LA DEGLUTIZIONE ATIPICA: OSTACOLO ALLA RIEDUCAZIONE DEGLUTITORIA POST - CHIRURGIA RICOSTRUTTIVA Peretti V.*, Carlevato M.T.*, Pozzo T.*, Badalamenti S.° Presidio Sanitario GRADENIGO Torino * Divisione ORL °Informatico responsabile d’immagine La chirurgia parziale (Crico-ioido pessia (CIP); crico-ioido-epiglotto pessia (CIEP)) determina alterazioni deglutitorie importanti in quanto l’atto chirurgico altera la normale deglutizione nei momenti di propulsione e di progressione del bolo, nella sensibilità faringo-laringea, sui meccanismi di protezione. Un ruolo determinante in tutto il meccanismo viene svolto inoltre dalla base della lingua che, per spinta posteriore, aumenta la pressione intra-faringea. La fibroscopia in terza giornata, evidenzia solitamente come la saliva ristagni in una prima fase a livello del vestibolo per effetto di un insufficiente avanzamento aritenoideo verso la base della lingua; con il successivo atto respiratorio si osserva la colata verso l'endolaringe con innesco della tosse. Anche in condizioni normali alcuni residui possono ristagnare a livello delle vallecule e dei seni piriformi sino a quando non vengono eliminati ad opera della "deglutizione secondaria". Anche quando sono state messe in atto tutte le procedure atte a favorire il ripristino della deglutizione (preservazione del ricorrente, del laringeo superiore, della maggior porzione possibile di epiglottide [nella CIEP], il rispetto del cappuccio mucoso aritenoideo, la sutura della mucosa cricoidea, la miotonia del m. crico-faringeo e la rieducazione logopedica) esistono casi in cui altri fattori intervengono ad impedirne la ripresa. Dal 2007 sono stati presi in carico presso la nostra divisione 3 pazienti per i quali la mancata retropulsione della lingua e la scorretta preparazione del bolo associati alla deglutizione atipica, hanno determinato, sino a rieducazione logopedica miofunzionale mirata, il mancato raggiungimento di una deglutizione funzionale. La deglutizione atipica costituisce un evento non infrequente nella popolazione adulta, che pare raggiungere, a seconda delle varie osservazioni lo 0,5 – 1,5 %, ed è pertanto un fenomeno da valutare nella pianificazione della riabilitazione degutitoria conseguente a chirurgia laringea ricostruttiva, soprattutto quando sussistano cause inspiegate di insuccesso.