Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo XII. L’Unione europea L’Unione europea • Le tappe della costruzione dell’UE • Le teorie dell’integrazione • Le istituzioni dell’UE • Il processo decisionale • Il diritto dell’UE • Il deficit democratico 1 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo XII. L’Unione europea Le principali tappe nella costruzione dell’Unione europea 1951: nascita della CECA con 6 paesi fondatori (Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi) 1957: il Trattato di Roma istituisce il Mercato comune 1973: allargamento a 9 Stati membri (Danimarca, Irlanda, Regno Unito) 1979: prima elezione diretta a suffragio universale del Parlamento europeo 1981: allargamento mediterraneo (Spagna, Portogallo; Grecia nel 1986) 1993: nascita dell’Unione europea con il Trattato di Maastricht 1995: allargamento dell’UE (Austria, Finlandia, Svezia) 2000: approvazione della Strategia di Lisbona 2002: introduzione della Moneta Unica Europea (Euro) 2005: ulteriore allargamento dell’UE (Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria) 2007: Bulgaria e Romania entrano nell’UE. Viene firmato il Trattato di Lisbona 2 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo XII. L’Unione europea Le teorie dell’integrazione europea Esistono 3 principali tentativi teorici di comprensione e spiegazione del fenomeno dell’integrazione sovranazionale europea: 1. la TEORIA FEDERALISTA; 2. la TEORIA FUNZIONALISTA; 3. la TEORIA INTERGOVERNATIVA. 3 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo XII. L’Unione europea TEORIA FEDERALISTA (Spinelli, Rossi, Mounier, Aron) La versione classica della teoria del federalismo sostiene che gli Stati federali sorgono in seguito a una decisione fondamentale e con 2 obiettivi precisi: sicurezza prosperità La decisione fondamentale è quella di alcuni Stati che decidono di cedere parte della loro sovranità a una entità in fieri, federale e superiore. I federalisti europei fanno leva, soprattutto all’indomani della seconda guerra mondiale, esattamente su questi 2 obiettivi: prosperità, da perseguire attraverso l’unione delle economie europee, per godere dei positivi vantaggi di scala; sicurezza, uno stato federale prospero sarà in grado di difendersi con un proprio esercito e, nel caso, di espandersi. 4 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo XII. L’Unione europea LA TEORIA FUNZIONALISTA (Mitrany, Schmitter, Haas, Hooghe, Marks) Secondo questa teoria, in tutte le sue varianti (neofunzionalista e postfunzionalista), i processi di integrazione nascono quando alcuni stati mettono in comune determinate attività e risorse economiche e possono proseguire fin quando quegli Stati traggono benefici, essenzialmente economici, da quelle modalità di cooperazione. Nella variante neo-funzionalista, che pone l’accento soprattutto sugli interessi di natura economica, il meccanismo fondamentale dell’integrazione è definito “SPILL OVER” (tracimazione): quando la collaborazione in un settore ha successo, produce domande e opportunità di collaborazione anche in altri settori. La variante post-funzionalista pone, invece, meno l’accento sul ruolo delle élite, politiche ed economiche, e si concentra maggiormente sul ruolo dell’opinione pubblica e sulle identità, nazionali e culturali, dei cittadini europei. 5 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo XII. L’Unione europea TEORIA INTERGOVERNATIVA (Moravcsik, Hoffmann) Secondo Moravcsik, uno dei principali esponenti della teoria intergovernativa, il processo di unificazione dell’Europa è stato, è e continuerà a essere dominato dagli INTERESSI STATALI. Questi interessi, di natura prevalentemente economica, plasmano le preferenze dei governanti nazionali che, per vocazione, sono chiamati a difendere il benessere dei loro stati, in contrapposizione con quello sovranazionale. 6 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo XII. L’Unione europea Le istituzioni dell’Unione Europea Le principali istituzioni dell’Unione europea possono essere suddivise in 5 categorie: 1. ISTITUZIONI ESECUTIVE Consiglio Europeo, Consiglio dei Ministri, Commissione europea 2. ISTITUZIONI RAPPRESENTATIVE Parlamento, Comitato delle Regioni, Comitato economico e sociale 3. ISTITUZIONI AMMINISTRATIVE Europol, Agenzia europea di difesa, Eurojust, Eurostat, Agenzie comunitarie, esecutive e per la cooperazione 4. ISTITUZIONI GIURIDICHE Corte di Giustizia, Corte dei Conti 5. ISTITUZIONI FINANZIARIE Banca europea degli investimenti 7 Banca centrale europea, Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo XII. L’Unione europea Il Consiglio europeo È un’istituzione intergovernativa composta da Capi di Stato e di governo e dal Presidente della Commissione. Collocandosi al vertice delle struttura di governo dell’Europa, agisce come guida politica dell’Unione, definendo gli orientamenti fondamentali. LEGITTIMITÀ INDIRETTA Siccome il Consiglio europeo è un organo composto da governanti che hanno vinto le elezioni nazionali nei propri Stati, nell’esercizio delle loro funzioni europee godono soltanto di una legittimazione indiretta. Tuttavia, poiché i paesi membri dell’UE debbono essere regimi democratici, i governati dei paesi europei possiedono una piena legittimità democratica. 8 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo XII. L’Unione europea Il consiglio dei Ministri (1) È il principale centro decisionale del sistema di governo dell’Unione europea, rappresenta i governi nazionali e i suoi poteri riguardano: la definizione e il coordinamento delle politiche economiche comuni; l’elaborazione ed esecuzione delle azioni comuni relative alla politica estera, di sicurezza e di difesa; la formulazione di accordi internazionali, negoziati dalla Commissione e firmati dal Consiglio; l’approvazione del bilancio, assieme al Parlamento europeo. È composto da un ministro per Stato membro e la Presidenza del Consiglio viene esercita a turno da ciascun membro del consiglio per una durata pari a 6 mesi. 9 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo XII. L’Unione europea Il consiglio dei Ministri (2) Le decisioni in sede di Consiglio dei ministri avvengono mediante votazione: il numero dei voti spettante a ogni paese viene assegnato tenendo in considerazione la numerosità della propria popolazione. Stati membri N. di voti Germania, Francia, Italia e Regno Unito 29 Spagna e Polonia 27 Romania 14 Paesi Bassi 13 Belgio, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria e Portogallo 12 Austria, Bulgaria e Svezia 10 Danimarca, Irlanda, Lituania, Slovacchia e Finlandia 7 Cipro, Estonia, Lettonia, Lussemburgo e Slovenia 4 Malta 3 Totale 345 Le decisioni del Consiglio su alcune materie particolarmente delicate (politica estera, imposizione fiscale, immigrazione ecc.) devono essere prese con un voto a maggioranza qualificata, in relazione sia al numero dei voti che al numero degli Stati 10 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo XII. L’Unione europea La Commissione europea (1) La Commissione è composta da “un Commissario per ciascuno Stato membro”, attualmente dunque conta 27 commissari. Non sono eletti da nessun elettorato e non sono neppure rappresentanti di governi democraticamente eletti. Vengono semplicemente designati dai capi di governo degli Stati membri. La Commissione viene nominata ogni 5 anni secondo questa procedura: a. i governi degli Stati membri decidono il Presidente della Commissione; b. il presidente designato viene approvato dal Parlamento; c. in accordo con i vari paesi, il Presidente scegli i rimanenti 26 Commissari; d. il Consiglio dei ministri approva a maggioranza qualificata l’elenco dei candidati; e. il Parlamento procede all’audizione dei singoli commissari e vota un parere sull’intero collegio; f. la Commissione viene ufficialmente nominata con il voto a maggioranza qualificata del Consiglio dei ministri. 11 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo XII. L’Unione europea La Commissione europea (2) La Commissione svolge un ruolo eminentemente politico, che ne fa il vero promotore della costruzione dell’UE. I suoi compiti principali riguardano: 1. la proposta di atti legislativi al Consiglio e al Parlamento; 2. l’elaborazione e la direzione delle strategie politiche dell’Unione; 3. il controllo, assieme alle corti, sull’applicazione del diritto europeo; 4. la gestione e l’esecuzione del bilancio comunitario; 5. la rappresentanza dell’UE sulla scena internazionale. 12 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo XII. L’Unione europea Il Parlamento europeo (1) Il Parlamento europeo è eletto direttamente dagli elettori dei singoli Stati membri, ogni 5 anni, a partire dal 1979, godendo di una sua specifica legittimità democratica. La legittimità del Parlamento è superiore sia a quello del Consiglio che a quella della Commissione, tuttavia la sua legittimità è minata da 3 problemi: 1. natura delle campagne elettorali: i partiti considerano le elezioni europee unicamente come dei sondaggi di popolarità dei partiti al governo nel loro paese 2. tasso di partecipazione elettorale: le elezioni europee presentano tassi di partecipazione notevolmente inferiori rispetto a quelli delle elezioni per i parlamenti nazionali 3. poteri dello stesso Parlamento: il Parlamento europeo esercita alcune delle classiche funzioni dei parlamenti, ma tutte in misura ridotta 13 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo XII. L’Unione europea Il Parlamento europeo è organizzato in commissioni parlamentari e gruppi politici “transnazionali”. Attualmente esistono 20 commissioni parlamentari e 7 gruppi politici: • Partito Popolare Europeo e Democratici europei (PPE-DE); • Partito del Socialismo europeo (PSE); • Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa (ALDE); • Unione per l’Europa delle Nazioni (UEN); • Verdi/Alleanza libera europea (Verts/ALE); • Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica (GUE/NGL); • Indipendenza/Democrazia (Ind/Dem); • Non iscritti (Ni) 14 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo XII. L’Unione europea Indice di coesione dei gruppi politici nel Parlamento europeo 1979-1984 1984-1989 1989-1994 1994-1999 1999-2004 2004-2005 Pse 1,508 1,547 1,540 1,661 1,862 1,775 Ppe 1,775 1,683 1,575 1,664 1,794 1,692 Alde 1,667 1,507 1,451 1,584 1,838 1,680 Sinistra Europea 1,633 1,595 1,505 1,511 1,662 1,731 Verdi n.d. 1,500 1,476 1,719 1,942 1,820 Gruppi Anti-europeisti n.d. n.d. 1,510 1,233 1,026 1,055 Regionalisti n.d. n.d. 1,528 1,690 1,574 1,514 Indipendenti 1,440 1,382 1,415 ,1,182 0,877 0,878 Media 1,646 1,566 1,512 1,580 1,671 1,610 Nonostante la loro provenienza da sistemi politici con storie politiche molto diverse, i tre gruppi partitici maggiori hanno dimostrato di saper crescere in termini di convergenza di vedute e di comportamenti di voto. In generale, è possibile affermare che il formato del sistema partitico europeo sia di tipo “multipartitismo limitato” e la sua meccanica di tipo “multipartitismo moderato” 15 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo XII. L’Unione europea Pur non “eleggendo” un Governo, il Parlamento europeo svolge, principalmente, 3 funzioni: 1. condivide con il Consiglio il potere legislativo su molte materie; 2. esercita il controllo democratico sulle altre istituzioni dell’UE, in particolare sulla Commissione; 3. condivide con il Consiglio il potere di bilancio dell’UE. 16 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo XII. L’Unione europea Le altre istituzioni dell’UE • Corte di giustizia delle Comunità europee: ha il compito di assicurare che la legislazione dell’UE sia interpretata e applicata nello stesso modo in tutti gli Stati membri • Corte dei Conti: è composta da un cittadino di ciascun Stato membro e ha il compito di controllare che i fondi dell’UE vengano raccolti correttamente e spesi nel rispetto delle leggi • Comitato economico e sociale europeo: è un organo di natura consultiva, incaricato di rappresentare datori di lavoro, sindacati, agricoltori, consumatori e altri gruppi di interesse che collettivamente compongono la “società civile organizzata” • Comitato delle Regioni: composto da 317 membri, provenienti in maniera ponderata in relazione alla popolazione da ciascun Stato membro, è un organo consultivo avente il compito di rappresentare gli interessi degli enti locali, territoriali e regionali • Banca centrale europea: le sue funzioni riguardano la gestione della moneta unica europea (Euro) e la definizione e attuazione della politica monetaria ed economica della UE • Banca europea per gli investimenti: la sua funzione è essenzialmente quella di prestare denaro per progetti di interesse europeo, in particolare nelle regioni meno favorite e nei paesi in via di sviluppo • Mediatore europeo (Ombudsman): è nominato dal Parlamento europeo e ha il compito di intermediare tra i cittadini, le imprese, le associazioni della UE e le istituzioni comunitarie • le Agenzie: si tratta di istituzioni create con un diritto derivato dell’UE per svolgere compiti specifici e settoriali, di natura tecnica, scientifica o di gestione nell’ambito comunitario 17 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo XII. L’Unione europea Il potere e il processo decisionale nell’UE Il processo decisionale che conduce all’elaborazione e all’approvazione delle politiche pubbliche coinvolge, in particolar modo, il cosiddetto “triangolo istituzionale”. Commissione Consiglio Parlamento 18 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo XII. L’Unione europea La codecisione La “codecisione” è la principale modalità decisionale dell’UE, introdotta per la prima volta con il Trattato di Maastricht (1992). Essa prevede, innanzitutto, che il potere legislativo sia condiviso dal Consiglio dei Ministri e dal Parlamento europeo. La codecisione prevede che sia la Commissione a proporre un progetto di legge, ma l’approvazione spetta al Consiglio e al Parlamento. Quando il Consiglio e il Parlamento approvano lo stesso testo proposto dalla Commissione oppure il Consiglio approva gli emendamenti al testo introdotti dal Parlamento, il testo viene definitivamente adottato. Se il Consiglio e il Parlamento non raggiungono un accordo su una proposta di legge, ci si rivolge a un Comitato di conciliazione, formato da un numero uguale di rappresentanti del Consiglio e del Parlamento. Il testo concordato viene, poi, trasmesso nuovamente al Parlamento e al Consiglio, affinché essi possano infine adottare la legge. 19 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo XII. L’Unione europea 20 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo XII. L’Unione europea Il diritto dell’Unione europea I principali atti giuridici attraverso cui si manifesta il potere decisionale e normativo dell’UE sono: 1. DIRETTIVE: vengono adottate dal Consiglio insieme con il Parlamento o dalla sola Commissione e hanno come destinatari gli Stati membri. Il loro obiettivo principale è quello di ravvicinare le legislazioni. Sono obbligatorie in rapporto alle indicazioni dei risultati da raggiungere, ma lasciano agli Stati piena discrezionalità sui modi per realizzarli; 2. DECISIONI: vengono adottate dal Consiglio insieme con il Parlamento o dalla sola Commissione e hanno destinatari specifici e ben determinati. Sono atti giuridici vincolanti e deliberano solo in riferimento a casi particolari; 3. REGOLAMENTI: vengono adottati dal Consiglio insieme con il Parlamento o dalla sola Commissione e sono atti generali e obbligatori in tutti i suoi elementi. A differenza delle direttive o delle decisione, i regolamenti sono direttamente applicabili in tutti gli Stati membri al pari di una legge nazionale; 4. RACCOMANDAZIONI e PARERI: si tratta di indicazioni orientative dei programmi e dei fini dell’Unione, ma non comportano un obbligo giuridico nei confronti dei destinatari. 21 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo XII. L’Unione europea IL DEFICIT DEMOCRATICO Il sistema politico della UE non offre adeguati meccanismi di responsabilizzazione dei governanti per il loro operato europeo/europeista, quindi di influenza democratica degli elettorati. Da qui nasce il deficit democratico dell’UE: delle sue istituzioni e del loro relativo funzionamento. È utile distinguere tra due 2 fasi del deficit democratico: IN ENTRATA IN USCITA Si riferisce alla scarsa/nulla influenza degli elettori sulla formazione e sulla composizione delle tre principali istituzioni europee Si riferisce alla politica e alle politiche dell’UE, al funzionamento delle sue istituzioni e alla presenza di un processi decisionale eccessivamente complicato e opaco 22 Pasquino, Nuovo corso di scienza politica, Il Mulino, 2009 Capitolo XII. L’Unione europea SOLUZIONI PER IL DEFICIT DEMOCRATICO • Soluzione parlamentarista: richiede di cambiare le modalità di elezione del Parlamento europeo, rafforzandone e accrescendone ruolo e poteri. La dinamica elettorale per la formazione del Parlamento dovrà essere prioritariamente rivolta all’Europa e sostenuta da partiti transnazionali. • Soluzione presidenzialista: prevede l’elezione popolare diretta del presidente della Commissione, il quale, poi, si sceglierebbe in completa autonomia i propri commissari. Questa soluzione mira a conseguire essenzialmente 3 obiettivi: 1. accrescere la legittimità e il potere del presidente della Commissione 2. rivitalizzare i partiti in chiave europea 3. consolidare le basi di sostegno parlamentare del Presidente della Commissione 23