1 D. Schizofrenico: definizione La schizofrenia è un disturbo mentale grave caratterizzato da sintomi psicotici, apatia e ritiro sociale, deficit cognitivi che determinano un ridotto funzionamento nel lavoro, nello studio, nelle relazioni familiari ed interpersonali, condizionando la cura di sé e la possibilità di una vita indipendente. Tra i disturbi mentali la Schizofrenia è quello associato a maggior disabilità e ai maggiori costi sociali, sanitari ed economici. La combinazione di costi economici e sociali fanno si che la Schizofrenia sia al decimo posto nella classifica delle cause di disabilità G.De Plato 2 Un caso tipico di schizofrenia Giuseppe è un uomo di 35 aa timido, impacciato, buono. Si è sposato all’età di 24 aa, prima dell’esordio della malattia, ed ha due figli. Lavora nella azienda artigianale del padre, che ha sofferto di depressione. Pochissime relazioni, brevi vacanze con la famiglia in riviera romagnola, ma serie difficoltà a rapportarsi con gli altri al ristorante ed in spiaggia; molto preoccupato che possano rubargli al macchina. Paure, che si accentuano molto in periodi di crisi: che il computer non funzioni, che egli stesso non riesca a svolgere il proprio lavoro, che gli altri lo prendano in giro, lo escludano, gli parlino alle spalle, gli facciano sabotaggi, che gli operai non lo rispettino. Un ricovero all’esordio, in trattamento antipsicotico, compliante, importanti scompensi psicotici (deliri ed allucinazioni) se interrompe la terapia. 3 Un caso di schizofrenia lieve Alessandra è una ragazza carina, timida e un po’ remissiva che oggi ha 30 anni. E’ molto legata alla giovane madre, ma non vuole che questa la ‘invada’. Ha poche amiche. Ha un ragazzo fin da quando aveva 16 anni, ma con lui ‘non si diverte.’ Nel ’97 si diploma logopedista ed inizia delle sostituzioni. Viaggiare e cambiare ambienti la stanca molto, ma è determinata a progredire nel lavoro. A Natale ‘98 va a Parigi con il ragazzo ‘per capire se lo amava’ ma dopo pochi giorni la riportano a casa delirante, allucinata, confusa e terrorizzata. Non sa spiegare cosa sia accaduto. Sottoposta ad un programma intenso di cure ambulatoriali guarisce presto dai sintomi psicotici. Non ha ‘soft signs’. Rimane una difficoltà nei rapporti sociali ancora maggiori che in passato. E’ spaventata dagli ambienti che non conosce ed ha difficoltà ad inserirsi nei gruppi. Ha ripreso il lavoro adattandosi ad una mansione poco gratificante ma poco faticosa, è rimasta con il suo ragazzo ma vive ancora dalla madre. 4 Un caso di schizofrenia grave Marco studia veterinaria. E’ un ragazzo che non ha mai avuto problemi, di buon carattere. E’ figlio unico ed ha buoni rapporti con i genitori. Nel corso dei primi anni di studio inizia a ridurre la frequenza alle lezioni e i rapporti con gli amici. Inizia anche ad avere difficoltà a concentrarsi. Passa la maggior parte del suo tempo in camera, trascorre sveglio la maggior parte della notte e dorme durante il giorno. Inizia ad aver idee bizzarre sulla anatomia degli animali. Dopo qualche mese ha la sensazione che gli insegnanti ed i compagni ‘ce l’hanno con lui’ e compare un franco delirio di persecuzione. Viene ricoverato (siamo nel 1980) e trattato con aloperidolo. I deliri migliorano ma senza scomparire. Il mondo di Marco è popolato di idee bizzarre sulle astronavi, con le quali crede di essere in rapporto. Ha anche strane idee sulla anatomia umana e sulla propria malattia. Trascorre molto tempo chiuso nella sua stanza ed ha pochi rapporti anche con i propri genitori. Esce per comperare le sigarette e poco altro. 5 Un caso di schizofrenia molto grave Matteo viene segnalato ai Servizi di salute mentale all’età di 17 anni da parte dei servizi sociali. A scuola presenta infatti comportamenti anomali e preoccupanti, fa molte assenze, ride senza motivo, non studia ed è evidentemente disturbato. La madre è una giovane donna recentemente immigrata dal meridione, separata dal padre di Matteo già da molti anni. Svolge lavori umili, è sostenuta dai servizi sociali ed appare fortemente provata. Matteo ha avuto difficoltà di adattamento alla scuola fin dalle medie, è buono, ma chiuso e strano ed ha serie difficoltà a concentrarsi e studiare. Inizia ad avere strane idee sulla telepatia ed a pensare che i vicini di casa leggano il suo pensiero; angosciato, assediato, si chiude in bagno con la radio ad alto volume. Anche la radio però parla di lui. Al culmine della psicosi scrive biglietti di autodenigrazione ed autoaccusa, per togliere ai suoi persecutori la soddisfazione di svergognarlo. 6 Il caso di Maria: schizofrenia slatentizzata da condotte d’abuso Maria ha 18 anni, ricoverata in SPDC, sul palmo della mano ha scritto: Giamaica Amsterdam. Sintomi di primo rango di Schneider: la TV parla di lei e le legge i pensieri. Spesso picchia la madre. Se esce in permesso fuma e beve molto tavernello. Intenso abuso di spinelli dai 14 anni. Non va più a scuola dai 16 anni perché non capiva più quello che i professori dicevano. Ha solo amici tossicodipendenti Ha richiesto molto lavoro ma sta molto meglio, è in completa astinenza, i sintomi psicotici sono pressoché scomparsi e sta riprendendo a crescere, va anche in piscina. 7 I disturbi mentali nel mondo (in milioni di pazienti) 500 490 450 400 350 300 230 250 200 150 100 100 50 50 40 20 0 Nevrosi e stress Disturbi umore Ritardo mentale Epilessia Demenza Schizofrenia Fonte: World Development Report G.De Plato 8 Schizofrenia e altri Disturbi psicotici Classificazione del DSM IV TR Disturbo Schizofrenico Disturbo schizofreniforme Disturbo schizoaffettivo Disturbo psicotico breve Disturbo delirante Disturbo psicotico condiviso Disturbo psicotico indotto da condizioni mediche generali o da abuso di sostanze Disturbo psicotico NAS G.De Plato 9 Schizofrenia: Background storico Dementia Praecox Schizofrenia Decorsi Esiti Kraepelin 1896 Segni e sintomi primari Regola gerarchica dei livelli Diagnosi E. Bleuler 1911 Jaspers 1911 G.De Plato Sintomi di primo rango Eco del pensiero Voci commentanti Esperienze di passività somatica Furto ed influenzamento del pensiero Percezioni deliranti Schneider 1950 10 Schizofrenia: Background storico Sintomi Positivi Sintomi negativi AnedoniaA socialitàDe ficit Cognitivi Sintomi negativi primari (intrinseci) e secondari (depressione; EPS) Early Detection Prevenzione Classificazione Strauss et al 1974 Crow, 1980) Andreasen 1985 Carpenter 1985 Brirchwood MC Gorry 2000 Deficit Schizophrenia G.De Plato 11 ASPETTI EPIDEMIOLOGICI Malattia relativamente frequente 1% della popolazione 2-3% alterazioni schizotipiche della personalità non è specifica di nessuna società in particolare poiché la sua prevalenza è identica nelle diverse regioni geografiche del mondo e nelle diverse culture. Ad esempio: in un recente studio dell’OMS si sono studiati 10 paesi diversi che comprendevano: --sia comunità avanzate e industrializzate --sia città povere di nazioni in via di sviluppo stessa incidenza stessa presentazione clinica differenze nelle: - caratteristiche d’insorgenza acuta nel 50% dei casi nelle società in via di sviluppo con segni prodromici nel 75% dei casi nelle società avanzate e nel decorso dei primi due anni più lievi nei paesi meno industrializzati più consistenti nei paesi avanzati forse per diversi modi di relazionarsi al malato e per le richieste ambientali diverse. Sintomi positivi Sintomi negativi Deficit di attenzione, concentrazione, memoria a breve termine Deliri Carenza di motivazione ed energia Allucinazioni Insufficiente capacità di pianificazione e di decisione Disorganizzazione Bizzarria Difficoltà a mantenere comportamenti finalizzati Eccitazione psicomotoria Anedonia Fobie sociali, scarsa capacità empatica, difficoltà relazionali specialmente in ambienti non conosciuti 14 • La schizofrenia è una sindrome con due componenti 1) 2) sintomi psicotici acuti deficit cognitivi e funzionali stabili Sintomi positivi Sintomi positivi Sintomi positivi Sintomi negativi 15 Criteri Diagnostici DSM-IV criteri diagnostici per la schizofrenia A. B. C. D. E. sintomi caratteristici positivi e negativi disabilità sociale/occupazionale durata > 6 mesi non attribuibile a dist. umore non attribuibile ad abuso di sostanze o condizione internistica SINTOMI A 1 2 3 4 5 Sintomi caratteristici: due (o più) dei sintomi seguenti, ciascuno presente deliri allucinazioni eloquio disorganizzato (per es., frequenti deragliamenti o incoerenza) comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico sintomi negativi, cioè appiattimento dell'affettività, alogia, abulia. Nota È richiesto un solo sintomo del Criterio A se i deliri sono bizzarri, o se le allucinazioni consistono di una voce che continua a commentare il comportamento o i pensieri del soggetto, o di due o più voci che conversano tra loro. DISFUNZIONE E DURATA B C Disfunzione sociale/lavorativa: per un periodo significativo di tempo dall'esordio del disturbo, una o più delle principali aree di funzionamento come il lavoro, le relazioni interpersonali, o la cura di sé si trovano notevolmente al di sotto del livello raggiunto prima della malattia (oppure, quando l'esordio è nell'infanzia o nell'adolescenza, si manifesta un'incapacità di raggiungere il livello di funzionamento interpersonale, scolastico o lavorativo prevedibile). Durata: segni continuativi del disturbo persistono per almeno 6 mesi. Questo periodo di 6 mesi deve includere almeno 1 mese di sintomi (o meno se trattati con successo) che soddisfino il Criterio A (cioè, sintomi della fase attiva), e può includere periodi di sintomi prodromici o residui. Durante questi periodi prodromici o residui, i segni del disturbo possono essere manifestati soltanto da sintomi negativi o da due o più sintomi elencati nel Criterio A presenti in forma attenuata (per es., convinzioni strane, esperienze percettive inusuali). CRITERI DI ESCLUSIONE D Esclusione dei Disturbi Schizoaffettivo e dell'Umore: il Disturbo Schizoaffettivo e il Disturbo dell'Umore Con Manifestazioni Psicotiche sono stati esclusi poiché: (1) nessun Episodio Depressivo Maggiore, Maniacale o Misto si è verificato in concomitanza con i sintomi della fase attiva; (2) oppure, se si sono verificati episodi di alterazioni dell'umore durante la fase di sintomi attivi, la loro durata totale risulta breve relativamente alla durata complessiva dei periodi attivo e residuo. E Esclusione di sostanze e di una condizione medica generale: il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una sostanza di abuso, un farmaco) o a una condizione medica generale. Relazione con un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo: se c'è una storia di Disturbo Autistico o di altro Disturbo Pervasivo dello Sviluppo, la diagnosi addizionale di Schizofrenia si fa soltanto se sono pure presenti deliri o allucinazioni rilevanti per almeno un mese (o meno se trattati con successo). F Allucinazioni esperienze percettive, ritenute reali, in assenza dello stimolo esterno corrispondente Allucinazioni uditivo-verbali Altre allucinazioni uditive Allucinazioni visive Allucinazioni cenestesiche Allucinazioni olfattive e gustative Il paziente schizofrenico “sente le voci” che di solito lo denigrano ed offendono, talvolta sono “amiche” o parlano tra loro del paziente Il paziente non è attento al dialogo, sembra preso da altre cose, a volte sembra seguire le voci con la testa Raramente il paziente denuncia il problema. Nelle forme croniche nasconde le voci all’intervistatore 21 Delirio Errore di giudizio che non si lascia rettificare dalla esperienza e dalla critica Evidenza a priori, convinzione indipendente dall’esperienza • • • Idee deliranti di riferimento Idee deliranti di persecuzione Idee deliranti di gelosia • Idee deliranti di grandezza • Idee deliranti fantastiche • • • Idee deliranti di colpa Idee deliranti di rovina Idee deliranti ipocondriache 22 Delirio e diffusione di identità Diffusione del pensiero Furto del pensiero Pensieri imposti Altri sentimenti di influenzamento Rapporti con il delirio Assurdo o verosimile Più o meno sistematizzato Più o meno angosciante Più o meno coinvolgente Tollerato, negato o condiviso dai familiari 24 D.Schizofrenico: Sintomi Negativi Alogia Povertà di linguaggio Povertà di contenuto dl linguaggio Maggior lentezza di risposta G.De Plato 25 D.Schizofrenico: Sintomi Negativi Anedonia-Asocialità Perdita d’interesse nelle attività ricreative Perdita di interesse sessuale Incapacità di sentire legami di intimità Incapacità di sentire legami di amicizia G.De Plato 26 D.Schizofrenico: Sintomi Negativi Attenzione Incapacità a focalizzare l’attenzione su stimoli rilevanti Distraibilità G.De Plato 27 D.Schizofrenico: Sintomi Negativi Memoria Alterazioni della memoria a breve e a lungo termine Alterazioni della memoria semantica e della working memory G.De Plato 28 D.Schizofrenico: Sintomi Negativi Funzioni Esecutive Deficit nell’elaborazione e nella conduzione di progetti o nella risoluzione di problemi con vario grado di complessità Distraibilità Perseverazione Associata ad alterazioni anatomo-funzionali della corteccia prefrontale G.De Plato 29 D.Schizofrenico: Motricità Le alterazioni più frequenti sono: Eccitamento Rallentamento Arresto psicomotorio Abulia Tic Impulsività Negativismo Obbedienza automatica Manierismi e stereotipie Bizzarrie . G.De Plato 30 Agitazione psicomotoria Nella psicosi acuta può esservi agitazione o rallentamento psicomotorio, come pure nella mania, nella demenza ed in altre sindromi. Nella agitazione psicomotoria il paziente può muoversi continuamente ed afinalisticamente, può non tollerare spazi ristretti. 31 D.Schizofrenico: Motricità Arresto psicomotorio: riduzione delle attività fino all’arresto stupore (arresto e mutismo) catatonia (rigidità motoria, postura bizzarra,mantenimento postura imposta, mimica assente, impulsi improvvisi) Abulia: riduzione della spinta volitiva con inibizione dell’iniziativa Impulsività: comportamento insensato ed imprevedibile che non è sotto il controllo della volontà e non risponde alla riflessione. Negativismo: resistenza o opposizione alle domande, alle richieste o ai comandi di una persona mutacismo (ostinato rifiuto a rispondere) . G.De Plato 32 Consapevolezza di malattia Spesso vi è scarsa consapevolezza di malattia Evidente e grossolana nelle fasi deliranti Subdola nelle fasi di compenso e riconducibile ai deficit cognitivi perduranti Vari livelli di inconsapevolezza, dal rifiuto ostile alla disattenzione verso le cure 33 John M Kane, Thomas H Mc Glashan TREATMENT OF SCHIZOPHRENIA The Lancet (1995) 346: 820-825 …La maggior parte dei pazienti migliora con i trattamenti farmacologici ma si dibatte con deficit persistenti in domini come attenzione, concentrazione, memoria a breve termine, motivazione, capacità di pianificazione e di decisione, capacità di provare piacere, capacità empatica, capacità di mantenere comportamenti finalizzati… …Questi pazienti spesso mostrano disabilità croniche nella cura di se, relazioni sociali, lavoro. Sono di solito disoccupati, socialmente isolati, e dipendenti dalle famiglie e dai servizi pubblici…. Deficit neurocognitivi Deficit neuropsicologico generalizzato e diffuso Deficit neuropsicologici specifici attenzione memoria percezione capacità di apprendimento abilità psicomotorie Deficit indipendenti dai sintomi psicotici I deficit neurocognitivi si presentano come variabili di tratto, ascrivibili all’area della vulnerabilità piuttosto che allo stato di malattia. Cognitività sociale e schizofrenia scarsa consapevolezza che le persone possano inferire le convinzioni, i desideri e le intenzioni degli altri e predire il loro comportamento scarsa consapevolezza delle proprie capacità cognitive e della indipendenza del pensiero dalla realtà scarsa consapevolezza di poter non essere il centro del pensiero dell’altro difficoltà a risolvere problemi sociali, come la comprensione del contesto e dei messaggi non verbali difficoltà a cogliere messaggi ingannevoli Nei pazienti schizofrenici la capacità di avere relazioni interpersonali, soprattutto in contesti complessi, è compromessa. 36 Il deficit della cognitività sociale determina: - carenza di comunicazione - tendenza all’isolamento sociale - comportamenti stereotipati (non finalizzati, uguali a se stessi) D.Schizofrenico: Sottotipi 295.30 Tipo Paranoide Un tipo di d.Schizofrenico nel quale risultano soddisfatti i seguenti criteri: A. Preoccupazione relativa a uno o più deliri o frequenti allucinazioni uditive. B. Nessuno dei seguenti sintomi è rilevante: eloquio disorganizzato, comportamento disorganizzato o catatonico, affettività appiattita o inadeguata 295.10 Tipo Disorganizzato Un tipo di d.Schizofrenico in cui risultano soddisfatti i seguenti criteri A. Sono in primo piano tutti i seguenti sintomi:1) eloquio disorganizzato; 2) comportamento disorganizzato;3) affettività appiattita o inadeguata B. Non risultano soddisfatti i criteri per il Tipo Catatonico. G.De Plato 38 D.Schizofrenico: Sottotipi 295.20 Tipo Catatonico Un tipo di d.Schizofrenico nel quale il quadro clinico è dominato da almeno due dei seguenti sintomi: 1) arresto motorio come evidenziato da catalessia (inclusa flessibilità cerea) o da stupor; 2) eccessiva attività motoria (che è apparentemente senza scopo e non influenzata da stimoli esterni); 3) negativismo estremo (resistenza apparentemente senza motivo a tutti i comandi o mantenimento di una postura rigida contro i tentativi di mobilizzazione) o mutacismo; 4) peculiarità del movimento volontario, come evidenziato dalla tendenza alla postura fissa (assunzione volontaria di pose inadeguate o bizzarre), da movimenti stereotipati, da rilevanti manierismi o smorfie; 5) ecolalia o ecoprassia. G.De Plato 39 D.Schizofrenico: Sottotipi 295.90 Tipo Indifferenziato Un tipo di D.Schizofrenico nel quale sono presenti i sintomi che soddisfano il Criterio A, ma che non soddisfano i criteri per il Tipo Paranoide, Disorganizzato o Catatonico. 295.60 Tipo Residuo Un tipo di D.Schizofrenico nel quale risultano soddisfatti i seguenti criteri: A. Assenza di rilevanti deliri e allucinazioni, eloquio disorganizzato e comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico. B. Vi è manifestazione continua del disturbo, come indicato dalla presenza di sintomi negativi o di due o più sintomi elencati nel Criterio A per la Schizofrenia, presenti in forma attenuata (per es., convinzioni strane, esperienze percettive inusuali). G.De Plato 40 Storia naturale della schizofrenia Prepatologica Prodromica Progressione Recidivazione stabile Psicopatologia Buon Funzionamento Cattivo Funzionamento 10 20 30 40 50 60 Età (anni) Lieberman et al. Neuron. 2000;28:325 D.Schizofrenico: Decorso Periodo Premorboso Nel 50% dei casi NON sono riscontrabili tratti di personalità distintivi Nel 25% sono stati evidenziati tratti aspecifici (elevata sensibilità, instabilità, difficoltà a stare con altri) Nel 25% disturbo schizoide e schizotipico di personalità (Spettro Schizofrenico) G.De Plato 42 D.Schizofrenico: Decorso Periodo Prodromico Modificazioni emotive: sospettosità, perplessità, depressione, ansia, irritabilità, impulsività, tensione. Modificazioni Cognitive: difficoltà di concentrazione, vaghezza, idee bizzarre. Modificazioni della percezione di sé (ad es depersonalizzazione, dismorfofobia) e degli altri (ad es.derealizzazione) Modificazioni delle abitudini e dei comportamenti (alterazione appetito, ritmo sonno-veglia, ritiro sociale..) Abuso di alcool e sostanze (autoterapia?) G.De Plato 43 D.Schizofrenico: Decorso Esordio/Fase acuta (Episodio) Sintomi Positivi Sintomi Negativi Deficit Cognitivi variamente combinati tra loro con prevalenza dell’uno o dell’altro eterogeneità del quadro clinico G.De Plato 44 D.Schizofrenico ed abuso di Sostanze Abuso di sostanze: l’esordio psicotico è spesso associato ad abuso di sostanze. Se i sintomi persistono per più di una settimana nonostante una documentata disintossicazione,si può considerare se il quadro sia primariamente psicotico. In adolescenza, non è raro che il primo break coincida con l’abuso di sostanze, che agiscono come fattore esacerbante piuttosto che essere agente primario (Unis, Mc Lellan, 1993) G.De Plato 45 D.Schizofrenico: Decorso Remissione Diverso da guarigione (restitutio ad integrum) Fase di plateau (dopo la fase di acuzie, succede poco,descritta come fase di riorganizzazione, del “tenersi insieme”) Esiti variegati: persistenza di sintomi positivi (allucinazioni uditive) non responsivi al trattamento sintomi negativi primari e secondari G.De Plato 46 D.Schizofrenico: Decorso Fase residua Apatia generale: emozioni o reazioni non appropriate. Mancanza di volontà (abulia): non disponibilità a portare a termine un compito. Mancanza di logica: la persona salta da un argomento all’altro senza un apparente ordine logico o passa da un’attività all’altra G.De Plato 47 D.Schizofrenico: Decorso Fase residua Incapacità di provare piacere (anedonia): assenza di gioia. Compromissione dell’attenzione: la persona non è in grado di concentrarsi su un compito anche se semplice. Compromissione della capacità di instaurare rapporti con gli altri: isolamento quasi totale o eccessiva dipendenza dai genitori o da altre persone. G.De Plato 48 Esordio della schizofrenia 1) Condizioni di normalità nell’infanzia 2) Prodromi durante la adolescenza 3) Episodio psicotico acuto (20 – 30 anni) 4) Decorso variabile 49 Mortalità e schizofrenia Elevato rischio di suicidio Mortalità Stili di vita non salutari Scarso contatto con la sanità 50 Eziopatogenesi della schizofrenia Il modello Vulnerabilità-Stress-Coping alterazioni neuroanatomiche e neurofisiologiche deficit neurocognitivi e sintomi di base Fattori stressanti elaborazione deficitaria degli stimoli sociali sintomatologia psicotica I fattori stressanti prevalgono su quelli positivi, le capacità di coping risultano insufficienti e si rendeono evidenti disturbi della elaborazione delle informazioni e sul piano clinico i sintomi psicotici Fattori protettivi Eziopatogenesi del D. Schizofrenico: il modello bio-psico-sociale Interazione Fattori di Vulnerabilità personale Disfunzioni dopaminergiche Ridotta Capacità di processazione Fattori Protettivi personali Tratti Schizotipici di personalità G.De Plato Coping Farmaci Antipsicotici Fattori Protettivi ambientali Famiglia Interventi Psicosociali Stressor e Fattori Ambientali precipitanti Expressed emotion Eventi di vita 53 54 Fattori protettivi Studio internazionale OMS sui determinanti dell’esito La schizofrenia ha decorso migliore nei paesi invia di sviluppo Ruoli sociali prestabiliti, minore competitività per il lavoro e minori aspettative di performance cognitive e sociali Trattamento e riabilitazione Capacità della famiglia di risolvere i problemi Aiuto da parte dei Servizi ad affrontare crisi e conflitti Ambiente sociale tollerante 55 D.Schizofrenico: Fattori di rischio BIOLOGICI FAMILIARI Fattori genetici Complicanze ostetriche (Jones et al., 1998;Dalman et al., 1999) Infezioni virali contratte nel periodo prenatale DEMOGRAFICI Età Urbanizzazione (Kendler e Dielh, 1993; Gottesman, 1997) Stile educativo genitoriale del tipo "affectioless controll" (Favaretto, 1996; Mackinnon et al., 1991) Alto livello di emotività espressa (Eagles, 1992; Davis et al., 1995) (Leff, 1994) Presenza dei sintomi base nei genitori SOCIO CULTURALI (De Lisi, 1992) Sesso (Castle et al., 1995; Robin et al., 1999) (Lewis et al., 1992; Freeman, 1994) Immigrazione (Mahy et al., 1999; Goater et al., 1999) Livello socio-economico basso Stato civile (Thara e Srinivasan, 1996; Jablensky e Cole, 1997) (Koppel e McGuffin, 1999; Bromet, 1999) Disoccupazione (Jones, 1993) (Seideman et al., 1994; Kloterkotter, 1999) G.De Plato 56 Genere e schizofrenia I maschi schizofrenici hanno un esordio più precoce delle femmine schizofreniche ed una storia premorbosa peggiore. Le donne presentano più frequentemente sintomi affettivi, paranoia ed allucinazioni uditive, mentre presentano meno sintomi negativi rispetto agli uomini. 57 Famiglia e schizofrenia La schizofrenia interrompe il processo di crescita ed autonomizzazione dell’individuo, che regredisce a livelli di funzionamento precedenti Il paziente schizofrenico ha difficoltà di vita autonoma e di solito vive in famiglia Il clima e le relazioni familiari sono un fattore chiave per il decorso della schizofrenia. 58 Expressed Emotions Intrusività. Mentre i familiari a basso EE rispettano il desiderio di distanza sociale del paziente, quelli ad ala EE invadono la sua privacy e minano i suoi sentimenti di autonomia cercando di "invaderlo". Risposte drammatiche alla malattia del paziente. Mancanza di un "controlled coping style" dei parenti ad alto EE. Tolleranza. I familiari a basso EE accettano il basso livello di funzionamento sociale del paziente. Quelli ad alto EE non riescono a credere che il paziente sia realmente malato ed esercitano notevoli pressioni perché il paziente si comporti in un modo considerato normale. 59 Ipotesi Genetiche A) Malattia interamente dovuta a fattori genetici dovrebbero essere colpiti entrambi i gemelli monozigoti concordanza del 100% B) Fattore genetico necessario ma non sufficiente il gemello monozigote di un gemello schizofrenico dovrebbe avere una maggiore probabilità di essere colpito rispetto al gemello eterozigote. La concordanza per i monozigoti è del 30-50% La concordanza per i dizigoti è del 15% Studi sui bambini adottati Disegno sperimentale: incidenza della schizofrenia nei bambini adottati, figli di genitori biologici che avevano poi sviluppato la malattia confrontata con incidenza della schizofrenia in bambini adottati, figli di genitori normali Tutti i bambini erano stati adottati in tenera età da genitori adottivi sani. ipotesi se i fattori genetici non c’entrano allora ci dovrebbe essere la stessa incidenza nei due gruppi di bambini adottati Risultato: la frequenza della schizofrenia è risultata significativamente più elevata nel gruppo di bambini che avevano i genitori schizofrenici (1015% in più). i bambini nati da genitori schizofrenici, anche se non manifestano la malattia conclamata tendono ad avere qualche caratteristica ‘anormale’ (alterazione schizotipica della personalità). Che cosa si eredita? Non si sa ma esiste una relazione tra schizofrenia e alterazioni del cromosoma 5, per esempio parziale trisomia. sicuramente non è l’unica alterazione perché molti malati non la presentano. e anche chi la presenta può non sviluppare la malattia Conclusione: malattia sicuramente genetica (30-50% dei monozigoti sviluppa la malattia) e i bambini adottati di genitori schizofrenici sono più a rischio diverse alterazioni l’ereditarietà non è sufficiente (solo il 30-50% dei monozigoti sviluppa la malattia) e soprattutto la penetranza (cioè la frequenza con cui si sviluppa la malattia nei portatori del gene) non è completa. ALTERAZIONI BIOLOGICHE DELLA SCHIZOFRENIA All’inizio del secolo scorso per alcune malattie mentali, per es. l’Alzheimer, vennero riscontrati dei marker biologici che caratterizzavano la malattia da un punto di vista neuropatologico. Per la schizofrenia i neuropatologi non riuscirono a individuare nessuna particolare alterazione quindi malattia psicogena legata a traumi infantili, sociali ecc… Alla metà del secolo scorso si è verificato un importante cambiamento per: 1. Scoperta dei farmaci antipsicotici clorpromazina e in anni più recenti 2. Per la possibilità di studiare strutturalmente e funzionalmente il cervello con le tecniche di indagine in vivo. 1. Farmaci antipsicotici La clorpromazina venne usata all’inizio come farmaco prechirurgico da Hanri Laborit negli anni 40 si scoprì che era anche un tranquillante venne sperimentato nei pazienti si notò un miglioramento dei sintomi (soprattutto dei sintomi positivi) Sinapsi sono generalmente farmaci antidopaminergici queste sostanze agiscono nel cervello bloccando i recettori postsinaptici per la dopamina allora schizofrenia provocata da a) alti livelli di dopamina Relazione con le psicosi da farmaci abuso di amfetamine sintomi simili alla schizofrenia amfetamina favorisce il rilascio delle catecolamine la psicosi da amfetamine viene rapidamente migliorata dalla clorpromazina Relazione con Morbo di Parkinson Pazienti trattati con L-Dopa sviluppano psicosi D’altra parte pazienti schizofrenici trattati con farmaci antidopaminergici sviluppano segni parkinsoniani disturbi del movimento dose-dipendente e disturbi permanenti Quindi il più semplice modello di schizofrenia era legato all’ipotesi di un iperfunzianamento dei circuiti dopaminergici per eccesso di mediatore. Ma se c’è un eccesso di mediatore dovrei trovare un’aumentata concentrazione di cataboliti Elevati livelli plasmatici di acido omovanillico (HVA), principale catabolita della dopamina, si correlano con la sintomatologia positiva (deliri, allucinazioni); Le concentrazioni plasmatiche di HVA sono incrementate nelle riesacerbazioni di malattia e si riducono in risposta alla terapia neurolettica, specie quando questa risulta efficace nel controllo dei sintomi positivi. MA….. la relazione è più complessa b) recettori ipersensibili c) potrebbe fungere da modulatore d) potrebbe aumentare in alcuni sistemi cerebrali e diminuire in altri ad es. diminuita nelle sinapsi dopaminergiche della corteccia pre-frontale e aumentata in quelle dei circuiti mesolimbici. TEORIA DOPAMINERGICA & IPOTESI SEROTONINERGICA La recente ipotesi serotoninergica delle psicosi non è affatto in contrasto con la classica teoria dopaminergica. Tra questi sistemi esiste infatti una stretta interdipendenza: è noto infatti che i neuroni serotoninergici del rafe esercitano una modulazione tonica inibitoria sui neuroni dopaminergici sottocorticali. Una disregolazione grave e protratta del sistema serotoninergico, presumibilmente associata ad epifenomeni affettivi (disturbi dell’umore, disturbo di panico, fobia sociale, disturbo ossessivo compulsivo), può esitare in una alterazione dapprima funzionale, infine strutturale della trasmissione dopaminergica, che sottenderebbe l’evoluzione in senso psicotico, secondo il concetto della psicosi come “via finale comune”. In effetti i disturbi affettivi rappresentano prodromi abituali della schizofrenia. . Alterazioni strutturali 2 L’avvento delle tecniche di neuroimmagine ha permesso di evidenziare: Anomalie dei ventricoli 1. Allargamento dei ventricoli, soprattutto dei ventricoli laterali e del corno ippocampale 2. Le strutture circostanti (ippocampo, corteccia paraippocampale) sono ridotte di grandezza 3. Molti studi hanno dimostrato che: a) non vi è un allargamento progressivo dei ventricoli con il progredire della malattia b) alcune indagini fatte prima dell’esordio della malattia hanno dimostrato che l’allargamento è precedente all’esordio quindi l’anomalia cerebrale precede la malattia l’anomalia si verifica molto presto potrebbe riflettere una componente genetica Anomalie del sistema limbico Anche se non c’è depauperamento neuronale alcuni studiosi hanno rilevato che: le cellule piramidali dell’ippocampo sarebbero orientate male anche le sinapsi sarebbero anomale Anomalie funzionali alla PET Ci sono dati che sembrano mostrare che: a) l’emisfero sinistro è più attivo del destro soprattutto riferibile al lobo frontale b) attività ridotta nei lobi frontali rispetto ai lobi posteriori Storia naturale della schizofrenia Prepatologica Prodromica Progressione Recidivazione stabile Psicopatologia Buon Funzionamento Cattivo Funzionamento 10 20 30 40 50 60 Età (anni) Lieberman et al. Neuron. 2000;28:325 Riconoscimento precoce della schizofrenia • • In media trascorre più di un anno dalla comparsa della malattia all’inizio delle cure • La diagnosi precoce migliora l’esito: – Bilanciamento precoce delle alterazioni biologiche – Prevenzione di anomalie psicologiche e comportamentali – Prevenzione dei ricoveri – Prevenzione di abuso di sostanze – Prevenzione di stress familiare, distacco dai coetanei, fuoriuscita dalla scuola o dal mondo del lavoro E’ un periodo ad alto rischio per: – – – – – Suicidio Abuso di sostanze Progressione della malattia Perdita di ruolo e relazioni Demoralizzazione 83 Complessità dei sintomi nella schizofrenia Si possono identificare 5 gruppi di sintomi psicotici: Ognuno di essi richiede un trattamento negativo i sintomi negativi comprendono restrizioni dell’espressione emotiva, pensiero, linguaggio, piacere, motivazione e attenzione i sintomi ostili comprendono insolenza verbale o fisica, autolesionismo, o altri comportamenti impulsivi positivo affettivo i sintomi affettivi comprendono depressione e ansia, senso di colpa, tensione e irritabilità ostilità cognitivo i sintomi positivi comprendono deliri e allucinazioni, nonché linguaggio disorganizzato e comportamento agitato i sintomi cognitivi comprendono incoerenza e deficit nell’elaborazione e nell’apprendimento dell’informazione Adattato da Stahl SM. Psicofarmacologia essenziale. Capitolo 10. 2000. Percorso di un episodio psicotico nella schizofrenia Terapia intensiva Stabilizzazione Sintomi Mantenimento Tempo Trattamento antipsicotico nella schizofrenia Requisiti Rapido controllo dei sintomi psicotici gravi Efficacia nel lungo termine Efficacia per l’intera gamma dei sintomi schizofrenici (positivi, negativi, cognitivi, affettivi, ostilità) Migliorare i sintomi psicotici senza influire negativamente sullo stato funzionale Evitare esperienze negative non necessarie e angoscianti Per migliorare la compliance a lungo termine al trattamento A Nucleo Accumbens Tegmento Mesencefalico Iperattività >>>>>D2 Sintomi Positivi B Corteccia Prefrontale e Limbica Tegmento Mesencefalico Ipoattività >>>>D2 frontale Negativi Sintomi C Gangli della base Substantia Nigra D Ipotalamo Ipofisi Blocco dei recettori colinergici D2 Blocco dei recettori colinergici M1 Blocco dei recettori adrenergici Alfa 1 Blocco dei recettori dell’istamina H1 <blocco ACH >EPS Fenotiazine Aminoalchiliche Clorpromazina (largactil) Promazina Piperaziniche Perfenazina BUTIRROFENONI Aloperidolo (serenase, haldol) C Gangli della base Substantia Nigra D Ipotalamo Ipofisi Effetti collaterali EPS (Sintomi extrapiramidali, Distonie acute, Acatisia, Discinesie tardive) Iperprolattinemia, Galattorrea , Amenorrea Ipotensione Aritmie cardiache, alterazioni cardiache (QTc) Sedazione Aumento ponderale Fotosensibilità, Orticaria Retinite pigmentosa Glossite Effetti collaterali gravi Sindrome maligna da neurolettici Crisi epilettiche Ittero Agranulocitosi, leucopenia Sindrome Maligna da Neurolettici Ipertermia Pronunciati effetti extrapiramidali: rigidità muscolare a tubo di piombo, segno della ruota dentata, scialorrea, crisi oculogire, opistotono, trisma, disfagia, movimenti coreiformi, festinazione. Disfunzione neurovegetativa: ipertensione arteriosa (aumento di almeno 20 mm/hg della pressione diastolica), tachicardia (aumento di almeno 30 battiti/minuto), sudorazione profusa, incontinenza. Coscienza offuscata: delirium, stupore, mutismo. Test di laboratorio abnormi: leucocitosi (> 15000/mm3), livelli di CPK serica superiori a 1000 IU/ml. Principali effetti collaterali neurologici degli antipsicotici Effetto collaterale Periodo di maggiore rischio dall’inizio della terapia Prevalenza approssimativa Distonia acuta Giovane età, sesso Spasmo dei muscoli maschile della lingua, volto, collo, tronco. 1-5 giorni 10-15 Acatisia Irrequietezza motoria associata a tensione emotiva 50-60 giorni 5-10 5-30 giorni 10-30 Parkinsonismo Bradicinesia, rigidità, tremore Fattori di rischio Tarda età, sesso femminile Antagonisti dei recettori DA2 (dopamina) Antagonisti dei recettori 5-HT 2° (serotonina) SDA Antagonisti multirecettoriali •Clozapina 5HT 6, 5HT 7; D2, D1, D3, D4; M1; H1; αlfa1, αlfa2) (antagonista recettori 5HT 2a, 5HT 1a, 5HT 2c, 5HT 3, •Olanzapina (antagonista recettori D1-D2-D3-D45HT 2a, 5HT 2c, 5HT 3, 5HT 6; M1; H1; αlfa1) •Quetiapina (antagonista recettori 5HT 2a, 5HT 6, 5HT 7; D2; H1; alfa1,αlfa2) Risperidone (antagonista D2 -5HT 2a- 5HT7 -lfa1-αlfa2 ) SDA: effetti collaterali • Incremento di peso • Diabete • Dislipidemie • Iperprolattinemia • EPS e Discinesia tardiva • Disturbi anticolinergici, adrenolitici, antistaminici • Alterazioni cardiache (QTc) • Alterazioni ematologiche • Rischio di convulsioni D.Schizofrenico: Approccio terapeutico Solo un numero limitato di persone (circa 10-25%) risponde a un trattamento con psicofarmaci o con ricovero breve. La “libertà dai sintomi positivi è quasi una conditio sine qua non per i trattamenti psicosociali” (Keith e Matthews) Alleanza terapeutica Trattamento combinato G.De Plato 108 D.Schizofrenico: Approccio terapeutico Farmacoterapia la non-compliance alla terapia è un problema. La prescrizione di un farmaco antipsicotico deve tendere a stabilire una alleanza terapeutica Psicoterapia Il trattamento combinato di Farmaci e Psicoterapia permette di raggiungere esiti migliori. G.De Plato 109 D.Schizofrenico: Approccio terapeutico Programma personalizzato ed integrato: Farmacoterapia Psicoterapia individuale Psicoterapia di gruppo Intervento sulla famiglia Intervento sulle capacità psicosociali Trattamento ospedaliero Riabilitazione e reinserimento sociale G.De Plato 110 Compliance al trattamento Il paziente sovente sospende la terapia con un rischio di conseguenti ricadute Un continuo rinforzo nella funzione del farmaco Un controllo degli effetti collaterali Un approccio di somministrazione personalizzato Una somministrazione personalizzata dipende da: fase di trattamento tipologia di somministrazione caratteristiche di somministrazione dose La via di somministrazione in fase acuta È destinata a sedare un paziente agitato. Le somministrazioni E.V. non sono sempre praticabili in urgenza. Le somministrazioni I.M. possono risultare necessarie quando il paziente rifiuta di assumere la terapia tuttavia non sono percorribili nel lungo termine. La via di somministrazione in fase di stabilizzazione Le somministrazioni DEPOT risultano funzionali qualora il paziente non sia compliante alle terapie. Nel trattamento a lungo termine gli atipici hanno un profilo di efficacia e di tollerabilità superiore ai neurolettici tradizionali. La somministrazione orale è la prevalente attualmente disponibile per gli atipici. È possibile attualmente avvalersi di formazioni più agevoli come quella orodispersibile o in soluzione e prossimamente in Rilascio Prolungato Intervento psicoeducativo su paziente e familiari Fornire informazioni comprensibili e semplici rispetto al trattamento in atto, alla funzione sui sintomi e alla gestione degli effetti collaterali, migliora l’adesione al trattamento da parte del paziente e della famiglia. Intervento psicoeducativo sui familiari Reparto (orario di visite) Territorio Chiarificazioni Accompagnamento pz. visita ambulatoriale Rassicurazioni Familiari presenti durante una visita domiciliare I familiari si presentano in ambulatorio o telefonano Un approccio integrato di interventi terapeutici gestito attraverso un lavoro di équipe permette la migliore gestione del paziente psichiatrico Alleanza terapeutica Controllo sintomi Riduzione EPS Educazione controllo effetti collaterali Riduzione recidive Miglioramento qualità della vita Alimenta la compliance al trattamento La compliance sostiene l’intervento dell’équipe di operatori verso interventi sempre più articolati mirati a rinforzare gli obiettivi raggiunti e a sostenere quelli perseguibili