MARTEDÌ
27
MARZO
2007
«Disfida della polenta»: vince Gandino
La Pro loco sul podio al campionato di Varzi, nel Pavese. Allo stand anche arte e turismo
Il segreto? Farina del paese e acqua di Prat Serval, che servì a tingere le giubbe dei Mille
Oltre al «companatico» di arte, storia e cultura, a Gandino
non poteva mancare la polenta,
quella vera e fumante, e vincente. Si è conclusa con un trionfo,
infatti, la partecipazione della delegazione di Gandino alla «Disfida della polenta», manifestazione organizzata a Varzi, patria del
salame crudo, in provincia di Pavia.
Gandino ha di fatto confermato
un primato, nonostante la manifestazione fosse alla prima edizione. Il Comune della Valle Seriana vanta, infatti, quello di essere il primo luogo in Lombardia
dove fu coltivato il mais e dove,
di conseguenza, fu preparata la
prima polenta gialla. A portar per
primo il mais a Gandino (probabilmente da Venezia, dove i mercanti gandinesi transitavano per
i loro traffici e che nonostante la
scoperta dell’America era rimasto riferimento obbligato per
commerci di ogni genere) sarebbe stato un «foresto», che nel
1632 avrebbe coltivato per primo
il «melgotto». Per certificare la
primogenitura risulta preziosissima la memoria di Francesco
Radici. I suoi appunti storici abbracciano il periodo fra il 1623 e il
1654 e identificano Clusven (una
zona ai piedi del
Monte Corno, verso Valpiana) come
luogo della prima
coltivazione.
L’evento di Varzi
era costituito da
una due giorni dedicata ai prodotti tipici e alla valorizzazione della polenta, mezzo importante di promozione del
territorio in chiave agricola e turistica. La manifestazione fieristica era allestita nel grande mercato coperto, inaugurato per l’occasione, con stand di degustazione e promozione provenienti da
13 regioni italiane. Fra queste nutrita e vistosa la rappresentanza
della Sardegna, con la provincia
del Medio Campidano in prima
fila. La delegazione di Gandino,
guidata dal presidente della Pro
loco Lorenzo Aresi, ha presenziato all’inaugurazione fra le rappresentanze ufficiali. Un convegno
tenuto al mattino in un’apposita
tensostruttura ha posto l’accento sulle peculiarità che l’attenzione ai prodotti tipici può valorizzare, soprattutto in ambito turistico, dove l’enogastronomia è
senza dubbio riferimento essenziale. «
La valorizzazione del nostro paese e delle sue bellezze artistiche
– ha spiegato Aresi – passa senza dubbio anche attraverso la riscoperta dei prodotti tipici, che
vivono un momento di partico-
le storie
lare attenzione da parte dei turisti». La squadra gandinese ha
giocato tutte le carte a sua disposizione, presentando uno stand
molto ricco, con degustazione di
formaggelle di monte (provenienti dagli alpeggi gandinesi, del Farno e di Valpiana), salami e cotechino. Molto apprezzata anche la
«cruca», il dolce con uvette della tradizione, preparato in occasione del Venerdì Santo.
Uno spazio era dedicato alla produzione vinicola della casa Medolago Albani di Trescore e a
opuscoli e pubblicazioni, distribuiti in maniera copiosa, anche
grazie all’appoggio dell’assessorato all’Agricoltura della Provincia di Bergamo.
Una postazione video presentava immagini relative ai monumenti gandinesi, alla rievocazione storica «In Secula» (programmata per il prossimo 30 giugno)
e al cartoon che racconta l’epopea della famiglia Giovanelli,
creato per l’iniziativa «Artebus».
Asso pigliatutto sono stati i costumi seicenteschi indossati da
cinque figuranti, che uniti al
Gruppo storico degli arcieri Valgandino (una decina di elementi) hanno catalizzato l’attenzione, creando una coreografia davvero indovinata. Da citare anche
i rappresentanti del comitato della «Gustar Gandino» (manifestazione che abbina arte, natura e
buona tavola, programmata per
l’8 luglio), gli Amici del Museo e
l’«AnimaLCortile», che ha offerto un supporto logistico indispensabile.
Domenica il gran finale e la «Disfida» vera e propria. Le varie Pro
loco hanno preparato la polenta nei classici paioli, in un’area
attrezzata. La polenta è stata abbinata alle pietanze preparate dagli allievi dell’Alberghiero di Salice Terme e giudicata da un’apposita commissione.
I vari team hanno estratto dal cilindro le proprie «armi segrete»,
e anche la squadra di Gandino
non è stata a guardare: l’acqua di
Prat Serval (portata nell’Oltrepò
Pavese con appositi contenitori
in vetro), con cui tra l’altro furono tinte le camicie rosse dei Mille di Garibaldi, e la farina «made
in Gandino» hanno consentito di
raggiungere una vittoria clamorosa e insperata. Tripudio finale per tutta la delegazione composta da oltre trenta persone e
ovazioni speciali per il capopaiolo Battista Campana e i suoi
assistenti, Simone Aresi e Alessandro Noris. Il presidente Aresi ha ricevuto una targa e un attestato da parte dell’organizzazione, che ex aequo con i gandinesi ha classificato la polenta di
Romagnese, un centro in provincia di Pavia.
Vi. B.
A L L’ I N T E R N O
54 BERGAMO
Fa il pieno
la mostra
di francobolli
e monete
55 PAGAZZANO
Attorno
al castello
fiorirà
un parco
56 L’INIZIATIVA
«Cime solidali»
dà un premio
a chi vive
in montagna
61 SANT’OMOBONO
Appello
dalla Valle
«Serve la scuola
superiore»
62 TERNO D’ISOLA
Si chiude
l’anello
della pista
ciclabile
Dall’alto, in senso orario: il gruppo della Pro loco di Gandino in festa
a Varzi, nel Pavese, dopo la vittoria nella «Disfida della polenta»;
il «capo-paiolo» Battista Campana, al centro, con i giovani assistenti
Simone Aresi e Alessandro Noris, con il premio vinto a Varzi;
il Gruppo storico della compagnia arcieri Valgandino; i tre «chef» Campana,
Aresi e Norsi mentre rimestano la polenta, cucinata con acqua
di Prat Serval e mais portati direttamente da Gandino. Alla manifestazione,
che si è svolta per la prima volta nella patria del salame crudo, hanno
partecipato delegazioni da 13 regioni d’Italia
l’iniziativa
E si fa in tre il dono dei «Cavalieri» del mais ai volontari
Come ogni anno
all’avvicinarsi ai giorni della
Pasqua, l’associazione di
cultura enogastronomica
«Ordine dei Cavalieri della
polenta» di Bergamo ha
deciso la destinazione del
fondo di solidarietà per
iniziative benefiche.
Il consiglio dell’associazione,
presieduto da Piero Ricci, ha
deciso quest’anno di donare i
3.000 euro del fondo a tre
istituzioni molto attive da
tempo in settori diversi, ma
sempre con fini sociali ed
umanitari: sono
l’associazione «Cure
palliative onlus» di Bergamo,
che oltre all’attività
nell’Hospice di Borgo Palazzo
svolge una sempre più
capillare assistenza
domiciliare ai malati in fase
avanzata; la «Parents project
onlus», associazione di
genitori contro la distrofia
muscolare, che è sempre più
presente anche nella
provincia di Bergamo, e al
«Progetto Briciola», che da
sette anni si occupa di un
villaggio dell’Etiopia, dove si
sta lavorando per migliorare
le drammatiche condizioni di
vita degli abitanti, in
particolare dei bambini. Nel
poverissimo villaggio, infatti,
manca tutto: dal cibo
all’acqua, dalle strade alla
scuola e all’assistenza
sanitaria.
La cerimonia di consegna
degli assegni (ognuno da
1.000 euro) si è svolta al
ristorante «Papillon» di Torre
.II «Cavalieri della polenta» hanno donato 3.000 euro a tre associazioni.
Boldone, dove hanno ritirato
il contributo, e ringraziato a
nome delle rispettive
organizzazioni, Arnaldo
Minetti presidente
dell’associazione «Cure
palliative», Monica Lameri
per «Parent project» e Ida
Lameri per incarico di Franco
Zana, che attualmente si
trova in Etiopia per lavorare
alle varie iniziative del
«Progetto Briciola».
Alla consegna dei fondi è
seguita la riunione conviviale
che è stata anche l’occasione
per scambiarsi gli auguri per
la Pasqua. Durante la serata
lo chef Antonio Ghilardi ha
valorizzato la cucina
bergamasca, non
dimenticando ovviamente la
polenta, che ha servito
abbinata prima alla galantina
di faraona e poi ai formaggi
del caseificio Arrigoni di
Pagazzano.
R. V.
63 TRESCORE
Il professore
artista
sbarca
in Belgio
Scarica

Disfida della polenta»: vince Gandino