“PORTE APERTE IN CHIRURGIA” LE EMORRAGIE DEL TRATTO DIGESTIVO SUPERIORE Dr. Matteo VITA S.C. CHIRURGIA OSPEDALE DI LAVAGNA Nel nostro territorio le emorragie digestive rappresentano il 27 % delle cause di shock emorragico Shock emorragico Ipoperfusione tissutale consegue a diminuzione acuta e prolungata del volume ematico circolante Determinanti di gravità: • • • • la velocità con cui l’emorragia si sviluppa la consistenza del volume di sangue perduto l’efficacia dei meccanismi compensatori le possibilità di controllo dell’emostasi Shock emorragico Sul quadro clinico e sull’evoluzione incidono : • età • sesso • patologie preesistenti (cardiovascolari, ematologiche, respiratorie, gastroenterologiche) • farmaci ( betabloccanti, anticoagulanti, antiaggreganti ) • ingestione di alcool Shock emorragico : perdita acuta di sangue circolante • Emorragia classe I: perdita fino al 15% del volume circolante – scarsa o nulla alterazione di PAO, FC, FR, pressione differenziale – meccanismi compensatori autonomi entro le 24 ore • Emorragia classe II: perdita dal 15 al 20% del volume circolante – comparsa di tachicardia(>100bpm), tachipnea,ridotta pressione differenziale – iniziali sintomi neurologici( ansia, irritabilità ) – diuresi mantenuta (20-30 cc/h) – inizialmente si può stabilizzare il paziente con cristalloidi la trasfusione di emazie può essere differita Shock emorragico Classificazione di gravità • Emorragia classe III: perdita dal 30 al 40% del vol. circolante – sempre presenti tachicardia, tachipnea e riduzione della pressione sistolica – sintomi neurologici evidenti (ansia grave, confusione) – necessità di infusione immediata di cristalloidi ed eventualmente di emazie in base alla risposta iniziale. • Emorragia classe IV: perdita di oltre il 40% del vol. circolante – tachicardia spiccata, grave riduzione della pressione sistolica e differenziale – oligo-anuria – pallore algico – letargia sino al coma – necessità di trasfusione immediata ed infusione di liquidi massiva INCIDENZA ANNUA DEI SANGUINAMENTI DAL TRATTO DIGESTIVO SUPERIORE 100 / 100.000 abitanti Mortalità : 6 -12 % (nelle emorragie da varici esofagee sino al 30 %) EMORRAGIE DIGESTIVE • Fondamentale è la tempestività dell’approccio diagnostico-terapeutico con sensibile riduzione della mortalità (- 40 %) • Importante è il coordinamento coi sanitari ospedalieri e tra sanitari ospedalieri al fine di gestire nel migliore dei modi l’emergenza Bleeding Unit (gastroenterologo,chirurgo,rianimatore,radiologo) Ruolo del Medico di Famiglia : gestione del paziente emorragico • Emorragia massiva (ematemesi e melena, instabilità emodinamica con ipotensione,tachicardia,oligoanuria,sete) RICOVERO IN DEA • Sanguinamento modesto o cronico (pallore, astenia,dispnea da sforzo) valutazione ( età, farmaci/alcool, anamnesi, PA orto/clino, esplorazione rettale,sondino n.g.,emocromo,coagulazione) possibilità di osservazione a domicilio contattare Servizio di Endoscopia Centralino ASL 4 : 0185 32911 SERVIZI ENDOSCOPIA DIGESTIVA - CHIRURGIA LAVAGNA CHIRURGIA SESTRI LEVANTE CHIRURGIA S.MARGHERITA LIGURE GASTROENTEROLOGIA GESTIONE DEL PAZIENTE CON EMORRAGIA DIGESTIVA IN D.E.A. 1) Ripristinare la massa ematica perduta e stabilizzare le condizioni emodinamiche del paziente A PAZIENTE STABILIZZATO : 2) Stabilire la sede del sanguinamento 3) A seconda della cause, porre misure terapeutiche idonee, prima endoscopiche e successivamente se falliscono, chirurgiche GESTIONE DEL PAZIENTE CON EMORRAGIA DIGESTIVA IN D.E.A Primo passo : STABILIZZAZIONE ( pz. con emorragia classe II, III, IV) • • • • • • • • • • • pervieta’ vie aeree frequenza della respirazione PA , polso, SaO2, monitoraggio ECG stato di coscienza Es. ematochimici + gruppo e prova crociata (sangue e plasma) posizionamento di almeno due accessi venosi di grosso calibro infusione di cristalloidi O2 terapia (mantenere saturazione > 90%) Catetere vescicale (diuresi oraria) Possibile uso di dopamina Uso di farmaci e presìdi (octreotide, glipressina, sonda di Blakemore) • INTUBAZIONE (sanguinamento incontrollato,SaO2<90% in O2, probabili “ab ingestis”) GESTIONE DEL PAZIENTE CON EMORRAGIA DIGESTIVA IN D.E.A Secondo passo : LOCALIZZAZIONE DEL SANGUINAMENTO • Posizionamento di sondino nasogastrico • Gastrolusi con acqua o soluzione fisiologica a temperatura ambiente • Esplorazione rettale EMORRAGIA DIGESTIVA SUPERIORE OD INFERIORE GESTIONE DEL PAZIENTE CON EMORRAGIA DIGESTIVA IN D.E.A L’ ENDOSCOPISTA IL CHIRURGO EMORRAGIE DEL TRATTO DIGESTIVO SUPERIORE RUOLO DEL CHIRURGO Per la natura aggressiva della terapia chirurgica, il chirurgo deve “rassegnarsi” all’ingrato compito di trattare i pazienti peggiori, con emorragia persistente o recidiva non controllabile con metodiche endoscopiche. EMORRAGIE DEL TRATTO DIGESTIVO SUPERIORE Scopo della chirurgia: • Evitare il dissanguamento • Prevenire le recidive emorragiche QUANDO OPERARE ? • EMORRAGIE ACUTE NON CONTROLLABILI ENDOSCOPICAMENTE • RECIDIVE EMORRAGICHE DOPO FALLIMENTO TERAPIA ENDOSCOPICA • PAZIENTI ANZIANI CON COMORBILITA’ (rischio di morte per shock ripetuti) EMORRAGIE DIGESTIVE ALTE ULCERA PEPTICA Tipo di intervento Con fonte di sanguinamento accertata: – Resezione dell’ulcera – Gastroresezione – Vagotomia tronculare con piloroplastica Origine non identificata: Pilorotomia Sanguinamento prossimale Sanguinamento distale Gastrotomia trasversale Vagotomia + antrectomia RUOLO DELLA CHIRURGIA NEL TRATTAMENTO DELLE EMORRAGIE DA VARICI ESOFAGEE Non esiste alcuna indicazione al trattamento chirurgico in profilassi nel paziente cirrotico a causa di: Alta mortalità Encefalopatia Controllo dell’emorragia da varici esofagee La terapia chirurgica non è il trattamento di prima scelta, ma va considerata in caso di mancato controllo dell’emorragia. Emorragie digestive alte VARICI ESOFAGEE Radiologia interventistica: TIPSS (shunt portosistemico intraepatico transgiugulare) Terapia chirurgica: ( alta mortalità in urgenza ) (Intervento di Sugiura con deconnessione azygos-portale) Shunt porto-cava ad H Shunt splenorenale distale selettivo Trapianto epatico ( solo dopo stabilizzazione del paziente ed inserimento nel trattamento più ampio della cirrosi ) TIPSS (TRANSJUGULAR INTRAHEPATIC PORTOSYSTEMIC SHUNT) IN URGENZA SOLO NEL CASO CHE LA METODICA SIA DISPONIBILE LOCALMENTE Shunt splenorenale distale selettivo Anastomosi mesocavale calibrata ad H TRAPIANTO