Università degli studi di Messina
SISSIS – Scuola Interuniversitaria Siciliana
di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario
prof.ssa Loredana Benedetto
La partecipazione sociale
L’integrazione scolastica
La partecipazione è
il coinvolgimento attivo
in una normale situazione
di vita integrata.
Le restrizioni della partecipazione
sono i problemi che un individuo
può incontrare nel
coinvolgimento nelle normali
situazioni di vita
Definizione ufficiale secondo l’ICF (2001)
• Gli obiettivi di partecipazione sociale variano molto con
l’età dell’alunno (es. sicurezza nell’ambiente, recarsi a
scuola con lo scuolabus)
• Le aspettative adeguate di autonomia personale sono
mediate culturalmente (es. atteggiamenti familiari)
• Le abilità si sviluppano gerarchicamente (es. igiene
personale: lavarsi le mani, farsi una doccia, usare
prodotti cosmetici)
• Interdipendenza tra le aree (es. controllo sfinterico)
L’adattamento sociale
consiste in …
“abilità
che una persona acquisisce e poi usa
solitamente per adattarsi alle richieste che
le situazioni della vita di ogni giorno gli pongono.
I comportamenti adattivi sono considerati
“normali” o “appropriati” dal punto di
vista delle richieste situazionali”
(Brown e Leigh, 1987)
Test ABI – Adaptive Behavioral Inventory
(Brown e Leight, 1987)
Adattamento italiano edizioni Erickson (Trento)
Batteria di valutazione delle autonomie sociali
Età 5-19 anni
5 scale: abilità di
autonomia (30 items)
comunicazione (32 items)
sociali (30 items)
scolastiche (30 items)
lavorative (28 items)
Valutazione con punteggio da 0 (l’alunno non possiede l’abilità
descritta) a 3 (padroneggia pienamente l’abilità)
Esempi di item per la valutazione
del comportamento adattivo
Abilità di comunicazione
Abilità di autonomia
Fa domande per ottenere
informazioni dagli altri
Si sposta autonomamente da un
posto all’altro, a scuola o sul
posto di lavoro
Esprime i propri sentimenti e le
proprie emozioni
Sa descrivere e spiegare
verbalmente dei concetti o
delle idee astratte
Conosce il nome e valore di
monete e banconote
Fa telefonate senza aiuto
Lava e stira i propri vestiti
Acquista i generi alimentari
necessari
Classe
scolastica
Contesto privilegiato
per la
partecipazione sociale
La normativa (L. 104/92)
è all’avanguardia rispetto:
all’attuazione di interventi precoci
al rifiuto delle “classi speciali” (o della resource room)
all’attenzione al contesto d’apprendimento (numero
limitato di allievi in classe)
alla formazione specialistica degli insegnanti (sostegno
come risorsa aggiuntiva “per la classe”)
alla realizzazione di un progetto di vita
Il punto di vista degli insegnanti
(Vianello, 1990)
• Chi ha più esperienza scolastica privilegia il lavoro in
classe e non fuori
• Quando l’attività è programmata in classe la
collaborazione tra colleghi è maggiore
• L’insegnante curriculare si sente più corresponsabile e
ha informazioni più corrette sull’alunno disabile
• L’insegnante curriculare attua un intevento programmato
anche quando il collega di sostegno è assente
• L’integrazione mette comunque alla prova la
professionalità degli insegnanti
Infatti…
… nel caso di alunni con difficoltà cognitive, di
autonomia, interpersonali gravi la partecipazione
sociale è più difficile da realizzare
… il divario (ingl. Handicap) tra i bisogni
“ speciali” dell’alunno e gli obiettivi riferiti alla
classe tende ad accentuarsi con l’età.
Le interazioni con i compagni di classe
Il “tempo”
non incrementa
la partecipazione
sociale
“Status” sociale inferiore
le interazioni non avvengono
“spontaneamente”
Cfr. Soresi (1998)
Programmazione degli obiettivi di
partecipazione sociale
Le relazioni tra alunni disabili
Effetti positivi:
• Forme spontanee di “tutoring” verso i compagni
meno abili
• Semplificazione delle forme comunicative rivolte
ai compagni con deficit cognitivi o linguistici
Effetti negativi:
• Scarsa partecipazione ai giochi di gruppo anche
in soggetti con difficoltà lievi
• Bassa probabilità di essere scelti come “amici” o
compagni nelle attività scolastiche (Guralnick,
1990)
Come vengono percepiti
i compagni disabili?
• Sin dall’infanzia, sono percepiti come
meno attraenti e piacevoli, in particolare
per evidenti disabilità fisiche (Erwin, 1993)
• I bambini (4 anni) non distinguono gli
impedimenti che derivano da specifiche
menomazioni fisiche
• I ragazzi si mostrano molto più disposti ad
aiutare un coetaneo piuttosto che a
diventare amici
Come modificare gli
atteggiamenti negativi?
Conoscere
la disabilità
Attività di simulazione
Strutturare
attività collaborative
Insegnanti:
il linguaggio
dell’accettazione
Le attività di simulazione
(camminare o lavarsi i denti bendati,
provare a leggere il Braille,
guardare un film senza audio)
Sviluppano la comprensione di come le
persone disabili imparino ad adattarsi e ad
affrontare i problemi
Sono una buona premessa per l’attivazione
di comportamenti di aiuto e di solidarietà
Quali gli effetti
di questi programmi?
(Soresi, 1998; Peck, Donaldson e Pezzoli, 1992)
• Incremento dei comportamenti di aiuto
e solidarietà
• Minor timore delle differenze umane
• Sviluppo di valori personali
• Maggiore tolleranza
• Miglioramento del concetto i sé
Strutturare attività collaborative
Attivano la partecipazione di tutti, ciascuno con
il proprio livello di abilità
E’ tutto il gruppo a migliorare (obiettivo: ridurre
il tempo per completare il compito)
Il rinforzamento è intrinseco ed evidente
(completamento dell’attività)
Il successo dipende dall’accettazione di tutti
(adattarsi ai comportamenti altrui)
Formare raggruppamenti
Livello elementare
Livello superiore
Ad ogni alunno viene
consegnata una carta su
cui appare una figura di
oggetti o animali. Il
compito è raggrupparsi
secondo una categoria
data o secondo le
lettere iniziali, finali o
centrali della parola o
ancora in due gruppi –
es. animato o animato – e
così via.
Ad ogni alunno viene
consegnata una carta su
cui è scritto il nome di
un organo appartenente
ad un apparato o sistema
del corpo umano (es.
arteria, vena, capillare,
cuore). Il compito è
disporsi in modo da
ricomporre l’apparato
(es. cardiocircolatorio).
Il ruolo dell’insegnante:
il linguaggio dell’accettazione
• Concentrarsi sulla persona, non sulle differenze
individuali o la disabilità
• Evidenziare i punti in comune tra gli alunni
• Parlare all’alunno in modo esplicito e
appropriato all’età
• Rispettare l’alunno e la sua autonomia
• Presentare esempi positivi
• Affrontare, non tollerare i comportamenti
problematici
• Creare occasioni per il tempo libero
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