenza”.
Emilia Rita Birbes
con la collaboratrice Nives.
INTE
R N AT I O
NAL SCHOOL OF BRES
CIA
International
School
of
“È diventato un dormitorio, perché i
giovani se ne vanno e i centri commerciali fanno sentire la loro presenza: venerdì e sabato qui è deserto. Non possiamo certo dirci “città””.
le nostre domande a…
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Come vive la crisi?
“Io non ho certo passato la crisi dei miei
nonni, che non avevano da mangiare:
quella per me è crisi! Bisogna ridimensionarsi, l’abbondanza è finita. Vive
male chi non ha il lavoro, chi è in difficoltà e non ha i mezzi per gestirla”.
IVANA TIRA
(IVI BOTTEGA d’ARTE) Via Chiodi
Da Poncarale a Bagnolo Mella: è qui
da tre anni, perché?
“È stata una scelta dettata dal bacino
d’utenza: sono due paesi vicini ma completamente diversi. Fortunatamente mi
trovo bene”.
Che clientela ha?
“Questo è un botteghino particolare: il
mio è artigianato artistico, ogni cosa
CRISTINA ALMICI, SINDACO DI BAGNOLO MELLA
Raffaella Anselmi.
EMILIA RITA BIRBES
(CARTOLIBRERIA LA TINA)
P.za Garibaldi
Ci spiega il nome della sua attività?
“Tina era la mia nonna che, insieme al
nonno, ha fondato l’attività subito dopo
la Seconda Guerra. A loro è subentrata
mia madre; ora ci sono io, la terza generazione!”.
Che cambiamenti ha visto?
“Innanzitutto sono più repentini: non
servono più 10 anni perché qualcosa
cambi, ne bastano un paio. Quello che
mi ha più colpito è la diminuzione dello
spirito natalizio: c’è molta insofferenza
In paese è palese un clima d’insofferenza verso la componente straniera, presente in misura significativa…
“La presenza d’immigrati è elevata,
quindi i problemi di integrazione –
non solo nella vita quotidiana, ma anche per le iniziative, per la lingua, per
la scuola – esistono. Ci sono persone
perfettamente integrate, che vivono
qui da molto, e grazie ai centri di formazione sono partecipative: chiunque viene da fuori Bagnolo deve avere la possibilità di usufruire dei nostri
servizi. Forse esiste una percezione di
scarsa vigilanza, ma non corrisponde
al vero. I disguidi in merito sono nella
normalità, niente di eclatante, tenendo conto che qui sono presenti anche
etnie meno coinvolgibili”.
I piccoli commercianti di Bagnolo
sono sfiduciati, a causa della crisi e
della grande distribuzione: cosa fa
il Comune per aiutarli?
“Il problema della crisi è sensibile,
ed è stato subito avvertito. Il 15 ottobre, per la prima volta, a Bagnolo
c’è stata la Notte bianca, fortemente voluta nelle vie centrali del paese, per dare sostegno al commercio
locale. Il problema è anche di costume: sono cambiate le abitudini della
gente, che spesso preferisce recarsi
al grande supermercato piuttosto
che presso i piccoli commercianti.
Stiamo riabituando la gente a rivivere il proprio paese, giovani compresi, creando anche una percepibile
affluenza esterna”.
MESI
2012
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IAggIO IN PROVINCIA
85
Bassa bresciana/sud
VOCE AI PASSANTI
è fatta o finita a mano, la gente che viene qui cerca questo, dalla ragazzina che
vuole il ciondolo personalizzato alla signora che dà un nuovo look alla casa”.
La sua passione viene da?
“Fin da piccola creavo collanine per me
Ivana Tira.
CI RACCONTANO
MANERBIO
di ALESSANdRA CASCIO
PAESE CHE VAI…
LE NOSTRE IMPRESSIONI
Manerbio è una gradevole citta
dina della bassa bresciana che si è saputa valorizzare
nel corso degli anni
diventando un punto di riferime
nto sull’asse BresciaCremona. La crisi degli ultimi ann
i però ha toccato
anche questa terra costringend
o i giovani a cercare
lavoro altrove. È possibile che,
grazie agli sforzi dei
suoi abitanti e ad un’amministrazi
one comunale amica degli imprenditori, la città facc
ia della propria pecca – l’area ex-Marzotto – il leitmotiv
della sua ripresa.
s
PAOLO CLEMENTI
(FARMACIA OSPEdALE
dOTT. CLEMENTI)
Via IV Novembre
Come vede Manerbio dalle vetrine
della sua farmacia?
“Il paese si è sviluppato molto negli
ultimi anni, tuttavia le sue attività commerciali – i negozi d’abbigliamento in
primis – stanno risentendo molto della
crisi”.
e per le mie amiche, poi sono venuti
l’istituto d’arte serale, corsi di storia
dell’arte, di restauro, ecc.. Sono sempre
in piena attività!”.
Che idea si è fatta di Bagnolo Mella?
“Resta un paese grande, nonostante
sulla carta sia una città, e forse questo
è il suo bello: sa conservare tutte le sue
tradizioni, anche nei ritmi quotidiani (si
spopola in pausa pranzo e dopo le 18), e
si toglie dal caos”.
Una mancanza?
“La avverto dal punto di vista artistico
e culturale, perché c’è una “brescianità latente” che non consente di andare
molto aldilà di ciò che si è già visto: devo
fare prodotti meno artistici e più commerciabili”.
Liliana, 63 anni
“Gli extracomunitari? Non è
tanto l’inciviltà di alcuni a innervosire, quanto il fatto che non
facciano girare l’economia locale: qui non spendono, e quello
che guadagnano lo spediscono
al loro paese”.
Paola, 32 anni
“Il Natale è stato davvero parco,
direi che qui non si pensa molto
alle spese, ai saldi”.
Giuseppe, 45 anni
“Il commercio a Bagnolo? Purtroppo sta morendo”.
Mirko, 18 anni
“Qui mi trovo bene, giro con i
miei amici, ci ritroviamo a casa a
giocare alla play…”.
Paolo Clementi.
MESI
2012
12FEBBRAIO
V
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Bassa bresciana/Sud
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Angela, 43 anni
“A Manerbio si vive molto bene.
La nostra città ci offre molto.
Spesso vengono organizzate manifestazioni culturali davvero interessanti che sono frequentate
un po’ da tutti”.
Marco, 57 anni
“Vorrei una presa di posizione
definitiva del Comune sul rifacimento dell’area Marzotto. Ci
avevano promesso tanto, ma ad
oggi la realizzazione dell’opera
sembra ancora un’utopia”.
Luca, 31 anni
“Manerbio è una città a portata d’uomo, se non fosse per la
mancanza di qualche locale per
noi giovani, direi che qui c’è veramente tutto”.
Giorgia, 52 anni
“Non mi piace la lentezza con cui
vengono affrontate alcune questioni comuni. Ad esempio, mi sa
dire a che punto sono i lavori di
risistemazione dell’area Marzotto?!”
Simone, 28 anni
“Mi piacerebbe una pista ciclabile per poter andare al lavoro senza dover prendere l’auto”.
Una pecca del paese?
“I giovani stanno scomparendo perché
qui non c’è lavoro e questa tendenza è
ormai in atto da 3-4 anni”.
Ultimamente è cambiata la spesa dei
suoi clienti? In che modo?
“Sì, oggi i miei clienti spendono molto
meno, soprattutto per i prodotti di bellezza. Pensano maggiormente alla salute
e ad evitare gli sprechi che prima erano
molto frequenti”.
È aumentata la richiesta di farmaci
generici?
“Sì, notevolmente perché i generici
costano meno degli altri pur avendo le
medesime proprietà ed è logico che in
momenti di crisi, la gente li prediliga”.
MARIA TERESA BONETTI
(IMPRONTA CALZATURE)
P.za Italia
Com’è andato il commercio nel periodo natalizio?
“Pessimo, è stato il peggiore degli ultimi anni”.
Maria Teresa Bonetti.
Crede che i saldi daranno una boccata
d’ossigeno al commercio?
“Solamente per qualche giorno, purtroppo è impossibile pensare a delle
prospettive migliori”.
Riforma Monti, liberalizzazione degli orari di chiusura-apertura dei locali: è favorevole?
“No, io gestisco da sola il negozio,
quindi, preferisco avere a disposizione
qualche ora in più per me e per la mia
famiglia”.
Chi crede aderirà?
“Sicuramente quelle attività che hanno
a disposizione dei commessi. Non credo
che chi è da solo voglia trascorrere tutta
la giornata in negozio”.
Se potesse si trasferirebbe altrove?
“Mi piacerebbe andare in un posto turistico, dove sicuramente la gente non
manca mai... magari in Emilia Romagna”.
ALESSIO TURINI
(PARRUCCHIERE) P.za Italia
Alessio Turini.
Com’è cambiato Manerbio?
“Sicuramente è migliorato sia nell’offerta sia nella qualità dei negozi. Il numero
delle attività è diminuito, ma questo perché c’è un’offerta poco differenziata”.
Può farci un bilancio dei suoi sei anni
d’attività?
“Personalmente bene. A livello di paese
penso peggio”.
Lei è giovane, anzi giovanissimo... mi
conferma la voce della fuga dei suoi
coetanei da qui?
“Sì, purtroppo è vero. Questo accade
soprattutto la sera perché manca un locale, che non sia il classico bar, che intrattenga i giovani”.
Quale consiglio darebbe al Sindaco
per far tornare i giovani a vivere il paese?
s
via Orzinuovi 129 Brescia
87
MESI
2012
12FEBBRAIO
V
IAGGIO IN PROVINCIA
89
Bassa bresciana/Sud
“Sicuramente servirebbe l’apertura di
un locale, ma ancor prima andrebbe
sistemata la questione viabilità, perché
oggi se qualcuno volesse aprire un locale in centro avrebbe il serio problema
dei parcheggi che sono stati in gran parte eliminati”.
s
DENISE GRITTA
(SARTORIA) Via Dante
Da quanti anni ha il negozio?
“Dodici anni”.
Come sono cambiate le abitudini della sua clientela in questi anni?
“Sicuramente nell’ultimo periodo è diminuita la richiesta delle nuove confezioni, mentre è aumentata quella delle
riparazioni. Oggi le persone ci vanno
caute”.
Qual è la spesa media di un suo cliente
tipo?
“Circa 30-40 euro, ma il prezzo si alza
se il capo è elaborato”.
Un pregio di Manerbio?
“La riconoscenza e la propensione a
scambiarsi i favori”.
Cosa sa dirci dell’area ex-Marzotto?
“Il progetto iniziale prevedeva la costruzione di una zona commerciale e residenziale, però oggi non si sa nulla su come
stanno realmente le cose: l’area è ancora
disabitata e lasciata al degrado”.
Le nostre domande a…
CESARE MELETTI, SINDACO DI MANERBIO
Quali sono gli sviluppi relativi alla riqualificazione dell’area ex-Marzotto?
“Per comprenderne i recenti sviluppi,
occorre fare qualche passo a ritroso.
Quando la nuova giunta si insediò, era
in atto un ricorso al Tar che fu vinto dai
ricorrenti e che provocò un’interruzione della procedura amministrativa
inficiata da errori. Successivamente,
la nuova amministrazione ha cercato
di instaurare un nuovo colloquio con
i proprietari del lotto, al fine di ripercorrere il giusto iter amministrativo e
far emergere una nuova progettualità.
In questo contesto, si è inserita la crisi
che ha aggravato la situazione economica generale, e in particolar modo
quella del settore edile. Bisogna aver
chiaro che la situazione economica
di cinque anni fa non esiste più, una
volta si costruiva e poi si vendeva indipendentemente dalla domanda
perché comunque c’era qualcuno che
finanziava, oggi questo non è più possibile. La nostra amministrazione ne è
consapevole e per questo sta incoraggiando il dialogo tra le aziende che si
vogliono insediare nel nostro territorio
e i proprietari di quell’area”.
Se il progetto dell’area ex-Marzotto verrà definitivamente alla luce,
crede che il centro di Manerbio si
sposterà?
“Non è possibile pensare di spostare
quello che c’è oggi in via XX Settembre,
non avrebbe senso. Occorre invece rilanciare la città attraverso uno sviluppo
talmente forte che permetta di mantenere in vita entrambe le zone. Sicuramente in quell’area verrà inserito tutto
ciò che oggi a Manerbio non esiste”.
Quali politiche state adottando a
favore dei giovani che sembra stiano abbandonando Manerbio?
“Per fare sì che Manerbio non invecchi, occorre puntare sui giovani, che,
come ho spesso detto, non sono il
problema, ma sono la soluzione. Noi
con azioni di scouting stiamo cercando e dialogando con varie aziende
per far capire loro che qui a Manerbio c’è un’amministrazione amica sulla quale possono contare. In questo
modo, ad esempio, abbiamo individuato un’azienda di produzione agroalimentare che se si insediasse sul nostro territorio, creerebbe centinaia di
posti di lavoro”.
Alcuni suoi concittadini lamentano
la mancanza di parcheggi in centro,
Lei cosa risponde?
“La mia amministrazione in due anni
e mezzo ha creato circa 60 nuovi parcheggi molto vicini al centro, adibendo a tale scopo ogni anfratto di via
XX Settembre. Abbiamo anche eliminato i parchimetri che costituivano un
ostacolo al libero commercio”.
MESI
2012
12FEBBRAIO
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IAggIO IN PROVINCIA
91
Bassa bresciana/sud
CI RACCONTANO
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Questo negozio esiste da vent’anni:
da quanto ci lavora lei?
“Da circa 3 anni, io e mia sorella abbiamo rilevato quest’attività. È stata
una sua idea, così ho lasciato l’ufficio e,
stanca di stare seduta, mi sono dedicata
a un’attività manuale”.
Com’è iniziata quindi quest’avventura?
“Con un corso di un anno e mezzo, gestito dall’organizzazione nazionale Feder Fiori”.
La vostra clientela?
“Dato che siamo sul passaggio, viene
anche da fuori: c’è chi si reca all’ospedale di Manerbio, che deve fare un piccolo
presente al volo…”.
L’anno scorso Pontevico sentiva molto la crisi…
A Pontevico il freddo pungente
spinge a fare due
chiacchiere a passo di lena lung
o la strada, e qui
si trova chi volentieri apre boc
ca. L’atmosfera
è quella che si respira in tutta
Italia: non si può
chiedere di più a questo paesino
della Bassa. Ma
sperare si può, non solo di saltare
oltre la crisi, ma
di respirare anche meno smog,
alla faccia dell’instancabile SS 45 Bis..
“Oggi è anche peggio: qui, in un anno,
hanno chiuso un paio di ditte, la gente è
in cassa integrazione. Noi vendiamo un
articolo superfluo, al quale si rinuncia,
o che viene ridimensionato: il mazzo di
fiori che supera i 20 euro, oramai, è un
di più”.
Che Natale è stato questo?
“Buono: non ho ancora fatto le somme ma, a naso, è stato come il Natale
dell’anno scorso. Mentre so che molte
attività hanno avuto una flessione negativa”.
Pro e contro di Pontevico.
“Qui manca il lavoro: noi eravamo abituati a non spostarci dal paese (al massi-
mo ci muovevamo in bicicletta), a essere
assunti dopo lo studio, a vedere gente
che veniva a lavorare da fuori. Questa
realtà è scomparsa. Di positivo c’è il divertimento, perché il paese è disseminato di bar, che lavorano tutti”.
SIMONA BOSIO
(LAVASECCO BOSIO)
Via Angelini
Esistete dall’83!
“Sì, lavoriamo qui da 30 anni, siamo
quasi “storici”: lavorava qui mia mamma, siamo tutti originari di Pontevico”.
Pontevico con le sue parole
“Purtroppo è in un momento di crisi,
s
sani, belli e vitali.
di ALESSANdRA TONIzzO
PAESE CHE VAI…
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12FEBBRAIO
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IAGGIO IN PROVINCIA
93
Bassa bresciana/Sud
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un bell’appoggio”.
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Siete aperti da 8 mesi: da dove nasce
l’idea di un negozio così?
“Forse perché mi piacciono i video
giochi. In paese sono un po’ diffidenti,
purtroppo preferiscono andare al centro
commerciale, o peggio scaricare le cose
da internet senza pagare niente”.
Aveva aspettative diverse…
“Diciamo che mi aspettavo qualcosa di
meglio, pensavo che una novità così, in
paese, richiamasse di più. Ci vorrà del
tempo”.
Chi viene a comprare video games?
“Pochissime ragazze, diversi ragazzi dai
15 ai 20 anni, ma anche più grandi. Si
sono scatenati a Santa Lucia, con i giochi d’azione e “spara tutto”, mentre Natale è stato più fiacco”.
Pontevico con parole tue.
“Un paese un po’ morto, che non vuole
cambiare: questo non va bene. Di bello è
che ci si conosce, c’è amicizia”.
s
Angela, 43 anni
“A Manerbio si vive molto bene.
La nostra città ci offre molto.
Spesso vengono organizzate manifestazioni culturali davvero interessanti che sono frequentate
un po’ da tutti”.
Milena, 35 anni
“I ragazzi fino ai 14 anni frequentano appassionatamente l’oratorio, poi si spostano nei tanti bar
del paese (solo in piazza ce ne
sono sette!) si ritrovano, ascoltano la musica”.
Elena, 40 anni
“Pontevico è una realtà un po’
bigotta, poco creativa”.
Cristiano, 51 anni
“Il commercio in paese? Crisi a
parte, c’è poca apertura al nuovo”.
Ilaria, 19 anni
“Del paese non mi lamento, ho
le mie amicizie storiche: un po’
stiamo al bar, un po’ ci spostiamo
verso Brescia”.
è un paese che sta soffrendo”.
Avete ormai una vasta clientela…
“Sì, siamo conosciuti e, anche se la maggioranza è del paese, qui vengono anche
dalla fascia cremonese”.
Un dettaglio positivo del paese?
“Beh, da qui non mi sposterei mai, non
solo perché ho il mio “giro”, ma perché
sono affezionata a Pontevico, che è una realtà molto attiva: tra mercatini, castagnate,
la banda e il teatro, gli eventi sono tanti”.
Cosa invece manca?
“È una piccola cosa, ma direi la piscina:
ora ci appoggiamo a Verola, ma sarebbe
una buona cosa averla qui”.
La viabilità com’è?
“Pontevico è attraversato dalla statale,
quindi il traffico c’è. Poi abbiamo anche
GHERARDO RENZI
(FERRAMENTA E COLORI)
Via XX Settembre
Lavora qui da una vita, con suo cognato Valter…
“Certo, ma la crisi è forte, e non solo
quella”.
Cioè?
“La grande distribuzione fa molta concorrenza: ormai non si bada più alla qualità della merce, ma al prezzo basso, e
mentre un tempo la gente veniva, e comprava tanto, ora la situazione è dura”.
Meditate di chiudere tra un paio d’anni…
“Non tanto per le difficoltà in sé, ma
perché siamo stufi: io ho 73 anni, mio
cognato 70. Ci penseremo poi a rispondere alla classica domanda: a casa cosa
faccio?”.
E il traffico?
“Sono vent’anni che si parla di tangenziale, che devierebbe il traffico dal
paese: creando poi una specie di parcheggio, qui la gente potrebbe fermarsi
comodamente, dato che oggi non si fanno più neanche tre passi a piedi”.
MESI
2012
12FEBBRAIO
V
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PAESE CHE VAI…
LE NOSTRE IMPRESSIONI
con rimpianto
Verolanuova: un paese che guarda
ifica il suo
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ALESSANdRO PELOSI
(MACELLERIA) P.za Libertà
Da quanto lavorate qui?
“Da ben 50 anni! Ma fare questo mestiere, oggi, è dura”.
La gente apprezza ancora il vostro lavoro?
“Certo: noi siamo ancora molto tradi-
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e © 2011 Apple Inc. Tutti i diritti riservati.
Un aggettivo per descrivere Verolanuova.
“Un buon paese, molto tranquillo”.
LIdIA POLI
(PANIFICIO)
P.za Libertà
Lavora qui da 31 anni, che clientela ha?
“Gente di mezza età, principalmente del
paese, occasionalmente da fuori”.
Per voi come si concretizza la crisi?
“È una crisi avvertita 4-5 anni fa, ora le
vendite si sono stabilizzate: vendendo
un prodotto di qualità a un prezzo superiore, abbiamo sentito subito la difficoltà, unitamente al sorgere in pochi anni
di quattro supermercati, che svendono il
pane. E in tempo di crisi la gente bada
solo al risparmio”.
Oltre al pane cosa vende di più?
“I generi dolciari, i prodotti tipici”.
Che paese è Verolanuova?
“È molto complesso, fatto di persone
difficili da accontentare”.
CARLO zORzA
(FOTOGRAFIA)
Via Cavour
Già pensionato da un paio d’anni, lavora qui da 40…
s
www.personal-system.com | T 030 336 7279 | [email protected] | Piazza Borgo Wührer, 91 - Brescia
zionalisti, si macella e quello che c’è c’è.
Chi viene da noi è del paese, soprattutto
anziani, che sono quelli che cucinano di
più”.
Che grandi cambiamenti ha visto nel
paese?
“Il passaggio da zero al boom, e poi
dall’apice al declino”.
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2012
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V
IAGGIO IN PROVINCIA
Bassa bresciana/Sud
“Sì, e adesso è tempo di tirare i remi in
barca!”.
Questo esercizio nasce da?
“Una passione, quella per la fotografia,
che ho da ragazzino quando, dopo la
quinta elementare, c’era già l’avviamento al lavoro. Dopo aver lavorato in uno
studio a Manerbio, finito il militare mi
sono messo in proprio”.
In questi anni cos’è cambiato soprattutto, a Verolanuova?
“Ho assistito sia al boom economico, quando chi voleva lavorare aveva
la strada spianata, sia al declino delle
tante piccole industrie, impegnate nel
settore della meccanica e delle calzature. Ora restano solo piccolissimi artigiani”.
Cosa offre il paese per i giovani?
“Più niente: i ragazzi si spostano, sperando di trovare lavoro. Ne sono un
esempio i miei due figli, uno a Parigi,
uno in Cina… Vorrei che in Italia si
muovesse qualcosa, in modo che possano ritornare a casa”.
Che paese è Verolanuova?
“Qui la mentalità è rimasta un po’ contadina: il paese non si è aperto più di
tanto”.
nel prossimo numero
Bassa bresciana:
Calvisano, Gambara, Ghedi, Leno
VOCE AI PASSANTI
Mimmo, 65 anni
“A Verolanuova si vive benissimo, ma abbiamo qualche problema con alcuni stranieri del nord
Africa”.
Claudia, 26 anni
“Dove ci ritroviamo noi giovani?
D’estate è molto bello il parco
Nocivelli, con musica e bar”.
Giacomo, 64 anni
“Verolanuova è un paese un po’
invidioso, è facile essere additati,
ognuno pensa a se stesso”.
Giuseppe, 35 anni
“La nostra piazza? È il garage dei
verolesi: inaccettabile”.
MESI
2012
12febbraio
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BASSA BRESCIANA