LA CORNICE RELAZIONALE NELLE DINAMICHE DI INSEGNAMENTOAPPRENDIMENTO LE 4 DIMENSIONI LE 4 DIMENSIONI L’insegnante, qualunque siano gli obiettivi, deve muoversi sempre su questi 4 piani: La relazione con l’alunno La dimensione affettiva (emozioni, stati d’animo) Dimensione didattica Gestione dinamiche di comunicazione e mediazione didattica LA CORNICE RELAZIONALE Relazione educativa buona e significativa: cornice indispensabile di ogni attività di sviluppo e apprendimento La relazione insegnante-alunno non si ferma alla diade, ma è la risultante di rapporti tra sistemi molto diversi in cui la diade è immersa (relazioni con la famiglia, i colleghi, tra pari ...) LA «BUONA» RELAZIONE Il valore positivo di una buona relazione ha due accezioni: Valore positivo intrinseco: una buona relazione vale di per sè, genera benessere Valore positivo strumentale: una buona relazione è utile, fa raggiungere scopi, fa funzionare efficacemente (a scuola/lavoro ...) Aspetti indissolubili LA «BUONA» RELAZIONE Ha bisogno di tempo Ha bisogno di occasioni e incontri ripetuti Implica potere e asimmetria RISCHI A CUI SFUGGIRE La dimensione del potere può portare ad una manipolazione e controllo dell’altro per i propri bisogni Non mettersi in ascolto continuo delle proprie emozioni, dubbi, difficoltà (espressionericonoscimento-legittimazione dei vari vissuti emotivi, speciamente quando si ha a che fare con disabilità gravi) «INGREDIENTI» DELLA BUONA RELAZIONE Agire su tre livelli: 1. Accettazione incondizionata e attribuzione di valore positivo AUTOSTIMA 2. Ascolto attivo, conoscenza, comprensione ed empatia IDENTITA’ 3. Proattività, stimolo, aiuto, accompagnamento, aspettative, azione orientata, propositi, guida SICUREZZA PRIMI INGREDIENTI ACCETTAZIONE INCONDIZIONATA: l’altro vale in sè, esattamente per quello che è, indipendentemente da ciò che sa/non sa fare VALORE POSITIVO: l’altro vale almeno quanto me, eguaglianza sostanziale Come? Dedicare del tempo allo stare insieme non sempre per forza vincolato ad una attività finalizzata e scelta dal docente Rischio di visioni assistenzialistiche/caritatevoli SECONDI INGREDIENTI ASCOLTO ATTIVO: attiva attesa, attivo silenzio per permettere la comunicazione dell’altro, attivo sforzo per costruire un significato condiviso È difficile con disabilità complesse: sembra di non capire o di capire tutto (anticipiamo tentativi di comunicazione) Ascolto conoscenza comprensione dell’alunno disabile, attraverso linguaggi diversi (verbali, non verbali) SECONDI INGREDIENTI Empatia: capacità di «sentire» l’altro, ponendosi in contatto profondo con i suoi vissuti e la sua esperienza L’insegnante empatico comprende l’emozione dell’alunno, gli consente di esprimerla con vicinanza, lo aiuta a nominarla-classificarla e a controllarla (aiuto nella regolazione degli stati d’animo) TERZI INGREDIENTI PROATTIVITA’, STIMOLO, AIUTO, ACCOMPAGNAMENTO, AZIONE ORIENTATA, PROPOSTA, GUIDA, ATTESE Progetto di azioni condivise, esplicite, coerenti che tendono verso un obiettivo Forza di stimolo e di aiuto che accompagna, guida, propone Elemento produttivo, voler contribuire attivamente alla produzione di abilità Fondamentale elemento energetico nel processo formativo TUTTO CIO’ FAVORISCE ... Sviluppo dell’AUTOSTIMA, e con essa il senso di auto-efficacia, motivazione intrinseca, curiosità, interessi ... Sviluppo di un’IDENTITA’ più consapevole: aiutare l’alunno nella scoperta di sè (storia personale, confini, scelte, possibilità, desideri...) SICUREZZA: sentirsi protetti nell’affrontare i rischi delle relazioni e degli apprendimenti. «base sicura» a cui tornare dopo aver esplorato LE RELAZIONI CON I COMPAGNI Le relazioni degli alunni con disabilità con i compagni sono più a rischio Rischiano di essere oggetto di rifiuto Come può agire l’insegnante? IL GRUPPO CLASSE RESILIENTE «un luogo di relazioni e di pensiero che resiste agli urti e alle difficoltà e che migliora continuamente se stesso» Una classe forte e ricca di risorse che sappia concretamente sostenere in modo collaborativo strategie didattiche inclusive IL GRUPPO CLASSE RESILIENTE SEI COMPONENTI DELLA CLASSE RESILIENTE 1. 2. 3. Autoefficacia scolastica: gli alunni si vedono come persone competenti ed efficaci nell’apprendimento Autodeterminazione scolastica: gli alunni definiscono e si muovono verso obiettivi scelti autonomamente Autoregolazione comportamentale: gli alunni si comportano in modo appropriato e adattivo con una minima supervisione dell’adulto SEI COMPONENTI DELLA CLASSE RESILIENTE 4. 5. 6. Relazioni di insegnanti cura Relazioni continue compagni autentiche e con gratificanti Partnership con la famiglia con gli i ATTIVARE LA RISORSA COMPAGNI Per far diventare la classe una vera comunità di relazioni è necessario attivare delle strategie di sostegno alla prosocialità e alla solidarietà tra studenti Integrare le abilità prosociali nel curricolo scolastico: atteggiamenti, abilità, diritti, responsabilità, interazioni che permettono a una comunità di funzionare LIVELLI DI INTERVENTO STRATEGICO SUL SENSO DI COMUNITA’ TRA ALUNNI 1. 2. 3. 4. Strategie a livello globale di scuola: gruppi di studenti e progetti di sensibilizzazione e approfondimento su tematiche rilevanti. Temi di riflessione e dibattito Strategie specifiche di classe : azioni più mirate (cooperative learning / tutoring) Strategie di aiuto formale e informale tra studenti: es. servizi di accoglienza per studenti nuovi, tutor Strategie a livello di comunità territoriale: gamma di attività fuori dalle mura scolastiche (culturali, svago, scout ecc.) PROMUOVERE ABILITA’ PROSOCIALI L’insegnante deve fornire un modello di accoglienza e valorizzazione della diversità Concentrarsi sui comportamenti positivi trasmettendo messaggi di fiducia agli studenti Proporre momenti di discussione libera per dare l’opportunità agli studenti di presentarsi sotto una luce positiva (storia personale, cultura, saperi ...) Discussioni sui temi legati alla prosocialità (riflessioni sull’amicizia) PROMUOVERE ABILITA’ PROSOCIALI Aiutare tutti gli alunni a diventare più consapevoli della condizione di disabilità dei compagni Promuovere attività in cui scambiare informazioni sulla condizione di disabilità Costruire rispetto e apprezzamento per le diversità L’APPRENDIMENTO IN GRUPPI COOPERATIVI Introdurre la classe alle abilità prosociali, prerequisito per poter lavorare in gruppo IMPARARE A LAVORARE INSIEME Interagire costruttivamente con i compagni Ascoltare non solo l’insegnante, ma anche i compagni Imparare a chiedere l’opinione degli altri L’APPRENDIMENTO COOPERATIVO Stimola le abilità cognitive e metacognitive: fare ipotesi, discuterle e saperle giustificare Equità nella partecipazione: possibilità di esprimere la propria opinione allo stesso modo degli altri Gestione del disaccordo, partendo da una situazione di conflitto sociocognitivo. INGREDIENTI BASE DELLA COOPERAZIONE INTERDIPENDENZA POSITIVA: uno per tutti e tutti per uno DOPPIA RESPONSABILITA’ (INDIVIDUALE E DI GRUPPO): il gruppo e il singolo sono responsabili del lavoro, si evita lo sfruttamento del lavoro altrui INTERAZIONE COSTRUTTIVA DIRETTA: studenti lavorano realmente insieme aiutandosi, condividendo risorse, sostenendosi, incoraggiandosi INGREDIENTI BASE DELLA COOPERAZIONE INSEGNARE LE ABILITA’ SOCIALI NECESSARIE NEI RAPPORTI INTERPERSONALI VALUTAZIONE DEL GRADO DI COOPERAZIONE DEL GRUPPO: gli alunni verificano e discutono i progressi compiuti verso il raggiungimento degli obiettivi e l’efficacia dei rapporti LA FORMAZIONE E COMPOSIZIONE DEI GRUPPI Decidere dimensioni (in media 2/4), criteri per comporlo, la durata La dimensione del gruppo incide su: Le conoscenze abilità disponibili Il livello di partecipazione di tutti i membri Le abilità interpesonali che bisogna possedere L’individuazione di eventuali difficoltà nel lavorare insieme Il tempo a disposizione e il materiale disponibile vanno considerati IL GRUPPO L’insegnante assegna ruoli diversi ai membri del gruppo. No fissi ma intercambiabili Funzioni che favoriscono la gestione e il funzionamento del gruppo Es. controllare (dei toni di voce, rumori, turni), spiegare, illustrare idee, fornire guida, chiedere chiarimenti, ecc. Ruolo di esploratore, stratega, saggio, critico Leadership distribuita L’EFFICACIA DELL’APPRENDIMENTO COOPERATIVO Migliori risulati scolastici (maggiore motivazione intrinseca, capacità di pensiero critico) Relazioni più positive tra gli studenti Maggiore benessere psicologico (senso di autoefficacia, autostima, immagine di sè, più risorse nell’affronatare lo stress) IL TUTORING Insegnamento reciproco tra alunni Un alunno TUTOR insegna ad un compagno TUTEE Quale ruolo per l’allievo con disabilità? Benefici sia per il tutor che per il tutee Buoni risultati dal punto di vista degli apprendimenti, dei rapporti interpersonali, della motivazione e dell’autostima LAVORO A GRUPPI Quali pratiche mettereste in atto per migliorare il clima relazionale in classe? (relazione alunni-insegnante, e alunno con disabilità-resto della classe)