Il commercio degli schiavi nell’antica Roma La schiavitù è una condizione sociale che comporta la privazione di tutti i diritti giuridici e la prestazione di lavoro non retribuito in favore di singole persone o dello stato. Essa era sovente ritenuta una condizione normale per i “barbari”, cioè gli stranieri, sulla base di un diffuso pregiudizio che considerava gli “altri” come esseri inferiori, soprattutto se sconfitti in guerra. Gli schiavi venivano venduti nelle botteghe, sui mercati o nel Foro, sotto la sorveglianza di appositi magistrati. Generalmente stavano su un palco girevole (catasta), con al collo un cartello (titulus) che indicava la nazionalità, le attitudini, le qualità, i difetti. Quelli provenienti d'oltremare erano riconoscibili per un piede tinto di bianco (gypsati) e i soldati vinti per una coroncina in testa. I prezzi variavano a seconda dell'età e delle qualità (intelligenza, cultura, forza fisica ma anche bellezza, buona dentatura, capacità di suonare o cantare, parlare greco) e si aggiravano sui 1.2002.500 sesterzi (un sesterzio equivaleva a circa 2 euro). Anche ai romani di mezzi modesti piaceva avere uno schiavo al proprio servizio, perché non averne era indizio di degradante miseria. Molti ricchi romani possedevano da 10.000 a 20.000 schiavi. I romani più ricchi potevano anche acquistarli per rivenderli o cederli a grosse imprese in cambio di un affitto. Sotto questo aspetto alcuni arrivarono persino ad allevarli. Il mercato degli schiavi era ormai divenuto una delle attività commerciali più produttive del mediterraneo. Il più grande mercato venne organizzato nell’isola di Delo, dove nei tempi più proficui si potevano vendere in media 10.000 schiavi al giorno. Inizialmente il centro del commercio degli schiavi era il mediterraneo, ma poi, dopo il 1492, con la scoperta dell’America, il commercio degli schiavi spostò il suo baricentro nell’Oceano Atlantico, e si formò il commercio triangolare degli schiavi neri. Oggi la schiavitù è illegale e noi troviamo disumano pensare a quello che è stato fatto agli schiavi, persone comuni private della loro libertà.