SCHIZOFRENIA
Schizofrenia - Storia
• Kraepelin (1893) parla di Dementia Praecox,
raggruppando sotto questo termine un insieme di
quadri clinici caratterizzati secondo l’autore da
un’evoluzione ineluttabile e irreversibile verso il
deterioramento mentale. Identifica 3 forme:
ebefrenica, catatonica e paranoide.
• Bleuler (1911) introduce il termine “Schizofrenia”
(mente divisa) o “Malattia dissociativa” per
indicare la frattura e la dissociazione delle
funzioni psichiche. Individua un nuovo quadro: la
S. simplex.
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Epidemiologia
• Prevalenza: 0.1%-1%
• Incidenza: 0.1%-0.7%
• M/F: 1/1
• Età d’esordio: M 15-25 aa.
F 25-35 aa.
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Eziopatogenesi
• Familiarità: rischio 18 volte > nei parenti di primo
grado; rischio 3 volte > nei gemelli MZ rispetto ai
DZ.
• Biochimica:
alterazione
dei
sistemi
neurotrasmettitoriali cerebrali (es. Dopamina)
• Personalità premorbosa: schizoide, schizotipica
• Psicologia e dinamiche familiari: doppio legame,
famiglie schizofrenogene ad elevata emotività
espressa.
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Quadro clinico:
sintomi prodromici
• Ritiro sociale
• Scadimento delle attività scolastiche, lavorative,
ricreative
• Modeste alterazioni del pensiero (allusività, deficit
dell’astrazione)
• Distraibilità
• Difficoltà di concentrazione
• Bizzarrie
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Quadro clinico:
sintomi di stato
• Dissociazione del pensiero: perdita dei nessi
logici tra le idee
• Autismo come distacco dalla realtà
• Turbe della coscienza dell’Io: esperienze di
distacco ed estraneità che il soggetto vive
nei confronti della propria interiorità
psichica e/o del proprio corpo
(depersonalizzazione), del mondo esterno
(derealizzazione)
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Quadro clinico:
sintomi di stato
• Disturbi della percezione: soprattutto allucinazioni
uditive (voci dialoganti, eco del pensiero,
imperative, offensive) e cenestesiche, somatiche.
• Disturbi del pensiero: deliri (di persecuzione, di
influenzamento, di controllo, di trasformazione
corporea…); d.formali : incoerenza,
deragliamento, tangenzialità, illogicità;
concretismo.
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Quadro clinico:
sintomi di stato
• Disturbi del linguaggio: neologismi, ecolalia,
stereotipie verbali, mutacismo, l. asintattico
• Disturbi dell’affettività: paratimia, paramimia,
sindrome atimica.
• Disturbi dell’istintualità e della volontà:
deterioramento dell’aspetto, trascuratezza
dell’igiene personale e della cura della persona
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Quadro clinico:
sintomi di stato
• Disturbi psicomotori: manierismi,
stereotipie, negativismo, automatismo,
ecoprassia, ecomimia, catatonia.
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Quadro clinico:
sintomi residui
• Sono simili a quelli prodromici, ma con
maggior deterioramento del funzionamento
dell’individuo e aumento della coartazione
affettiva
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Schizofrenia: Kurt Schneider
SINTOMI DI I° ORDINE
• Voci sotto forma di
discorsi
• Voci Commentanti
• Influenzamento somatico
• Furto ed influenzamento
del pensiero
• Percezioni deliranti
• Tutto viene influenzato
dagli altri
SINTOMI DI II°
ORDINE
• Allucinazioni di ogni
tipo
• Intuizioni deliranti
• Perplessità
• Disturbi dell’umore
• Impoverimento
affettivo
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Forme cliniche (1)
• Ebefrenica: apatia, disorganizzazione
ideativa, disinteresse, disadattamento,
incapacità a svolgere le normali attività
quotidiane, stolidità
• Catatonica: dominata da disturbi
psicomotori. Stupore catatonico
(soppressione di ogni movimento),
negativismo, stereotipie, perseverazioni,
suggestionabilità con atti di obbedienza
automatica
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Forme cliniche (2)
• Paranoide: allucinazioni, deliri, esordio più
tardivo (dopo i 20 aa.), minor alterazione
della personalità
• Simplex: forma precoce, a lenta evoluzione,
prevalenza di autismo ed isolamento
assoluto dall’ambiente, derivazione da un
tratto caratteriale preesistente (schizoidia?)
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Decorso
• Subcronico: da 6 mesi a 2 anni
• Cronico: > 2 anni
In entrambi i casi sono possibili
esacerbazioni acute o fasi di remissione
della sintomatologia
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Farmacoterapia
• Neurolettici: sia nel trattamento delle fasi
acute che in quelle di mantenimento (depot)
• Benzodiazepine: a breve termine, nelle fasi
acute
• TCA e SSRI: in caso di sintomatologia
depressiva
• Regolatori dell’umore: in caso di
oscillazioni dell’umore o aggressività
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Psicoterapia e Riabilitazione
• Counseling familiare: finalizzato a fornire
delucidazioni sulle caratteristiche del disturbo per
favorire il progetto terapeutico
• Gruppi terapeutici: con lo scopo di rinforzare i
comportamenti positivi del pz
• Social Skill Training: volti a migliorare il livello di
autonomia sociale del pz
• Terapie ambientali (comunità): con particolare
indicazione per pz con problematiche familiari,
relazionali o sociali
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Caso clinico
• M 28 aa, celibe; il padre, deceduto, era affetto da gravi
disturbi psichici non meglio precisati.
• Descritto dalla madre, con cui vive, come schivo e
tendente ad isolarsi.
• Il pz ha terminato a fatica la III media, iniziando varie
attività lavorative, mantenute per breve tempo essendosi
creati problemi con colleghi di lavoro.
• Dopo il servizio militare ha cominciato ad essere sempre
più sospettoso e chiuso, trascorrendo la maggior parte del
tempo in casa interrompendo le relazioni con gli amici. Di
questi riferiva che si prendevano gioco di lui; notava infatti
che si facevano dei segnali tra loro (gesti, sputi per terra)
con significato di irrisione nei suoi confronti.
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• Col tempo ha esteso la sua sospettosità in ambito familiare,
diventando talora aggressivo.
• Ha messo in atto comportamenti “di difesa”, rifiutando
qualsiasi contatto con i familiari, accusati di volerlo
avvelenare con la complicità dei vicini, come dimostrato
dalle voci intese attraverso i muri.
• Le angosce persecutorie (era sicuro di essere spiato
attraverso telecamere) l’hanno condotto al primo di
numerosi ricoveri in reparto psichiatrico in TSO.
• Ha attraversato periodi di buon compenso psichico sotto
terapia NT, alternati ad altri di ripresa della sintomatologia
produttiva.
• Attualmente è delirante, esprime il timore di “trasformarsi”
ed è in preda ad allucinazioni uditive (voci che, dialogando
tra loro, lo insultano e deridono).
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