Politiche di sviluppo rurale e strumenti di finanziamento 1° Parte Evoluzione delle politiche strutturali e sistema di programmazione dello sviluppo rurale 1 LA POLITICA DI COESIONE • La Commissione valuta ogni tre anni lo stato di coesione e il contributo delle politiche (Art. 159 Trattato) • 1° Rapporto (1996): prepara l’Agenda 2000 • 2° Rapporto (2001): lancia il dibattito sulla politica di coesione dopo l’ampliamento • 3° Rapporto (febbraio 2004): presenta le proposte per una politica di coesione riformata, da applicare dal 2007 2 Le sfide della POLITICA di COESIONE • Globalizzazione • Innovazione tecnologica ed economia della conoscenza (società dell’informazione, spazio europeo della ricerca e sviluppo innovativo) • Invecchiamento demografico • Disoccupazione 3 Effetti della politica di coesione al 2006 • Convergenza significativa dei Paesi della coesione • Evoluzione positiva delle regioni dell’Obiettivo 1 nel loro insieme: • Crescita del Pil, dell’occupazione e della produttività superiori alla media europea • Ammodernamento delle strutture economiche e metodi di gestione • Migliore governance a livello regionale • Cooperazione delle regioni a livello europeo 4 Il primo passo verso la nuova politica di coesione: la Strategia di Lisbona A Lisbona, nel marzo 2000, il Consiglio europeo ha definito una strategia volta a fare dell'Unione Europea, entro il 2010, « un'economia basata sulla conoscenza, più competitiva e dinamica al mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale» 5 Gli Obiettivi della Strategia di Lisbona La nuova sfida L’Ue si trova di fronte ad una svolta epocale risultante dalla globalizzazione e da una nuova economia basata sulla conoscenza Obiettivi strategici per il nuovo decennio: •Creare le infrastrutture del sapere (fisiche: Centri di Competenza e Centri di Sviluppo innovativo; formative e sociali); •Promuovere l’innovazione e le riforme economiche; •Modernizzare i sistemi d’istruzione e previdenza sociale. 6 La Strategia di Goteborg (giugno 2001) Obiettivi politici dell’Unione •Ha approvato una strategia per lo sviluppo sostenibile e contribuito al completamento della Strategia di Lisbona, implementando maggiormente la dimensione ambientale •Ha orientato una politica economica a favore della crescita e delle riforme strutturali 7 Le prospettive finanziarie 2007-2013: un nuovo orientamento • Favorire la prosperità dell’Europa • Tetto di spesa invariato (1,24% del PIL dell’Unione) I temi prioritari che la Commissione intende perseguire con la programmazione post 2006, in attuazione della Strategia elaborata dal Consiglio europeo sono: 1. Sviluppo sostenibile (2 obiettivi: competitività e coesione) 2. Conservazione e gestione delle risorse naturali (agricoltura, misure di sostegno al mercato e regimi di sostegno diretto) 3. Cittadinanza europea 4. Unione Europea quale partner globale 8 Obiettivi della programmazione 2007-2013 Obiettivo1 Convergenza e competitività Obiettivo 2 Competitività regionale e occupazione Obiettivo 3 Cooperazione territoriale europea 9 Obiettivo 1 Convergenza (sostituisce l’attuale obiettivo 1) Sostegno alla crescita e alla creazione dell’occupazione nelle regioni meno avanzate Quattro i temi principali: ( che potranno beneficiare del cofinanziamento di programmi nazionali e regionali) 1) Modernizzare e diversificare la struttura economica; 2) Realizzare e migliorare le infrastrutture di base, l’accesso al mercato, la protezione dell’ambiente e la prevenzione dei rischi; 3) Migliorare la qualità delle istituzioni, del mercato del lavoro e dei sistemi d’istruzione e formazione e potenziare il capitale umano; 4) Potenziare la capacità amministrativa 10 Obiettivo 1 Convergenza Risorse e beneficiari Risorse disponibili: 264 miliardi di euro pari al 78.5% del totale destinato ai Fondi Strutturali Paesi beneficiari: tutte le zone che hanno un Pil inferiore al 75% della media comunitaria Programmi monofondo sostenuti dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e dal Fondo Sociale Europeo (FSE). All’interno di tale pacchetto è previsto anche l’obiettivo 1bis, ovvero l’Aiuto transitorio fino al 2013: Regioni (dei 15) che subiscono il c.d. effetto statistico, ossia quelle il cui Pil per abitante risulta essere superiore al 75% della media comunitaria nell’Ue a 25, ma sarebbe stato inferiore al 75% della media comunitaria calcolata in un Ue a 15, (phasing out statistico) In Italia tale effetto statistico inciderà sulla Basilicata (phasing out); mentre la Sardegna è in phasing in, per arricchimento naturale 11 Obiettivo 2 Competitività (Sostituisce gli attuali obiettivi 2 e 3) Competitività regionale e occupazione: anticipare e incoraggiare il cambiamento Comprende due campi d’azione: 1. Competitività regionale (FESR): - innovazione e società della conoscenza - accessibilità e servizi d’interesse generale - ambiente e protezione dai rischi 2. Occupazione (strategia europea per l’occupazione), (FSE): - adattabilità dei lavoratori e delle imprese - incremento dei tassi di occupazione - accessibilità al mercato del lavoro per i soggetti “deboli” 12 Obiettivo 2 Competitività Risorse e beneficiari Realizzazione delle priorità fissate nella strategia di Lisbona e di Goteborg: rendere l'UE l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica al mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione a livello sociale. Risorse disponibili: 57.9 miliardi di euro (17.2% del totale dei FS) Paesi beneficiari: tutte le regioni UE fuori ob.1 13 Obiettivo 3 Cooperazione territoriale europea Promuovere uno sviluppo armonioso ed equilibrato del territorio dell'Unione Azioni: - favorire la cooperazione transfrontaliera (riguarderà tutte le regioni lungo i confini esterni e interni sia terrestri che marittimi), transnazionale ed interregionale sulla base del modello INTERREG Obiettivo chiave fornire soluzioni congiunte ai problemi comuni tra autorità vicine, come per esempio lo sviluppo urbano, rurale e costiero, lo sviluppo di relazioni economiche e la creazione di reti di piccole e medie imprese Risorse disponibili: 14 miliardi (4.2 % del totale dei FS). Sostenere azioni di sviluppo dell'esperienza Interreg. dei territori dell'Unione, mediante l'utilizzo 14 Il sistema di attuazione Programmazione: semplificazione • Confermati i principi di successo della politica europea di coesione (programmazione, partenariato, cofinanziamento, addizionalità, valutazione) • Riduzione degli strumenti finanziari: da 6 a 3 (FESR, FSE, Fondo di Coesione) • Programmi monofondo: i futuri interventi del Fesr e del Fse seguiranno il principio “1 fondo 1 programma” (valevole anche per il FEASR) Le politiche per lo sviluppo rurale, l’agricoltura e la pesca, non sono finanziate da fondi strutturali, ma da fondi ad hoc che alimentano le spese destinate al finanziamento della priorità strategica “Gestione sostenibile e protezione delle risorse naturali” • Soppressione del Complemento di programmazione • Soppressione della zonizzazione 15 La nuova programmazione: 2007-2013 FEAGA (Fondo Europeo Agricolo per la Garanzia) Politica dei prezzi e dei mercati DUE FONDI FEASR (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) Politica Strutturale 16 Sfide e problemi Le sfide e i problemi a cui la nuova politica di sviluppo rurale deve rispondere riguardano i seguenti ambiti: • Economico: reddito inferiore alla media, popolazione attiva di età avanzata, forte dipendenza dal settore primario • Sociale: elevata disoccupazione, densità demografica bassa, spopolamento, rischio di esclusione sociale • Ambientale: gestione degli equilibri agricolturaspazio naturale 17 Programmazione 2000-2006 1/10 REGIONI FUORI OBIETTIVO 1 - 1 Piano di Sviluppo Rurale per ciascuna Regione REGIONI OBIETTIVO 1 - 1 Programma Operativo Regionale per ciascuna Regione - 1 Piano di Sviluppo Rurale per ciascuna Regione (limitato a 4 misure) TERRITORIO NAZIONALE - 1 Programma “LEADER+” per ciascuna Regione - 1 Programma nazionale per la Rete “LEADER+” 18 Fase 2007-2013 3/10 REGIONI OBIETTIVO COMPETITIVITA’ REGIONALE E OCCUPAZIONE REGIONI OBIETTIVO CONVERGENZA REGIONI PHASING IN/OUT 19 L’importanza della dimensione europea della politica di sviluppo rurale Che deve: • accompagnare e completare la nuova riforma della PAC e assicurare la coerenza con gli strumenti e le politiche del primo pilastro; • contribuire alle altre priorità dell’Unione come la gestione sostenibile delle risorse naturali, l’innovazione e la competitività nelle zone rurali, la coesione economica e sociale; • favorire un maggiore equilibrio tra la dimensione settoriale, che dovrà necessariamente mantenere (ristrutturazione dell’agricoltura) e la dimensione territoriale, che dovrà ulteriormente consolidare (gestione dello spazio rurale e sviluppo socio-economico delle zone rurali) 20