I Fondi strutturali: le novità per il periodo 2007-2013 Raffaele Colaizzo Seminario su “I Fondi Strutturali 2007-2013” Caserta, 6 febbraio 2005 Scenari in rapida trasformazione per le politiche regionali [Terzo Rapporto di Coesione, pag. 20]. Gli scenari dell’allargamento Le trasformazioni strutturali “L’allargamento condurrà ad un ampliamento dei divari di sviluppo, ad uno spostamento verso est del problema delle disparità e ad una più difficile situazione occupazionale: i divari socioeconomici raddoppieranno e la media comunitaria del PIL per abitante si ridurrà del 12,5%. Inoltre, l’Unione dovrà fronteggiare la più rapida ristrutturazione economica derivante dalla globalizzazione, l’ulteriore apertura dei mercati internazionali, la rivoluzione tecnologica, lo sviluppo dell’economia e della società della conoscenza, l’invecchiamento della popolazione e la crescita dei flussi migratori”. La nuova geografia delle disparità PIL per abitante (2001), Media UE = 100 < 50 50 - 75 75 - 90 90 - 100 100 - 125 >= 125 Assenza dati Integrare le politiche di coesione e la strategia di Lisbona [Terzo Rapporto di Coesione, pag. 101]. Le politiche di coesione sono strettamente interrelate alle esigenze di rilancio e innovazione dell’intera economia europea. La strategia di Lisbona è stata recentemente rilanciata dalla Commissione, anche con il lancio di un Programma comunitario. “La conoscenza è il cuore della strategia di Lisbona. La generazione, la disseminazione e l’uso della conoscenza sono il mezzo attraverso cui le attività economiche operano e si sviluppano. Facilitare l’accesso alla finanza ed ai mercati, promuovere i servizi di supporto alla produzione, rafforzare i legami fra le imprese e le attività scientifiche, dotare le persone delle giuste abilità attraverso l’istruzione e la formazione, incoraggiare l’adozione di nuove tecnologie ed incrementare gli investimenti in R&S sono tutti elementi chiave per migliorare il contesto produttivo e stimolare l’innovazione”. I tre obiettivi delle politiche regionali 2007 – 2013 [Reg. Gen. capp. II e III, artt. 3 – 7] Le politiche di coesione si concentrano su tre obiettivi adottando un sistema più semplice di strumenti (FESR, FSE e Fondo di coesione) • Convergenza: sostenere lo sviluppo e la creazione di posti di lavoro negli Stati Membri e nelle regioni meno sviluppate. • Competitività regionale e occupazione: anticipare e promuovere il cambiamento al di fuori delle regioni in ritardo di sviluppo. • Cooperazione territoriale ed europea: promuovere uno sviluppo armonioso ed equilibrato del territorio dell’Unione. Altre dimensioni del principio di concentrazione [Relazione Reg. Gen.] La Commissione propone una diffusa applicazione del principio di concentrazione, in vari ambiti • Le risorse vanno concentrate sulle priorità di Lisbona e Goteborg e, nell’obiettivo della Convergenza, sul rafforzamento delle capacità istituzionali • Nell’ambito dell’obiettivo della Competitività, abbandonato il sistema di micro zonizzazione, le regioni adotteranno forme di concentrazione geografica, tematica e finanziaria, per risolvere le proprie disparità economiche, sociali e territoriali Le politiche di coesione per la crescita e l’occupazione [Linee guida della strategia comunitaria] In attuazione del Titolo II (Approccio strategico alla Coesione), articoli 23 e 24 del Regolamento, la Commissione ha prodotto (a luglio 2005) un documento di indirizzi strategici sulle politiche di coesione • Promuovono investimenti nei settori ad alto potenziale di crescita • Promuovono investimenti sui “motori della crescita e dell’occupazione” • Sostengono l’attuazione di strategie pluriennali • Sviluppano sinergie e complementarità con le altre politiche comunitarie • Mobilitano risorse supplementari • Migliorano la governance attraverso il miglioramento delle capacità istituzionali • Promuovono strategie integrate di trasformazione territoriale Le tre priorità della politica di coesione [Linee guida della strategia comunitaria] La prima priorità: l’attrattività di nazioni e territori. Il centro della strategia è il rafforzamento delle infrastrutture Rendere più attraenti gli Stati membri, le regioni e le città migliorando l’accessibilità, garantendo servizi di qualità e salvaguardando le potenzialità ambientali, attraverso: • il potenziamento delle infrastrutture di trasporto • il rafforzamento delle sinergie tra tutela dell’ambiente e crescita • ridurre l’uso intensivo delle fonti energetiche tradizionali Le tre priorità della politica di coesione [Linee guida della strategia comunitaria] La seconda priorità: innovazione, imprenditoria ed economia della conoscenza. Il centro della strategia è su RST ed innovazione Promuovere l’innovazione, l’imprenditoria e lo sviluppo dell’economia della conoscenza mediante lo sviluppo della ricerca e dell’innovazione, comprese le nuove tecnologie dell’IC, attraverso: • il miglioramento e l’aumento degli investimenti nella RST, mediante gruppi di eccellenza, accesso delle PMI, capacità di R&S • promuovere l’innovazione e l’imprenditoria, mediante poli di eccellenza, servizi di sostegno, ecoinnovazioni, sviluppo di nuove imprese • garantire l’accessibilità per tutti alla SI migliorando servizi ed infrastrutture • migliorare l’accesso ai finanziamenti per le imprese che investono nella conoscenza e nell’innovazione Le tre priorità della politica di coesione [Linee guida della strategia comunitaria] La terza priorità: nuovi e migliori posti di lavoro Creare nuovi e migliori posti di lavoro: • facendo in modo che un maggior numero di persone arrivi e rimanga sul mercato del lavoro e modernizzando i sistemi di protezione sociale • migliorando l’adattabilità dei lavoratori e delle imprese nonché rendendo più flessibile il mercato del lavoro • aumentando gli investimenti nel capitale umano attraverso il miglioramento di istruzione e competenze Governance e partenariato pubblico privato sono principi chiave della nuova strategia comunitaria • migliorando la capacità amministrativa • contribuendo a mantenere in buona salute la popolazione attiva con la prevenzione dei rischi e l’adeguamento delle infrastrutture Il destino delle regioni italiane oggi in Obiettivo 1 [Allegato statistico al TRC] Data l’evoluzione del PIL per abitante e tenendo conto del cosiddetto effetto statistico [Relazione Reg. Gen. pag. 4], la Sardegna dovrebbe uscire dall’attuale Obiettivo 1 mentre la Basilicata dovrebbe andare in phasing out • A pieno titolo nell’Obiettivo Convergenza: Calabria (68,1 su EUR 25), Campania (71,5), Puglia (71,3) e Sicilia (71,6). • In phasing out dall’Obiettivo Convergenza: Basilicata (77,3 su EUR 25 e 72,5 su EUR 15). • In phasing in nell’Obiettivo Competitività: Sardegna (83,4 su EUR 25 e 76,1 su EUR 15). dati provvisori Crescita e convergenza delle regioni italiane dell’Obiettivo 1 Dal 1995, le regioni italiane dell’Obiettivo 1 sono cresciute un po’ al di sopra della media nazionale ma con un ritmo comunque basso. Quindi l’obiettivo della convergenza è ancora molto lontano 120,0 118,0 116,0 114,0 112,0 110,0 108,0 106,0 104,0 102,0 100,0 95 96 97 Indici UE 25 98 99 00 Indici Italia 01 02 03 Indici Ob. 1 Numeri indici (1995=100) del PIL a prezzi costanti I principi di intervento [Reg. Gen.] La Commissione mantiene i principi chiave della politica di coesione ma vuole migliorarne l’efficienza proponendo semplificazioni e decentramento • Complementarità rispetto alle politiche nazionali, coerenza con le priorità comunitarie e conformità alle disposizioni del trattato [art. 8]. • Programmazione articolata in priorità all’interno di un quadro pluriennale [art. 9]. • Partenariato con istituzioni, parti economiche e sociali, altri organismi appropriati [art. 10]. • Sussidiarietà nell’attuazione dei programmi e proporzionalità dell’azione di controllo e valutazione rispetto all’entità del contributo comunitario [art. 11]. I principi di intervento (segue) • Gestione concorrente del bilancio comunitario tra gli Stati membri e la Commissione [art. 12 e Reg. 1605/2002]. • Addizionalità dei contributi dei Fondi rispetto alle spese strutturali pubbliche o equivalenti di uno Stato membro [art. 13]. • Parità fra uomini e donne [art. 14]. • Cofinanziamento degli interventi e partecipazione dei fondi commisurata alla gravità dei problemi [artt. 50 e segg.] • Valutazione come elemento cardine della qualità, efficacia e coerenza degli interventi [artt. 45 e segg.] Semplificazioni nel sistema strategico e di programmazione [Reg. Gen. titoli II e III] La Commissione propone un orientamento più strategico della programmazione, un maggiore decentramento delle responsabilità, un partenariato più saldo e trasparente, meccanismi di controllo più rigorosi e la semplificazione del sistema di gestione • Documento strategico globale: è adottato dal Consiglio (su proposta della Commissione) per impostare la nuova programmazione [Titolo 2, Cap. I, artt. 23 – 24]. • Quadro strategico nazionale: è adottato da ciascun Paese membro per impostare la propria strategia e la programmazione operativa globale [Titolo 3, Cap. II, artt. 25 – 26]. • Programmi operativi nazionali e regionali: sono PO monofondo [art. 33], gestiti a livello globale e di priorità [art. 36], quindi non più specificati dai CdP [c. 41]. I fondi sono ridotti a tre (FESR, FSE, FdC) [art. 4]. Le IC scompaiono e sono assorbite nei PO. Una diversa destinazione delle riserve comunitarie [Reg. Gen. Titolo IV, Cap. 2] Le riserve nel 2007 – 2013 dovrebbero avere contenuti e finalità molto diversi rispetto all’attuale periodo di programmazione. La discussione sull’opportunità di questa modifica è però ancora molto aperta. • Riserva di qualità ed efficacia (3%): premia i progressi degli Stati membri rispetto alla situazione di partenza in termini di prodotto, occupazione e innovazione [artt. 20 e 48]. • Riserva per imprevisti (1% e 3%): è assegnata a ciascuno Stato membro per affrontare crisi impreviste, locali o settoriali, legate alla ristrutturazione economica e sociale o alle conseguenze dell’apertura degli scambi [art. 49].