Corso integrato di
Semeiotica e Metodologia Clinica
Semeiotica e Metodologia Chirurgica:
Emorragie Digestive
Prof. Vincenzo Violi
Dipartimento di Scienze Chirurgiche
Sezione di Clinica Chirurgica Generale e Terapia Chirurgica
EMORRAGIE DIGESTIVE
Sono EMORRAGIE DIGESTIVE tutte le perdite ematiche che
si verificano, a qualsiasi livello, entro il lume del tubo digerente
o delle ghiandole annesse (fegato, pancreas).
• Emorragie manifeste
- ematemesi
- melena
- proctorragia (rettorragia)
- enterorragia
- quadri di shock e/o anemia acuta
• Emorragie occulte
- anemizzazione cronica
- positività ricerca sangue occulto nelle feci
NOTA: non si ricerca sangue occulto se l’emorragia è manifesta!
EMORRAGIE DIGESTIVE - CAUSE
• MALATTIE DEL TUBO DIGERENTE IN SENSO STRETTO
Tutte la affezioni che, per carattere o complicanze,
determinino alterazioni del rivestimento mucoso ed erosione
di vasi sottostanti (teoricamente, quasi tutte le malattie del
tubo digerente, anche se con frequenza e gravità differenti)
• MALATTIE DI ORGANI ANNESSI O CONTIGUI
- fegato, vie biliari (emobilia)
- pancreas (wirsungragia)
- vie respiratorie
- fistole aorto-digestive
• MALATTIE GENERALIE E SISTEMICHE
Emopatie, coagulopatie, vasculopatie, collagenopatie, uremia,
etc., in grado di provocare emorragie autonomamente o di
favorirle in concomitanza con una malattia gastroenterica
EMORRAGIE DIGESTIVE MANIFESTE
• Ematemesi: emissione di sangue col vomito; colore da rosso a
”caffeano”, a seconda del tempo di contatto con HCl. Da
distinguere dal emottisi ed emoftoe (dalle vie respiratorie)
• Melena: evacuazione di sangue, o feci “commiste” a sangue;
colore da piceo a rosso violaceo, secondo tempi di contatto
con succhi digestivi e flora batterica ; da non confondere con
feci ipercromiche (sfumatura verdastra)
• Proctorragia (rettorragia): rifermento al retto, ma origine
in genere da colon sin., retto, ano. Sangue rosso vivo. Se
presenti feci, sangue non “commisto” (cilindro fecale già
formato nella sede del sanguinamento)
• Enterorragia: termine generico per indicare evacuazione di sangue
di provenienza intestinale, senza precisarne le caratteristiche
I termini sopra definiti non sono sempre in grado di descrivere con
precisione le caratteristiche, che dipendono, oltre che dalla sede
del sanguinamento, anche da entità e velocità di transito
A:
caratteristiche
dell’ematemesi
Melena
Enterorragia
Proctorragia
B:
caratteristiche
delle emissioni
emorragiche
dall’ano
EMORRAGIE DIGESTIVE - IDENTIFICAZIONE LIVELLO
Il criteri esposti non consentono sempre di definire la sede del
sanguinamento. Il più delle volte è tuttavia possibile orientarsi
verso un’emorragia “alta” o bassa” (sopra i sotto il Treitz).
Questo ci consente di avviare differenti iter diagnostici
• EMORRAGIA ALTA (esofago-gastro-duodenoscopia)
- ematemesi e/o melena (esplorazione rettale!)
- sangue nel sondino naso-gastrico
- anamnesi (malattia peptica, cirrosi, assunzione farmaci, etc.)
- obiettività raramente orientativa
• EMORRAGIA BASSA (colonscopia, arteriografia, scintigrafia, etc.)
- proctorragia, “enterorragia” (esplorazione rettale!)
- assenza sangue sondino naso-gastrico
- dolore (infarto intestinale, colite ischemica, m. di Crohn,
colite ulcerosa, etc.)
- obiettività (masse, reazione peritoneale, etc.)
EMORRAGIE DIGESTIVE VALUTAZIONE CLINICA
Di fronte a un’emorragia digestiva, mentre si attuano tutte le misure
volte a definirne sede e causa, occorre valutarne la gravità.
• Emorragia modesta: modificazioni cardiocircolatorie minime o
assenti, Ht >30%, Hb >10 g%, perdita ematica stimata <1000 ml,
non sono necessarie emotrasfusioni
• Emorragia grave compensata: aumento frequenza cardiaca e
calo pressorio, Ht 20-30%, Hb 8-10 g%, perdita ematica stimata
1000-2000 ml, necessario trasfondere 2-3 unità di sangue, con
compenso emodinamico agevole
• Emorragia grave scompensata: shock conclamato, Ht <20%,
Hb<7 g%, perdita ematica stimata >1500 ml, necessità di > 3
unità, con compenso emdinamico difficile o instabile
• Emorragia cataclismica: riduzione valori emocromocitometrici
e shock persistenti malgrado trasfusioni, necessario trattamento
chirurgico d’emergenza
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