Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009
Capitolo II. I metodi di analisi
I metodi di analisi
• Che cosa è “metodo” in scienza politica
• I metodi secondo Lijphart
• L’osservazione partecipante
• Il metodo comparato
• Gli studi di caso
• Il metodo sperimentale
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Capitolo II. I metodi di analisi
Che cosa è un metodo?
Secondo Marradi, il metodo «consiste essenzialmente nell’arte di scegliere le tecniche
più adatte ad affrontare un problema cognitivo, eventualmente combinandole,
apportando modifiche e al limite proponendo qualche soluzione nuova»
Esiste un solo metodo in scienza politica?
-No, la complessità dei fenomeni politici richiede, per essere indagata
correttamente, anche una PLURALITÀ DI METODI che dovranno essere utilizzati
in base:
all’oggetto di studio
alla natura delle variabili
al numero dei casi analizzati
alle finalità che si pone il ricercatore
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Capitolo II. I metodi di analisi
Arend Lijphart, nel 1971, sostiene che per fare ricerca e teorizzazione in scienza politica
esistano, oltre agli studi di caso, 3 tipi di metodi, l’utilizzo o meno dei quali va
valutato in relazione al NUMERO DEI CASI e delle VARIABILI:
1) il metodo sperimentale;
2) il metodo comparato;
3) il metodo statistico.
Tuttavia, il metodo statistico NON ha una sua precisa e chiara autonomia: sarebbe
più corretto considerarlo UNA TECNICA, cioè una procedura specifica di analisi
ed elaborazione dei dati, a disposizione di diversi metodi di analisi.
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I METODI DELLA SCIENZA POLITICA
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L’OSSERVAZIONE PARTECIPANTE
È possibile applicare questo metodo quando, grazie a un
insieme di circostanze favorevoli, spesso da lui stesso
create, lo studioso si trova nella condizione di osservare
direttamente e personalmente, dall’interno, i fenomeni
politici che intende studiare.
VANTAGGIO: raccolta di materiale difficilmente raggiungibile da
studiosi esterni.
SVANTAGGIO: il ricercatore rischia di essere coinvolto politicamente
ed emotivamente nei fenomeni ai quali assiste o partecipa.
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ESEMPIO
Roberto Michels (Colonia 1876 – Roma 1936), sociologo
politico tedesco, socialdemocratico iscritto al partito, decide
di osservare dall’interno il funzionamento dell’SPD per
valutare se la democrazia sia a) possibile; b) realizzabile.
Analizzando il funzionamento concreto del partito socialdemocratico tedesco, con
particolare attenzione alla distribuzione interna del potere e alla selezione della
candidature, Michels giunge alla formulazione della celebre
LEGGE FERREA DELL’OLIGARCHIA:
«Chi dice organizzazione dice tendenza alla oligarchia…»
La fallacia nell’analisi di Michels consiste nella trasposizione di una generalizzazione
prodotta a un livello sottosistemico al livello del sistema politico.
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IL METODO COMPARATO
Il metodo comparato «serve a controllare –
verificare o falsificare – se una generalizzazione
(regolarità) tiene a fronte dei casi ai quali si
applica» (Sartori 1991).
La comparazione è, perciò, un METODO DI CONTROLLO delle
ipotesi, cioè delle relazioni empiriche generali tra due o più
VARIABILI.
Esistono 3 tipi di variabili:
1)
Indipendente, è la causa (una delle cause) che influenza il
fenomeno politico indagato;
2)
Dipendente, è il fenomeno che si intende studiare e spiegare;
3)
Interveniente, è la variabile che potrebbe interferire nel
rapporto tra variabile dipendente e indipendente.
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La comparazione può essere:
SINCRONICA
DIACRONICA
La comparazione avviene
considerando un unico punto o
periodo di tempo nel quale si
situa il fenomeno indagato
La comparazione avviene in un arco
più lungo di tempo e studiando un
determinato fenomeno politico in più e
diversi periodi o punti del tempo
Strategia della comparazione
(Przeworski e Teune, 1970)
“Most similar systems”
“Most different systems”
Mette a confronto i casi più
simili, permettendo di
parametrizzare o di tenere
sotto controllo altre variabili
Mette a confronto casi o sistemi
molto differenti tra loro, che
mantengono solo qualche
elemento in comune (in funzione di
variabile indipendente)
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ESEMPIO DI RICERCA COMPARATA
Gabriel Almond e Sidney Verba, 1963, The Civic Culture. Political Attitudes
and Democracy in Five Nations, Princeton, Princeton University Press.
Variabile dipendente: i diversi tipi di democrazie (i paesi studiati erano: Usa, Gran
Bretagna, Germania, Messico e Italia).
Variabili indipendenti: gli orientamenti dei cittadini nei confronti del sistema politico,
le loro conoscenze delle modalità con le quali vengono espresse domande e sostegni
e delle modalità attraverso le quali vengono prodotte e/o influenzate le decisioni.
Ne risultano tre possibili configurazioni di CULTURA POLITICA:
1) i SUDDITI: che riconoscono il peso del sistema politico sulla loro vita;
2) i PROVINCIALI: che sanno molto poco o nulla del loro sistema politico;
3) i PARTECIPANTI: che sanno abbastanza di ciò riguarda il sistema politico e del
ruolo che vi possono svolgere.
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GLI STUDI DI CASO
Lo studio di caso prevede l’analisi di un
caso, di un fenomeno o di un sistema
politico preso singolarmente e può
svilupparsi:
- senza un quadro di riferimento teorico che
ne sorregga o guidi la ricerca,
oppure
- prendendo ispirazione da una teoria
preesistente, con l’obiettivo di controllarla
(verificandola o falsificandola).
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TIPI DI STUDI DI CASO
1) Lo studio di caso IDEOGRAFICO/DESCRITTIVO ha
come obiettivo non tanto quello di analizzare un
problema specifico già formulato teoricamente, bensì
quello di fornire informazioni e raccogliere materiali
relative a un fenomeno o un sistema politico di cui si
vuole fare semplicemente una descrizione.
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2) Lo studio di caso EURISTICO ha come obiettivo quello di
individuare e generare ipotesi interpretative riguardanti un
determinato fenomeno, stimolandone una possibile, futura
teorizzazione.
3) Lo studio di caso INTERPRETATIVO tenta di spiegare un
fenomeno politico facendo ricorso a generalizzazioni e teorie
già esistenti nella letteratura scientifica, con l’obiettivo di
approfondirle, spiegarle o perfezionarle.
4) Gli studi di un caso DEVIANTE o CRUCIALE vengono
condotti con il preciso intento di controllare empiricamente
generalizzazioni o teorie preesistenti.
ESEMPIO: Arend Lijphart cerca di confermare, cioè controllare, la
propria teoria sulle democrazie consociative analizzando un caso
cruciale: l’INDIA, dove il regime democratico si accompagna a uno
spiccato pluralismo sociale ed etnico.
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IL METODO SPERIMENTALE
Il metodo sperimentale viene solitamente considerato il più
potente metodo attraverso cui stabilire e controllare
rapporti di causalità tra due o più variabili.
Infatti permette di modificare lo stato di una variabile
senza mutare gli stati di tutti le altre variabili.
Tuttavia questo metodo ha una limitata applicabilità alla
scienza politica ed è adatto unicamente allo studio di
micro-fenomeni o in presenza di piccoli gruppi di persone.
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ESEMPI DI RICERCHE SPERIMENTALI
Sydney Verba (1961):
variabile indipendente: caratteristica ed esercitazione della leadership politica
(democratica o autoritaria).
variabile dipendente: conseguimento dell’obiettivo del gruppo o grado di
soddisfazione dei componenti del gruppo.
ESPERIMENTO:
un gruppo, composto da un piccolo numero di persone, viene esposto all’azione di
un leader “democratico”, mentre un altro GRUPPO DI CONTROLLO viene diretto
da un leader “autoritario”.
RISULTATI
Le persone componenti i due diversi gruppi esibiscono un livello di
soddisfazione variabile che dipende dalla loro personalità e
dalle loro aspettative. Se sono potenzialmente “partecipanti”,
non gradiscono una leadership autoritaria; se hanno inclinazioni
“decisioniste”, sono, al contrario, inclini a valutare
positivamente una leadership autoritaria. Verba conclude che
non esiste una struttura di leadership politica “ottima”
in assoluto.
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Pasquino 002 - Dipartimento di Scienze Politiche